Ritorsioni dalla Russia, grazie alla UE: un’altra stangata al sistema agroalimentare italiano

di Luciano Lago
 
Le  ritorsioni dalla Russia colpiscono l’agroalimentare italiano, grazie all’ acquiescenza dell’Unione Europea verso la politica  di Washington ed alle provocazioni verso la Russia
 
Ancora una volta l’Unione Europea ha trovato il modo di dare una stangata, con la compiacente acquiescenza del governo Renzi, al sistema agroalimentare italiano e non soltanto quello.
 
I burocrati di Bruxelles della Commissione Europea, la stessa che ha voluto aprire e liberalizzare le importazioni agricole dai paesi dell’altra sponda del Mediterraneo come il Marocco, affossando e mettendo fuori mercato l’agricoltura del Sud Italia in particolare per gli agrumi e l’olio di oliva, come era facilmente prevedibile (vedi Accordo UE Marocco devasta agricoltura ), nella loro foga di servire il padrone USA ed adeguarsi alle sue direttive, hanno supinamente accettato di porre le sanzioni alla Federazione Russa, ottenendo da questa, per ritorsione, il blocco delle esportazioni agroalimentari  verso la RussiaUn provvedimento che la Confagricoltura ha stimato che apporterà una mazzata di circa 700 milioni al comparto agricolo italiano.
 
Già due giorni fa i doganieri russi hanno bloccato e rimandato indietro circa 70 camion di pesche italiane che inevitabilmente finiranno al macero, con gravi danni per le aziende agricole che avevano predisposto e confezionato tali merci. Successivamente sono arrivati gli annullamenti degli ordini ai produttori e caseifici di parmigiano reggiano, grana padano, prosciutto di Parma, di Modena e di san Daniele, lo stesso per i produttori di pollame, di carni, di ortaggi, di olio di oliva, e di altre specialità agricole che avevano un florido mercato con la Russia.
 
Ci si domanda chi pagherà i danni per questo ulteriore effetto delle politiche demenziali messe in atto dalla UE e ossequiate e confermate dal governo Renzi per compiacere i suoi padroni americani.
 
Un governo che non ha la capacità di tutelare l’interesse nazionale e si assoggetta a qualsiasi direttiva, anche la più assurda, come quella che intende sanzionare la Russia per causa del legittimo diritto di questa a difendere la popolazione di etnia russa messa sotto attacco e bombardata dal governo golpista di Kiev, associato con la NATO, gli USA e la UE.
 
La Russia, come era facile prevedere, ha chiaramente preso le sue contromisure ed ha bloccato le importazioni alimentari dai paesi europei che hanno aderito alle sanzioni i quali subiranno tutte le negative conseguenze dei provvedimenti presi dai loro governi asserviti ad interessi di oltre Atlantico.
 
Il governo Italiano avrebbe potuto dissociarsi dalle sanzioni, come presidente di turno della UE avrebbe potuto sollevare con forza la questione in ambito europeo, richiedere fermamente l’avvio di un dialogo ed una trattativa per risolvere la questione ucraina in modo pacifico e comunque diverso dalla campagna militare attuata dal governo di Kiev che invia carri armati, artiglieria e caccia bombardieri in una “operazione castigo” che è diretta contro i secessionisti filo russi ma ha conseguenze nefaste sulla popolazione civile (si contano già oltre mille vittime e 750.000 profughi), nel silenzio dei media occidentali.
 
Per comprendere come sia fuori dal diritto internazionale l’attuazione di Kiev, facciamo l’ipotesi che in Italia, durante i fermenti autonomistici dell’Alto Adige, avvenuti fra gli anni ’50 e ’60, si fosse applicato lo stesso sistema che oggi applica il governo di Kiev: il governo italiano avrebbe dovuto inviare l’Esercito e l’aviazione a bombardare Bolzano, Merano e Brunico, dove era prevalente la popolazione di lingua tedesca che appoggiava gli autonomisti. Poteva essere questa una azione lecita?
 
Questo concetto i giornali e le TV del sistema non lo scrivono prchè risulta evidente che si applica un doppio standard, quando ci sono interessi di mezzo dell’egemonia USA in Europa, avendo gli americani l’obiettivo conclamato di isolare la Russia dall’Europa, demonizzare Putin, tornare alla guerra fredda, facendone pagare ai popoli europei il costo di questa politica mentre i burocrati della UE rimangono splendidi nei loro eleganti uffici di Bruxelles a pontificare di “solidarietà europea e di democrazia”. Non si capisce poi quale democrazia visto che appoggiano un governo inquinato da formazioni neo naziste con attitudini omicide, come dimostrato dai fatti di Odessa. Vedi: ( bagno di sangue di Odessa voluto dai golpisti ).
 
Con questo episodio si è dimostrato chiaramente che l’Europa come entità politica è semplicemente inesistente, trattasi di una colonia statunitense, costellata di basi militari USA, dominata dagli interessi della superpotenza egemone e dei suoi cugini britannici. Un continente alla deriva, in senso economico e morale, governato da una oligarchia di grigi burocrati e finanzieri, al servizio di interessi esterni, che calpesta il diritto dei suoi popoli ed ha privato della sovranità i paesi che ne fanno parte con la complicità di governi asserviti.
 
Neppure si è sentita una parola da parte del governo Renzi, quanto meno per richiedere il rimborso dei danni dei nostri produttori da parte della UE e dal governo degli Stati Uniti che sono i veri responsabili di questa situazione. Cosa che invece hanno fatto la Polonia, la Bulgaria e gli Stati Baltici che sono altri paesi gravemente danneggiati da questa ritorsione russa. La Polonia anzi risulta che ha richiesto energicamente al governo USA di sostituirsi alla Russia nell’acquistare le mele e gli altri prodotti che venivano venduti in Russia, vista la sua posizione strategica di paese confinante con la Russia.
 
Certo non sentiremo la stessa richiesta da parte del fiorentino assurto alla suprema carica di governo.
Un governo che, nella tradizione italiana dei governi in totale subordinazione, ha sempre obbedito a tutte le richieste di Washington, anche quelle ultime di non rinunciare all’acquisto dei costosi caccia bombardieri made in USA per favorire l’industria USA, o di assentire alla base di spionaggio del Muos in Sicilia, della serie non ci facciamo mancare niente.
 
Troppo inchinato Matteo Renzi di fronte al “padrone americano” di cui è arrivato a tessere sperticate lodi durante la visita in Italia del presidente Obama: noi ci siamo ispirati al suo “Yes we can”, è arrivato a proferire il fiorentino in una esemplare libidine di servilismo a suprema vergogna di questo paese.
Ritorsioni dalla Russia, grazie alla UE: un’altra stangata al sistema agroalimentare italianoultima modifica: 2014-08-16T14:28:00+02:00da davi-luciano
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