Gaza, mattanza censurata

Mass media will keep these scenes hidden from your sight. Not because they find it too shocking for you, but because they don’t want you to see the truth, namely that ‘Israel’ is a terrorist state, and its army are a bunch of frenzied lunatic child-butchers.

morti censurati

#Shijaiya #Massacre #Genocide #Zionismkills
YOUR TASK: share the truth with the world. All it takes is one click.

Ron Paul sull’abbattimento del MH17

Pochi giorni dopo il tragico schianto di un volo della Malaysian Airlines nell’Ucraina orientale, i politici ed i media occidentali si sono uniti per ottenere il massimo valore propaganda del disastro. Doveva essere la Russia; doveva essere Putin, hanno detto. Il presidente Obama ha tenuto una conferenza stampa per rivendicare – anche prima di un accertamento – che si trattava di ribelli filo-russi nella regione che erano responsabili. Il suo ambasciatore alle Nazioni Unite, Samantha Power, ha fatto lo stesso al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite – appena un giorno dopo l’incidente!

Mentre i media occidentali si affrettano a ripetere la propaganda governativa per l’evento, ci sono alcune cose che non riportano.
Essi non riferiscono che la crisi in Ucraina è iniziata dalla fine dello scorso anno, quando i manifestanti supportati da USA e UE, causarono il rovesciamento del presidente eletto ucraino, Viktor Yanukovich. Senza un “cambio di regime” sponsorizzato, è improbabile che centinaia di persone sarebbero state uccise nei disordini che seguirono. Né l’incidente Malaysian Airlines sarebbe accaduto.

I media hanno riferito che l’aereo deve essere stato abbattuto dalle forze russe e dai separatisti filo-russi, perché il missile usato per abbattere l’aereo era russo. Ma essi non riferiscono che il governo ucraino utilizza anche le stesse armi di fabbricazione russa .
Essi non riferiscono che il governo post-golpe di Kiev ha, secondo gli osservatori dell’OSCE, ha ucciso 250 persone nella regione separatista Lugansk da June, di cui 20 uccisi da forze governative hanno bombardato il centro della città il giorno dopo l’incidente aereo! La maggior parte di questi sono civili e insieme hanno quasi uguali il numero di morti in incidente aereo. Al contrario, la Russia non ha ucciso nessuno in Ucraina, e i separatisti hanno colpito gran parte dei militari, e non obiettivi civili.
Essi non riferiscono che gli Stati Uniti hanno fortemente voluto il governo ucraino in questi attacchi contro i civili, che un portavoce del Dipartimento di Stato ha descritto come “misurato e moderato”.
Essi non riferiscono che né la Russia né i separatisti in Ucraina orientale non hanno nulla da guadagnare ma tutto da perdere ad abbattere un’aereo pieno di civili.
Essi non riferiscono che il governo ucraino ha molto da guadagnare nel dare la colpa dell’attacco alla Russia, e che il primo ministro ucraino ha già espresso felicità che la Russia sia colpevole per l’attacco.
Essi non riferiscono che il missile che a quanto pare ha abbattuto l’aereo proveniva da un sofisticato sistema missilistico superficie-aria che richiede una buona dose di allenamento che i separatisti non hanno.
Essi non riferiscono che i separatisti in Ucraina orientale hanno inflitto gravi perdite sul governo ucraino nella settimana prima che l’aereo è stato abbattuto.
Non si segnalano come simile è stata la rivendicazione della scorsa estate statunitense attribuita al governo di Assad in Siria per l’uso di gas velenosi contro i civili in Ghouta. Assad stava guadagnando il sopravvento nella sua lotta contro i ribelli appoggiati dagli e negli Stati Uniti, e ha affermato che l’attacco non è venuto da posizioni governative siriane. Poi, le rivendicazioni degli Stati Uniti ci hanno portato sull’orlo di una nuova guerra in Medio Oriente. All’ultimo minuto l’opposizione pubblica ha costretto Obama a fare marcia indietro – e abbiamo capito da allora che le affermazioni del governo statunitense circa l’attacco del gas erano false.
Naturalmente è del tutto possibile che l’amministrazione Obama e il governo degli Stati Uniti ha visto bene questa volta, e la Russia o separatisti in Ucraina orientale abbiano volutamente o involontariamente abbattuto questo velivolo. Il vero punto è che è molto difficile ottenere informazioni precise con tutta questa propaganda. A questo punto non sarebbe saggio dire che i russi lo hanno fatto, il governo ucraino lo ha fatto, o ribelli lo hanno fatto. E ‘così difficile esigere semplicemente una vera e propria indagine?

Traduzione di Salvatore Santoru

Fonte:http://www.lewrockwell.com/2014/07/ron-paul/what-the-media-wont-tell-you/

http://informazioneconsapevole.blogspot.it/2014/07/ron-paul-cio-che-i-media-non-vi-hanno.html

Crisi,da gennaio a marzo si sono uccise 51 persone

sono molte di più, se alla società civile importasse CONTARE E NON OCCULTARE

l 5 luglio, l’ultimo suicidio “per crisi”. Si tratta di un’ operaio, 52 enne, dopo anni di lavoro nell’edilizia, travolto dalla crisi del mattone, si è tolto la vita a San Bartolomeo al Mare, in provincia di Imperia.

Ma quello dell’operaio edile, è solo l’ultimo dei tanti casi in progressivo aumento in Italia di lavoratori, ex lavoratori disperati per la situazione economica che si arrendono.

Secondo quanto emerge dallo studio condotto dal laboratorio di ricerca socio-economica Link Lab Campus, nel primo trimestre del 2014 si è registrato un aumento drammatico: 51 casi rispetto ai 32 registrati nello stesso periodo nel 2013. Un incremento graduale iniziato lo scorso anno: 149 casi complessivi nel 2013 rispetto agli 89 del 2012.

Preoccupante appare anche il numero di suicidi tra i più giovani: quasi il 6% delle vittime ha infatti un’età compresa tra i 25 e i 34 anni mentre circa il 4% ha meno di 25 anni.

http://italian.irib.ir/notizie/economia/item/164379-crisi,-da-gennaio-a-marzo-si-sono-uccise-51-persone

Aereo abbattuto, Air India era a 90 secondi dal Boeing malese

lunedì, 21, luglio, 2014

Air India era a 25 km di distanza – Un aereo della compagnia di bandiera indiana Air India proveniente da New Delhi e diretto a Birmingham “era a meno di 25 chilometri di distanza” dal Boeing malese abbattuto giovedì in Ucraina. Lo rivela oggi il quotidiano The Times of India.
“Questa distanza – informa il giornale – è percorsa da un Dreamliner o Boeing 777 in appena in 90 secondi”. Proprio perché era così vicino “gli uomini radar di Dnipropetrovsk hanno chiesto al pilota dell’Air India di stabilire un contatto con i piloti dell’aereo malese che non rispondevano più alle sue chiamate”.
Il quotidiano rivela inoltre che “minuti prima della tragedia, i piloti dell’aereo indiano hanno udito dalla radio che il controllore del traffico aereo aveva dato l’autorizzazione al MH17 per un ‘rotta diretta’, che consente a un aereo in volo di procedere tra due punti al di fuori del piano di rotte. Si tratta di una pratica che è comune perché permette di risparmiare carburante “ma che è stata fatale”.
http://www.imolaoggi.it/2014/07/21/aereo-abbattuto-air-india-era-a-90-secondi-dal-boeing-malese/

«Mi vergogno e vi chiedo perdono» Il video della regista israeliana Naomi Levari

Naomi Levari è regista e produttrice teatrale e cinematografica. Diremmo che è israeliana se lei non preferisse dire che vive in Israele. Tre giorni fa, di fronte alla tragedia di Gaza, si mette davanti alla videocamera del computer e parla. Poi posta il tutto su Facebook e Youtube. Abbiamo tradotto il suo messaggio che è intraducibile senza il corpo che lo pronuncia, il suo respiro, le sue pause. Come Naomi, anche noi non possiamo – in ultima istanza – far niente per questa tragedia. Possiamo solo esserci col nostro corpo e col nostro respiro. Il video fa vedere che questo – che sembra niente – non è niente: è la sola cosa che può salvare noi e il mondo.

VIDEO https://www.youtube.com/watch?v=ktRJ-kKPMyM

Cara gente di Gaza,

Qualsiasi cosa stia per dire sembrerà priva di senso di fronte a ciò che state attraversando. Però al momento è l’unico strumento che ho – le mie parole. Mi chiamo Naomi Levari e vivo in Israele. Mi vergogno e vi chiedo perdono. Mi preoccupo per voi, piango per voi e soffro per le vostre perdite.

Questi sono giorni bui e so che questo non può consolarvi in alcun modo. Ma qualcuno di noi sta facendo tutto quello che può – che non è molto – per mettere fine a tutto questo: dimostrazioni, momenti pubblici, e nei nostri cuori stiamo chiedendo che le nostre preghiere siano ascoltate nel cielo al di sopra delle nostre anime. A voi non è più rimasta alcuna parola.

E io spero che tutto questo cambi presto. Mi appello ai governanti di Israele perché si comportino come persone responsabili, come leader, e che pongano immediatamente fine a questo spargimento di sangue. Ricordo al popolo di Israele che questo non è un videogame, che non ci sono vincitori e vinti, punteggi e classifiche: ci sono solo sconfitti. La gente continua a essere uccisa, le case ad essere distrutte, i sogni ad essere seppelliti. La società israeliana sta perdendo la sua tolleranza e sta diventando una banda di delinquenti.

L’unica cosa che possiamo fare è – ancora una volta – chiedervi perdono e usare tutti gli strumenti che abbiamo per fermare tutto questo. State al sicuro.

Fonte: http://frammentivocalimo.blogspot.it
Link: http://frammentivocalimo.blogspot.it/2014/07/mi-vergogno-e-vi-chiedo-perdono-il.html
20.07.2014

Padoan, se questo è un Ministro…

e dunque per gli ex cassa integrati si aprono – e ne avremo contezza a breve – le porte della disoccupazione. “
entreranno anche loro nella classe dei parià, dove vi sono milioni di invisibili che non percepiscono né cassa int né assegno disoccupazione per i quali nessuno ha mai lottato, magari per un REDDITO DI CITTADINANZA.

Quanto avvenuto stamane al Parlamento ha dell’inaudito. E (almeno) nel corso dei telegiornali di mezza giornata pare che nessuno lo abbia notato con la dovuta sottolineatura.

Il Ministro del Tesoro, nel corso di una audizione ufficiale e nel pieno del merito del suo ambito preciso di competenza, di fronte alla sacrosanta domanda riguardo una possibile nuova manovra correttiva dei conti economici in Italia della quale si inizia a parlare con una certa insistenza, si è trincerato dietro un semplice – e semplicistico – «no comment».

In altre parole non ha voluto rispondere a una domanda su un argomento di sua diretta competenza. Come fosse un cittadino qualsiasi al quale magari viene rivolta una domanda sulla propria sfera personale, Padoan ritiene di non dover commentare su un argomento che è invece non solo di dominio pubblico ma, ribadiamo, di sua diretta pertinenza. C’è di che basta per chiedere a forza le sue dimissioni immediate. Ministro del governo in carica, e in dipendenza diretta, di fatto, di ogni italiano, ha dunque rifiutato di svolgere la sua funzione, e non in un dibattito televisivo, non in una intervista rubata in mezzo alla strada, ma dentro a un luogo istituzionale.

Beninteso, i motivi per il suo recalcitrare di fronte a un argomento del genere ci sono tutti: dichiarare oggi che è già allo studio una misura correttiva per tentare (vanamente) di riequilibrare i conti pubblici in ulteriore caduta libera sarebbe stato un fulmine a ciel sereno. Ove “ciel sereno” è ovviamente solo quello presente sulle teste degli ingenui che tale possibilità non reputano veramente probabile.

Come sappiamo, tutti i dati – tutti – relativi allo stato dell’economia nel nostro Paese vanno nella direzione (che era facile prevedere) di un peggioramento costante e inesorabile. Il nostro debito pubblico aumenta senza sosta, il dato di inflazione scende ulteriormente e l’economia pertanto non riparte. Il che significa che spendiamo sempre di più di quanto incassiamo, che non c’è denaro in giro e dunque la gente compera sempre meno, e che la spirale deflazionistica in corso non può che spingere ulteriormente in basso le possibilità di invertire la rotta ai fini di una ripresa dell’occupazione e dunque dei consumi, operazione vista tuttora come panacea di tutti i mali.

Padoan ha sì dovuto ammettere che «non ci sono bacchette magiche» per far ripartire l’economia, e dunque si è trattato di una ammissione di impotenza, ma non è entrato nel merito di alcuna strategia del governo per tentare di agire su una situazione disastrosa. L’unica cosa di un certo rilievo partorita dal Ministro è stata quella relativa alla norma degli 80 euro di Renzi che, ha ribadito, «diventerà permanente». Notare, per favore, l’utilizzo del tempo futuro nella dichiarazione: come a confermare che ancora non lo è, permanente, e che ci si adopererà per farla diventare tale. In futuro…

Naturalmente nessuno, a parte gli “ingenui” di cui sopra, ha pensato che tale manovra sarebbe stata quella adatta a far iniziare un cambiamento della situazione in Italia. Come sappiamo si è trattato di una mossa in perfetto “stile Renzi” per disinnescare i rischi che potevano derivare dalle elezioni europee (con risultato peraltro ottenuto) ma nulla più: premiare, e con poco, chi un lavoro lo ha già senza incidere minimamente sulla possibilità di ripresa dell’occupazione poteva essere unicamente una boutade elettorale simile, nei fatti, a quelle utilizzate dai partiti della Prima Repubblica dove nel più classico dei voti di scambio venivano date agli elettori le sole scarpe destre con la promessa di consegnargli le sinistre una volta il risultato nelle urne fosse stato ottenuto.

Allo stesso modo, non sarà sfuggito ai più e speriamo almeno ai nostri lettori, con il medesimo “stile Renzi” è stato dato l’annuncio, giorni addietro, che i dati relativi alla cassa integrazione iniziavano a essere in calo. Vero, per la precisione numerica. Ma ciò che si è evitato di dire in tale circostanza è che la cosa sta avvenendo non perché c’è meno bisogno di cassa integrazione quanto perché essa è arrivata a scadenza. Una volta esaurita anche quella in deroga non c’è più spazio per ottenerla, e dunque per gli ex cassa integrati si aprono – e ne avremo contezza a breve – le porte della disoccupazione.

È evidente, insomma, che le cose stiano continuando ad andare nel verso che era facile prevedere ed è certo, pertanto, che una “manovra correttiva” è alle porte. Di qui il silenzio intollerabile di Padoan.

A livello generale, dunque, e come viatico per il mese di Agosto alle porte, l’Italia sta continuando a sprofondare ed è facile aspettarsi che non appena tornati a temperature climatiche più fresche, se non proprio durante il solleone estivo, arriverà sulla testa degli italiani la ciliegina indigesta della manovra. Per come la si vorrà chiamare, e per come Renzi e i suoi tenteranno di farla digerire, si tratterà in ogni caso di un ulteriore prelievo dalle tasche di ognuno di noi.

A livello europeo il problema è allo studio da tempo: si sa bene, da quelle parti, che la situazione non sta affatto migliorando e che è necessario fare delle operazioni per non far crollare definitivamente il tutto entro tempi brevi.

Lo avevamo ipotizzato su queste pagine già circa due anni addietro: si farà di tutto per perpetuare l’illusione. I 300 miliardi promessi dal neo eletto Juncker alla Commissione Europea, per rilanciare l’economia, sono uno di questi tentativi allo studio, così come l’ennesimo aiuto alle Banche promesso da Draghi non più tardi di due settimane addietro.

Lo scenario è chiaro: i governi locali non sono in grado, se non con giochi di prestigio di occultamento temporaneo, di operare inversioni di tendenza rispetto al declino inesorabile, e a livello superiore si corre ai ripari cercando di fare, anche in Europa, né più né meno di quanto fatto in Usa sino a ora, cioè tipologie di quantitative easing mascherati, per via di “misure non convenzionali”, che non tarderanno a rendersi manifeste.

La situazione è peggiore adesso rispetto anche a due anni addietro. E qualche “trucco” è ancora possibile. Vedremo che non tarderanno a propinarlo e che lo berremo tutto d’un fiato, perché oramai lo stato di annientamento delle coscienze critiche (almeno di noi italiani) è talmente basso dal non rilevare neanche l’assurdità di un “no comment” da parte di un Ministro del nostro Stato.

Valerio Lo Monaco
Fonte: www.ilribelle.com
17.07.2014

Italia 2014 un paese alla deriva

di Luciano Lago
 
Mentre la casta politica si attarda nei palazzi istituzionali a discutere dei massimi sistemi e della possibile riforma del Senato, di nuove leggi elettorali e di soglie di sbarramento, l’Istat ci segnala i dati impietosi dell’affossamento del paese e dell’arretramento sociale di larga parte della popolazione italiana.
 
La schiera dei nuovi poveri, incrementatasi a seguito dell’esercito di disoccupati e di cessazione di attività di migliaia di piccole imprese artigianali e commerciali, non ha fatto che aumentare a dismisura fino a toccare il record dei 10 milioni circa. Una massa di gente, soprattutto famiglie con minori ed anziani, che si trova al di sotto del livello di sussistenza, che non riesce più a fare la spesa ed a pagare l’affitto o le bollette di energia elettrica, gas e spazzatura che sono fra le più care in Europa grazie alla privatizzazione dei servizi fortemente voluta dai responsabili politici nazionali.
 
Tuttavia nulla turba il “fiorentino” dalla fluente chiacchiera, salito al governo grazie ai suoi sponsor della grande finanza, supportato da grandi campagne di marketing, il quale continua a pontificare dalle TV giornalmente per convincere della bontà del suo “programma” anche se in pochi fino ad oggi avevano chiaro in cosa potesse consistere questo programma.
Renzi ci aveva parlato di “fare una riforma al mese”, certo questo non avrebbe risolto da subito i problemi del paese ma almeno, si pensava, il mettere mano nel ridurre il peso delle burocrazie parassitarie, accelerare l’iter delle cause civili, avrebbero potuto offrire un miglioramento nel sistema nazionale, scivolato ormai a livello dei paesi africani.
Arrivati a metà Luglio il Paese sta ancora aspettando queste riforme promesse con le roboanti chiacchiere del fiorentino a cui una buona parte di italiani, per entusiasmo o per stanchezza, con le ultime elezioni europee, avevano dato fiducia.
Ci aveva parlato di “flessibilità” nei conti per consentire nuovi investimenti di risorse pubbliche in infrastrutture per mettere in moto l’economia, ottenendo una qualche deroga ai rigidi parametri del “Fiscal Compact”. Dopo le elezioni è arrivata la doccia gelata dei plenipotenziari della Commissione Europea e del ministro delle finanze tedesco (1).
In attesa delle riforme, niente paura, se come burocrazia e come sistema giudiziario siamo al livello dei paesi africani, è sembrato giusto al governo importare direttamente un pezzo d’Africa in Italia. Così è continuato massicciamente l’afflusso dei migranti in massima parte africani verso le nostre coste, facilitato dalla Marina Militare che, già con il governo precedente, aveva inaugurato il “servizio di traghettamento” denominato “mare nostrum”.
Da quel momento una gran massa di migranti si sono precipitati verso l’approdo in Italia e il nostro paese è divenuto “terra promessa” per i migranti e “terra ingrata” per i cittadini italiani, angariati da una tassazione al limite dell’insostenibilità.
 
Grande il “gaudio” dei cittadini italiani per questa nuova massa di arrivati, spesso alloggiati con tutti i confort in alberghi e residence turistici. Scene quasi di giubilo si sono avute in varie parti del paese ed in questi giorni a Castel Volturno, in provincia di Caserta, sono iniziati i primi significativi scontri etnici dell’anno con case ed auto degli italiani incendiate.( 2)  Un assaggio di quello che potrà accadere prossimamente su larga scala.
 
Ma bisogna proseguire imperturbabili verso la società multiculturale perché questo ci hanno detto che va di moda e poi comunque, ce lo chiede l’Europa di accogliere tutti, ce lo chiede anche il Papa Francesco, ce lo chiede anche la Boldrini che vorrebbe uniformare i costumi degli italiani a quelli dei migranti, che siano africani o mussulmani, rom o cinesi. L’omologare ed uniformare questo il nuovo credo delle autorità in ossequio alla globalizzazione: uniformare i costumi, le culture, uniformare i diritti, i salari, il modo di pensare, questo lo sforzo richiesto ai cittadini. Devono sparire le identità e le culture locali per lasciare il posto alle culture di massa omologate secondo il modello americanoide.
 
Nel frattempo la povertà in Italia cresce, le risorse per assistere tutti questi nuovi arrivati non ci sono e lo Stato cerca di reperirle come può, con salassi ulteriori sulle case di abitazione, sui bolli auto, sulle accise, sui passaporti, sui conti correnti, ecc.. Qualcuno alla fine dovrà pagare.
Nessuno dei rappresentanti politici si preoccupa concretamente di questa situazione, anche perché il potere decisionale da tempo è a Bruxelles e Francoforte, normale quindi che si assista ad una fuga continua delle imprese dall’Italia, imprenditori che si suicidano, altri che spaccano i tetti dei capannoni vuoti per renderli inagibili e non dover pagare anche l’IMU, questo in contemporanea con le multinazionali che arrivano a fare shopping delle grandi imprese italiane ancora appetibili.
 
Clamorosi gli ultimi casi: Alitalia che finisce in mano agli arabi, Indesit che viene rilevata per poche centinaia di milioni dagli americani della Whirpool, intermediario l’onnipotente Goldman Sacks.  Questo è il bello della globalizzazione, del sistema dell’euro e del potere decisionale nelle mani della grande finanza sovranazionale, dove si salvaguardano i grandi interessi delle banche, dei gruppi esteri che arrivano come avvoltoi sul mercato italiano per fare buoni affari. Si aspettano quindi le nuove privatizzazioni promesse da Renzi e Padoan per fare cassa e dare altre occasioni di affari d’oro ai gruppi bancari e corporations esteri.
 
In questo desolante quadro, i massimi rappresentanti politici italiani, parolai ed inconcludenti, sembra che parlino per se stessi e si accapigliano sulle “soglie di sbarramento” mentre ignorano che l’unica reale soglia di sbarramento, solida come un alto muro di cemento, è quella che trovano i giovani per entrare nel mercato del lavoro ed i meno giovani, anche gli altri,quelli già espulsi che vorrebbero rientrare in questo mercato del lavoro ormai privo di opportunità.
 
Le situazioni di difficoltà in cui si trovano gli italiani non vengono però pubblicizzate di media che dedicano invece molte ore di programmazione ad altri avvenimenti, dai mondiali di calcio ai casi clamorosi di cronaca nera, al gossip, forse per non turbare l’opinione pubblica secondo una attenta strategia di “distrazione”.
 
In questo contesto di crisi economica si sono ridotti drammaticamente i consumi e le famiglie tirano la cinghia lasciando semivuoti i negozi, quasi deserte le località di villeggiatura (tranne le due settimane di Agosto), le seconde case al mare ed ai monti desolatamente vuote e deprezzate dal loro valore reale con i cartelli di vendesi ed affittasi in bella mostra.
 
“La stagione è inclemente” ci raccontano dai Telegiornali e fanno credere che questo sia il motivo reale del calo del turismo interno, un temporaneo calo di presenze dovuto al maltempo.
 
Questa la cartolina dell’Italia del 2014, un paese in pauroso declino ove la classe politica sembra ballare sul Titanic.
 
 
 

L’esperto, “il Buk potrebbe non aver colpito direttamente il Boeing”

si però che si presuma o ipotizzi che abbia cambiato rotta per i venti mi pare eccessivo
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© Foto: RIA Novosti/Mikhail Voskresenskiy
 
Giovedì scorso tutti sono stati colpiti dalla notizia del disastro aereo del Boeing-777 della compagnia aerea Malaysia Airlines, a bordo del quale si trovavano 280 passeggeri e 15 membri dell’equipaggio.
 
L’aereo, secondo i dati ufficiali, è stato abbattuto da un missile “Buk” nell’area a ridosso del confine tra l’Ucraina e la Russia sulla rotta dall’Olanda in Malesia. Di questo missile stiamo parlando oggi con Nelson Francisco During, ingegnere e giornalista, redattore del sito Defesanet, specialista nel campo degli armamenti.
 
– Che cosa è il missile “Buk” che ha abbattuto l’aereo malese?
 
– Il Missile “Buk” è un’evoluzione dei missili “Kub”, diventati famosi durante la guerra nel Medio Oriente. I missili “Buk” possono colpire bersagli ad una quota fino a 12 mila metri. Quindi, con la massima gittata il missile è in grado di abbattere un aereo che vola alla quota di crociera degli aerei di linea, cioè, appunto, alla quota di 12-14 mila metri.
 
– Lo scontro di questo missile con un velivolo è fatale?
 
– Poteva anche non esserci stato uno scontro diretto. Molti ritengono che un missile deve obbligatoriamente scontrarsi con un velivolo. E’ dotato di rilevatore d’avvicinamento. Se il rilevatore segna che il bersaglio è vicino allora il missile esplode, lanciando frammenti metallici in tutte le direzioni. I frammenti e l’esplosione stessa sono sufficienti per far precipitare un velivolo commerciale indifeso.
 
– Molti si pongono la domanda se il comandante avesse potuto cambiare la rotta visto che per tutta la settimana circolavano le notizie sugli scontri al ridosso del confine tra l’Ucraina e la Russia, sugli spari e sui proiettili finiti sul territorio della Russia. In questo caso il comandante del velivolo avrebbe potuto autonomamente cambiare la rotta?
 
– Non so se avesse ricevuto la notifica dalle autorità aeree internazionali o da una fonte legata all’ONU, che sulla rotta si trovasse un’area problematica. Anche se però su un determinato territorio è in corso un conflitto un aereo vola a una determinata quota. Si sapeva di lanciamissili mobili. Questi missili hanno la gittata fino alla quota di 2-4 mila metri e non avrebbero potuto abbattere l’aereo che volava alla quota di 12-14 mila metri. Dunque c’era uno spazio sicuro abbastanza grande. Non ci sarebbero dovuti essere dei problemi. Se per qualche motivo il comandante avesse cambiato rotta ne avrebbe dovuto notificare le autorità locali. In tal caso sarebbe stato adottato un piano particolare per il cambio di rotta poiché esistono delle aree sopra le quali i voli sono vietati per motivi di sicurezza. Si tratta di reattori nucleari oppure dei territori utilizzati per garantire la sicurezza militare, i movimenti di carattere militare. Il comandante del velivolo ha un preciso piano di volo, la rotta, le quote, che lui deve seguire. L’intera identificazione dell’aereo, il numero di bordo, il segno identificativo Malaysia Airlines, tutto ciò si riflette nel modo ottimale sui radar.
 
– Se invece l’aereo avesse seguito la rotta diretta, in quel caso avrebbe potuto evitare il volo sopra i territori dell’Ucraina e della Russia?
 
– Quando noi guardiamo il cielo ci sembra che sia limpido e che non vi succeda nulla. Invece non è così. Esiste una moltitudine di forti correnti d’aria che hanno un impatto sulla navigazione aerea. Il caso più famoso sono attraversamenti dell’Oceano Pacifico quando gli aerei decollano, ad esempio, nel Giappone o a Vladivostok, dirigendosi negli USA, fanno la deviazione, allungando la rotta quasi fino al Polo Sud o al Polo Nord per poi ritornare. Poiché sopra l’Oceano Pacifico prevalgono venti che soffiano dagli USA nella direzione dell’Asia. Qualcosa di simile avviene in diverse regioni. Esiste anche la questione delle aree di supporto. In alcune regioni il supporto dei radar non è così forte oppure non sono sufficienti le piste ausiliari di decollo e di atterraggio. Esistono anche le considerazioni politiche: un paese può chiudere il proprio spazio aereo per i voli e allora dovrà essere sorvolato. Cosicché esistono le condizioni meteorologiche e politiche per via delle quali a volte i voli sulla traiettoria diretta sono impossibili.
 

Il pupazzo Renzi ci sta spedendo nell’inferno del Ttip

Così pochi giorni fa abbiamo udito le voci del ventriloquo uscire dalle bocche dei nostri governanti. L’ineffabile Renzi, colui che il più delle volte parla senza dire alcunché (è anche questa una capacità molto importante per i politici di oggi, ma bisogna dare a lui il merito di averla portata alle vette del sublime), stavolta, animato dal ventriloquo, ha detto qualcosa di concreto: che bisogna firmare subito il Ttip, il trattato internazionale di libero commercio tra Usa ed Europa. «E’ tutto a nostro vantaggio», ha detto il ventriloquo. «Sst!… Guerrino dorme, non risvegliamolo. Vorrei sbagliarmi, ma credo che ogni giorno di più dubita di non esistere, d’essere un’armatura piena di vento…» (Gesualdo Bufalino). Dice che venderemo più facilmente i nostri prosciutti e il nostro parmigiano agli americani. Finalmente. Allora ci metteremo tutti a produrre prosciutti e parmigiano, e cargo di prosciutti e parmigiano, e magari vino Chianti e Brunello partiranno per l’America, inondando le mense Usa e sostituendo hamburger, popcorn, cibi in scatola e in plastica di ogni genere e tipo.

Continueremo a importare grano, riso, carne, verdure, sementi, piante da orto e da giardino, soia e mais e farine animali da far mangiare ai maiali per i Renzi con Obamaprosciutti e alle vacche per il parmigiano, pesticidi con cui irrorare i già troppo estesi vigneti del Chianti e del Brunello, ecc ecc, e molte di queste cose continueremo ad importarle dagli Stati Uniti, come già facciamo. Con una piccola differenza, però, rispetto ad ora: non potremo più rifiutare nulla. Non potremo più escludere ormoni, Ogm, veleni di qualsiasi genere dal nostro commercio e consumo, non potremo nemmeno più essere avvertiti della loro presenza da un’etichetta (e nemmeno da un articolo pubblicato su un giornale) perché sarebbe “concorrenza sleale”, punita con gravi sanzioni pecuniarie, se non peggio. Diventerebbe illegale anche un’etichetta che specificasse “esente da Ogm”: sarebbe sempre concorrenza sleale. “Sleale”! Ma dov’è finito il significato delle parole?

Il Ttip (trattato di libero commercio), libererebbe le multinazionali Usa (e non solo) da ogni limite e vincolo che oggi la nostra legislazione prevede, e che abbiamo conquistato a seguito di tante lotte, mobilitazioni, impegno e lavoro di associazioni, gruppi e gente varia. Libererebbe le multinazionali e incatenerebbe noi. Ogni passo avanti nel cammino della globalizzazione imperialista è un passo avanti nella sottomissione dei popoli. Mentre quelli che ci stanno rendendo schiavi sventolano la bandiera della Santa Democrazia ogni volta che devono dare l’assalto a qualche paese refrattario e recalcitrante al farsi “globalizzare”. Il Ttip è un piano con cui le grandi corporations vogliono accaparrarsi tutto l’accaparrabile, controllare tutto il commercio, imporre a tutti i loro prodotti. Viene discusso in segreto, A rischio l’eccellenza made in Italytenendone all’oscuro, con la complicità dei governi, i popoli che ne saranno vittime.

E’ un’altra rapina di risorse naturali ed economiche, aumenterà la povertà dei molti e la ricchezza dei dominatori del mondo, accelererà la distruzione della Terra e della nostra salute. Se verrà approvato.
Intanto, non lasciamo che a berciare sia solo il ventriloquo attraverso le sue marionette: la maggior parte dei cittadini non ne ha mai sentito parlare, se non da Renzi & C. Informiamoci e informiamo, facciamo conoscere la verità e gli obiettivi di questo trattato commerciale.
Tutti devono capire, tutti quelli che sanno e hanno capito devono informare coloro che “cadono dalle nuvole” ma che pesano, eccome, sul piatto della bilancia. Il Trattato prevede che le legislazioni dei singoli Stati si pieghino alle norme di libero scambio stabilite dalle multinazionali, pena gravi sanzioni commerciali e risarcimenti (alle
multinazionali) degli Stati contravventori. O delle Regioni, o dei Comuni.

Sicurezza alimentare, norme sulle sostanze tossiche, sanità, medicinali, energia, cultura, risorse naturali, formazione professionale, appalti pubblici… tutto verrebbe piegato e ridisegnato secondo gli interessi delle multinazionali. Sarebbero creati appositi tribunali internazionali per tutelarne gli interessi. I servizi pubblici diventerebbero merce di libero scambio. Stiamo parlando di scuole, ospedali, ferrovie, musei, opere pubbliche, foreste e terreni, energia elettrica. Tutto “liberamente scambiabile”! Tutto arraffabile, accaparrabile, rapinabile dalle grandi industrie Usa ed europee. Nella delegazione americana che sta conducendo le trattative ci sono più di seicento (600!) rappresentanti mandati dalle multinazionali. Seicento loro lacché, funzionari, mercenari: dopotutto, è una guerra, e quei seicento si batteranno fino all’ultimo: per loro è questione di Brunello di Montalcinovita o di morte. Cioè di carriera e prestigio o di fallimento, che è tutto ciò che concepiscono della vita.

Le istruzioni per tutti i lacché, Usa ed europei, politici e non, sono:
non far trapelare nulla, fino alla fine, di ciò che si discute. Chissà perché? A noi italiani almeno lo potrebbero dire, dato che il Ttip “è tutto a nostro vantaggio”. «Con le monete in una mano, un bel niente nell’altra, persuasero tutti, eccetto il bambino – già sapeva… che, qualsiasi mano avesse toccato delle due tese avanti, sarebbe stata sempre quella vuota» (R. S. Thomas). Peccato che il trattato simile di libero commercio fatto tra Usa e Messico non sia stato anche lui a tutto vantaggio dei contadini messicani, che hanno visto inondare il mercato interno di mais Usa geneticamente modificato e a prezzi stracciati e, oltre a non riuscire più a vendere il proprio prodotto, vengono denunciati e rovinati dalla Monsanto perché il loro mais è contaminato.

(Sonia Savioli, “Ventriloqui, pupazzi e accordo commerciale Usa-Ue”, da “Il Cambiamento” del 26 giugno 2014)

Fontewww.libreidee.org
Link: http://www.libreidee.org/2014/07/il-pupazzo-renzi-ci-sta-spedendo-nellinferno-del-ttip/

21.07.2014

#PUTIN #RUSSIA #UCRAINA

Postato il Domenica, 20 luglio
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DI DIEGO FUSARO
 
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Prima le patetiche Pussy Riots e la pagliacciata dell’Ucraina, ora il fantomatico aereo abbattuto: quali altre mosse di diffamazione preventiva ai danni della Russia dobbiamo attenderci?
 
Perché gli USA e il presidente Obama – imperialista col premio Nobel per la pace – non dicono chiaramente che odiano la Russia nella misura in cui essa non si inginocchia dinanzi alla ‘special mission’ americana di occupazione del mondo intero?
 
Il clero giornalistico e il circo mediatico assicurano l’ordine simbolico dominante, portando la popolazione occidentale a odiare la Russia e ad amare i carnefici USA.
 
Diego Fusaro
 
21.07.2014