Continui soprusi delle FF.OO. in Clarea

da leggere e indignarsi

Lo scorso 16 luglio 2014 noi tre compagni di Zruña ( Paesi Baschi), accompagnati da un’ altra persona anch’essa basca, che vive in Italia da 6 anni, ci recammo in Clarea per vedere il cantiere per la costruzione del Tav.

Lì eravamo rimasti d’accordo con un esponente dei Cristiani di base di incontrarci per vedere il suo terreno e lo stato del cantiere.

Siamo arrivati al luogo prefissato scendendo dalla Ramats Chiomonte attraverso il bosco, senza vedere nessun cartello che indicasse qualche “zona rossa”.

Dopo 15 minuti di conversazione nel terreno, verso le 16,30 apparvero due agenti di polizia e 2 militari da un lato e altri 3 dall’altra parte, circondandoci.

Ci chiesero i documenti, noi chiedemmo perché, ci dissero che era un controllo di routine e che glieli dessimo.

Dopo una trentina di minuti durante i quali fummo fotografati noi e i nostri documenti, ci dissero che c’era un problema con una delle identificazioni e che dovevano portarci all’interno del cantiere.

Cercammo di fare una telefonata ma non ci lasciarono, inoltre nonostante chiedessimo perché dovevamo seguirli e in base a che, non ci risposero.

Entrando, ci misero in una camionetta da 9 posti, 2 si collocarono davanti, noi 4 nei tre posti al centro, ovviamente senza cinturoni e gli altri dietro. Nella parte sinistra della camionetta, a lato del sedile dei compagni, c’era un bastone di legno simile a quello che uno dei militari con un tatuaggio sul braccio aveva utilizzato in cariche contro i compagni del movimento No Tav.

Ci condussero attraverso il cantiere fino ad una specie di motel-commissariato da cui  vedemmo uscire una trentina di militari e un veicolo lince.

Una volta arrivati lì, ci portarono in un ufficio davanti ad una persona che ci sembrò essere il commissario. Egli stesso ci chiese diverse volte chi eravamo, da dove arrivavamo e perché eravamo lì.

Dopo questo interrogatorio, ci trasportarono in una cella situata al fondo di un corridoio e custodita da 2 agenti del corpo dei carabinieri, 8 dei cacciatori di Sardegna e 4 della Digos, dove ci registrarono.

Poco dopo, verso le 17,30, ci sottoposero a una seconda perquisizione  nella stessa cella, questa volta separati, prima i due ragazzi che fecero svestire e costringere a fare delle flessioni, e dopo alle ragazze, a cui fecero una perquisizione corporale  e di nuovo ai loro effetti personali.

Dopo queste registrazioni, insistemmo per realizzare una chiamata e ci risposero che non potevamo ancora farla e che entro 10 minuti saremmo usciti.

Rimanemmo nella cella altri 20 minuti e di nuovo ci trasportarono nella camionetta, senza spiegarci niente ed evitando le nostre domande, presero quindi la strada in direzione Francia, ad una velocità media di 140-150 km all’ora, noi condividevamo i sedili e quindi non potevamo metterci le cinture di sicurezza.

Inoltre, fummo fotografati diverse volte con un telefono cellulare da uno dei cacciatori di Sardegna, la persona tatuata che ha avuto particolare interesse a fotografare una delle compagne, che si sentì molto violentata.

Con nostra sorpresa, presero l’uscita di Bardonecchia e ci portarono ad un commissariato, noi insistemmo con le domande senza ricevere nessuna risposta.

Nel commissariato apparve un uomo corpulento che si presentò come l’interprete, ma noi crediamo che era un membro della Digos perché il nostro compagno che parla italiano lo vide dare ordini.

Lui ci informò che non ci avrebbe fornito informazioni sul perché e in nome di cosa eravamo lì, si limitò a dirci che ci avrebbero preso delle impronte e fotografati.

Gli ripetemmo che questo era illegale se non ci avessero spiegato il motivo della nostra trattenuta-detenzione.

Lui negò.

Passammo all’interno del commissariato dove procedettero ad aprire una cartella di polizia, con altezza, peso, impronte di tutte le dita e dei palmi delle mani e fotografie.

Successivamente ci presero i dati  e intrappresero una denuncia di “inosservanza di provvedimenti dell’autorità, ex art. 650 C.P.”

Verso le 20,15 ci consegnarono una copia della denuncia, ci dissero che eravamo “liberi”, tra le risa, e ci salutarono con un “arrivederci”.

Ci lasciarono vicini al commissariato e potemmo ritornare grazie ad alcuni compagni del Movimento No Tav con cui si mise in contatto il nostro compagno residente in Italia.

Con questo scritto non soltanto vogliamo denunciare pubblicamente ciò che ci è successo, ma anche vogliamo riflettere sullo stato di eccezione  e sulla militarizzazione della Valle di Susa.

Nonostante che abbiamo provato paura, incertezza ed umiliazione in alcuni momenti di ciò che abbiamo passato, tutto ciò non ha fatto altro che motivarci ancora di più nella nostra voglia di continuare questa marcia di solidarietà  con questa lotta condivisa e farci comprendere la forza di questo movimento.

PROMEMORIA CON I BASCHI IN CLAREA IL 16 LUGLIO2014

 Giunsi in Clarea sul prato di bandiere di mia proprietà verso le ore dieci del 16 luglio 2014. Mi ero recato lì perché in quel giorno era in visita al cantiere la Commissione Trasporti del Senato e con la mia presenza in prossimità del cantiere  intendevo manifestare contrarietà alla costruzione del tunnel geognostico propedeutico alla nuova linea Torino-Lione. Inoltre nel pomeriggio mi dovevo lì incontrare con giovani baschi che precedentemente avevano manifestato il desiderio di sentirsi con “cristiani di base” contrari alla costruzione del tav per approfondire le motivazioni della loro contrarietà all’opera. Questi baschi erano al conoscenza del fatto che il gruppo dei cristiani di base si recano quotidianamente in Clarea in prossimità del cantiere, nella zona rossa, per un  momento di preghiera e contemporaneamente per manifestare con la loro presenza in quel luogo la loro opposizione a ciò che lì viene costruito.

Non ero solo, mi erano compagni tre valsusini che trascorsero con me alcune ore osservando il cantiere e al passaggio della commissione trasporti agitando le bandiere fin verso le ore quindici, ora in cui ripresero la strada del ritorno verso Giaglione. Verso le quindici mi misi seduto al limite della mia proprietà sul fronte del cantiere, quasi a mo’ di sfida guardando fisso verso i due militari che dal mattino sempre ci guardavano a vista. Dopo circa un’ora sentii alle mie spalle dei rumori, mi voltai verso il lato nord, lato da cui provenivano i rumori e vidi quattro persone che scendevano perpendicolo verso di me. Ci salutammo e dopo le presentazioni ci sedemmo intorno a un tavolo e lì iniziammo a parlare. Io rispondevo alle loro domande e spiegavo un po’ il funzionamento del cantiere. Trascorsero così cinque minuti che sul prato delle bandiere provenendo dal campo della memoria per le vigne abbandonate arrivarono un  funzionario di Polizia con un uomo in borghese che senza salutare né presentarsi ci chiese i documenti e immediatamente fummo circondati da un plotone di cacciatori. Dopo aver consegnato le nostre carte di identità continuammo la nostra conversazione seduti al tavolo e notammo alcuni cacciatori che ci fotografavamo con i telefonini. Eravamo ancora sempre osservati da almeno due militari ed eravamo sotto osservazione da almeno due telecamere fisse. I nostri documenti vennero fotografati e i loro dati trasmessi attraverso radio e telefonini all’esterno. Dopo oltre mezz’ora Mikel chiese alla polizia il permesso di “andare in bagno”, gli venne negato, lui si risedette e proseguimmo la nostra conversazione.  Dopo altri quindici minuti circa Mikel avvisò la polizia della necessità di urinare, osservando come fossimo circondati e non ci fosse possibilità di fuga. Si allontanò di alcuni passi dal tavolo, ci girò la schiena ed espletò la sua necessità fisiologica, tornò a sedersi e continuammo a parlare. Dopo un po’ la poliziotta mi consegnò la carta d’identità, trattenne quella dei quattro baschi e li invitò a seguirla dentro il cantiere. Io manifestai la mia volontà di accompagnarli ma la poliziotta me lo negò. Mikel chiese a che titolo venissero trattenuti, la poliziotta rispose che non erano né in stato di arresto, né in  stato di fermo ma che era richiesta una più approfondita identificazione. Io dissi a Mikel di telefonare al suo ambasciatore per spiegare la situazione ma i baschi preferirono non fare intervenire l’ambasciata. La polizia non acconsentì che si telefonasse. Mikel mi consegnò a voce due numeri telefonici che io trascrissi su un pezzo di carta, mentre veniva spintonato via da un  cacciatore. Salutai cortesemente la polizia e i cacciatori mentre si allontanavano con i baschi: Mi fermai in quel luogo in attesa del loro rilascio, ma questo non avvenne. Dopo circa un’ora vidi il pulmino dei cacciatori, che seguito da un’auto di polizia uscivano a forte velocità dal cantiere verso la Maddalena, (velocità insolita nel cantiere dove la polizia si  muove sempre molto lentamente) e osservai se li vedevo transitare sul viadotto verso Torino. Ciò non  avvenne, conclusi che la direzione presa era Bardonecchia. Nel frattempo avevo telefonato ai due numeri lasciati da Mikel per avvisarli della situazione. Di lì a poco arrivò sul prato delle bandiere  Valerio che mi avvisò che dal lato est sarebbero giunti un  giornalista che lavora in Francia ed altre due persone. Poiché queste persone tardavano ad arrivare Valerio con il telefono cercava di indirizzarli verso la nostra posizione. Essi infatti avevano attraversato il Clarea a nord del ponte e si trovavano nel bosco. Telefonicamente dicemmo loro di abbassarsi e di raggiungerci sul prato delle bandiere: Dopo alcuni minuti lì giunsero, parlammo alcuni  minuti e per evitare una seconda identificazione ci avviammo sulla strada del ritorno, io e Valerio sulla strada, gli altri tre tra i boschi per evitare di entrare nella zona rossa. Ci riunimmo dopo il ponte del Clarea, in direzione Giaglione.

 Perotto Paolo

18 luglio 2014

Abbiamo intervistato i protagonisti, loro malgrado, di questa ennesima situazione di abuso, avendo cura di non filmare i loro volti e con una traduzione magari non sempre precisa, per questo abbiamo lasciato il video con le loro testimonianze che hanno voluto condividere quando ci siamo incontrati domenica pomeriggio, a S. Didero.
Il video è lungo, ma questa storia è talmente assurda che credo valga la pena ascoltarlo fino in fondo.  anche perché dalle sfumature e dai dettagli di questa vicenda (che emergono più dal video che da questi testi) si intuiscono molti aspetti che troppo spesso stanno diventando “normali” nella repressione attuata non soltanto contro il movimento no tav, ma contro le aree più “resistenti”  e, soprattutto nella città di Torino, contro chi pur non avendo fatto nulla sconta la pena di essere semplicemente quello che è, mi riferisco a zingari, rifugiati, extracomunitari, insomma ancora una volta, gli “ultimi”.
Spero che questo documento video giri quanto merita, spero anche che avremo il coraggio di lottare per la libertà della quale subdolamente ci stanno privando ogni giorno di più. Troppo spesso senza che alziamo la testa.
Simonetta – Tgmaddalena.it
Cattura2012

Castellammare di Stabia(Napoli) il mare diventa rosso sangue

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Castellammare di Stabia – mare rosso sangue Vi avevamo parlato solamente qualche giorno fa del fatto che il mare di Castellammare di Stabia (e comuni limitrofi) era stato letteralmente invaso dalla schiuma, mentre invece oggi vi dobbiamo raccontare che ha stranamente assunto, all’improvviso, un color rosso sangue. I residenti sin da subito si sono impauriti quando si sono accorti di questo impressionante cambio di colore delle acque,
e hanno tempestivamente avvisato la Capitaneria di Porto, i cui uomini hanno provveduto a circoscrivere la zona per poi cercare di prelevare un campione della macchia, in modo da capire quale o quali sono le sostanze inquinanti. La chiazza tuttavia si è dissolta in poco tempo, ma risalendo le acque hanno scoperto che la fonte d’inquinamento proveniva dal rivo San Marco, al centro della città stabiese.
I controlli ora sono serrati, soprattutto mediante l’utilizzo di telecamere per capire se c’è stato qualche scarico abusivo; alcune ipotesi però fanno pensare che questa sostanza provenga dalla rete fognaria, e dai primi esami sembrerebbe proprio essere una vernice murale. Alcuni campioni sono stati prelevati anche dalla Guardia Costiera, di cui si attende il risultato delle analisi per capire se si tratta di qualcosa di grave.

Foto: Il Mattino.

http://www.vesuviolive.it/vesuvio-e-dintorni/notizie-di-castellammare-di-stabia/37250-castellammare-stabia-mare-diventa-rosso-sangue/

IL 95%dei Commenti sui Forum dei Giornali è Censurato

ma non siamo in democrazia? E poi, quella lobby lì, quella che non si può nominare perché non esiste, naturalmente non c’entra

Dalla Francia: le società che gestiscono la moderazione dei forum sui media francesi, per i giornali come le Le Monde o Yahoo… NORMALMENTE BLOCCANO DAL 25 AL 40% DEI COMMENTI! dice questo lancio di agenzia di AFP di oggi (in quanto ritenuti offensivi in qualche modo, in particolare razzisti o antisemiti ecc…)

Ma questo mese SULLA PALESTINA CENSURANO IL 95% DEI COMMENTI dei forum online dei mass media, in pratica i forum dove si parla di Israele e Palestine sono completamente censurati. Ehi…. siamo in regime di libertà di stampa…

Moderators of French websites have been overwhelmed by a storm of hatred over the Israeli incursion into Gaza. The latest conflict has triggered outbreaks of violence in France between the country’s Jewish and Muslim populations.
While Parisian protests over Israel’s operation in Gaza descend into violence and clashes, the internet has seen an explosion of hate speech related to the conflict. French law bans racist, anti-Semitic or discriminatory messages, but moderators have been hard-pressed to keep up with the rise in hateful comments.

Representatives from companies that monitor online content told AFP that they normally block 25 to 40 percent of comments, but since the Israeli incursion this statistic has shot up to up to 95 percent

( http://rt.com/news/174328-hate-speech-israel-france/ )

Fonte: www.cobraf,com
21.07.2014

QUEL MISSILE ERA DI PUTIN !

Postato il Martedì, 22 luglio
 
DI PEPE ESCOBAR
 
asiatimes.com
 

Ed ecco il verdetto di guerra: l’attuale tragedia della Malaysia Airlines – la seconda in quattro mesi – è “terrorismo” perpetrato da “separatisti filo-Russi”, armati dalla Russia; e Vladimir Putin ne è il principale responsabile. Fine della storia. Chiunque pensi diversamente, se ne stia zitto. Perché? Perché lo dice la CIA. Perché lo dice la Hillary Clinton di “Siamo venuti, abbiamo visto, è morto”. Perché lo ha detto quella pazza scatenata della Samantha Power di “R2P” – tuonando alle Nazioni Unite –  il tutto debitamente stampato e pubblicato da quel covo di “neo-conservatori” che è il Washington Post. [1]
 
Perché lo hanno detto i media corporativi anglo-Americani – dalla CNN a Fox (che ha cercato di acquistare Time Warner, che a sua volta possiede la CNN). Perché lo ha detto il Presidente degli Stati Uniti (POTUS). E soprattutto perché, prima di tutti,  lo ha detto Kiev a gran voce.
 
Eccoli lì allineati  – tutti quegli “esperti costantemente isterici della comunità dell’intelligence statunitense”  con, letteralmente, la bava bocca, pronti ad infierire contro la “cattiva” Russia e il “cattivo “Putin”; esperti di intelligence che non sono stati in grado di identificare un convoglio di scintillanti Toyota bianche che attraversava il deserto iracheno e puntava su Mosul. Eppure quegli stessi hanno già sentenziato che non c’e’ alcun bisogno di indagare ulteriormente sull’enigma MH17. Non importa se il Presidente Putin ha esortato a compiere un’indagine più approfondita e oggettiva sulla tragica vicenda del MH17. E “oggettiva” di certo non significa un’astratta idea di “comunità internazionale”, come la interpreta Washington – la solita congrega di vassalli-zimbelli pilotabili.
 
E CARLOS ?
 
Da una semplice ricerca si rileva che la rotta dell’MH17 è stata spostata di 200 chilometri verso nord rispetto al percorso usuale, quello che lo stesso volo aveva seguito nei giorni precedenti – finendo proprio sopra la zona di guerra. Perchè?  Che tipo di comunicazione ha ricevuto l’MH17 dalla Torre di Controllo di Kiev?
 
Kiev non si è espressa al riguardo. Eppure la risposta potrebbe essere semplice, se solo avesse rilasciato le registrazioni delle comunicazioni intercorse tra il Controllo del Traffico Aereo e il volo MH17. Quello che la Malaysia Airlines fece immediatamente dopo la scomparsa del volo MH370.
 
Ma questo non accadrà: la SBU le ha già confiscate.  E tutto per avere un’opinione non necessariamente attendibile sul motivo per cui  l’MH17 aveva cambiato rotta e cosa ha visto e detto il pilota prima dell’esplosione.
 
Il Ministero della Difesa Russo, da parte sua, ha confermato che una batteria di missili anti-aerei BUK controllati da Kiev era operativa nei pressi del luogo dove è stato abbattuto l’MH17.  Kiev ha spiegato diverse batterie di sistemi missilistici Buk terra-aria con almeno 27 lanciatori; e questi sono tutti perfettamente in grado di abbattere un jet che vola a 33.000 piedi.
 
I militari Russi hanno rilevato l’irradiazione proveniente da un radar Kupol, che faceva parte dello spiegamento di un Buk-M1 vicino Styla (un villaggio a circa 30 chilometri a sud di Donetsk).   Secondo il ministero, il radar potrebbe fornire delle informazioni per la rilevazione di un’altra batteria che era a distanza di tiro dalla traiettoria di volo del MH17. La portata del radar di inseguimento sul sistema Buk è di 50 miglia al massimo. L’ MH17 volava a 500 miglia all’ora. Quindi, supponendo che i “ribelli” avessero avuto un Buk operativo, e così è stato, avrebbero avuto non più di cinque minuti per la scansione di tutti i cieli e di tutte le possibili quote per mirare e lanciare.  A quel punto avrebbero saputo che un aereo cargo non poteva volare così in alto.  Per le prove sulla possibilità di una falsa bandiera leggete qui.
 
E poi c’è la storia, sempre più curiosa, di Carlos, il controllore di volo Spagnolo che lavorava nella Torre di Controllo di Kiev, e che seguiva il volo MH17 in tempo reale.  Per alcuni Carlos esiste, è reale, non è solo un numero; per altri, sembra che non abbia mai lavorato a Kiev. In ogni caso, ha mandato una marea di tweet. Il suo account – neanche a farlo apposta – è stato bloccato e lui è scomparso;  i suoi amici ora lo stanno cercando disperatamente. Sono riuscito a leggere tutti i suoi tweet in Spagnolo quando il suo account di Twitter era ancora in rete – e ora sono disponibili copie e traduzioni dei suoi messaggi.
 
Ecco alcuni dei suoi tweet principali:
 
    •    “Il B777 era scortato da due caccia Ucraini pochi minuti prima di scomparire dal radar (5.48pm)”
    •    “Se le autorità di Kiev dicessero la verità dovrebbero ammettere che due caccia Ucraini stavano volando molto vicini all’aereo pochi minuti prima del verificarsi dell’incidente, pur non essendo stati loro ad abbattere l’aereo (5.54pm)”
    •    “Non appena il B777 della Malaysian Airlines è scomparso, le autorità militari di Kiev ci hanno informato che l’aereo era stato abbattuto.  Come facevano a saperlo? (5.57pm)
    •    “Tutto è stato registrato dal radar. Per quelli che non ci credono, l’aereo è stato abbattuto da Kiev; lo sappiamo noi (del controllo aereo) e lo sanno quelli del controllo aereo militare (7.14pm)”
    •    “Il Ministero degli Interni sapeva che c’erano dei caccia nell’aerea, ma quello della Difesa non lo sapeva” (7.15pm)”
    •    “I militari confermano che la responsabilità è dell’Ucraina, ma non si a da chi è venuto l’ordine”(7.31pm)”
 
Queste dunque le considerazioni di Carlos (un insieme dei suoi tweet li possiamo trovare su questo link (qui):
 
Il missile è stato sparato dai militari Ucraini dietro ordine del Ministero dell’Interno Ucraino – NON dal Ministero della Difesa.  Le questioni di sicurezza al Ministero dell’Interno sono sotto la responsabilità di Andriy Parubiy, che ha collaborato molto attivamente con i “neo-con” statunitensi e i neo-nazi Banderastan a Maidan.
Dando per scontato che il controllore di volo Carlos sia vero, queste sue considerazioni hanno molto senso. I militari
 
Ucraini sono divisi tra il Re del Cioccolato – il Presidente Petro Poroshenko – che mira alla distensione con la Russia essenzialmente per oscuri interessi economici –  e  e  Santa Yulia Timoshenko, che ha sostenuto in passato il genocidio di etnici Russi nell’Ucraina dell’est.  I neo-conservatori e i “consiglieri militari” statunitensi in gioco, stanno facendo le loro scommesse, sostenendo ora le fazioni di uno ora le fazioni dell’altra.
 
QUINDI: A CHI GIOVA ?
 
La questione chiave resta, ovviamente,”cui prodest”? A chi giova? Solo una persona dal cervello clinicamente morto potrebbe credere che l’abbattimento di un aereo di linea giovi ai federalisti dell’Ucraina orientale, per non parlare del Cremlino.
 
Per quanto riguarda Kiev, avrebbe i mezzi, il movente e l’opportunità per fare una cosa del genere; soprattutto dopo che le milizie di Kiev si sono ritrovate in rotta, ed erano in ritirata nel Donbass; e questo dopo Kiev non ha battuto ciglio nel bombardare la popolazione dell’Ucraina orientale, anche dall’alto. Nessuna meraviglia che i federalisti hanno dovuto difendersi.
 
E poi c’è la tempistica sospetta. La tragedia del MH17 è avvenuta due giorni dopo che i BRICS hanno annunciato un “antidoto” al FMI e alla Banca Mondiale che avrebbe bypassato il dollaro statunitense.  E questo mentre Israele continua nella sua lenta e “cauta” invasione/pulizia etnica a Gaza. La Malesia, tra l’altro, è la sede della Kuala Lumpur War Crimes Commission, che ha dichiarato Israele colpevole di crimini contro l’umanità.
 
Washington, naturalmente, ne approfitta.  Quello che ci guadagna in questa circostanza l’Impero del Caos  è un cessate-il-fuoco (così da avere il tempo di rifornire le malconce e disorganizzate milizie di Kiev); il marchio di “terroristi” affibbiato agli Ucraini orientali (qheney); e poi tanto fango da gettare sulla Russia e soprattutto su Putin, fino all’ “Avvento del Regno”. Niente male per un lavoretto di pochi minuti.  E per quanto riguarda la NATO, è come se questo Luglio fosse già Natale.
 
D’ ora in poi, tutto dipenderà dall’ intelligence Russa. Hanno osservato e controllato tutto quello che è accaduto in Ucraina, 24 ore al giorno, 7 giorni su 7.  Nelle prossime 72 ore, dopo un’accurata analisi dei dati di rilevazione, usando la telemetria, radar e rilevazioni via satellite, i Russi sapranno  con esattezza che tipo di missile sia stato lanciato, da dove, e anche stabilire con precisione da quale batteria sia stato lanciato.  E avranno accesso alle prove giudiziali.
 
Diversamente da Washington – che già sa tutto, senza averne prove (ricordate l’11 settembre?) – Mosca si prenderà il suo tempo per conoscere tutti I fatti giornalistici di cosa, dove e chi, e tenterà di fornire prove certe dei fatti screditando la versione di Washington.
 
La storia insegna che Washington semplicemente non rivelerà alcun dato che indichi che il missile proveniva dai suoi vassalli di Kiev. I dati potranno anche dimostrare che c’era una bomba piazzata sul MH17, o che si sia verificato un guasto meccanico – benché sia improbabile. Se questo è stato un errore dei ribelli di Novorossiya, Mosca dovrà ammetterlo, seppure con riluttanza. Se è stata colpa di Kiev, le rivelazioni saranno immediate. Tuttavia, possiamo già immaginare quale sarà, in ogni caso, l’isterica risposta dell’Occidente: è colpa della Russia.
 
Putin è più che corretto quando dice che questa tragedia non sarebbe avvenuta se Poroshenko avesse acconsentito a prolungare il cessate-il-fuoco, cosa di cui Merkel, Hollande e Putin hanno tentato di convincerlo a fine Giugno.  Kiev, in ogni caso, è già il colpevole, poiché è responsabile della sicurezza del passaggio dei voli nel suo spazio aereo che – in teoria – controlla.
 
Ma tutto questo è già dimenticato tra le fitte nebbie della guerra, della tragedia e della concitazione.  Per quanto riguarda le isteriche pretese di credibilità di Washington, vi lascio solo un numero: Iran Air 655.
Pepe Escobar è autore di Globalistan: How the Globalized World is Dissolving into Liquid War (Nimble Books, 2007), Red Zone Blues: a snapshot of Baghdad during the surge (Nimble Books, 2007), e di Obama does Globalistan (Nimble Books, 2009). 

Lo si può raggiungere via mail all’indirizzo: pepeasia@yahoo.com
 
 
 
18.07.2014
 
Note:
 
 
Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di SKONCERTATA63

“Boeing malese abbattuto dai militari ucraini secondo satellite USA”

QUINDI E’ LA CONFERMA CHE SONO STATI LORO.. AEREO ABBATTUTO: POROSHENKO A CNN, È COME 11/9

(ANSA) – NEW YORK, 21 LUG

L’incidente all’aereo della Malaysia Airlines è come gli attacchi dell’11 settembre o la tragedia di Lockerbie. Lo afferma il presidente dell’Ucraina, Petrp Poroshenko, in un’intervista alla Cnn. «Non vedo la differenza. È un disastro il modo in cui i corpi, corpi innocenti sono trattati» mette in evidenza Poroshenko, precisando che i resti delle vittime sono trattati con uno «stile barbaro». Poroshenko si augura che il Congresso americano riconosca i separatisti di Lugansk e Donetsk come un’organizzazione terroristica. «Sarebbe un importante gesto di solidarietà che stiamo aspettando da tutto il mondo, insieme con le vittime».

(ANSA). DRZ 21-LUG-14

© Foto: RIA Novosti/Andrej Stenin
Foto scattate da un satellite statunitense mostrano come l’aereo di linea malese sia stato abbattuto dai militari ucraini.

Lo ha riferito il popolare giornalista e analista americano Robert Parry, famoso per le sue inchieste giornalistiche.
Secondo il giornalista, l’intelligence statunitense ha fotografie che dimostrano che la responsabilità dell’abbattimento dell’aereo civile gravi sulle forze armate ucraine.
Parry non ha rivelato il nome dell’informatore all’interno dei servizi segreti USA, ma sottolinea che si tratta di una fonte affidabile, dal momento che già in passato ha ricevuto informazioni attendibili in situazioni simili.
Un Boeing 777 della Malaysia Airlines, in volo da Amsterdam a Kuala Lumpur, il 17 luglio è precipitato in Ucraina orientale. A bordo dell’aereo si trovavano 298 persone, tutte morte nel disastro.
Per saperne di più: http://italian.ruvr.ru/news/2014_07_22/Boeing-malese-abbattuto-dai-militari-ucraini-secondo-i-satelliti-USA-9276/

Nei titoli Rai i palestinesi sono ”morti’, gli israeliani ‘vittime’.

Arianna Editrice
20 luglio

radio televisione israeliana

Sarà una casuale improprietà lessicale, ma é anche una nota tecnica di condizionamento mediatico delle coscienze.

“Per impedire all’opinione pubblica di rendersene conto i mezzi di informazione e gli intellettuali liberali che se ne servono la bombardano a tappeto con argomenti senza diritto di replica, notizie false, commenti unilaterali. È una strategia manipolativa indiscutibilmente efficace, che fa passare agli occhi di molti la guerra vigliacca dei bombardieri che massacrano la popolazione civile per un conflitto difensivo e mirato ad estirpare il Male dalla Terra, tace o travisa i motivi di una delle parti in causa […] per mettere la sordina al calvario che Israele impone ai palestinesi nelle loro terre in una cinica escalation di violenza, e fa passare per vili terroristi quanti lÌ si battono con ogni mezzo di fortuna disponibile per difendere il diritto ad avere una patria contro uno Stato che li opprime, grazie ad un’armata ricca di tecnologia militare di prim’ordine e a servizi di sicurezza con licenza illimitata di uccidere spalleggiati apertamente dagli Stati Uniti.”
Marco Tarchi
pg FB di arianna editrice
https://www.facebook.com/AriannaEditrice/photos/a.421474736203.212368.164160051203/10152634256641204/?type=1&theater

INFERNO A GAZA,COLPITO UN OSPEDALE

FOTO A CANBERRA-

canberra save gaza Gaza shifa

 

dalla pg FB di Vittorio Arrigoni

Oltre 500 i morti palestinesi dall’inizio dell’offensiva. Sterminata una famiglia con 7 bimbi. L’Onu chiede l’immediato cessate il fuoco
Gaza. È sempre più drammatica la situazione nella striscia di Gaza. È di 547 morti e 3.300 feriti il bilancio delle operazioni militari lanciate due settimane fa da Israele nella Striscia di Gaza. Venti le vittime israeliane.
Quattro persone sono morte e decine sono rimaste ferite in un raid israeliano contro un ospedale nel centro di Gaza. L’ospedale si trova a Deir al-Balah, a sud di Gaza City. Secondo quanto riferito da alcune fonti palestinesi su Twitter, l’edificio è stato colpito durante un bombardamento degli F-16 israeliani, mentre il direttore generale dell’ospedale, Mehdat Abbas, ha dichiarato che è stato attaccato in «un pesante bombardamento dell’artiglieria».

L’esercito israeliano accusa Hamas di aver nascosto lanciamissili presso moschee, ospedali e campi da gioco di bambini nella Striscia di Gaza. Fonti palestinesi hanno invece riferito che ieri in un raid israeliano su Rafah, sarebbero rimaste uccise nove persone, tra le quali sette bambini appartenenti alla stessa famiglia. Almeno 10 persone sono state uccise dai soldati israeliani durante uno scontro a fuoco con due gruppi di militanti palestinesi che si erano infiltrati in Israele attraverso 2 tunnel sotterranei dal nord della Striscia di Gaza.
Data la gravità della situazione, Gli Stati Uniti, l’Onu e la comunità internazionale premono per un cessate il fuoco immediato a Gaza, ma Israele e Hamas non intendono fare alcun passo indietro. Hamas ha assicurato che «non cederà alle pressioni internazionali» per una tregua, nonostante il pressing del presidente dell’Anp, Abu Mazen. Il movimento islamico ha incassato un’offerta di aiuto dal capo del movimento sciita libanese Hezbollah, il potente sceicco Hassan Nasrallah. Anche il premier israeliano Netanyahu tira dritto : «Completeremo la missione. Riporteremo la pace nel sud e nel centro di Israele. Non abbiamo scelto di entrare in questa campagna, ci è stata imposta». Parole che sembrano cancellare ogni possibilità di raggiungere un accordo diplomatico. Ciò che Israele chiede sono almeno altri 2-3 giorni per completare la distruzione dei tunnel di Hamas.

Il Consiglio Diritti Umani dell’Onu terrà una riunione d’emergenza domani sull’offensiva israeliana. La riunione è stata convocata su sollecitazione di Egitto, Palestina e Paesi islamici.

(Metro)
http://www.metronews.it/master.php?pagina=notizia.php&id_notizia=22488

questa ancora, per la saga l’indecenza senza ritegno

21 luglio 2014
Lega Araba: Hamas accetti tregua
Pressioni per il sì a proposta egiziana

23:31 – Il capo della Lega Araba Nabil al-Arabi sta premendo su Hamas perché accetti la proposta egiziana di un cessate il fuoco per mettere fine al conflitto a Gaza. Il Cairo ha proposto un’iniziativa per una tregua accettata da Israele ma rifiutata dal movimento palestinese che controlla la Striscia. Hamas chiede invece che Israele tolga il blocco imposto a Gaza, riapra le frontiere con l’Egitto e liberi decine di prigionieri.
http://www.tgcom24.mediaset.it/mondo/2014/notizia/lega-araba-hamas-accetti-tregua_2058672.shtml

CERTO, E’ HAMAS CHE VUOLE LA STRAGE DI CIVILI
Proposta egiziana??? O suggerita da Kerry in visiat in Egitto?

50mila a Londra contro l’austerità La BBC la ignora

Dall’album: Foto del diario

Di US Uncut

BBC ignora manif
More than 50,000 anti-austerity protesters in London marched outside the BBC and Parliament Square today but the BBC refuses to cover them.
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Comedian Russell Brand addressed the crowd: “Austerity means keeping all the money among people who have loads of it. This is the biggest problem we face today–all other problems radiate from this toxic swindle. We can organise a fairer, more just society than they can. These demonstrations are the start.”

Brand said the group will hold the biggest protest in British history later this year, “Soon we will reach a size and influence where neither the BBC nor this austerity Government will be able to ignore us.”

http://bit.ly/1yxO2Ph #nomoreausterity

Mosca svela le immagini satellitari: Spunta un SU-25 dell’aviazione Ucraina.

Un jet Ucraino Su-25 è stato rilevato in stretto approccio all’aereo MH17 prima dello schianto.

Immagine per gentile concessione del Ministero della Difesa russo
L’esercito russo ha rilevato un jet da combattimento SU-25 ucraino guadagnare altezza verso l’MH17 Boeing il giorno della catastrofe. Kiev deve spiegare perché il jet militare stava seguendo l’aereo passeggeri, il Ministero della Difesa russo ha detto.
“Un jet militare delle forze Ucraine è stato rilevato guadagnare altezza, mentre la distanza dall’aereo malese diminuiva fino a 3-5 chilometri”, ha detto il capo della Direzione Operazioni fondamentali del quartier generale delle forze militari russe, il tenente generale Andrey Kartopolov parlando in una conferenza stampa a Mosca, Lunedi.
[A noi] piacerebbe ottenere una spiegazione del perché il jet militare stava volando lungo un corridoio dell’aviazione civile, quasi allo stesso tempo e allo stesso livello di un aereo passeggeri”, ha dichiarato.
“Il jet da combattimento SU-25 può acquisire una quota di 10 km, secondo la sua specifica”, ha aggiunto. “E’ dotato di un missile R-60 aria-aria in grado di colpire un bersaglio a una distanza fino a 12 km e fino a 5 km di sicuro.”
La presenza del jet militare ucraino può essere confermata da riprese video effettuate dal centro di controllo Rostov, Kartopolov ha dichiarato.
Al momento dello schianto l’MH17, un satellite americano stava volando sopra l’area di Ucraina orientale, secondo il Ministero della Difesa della Russia. Ha esortato gli Stati Uniti a pubblicare le foto ed i dati acquisiti da esso.
Inoltre, l’MH17 si è schiantato nella zona di funzionamento, dei sistemi missilistici dell’esercito ucraino semoventi a medio raggio terra-aria “Buk”, il generale russo ha detto.
 
“Abbiamo immagini spaziali di certi luoghi, dove la difesa aerea dell’Ucraina è stata situata nel sud-est del Paese”, ha osservato Kartapolov.
Le prime tre foto sono state mostrate dal generale e sono datati 14 luglio. Le immagini mostrano sistemi di lancio di missili Buk ad 8 km a nord ovest della città di Lugansk – un veicolo semovente e due lanciatori, secondo il funzionario militare. Un’altra immagine mostra una stazione radar vicino a Donetsk.
Foto per gentile concessione del Ministero della Difesa russo
Mentre la terza immagine mostra la posizione dei sistemi di difesa aerei vicino a Donetsk, ha spiegato. In particolare, si può vedere chiaramente il sistema semovente, circa 60 unità di attrezzature militari e speciali, ha raccontato.
Foto per gentile concessione del Ministero della Difesa russo
“Le immagini di questa zona sono stati effettuate anche il 17 luglio. Bisogna notare che il lanciamissili è assente [dalla scena]. L’immagine numero cinque mostra il sistema missilistico Buk la mattina dello stesso giorno nella zona di insediamento di Zaroschinskoe – a 50 km a sud di Donetsk e a 8 km a sud di Shakhtyorsk “, ha detto il Kartapolov
Foto per gentile concessione del Ministero della Difesa russo
La questione che deve essere risolta è il motivo per cui il sistema missilistico è apparso nella zona controllata dalle milizie locali poco prima della catastrofe, ha dichiarato. Le immagini scattate il 18 luglio mostrano i sistemi missilistici lasciati nella zona dello schianto dell’MH17 il 17 luglio , ha riferito il funzionario militare. Kartapolov ha anche sottolineato il fatto che il giorno del disastro aereo, i militari Ucraini hanno aumentato l’intensità delle stazioni radar e dei sistemi missilistici Buk.
FONTE
Tradotto e Riadattato da Fractions of Reality

Le 10 domande che smontano le accuse di Kiev e Washington.

Altre 10 domande dei militari russi ai rappresentati dell’Ucraina, degli Stati Uniti sull’incidente dell’MH17 

Capo di Stato Maggiore Generale delle Forze Armate Lt. Gen. Andrey Kartopolov (a sinistra) e capo della Air Force principale Staff Lt. Gen. Igor Makushev (a destra) durante una conferenza stampa a Mosca, 21 luglio (RIA Novosti / Vadim Savitskij)
La Russia ha rilasciato i dati del monitoraggio militare, che mostra i Jet militari di Kiev mentre seguono e osservano l’MH17 poco prima dello schianto – e ha posto un’altra serie di domande per l’Ucraina e gli Stati Uniti sulle circostanze della tragedia.
I funzionari militari – il Capo di Stato Maggiore Generale delle Forze Armate Andrey Kartopolov e il capo delle forze Aeree Lt. Gen. Igor Makushev – pongono una serie di domande a Kiev e a Washington sulle possibili cause della catastrofe nel sud est Ucraino, che ha ucciso quasi 300 persone lo scorso Giovedi.
1. Perché il volo MH17 ha lasciato il corridoio di volo internazionale?
“Si prega di notare che l’aereo è rimasto all’interno del corridoio fino a raggiungere Donetsk, ma poi ha deviato dalla sua rotta verso nord”, ha detto Kartopolov.
2. L’MH17 stava lasciando il percorso prestabilito per un errore di navigazione o l’equipaggio stava seguendo le istruzioni dei controllori di volo ucraini e del traffico aereo di Dnepropetrovsk?
“La deviazione massima dal lato sinistro del corridoio è stata di 14 km. In seguito, possiamo vedere la manovra dell’aereo per tornare al corridoio originale, ma l’equipaggio malese non ha avuto la possibilità di completare la manovra. Alle 17.20, l’aereo ha cominciato a perdere velocità, e allle 17.23 è scomparso dal radar russi “.
3. Perché un grande gruppo di sistemi di difesa aerea sono stati schierati nella zona sotto controllo delle milizia se le forze di autodifesa non hanno aerei?
“Per quanto ne sappiamo, l’esercito ucraino aveva tre o quattro battaglioni di difesa aerea dotati di sistemi Buk-M1 SAM schierati in prossimità di Donetsk, il giorno dell’incidente. Questo sistema è in grado di colpire bersagli entro un intervallo di 35 km sino a quota 22 km. “
Unità di difesa missilistica Buk a Donetsk Regione, cinque chilometri a nord della città di Donetsk, il 14 luglio 2014. (RIA Novosti)
4. Perché Kiev ha implementato il sistema missilistico Buk proprio accanto alla zona controllata dalle milizia subito prima della tragedia ?
“Abbiamo foto satellitari dei luoghi in cui l’Ucraina ha avuto la sua unità di difesa aerea schierata nelle zone del sud-est del paese. Le prime tre foto sono state fatte il 14 luglio. La prima foto mostra lanciatori Buk ad 8 km a nord ovest di Lugansk. Si può chiaramente vedere un TELAR e due TELS. La seconda foto mostra radar a 5 km a nord di Donetsk. Potete vedere due TARs insieme ad altre attrezzature e strutture tecniche. La terza foto mostra sistemi di difesa aerea a nord di Donetsk. Si può vedere chiaramente un lanciatore TELAR e circa 60 veicoli ausiliari militari e tende per veicoli e altre strutture.
 
“Ecco una foto della stessa area fatta il 17 luglio. Si prega di notare che il launcher è scomparso. La quinta foto mostra una batteria di missili Buk presso il villaggio di Zaroshchenskoye 50 km a est di Donetsk e a 8 km a sud di Shakhtyorsk la mattina dello stesso giorno. La sesta foto mostra la stessa zona il 18 luglio. Come potete vedere, la batteria sono sparite. “
Nessuna unità Buk della difesa missilistica nella regione di Donetsk, a cinque chilometri a nord della città di Donetsk, il 17 Luglio 2014. (RIA Novosti)
5. Il giorno del crash Kiev ha intensificato l’attività sui suoi radar 9S18 Kupol-M1, che sono componenti del sistema Buk nella zona. Perché?
 
“Inoltre, 17 luglio si è vista una maggiore attività da parte dei sistemi radar Kupol-M1 9S18 dell’Ucraina, che sono parte del sistema Buk. Qui su questo grafico si vede che c’erano sette radar che operavano il 15 luglio, otto radar operanti il ​​16 luglio, e nove radar operanti il ​​17 luglio nella zona. Poi, a partire dal 18 luglio, l’intensità delle attività radar è radicalmente diminuito, e ora ci sono non più di due o tre radar che operano al giorno. La ragione di questo comportamento è ancora da trovare. “
6. Cosa ci faceva un aereo militare nel percorso previsto per i voli civili?
“C’erano tre aerei civili nella zona, che svolgevano regolarmente i loro voli . C’era un volo da Copenaghen a Singapore 17:17, c’era un volo da Parigi a Taipei 17:24, e poi c’era il volo da Amsterdam a Kuala Lumpur.” 
 
“Inoltre, i sistemi di monitoraggio russi hanno registrato che c’era un jet dell’Air Force ucraino, probabilmente un Su-25, in arrampicata verticale che si avvicinava al Boeing malese.” “L’Su-25 è stato ad una distanza di 3-5 km dall’aereo malese. L’Su-25 è in grado di salire a quota 10.000 metri per un breve periodo di tempo. Il suo armamento standard include missili Aria-Aria R60, che sono in grado di bloccare e colpire bersagli da 12 km e sono garantiti per colpire il bersaglio dalla distanza di 5 km.”
(RIA Novosti / Vadim Savitskij)
7. Perché il jet militare volava nello stesso arco di tempo e alla stessa quota di un aereo passeggeri?
“Alle 17:21 ’35, con la velocità [del Boeing] che è scesa a 200 chilometri all’ora, un nuovo rilevamento viene fatto di un oggetto in volo che appare sul posto della distruzione del Boeing. Questo nuovo oggetto aereo è stato continuamente rilevato per la durata di quattro minuti dalle stazioni radar Ust-Donetsk e Buturinskaya. Il controllore del traffico aereo ha richiesto le caratteristiche del nuovo oggetto in volo, ma era impossibile ottenere eventuali letture dei suoi parametri – probabilmente dovuto al fatto che il nuovo aeromobile non era dotato di un trasponditore radar di sorveglianza secondario, che è una caratteristica distintiva degli aerei militari “, ha detto Makushev. “Il rilevamento del nuovo velivolo è diventato possibile, quando ha cominciato a salire. Ulteriori modifiche nelle coordinate dell’oggetto nell’aria suggeriscono che aleggiava sopra il Boeing 777 sul luogo dello schianto, effettuando un monitoraggio della situazione. “I funzionari ucraini in precedenza hanno sostenuto che non vi fossero aerei militari ucraini nella zona dello schianto quel giorno. Come si può vedere, ciò non è vero. ” 
8. Da dove viene il lanciatore – Dal video diffuso dai media occidentali e che mostra un sistema Buk spostato presumibilmente dall’Ucraina alla Russia – e da dove proviene ? Mentre il video è stato realizzato sul territorio controllato da Kiev, dove è stato trasportato il lanciatore ?
“Mi piacerebbe dire che le informazioni che abbiamo qui presentato si basano su dati oggettivi e affidabili da vari sistemi tecnici – a differenza delle accuse infondate mosse contro la Russia”, ha detto Kartopolov.
 
“Per esempio, nei media circola un video che mostra un presunto sistema di Buk essere spostato dall’Ucraina alla Russia. Questo è chiaramente un fabbricazione. Questo video è stato realizzato nella città di Krasnoarmeisk, come dimostra il cartellone che si vede sullo sfondo, la pubblicità di una concessionaria di auto al 34 di Dnepropetrovsk Street a Krasnoarmeysk che era controllato dai militari ucraino l’11 maggio.”
9. Dove si trova adesso? Perché mancano alcuni dei missili sul lanciatore ? Quando è stata l’ultima volta che un missile è stato lanciato da questo sistema?
Screenshot dal video pubblicato dal Ministero degli Interni dell’Ucraina, che mostra un sistema di Buk presumibilmente essere spostato dall’Ucraina alla Russia con due dei tre missili.
10. Perché i funzionari degli Stati Uniti non hanno rivelato le prove in cui sostengono che l’MH17 sia stato abbattuto da un missile lanciato dalla milizia?
“I funzionari americani affermano di avere fotografie satellitari comprovanti che l’aereo di linea della Malesia è stato abbattuto da un missile lanciato dalle milizia. Ma nessuno ha visto finora queste fotografie. Per quanto ne sappiamo, vi è stato effettivamente un sorvolo di un satellite degli Stati Uniti sul sud-est dell’Ucraina il 17 luglio dalle 17:06 alle 17:21 ora di Mosca.
 
“Questo satellite è parte di un sistema sperimentale progettato per tenere traccia e monitorare i lanci di missili di varie gamme. Se i nostri colleghi statunitensi hanno immagini di questo satellite, dovrebbero rilasciarle per la comunità internazionale per essere esaminate nel dettaglio. Questa può essere una coincidenza, ma il satellite americano ha sorvolato l’Ucraina esattamente nello stesso momento in cui l’aereo malese si è schiantato.”
Unità di difesa missilistica Buk a Zaroschinskoe, a 50 km a sud della città di Donetsk e a 8 km a sud di Shakhtyorsk, il 17 luglio, 2014. Photo cortesia del ministero della difesa russo
Questa non è la prima volta che la Russia solleva domande sul disastro aereo. A seguito però non sono pervenute spiegazioni ma altresì Kiev continuava ad insistere nel reclamare di avere prove della colpevolezza Russia dietro l’attacco, ma finora ha solo il rilascio alcuni nastri .
Gli Stati Uniti, ponendo la colpa sulle forze di autodifesa, hanno comunque rifiutato di rilasciare qualsiasi materiale di Intelligence. Lunedi’ il Dipartimento di Stato tramite il vice portavoce Marie Harf ha descritto le dichiarazioni della Russia come ” propaganda e disinformazione “– ma quando i giornalisti le hanno chiesto se Washington avrebbe rilasciato la loro parte di Intelligence e dati satellitari, Harf solo risposto “può essere.” Finora gli Stati Uniti hanno supportato le loro tesi e dichiarazioni basandosi sui social media e “il buon senso comune”.FONTE
Tradotto e Riadattato da Fractions of Reality