Nuovo aggiornamento del Ministero della Sanità (ANSA) – TEL AVIV, 21 LUG – Il ministro della Sanità di Gaza ha detto che i morti palestinesi a Gaza dall’inizio delle ostilità sono 508, con 3.150 feriti. Lo riporta Haaretz.
(ANSA). LC 21-LUG-14
Il momento del disastro del Boeing malese nella regione di Donetsk dell’Ucraina e il tempo dell’osservazione di un satellite statunitense sul territorio ucraino coincidono, ha dichiarato il Capo del centro operativo dello Stato Maggiore tenente generale Andrej Kartopolov.
Si è rivolto agli Stati Uniti con la richiesta di fornire le immagini di tale satellite.
Inoltre, Kartapolov ha sottolineato che i dato del controllo oggettivo del Ministero della Difesa suggerisce che Boeing-777 durante il volo su Donetsk ha deviato dal percorso per 14 km.
“Quale è stato il motivo per uscire fuori i limiti del percorso: un errore dell’equipaggio o l’esecuzione di ordini dei controllori di volo ucraini, si potrà saperlo solo dopo la decifrazione delle “scatole nere” e le conversazioni con i servizi di controllo di volo “, ha detto Kartapolov.
Per saperne di più: http://italian.ruvr.ru/2014_07_21/Il-disastro-del-Boeing-e-coinciso-con-il-volo-sullUcraina-di-un-satellite-degli-USA-5885/
In many European (EU) countries there is still corruption and stray animals has not escaped the desire for money. Most municipalities in European countries offer financial contribution to imprison or dispose (kill) dogs and cats.
Unfortunately there are too many unscrupulous individuals active in carrying out these activities in order to simply make money.Many enclosures that are used are extremely distressing and the animals have to live in cramped pens, soiled with feces. Or live in the open air without protection for the weather conditions, summer and winter.This are death shelters where the animals have to live in appalling conditions and starve to death or die of disease and neglect or freezing to death. These # enclosures are simply cruel and horrific dog and cat prisons without any empathy for living beings. Although many companion animals gets trapped in different enclosures, living more than half (about 50 million) of all European abandoned companion animals in and around towns and villages.The domesticated animals, which initially had an owner, living every day under harsh conditions. Hunger, lack of water, diseases and hazards is a normal day for the rejected animals.Living conditions for those unwanted animals also means that people in many countries treat them extremely bad.Being a abandoned animal in Europe means that it is perfectly legal to use any atrocities whatsoever to the animals. No EU member states or European country follows its own animal welfare laws or the laws in the treaties.
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Postato il Lunedì, 21 luglio
DI TONY GOSLING
rt.com
Immaginate di essere un passeggero all’imbarco del volo Malaysian Airlines ad Amsterdam, 12 ore di volo, con arrivo a Kuala Lumpur giovedì mattina. Data la misteriosa scomparsa di un precedente volo Malaysian è probabile che non siate l’unico passeggero un po’ nervoso quando sui media si è scherzato con la battuta: “Quando si scompare, l’aereo appare più o meno così”. Vi sistemate sull’aereo, guardate lo schermo con la mappa del volo sul sedile di fronte a voi, forse sullo schermo a destra potreste scorgere la parola “Ucraina”; non vi sentireste un po’ a disagio nella consapevolezza che un bel po’ di aerei sono stati abbattuti recentemente in quei cieli? E che lì c’è una guerra in corso?
Nella foto: Un giornalista scatta delle foto sul luogo dove è stato abbattuto il Boeing 777 della Malaysian Airlines giovedì scorso
Date un’ occhiata al blog di David Cenciotti ‘Aviationist’ e vedrete che nelle ultime settimane 10 aeromobili sono stati abbattuti nei cieli orientali dell’Ucraina: cinque MI-24 Hind e due elicotteri Mi-8 Hip e aerei da trasporto militari, un AN-2 e un AN-30. L’8 luglio, l’ultimo aereo trasportatore, un Il-76, è stato abbattuto a Lugansk, quando l’ente dell’Aviazione Ucraino ha chiuso agli aerei civili lo spazio aereo a tempo indeterminato. Ma perché i regolatori del controllo del traffico aereo hanno continuato a dirigere gli aerei sopra il territorio ucraino orientale a quote più elevate?
Il senno di poi è una cosa meravigliosa, ma su ognuno delle centinaia di voli sopra l’Ucraina del mese scorso, sarei stato tentato di tirare la giacca a uno personale di cabina, e chedergli di poter essere tempestivamente rassicurato dal comandante sul fatto che non saremmo passati in quello spazio aereo dove così tanti velivoli erano stati recentemente abbattuti.
DUNQUE: COSA CI FACEVA L’AEREO LI’ ?
La Malaysian Airlines ha voluto subito puntualizzare che la zona di guerra dell’Ucraina era stata dichiarata “sicura” dall’Aviazione Civile dell’ONU (ICAO). Non era questa l’autorità che chiuse per una settimana i cieli dell’Europa e del Nord Atlantico per la nube piroclastica fuoriuscita dal vulcano islandese Eyjafjallajökull? Cancellando voli per circa 10 milioni di passeggeri? E invece ora non chiudono i cieli di una zona in guerra dove sanno bene che volano missili aria-terra…
Io spero che il direttore regionale dell’ICAO Luis Fonseca de Almeida chieda personalmente scusa a tutte le famiglie delle vittime prima di rassegnare le sue dimissioni e consegnarsi alle autorità.
Naturalmente, questo non è l’unico braccio delle Nazioni Unite e di altri organismi di governance globale a fallire in qualcosa, e dove le persone nominate per farlo funzionare sembrano essere dei tirapiedi accomodanti invece che persone capaci di pensare con la proprio testa e all’altezza del compito assegnatogli. Speriamo anche che le autorità malesi ascoltino quelle voci che provengono dalla loro professione che li mettono in guardia contro l’affidarsi troppo al sostegno degli organismi internazionali, cosa che può finire con l’essere usata contro di loro.
Per quanto riguarda chi è il responsabile, è improbabile che l’attacco all’aereo sia attribuibile a un colpo di testa dei separatisti Ucraini, i quali non avrebbero niente da guadagnare da un atto del genere e si ritroverebbero ancora più isolati. Ci sono anche dei dubbi sul fatto che possano avere accesso ad un’arma del genere, molto più avanzata di altre che finora sono state utilizzate. Che è, presumibilmente, il motivo per cui ICAO e Malaysian Airlines hanno pensato che far volare gli aerei di linea a 30,000 piedi sarebbe stato sicuro e non avrebbero potuto incontrare alcun tipo di missile lanciato per qualsiasi motivo.
Intervenendo a Newsnight della BBC, l’esperto di sistemi militari Doug Richardson ha detto che il fatto di volare a quote elevate non costituisce per gli aerei di linea una “protezione sicura” da quello che deve essere stato un missile ex-sovietico “Buk”, arma sviluppata negli anni ’70 e responsabile della tragedia.
ERA FORSE UN ATTACCO DESTINATO AL JET PRESIDENZIALE DI PUTIN ?
Poi c’è il caso della vicinanza del lancio del MH17 al volo dello stesso Presidente Putin, che in quel momento tornava a casa dal Brasile, volando da ovest a est. L’equivalente russo dell’ Air Force One, l’Ilyushin-96 ‘Board One’, era a circa mezz’ora di volo (200 miglia – 320 km) dietro l’aereo malese quando questo stava per passare sopra Varsavia, poco prima di entrare nello spazio aereo ucraino, che l’aereo presidenziale avrebbe evitato.
Le sanzioni anti-Russia delle potenze occidentali non riescono a mordere come vorrebbero e il governo di Kiev perde nuovamente terreno: tutto questo sembra indicare un motivo NATO per l’attacco. Se così fosse, questo genere di attacco alquanto audace potrebbe essere un test preventivo di lealtà da parte di due personaggi di punta delle potenze occidentali, il nuovo ministro degli Esteri britannico Philip Hammond e il Segretario alla Difesa Michael Fallon. Il messaggio sarebbe più o meno questo “Non fatevi strane idee di poter decidere la questione da soli”.
E’ anche piuttosto strana la tempistica dell’attacco, essendo stato il giorno dopo la data di un accordo storico firmato da Putin e dal presidente cinese Xi Jinping nella città brasiliana di Fortaleza per la creazione di una Banca Mondiale per lo sviluppo BRICS. E’ stato infatti siglato mercoledì scorso da Brasile, Russia, India, Cina e Sud Africa quello che probabilmente è la più grande sfida, dal 1944 con gli accordi di Bretton Woods, al dubbio monopolio della Banca Mondiale.
Per chi riflette sulla natura ossessiva di quelli che passano la loro vita ad accumulare sempre più soldi fino al giorno che muoiono, c’è questa recente e scioccante storia di nazioni e loro leader che giungono alla scomoda decisione di opporsi al monopolio globale del petrodollaro e di chi governa la Banca Mondiale e il FMI.
Il presidente iracheno Saddam Hussein non sapeva quale destino lo attendeva quando annunciò, nel novembre del 2000, che stava muovendo i primi passi verso la creazione di una borsa petrolifera con scambi in euro piuttosto che in dollari. Due anni e mezzo più tardi, le armi di distruzione di massa, che non esistevano, furono “trovate” nel suo paese e iniziarono a piovere le bombe. Saddam e i suoi connazionali sono stati invasi illegalmente su ordine dei signori Bush e Blair e la nazione sprofondò in un caos infernale, che si è diffuso come una piaga in tutto il Medio Oriente e da cui ci si chiede se mai si potrà uscir fuori.
Allo stesso modo, quando la Libia libera da debiti del Colonnello Gheddafi e la sua diplomazia ballerina si assicurarono sufficienti adesioni dai paesi Africani, tali da poter annunciare la creazione di una valuta di riserva africana, il dinaro d’oro africano, si trovarono di fronte il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite col fucile carico pronto a ‘bombardare il suo popolo’. Il 1° maggio 2011, il fine settimana londinese del matrimonio reale di William e Kate, uno dei figli di Gheddafi e tre dei suoi nipoti morirono fatti a pezzi da un attacco aereo e la NATO iniziò a bombardare quel paese, che vantava il tasso di mortalità infantile più basso del continente africano, facendolo tornare indietro all’ età della pietra.
Anche se le truppe di terra furono autorizzate dalle Nazioni Unite, furono inviate truppe mercenarie, e il 21 ottobre di quell’anno Gheddafi alla fine fu ucciso, con un colpo di baionetta nella schiena. I governi occidentali, in questi tempi, sono diventati dei siparietti insignificanti, dal momento che il potere militare si sta muovendo solo al ritmo sfrenato del possente e onnipotente muscolo del FMI e dei suoi amici.
PERCHÉ LA MALAYSIAN AIRLINES ?
“La perdita di un aereo può essere vista come una disgrazia; la perdita di due aerei sembra una sbadataggine”. Anche se può sembrare banale usare l’ “Importanza di chiamarsi Ernesto” di Oscar Wilde, è davvero solo una coincidenza che sia questo sia lo “scomparso” MH370 di marzo scorso siano stati solo degli sfortunati casi? Nessuno dei due sembra essere stato un “incidente”, quindi potrebbe essersi trattato in entrambi i casi di atti di aggressione, atti di guerra contro la Malesia? E se è così, perché? E chi è stato?
La Malesia è una nazione veramente indipendente divisa tra Est e Ovest. Come l’ Ucraina e tanti altri paesi indipendenti di medie dimensioni, la Malesia sta incontrando molte difficoltà a rimanere indipendente. Mentre il mondo fa pollice verso a quella che molti credono possa evolversi in un’enorme guerra mondiale, causata dal crollo del capitalismo, per le piccole e medie nazioni sta diventando sempre più difficile rimanere indipendenti. Quindi sì, è probabile che vi sia pressione sulla dirigenza malese per stringere delle alleanze, e questo, forse, potrebbe essere stato semplicemente un tentativo di intimidazione, un modo per forzargli la mano.
E’ confortante ripetersi che nessuno vuole un collasso economico e nessuno vuole una guerra mondiale, ma non sarebbe la prima volta che le élite del mondo approfittino di tali sciagure. Fare fortuna durante una crisi economica è facile quando la si vede arrivare; e, oltre ad essere un arcaico ‘sacrificio umano’ per gli antichi dèi, la guerra è il miglior modo per distrarre chiunque ti sta addosso. Per chi osa rifletterci un po’ su, una prova è stata che gli USA hanno deciso di intensificare la loro potenza militare già in rovina al momento degli attacchi dell’11 settembre, probabilmente come reazione al declino del potere del dollaro.
Come disse in un’intervista alla televisione venezuelana il Sergente di Stato Maggiore Jimmy Massey, membro di “Veterani dell’Iraq contro la guerra” e della sezione americana di “Veterani per la Pace”: “Non ci sono regole, questa è la Terza Guerra Mondiale. Il libro delle regole è volato via dalla finestra l’11 settembre del 2001”.
Come partecipante abituale del briefing dell’intelligence del Corpo dei Marines USA, Jimmy era in grado di conoscere qualcosa di più del pubblico, dei media e dei politici occidentali su quali siano stati i reali obbiettivi delle missioni supersegrete della Casa Bianca e del Pentagono.
I paesi europei e nordamericani hanno capito troppo tardi che solo mantenendo un severo controllo sui cambi possono continuare a regnare nel mondo. Senza questo, i capitali delle finanze internazionali invaderanno il campo con infinite risorse distruggendo tutto ciò che incontreranno sul loro cammino, dai media ai parlamenti, niente li potrà fermare.
Anche i tribunali presto si ritroveranno cooptati nell’operare al servizio di quelle grandi compagnie internazionali che evadono le tasse, se sarà firmato a fine anno il Transatlantic Trade and Investment Partnership – TTIP – negoziato in gran segreto.
Saranno poi i tribunali a ribaltare ogni decisione parlamentare sgradita alle grandi compagnie, che hanno messo da parte un bel mucchio di soldi per potersi permettere i migliori avvocati che gli assicureranno la vittoria.
SI TROVA SEMPRE QUALCUNO DISPOSTO AD ABBATTERE UN AEREO DI LINEA PER TE
Con la privatizzazione della guerra in Occidente, sottolinea la Charity britannica “War On Want”, sono state “perpetrate da mercenari ripetute violazioni dei diritti umani, tra cui l’uccisione indiscriminata di civili e la tortura. Fuori da ogni controllo e senza regolamentazione, queste compagnie sono complici di violazioni dei diritti umani in tutto il mondo, mettendo il profitto prima della gente e soffiando sul fuoco della guerra”.
Quindi, se volete qualcuno che combatta una guerra nucleare, esegua un massacro o abbatta un aereo di linea per voi, al giorno d’oggi è possibile acquistare questi servizi sul mercato libero. La proliferazione dall’11 settembre in poi delle compagnie militari private si sposa perfettamente con il complesso militare-industriale, grazie.
Ma come è arrivato il mondo a questo punto, in cui queste grande società godono della protezione dello Stato e il business è, letteralmente, in piena espansione?
Ancora una volta si dimostra che il problema sono i giganti bancari globali che di volta in volta si scopre, durante i vari processi, che vanno a braccetto con i servizi di intelligence e i cartelli della droga internazionali. Che si tratti di Iran Contra con le droghe che vanno in una direzione e le armi in quella contraria o della HSBC e i suoi 2 miliardi di dollari di multa nel 2012 per riciclaggio di denaro, non si tratta solo di criminali che infrangono la legge: ora la stanno proprio plasmando nel loro interesse privato.
A guardarli ora non saranno solo i centri di potere dell’Asia, del Pacifico e del Sud America che tentano di controllare, ma la loro gente, quelli da cui dipendono per sopravvivere. Ad ogni azione criminale che compiono – e da cui la fanno franca – si spingono sempre più in un angolo, mentre tutta l’impalcatura Trans-Atlantica che vorrebbero dominare va in pezzi sotto i loro piedi.
Tony Gosling ha iniziato a lavorare nell’industria avionica e si è poi formato nella BBC. E’ un giornalista radiofonico molto attivo nel campo dei diritti territoriali, storico e ricercatore
Fonte: http://rt.com
Link: http://rt.com/op-edge/173788-malaysian-plane-crash-ukraine/
18.07.2014
Traduzione per www.comedonchisciotte.org acura di SKONCERTATA63
NONOSTANTE L’AUMENTO DELLE ENTRATE – I TAGLI DI MONTI, LETTA E RENZI SONO UN ENORME BLUFF
Secondo il presidente di Unimpresa, Paolo Longobardi i “Dati confermano il fallimento della politica del rigore: per salvare le micro, piccole e medie imprese deve essere abbattuta la pressione fiscale con interventi seri e rigorosi”….
(AGI) -Pochi tagli alla spesa pubblica, al contrario la spesa dello Stato e’ aumentata di 25 miliardi nei primi 5 mesi del 2014. Lo sostiene Unimpresa, che ha reso noti i principali risultati di un’analisi condotta dal proprio centro studi. Secondo Unimpresa le uscite dello Stato sono in costante aumento: tra il 2012 e il 2013 sono cresciute di 38 miliardi.
carlo cottarelli
CARLO COTTARELLI
Secondo l’associazione, che definisce “un bluff” la spending review del governo, “non c’e’ stato nessun taglio tangibile al bilancio statale. Anzi, la macchina pubblica costa sempre di piu’. La spesa dello Stato nei primi 5 mesi del 2014, e’ aumentata di quasi 25 miliardi di euro rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente con una crescita in termini percentuali pari al 13,63%.
Matteo Renzi ieri a Venezia con il ministro per la pubblica amministrazione Marianna Madia
Nello stesso arco temporale, le entrate dello Stato sono cresciute di 248 milioni in salita dello 0,16%. Un trend in atto da tempo: tra il 2012 e il 2013 le uscite dello Stato sono aumentate di 38,5 miliardi (+7,56%) nonostante le entrate siano salite di 11,8 miliardi (+2,61%)”.
Secondo l’ufficio studi di Unimpresa, tra gennaio e maggio di quest’anno, i pagamenti dello Stato – vale a dire spese correnti e spese in conto capitale, voci in cui non sono ricomprese le uscite degli enti territoriali (comuni, province, regioni) ne’ quelle per interessi sul servizio del debito – “hanno toccato quota 206,7 miliardi di euro; nei primi 5 mesi del 2013 l’asticella si era fermata a 181,9 miliardi. Di qui l’aumento di 24,7 miliardi di euro (+13,63%).
Quanto al gettito, il bilancio statale ha registrato, nel 2014 (gennaio-maggio), entrate complessive per 157,8 miliardi; tra gennaio e maggio del 2013 gli incassi di bilancio erano stati pari a 157,6 miliardi: l’incremento e’ dunque di 248 milioni (+0,16%)”
“Tra il 2012 e il 2013 era stata gia’ registrata una analoga situazione – sottolinea ancora Unimpresa – l’anno scorso le uscite complessive dalle casse dello Stato sono state pari a 548,6 miliardi di euro, ben 38,5 miliardi in piu’ (+7,56%) rispetto ai 510,09 miliardi totali del 2012.
Nel 2013 le entrate tributarie sono state pari a 464,8 miliardi, in salita di 11,8 miliardi (+2,64%) rispetto ai 452,9 miliardi dell’anno precedente”. L’aumento delle uscite, continua lo studio dell’associazione, “ha inevitabilmente allargato il “buco” nei conti passato dai 1.944,2 miliardi di gennaio 2012 ai 2.166,3 miliardi di maggio scorso.
Nei primi cinque mesi dello scorso anno la variazione registrata e’ stata di 53 miliardi, pari a oltre 10 miliardi al mese; tendenza salita a quasi 15 miliardi al mese nel 2014: nei primi dieci mesi di quest’anno la variazione e’ stata di 74,4 miliardi. Secondo il presidente di Unimpresa, Paolo Longobardi i “Dati confermano il fallimento della politica del rigore: per salvare le micro, piccole e medie imprese deve essere abbattuta la pressione fiscale con interventi seri e rigorosi”.
http://www.dagospia.com/rubrica-3/politica/cottarelli-chi-ha-visto-spending-review-clamorosa-bufala-81283.htm?utm_medium=referral&utm_source=pulsenews
21 luglio 2014Di L’indipendenza
di ELISABETTA CASTELLAZZI
La Cgia di Mestre ci regala un’altra doccia fredda. Le tasse sulla casa negli ultimi 5 anni sono raddoppiate. Governi di destra, governi di sinistra, governi di centrotecnici, non fa la differenza, sulla casa si succhia.
L’ultimo caso lo abbiamo denunciato proprio noi da questo giornale, preannunciando non solo con l’arrivo dei nuovi estimi catastali anche la decuplicazione dei valori e quindi della tassazione. C’è il fiscal compact che presto ci obbligherà ad allinearci alla tassazione degli stati membri e quindi ad avere una tassa di successione del 20 per cento. Si farà prima a vendere che ad avere diritto ad ereditare il frutto, già tassato, di una vita di lavoro delle nostre famiglie. Lo avevamo chiamato lo stato dell’Unione sovietica europea. Ed è così. Ma non siamo da meno nemmeno a casa nostra. Vediamo cosa dice al proposito l’ultimo dossier dell’Ufficio Studi della Cgia di Mestre.
Negli ultimi 5 anni la tassazione sulla casa è quasi raddoppiata, mentre il valore economico delle abitazioni è mediamente sceso del 15%. Prendendo come riferimento i dati medi nazionali, l’analisi della Cgia dimostra che in un’abitazione di tipo civile (categoria catastale A2) tra il 2010 e il 2014 il valore di mercato è sceso del 15% (da quasi 200.000 a poco meno di 170.000 euro), mentre le imposte ordinarie (cioè quelle generalmente versate da tutti i proprietari, come i rifiuti e la Tasi) sono aumentate del 104% (da 300 a 611 euro). Pertanto, l’incidenza delle imposte sul valore dell’abitazione è passata dall’1,5 per mille al 3,6 per mille. Un incremento del 140 per cento. Per un’abitazione di tipo economico (categoria catastale A3), invece, la contrazione media del valore di mercato è stata anche in questo caso del 15 per cento (da quasi 174.500 a poco più di 148.300 euro), mentre il peso fiscale è aumentato dell’88 per cento (da 264 a 495 euro). Vuol dire che l’incidenza delle imposte sul valore di questa abitazione è salita dall’1,5 per mille al 3,3 per mille (+ 121 per cento).
E l’inflazione? Vediamola. E’ aumentata, nello stesso periodo di riferimento dell’analisi, del 7,3 per cento. “Oltre alla crisi e al crollo della domanda abitativa, dovuto in parte alla stretta creditizia praticata in questi ultimi anni dagli istituti di credito- conclude Bortolussi- il valore economico delle case ha subito un forte calo anche a seguito del deciso aumento della tassazione. Fino a qualche anno fa l’acquisto di una abitazione o di un immobile strumentale costituiva un investimento. Ora, chi possiede una casa o un capannone sta vivendo un incubo. Tra Imu, Tasi e Tari gli immobili sono sottoposti ad un carico fiscale ormai insopportabile”.
O si pagano le tasse o si assume. Davanti al bivio molti artigiani dell’edilizia, del legno, del settore dell’installazione degli impianti (idraulici, elettricisti, manutentori, etc.) sono stati costretti a gettare la spugna o nella migliore delle ipotesi a ridurre drasticamente il personale alle proprie dipendenze. Chiaro, no?
da L’indipendenza
http://www.rischiocalcolato.it/2014/07/le-tasse-sono-di-destra-e-di-sinistra-artigiani-licenziano-per-pagare.html?utm_source=pulsenews&utm_medium=referral&utm_campaign=Feed%3A+blogspot%2FHAzvd+%28Rischio+Calcolato%29
http://rt.com/usa/174236-wsj-facebook-hacked-plane/
Truman
Per chi non legge l’inglese: sul WSJ qualche hacker è riuscito ad inserire la “breaking news” che l’aereo di Obama era caduto in Russia. Sembra che sia una guerra su tutti i fronti ormai.
Air Force One (Reuters / Jonathan Ernst)
While the world is still recovering from the shock of the Malaysia Airlines plane crash, a message on WSJ’s Facebook page posted on Sunday morning came as yet even a worse stress for a few readers.
The fake “breaking news” report suggested that the American president’s plane went down in Russia.
“US Air Force One crash feared as air traffic controller loses contact with pilot over Russian air space,” read one of the posts on WSJ’s page.
The message, shared by over 300 users, was followed by another false announcement:
To readers’ relief in a message posted 20 minutes later, the American newspaper said that its page was hacked and that it was looking into the incident.
Two previous “breaking news” posts were deleted, but several users made screenshots of a likely hackers’ attack.
abbiamo bisogno di risorse
Scritto il 21 luglio 2014 alle 12:08 da Danilo DT
Ulteriori conferme dello scenario di rallentamento economico e NON di crescita economica ci arrivano stamattina dall’ISTAT. Si tratta del fatturato dell’industria italiana nel mese di maggio che scende dell’ 1,0% rispetto al mese precedente.
Ovviamente si cercano giustificazioni di diverso tipo: pagamenti differiti, festività ecc ecc. L’unica realtà è che siamo in una fase di pieno stallo. Ed è proprio sull’area che andava meglio (estero) che notiamo la flessione più accentuata (-1,9%), mentre sul territorio nazionale il rallentamento si attesta sul -0,6%.
Se poi andiamo a vedere gli ordinativi per la stessa industria la situazione si complica ulteriormente: -2,1%, con una diminuzione del 4,5% degli ordinativi esteri e dello 0,2% di quelli interni.
Ho già speso tante parole su quello che è stata l’ennesima farsa all’italiana. Tante belle parole, tante belle promesse, tante belle previsioni rosee. Noi siamo sempre stati molto dubbiosi di questo ottimismo artificioso. E facevamo bene ad esserlo, ahimè, perché la realtà si presenta cruda e difficile. Siamo in un cul-de-sac. L’Italia sta morendo, laproduzione industriale è al lumicino. Ma forse ai politici interessa sempre e solo il “cadreghin” visto che sarebbe necessaria una rivoluzione EPOCALE per tentare una ripartenza.
STAY TUNED!