
GEORGE SOROS VS RUSSIA. UN AFFARE DA 20 MILIARDI DI DOLLARI

Quella del governo è una Legge di Stabilità tragica per l’Italia. Lo era già nel testo approvato da Napolitano, lo sarà di più dopo che Renzi ha ceduto senza fiatare al compromesso con la Commissione europea. I pochi benefici fiscali della stabilità saranno ancora di meno. I tagli alle tasse sono infatti più che compensati da tagli indiretti ai servizi locali. Non vi è alcuna traccia di investimenti produttivi nei settori ad alta occupazione e sostenibilità ambientale, come le rinnovabili o la manutenzione del territorio. Così il Paese non può ripartire e un altro anno di recessione significa perdere ulteriore benessere.
Esiste un legame tra l’euro e questa Legge di Stabilità inutile e dannosa
L’euro è il centro del problema. Ormai non lo sostengono soltanto i cosiddetti economisti critici, o qualche premio Nobel, ma anche gli economisti più vicini alla politica e alle sue regalìe, che temono un’implosione dell’euro a favore delle forze antisistema.
L’euro è una “non-moneta”, perché non è stampato da governi democratici, ma da una Banca Centrale Europea che risponde a interessi privati
Questo ha due conseguenze:
1) Il governo non può stampare la sua moneta per finanziare investimenti produttivi, occupazione, ricerca e innovazione. In poche parole: la fine di ogni politica industriale, perché ogni euro speso deve essere restituito con gli interessi, controllati dai mercati internazionali.
2) In un sistema di cambi rigidi (come l’euro) un Paese non può svalutare la sua moneta per aumentare la competitività nei confronti di altri Paesi, rilanciare la domanda estera ed equilibrare la sua bilancia commerciale (importazioni – esportazioni). L’unico modo per abbassare i prezzi e vendere di più all’estero è attaccare i salari dei cittadini, e per questa vi abbassare i prezzi dei propri prodotti. Le armi per farlo sono il ricatto della disoccupazione e il lavoro precario (vedi Jobs Act). Come ha ripetuto Beppe Grillo a Palermo “se non puoi svalutare la moneta svaluti i salari!”.
Svalutando i salari, però, distruggi la domanda interna e i consumi. Cosa ne deriva? I cittadini, minacciati da redditi sempre più bassi e lavori sempre più precari risparmieranno i pochi soldi guadagnati invece di spenderli. Le aziende italiane non venderanno più i loro prodotti. Distruzione dell’occupazione e del tessuto industriale italiano. Esattamente ciò che sta avvenendo dentro l’euro. L’impresa muore o viene svenduta a compratori esteri, i quali poi si riportano in patria i profitti.
In questa gabbia di ferro il Governo abdica dalle sue funzioni di ordine e sviluppo e si consegna nelle mani di Paesi più forti e di istituzioni private di natura finanziaria. Tutto ciò che può fare, se non si ribella, è restituire ogni euro preso a prestito con l’aggiunta di mostruosi interessi. Un circolo vizioso iniziato e concluso dall’euro. L’euro è impoverimento Non è possibile mantenere l’euro e avviare lo sviluppo..
Lo dimostra proprio la Legge di Stabilità di Renzi. Tutto ciò che c’è di nuovo (tagli alle tasse per pochi miliardi) è recuperato dal taglio indiretto e lineare di servizi locali, aumentando il peso fiscale per le Regioni già piegate dalla crisi. Non vi è poi alcun margine per investimenti produttivi. Una finta manovra, di nuovo recessiva, che renderà ulteriormente insostenibile il debito pubblico italiano.
Il M5S propone di uscire dall’euro, riprendersi la sovranità monetaria, la possibilità di stampare moneta, gestire i tassi di interesse e progettare una politica industriale.. Fuori dall’euro per tornare a decidere del nostro futuro! O fuori dall’euro o default. Non c’è più tempo!
http://www.beppegrillo.it/2014/11/leuro_e_la_nuova_poverta_fuoridalleuro.html?utm_source=pulsenews&utm_medium=referral&utm_campaign=Feed%3A+beppegrillo%2Fatom+%28Blog+di+Beppe+Grillo%29
Grandi mobilitazioni erano previste per tutto il weekend e nella giornata di sabato si sono registrati durissimi scontri con la polizia nelle città di Nantes e Tolosa, con cortei anche a Bordeaux, Montpellier, Digione, Lille e Parigi.
A Nantes diverse centinaia di persone hanno manifestato contro la violenza poliziesca e sono state duramente caricate dalla polizia che ha impiegato massicciamente gas lacrimogeni e granate stordenti (come dimostrato da diversi video), le stesse che hanno provocato la morte di Rémi la settimana scorsa. A fine giornata sono stati 21 i fermati, 16 dei quali sono stati rilasciati domenica in giornata, mentre per altri 5 cinque si prospetta un processo per direttissima.
Otto arrestati anche a Tolosa dove la reazione delle forze di sicurezza è stata altrettanto scomposta e nervosa, mentre diversi obiettivi sono stati sanzionati dai manifestanti nelle manifestazioni di Bordeaux e Montpellier.
Ovviamente non è mancata la presa di posizione delle istituzioni, che ad una settimana dalla tragica morte di Rémi iniziano a prendere sul serio le vaste mobilitazioni degli ultimi giorni. Il primo ministro Manuel Valls ha definito le manifestazioni “un insulto alla memoria di Rémi Fraisse”, quasi come se non si potesse avere la legittimità di gridare il suo nome in piazza ricordandolo come un compagno di lotta e non come la vittima di un espisodio che lo Stato preferisce dipingere come tragica fatalità rifiutandosi di ammettere le sue colpe in merito.
Di altro tenore, invece, le esternazioni di Ségolène Royal, ministro dell’ecologia, che sostiene esserci stato un “un errore di giudizio” nella volontà di costruire la diga di Sivens, un progetto che la stessa ministra definisce oggi “non realizzabile”. Se si tratti di una vera rottura all’interno dell’esecutivo o del semplice opportunismo del politico di turno che tenta di salvarsi in extremis prima che la situazione degeneri (come il nostrano Stefano Esposito) resta da capire.
Nel frattempo, numerose altre manifestazioni sono state indette per la giornata di oggi, domenica 2 novembre, tra cui una passeggiata in onore di Rémi presso la ZAD di Sivens, dove nelle prime ore del pomeriggio si sono riunite diverse migliaia di persone. Sulla strada per il sito della diga, i militanti hanno piantato ghiande in una pineta devastata un paio di settimane fa dagli archeologi del Consiglio Generale, mentre sul luogo in cui Rémi è stato colpito dalla granata è stato piantato un albero di frassino, la cui caratteristica è di avere foglie che diventano rosse in autunno.
Altri concentramenti sono previsti oggi a Parigi, Nimes, Orleàns, Marsiglia, Alés, Aix En Provence, Morlaix e Douarnenez, mentre i comitati di appoggio alla ZAD del Testet continuano a pianificare iniziative e manifestazioni che andranno avanti per tutto il mese di novembre.
Un tecnicismo è il detonatore e la bomba sta per esplodere sulla scrivania di Matteo Renzi. Ancora una volta – come ai tempi di Prodi – un governo guidato dal centro-sinistra sta per spaccarsi sulle grandi infrastrutture, rilanciate con entusiasmo dal decreto Sblocca Italia. Il tecnicismo è una strana mossa di Rfi, la società Fs che gestisce la rete ferroviaria. Nel nuovo contratto di programma con il ministero delle Infrastrutture ha corretto da 8,4 a 12 miliardi di euro il costo previsto del Tav Torino- Lione, con un’impennata del 40 per cento. In realtà è stata solo applicata al preventivo originario, stilato a prezzi 2012, l’inflazione degli anni occorrenti alla realizzazione, calcolata al tasso pessimista del 3,5 per cento annuo. Tanto che Mario Virano, commissario governativo della Torino-Lione, ha subito minimizzato: il costo previsto per il governo italiano (2,9 miliardi se arriva un cospicuo finanziamento europeo) non aumenterà di un euro. MA TANT’È, quel numerino scritto da Rfi ha toccato nervi scopertissimi. Stefano Esposito, sostenitore acceso della Torino- Lione – tanto da essere nel mirino di frange violente dei No Tav – considera la correzione verso l’alto un siluro all’opera, tanto da aver ottenuto per l’11 novembre prossimo la convocazione dei vertici di Rfi alla commissione Trasporti del Senato. Il parlamentare piemontese punta a stroncare subito ogni resistenza facendo uscire allo scoperto i frenatori delle grandi opere. Solo che stavolta la lobby del cemento non se la dovrà vedere con localismi e ambientalismi, bensì con un’agguerrita pattuglia di economisti piazzati proprio a palazzo Chigi. Il Tav Torino-Lione è solo la prima stazione di una via crucis destinata a toccarne numerose, soprattutto ferroviarie, come il terzo valico Genova-Tortona, il nuovo tunnel del Brennero e l’alta velocità Napoli-Bari, investimenti più celebrati che finanziati nel decreto Sblocca Italia, approvato alla Camera e in attesa del voto del Senato. Il fatto è che la tesi principale degli oppositori della Torino-Lione –sono soldi buttati –ha sempre convinto anche Renzi. Ancora un anno e mezzo fa diceva: “Prima lo Stato uscirà dalla logica ciclopica delle grandi infrastrutture e si concentrerà sulla manutenzione delle scuole e delle strade, più facile sarà per noi riavvicinare i cittadini alle istituzioni. E anche, en passant, creare posti di lavoro più stabili”. Sulla Torino-Lione la bocciatura era quasi sprezzante: “Non credo a quei movimenti di protesta che considerano dannose iniziative come la Torino- Lione. Per me è quasi peggio: non sono dannose, sono inutili. Sono soldi impiegati male”. Poi la politica ha imposto i suoi prezzi e Renzi, conquistando palazzo Chigi, ha confermato Maurizio Lupi al ministero delle Infrastrutture per non perdere l’appoggio parlamentare del Ncd e quello lobbistico del potente e trasversale partito del cemento. Il decreto Sblocca Italia è stato il trionfo di Lupi e dei suoi sostenitori, con grandi opere a strafare e ampi varchi per cementificazioni di ogni tipo. Adesso però sono proprio i lobbisti del cemento e delle imprese di costruzione a notare con preoccupazione che tra gli esperti economici che Renzi ha portato a palazzo Chigi ci sono autorevoli avversari dello spreco di miliardi in nome delle imprescindibili infrastrutture. Il più insidioso è il bocconiano Roberto Perotti, uno che già sei anni fa pubblicò sul Il Sole 24 Ore rasoiate del seguente tenore: “Che cosa sarebbe più utile per l’immagine del Paese: ripulire i treni utilizzati da milioni di turisti stranieri o fare una galleria di dubbia utilità a costi esorbitanti? (…) Nonostante i loro eccessi, gli ambientalisti hanno ragione: deturpare una vallata per ridurre le emissioni dell’1% al costo di 16 miliardi è un buon investimento per le imprese appaltatrici, ma non per il Paese”. SOLDI BUTTATI, dunque, come diceva Renzi finché ha potuto. E come pensa un altro esperto di palazzo Chigi, il deputato Pd ex McKinsey Yoram Gutgeld, che già in tempi non sospetti definiva le nuove linee ad alta velocità “opere faraoniche, miliardarie e inutili”. Per adesso la legge di Stabilità andrà liscia, e vedrà la conferma di tutti i finanziamenti previsti per la Torino- Lione e le altre grandi opere. Ma lo scontro è solo rinviato. Gutgeld e Perotti pensano all’arma totale, a uno scherzetto che per il partito del cemento è come l’aglio per i vampiri: imporre al Cipe – l’opaco comitato interministeriale dove si fanno i giochi per i grandi investimenti, una cosa che in Italia nessuno ha mai fatto, la cosiddetta analisi costi-benefici. Un esercizio che serve agli economisti per sapere se si sta spendendo bene o male. Domande come: serve davvero questa nuova ferrovia? Quanti posti di lavoro crea? È possibile spendere gli stessi soldi in qualcosa che dia risultati più interessanti? Siccome in Italia l’analisi costi-benefici non è mai stata adottata, a domande del genere si è risposto finora con slogan come “è per la competitività” o “ce lo chiede l’Europa”. Ma oggi l’unico argomento politicamente solido per andare avanti con la Torino-Lione è anche il più antipatico: non darla vinta ai No Tav. IL NODO ADESSO sta per arrivare al pettine. Già la Corte dei Conti francese ha fatto notare che i miliardi di euro per la nuova ferrovia Torino-Lione sono sostanzialmente soldi buttati. Gli esperti di palazzo Chigi adesso si preparano a dare una spallata nella stessa direzione, scommettendo che nella difficile situazione dei conti pubblici si potrebbero risparmiare o spendere meglio decine di miliardi. Per adesso l’operazione è tenuta sotto traccia. Il momento propizio, superato lo scoglio della Legge di stabilità, potrebbe essere l’inizio del 2015, per evitare un duello con la lobby del cemento in un momento politicamente complicato. Nello scontro frontale tra il partito anti- spreco e quello del cemento guidato da Lupi è proprio Renzi che rischia di trovarsi schiacciato, se non si inventa una delle sue mosse.
Da Alberto Perino :
Intanto che noi ci preoccupiamo di cosa dicono i vari espochi & c. LTF va avanti come un treno in perfetto accordo con il ministero dell’interno, il prefetto e il comitato di salute pubblica.
M.C. Ferro sempre attenta ha mandato un avis de marché pubblicato in Europa, ma che non si trova sul sito di LTF nella sezione apposita http://www.marchesonline.com/mol/front/visualisation/run.do?idsim=6423308&versionsim=1&typeinfo=typeao di seguito lo trovate con alcune mie sottolineature e commenti.
Il bando di gara è del 25/10/14 e scade il 21/11/14, tanto sanno già chi vince, è solo un proforma.
La cosa interessante è che mentre un paragrafo recita:
II.1.1) Intitulé attribué au marché par l’entité adjudicatrice:
Support logistique aux forces de l’ordre pour la galerie de reconnaissance de La Maddalena.
Appena più sotto si scrive:
II.1.2) Type de marché et lieu d’exécution, de livraison ou de prestation
Travaux
Exécution, par quelque moyen que ce soit, de travaux répondant aux exigences spécifiées par le pouvoir adjudicateur
Lieu principal d’exécution des travaux, de livraison des fournitures ou de prestation des services: Val de Suse
Valle di Susa e non CHIOMONTE come si dovrebbe, parlando della Maddalena.
Ed infine nella descrizione dell’appalto salta fuori l’arcano, come tutti sanno il cantiere della Maddalena è già oggi un fortino come si fa a spendere tra un milione e mezzo e due milioni e mezzo di euro per le recinzioni?
II.1.5) Description succincte du marché ou de l’acquisition/des acquisitions:
Le présent marché a pour objet l’entretien ordinaire et extraordinaire des équipements ainsi que le support logistique aux forces de l’ordre présentes dans la zone de chantier ou dans les environs de la galerie de reconnaissance de La Maddalena, et celles présentes sur les zones de chantier pour la réalisation des sondages à réaliser dans le cadre du “Progetto Definitivo” de la nouvelle ligne ferroviaire Lyon-Turin.
LTF est le maître d’ouvrage des études et reconnaissances de la partie commune franco-italienne de la nouvelle liaison ferroviaire Lyon-Turin qui représente près de 80 km entre Saint-Jean-de-Maurienne en Savoie et la basse Vallée de Suse dans le Piémont.
tradotto alla buona:
II.1.5) Breve descrizione dell’appalto o degli acquisti / appalti:
L’appalto ha per oggetto la manutenzione ordinaria e straordinaria delle atrezzature nonché il supporto logistico per le forze dell’ordine presenti nell’area di cantiere o nelle vicinanze della galleria di ricognizione di La Maddalena, e quelli sulle aree di cantiere per la realizzazione dei sondaggi da effettuare nel quadro del “Progetto Definitivo” della nuova linea ferroviaria Torino-Lione.
LTF è il responsabile degli studi e delle indagini della tratta comune franco-italiana della nuova linea ferroviaria Lyon-Torino che interessa circa 80 km tra Saint-Jean-de-Maurienne in Savoia e labassa Valle di Susa in Piemonte.
In altre parole, cercando di non dare nell’occhio, si vogliono fare i sondaggi previsti dal progetto definitivo della tratta italiana utilizzando la metodologia sperimentata all’autoporto di Susa a novembre 2012. IMPIEGANDO CON TUTTA TRANQUILLITA’ BEN 48 MESI CIOE’ QUATTRO ANNI PER FARE I SONDAGGI
Infatti nella descrizione più dettagliata di cosa richiede l’appalto si legge:
II.2.1) Quantité ou étendue globale:
Les missions objet du présent marché seront réalisées dans le cadre des travaux de la galerie de La Maddalena et des forages à réaliser dans le cadre du “Progetto Definitivo” de la nouvelle ligne ferroviaire Lyon-Turin.
Ces prestations comprendront notamment :
– Réparation ou mise en place de clôtures métalliques avec éléments préfabriqués,
– Entretien sanitaires de chantier,
– Entretien de baraquements de chantier destinés aux bureaux, vestiaires et autres structures nécessaires,
– Fourniture d’éclairage de chantier à générateur,
– Fourniture de motopompes hydrauliques,
– Petits travaux de génie civil : bordures, caniveaux, murets, etc.
– Déneigement des routes d’accès au chantier,
– Approvisionnement en eau par camions citernes.
II.2.1) Quantitativo o entità totale:
I compiti di cui al presente contratto saranno svolti nel quadro dei lavori lavori della galleria di La Maddalena e dei sondaggi da realizzarsi nel quadro del “Progetto Definitivo” della nuova linea ferroviaria Torino-Lione.
Questi servizi comprendono in particolare:
– Riparazione o installazione di recinzioni metalliche con elementi prefabbricati
– Manutenzione dei sanitari del cantiere,
– Manutenzione delle baracche di cantiere per uffici, spogliatoi e altre strutture necessarie
– Fornitura di illuminazione del cantiere per mezzo di generatori
– Fornitura di motopompe idrauliche,
– Piccole opere civili: cordoli, cunette, muri, ecc
– Rimozione della neve sulle strade di accesso al sito,
– Fornitura acqua per mezzo di autobotti.
Leggete anche voi con attenzione l’allegato bando di gara.
Ah, dimenticavo:
Il est précisé que les bons de commande pourront être concomitants et que certains travaux pourront, de ce fait, être réalisés de manière simultanée.
che tradotto alla buona
Si precisa che gli ordini di servizio potranno essere concomitanti e che certi lavori, per questo motivo, potranno essere realizzati contemporaneamente
Questo significa che potranno aprire due o tre cantieri in simultanea per metterci in difficoltà, poi aspettare magari sei mesi prima di aprirne altri…
Buon 2015 !!!
EODE Press Office/ 2014 11 01/
“Ces élections vont donner une légitimité à notre pouvoir
et vont nous éloigner encore un peu plus de Kiev”
– Roman Liaguine, chef de la commission électorale de la DNR.
“Ce vote (…) risque de marquer la perte de contrôle par Kiev
des républiques autoproclamées de Donetsk et de Lougansk”
– AFP ce 1er nov. 2014
EODE, l’Eurasion Observatory for Democracy & Elections, participe à la Mission internationale de Monitoring des élections présidentielles et législatives du 2 décembre 2014, organisées par les Républiques populaires de Donetsk (DNR) et de Lugansk (LNR).
Le SG d’EODE et administrateur de sa Zone Russia-Caucasus, Fabrice BEAUR, est notamment sur place à Donetsk depuis ce matin, où il coordonne les observateurs d’EODE et de ses partenaires ECGA-Allemagne et ECGA-POLOGNE. Ce samedi matin il a rencontré le Premier ministre Zhagarchenko de la République populaire de Donetsk.
51 observateurs étrangers seront présents lors de l’élection du président et des députés de la DNR prévue le 2 novembre, a annoncé ce vendredi le chef de la Commission électorale centrale (CEC) de la république, Roman Liaguine : “51 observateurs étrangers sont déjà enregistrés pour les élections. Il y a des observateurs en provenance de Russie, de Serbie, du Monténégro. A notre surprise, il y a beaucoup d’observateurs de l’Union européenne, il y a même un député européen. Parmi les observateurs, il y a aussi des Américains”, a indiqué le responsable.
LA SITUATION SUR PLACE : LES ELECTIONS MALGRE LA SALE GUERRE DE KIEV
D’intenses combats se sont poursuivis samedi en Ukraine à la veille des élections en DNR et LNR, Kiev ayant profité de la soi-disant trêve pour renforcer ses forces de répression. “Ces élections vont donner une légitimité à notre pouvoir et vont nous éloigner encore un peu plus de Kiev”, a assuré vendredi Roman Liaguine, chef de la commission électorale mise en place pour ce vote par la République de Donetsk (DNR).
Donetsk et Lougansk, deux régions du bassin minier du Donbass ont unilatéralement proclamé leur indépendance en avril dernier, ce qui a provoqué le déclenchement d’une sale guerre par la Junte de Kiev. Ce samedi, les combats se sont encore poursuivis dans les deux régions. Ceux-ci ont duré à peu près toute la nuit autour de l’aéroport avant de se poursuivre dans la matinée, au rythme d’une dizaine de tirs d’artillerie par minute, selon les journalistes de l’AFP sur place.
Et la Mission de monitoring internationale travaille dans des conditions dangereuses et difficiles.
Dans cette situation tendue, les préparatifs pour les élections sont quand même organisés. Les électeurs se dises prêts à se rendre aux urnes pour “voter contre Kiev, contre les fascistes” (selon l’AFP). Le scrutin n’annonce pas de surprises, 34.000 personnes ayant déjà voté via internet, selon les autorités de la DNR.
ans la DNR, la victoire de son Premier ministre Alexandre Zakhartchenko ne fait guère de doute. Dans la “République populaire de Lougansk” (LNR), le président Igor Plotnitski devrait être confirmé dans ses fonctions. Tous les candidats défendent la même ligne: indépendance vis-à-vis de l’Ukraine et rapprochement avec Moscou.
LA RUSSIE SURPREND KIEV ET LES OCCIDENTAUX ET RECONNAIT LES ELECTIONS EN DNR ET LNR !
Accusée par Kiev et les Occidentaux de soutenir militairement les séparatistes, la Russie a annoncé cette semaine qu’elle allait reconnaître les résultats de ce vote, observé par une mission internationale indépendante. Moscou souligne la nécessité d’un “dialogue sérieux” entre Kiev et les rebelles qui “permettrait une stabilisation complète de la situation”.
Cette déclaration a été vivement critiquée par Kiev, Bruxelles et Washington, qui ont appelé Moscou à revenir sur cette décision. La crise ukrainienne, avec le renversement par un putsch armé soutenu par les USA, l’OTAN et l’UE, du président prorusse Viktor Ianoukovitch en février 2914 et suivi de l’intégration par la Russie de la péninsule ukrainienne de Crimée et le conflit armé dans l’Est, a conduit à une détérioration sans précédent des relations entre Moscou et les pays occidentaux depuis la guerre froide.
Kiev, qui mène depuis avril une sale guerre au Donbass, a par ailleurs appelé les habitants de Donbass à ne pas participer aux élections séparatistes évoquant le risque de “provocations” sanglantes (sic)
EODE Press Office
Photo : rencontre de Fabrice BEAUR (SG d’EODE) avec le Premier ministre Zakhartchenko de la République populaire de Donetsk.
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© Foto: REUTERS/Marko Djurica
A Krasnoarmeysk, nella regione di Donetsk, durante l’occupazione delle forze di sicurezza ucraine sono scomparse circa 400 donne di età compresa tra i 18 e i 25 anni.
Recentemente in città, dove era dislocato il battaglione “Dnepr-1”, e nei sobborghi sono stati trovati 286 corpi di donne: su tutti sono stati rilevati segni di violenza. Lo ha dichiarato il primo ministro del governo separatista di Donetsk Alexander Zakharchenko.
Per saperne di più: http://italian.ruvr.ru/news/2014_10_31/Nel-Donbass-rinvenuti-i-corpi-di-centinaia-di-donne-stuprate-dai-paramilitari-ucraini-5453/