Agente Noa, è vittima di ostracismo di Israele

la lobby che non esiste……ed è pure israeliana la cantante
Basta poco per esser considerato antisemita anche se sei israeliano?

Concerto a Milano cancellato dopo intervista video ad Ansa.it
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VIDEO Noa: ‘Abu Mazen vuole la pace, Netanyahu no’ (ANSA)
“L’inizio di un ostracismo in Italia che segue quello che Noa subisce da diversi anni in Israele”: con queste parole Pompeo Benincasa, storico agente di Noa per l’Europa dal 1992, lamenta la cancellazione, da parte dell’associazione Adei-Wizo-Donne Ebree d’Italia, del concerto previsto per il 27 ottobre 2014 al Teatro Manzoni di Milano. Benincasa denuncia il boicottaggio a Noa, dovuto alle sue posizioni espresse anche in un’intervista video ad Ansa.it in cui l’artista israeliana dichiarava: “Ho incontrato Abu Mazen a Ramallah. Credo che il leader palestinese voglia veramente la pace con Israele, ma purtroppo non posso dire lo stesso del mio premier”. L’ostracismo nei suoi confronti – spiega l’agente – “è testimoniato anche dall’assenza totale di concerti di Noa nella sua terra a dispetto della sua fama internazionale e delle sue doti artistiche”. Le dichiarazioni della cantante non sono piaciute all’associazione Adei-Wizo-Donne Ebree d’Italia, sede di Milano, promotrice del concerto, che ha comunicato all’agente dell’artista – come lui stesso riferisce – di vedersi “costretta ad annullare la serata prevista il 27 ottobre p.v. a Milano”, a seguito “delle dichiarazioni rilasciate da Noa alla stampa riguardanti il difficilissimo momento di guerra nel Medio Oriente”. Benincasa rende noto che nella comunicazione di cancellazione della data si riporta che “La Wizo in Israele si è dichiarata contraria alla presenza dell’artista a Milano” mentre alcuni sponsor dell’associazione avrebbero manifestato il loro disappunto a sostenere l’evento.

La lettera aperta di Noa. “Ci sono soltanto due parti in questo conflitto, ma non sono Israeliani e Palestinesi, Ebrei ed Arabi. Sono i moderati e gli estremisti. Io appartengo ai moderati, ovunque essi siano. Loro sono la mia fazione. E questa fazione ha bisogno di unirsi!”: lo scrive Noa in una lunga “lettera aperta al vento” pubblicata sul suo blog. La cantante israeliana, pacifista convinta, si dice “terrorizzata, angosciata, depressa, frustrata ed arrabbiata… Ogni ondata di emozioni – spiega – si confronta con l’altra per il dominio del mio cuore e della mia mente. Nessuna prevale ed io affondo in quell’oceano ribollente che è fatto da tutte loro combinate insieme.

C’è un’allerta-missile ogni ora, da qualche parte vicino casa mia. A Tel Aviv è anche peggio”. L’interprete di ‘Beautiful that way’ (dal film ‘La vita e’ bella’, tre Premi Oscar) esprime la sua drammatica “voglia prendere la testa tra le mani e scomparire, sulla Luna, se possibile” quando legge “i sermoni dei rabbini Ginsburg e Lior, che parlano della morte romantica e dell’omicidio nel nome di Dio. O quando leggo – spiega – le incredibili parole di razzismo scritte da alcuni miei connazionali, le urla di gioia quando i bambini palestinesi vengono uccisi, il disprezzo per la vita umana”.

“Il fatto che abbiamo la stessa fede religiosa e lo stesso passaporto – spiega Noa – per me non vuol dire nulla. Io non ho niente a che fare con certa gente. Allo stesso modo, anche gli estremisti dell’altra parte sono miei acerrimi nemici. Ma la loro ira non è soltanto diretta verso di me, ma anche verso i moderati della loro stessa società; il che fa di noi fratelli in armi! Proprio come esorto gli Arabi moderati, ovunque essi siano, a fare tutto ciò che è in loro potere per respingere l’estremismo, non ho alcuna intenzione di chiudere gli occhi dinanzi alle responsabilità nostre per il fallimento in atto”. Rincara poi la dose sull’attuale governo guidato da Netanyahu “ha fatto ogni cosa in suo potere – continua la cantante israeliana – per reprimere ogni intervento di riconciliazione. Ha indebolito ed insultato Abu Mazen, leader della più moderata OLP, che ha più volte ribadito di essere interessato alla pace. Quando Abu Mazen ha fatto quelle dichiarazioni sull’olocausto, chiamandolo la più immane tragedia nella storia umana, lo hanno deriso e liquidato senza dargli peso. Non hanno rispettato gli accordi che essi stessi hanno firmato”.

E infine scrive: “Se ci rifiutiamo di riconoscere i diritti di entrambe le parti e di farci carico dei nostri obblighi, se ciascuno di noi rimane aggrappato alla propria versione, con disprezzo e sprezzo di quella dell’altro, se continuiamo a preferire le spade alle parole, se santifichiamo la terra e non le vite dei nostri figli, saremo presto tutti costretti a cercare una colonia sulla Luna, perché la nostra terra sarà così zuppa di sangue e così intasata di lapidi che non vi resterà più niente per vivere. Io ho scritto le parole che seguono – conclude Noa – e le ho cantate insieme alla mia amica Mira Awad. Oggi sono più vere che mai: ‘Quando piango, piango per tutti e due. Il mio dolore non ha nome. Quando piango, piango rivolta al cielo spietato e dico: Dev’esserci un’altra via’”.

La dittatura è servita! è GOLPE

Ghigliottina totale in senato!
il governo con la connivenza di una manciata di capigruppo mette la tagliola sul ddl riforma costituzionale in maniera totalmente illegale!
non c’è più democrazia 
tentano di portarci all’estremo per poi instaurare un regime di terrore!
 
seguite qui: 

www.webtv.sentato.it  o su radio radicale

Praticamente tutti i ragazzi del m5s piu alcuni  esponenti di sel e lega sono davanti al quirinale per difendere la democrazia dalla tagliola dittatoriale. I capigruppo sono entrati a parlare con napolitano e si aspetta che escano.

Comunicato Stampa Presidio Europa

François-Michel Lambert, deputato verde e Vice Presidente della Commissione sviluppo sostenibile e pianificazione dell’Assemblea nazionale francese, denuncia lo scandalo finanziario ed ecologico del collegamento ferroviario Torino-Lione

Comunicato Stampa

Ieri, 21 luglio 2014, François-Michel Lambert ha inviato al Governo francese undici interrogazioni scritte, precise e dettagliate, per far luce sulle molte zone d’ombra che circondano questo progetto.

Il Vice Presidente della Commissione sviluppo sostenibile e pianificazione dell’Assemblea nazionale francese ha chiesto in particolare al Governo francese per quali motivi non ha mai tenuto conto della relazione di revisione emessa dall’Ispettorato delle Finanze nel febbraio 2003 e delle raccomandazioni della Corte dei conti francese del 2012 che sono estremamente critiche nei confronti del progetto di collegamento ferroviario Torino-Lione, che tra l’altro denunciavano “una spirale dei costi” che dai 12 miliardi di Euro nel 2002 hanno ad oggi raggiunto l’importo di oltre 26 miliardi, “una redditività socioeconomica negativa” del progetto pur in presenza di “molte alternative” molto più economiche.

Il deputato afferma che le previsioni di crescita che hanno giustificato il progetto ferroviario Torino-Lione sono chiaramente sbagliate ed indica inoltre le possibili infiltrazioni dei cantieri di organizzazioni criminali.

“La Torino-Lione è l’esempio di un progetto assurdo completamente scollegato dalla realtà del territorio stesso. Come l’aeroporto di Notre-Dame-des-Landes o l’EcoTassa, subirà inevitabilmente la stessa sorte.” ha detto il deputato.

“Questa follia economica è 2 volte più cara del tunnel sotto la Manica, anche se trasporta 3 volte meno merci e 14 volte meno passeggeri !” e prosegue: “Lo sapete che con solo il 10% dei finanziamenti assegnati alla Torino-Lione saremmo in grado di modernizzare tutti i treni merci del nostro paese?” “Possiamo davvero permetterci di spendere oggi 26 miliardi di euro anche se c’è già una linea ferroviaria che segue esattamente lo stesso percorso e che possiamo rinnovare ad un costo 100 volte meno caro?“, chiede il deputato verde.

François-Michel Lambert conclude: “Nel giro di 10 anni, quando i costi saranno esplosi e questo progetto sarà un fallimento economico, nessun politico sarà responsabile e ancora una volta i francesi dovranno pagare il conto lasciato dai loro governanti. Non è troppo tardi per tornare indietro. Mi aspetto che il Governo studi la possibilità di uscita immediata da questo progetto e indichi delle soluzioni alternative.”

http://www.fmlambert.fr/Le-depute-FM-Lambert-interroge-le-ministre-F-Cuvillier-sur-le-scandale-financier-et-ecologique-de-la-liaison-ferroviaire_a315.html

Campeggio itinerante: ancora attività di contrasto alla Torino-Lione

di Leonardo Capella

Il campeggio itinerante No TAV fa sentire ancora la propria voce di contrarietà alla Torino-Lione e lo fa con alcune azioni di contrasto. Ieri 23 luglio gli attivisti hanno bloccato a Susa l’uscita della ditta Martina e il noto pacifista Turi ha versato della sabbia all’interno del serbatoio di un escavatore, in perfetta coerenza con il suo agire senza danneggiare esseri viventi ma solo macchine. Una scritta su tutte esprime il significato del gesto, “fuori le ditte collaborazioniste dalla valle”. Successivamente in segno di solidarietà ai No TAV  arrestati a Milano e Lecca (Francesco, Lucio e Giuliano), viene fermato il transito sull’autostrada A22 in direzione Bardonecchia. Sullo striscione srotolato sull’autostrada vi era scritto “Padalino e Rinaudo non ci fermerete mai”. In nottata l’ultima azione è rivolta alle Forze dell’Ordine che risiedono all’Hotel Napoleon. Un centinaio di attivisti hanno intonato cori di protesta sotto le finestre dove i militari risiedono durante le pause dopo il servizio al cantiere di Chiomonte.

Autostrada A32

Ditta Martina (Susa)

 (L.C.24/07/2014)

I No Tav bloccano l’autostrada A32 dopo l’attacco ai «collaborazionisti»

http://www.lastampa.it/2014/07/23/cronaca/no-tav-anarcoinsurrezionalisti-bloccano-lavori-nel-cantiere-di-susa-Rz0lJ1OsFPMhS23rt9anYI/pagina.html

Autonomi e anarchici sulle corsie all’altezza della galleria di Giaglione
Attacco alle aziende Martina e Italcoge, Danneggiate le videocamere di sicurezza. L’intervento di polizia e Arma per liberare la Torino-Bardonecchia
Nell’immagine, un momento della marcia No Tav a «bassa velocità», gli 11 sindaci riuniti a Bussoleno avevano promesso «una protesta pacifica»
MASSIMO NUMA
SUSA

Bloccate per circa un’ora le corsie dell’autostrada A32. lato Francia, all’altezza di Giaglione. Gli attivisti No Tav hanno messo uno striscione con i nomi degli anarchici arrestati per terrorismo lo scorso 9 dicembre e quelli dei compagni finiti in cella pochi giorni fa. Poi. alle 12,30 sono rientrati dal varco collegato al sentieri di Giaglione. La protesta dell’ala violenta del movimento erainiziata pochi minuti fa ma si sono già formate lunghe code di auto e Tir.

-Ritorno alla normalità  

Ora il traffico sta tornando, con fatica, alla normalità. Decisivo l’intervento di Polizia e carabinieri che stanno convergendo nella zona per allontanare gli attivisti.

Poche ore prima, circa 150 attivisti No Tav, compresi esponenti dell’area anarco-insurrezionalista trentina e romana, più una serie di militanti già protagonisti di azioni violente tra il 2011 e il 2013, in particolare dell’area autonoma, stanno bloccando dalle prime ore di stamane gli ingressi della Martina, un’azienda di Susa che lavora nel cantiere Tav. Presa di mira anche la sede Italcoge. È stato danneggiato un cancello e alcune telecamere.

 «Sentirò il sindaco Plano»  

Uno dei titolari, Antonio Lazzaro: «Andrò dal sindaco Sandro Plano per chiedergli quli misure intende assumere per la sicurezza di aziende e lavoratori, stamattina abbiamo rischiato di subire, oltre alle solite accuse, anche un contatto con i violenti».

 Leader dell’antagonismo  

Durante la marcia da Avigliana a Susa erano stati segnalati tra gli attivisti il leader anarco-insurrezionalista Massimo Passamani e l’esponente della medesima area Matteo Furcolo, di Roma. Gli operai sono tuttora all’interno degli uffici, non possono avvicinarsi ai cancelli presidiati dall’ala violenta del movimento No Tav. Ieri era stata la volta della Geomont di Bussoleno ma il tentativo di bloccare i cancelli era stato sventato dai carabinieri. Anche stamane i militari dell’Arma stanno tenendo sotto controllo l’evolversi della situazione a Susa, dove il sindaco, Sandro Plano ripete di volersi sì opporre all’Alta Velocità ma “in modo pacifico”.

27 luglio – Venaus: PANICO, mercatino da paura

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27 luglio – Venaus: PANICO, mercatino da paura

Dalle 9.00 del mattino in poi al presidio NO TAV di Venaus si terrà la terza edizione di Panico: mercatino da paura.

Cos’è?
Beh, è più di un mercato di prodotti e produttori locali, è un percorso, un dibattito che alcuni produttori e consumatori della Valle hanno deciso di intraprendere. Una campagna per la libera lavorazione dei prodotti agricoli. Un’assemblea itinerante e contagiosa.
Un gruppo di persone che da tempo si trova, vende, scambia, baratta e discute sugli obiettivi per liberare e liberarsi dalle leggi, dalla burocrazia, dalle certificazioni e da tutto ciò che scoraggia le piccole realtà genuine a favore della grande industria agro-alimentare e della grande distribuzione.

A Venaus quindi si terrà il mercato ma soprattutto l’assemblea, ore 10.00, dei produttori e di chi è interessato all’argomento.
Durante la giornata verrà presentata la carta d’intenti e l’iniziativa popolare di raccolta firme per sostenere questo percorso collettivo.

 CARTA di INTENTI GRUPPO PRODUTTORI “CONTADINI VALLE SUSA”

Il Gruppo Produttori “Contadini Valle Susa” (d’ora in poi CVS) nasce dall’unione delle diverse esigenze e dei diversi bisogni dei piccoli produttori e dei consumatori della Valle di Susa, nel tentativo di dare risposte costruendo un percorso comune di lavoro e di riconoscimento.

Chi ha dato vita, e anima il Gruppo Produttori CVS, crede che la costruzione di una diversa economia, locale innanzitutto ma non solo, non sia impossibile e che, anzi, sia realizzabile e urgente e che tale economia sia compito di tutti i singoli, donne e uomini, degli operatori economici e delle amministrazioni locali.

L’economia che ci impegniamo a promuovere, e auspichiamo, è fatta di equa distribuzione delle risorse, di cooperazione tra gli operatori, di condivisione delle esperienze, di unione delle forze sociali con gli stessi obiettivi e, laddove possibile, di collettivizzazione dei mezzi e degli strumenti.

Un’azione importante sarà quella di ridurre lo spazio dello scambio monetario a favore di altri circuiti, di uscita dall’individualizzazione capitalistica che ci vuole soggetti economici solitari e irrazionali.

Il nostro lavoro è etico, rispettoso di noi stessi, dei nostri vicini, dei nostri territori, delle piante e degli animali, anche quelli più piccoli e microscopici, dell’ambiente tutto; non prevede sfruttamento e sottopagamento, lavoro nero o, peggio, lo schiavismo medievale di tanta agricoltura nostrana; reclama il diritto di potersi alimentare in modo sano e giusto, all’abbondanza per tutti gli uomini e le donne e al reddito dignitoso per ognuno.

Il nostro mercato si basa su prodotti locali a basso chilometraggio, freschi e di stagione, sulla fiducia, che s‘instaura grazie a un rapporto forte tra produttore e consumatore,sul controllo basatosu una certificazione realmente partecipata e su relative norme autodeterminate e non calate dall’alto dalla lobbie dell’agroindustria o dalle confederazioni agricole.

Il CVS ritiene ingiuste e politicamente deviate le leggi che non permettono la vendita dei prodotti trasformati da parte dei contadini, vietando di fatto la libera lavorazione ai piccoli produttori, vincolandoli a specifiche normative  inadeguate ed escludenti, che legano la possibilità di cucinare, confezionare e conservare alimenti al possesso di laboratori troppo costosi, spesso inutili e irrealizzabili per piccoli contadini, allevatori e trasformatori.

I nostri prezzi, che si vogliono trasparenti, comprendono una giusta retribuzione per chi lavora e per chi investe in imprese economiche differenti, il pagamento di servizi e prodotti di alta qualità e indubbia eticità, il sostegno a questo percorso di cambiamento, di lotta e di unione dal basso.

Il mondo che noi vogliamo, e che realizzeremo anche a costo di un lunghissimo cammino, è fatto di comunità locali ben amministrate e floride economie che per lo più si auto-sostentano, di scambi commerciali tra i territori che soddisfino i bisogni di tutti senza strategie imperiali e neocoloniali, di attori economici che aiutano e incentivano l’emergere di nuove imprese, di consumatori attenti e consapevoli che non finanziano dubbie e perniciose industrie e multinazionali, di gruppi e individui contenti del proprio lavoro e soddisfatti della propria vita e del proprio impegno per la comunità.

Partecipa alle nostre iniziative, ai nostri eventi e alle nostre assemblee; firma questa petizione per sostenerci e per cominciare questo percorso insieme!

Campeggio itinerante: presidio alle ditte del Tav e blocco autostradale

http://www.infoaut.org/index.php/blog/no-tavabenicomuni/item/12375-campeggio-itinerante-presidio-alle-ditte-del-tav-e-blocco-autostradale

infoaut 3.0

Mercoledì 23 Luglio 2014 11:46

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Mattinata di lotta No Tav tra Susa e Venaus, dove il campeggio itinerante è approdato ieri dopo i primi 6 giorni di cammino.

Questa mattina i No Tav hanno fatto visita alle sedi delle ditte che hanno lavorato alla devastazione della Val Clarea: Italcoge e Martina, entrambe a Susa, entrambe poi fallite.

Davanti agli ingressi delle due ditte sono stati fatti dei picchetti per ostacolarne l’attività e informare sulle loro responsabilità nel grande affare del Tav; davanti a Italcoge è stato anche bloccato un camion in uscita.

Dopo le iniziative a Susa i No Tav si sono spostati a sorpresa sull’autostrada Torino-Bardonecchia, dando vita a un breve blocco all’altezza di Venaus. Mentre le bandiere col treno crociato sventolavano in mezzo alle corsie, all’imbocco di una galleria è stato appeso uno striscione per Francesco, Graziano e Lucio, gli ultimi tre arrestati per l’attacco al cantiere del 13 maggio 2013, che ne chiedeva la liberazione.

La mobilitazione continua domani sera con la passeggiata notturna che partirà da Giaglione alle 21.30, mentre il campeggio itinerante verrà chiuso sabato dalla marcia popolare che arriverà fino a Chiomonte.

…a sarà dura!

Ieri mattinata di lotta popolare nonviolenta a Susa

Ieri, mercoledì 23 luglio, LA VALSUSA IN MARCIA CONTRO IL TAV – CAMPEGGIO ITINERANTE A BASSA VELOCITA’, ha organizzato un appuntamento davanti a due ditte collaboratrici impegnate nel cantiere del Clarea: Martina e Lazzaro in viale Couvert.

Sono state delicatamente spostate le telecamere di sorveglianza in modo da inquadrare il cielo, si sono appesi degli striscioni ai cancelli chiusi e il muro del polo tecnologico Martina è stato abbellito con un artistico murale sono state fatte scritte sull’asfalto della strada per ricordare ai passanti che la lotta al TAV va avanti e non si arresta.

Poi, il nostro atletico menestrello scalzo, a volto scoperto, con un agile balzo ha superato il cancello, è entrato nel cortile dell’Italcostruzioni e di fronte ad un esterrefatto DIGOS è saltato su una draga ed ha iniziato un sabotaggio del mezzo aprendo il cofano motore togliendo e lasciando cadere alcuni pezzi del motore che era riuscito a divellere, poi tratto dalla sua bisaccia un pacchetto ha versato nel motore un po’ di sabbia simbolo della nostra azione che blocca gli ingranaggi della grande opera imposta inutile e dannosa. Quindi di corsa ha raggiunto l’ingresso della palazzina degli uffici, la porta era chiusa, e il maniglione gli è rimasto in mano. Ha quindi raggiunto il sempre più esterrefatto DIGOS lo ha abbracciato e lesto come un gatto ha nuovamente scavalcato il cancello e si è unito agli altri manifestanti.

Verso le 10 in concomitanza con l’inizio dell’udienza presso il tribunale del riesame di Torino in merito all’arresto di Lucio, Francesco e Graziano un atletico gruppetto di NO TAV ha raggiunto l’imbocco della galleria autostradale di Giaglione e tra le due canne è stato piazzato uno striscione con su scritto LUCIO FRANCESCO GRAZIANO LIBERI – RINAUDO E PADALINO NON CI FERMERETE.

La SITAF ha provveduto a bloccare il traffico autostradale per oltre un’ora, mentre l’azione è durata una decina di minuti.

 Contrariamente a quanto dicono ora i giornali e a quanto condannano i politici, non si è trattato di un atto violento o vandalico, si è trattato di un atto di sabotaggio in perfetto stile NONVIOLENTO così come raccomandato da Gandhi, da Capitini, da Mandela e dagli altri grandi nonviolenti della Storia.

Ma chi sono i terroristi?

http://www.zeusnews.it/n.php?c=21485

Zeus News

Tutto il mondo contemporaneo si regge sulla falsificazione scientifica dei fatti.

[ZEUS News – www.zeusnews.it – 24-07-2014]
terrorista
Foto via Fotolia

Tra le espressioni che più alimentano la sfiducia negli uomini vi sono senza dubbio l’ipocrisia, la doppiezza, la menzogna professionale, che poi sono le qualità necessarie, indispensabili, per chi vuole emergere nella politica o nell’informazione.

Tutto il mondo contemporaneo si regge sulla falsificazione scientifica dei fatti, sulla omissione delle notizie importanti, cercando di creare un’opinione pubblica popolare che si occupi di cronaca spicciola, di sport, di pettegolezzi riguardanti personaggi noti.

Il più colossale e sanguinario “pacco” che fu confezionato dall’intreccio tra politica e “informazione”, tra autentici delinquenti, fu quello che fece iniziare la seconda guerra del Golfo, con l’aggressione all’Iraq, inventandosi le “prove inoppugnabili” sugli arsenali chimici di distruzione di massa, che poi non furono mai usati né trovati.

Bush jrBlair, i media, i servizi segreti, in combutta tra loro hanno la piena responsabilità per le centinaia di migliaia di morti, di cui quattromila americani, e nessuno li ha accusati di terrorismo, visto che hanno usato il terrore che provocano i bombardamenti e le torture, per sostituire un capo di Stato di un Paese sovrano che non obbediva più agli ordini USA, ma che soprattutto poteva decidere di vendere il proprio petrolio a chi gli pareva e magari non in dollari.

Come funzionano veramente i rapporti tra Stati non ce l’hanno mai svelato i “giornalisti”, ma personaggi come Julian Assange o il soldato americano Edward Snowden (Nota della Redazione: Snowden non è un soldato, è un civile. Il soldato che che ha fatto da whistleblower era Bradley (ora Chelsea) Manning) che, a rischio della vita, hanno messo in Rete documenti “top secret”, che poi sono semplicemente il modo fraudolento di privare i cittadini di informazioni che riguardano il funzionamento delle cose, trasformandoli in sudditi.

La politica e la disinformazione omissiva dei media odiano la verità e se potessero uccidere gente come Assange o il soldato Snowden lo farebbero con gioia.

Propongo una elementare riflessione sul “terrorismo”, termine che viene quasi sempre usato a sproposito, appiccicato a minoranze che in genere combattono, con i pochi mezzi che hanno, invasori stranieri che occupano la loro terra.

conquistadores spagnoli che si impadronirono con la violenza più bestiale dell’America Latina, imponendo a forza lingua e religione, rubando tutto ciò che c’era da rubare, perché non sono definiti dagli storici terroristi, ma quasi con il titolo onorifico di conquistatori?

E quanto al Nord America dove la peggiore feccia dell’Europa sterminò 10 milioni di indiani nativi per mettersi al loro posto, con la complicità della religione che si voleva espandere nel mondo, chi erano i terroristi?

E che dire dell’orrendo colonialismo in Africa e dello schiavismo?

E l’esercito regolare nazista che occupava l’Italia non fucilava i patrioti, che volevano cacciarli dalla loro terra, chiamandolibanditen“?

E oggi in Palestina, chi semina più terrore e morti con mezzi bellici spropositati, dopo aver occupato una terra che non gli appartiene?

Il termine terrorista va riservato a tutti coloro che fuori dalla propria nazione, attraverso la forza militare, massacrano i nativi con lo scopo di procurarsi una utilità, che in genere sono materie prime, manodopera a basso costo, siti strategici, colture pregiate.

L’unica nazione che possiede 900 basi militari sparse in tutto il mondo e che è stata protagonista di tutte le ultime guerre, dal Vietnam fino allAfghanistan, comicamente ci spiega che la sua potenza militare ha lo scopo di difendere il mondo libero dal terrorismo, e politici e giornalisti confermano la panzana.

L’Europa non ha futuro se non recide i legami con gli USA, con la Nato, perché è nel nostro interesse economico una politica di PACE, senza spese pazze per gli armamenti (vedi F35), con integrazione economica con la Russia e tutto il mondo arabo.

Possiamo vivere senza la protezione di nessuno e costruire un mondo multipolare, che indebolisca per sempre l’idea e la pratica di una egemonia globale.

E’ di questi giorni l’ottima notizia che i cosiddetti BRICS (BrasileRussia,IndiaCinaSud Africa) hanno stipulato un accordo che prevede una banca e un fondo internazionale in concorrenza con la monopolistica Banca Mondiale e il FMI dominati dagli USA.

L’opinione espressa in questo articolo è unicamente riferibile all’autore