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A conferma del mio ragionamento di ieri gli ultimi avvenimenti dimostrano che per la Turchia i curdi sono un pericolo più grave degli islamisti dell’Is. Non solo Erdogan non interviene ma non consente ai curdi turchi di andare in aiuto dei curdi siriani, assediati e massacrati a Kobane, lungo la frontiera con la Turchia.
Dopo aver sostenuto la rivolta contro il nemico Assad, condizionando tutt’ora l’intervento in Turchia alla caduta di Assad o comunque al danneggiamento del regime, oggi non muove un dito contro i miliziani di al Baghdadi (e probabilmente non combattendo adeguatamente il contrabbando di petrolio dell’Is che passa dalla Turchia) combattuti in campo aperto solo dai curdi. Stati Uniti e alleati sono intervenuti solo con i raid aerei (finora inutili) mentre l’esercito regolare iracheno in diverse occasioni si è ritirato davanti all’avanzata dell’Is senza neppure combattere.
E’ il momento di riparare a un errore storico e premiare i curdi con uno stato sui territori curdi in Siria e Iraq. Ma prima che Obama rifletta adeguatamente sull’argomento finirà il proprio mandato. Eppure la sola minaccia di un ipotetico stato curdo in funzione anti Is potrebbe bastare a convincere Erdogan a intervenire seriamente contro al Baghdadi.