Report: blocco notav al cambio turno degli alpini Valsusa libera dalle truppe! Presidio a Rivoli

IMG_20140112_164856Proseguono in valle di Susa le mobilitazioni del movimento no tav. Oggi pomeriggio domenica 12 gennaio l’appuntamento, a sorpresa era presso la caserma Ceccaroni di Rivoli, alle porte della valle di Susa dove le truppe degli alpini alloggiano. Da qui ogni giorno i pulmini carichi di militari partono verso il cantiere tav di Chiomonte. Ci si trova dunque alle 16.30, con un leggero anticipo sul cambio turno davanti alla porta carraia. Inizia un volantinaggio e viene appeso uno striscione con su scritto “Valsusa libera No militari e polizia No Tav No Mafia”. Sono un centinaio gli attivisti no tav che distribuendo i volantini informano gli automobilisti e i cittadini di Rivoli dello spreco e della devastazione in corso a Chiomonte. Arrivano dunque le prime pattuglie di polizia e carabinieri che da lontano seguono lo svilupparsi degli eventi. Poco dopo, passate da poco le 17, ecco che arrivano i pulmini di ritorno dal cantiere carichi di militari che vengono immediatamente bloccati dagli attivisti con cori e slogan. In pochi minuti la situazione diventa imbarazzante per i militari che restano bloccati sulla colonna di mezzi circondati dai no tav. Sono minuti di blocco e di resistenza fin quando il commissario di polizia di Rivoli, in costante contatto telefonico con la questura di Torino e con forte agitazione chiede aiuto e fa intervenire i reparti antisommossa impegnati allo stadio distante pochi chilometri. Si capisce da subito l’intenzione e la possibilità di intervento che ormai le truppe hanno ed in particolare la Polizia. I reparti giungono in corsa e scendendo dai mezzi già con caschi e scudi caricando e rincorrendo i no tav per alcune centinaia di metri allontanandoli dal perimetro militare. Seguono ancora poi per le vie di Rivoli alcune identificazioni di manifestanti per mano del reparto digos che a tradimento attende chi si sposta e va a recuperare le proprie automobili. Ma non sono certo questi piccoli fastidi a mettere in difficoltà o a fare paura ai no tav. Sono queste azioni di disturbo e pressione alle articolazioni del cantiere che danno vita e forza al movimento. Premere contro le truppe e i guardiani della devastazione è un modo per evidenziare a tutti lo spreco di risorse pubbliche destinati ad un’opera inutile. E’ un modo per rendere la vita difficile e fastidiosa a chi in quel cantiere pensa di lavorare ed invece riempie solo le proprie tasche in nome del lavoro e della necessità. C’è lavoro e lavoro e questi sono lavori da fermare, il cantiere, le articolazioni che attorno ad esso si muovono, le truppe che lo difendono. Dalla caserma di Rivoli partono ogni anno militari italiani per le missioni di guerra all’estero portando morte e devastazione, da lì ogni giorno partono militari per difendere chi distrugge la valle di Susa e intasca i sacrifici dei cittadini. Dopo le ultime ondate di arresti con l’infame accusa di associazione terroristica momenti come questo non possono che essere un punto da cui ancora una volta ripartire insieme. Ripartire nella lotta no tav, sostenendo chi oggi è colpito dalla pressione giudiziaria e premendo contro chi ruba e devasta.

Impatto ambientale della Nuova Linea Torino-Lione — 1

 http://www.notav.info/post/impatto-ambientale-della-nuova-linea-torino-lione-1/

murataPubblichiamo in tre parti il documento redatto dai componenti del gruppo di lavoro sul TAV della Comunità Montana Val Susa e Val Sangone che uscirà nei prossimi giorni in lingua inglese su una rivista internazionale.

dal Blog LO SCIENZIATO BORDERLINE di Massimo Zucchetti su Il Manifesto

I Con­su­lenti Tec­nici della Comu­nità Mon­tana Val Susa e Val San­gone, che dovrebbe essere attra­ver­sata — un dovrebbe che si pro­trae ormai da 24 anni — dal TAV (Nuona Linea Torino Lione, più esat­ta­mente) con­ti­nuano a cre­dere che sia utile por­tare e ripor­tare tutte le ragioni scien­ti­fi­che e tec­ni­che, eco­no­mi­che, di buon senso, che spie­gano come e qual­mente la NLTL sia una bestem­mia tec­no­lo­gica, scien­ti­fica, eco­no­mica, ambien­tale, energetica.

Lo abbiamo fatto in mol­tis­sime occa­sioni. Le rispo­ste sono state prima nulla e poi risi­bil­mente raf­faz­zo­nate. Poi sono state peno­sa­mente e igno­ran­te­mente sba­gliate. Non c’è nes­sun argo­mento scien­ti­fi­ca­mente serio che giu­sti­fi­chi la NLTL, e que­sto lo sap­piamo ormai da almeno due decenni.

Tut­ta­via con­ti­nuiamo. Dato che in Ita­lia abbon­dano i sordi fra gover­nanti e boiardi,ci rivol­giamo ulti­ma­mente all’estero. E’ stato recen­te­mente pre­sen­tata dal nostro gruppo una comu­ni­ca­zione al con­ve­gno inter­na­zio­nale MESAEP (Medi­ter­ra­nean Asso­cia­tion for Envi­ron­men­tal Pro­tec­tion) a Istan­bul. Il lavoro è repe­ri­bile nel programma:

http://​www​.mesaep​.org/​f​i​l​e​a​d​m​i​n​/​M​E​S​A​E​P​/​P​D​F​/​2​0​1​3​/​f​i​n​a​l​_​p​r​o​g​r​a​m​.​pdf

Adesso il paper com­pleto, in inglese, è stato inviato ad una seria rivi­sta scien­ti­fica inter­na­zio­nale, il Fre­se­nius Envi­ron­men­tal Bul­le­tin, edito in Ger­ma­nia, per la pubblicazione.

Il con­te­nuto dell’articolo è in inglese, e la bozza è leg­gi­bile qui, utile per chi cono­sce l’idioma e vuol sapere “come andrà a finire”. Infatti ora, a pun­tate come già feci in pas­sato, pub­bli­cherò la tra­du­zione in italiano.

Buona let­tura, per chi ha ancora la mente aperta, ovviamente.

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Impatto ambien­tale della Nuova Linea Fer­ro­via­ria Torino-Lione

M. Cle­rico1, L.Giunti2, L.Mercalli3, M. Ponti4, A. Tar­ta­glia1, S.Ulgiati5, M. Zuc­chetti1

1 Poli­tec­nico di Torino

2 Com­mis­sione Tec­nica della Comu­nità Montana

3 SMI – Società Meteo­ro­lo­gica Italiana

4 Poli­tec­nico di Milano

5 Uni­ver­sità Par­the­nope di Napoli

RIASSUNTO

Uno dei casi più noti di lotta per i beni comuni in Ita­lia, carat­te­riz­zati da aspre pole­mi­che nel corso degli ultimi 20 anni, è l’opposizione popo­lare alla costru­zione della linea fer­ro­via­ria ad Alta Velo­cità (HSR, “TAV”, in ita­liano) tra Torino e Lione , pro­get­tato per attra­ver­sare la Valle di Susa (al con­fine italiano-francese) e le Alpi. Que­sto pro­getto HSR com­porta ancora, nono­stante i 20 anni di con­ti­nuo aggior­na­mento e di rie­la­bo­ra­zione, una grande quan­tità di que­stioni ambien­tali e di pro­blemi eco­no­mici irri­solti. Una que­stione di insuf­fi­ciente equi­li­brio costi-benefici è recen­te­mente venuta a prove evi­denti, soprat­tutto in vista della dimi­nu­zione del traf­fico non tra­scu­ra­bile dei pas­seg­geri e delle merci nella dire­zione Torino-Lione. Ven­gono discussi gli aspetti più impor­tanti riguar­danti il bilan­cio costi e bene­fici eco­no­mici dichia­rati, con­si­de­ra­zioni ener­ge­ti­che, vin­coli legali, di impatto ambien­tale, il poten­ziale impatto sulla salute e le espe­rienze nega­tive di altri progetti.

1 . Introduzione

La Val di Susa situata tra Mau­rienne , la Fran­cia e Torino, è stata urba­niz­zata dallo svi­luppo eco­no­mico della regione . La costru­zione di infra­strut­ture , come l’autostrada del Fre­jus , una fer­ro­via inter­na­zio­nale , e un gran numero di dighe, gal­le­rie e indu­strie , ha gene­rato impatti ambien­tali e sociali signi­fi­ca­tivi . La linea fer­ro­via­ria ad alta velo­cità pro­po­sta ( Treno Alta Velo­cità, o TAV) tra Torino e Lione dovrebbe attra­ver­sare la Valle di Susa , attra­verso due tun­nel prin­ci­pali e altri più brevi oltralpe . Il movi­mento “No TAV ” è un movi­mento di base della popo­la­zione Val di Susa con­tro la nuova costru­zione della linea . L’ Alta Velo­cità fer­ro­via­ria Torino-Lione ( HSR ), in Val di Susa è stata a lungo cir­con­data da aspre pole­mi­che sugli aspetti più signi­fi­ca­tivi e tec­nici del pro­getto pro­po­sto . Il pro­getto HSR com­porta , dopo più di venti anni di fati­coso e con­ti­nua ripro­get­ta­zione , un gran numero di que­stioni ambien­tali ancora irri­solte. I prin­ci­pali pro­blemi di inqui­na­mento aventi a che fare con la costru­zione della fer­ro­via sono stati messi in evi­denza da diversi studi e rela­zioni uffi­ciali. Ad esem­pio , la pre­senza in Valle di Susa di for­ma­zioni geo­lo­gi­che con amianto e ura­nio è di par­ti­co­lare inte­resse , anche in con­si­de­ra­zione della desti­na­zione finale dell’inerte estratto [ 1 ] . Aspetti legati alla idro­geo­lo­gia locale e le sue per­tur­ba­zioni , ed al rumore , sono anche di grande pre­oc­cu­pa­zione [ 2 ] .

Il bilan­cio costi-benefici insuf­fi­ciente , soprat­tutto in con­si­de­ra­zione della note­vole dimi­nu­zione del traf­fico pas­seg­geri e merci lungo la dire­zione Torino-Lione [ 3 ] , è venuto in evi­denza quando il governo fran­cese (a par­tire da luglio 2012) ha annun­ciato una revi­sione della spesa che potrebbe fer­mare la costru­zione del HSR Torino — Lione e altre linee sul ver­sante fran­cese [ 4 ] .

In ultimo ma non meno impor­tante , il con­cetto stesso di que­sto tipo di inve­sti­mento è in fase di pro­fonda revi­sione , dal momento che l’enorme quan­tità di denaro pub­blico inve­stito o pia­ni­fi­cato a soste­gno di tale svi­luppo non sem­bra essere giu­sti­fi­cata da bene­fici eco­no­mici suf­fi­cienti asso­ciati all’investimento [ 5 ] . In altre parole , non è solo un seque­stro e degrado ambien­tale che sta per avere luogo, ma anche non c’è alcun van­tag­gio  in ter­mini eco­no­mici , ad ecce­zione pro­ba­bil­mente per le aziende coin­volte nel set­tore delle costru­zioni e, più pro­ba­bil­mente , il sistema bancario .

Tor­nando alle que­stioni tec­ni­che , rite­niamo che il solito ricorso al prin­ci­pio di pre­cau­zione [ 6,7 ] nel caso del pro­getto HSR non è nem­meno neces­sa­rio . I dati eco­no­mici , con­si­de­ra­zioni ener­ge­ti­che , que­stioni giu­ri­di­che , l’impatto ambien­tale , il poten­ziale impatto sulla salute , le espe­rienze nega­tive di altri pro­getti , e soprat­tutto il buon senso , sug­ge­ri­scono che l’alta velo­cità fer­ro­via­ria Torino –Lione non è una prio­rità reale per l’Italia e l’Europa , e la sua costru­zione deve essere imme­dia­ta­mente sospesa.

2 . Mate­riali e Metodi

2.1 La Valle di Susa . Natura e storia.

La Valle di Susa si trova in Ita­lia del Nord-ovest al con­fine con la Fran­cia , da cui è sepa­rata dalle Alpi , alte 3600 metri . E ’ la più ampia valle nelle Alpi Occi­den­tali: infatti , è un cor­ri­doio natu­rale che si estende da est a ovest . I due lati della valle bene­fi­ciano di espo­si­zione al sole diversa e que­sto li rende molto diversi l’uno dall’altro . Il lato sini­stro è secco, men­tre il lato destro è umido , ombroso e freddo. L’ambiente natu­rale , e in par­ti­co­lare la flora , sono pro­fon­da­mente col­piti da que­sta pecu­lia­rità , risul­tando in una valle estre­ma­mente diversi. In par­ti­co­lare , la Valle di Susa è defi­nita come un sito di impor­tanza comu­ni­ta­ria (SIC ) secondo la cosid­detta Com­mis­sione euro­pea ” Diret­tiva Habi­tat ” ( 92/43/CEE ) , nell’ambito della rete Natura 2000 . Il fiume Dora Ripa­ria attra­versa la valle , e ci sono abbon­danti sor­genti e falde acqui­fere super­fi­ciali . Ampi pascoli si tro­vano nella parte alta della valle , men­tre a quote più basse (1300–1800 metri) , è pos­si­bile tro­vare cre­pacci ripidi. La Val di Susa è tra le val­late alpine più svi­lup­pate dal punto di vista eco­no­mico e infra­strut­tu­rale. E’ attra­ver­sata da due strade sta­tali verso i vali­chi del Mon­gi­ne­vro e Mon­ce­ni­sio . Inol­tre , un’autostrada e una fer­ro­via inter­na­zio­nale per­met­tono di rag­giun­gere la Fran­cia attra­verso il tra­foro del Fré­jus . La Valle ospita tre dighe idroe­let­tri­che ed è attra­ver­sata da due linee elet­tri­che . Molte loca­lità turi­sti­che e spor­tive ren­dono la valle un’attrazione turi­stica (è stata anche alla base delle Olim­piadi inver­nali del 2006 ). Ci sono molte indu­strie , com­prese quelle mine­ra­rie , e molte strade mili­tari costruite nei secoli pre­ce­denti, che sono attual­mente dei per­corsi  turi­stici inter­na­zio­nali per escur­sio­ni­sti e ciclisti .

La valle ha circa 90.000 abi­tanti , ed è divisa in 39 Comuni . C’è un turi­smo con­so­li­dato, come è evi­dente dalla pre­senza di “seconde case” , alber­ghi e traf­fico auto­stra­dale . Nono­stante la pre­senza umana pesante , la Valle di Susa offre un’ampia scelta di aree semi– natu­rali e sel­vagge , che ospi­tano molti esempi di fauna alpina (cervi , camo­sci , caprioli , cin­ghiali , aquile , fal­chi , per­nici e lupi ), e una ricca diver­sità di spe­cie di fiori : ci sono quat­tro par­chi natu­rali , due riserve natu­rali e molte aree di inte­resse euro­peo . Bestiame per l’allevamento , che è stato molto intenso fino alla fine della seconda guerra mon­diale e suc­ces­si­va­mente è dimi­nuito, è ora in una nuova fase di cre­scita , sep­pur lenta , e si com­pone di circa 8000 bovini, 12000 ovini e 800 caprini .

2.2 La nuova linea fer­ro­via­ria Torino-Lione .

Nel 2005 la linea HSR Roma-Napoli è entrata in fun­zione, prima in Ita­lia , seguita dalla linea Milano– Torino nel 2006 , la linea Milano –Bolo­gna nel 2008, la Bologna-Firenze e  un miglio­ra­mento tec­no­lo­gico ad alta velo­cità Firenze –Roma nel 2009. Ulte­riori esten­sioni di linea (fra le altre linee minori di Napoli– Salerno) hanno com­ple­tato la prima rete ad alta velo­cità ita­liana negli anni suc­ces­sivi fino al 2011 . La linea Salerno– Milano fa parte del cor­ri­doio tran­seu­ro­peo ad alta velo­cità Nord-Sud , men­tre la Milano– Torino-Lione è stata pro­get­tata per essere parte di un pro­getto più ambi­zioso che col­lega Kiev (Ucraina) a Lisbona (Por­to­gallo) . Il pro­getto , escluso dall’Unione euro­pea tra i pro­getti prio­ri­tari ad alta velo­cità, ha perso poten­ziali part­ner sulla strada ( Spa­gna, Por­to­gallo , Ucraina , Slo­ve­nia) a causa degli ingenti inve­sti­menti finan­ziari neces­sari , le pre­vi­sioni a basso traf­fico , e il basso ritorno eco­no­mico atteso . Di con­se­guenza , è diven­tato un pro­getto bila­te­rale Francia-Italia , ancora in discus­sione e in attesa di appro­va­zione defi­ni­tiva e ulte­riori finan­zia­menti. Il suo com­ple­ta­mento richiede una nuova gal­le­ria lunga 57 chi­lo­me­tri e altri lavori fer­ro­viari per il col­le­ga­mento alla rete esi­stente . L’intera linea Torino-Lione sarebbe di circa 270 km lungo tutta la Valle di Susa ( Nord Ita­lia): è nato un acceso dibat­tito di oppo­si­zione da parte della popo­la­zione locale per oltre 20 anni ( e ancora in corso). I soste­ni­tori della NLTL affer­mano essere essa in grado di tra­sfe­rire grandi fra­zioni di traf­fico merci dalla strada alla fer­ro­via , con con­se­guenti van­taggi ambien­tali . L’analisi costi-benefici gover­na­tiva [ 9], sostiene che entro il 2035 circa 39,9 Mton / anno di merci saranno tra­spor­tate attra­verso la nuova linea attra­verso le valli di Susa e della Mau­rienne, merci che rap­pre­sen­tano circa il 55 % del traf­fico merci totale . Tale ammon­tare si tra­duce in uno scam­bio di merci dieci volte supe­riore rispetto al 2010, in con­tra­sto con l’attuale ten­denza a ridurre il traf­fico com­mer­ciale tra Ita­lia e Fran­cia [ 8 ] . Un resi­duo 45 % del traf­fico ( 1,6 volte il traf­fico 2010) avrebbe dovuto essere tra­sfe­rito via strada dal camion attra­verso il tun­nel del Monte Bianco , che si tra­duce in circa 2 milioni di vei­coli , circa 800.000 oltre i  vei­coli cir­co­lanti nel 2010. Non una dimi­nu­zione del traf­fico stra­dale , in effetti , ma una poten­ziale ridu­zione del pre­vi­sto aumento [ 8 ] .

2.3 Ana­lisi eco­no­mica costi-benefici

Le stime circa gli inve­sti­menti neces­sari e i bene­fici attesi sono state molto incerte fino a poco tempo fa (giu­gno 2012) , quando un’analisi costi-benefici gover­na­tiva è stata final­mente pre­sen­tata [ 9 ] e pub­bli­cata. L’investimento pre­vi­sto era così grande che un piano B è stato messo avanti : invece di una linea di 270 km Torino-Lione , una solu­zione più eco­no­mica ( solo 57 km di tun­nel di base e col­le­ga­menti  alla linea già esi­stente ) è stata pro­po­sta, che si tra­dur­rebbe in un 60 % di abbat­ti­mento dei costi. Stime eco­no­mi­che sono sem­pre stata incerta e sog­getta a cre­scita espo­nen­ziale a causa dei costi reali si è veri­fi­cato e le con­se­guenze della cri­mi­na­lità orga­niz­zata e la cor­ru­zione , durante la costru­zione della Salerno– Milano Alta Velo­cità fer­ro­via­ria , come chia­ra­mente evi­den­ziato dalla Corte dei conti ita­liana , dalla risul­tati di un audit pub­blico effet­tuato da un comi­tato spe­ciale del Par­la­mento ita­liana [ 10 ] e di altri studi acca­de­mici [ 11 ] . Alcune di que­ste fonti hanno for­te­mente messo in dub­bio la vali­dità dell’investimento HSR e la pos­si­bi­lità di un ritorno sul capi­tale investito .

2.4 I costi ambien­tali ed energetici

Un con­fronto tra le diverse moda­lità di tra­sporto è pre­sen­tato , sulla base della let­te­ra­tura pub­bli­cata [ 13–20 ] tra gli altri) e le pre­ce­denti valu­ta­zioni effet­tuate dagli Autori , rife­ren­dosi alla Napoli — Milano HSR come caso di stu­dio [ 8,16 ] . In par­ti­co­lare , le seguenti cate­go­rie di impatto ambien­tale ven­gono con­fron­tati : l’esaurimento delle risorse abio­ti­che , Cumu­la­tive Energy Demand , le emis­sioni di CO2 ( Glo­bal War­ming ) , le emis­sioni di SO2 ( acidificazione ) .

Tre moda­lità di tra­sporto pas­seg­geri ( auto­strada, treno inter­city e treni ad alta velo­cità ) e tre moda­lità di tra­sporto merci ( auto­carri pesanti di tra­sporto , rego­lari treni merci , e un uso ipo­te­tico di capa­cità ele­vata / treno merci ad alta velo­cità ) ven­gono confrontati .

Tutti gli impatti cal­co­lati si rife­ri­scono alle unità fun­zio­nali di 1 p — km e 1 t — km , rispet­ti­va­mente per pas­seg­geri e merci .

Altri tipi di impatti ( estra­zione di mate­riali radioat­tivi e di amianto e rischio idro­geo­lo­gico ) ven­gono valu­tati anche sulla base delle infor­ma­zioni spe­ci­fi­che del sito Val Susa .

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CONTINUA CON LA SECONDA PUNTATA.…..

Biblio­gra­fia

 [1] Lucia Bona­vigo, Mas­simo Zuc­chetti, Dose Cal­cu­la­tion Due To Under­ground Expo­sure: The Tav Tun­nel In Valle Di Susa, 17,9B Fre­se­nius Envi­ron­men­tal Bul­le­tin 1476, 1480 (2008)

[2] Gian­franco Chioc­chia, Marina Cle­rico, Pie­tro Saliz­zoni et al., Impact assess­ment of a rail­way noise in an alpine val­ley, 10th Con­gress Fran­cais de Acou­sti­que, Lyon (2010), avai­la­ble at: http://​areeweb​.polito​.it/​e​v​e​n​t​i​/​T​A​V​S​a​l​u​t​e​/​A​r​t​i​c​o​l​i​/​0​0​0​2​5​6​.​pdf

[3] Angelo Tar­ta­glia, Quali dovreb­bero essere i van­taggi del nuovo col­le­ga­mento tra Torino e Lione?http://​areeweb​.polito​.it/​e​v​e​n​t​i​/​T​A​V​S​a​l​u​t​e​/​A​r​t​i​c​o​l​i​/​T​a​r​t​a​g​l​i​a​.​pdf

[4] See news report for instance: http://​sto​phs2​.org/​n​e​w​s​/​5​9​2​5​-​f​r​e​n​c​h​-​a​c​t​i​o​n​s​-​a​f​f​e​c​t​-​i​t​aly

[5] Donald Gray, Laura Colucci-Gray and Elena Camino: Science, society and sustai­na­bi­lity, Rou­tledge (USA-UK), 2009 (see par­ti­cu­larly cap. 3 Active Citi­zen­ship, a Case Study. The Con­tro­versy of High-Speed Rail in the Susa Valley)

[6] EU, 2000. Com­mis­sion of the Euro­pean Com­mu­ni­ties. Com­mu­ni­ca­tion from the Com­mis­sion on the Pre­cau­tio­nary prin­ci­ple. Bru­xel­les, 2/2/2000. http://​ec​.europa​.eu/​d​g​s​/​h​e​a​l​t​h​_​c​o​n​s​u​m​e​r​/​l​i​b​r​a​r​y​/​p​u​b​/​p​u​b​0​7​_​e​n​.​pdf.

[7] UNESCO, 2005. The Pre­cau­tio­nary Prin­ci­ple. March 2005. World Com­mis­sion on the Ethics of Scien­ti­fic Kno­w­ledge and Tech­no­logy. http://​une​sdoc​.une​sco​.org/​i​m​a​g​e​s​/​0​0​1​3​/​0​0​1​3​9​5​/​1​3​9​5​7​8​e​.​pdf.

[8] CMVSVS, 2012. TAV Val Susa: Una solu­zione in cerca di pro­blema. Ana­lisi tec­nica del docu­mento del Governo Ita­liano datato 21.04.2012. Comi­tato Scien­ti­fico della Comu­nità Mon­tana delle Valli Susa e San­gone.http://areeweb.polito.it/eventi/TAVSalute/ANALISI%20DOCUMENTO%20GOVERNO%20284.06.12.pdf.

[9] Mini­stero Infra­strut­ture e Tra­sporti, 2012. CONFERENZA STAMPA DI PRESENTAZIONE DEL PROGETTO E DELL’ANALISI COSTI BENEFICI. Roma, 26 aprile 2012.

[10] Impo­si­mato, F., Prov­vi­sio­nato, S., Pisauro, G., 1999. Cor­ru­zione ad Alta Velo­cità. Viag­gio nel governo invi­si­bile. KOINè Nuove Edi­zioni, pp. 191.

[11] Paolo Beria, Raf­faele Gri­maldi, 2011. An Early Eva­lua­tion of Ita­lian High Speed Pro­jects. Tema, 4(3): 15–28. http://​www​.tema​.unina​.it. ISSN 1970–9870

[12] Marco Ponti, Com­pe­ti­tion and Regu­la­tion in the Public Choice Per­spec­tivein 16th Inter­na­tio­nal Sym­po­sium on Theory and Prac­tice in Trans­port Eco­no­mics, 247, 259 (2005)

[13] Che­ster, M.V., A. Hor­vath, and Samer Mada­nat, 2009. Par­king infra­struc­ture: energy, emis­sions, and auto­mo­bile life-cycle envi­ron­men­tal accoun­ting. Envi­ron. Res. Lett. 5(3): 1–8

[14] Gros­srie­der, C., 2011. Life-Cycle assess­ment of Future High­speed Rail in Nor­way. Nor­we­gian Uni­ver­sity of Science and Tech­no­logy, Depart­ment of Energy and Pro­cess Engi­nee­ring. http://​daim​.idi​.ntnu​.no/​m​a​s​t​e​r​o​p​p​g​a​v​e​r​/​0​0​6​/​6​2​6​5​/​t​i​t​t​e​l​s​i​d​e​.​pdf

[15] Åker­man, J., 2011. The role of high-speed rail in miti­ga­ting cli­mate change – The Swe­dish case Euro­pa­ba­nan from a life cycle per­spec­tive. Trans­por­ta­tion Research Part D 16: 208–217

[16] M. Fede­rici, S. Ulgiati, R. Basosi, A ther­mo­dy­na­mic, envi­ron­men­tal and mate­rial flow ana­ly­sis of the Ita­lian high­way and rail­way trans­port systems, 33,5 Energy 760, 775 (2008).

[17] Fede­rici, M., S. Ulgiati, R. Basosi, 2009. Air ver­sus ter­re­strial trans­port moda­li­ties: An energy and envi­ron­men­tal com­pa­ri­sonEnergy, 34(10): 1493–1503

[18] MVV, 2009. MVV Con­sul­ting Trac­te­bel Engi­nee­ring e GDFSUEZ:http://​ec​.europa​.eu/​t​r​a​n​s​p​o​r​t​/​i​n​f​r​a​s​t​r​u​c​t​u​r​e​/​s​t​u​d​i​e​s​/​d​o​c​/​p​r​e​s​e​n​t​a​t​i​o​n​_​h​i​g​h​_​s​p​e​e​d​_​r​a​i​l​_​0​9​0​4​2​4​.​p​p​t​.​pdf

[19] Pre­ston, J., 2009. The Case for High Speed Rail: A review of recent evi­dence. A Report to the Royal Auto­mo­bile Club Foun­da­tion for Moto­ring, Lon­don (UK), www​.rac​foun​da​tion​.org. Report No. 09/128. Pp.30.

[20] Spiel­mann, M., de Haan, P., and Scholz, R.W., 2008. Envi­ron­men­tal rebound effects of high-speed trans­port tech­no­lo­gies: a case study of cli­mate change rebound effects of a future under­ground maglev train system. Jour­nal of Clea­ner Pro­duc­tion 16 (2008) 1388–1398.

[21] Ruz­ze­nenti, F., Fede­rici, M., Basosi, R., 2006. Energy Effi­ciency and struc­tu­ral change in pro­duc­tion: an ana­ly­sis of long-term impacts in the road freight trans­port sec­tor. Book of Pro­cee­dings of the Bien­nial Iner­na­tio­nal Work­shop “Advan­ces in Enrgy Stu­dies. Per­spec­ti­ves on Energy Future”, Porto Venere, Italy, 12–16 Sep­tem­ber 2006. S. Ulgiati, S. Bar­gi­gli, M.T. Brown, M. Giam­pie­tro, R.A. Heren­deen and K. Mayumi Editors.

[22] Ruz­ze­nenti, F. and Basosi, R., 2008. The role of the power/efficiency miscon­cep­tion in the rebound effect’s size debate: Does effi­ciency actually lead to a power enhan­ce­ment? Energy Policy, 36(9):3626–3632.

[23] Ita­lian Govern­ment: col­lec­tion of docu­ments on the HSR que­stion, 2012. See: http://​www​.governo​.it/​G​o​v​e​r​n​o​I​n​f​o​r​m​a​/​D​o​s​s​i​e​r​/​T​A​V​/​T​A​V​_​r​i​s​p​o​s​t​e​_​o​s​s​e​r​v​a​z​i​o​n​i​_​c​o​m​u​n​i​t​a​_​m​o​n​t​a​n​a​.​pdf

[24] Net­work Rail, 2009. New Lines Pro­gramme. Com­pa­ring the Envi­ron­men­tal Impact of Con­ven­tio­nal and High Speed Rail. http://​www​.net​wor​krail​.co​.uk/​n​e​w​l​i​n​e​s​p​r​o​g​r​a​m​me/.

[25] Tra­volti Dall’alta Vora­cità (Clau­dio Can­celli, Giu­seppe Sergi, Mas­simo Zuc­chetti, ed. 2006)

[26] Fede­rica Appiotti, Fau­sto Marin­cioni, The Lyon-Turin High-Speed Rail: The Public Debate and Per­cep­tion of Envi­ron­men­tal Risk in Susa Val­ley, Italy, 43 Envi­ron­men­tal Mana­ge­ment 863, 875 (2009)

[27] Mas­simo Zuc­chetti, 2012. Rail­way Rela­ted Soil Pol­lu­tion: The Turin-Lyon High-Speed Rail Case, Paper S12.01-P –34, p.127. Con­fe­rence Euro­Soil 2012, Bari (Italy), see:http://www.eurosoil2012.eu/download/300/Final%20Programme .

[28] ARPA Pie­monte, 1997. Let­ter, Octo­ber 9th 1997, prot. n. 3065, seehttp://​www​.ambien​te​val​susa​.it/​I​m​a​g​e​s​/​u​r​a​n​i​o​-​a​m​i​a​n​t​o​/​a​r​p​a​.​jpg

[29] ARPA Pie­monte Report, 1998. ARPA Pie­monte, Dipar­ti­mento Sub­pro­vin­ciale di Ivrea, “Rela­zione tec­nica sul pro­blema della radioat­ti­vità in Val di Susa”. Report n. 193/IR (1998); signed Giam­paolo Ribaldi, 19.2.1998, rif. IR/49, prot. 1798. (in italian)

[30] Ita­lian Law, 1995: Decreto Legi­sla­tivo del Governo n° 230 del 17/03/1995, as modi­fied by: D.Lgs. n°241 del 26/05/2000.

[31] M. Zuc­chetti, 2005. Con­sul­tant Report for The Asso­cia­tion of vil­la­ges of the Susa Val­ley (Comu­nità Mon­tana della Val Susa e Val San­gone: CMVSS,www​.cmvss​.it), Poli­tec­nico di Torino Report, 2005. Avai­la­ble at: http://​staff​.polito​.it/​m​a​s​s​i​m​o​.​z​u​c​c​h​e​t​t​i​/​S​e​c​o​n​d​a​_​R​e​l​a​z​i​o​n​e​.​pdf

[32] Ita­lian Law, 1992: Legge n. 257/92, avai­la­ble in Suppl. Ord. n. 64 alla Gazz. Uff. n. 87, Serie Gene­rale, Parte Prima del 13.4.92.

[33] R. Sac­chi, 2004. Studi geo­lo­gici in Val Susa fina­liz­zati ad un nuovo col­le­ga­mento fer­ro­via­rio Torino-Lione, Report of the Museo Scienze Natu­rali, Torino (Italy), n.41. ISBN-10: 8886041594.

[34] Mario Cavar­gna, 2006. Il pro­blema dell’amianto accom­pa­gna la sto­ria recente della Valle Susa. Ric­cardo Pavia, 2006. Amianto e ura­nio in Valle Susa: quali peri­coli si cor­rono?. Marco Toma­lino, 2006. TAV e amianto, quale rischio per la Valle Susa?. Three papers in: Medi­cina Demo­cra­tica, 165–167 (2006) 67–90.

[35] R. Com­pa­gnoni e C. Groppo, 2006. “Gli amianti in Val di Susa e le rocce che li con­ten­gono”, Rend. Soc. Geol. It., 3 (2006), Nuova Serie, 21–28.

[36] A. Alla­sio, 2006. The High Speed and High Capa­city rail­way Turin-Lyon, Report for The Asso­cia­tion of vil­la­ges of the Susa Val­ley (Comu­nità Mon­tana della Val Susa e Val San­gone: CMVSS, www​.cmvss​.it )

[37] F. Pasquali (ed.), “Osser­va­to­rio Col­le­ga­mento Fer­ro­via­rio Torino-Lione. Qua­derno n.8. Ana­lisi costi-benefici. Ana­lisi Glo­bale e rica­dute sul ter­ri­to­rio”, May 2012, avai­la­ble at: http://​www​.regione​.pie​monte​.it/​s​p​e​c​i​a​l​i​/​n​u​o​v​a​_​T​o​r​i​n​o​L​i​o​n​e​/​d​w​d​/​q​u​a​d​e​r​n​i​/​q​u​a​d​e​r​n​o​8​.​zip

Impatto ambientale della Nuova Linea Torino-Lione — 2

http://www.notav.info/post/impatto-ambientale-della-nuova-linea-torino-lione-2/

Pubblichiamo in tre parti il documento redatto dai componenti del gruppo di lavoro sul TAV della Comunità Montana Val Susa e Val Sangone che uscirà nei prossimi giorni in lingua inglese su una rivista internazionale. (qui la prima)

dal Blog LO SCIENZIATO BORDERLINE di Massimo Zucchetti su Il Manifesto

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Impatto ambien­tale della Nuova Linea Fer­ro­via­ria Torino-Lione

M. Cle­rico1, L.Giunti2, L.Mercalli3, M. Ponti4, A. Tar­ta­glia1, S.Ulgiati5, M. Zuc­chetti1

1 Poli­tec­nico di Torino

2 Com­mis­sione Tec­nica della Comu­nità Montana

3 SMI – Società Meteo­ro­lo­gica Italiana

4 Poli­tec­nico di Milano

5 Uni­ver­sità Par­the­nope di Napoli

Ecco la seconda parte. La prima parte qui.

L’articolo com­pleto in inglese QUI.

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3 . Risul­tati principali

3.1 Valu­ta­zioni eco­no­mi­che costi-benefici

Per quanto riguarda il tra­sporto , il pro­blema cen­trale è che il tra­sporto merci su rotaia in Ita­lia avviene a una velo­cità media di 19 chi­lo­me­tri all’ora [3], visto che i treni sono spesso deviati e par­cheg­giati nelle sta­zioni di tran­sito, per for­nire prio­rità ai treni pas­seg­geri . Que­sto è il prin­ci­pale osta­colo su cui lavo­rare per  miglio­rare la situa­zione. E’ un con­tro­senso che le mate­rie prime deb­bano arri­vare dalla Fran­cia a una velo­cità di 150 chi­lo­me­tri all’ora e poi deb­bano fer­marsi e tra­scor­rere la mag­gior parte del loro tempo in una sta­zione di tran­sito quando arri­vano in Italia.

Per quanto riguarda i pas­seg­geri , ha senso par­lare di Alta Velo­cità quando i tra­gitti sono più lun­ghi di 250–300 km. In Ita­lia, se guar­diamo da vicino le sta­ti­sti­che dei tra­sporti fer­ro­viari [ 3,7 ], pos­siamo vedere che l’80% della domanda di tra­sporto pas­seg­geri è per viaggi brevi , di meno di 100 km . E ‘vero che i treni ita­liani sono sovrac­ca­ri­chi di pas­seg­geri su alcune rotte , ma solo poche per­sone vanno da un capo all’altro del paese, traendo reale van­tag­gio dell’alta velo­cità ( anche in con­si­de­ra­zione dell’offerta cre­scente di tariffe aeree a basso costo , in com­pe­ti­zione con prezzi ele­vati dei biglietti HSR ).

Per quanto riguarda la NLTL, costi e stime uffi­ciali devono rife­rirsi a tutta la linea (270 km), non solo per il tun­nel di base ( 57 km) . Gli inve­sti­menti pre­vi­sti sono di circa 22 miliardi di euro, ma l’esperienza pre­ce­dente mostra che le pre­vi­sioni risul­tano molto infe­riori ai costi reali finali. Il TAV Milano-Salerno, già costruito, è costato tre volte di più rispetto alle pre­vi­sioni [ 12 ]; i bene­fici per i pas­seg­geri a lunga distanza in ter­mini di tempo rispar­miato non pos­sono essere igno­rati, ma sono con­tro­bi­lan­ciati da tariffe molto più alte, e  dall’enorme costo dell’investimento glo­bale. Una valu­ta­zione costi-benefici ex post pub­bli­cata da Beria e Gri­maldi [ 11 ] nel 2011 mostra che anche i prezzi alti dei biglietti sulla linea TAV Milano — Salerno non ripa­gano l’investimento a lungo ter­mine e i costi ope­ra­tivi. L’attuazione della Torino-Lione sarebbe pro­ba­bil­mente anche peg­gio, dato che il numero pre­vi­sto di pas­seg­geri è molto basso: la linea dovrà per­tanto essere uti­liz­zata essen­zial­mente per il tra­sporto di merci, una moda­lità che è stata in calo negli ultimi 10 anni [3 ] e che sem­bra avere pro­spet­tive di cre­scita limi­tate, a causa della futura con­cor­renza del nuovo tun­nel del Got­tardo attra­verso il con­fine Italia-Svizzera , che pre­vede di atti­rare la mag­gior parte del traf­fico in dire­zione Nord-Sud . Inol­tre, la linea esi­stente , recen­te­mente ristrut­tu­rata e miglio­rata , può tra­spor­tare fino a 20 milioni di ton­nel­late [ 3 ] , una capa­cità che è molto lon­tana dall’essere satura nel breve — medio ter­mine: ora, siamo a meno di un decimo di quella capacità.

Per quanto riguarda i costi di costru­zione e di fun­zio­na­mento , all’inizio è stato sti­mato che l’intera rete ad alta velo­cità ita­liana ( e non solo il pro­getto HSR Torino-Lione) ripa­ghe­rebbe il 60 % dei suoi costi . Poi que­sta stima è dimi­nuita fino al 40 % e, infine, si è sta­bi­lito che il 40% non include i costi per i “nodi” vicini alle città, molto costosi. Secondo simu­la­zioni in [ 7 ] , la stima finale è di circa 20 % . Per quanto riguarda la NLTL, anche il 20 % pro­ba­bil­mente non sarà rag­giunto (nes­suna seria ana­lisi finan­zia­ria è comun­que ancora dispo­ni­bile ) , e lo Stato dovrebbe coprire pra­ti­ca­mente il 100 % dei costi . La Torino-Lione è quindi un monu­mento alla dis­si­pa­zione: costerà 2 o 3 volte le spese sti­mate per il sem­pre rin­viato ed ora annul­lato ponte sullo Stretto di Mes­sina, del quale sarebbe altret­tanto inutile.

Per quanto riguarda il pre­teso “ritorno” sull’occupazione, occorre dire che al giorno d’oggi i grandi pro­getti hanno un effetto mol­ti­pli­ca­tore mode­sto: i lavo­ra­tori manuali non sono impie­gati come erano nel 1800, e il numero di occu­pati nei lavori del TAV ver­rebbe pagato a prezzo caris­simo rispetto ad esem­pio ad altre opere pub­bli­che di mag­giore uti­lità. Inol­tre, il valore turi­stico ben noto del pae­sag­gio ita­liano ( con il pre­vi­sto aumento di visi­ta­tori pro­ve­nienti da paesi poco svi­lup­pati ) dovrebbe impe­dire di attuare ulte­riori infra­strut­ture degra­danti il pae­sag­gio, con­si­gliando modi molto migliori per inve­stire il denaro pub­blico e pri­vato , per un mag­giore ritorno in ter­mini di ricavi e di posti di lavoro.

3.2 Ambiente ed Energia

Valu­tare i costi dei mate­riali e dell’energia , non­ché i flussi delle emis­sioni inqui­nanti per la costru­zione e l’esercizio della fer­ro­via ad alta velo­cità ita­liana non è un com­pito facile , a causa della man­canza di dati tra­spa­renti che cir­conda l’intero pro­cesso. Sarebbe molto utile (e rien­tre­rebbe nei diritti dei cit­ta­dini di essere ade­gua­ta­mente infor­mati in base alla con­ven­zione di Aarhus,http://​www​.unece​.org/​e​n​v​/​p​p​/​i​n​t​r​o​d​u​c​t​i​o​n​.​h​tml), vedere attuata una valu­ta­zione del ciclo com­pleto di vita (LCA = Life Cycle Assess­ment)  dell’intero pro­getto (costru­zione delle infra­strut­ture e fase ope­ra­tiva ) da un team di esperti terzi. I risul­tati delle valu­ta­zioni ambien­tali sono molto sen­si­bili a fat­tori quali utenza (fat­tore di carico ) , mix elet­trico di un paese, reale uti­lizzo da parte dei pas­seg­geri e traf­fico merci (molto incerto al momento ) , ripar­ti­zione dei costi di infra­strut­tura fra tra­sporto pas­seg­geri e merci, aspetti spe­ci­fici del sito . Di con­se­guenza , tutti gli studi e le stime effet­tuate finora sono ric­che di incer­tezze e dipen­dono su ipo­tesi tal­volta arbi­tra­rie . Abbiamo per­so­nal­mente iden­ti­fi­cato l’esistenza di ipo­tesi molto arbi­tra­rie negli studi di valu­ta­zione di LCA e di impatto svolte basan­dosi su soft­ware com­mer­ciale come pure nei rap­porti uffi­ciali pub­bli­cati a soste­gno della NLTL.

Tut­ta­via, gli studi scien­ti­fici pub­bli­cati [11–16 ] pos­sono con­sen­tire almeno un stima cau­te­la­tiva degli impatti (Tabelle 1 e 2 ) .

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Le tabelle si basano sui valori medi (basati su stime e rap­porti pub­bli­cati ) dei mate­riali e flussi di ener­gia per la costru­zione e il fun­zio­na­mento del TAV Napoli — Milano [ 16,17 ]; i risul­tati sono stati con­fron­tati con la let­te­ra­tura pub­bli­cata a livello inter­na­zio­nale , tenendo in debito conto la varia­bi­lità di utenza e mix elet­trico. Il tra­sporto fer­ro­via­rio ad alta velo­cità mostra sem­pre la peg­giore per­for­mance rispetto alla fer­ro­via ordi­na­ria e all’auto tra­sporto extraur­bano, fatta ecce­zione per la cate­go­rie di impatto cumu­la­tivo della domanda di ener­gia e le emis­sioni di CO2 , dove le pre­sta­zioni del tra­sporto con auto sono le peggiori.

Altre pre­vi­sioni sulle emis­sioni di CO2 sono state fatte da isti­tuti di ricerca inter­na­zio­nali. Il tede­sco MVV Con­sul­ting [ 18 ] ha sti­mato circa 31,5 g CO2/p-km per l’HSR ita­liano nel 2009 , con pro­ie­zioni di un ulte­riore calo a 22,5 g CO2/p-km nel 2020 , a causa del pre­vi­sto aumento del traf­fico pas­seg­geri . Men­tre Fede­rici et al [ 16 ] han cal­co­lato 48 g CO2/p-km , sulla base di un fat­tore di carico di circa il 60 % dei posti dispo­ni­bili , Che­ster e Hor­vath ( 2009;http://​www​.sustai​na​ble​-trans​por​ta​tion​.com) han sti­mato 80 g CO2/p-km per il 90 % di occu­pa­zione posti a sedere e fino a 700 g CO2/p-km per un tasso di occu­pa­zione del 10 % più basso; in Cali­for­nia . Infine , Pre­ston [ 19 ] ha esa­mi­nato un certo numero di rela­zioni pub­bli­che e pri­vate circa il tra­sporto fer­ro­via­rio ad alta velo­cità in Giap­pone, Fran­cia , Spa­gna e Ger­ma­nia , e ha ripor­tato valori medi di 0,5 MJ / p — km per fer­ro­via Inter­city ( fat­tore di carico del 44% ) , 1,08 MJ / p — km per HSR ( fat­tore di carico del 49% ) e 0.94 MJ / p — km per il traf­fico auto stra­dale ( fat­tore di carico del 36% ) . I valori di Pre­ston non inclu­dono i costi ener­ge­tici delle infra­strut­ture ( a dif­fe­renza delle tabelle 1 e 2 ) , che Pre­ston rico­no­sce nel suo lavoro facendo rife­ri­mento a Che­ster e Hor­vath [13]: stime che allo­cano i costi ener­ge­tici delle infra­strut­ture per quanto riguarda le emis­sioni di auto­strade , fer­ro­via e aereo in per­cen­tuali rispet­ti­va­mente del 63 % , 155 % e 31% .

CONTINUA CON LA TERZA PARTE

Biblio­gra­fia

 

[1] Lucia Bona­vigo, Mas­simo Zuc­chetti, Dose Cal­cu­la­tion Due To Under­ground Expo­sure: The Tav Tun­nel In Valle Di Susa, 17,9B Fre­se­nius Envi­ron­men­tal Bul­le­tin 1476, 1480 (2008)

[2] Gian­franco Chioc­chia, Marina Cle­rico, Pie­tro Saliz­zoni et al., Impact assess­ment of a rail­way noise in an alpine val­ley, 10th Con­gress Fran­cais de Acou­sti­que, Lyon (2010), avai­la­ble at: http://​areeweb​.polito​.it/​e​v​e​n​t​i​/​T​A​V​S​a​l​u​t​e​/​A​r​t​i​c​o​l​i​/​0​0​0​2​5​6​.​pdf

[3] Angelo Tar­ta­glia, Quali dovreb­bero essere i van­taggi del nuovo col­le­ga­mento tra Torino e Lione?http://​areeweb​.polito​.it/​e​v​e​n​t​i​/​T​A​V​S​a​l​u​t​e​/​A​r​t​i​c​o​l​i​/​T​a​r​t​a​g​l​i​a​.​pdf

[4] See news report for instance: http://​sto​phs2​.org/​n​e​w​s​/​5​9​2​5​-​f​r​e​n​c​h​-​a​c​t​i​o​n​s​-​a​f​f​e​c​t​-​i​t​aly

[5] Donald Gray, Laura Colucci-Gray and Elena Camino: Science, society and sustai­na­bi­lity, Rou­tledge (USA-UK), 2009 (see par­ti­cu­larly cap. 3 Active Citi­zen­ship, a Case Study. The Con­tro­versy of High-Speed Rail in the Susa Valley)

[6] EU, 2000. Com­mis­sion of the Euro­pean Com­mu­ni­ties. Com­mu­ni­ca­tion from the Com­mis­sion on the Pre­cau­tio­nary prin­ci­ple. Bru­xel­les, 2/2/2000. http://​ec​.europa​.eu/​d​g​s​/​h​e​a​l​t​h​_​c​o​n​s​u​m​e​r​/​l​i​b​r​a​r​y​/​p​u​b​/​p​u​b​0​7​_​e​n​.​pdf.

[7] UNESCO, 2005. The Pre­cau­tio­nary Prin­ci­ple. March 2005. World Com­mis­sion on the Ethics of Scien­ti­fic Kno­w­ledge and Tech­no­logy. http://​une​sdoc​.une​sco​.org/​i​m​a​g​e​s​/​0​0​1​3​/​0​0​1​3​9​5​/​1​3​9​5​7​8​e​.​pdf.

[8] CMVSVS, 2012. TAV Val Susa: Una solu­zione in cerca di pro­blema. Ana­lisi tec­nica del docu­mento del Governo Ita­liano datato 21.04.2012. Comi­tato Scien­ti­fico della Comu­nità Mon­tana delle Valli Susa e San­gone.http://areeweb.polito.it/eventi/TAVSalute/ANALISI%20DOCUMENTO%20GOVERNO%20284.06.12.pdf.

[9] Mini­stero Infra­strut­ture e Tra­sporti, 2012. CONFERENZA STAMPA DI PRESENTAZIONE DEL PROGETTO E DELL’ANALISI COSTI BENEFICI. Roma, 26 aprile 2012.

[10] Impo­si­mato, F., Prov­vi­sio­nato, S., Pisauro, G., 1999. Cor­ru­zione ad Alta Velo­cità. Viag­gio nel governo invi­si­bile. KOINè Nuove Edi­zioni, pp. 191.

[11] Paolo Beria, Raf­faele Gri­maldi, 2011. An Early Eva­lua­tion of Ita­lian High Speed Pro­jects. Tema, 4(3): 15–28. http://​www​.tema​.unina​.it. ISSN 1970–9870

[12] Marco Ponti, Com­pe­ti­tion and Regu­la­tion in the Public Choice Per­spec­tivein 16th Inter­na­tio­nal Sym­po­sium on Theory and Prac­tice in Trans­port Eco­no­mics, 247, 259 (2005)

[13] Che­ster, M.V., A. Hor­vath, and Samer Mada­nat, 2009. Par­king infra­struc­ture: energy, emis­sions, and auto­mo­bile life-cycle envi­ron­men­tal accoun­ting. Envi­ron. Res. Lett. 5(3): 1–8

[14] Gros­srie­der, C., 2011. Life-Cycle assess­ment of Future High­speed Rail in Nor­way. Nor­we­gian Uni­ver­sity of Science and Tech­no­logy, Depart­ment of Energy and Pro­cess Engi­nee­ring. http://​daim​.idi​.ntnu​.no/​m​a​s​t​e​r​o​p​p​g​a​v​e​r​/​0​0​6​/​6​2​6​5​/​t​i​t​t​e​l​s​i​d​e​.​pdf

[15] Åker­man, J., 2011. The role of high-speed rail in miti­ga­ting cli­mate change – The Swe­dish case Euro­pa­ba­nan from a life cycle per­spec­tive. Trans­por­ta­tion Research Part D 16: 208–217

[16] M. Fede­rici, S. Ulgiati, R. Basosi, A ther­mo­dy­na­mic, envi­ron­men­tal and mate­rial flow ana­ly­sis of the Ita­lian high­way and rail­way trans­port systems, 33,5 Energy 760, 775 (2008).

[17] Fede­rici, M., S. Ulgiati, R. Basosi, 2009. Air ver­sus ter­re­strial trans­port moda­li­ties: An energy and envi­ron­men­tal com­pa­ri­sonEnergy, 34(10): 1493–1503

[18] MVV, 2009. MVV Con­sul­ting Trac­te­bel Engi­nee­ring e GDFSUEZ:http://​ec​.europa​.eu/​t​r​a​n​s​p​o​r​t​/​i​n​f​r​a​s​t​r​u​c​t​u​r​e​/​s​t​u​d​i​e​s​/​d​o​c​/​p​r​e​s​e​n​t​a​t​i​o​n​_​h​i​g​h​_​s​p​e​e​d​_​r​a​i​l​_​0​9​0​4​2​4​.​p​p​t​.​pdf

[19] Pre­ston, J., 2009. The Case for High Speed Rail: A review of recent evi­dence. A Report to the Royal Auto­mo­bile Club Foun­da­tion for Moto­ring, Lon­don (UK), www​.rac​foun​da​tion​.org. Report No. 09/128. Pp.30.

[20] Spiel­mann, M., de Haan, P., and Scholz, R.W., 2008. Envi­ron­men­tal rebound effects of high-speed trans­port tech­no­lo­gies: a case study of cli­mate change rebound effects of a future under­ground maglev train system. Jour­nal of Clea­ner Pro­duc­tion 16 (2008) 1388–1398.

[21] Ruz­ze­nenti, F., Fede­rici, M., Basosi, R., 2006. Energy Effi­ciency and struc­tu­ral change in pro­duc­tion: an ana­ly­sis of long-term impacts in the road freight trans­port sec­tor. Book of Pro­cee­dings of the Bien­nial Iner­na­tio­nal Work­shop “Advan­ces in Enrgy Stu­dies. Per­spec­ti­ves on Energy Future”, Porto Venere, Italy, 12–16 Sep­tem­ber 2006. S. Ulgiati, S. Bar­gi­gli, M.T. Brown, M. Giam­pie­tro, R.A. Heren­deen and K. Mayumi Editors.

[22] Ruz­ze­nenti, F. and Basosi, R., 2008. The role of the power/efficiency miscon­cep­tion in the rebound effect’s size debate: Does effi­ciency actually lead to a power enhan­ce­ment? Energy Policy, 36(9):3626–3632.

[23] Ita­lian Govern­ment: col­lec­tion of docu­ments on the HSR que­stion, 2012. See: http://​www​.governo​.it/​G​o​v​e​r​n​o​I​n​f​o​r​m​a​/​D​o​s​s​i​e​r​/​T​A​V​/​T​A​V​_​r​i​s​p​o​s​t​e​_​o​s​s​e​r​v​a​z​i​o​n​i​_​c​o​m​u​n​i​t​a​_​m​o​n​t​a​n​a​.​pdf

[24] Net­work Rail, 2009. New Lines Pro­gramme. Com­pa­ring the Envi­ron­men­tal Impact of Con­ven­tio­nal and High Speed Rail. http://​www​.net​wor​krail​.co​.uk/​n​e​w​l​i​n​e​s​p​r​o​g​r​a​m​me/.

[25] Tra­volti Dall’alta Vora­cità (Clau­dio Can­celli, Giu­seppe Sergi, Mas­simo Zuc­chetti, ed. 2006)

[26] Fede­rica Appiotti, Fau­sto Marin­cioni, The Lyon-Turin High-Speed Rail: The Public Debate and Per­cep­tion of Envi­ron­men­tal Risk in Susa Val­ley, Italy, 43 Envi­ron­men­tal Mana­ge­ment 863, 875 (2009)

[27] Mas­simo Zuc­chetti, 2012. Rail­way Rela­ted Soil Pol­lu­tion: The Turin-Lyon High-Speed Rail Case, Paper S12.01-P –34, p.127. Con­fe­rence Euro­Soil 2012, Bari (Italy), see:http://www.eurosoil2012.eu/download/300/Final%20Programme .

[28] ARPA Pie­monte, 1997. Let­ter, Octo­ber 9th 1997, prot. n. 3065, seehttp://​www​.ambien​te​val​susa​.it/​I​m​a​g​e​s​/​u​r​a​n​i​o​-​a​m​i​a​n​t​o​/​a​r​p​a​.​jpg

[29] ARPA Pie­monte Report, 1998. ARPA Pie­monte, Dipar­ti­mento Sub­pro­vin­ciale di Ivrea, “Rela­zione tec­nica sul pro­blema della radioat­ti­vità in Val di Susa”. Report n. 193/IR (1998); signed Giam­paolo Ribaldi, 19.2.1998, rif. IR/49, prot. 1798. (in italian)

[30] Ita­lian Law, 1995: Decreto Legi­sla­tivo del Governo n° 230 del 17/03/1995, as modi­fied by: D.Lgs. n°241 del 26/05/2000.

[31] M. Zuc­chetti, 2005. Con­sul­tant Report for The Asso­cia­tion of vil­la­ges of the Susa Val­ley (Comu­nità Mon­tana della Val Susa e Val San­gone: CMVSS,www​.cmvss​.it), Poli­tec­nico di Torino Report, 2005. Avai­la­ble at: http://​staff​.polito​.it/​m​a​s​s​i​m​o​.​z​u​c​c​h​e​t​t​i​/​S​e​c​o​n​d​a​_​R​e​l​a​z​i​o​n​e​.​pdf

[32] Ita­lian Law, 1992: Legge n. 257/92, avai­la­ble in Suppl. Ord. n. 64 alla Gazz. Uff. n. 87, Serie Gene­rale, Parte Prima del 13.4.92.

[33] R. Sac­chi, 2004. Studi geo­lo­gici in Val Susa fina­liz­zati ad un nuovo col­le­ga­mento fer­ro­via­rio Torino-Lione, Report of the Museo Scienze Natu­rali, Torino (Italy), n.41. ISBN-10: 8886041594.

[34] Mario Cavar­gna, 2006. Il pro­blema dell’amianto accom­pa­gna la sto­ria recente della Valle Susa. Ric­cardo Pavia, 2006. Amianto e ura­nio in Valle Susa: quali peri­coli si cor­rono?. Marco Toma­lino, 2006. TAV e amianto, quale rischio per la Valle Susa?. Three papers in: Medi­cina Demo­cra­tica, 165–167 (2006) 67–90.

[35] R. Com­pa­gnoni e C. Groppo, 2006. “Gli amianti in Val di Susa e le rocce che li con­ten­gono”, Rend. Soc. Geol. It., 3 (2006), Nuova Serie, 21–28.

[36] A. Alla­sio, 2006. The High Speed and High Capa­city rail­way Turin-Lyon, Report for The Asso­cia­tion of vil­la­ges of the Susa Val­ley (Comu­nità Mon­tana della Val Susa e Val San­gone: CMVSS, www​.cmvss​.it )

[37] F. Pasquali (ed.), “Osser­va­to­rio Col­le­ga­mento Fer­ro­via­rio Torino-Lione. Qua­derno n.8. Ana­lisi costi-benefici. Ana­lisi Glo­bale e rica­dute sul ter­ri­to­rio”, May 2012, avai­la­ble at: http://​www​.regione​.pie​monte​.it/​s​p​e​c​i​a​l​i​/​n​u​o​v​a​_​T​o​r​i​n​o​L​i​o​n​e​/​d​w​d​/​q​u​a​d​e​r​n​i​/​q​u​a​d​e​r​n​o​8​.​zip

La fiction torinese contro i No Tav

post — 14 gennaio 2014 at 12:11

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da Contropiano – Un grande sceneggiato si aggira per l’Italia. Non ci riferiamo alla fiction-spazzatura “Gli anni spezzati” (che dopo aver dato “il meglio di sè” rovesciando le parti sulla morte di Giuseppe Pinelli e la figura del commissario Luigi Calabresi – è già crollata nel già visto con la puntata dedicata a Mario Sossi). Stiamo parlando invece del melodramma che ha per protagonisti il senatore Stefano Esposito, del Partito Democratico, e il giornalista Massimo Numa, de La Stampa. Il primo teoricamente erede della tradizione Pci-Dc, il secondo noto in gioventù per un fervente libretto in onore di un repubblichino fascista, entrambi in prima fila per il “sì Tav” e la criminalizzazione del movimento in Val Susa.

I giornali di oggi – non tutti, perché la “storiella” puzza così forte da consigliare prudenza anche a molti cronisti mainstream – raccontano le sventure congiunte dei due. Il senatore avrebbe ricevuto fuori della sua porta di casa una busta di spazzatura contenente ben tre molotov, il secondo sarebbe stato pedinato e filmato “per anni” mentre porta a spasso il cane, o in altre scenette familiari.

Scandalo, condanna, solidarietà, indignazione. E soprattutto: allarme, “il terrorismo” è alle porte!

Alcuni di noi non sono giovanissimi e ne hanno viste di tutti i colori, negli ultimi 50 anni. Quindi un po’ di “esperienza” l’abbiamo conservata. E sappiamo distinguere – non “a naso”, ma studiando fatti e/testimonianze – i fatti dalle sceneggiature. Sappiamo insomma che nella letteratura può accadere di tutto, nella realtà i limiti “fisici” si fanno sentire con molta forza.

Vediamo dunque cosa è successo e come “ce la raccontano”.

Dice Esposito, in una chiacchierata all’Huffington Post italiano, che il giornalista Numa si è recato a trovarlo a casa, alcuni giorni fa, per fargli vedere o parlargli di un video messo in rete (su Vimeo), dove viene sintetizzata la sua vita quotidiana, le sue abitudini, le sue auto, ecc.

Già qui sorge un problema: un cronista di “nera” come Numa conosce e frequenta – per puro mestiere, sia chiaro – più poliziotti e giudici che non persone normali. Dalla mattina alla notte, insomma. Deve contattare “uomini della legge” per verificare le notizie in suo possesso, farsene dare di nuove o fornirne a sua volta (questo tipo di “fonti” sono molto esigenti con i giornalisti che costruiscono la propria carirera – e il relativo stipendio – sulle “soffiate” provenienti da questure e tribunali). Possibile che la prima persona che gli viene in mente di contattare, quando scopre il minacciosissimo video, è il senatore Esposito?

Vabbeh, passiamoci sopra. Presumiamo che la scoperta l’abbia “turbato” e quindi fatto agire in modo irriflessivo.

Prosegue, Esposito, raccontando all’HuffPost che non l’ha ricevuto in casa, ma sarebbe sceso con lui in strada, anzi “ai giardinetti” vicini la propria abitazione. Forse per non allarmare i familiari… Questo piccolo episodio “privato” sarebbe stato però a sua volta “visionato” da ignoti para-terroristi “legati ai No Tav”. Gli stessi che gli avrebbero fatto trovare le molotov sul pianerottolo, fuori la porta.

Sorvoliamo anche sulle “certezze” che Esposito e Numa nutrono sulla matrice di video e molotov. Restiamo sulle loro dichiarazioni e sugli articoli cui fanno da “fonte” (come quello apparso su La Stampa; non è una presunzione eccessiva ritenere che il collega Laugeri abbia estesamente consultato Numa per riportarne la storia).

Il video – come descritto dall’articolo – sintetizzerebbe “Tre anni di «indagini». Pedinamenti, inseguimenti in auto, appostamenti. Ore di registrazioni, poi sintetizzate in un video di 4 minuti, inviato alle 16,22 dell’8 gennaio a una mezza dozzina di indirizzi mail di altrettanti media nazionali e sulla casella elettronica personale di Massimo Numa, il cronista de «La Stampa» preso di mira.

Vive sotto scorta dal 3 ottobre, quando gli è stato recapitato in redazione un hard-disc (scusate, l’ha scritto proprio così, ndr) imbottito di «nitrocellulosa». Per uccidere”.

Sentite anche voi quella musichetta inquietante che “entra” sempre nei momenti topici di un qualsiasi filme? Beh, anche noi. Il problema ci sembra abbastanza semplice, quasi aritmetico. Una “indagine” di tre anni, in una città come Torino e con “obiettivi” come Numa – da oltre tre mesi sotto scorta! ovvero accompagnato quotidianamente da diversi agenti di polizia o equivalenti – richiede una quantità sconcertante di “forza lavoro”. Insomma: persone (“terroristi”, quindi dotati di una certa “professionalità operativa”, visto che il “cronista di nera” non si è accorto di nulla per ben 36 mesi) che passano ore nei pressi delle sue finestre di casa o lavoro (La Stampa, non proprio un luogo dove si possa stare a lungo senza essere notati…), si danno i turni (anche un “terrorista”, dopo un po’ di ore, dovrebbe chiedere il cambio), si alternano nell’”inseguimento in auto” (anche il più distratto di voi, se vede una macchina che fa il suo identico percorso per mezz’ora, comincia a mangiare la foglia…), vengono sostituite se hanno l’impressione che “l’obiettivo” li abbia notati, ecc. Il tutto in un ambiente metropolitano saturo di telecamere, cellulari, controlli di polizia, intercettazioni telefoniche, ecc. Ha quasi del miracoloso…

Facciamo due conti: decine di persone – pardon – “terroristi” che vivono tre anni soltanto per Numa. Gente che ha bisogno di mangiare, di spostarsi, di mettere la benzina nelle macchine usate per gli “inseguimenti”, ecc. Diciamo con una spesa di qualche centinaio di migliaia di euro? Diciamolo…

La domanda sorge immediata: ma dove cavolo la vedete voi un’organizzazione del genere, nell’Italia di oggi?

Soprattutto: quale sarebbe stato lo scopo di questa gigantesca operazione? Mettere un video su Youtube (pardon, Vimeo è un equivalente meno frequentato)? Diamine, che investimento da pirla…

Se invece le riprese fossero state fatte da “amici” dello stesso Numa, magari da un paio delle decine di poliziotti che conosce o che lo accompagnano, allora quelle riprese non sarebbero costate praticamente nulla (e in ogni caso le avreemmo pagate noi, con le tasse).

Quale ipotesi vi sembra più probabile? Potete vincere cinque centesimi ossidati…

Passiamo all’altro eroe della storia. Il senatore Esposito, sull’HuffPost, si dipende come uno uomo stanco di essere sotto tiro, minacciato, isolato. Isolato? Un parlamentare spesso in prima pagina, eletto nel partito-pilastro del governo? Un idolo delle imprese costruttrici della Tav (peccato che alcune siano legate alla ‘ndragheta, ops…)? Uno che ammette – anche lui, che noia – di “vivere blindato”? Uno che “Ho dovuto accettare la scorta e mettere telecamere a casa. E tre mesi fa ho dovuto portare mia moglie a partorire su un’auto blindata. È tutto molto difficile da accettare”.

Alt, fermo immagine, please. “Vive sotto scorta”, e non si potevano nutrire dubbi, visto quante volte aveva provocato “i terroristi” No Tav, arrivando a sfidarli – da molto lontano – a uno scontro fisico.

Altro fermo immagine. “Ha dovuto (accettare che fossero messe) telecamere a casa”. A occhio lungo la via dove abita, all’interno del portone o delle scale, fuori della sua porta. Più d’una, naturalmente, altrimenti si rischia di fare la stessa figuraccia di Belpietro (altro attentato-fantasma, famoso per qualche giorno e poi finito in qualche cassetto di “scherzi a parte”).

E tutta questa parure di telecamere non ha inquadrato nemmeno di sguincio “il terrorista” – o più d’uno – che hanno avuto la sfrontatezza di portare la busta con le molotov sul pianerottolo? Non ci si può più fidare nemmeno della tecnologica, signora mia, tutti complici dei No Tav…

Conclusione sintetica. È uno sceneggiato per palati fessi (la stragrande maggioranza, ahinoi, in questo paese e di questi tempi). Fatto male, girato con quattro soldi contando sullacomplicità dei media mainstream. Un episodio di costruzione del “nemico pubblico”, che va – con una coincidenza si tempi degna di Hitchcock – insieme alle motivazioni con cui il Tribunale del riesame di Torino ha confermato gli arresti di quattro attivisti accusandoli di “terrorismo” e persino a “Gli anni spezzati”.

A ben pensarci, visto il tratto grossier della trama e delle concatenazioni, gli sceneggiatori sembrano praticamente gli stessi: ex fascisti ed ex Pci “uniti nella lotta” ai No Tav (Adalberto Baldoni, Luciano Garibaldi e Sandro Provvisionato nel caso della fiction Rai; Massimo Numa, Stefano Esposito e Giancarlo Caselli in quello della fictionStampa).

Gli “opposti centrismi” al tempo del governo della Troika.

*****

Giornalista pedinato e filmato per 2 anni

Nuova intimidazione al cronista de La Stampa che da ottobre è sotto scorta
per le minacce di estremisti No Tav

Claudio Laugeri

Tre anni di «indagini». Pedinamenti, inseguimenti in auto, appostamenti. Ore di registrazioni, poi sintetizzate in un video di 4 minuti, inviato alle 16,22 dell’8 gennaio a una mezza dozzina di indirizzi mail di altrettanti media nazionali e sulla casella elettronica personale di Massimo Numa, il cronista de «La Stampa» preso di mira.

Vive sotto scorta dal 3 ottobre, quando gli è stato recapitato in redazione un hard-disc imbottito di «nitrocellulosa». Per uccidere.

Qualche mese prima era arrivata un’altra busta esplosiva, poi rivendicata dalla Federazione Anarchica Informale (Fai), la stessa «cellula» dell’attentato all’amministratore delegato di Ansaldo, Roberto Adinolfi.

Secondo gli investigatori della Digos di Torino (coordinati dai pm Andrea Padalino e Antonio Rinaudo del pool antiterrorismo), questa è la sintesi di un’«istruttoria» condotta da elementi di frange estremiste-eversive vicine al movimento No Tav. Una procedura che richiama le tecniche terroristiche per l’organizzazione di un attentato. Un’analisi più approfondita delle immagini ha consentito di ricostruire anche altri dettagli.

Ci sono «frame» che indicano un pedinamento prolungato, anche per ore. In una circostanza, è anche immortalata l’auto di un familiare del giornalista, parcheggiata vicino al luogo di lavoro. Poco prima, la stessa auto era stata seguita dall’uscita di casa per una decina di chilometri, con varie tappe, dalla spesa, alle commissioni, all’ufficio.

Poi, ci sono immagini del cronista che esce di notte dal lavoro con un’altra auto. Anche lui viene pedinato da un’auto, dall’uscita dalla redazione fino a poche decine di metri da casa, nella cintura torinese. E non solo. Il filmato mostra sopralluoghi minuziosi, l’individuazione delle vie d’accesso e di fuga dal possibile obiettivo. In un’occasione, il cronista viene «accompagnato» nella passeggiata che quasi ogni giorno fa con il cane, nella campagna vicino a casa.

Con ogni probabilità, riprese fatte da un telefono cellulare, l’unico modo per non essere individuati. Le immagini sono state girate in tre tempi. Una parte è riferita alla seconda metà del 2011, quando il giornalista utilizzava un fuoristrada, venduto qualche mese dopo. Negli stessi mesi, c’è anche la Fiat «500» cabrio, immortalata dai pedinatori almeno in tre occasioni. E ancora, ci sono i mesi della Lancia «Ypsilon», ripresa di notte all’uscita dal lavoro, con ogni probabilità nella seconda metà del 2013. Nulla del 2012. Lo stesso periodo dell’attentato a Roberto Adinolfi.

Tutto questo poteva essere la premessa di un agguato «in via di pianificazione», come viene definito dagli inquirenti. Ma c’è anche una valenza intimidatoria, estesa nei confronti della famiglia. Accompagnata da didascalie in piemontese, con intento tra il minaccioso e il canzonatorio. Lo scopo da raggiungere è evidente: intimorire il cronista che si occupa di certi argomenti.

Le ultime immagini del video documentano il lancio di razzi e bombe carta nel vialetto di casa, che hanno lasciato ampie bruciature sulla pavimentazione in pietra. Il tutto, alle 2 della notte della Befana. Ai fotogrammi dedicati all’incursione segue la parte che gli investigatori considerano più preoccupante: è l’invito a colpire, con tanto di dati anagrafici, indirizzo completo, numeri di targa delle auto di famiglia, numero di cellulare. Il video è stato postato sul motore di ricerca «Vimeo» è stato poi diffuso dal network Indymedia e ripreso dai social legati all’area estremista del movimento valsusino.

Da La Stampa

******

Stefano Esposito: “La mia vita contro i No Tav da spiato e blindato: ecco perché potrei lasciare”

“Eravate proprio belli tu e Numa ai giardinetti: vi vogliamo sempre vedere così”. È questo il post scriptum del biglietto che accompagnava le tre bottiglie molotov ritrovate sul pianerottolo di casa del senatore Pd Stefano Esposito, vicepresidente della commissione Trasporti a Palazzo Madama. Un politico da sempre in prima linea a favore della costruzione della Tav. Mentre Numa, Massimo, è un giornalista della Stampa che si occupa da tempo delle vicende di ordine pubblico legate alla protesta contro l’alta velocità Torino-Lione. Da quasi tre anni è pedinato in ogni suo spostamento come testimonia un video recapitatogli via mail qualche giorno fa. “È un video disgustoso – dice Esposito ad HuffPost -Numa è stato seguito per anni: si può vedere il suo indirizzo, il suo numero di telefono nonché le targhe delle sue auto e la moglie quando va a fare la spesa”.

Esposito è arrabbiato, una rabbia che si mescola a stanchezza. “Massimo mi è venuto a trovare qualche giorno fa – afferma il senatore – per dirmi del video. Siamo scesi nel giardino davanti a casa e mentre parlavamo c’era qualcuno che ci guardava, ci spiava. Non è possibile, sono stufo”. La minaccia delle molotov davanti alla porta del suo appartamento con cui vive assieme alla sua famiglia può essere la goccia che fa traboccare il vaso. Portando il vicepresidente della commissione Trasporti ad abbandonare la politica.

“Non lo farei per paura: questo deve essere chiaro – spiega Esposito -. Però ho una famiglia, tre figli piccoli, e andare avanti così non si può. Ho dovuto accettare la scorta e mettere telecamere a casa. E tre mesi fa ho dovuto portare mia moglie a partorire su un’auto blindata. È tutto molto difficile da accettare”. Il senatore aggiunge: “Andrò a Roma dove ho alcuni impegni, poi entro la settimana deciderò cosa fare insieme alla mia famiglia”.

Ciò che non va giù al democratico piemontese è l’essere stato sempre troppo solo. “Questi gruppuscoli di delinquenti – dice – che con il movimento no Tav non c’entrano nulla e non sanno nemmeno di cosa si parli, hanno avuto gioco facile nell’individuarmi. Ormai sono diventato un simbolo per loro, dato che è da prima delle indagini della magistratura che metto in guardia sulla violenza che poteva crescere attorno alla costruzione della Torino-Lione”. Una battaglia solitaria. “Ovvio che se contrasti queste intimidazioni in maniera corale – spiega Esposito – è più facile avere ragione. Purtroppo ci sono ancora troppi silenzi e troppi distinguo”.

Dall’Huffington Post

ECCO L’INQUIETANTE VIDEO DEL PEDINAMENTO AL CRONISTA MASSIMO NUMA

http://www.valsusaoggi.it/?p=1441

 BY  – PUBLISHED: 01/13/2014 – SECTION: INDISCRETO

Un video inquietante, d’intimidazione, inaccettabile. E’ quello diffuso da alcuni giorni sul motore ricerca Vimeo, e riferito al cronista de La Stampa Massimo Numa. Un video minaccioso, per niente ironico, e la cui ultima valutazione la lasciamo ai lettori che intendono vederlo (http://vimeo.com/83575226).

Il giornalista e la moglie, in questo video, vengono pedinati mentre si spostano in auto. Vengono diffusi il numero di cellulare di Numa, l’indirizzo dell’abitazione privata, e le targhe dell’auto sua e della moglie. Il giornalista viene anche ripreso mentre passeggia col cane, nel suo vivere quotidiano: più volte in modo insistente le immagini si concentrano sul numero civico dell’abitazione, sul cortile della casa, sulle finestre.

Appostamenti e pedinamenti. Il tutto con il chiaro scopo di intimidire.

Anche perché la conclusione del video, che si apre e si chiude con la bandiera falce e martello, è contenuta in un messaggio: “Quest’anno il Massimino ha fatto (ancora) il cattivo, e la befana ha portato solo carboni (ancora ardenti ahimè). Passa anche tu a portare il tuo carbone a Massimino!”.

Poco prima, nelle immagini del video si intravede il lancio notturno di alcuni razzi che scoppiano dentro un cortile, che molto probabilmente coincide con quello della casa di Numa (da qui il riferimento ai carboni ardenti). Infine, viene ripubblicato l’indirizzo della sua abitazione.

Ecco, non nascondiamo che questo video ci ha inquietato, e la questione Tav o No Tav ormai non c’entra più nulla. Perché si può non essere d’accordo con quanto scrive un cronista, si può dissentire e criticare, si può contestare, anche in maniera forte e decisa, il contenuto di articoli pubblicati su un giornale. E’ nel diritto dei cittadini e lettori far sentire la loro opinione sul lavoro di un cronista, bravo o non bravo che sia, il cui lavoro ha rilevanza pubblica. Anche  con fermezza. E siamo tutti ben consapevoli che chi fa il nostro mestiere spesso può sbagliare.

Ma se non piace il contenuto di uno o più articoli, un cronista si può querelare nel caso in cui scriva affermazioni e informazioni false. Si può scegliere di boicottare il giornale per cui lavora, non comprando più le copie o i prodotti legati a quella casa editrice. O scegliendo di non fare più inserzioni per quella testata. Si possono organizzare iniziative di dissenso e di protesta, alla luce del sole. Ci sono mille modi legittimi.

Ma qui il campo è diverso, delicato, fragile, e basta davvero poco perché il filo si possa spezzare, con il rischio dei “compagni che sbagliano”, perché di teste calde in giro ce ne sono fin troppe. Ed è per questo inaccettabile, anche perché coinvolge persone che non c’entrano nulla con la vicenda (la moglie). Qui lo scopo è solo minacciare, far capire all’interessato che è tenuto “sotto controllo”, e non appare troppo subliminale l’istigazione a compiere nei confronti di quella casa e di chi ci abita, altre operazioni non piacevoli.

Tutto questo fa male, e non solo a Numa e alla sua famiglia, o alla categoria professionale dei giornalisti. Fa male a tutti, comprese le migliaia di persone che da anni si battono contro la realizzazione della Torino-Lione, e che spesso hanno avuto da dire sulla pubblicazione di articoli nei vari giornali.

Quelle immagini, quel video, queste strategie servono solo a far salire la tensione e fanno male a tutti. Nessuno escluso. E per questo sono da condannare.

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COMUNICATO DEL MOVIMENTO NO TAV

Sabato 22 febbraio 2014 – Giornata Nazionale di Lotta

IL COORDINAMENTO DEI COMITATI NO TAV

riunito a Villar Focchiardo mercoledì 8 gennaio 2014

ha valutato attentamente

la gravissima situazione giuridica venutasi a creare con gli ultimi arresti di Chiara, Claudio, Mattia e Niccolò, per i quali è stato costruito un castello accusatorio studiato apposta per intimorire  tutte le sacrosante lotte che anche grazie al Movimento NO TAV stanno crescendo in tutto il Paese.

Ha infatti  rilevato

che nelle carte dell’inchiesta gli inquirenti, forzando il piano strettamentegiuridico, hanno sostenuto una tesi squisitamente politica. Infatti, dopo aver fatto una breve storia degli atti legislativi e dei vertici internazionali che hanno portato all’installazione del cantiere di Chiomonte, i magistrati sostengono che si tratta di procedure democratiche.
Quindi l’azione contro il cantiere – assieme allo stillicidio di pratiche di contrasto di cui il faldone giudiziario fornisce un ampio elenco – viene definita “terroristica” non tanto per le sue caratteristiche specifiche, ma in quanto si oppone alla democraticità di una decisione intergovernativa.
Se tutte le imposizioni dello Stato hanno un involucro legale, cioè sono formalmente basate sul Diritto, tutto ciò che mette realmente in discussione un progetto statale è dunque passibile di “terrorismo”. Con questa impostazione rimane solo   la possibilità di  dissentire in modo platonico, di diventare un movimento di opinione.
Dare invece concretezza al proprio NO, che in fondo è la caratteristica essenziale del movimento no tav, risulta quindi antidemocratico : il totalitarismo parla oggi un linguaggio diverso. “Non ti stanno bene le nostre imposizioni democratiche? Dunque sei un terrorista, ti sbatto in galera e butto via la chiave”.
Ricordando
che nei momenti epocali,  lo Stato ed i “poteri forti” attaccano frontalmente il nemico nei suoi punti di forza e non in quelli più deboli, diventa evidente che l’impiego della categoria di terrorismo contro il movimento no tav – per ciò che questo esprime e che simboleggia – è un avviso per tutti, per qualsiasi movimento di lotta.
Diventa  terrorista dunque  chiunque contesti le decisioni dello stato e viene smantellato il patto sociale pensato dalla costituente.
A seguire fino in fondo la logica della procura torinese, la natura “terroristica” della lotta contro il TAV non sta in un suo preteso “salto di qualità”, bensì nelle sue stesse premesse: in quel NO di cui vent’anni di esperienze, saperi, confronti, azioni non sono che il coerente sviluppo.
Non essersi rassegnati nemmeno di fronte ai manganelli, ai gas, alle ruspe, ai Lince, agli arresti, al terrorismo mediatico: questo è il crimine che contiene tutti gli altri.
Per questi motivi il Movimento NO TAV
INDICE E PROPONE PER IL 22 FEBBRAIO
UNA GIORNATA NAZIONALE DI MOBILITAZIONE E DI LOTTA
OGNUNO NEL PROPRIO TERRITORIO
a tutte quelle realtà che resistono e si battono contro lo spreco delle risorse pubbliche, contro la devastazione del territorio, per il diritto alla casa, per un lavoro dignitoso, sicuro e adeguatamente remunerato. Una giornata nazionale di lotta, territorio per territorio in difesa del diritto naturale e costituzionale di opporsi alle scelte governative che tengono solo conto degli interessi dei potentati, delle lobby, delle banche e delle mafie a danno della popolazione.
Una mobilitazione comune contro il delirante utilizzo delle leggi da parte della procura e della magistratura torinese e in solidarietà ai compagni di lotta incarcerati, ai compagni di lotta già condannati, a quella innumerevole schiera di resistenti che ancora deve affrontare il giudizio per aver difeso i beni comuni, una giornata di lotta alla quale seguirà nella metà di marzo un appuntamento a Roma per la difesa e la legittimità delle lotte sociali.
In preparazione della giornata di lotta si invita ad effettuare assemblee sui territori per sensibilizzare la popolazione sia su questi temi sia sui progetti che si contrastano.
In Valsusa sui progetti di spostamento dell’autoporto di Susa a San Didero, di spostamento della pista di Guida Sicura da Susa ad Avigliana e della ferrovia nel territorio di Borgone.

Proposta approvata dal coordinamento dei comitati del Movimento NO TAV.

http://www.notav.info/senza-categoria/sabato-22-febbraio-2014-giornata-nazionale-di-lotta/

http://www.presidioeuropa.net/blog/22-febbraio-2014-giornata-nazionale-di-lotta-diffusa-nei-teritori-concretezza-ai/

Compagni di “pacco” bomba

http://mavericknews.wordpress.com/2014/01/13/compagni-di-pacco-bomba/

Un attentato che sembra arrivare al momento giusto per recuperare visibilità.  Il gioco ha già funzionato e con l’aiuto dei media compiacenti si può tornare ad essere importanti per un giorno e ad accusare gli anarchici. Come da migliore tradizione.

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Troppe volte ormai, pallottole, bombe, bombette hanno affollato la vicenda Tav in modo bipartisan. Si ricordano le minacce di avvelenamento dei viveri per la Libera Repubblica della Maddalena, i roghi dei presidi (recente quello di Vaie), l’avvelenamento  reale del cane di Alberto Perino, le pallottole a Chiamparino, il pollo scannato sullo zerbino del senatore, le lettere minatorie, il taglio di gomme ai No Tav e al furbetto Ferrentino (che, dicono quelli che lo conoscono abbia piuttosto da nascondere qualcosa in famiglia). Avevamo scritto che è in attività in Valle una banda di malavitosi, probabilmente legati in qualche misura al cantiere di Chiomonte, che danno corpo ai risentimenti contro gli attivisti e compiono atti pericolosi per intimidire. I Carabinieri probabilmente li conoscono come li conoscono tutti a Susa e dintorni.

Ma il Tav, come si sa, è un malloppo sostanzioso che interessa anche  a gente che non è disposta a lasciarselo soffiare. E cosi, si sa che quando i politici, che siano in Sicilia o in Val Susa, non ci mettono abbastanza impegno o le cose vanno a rilento, qualcuno si incarica di mettere loro fretta. Questo in un quadro generale. Poi ci sono quelli che sembrano “aiutini” al momento opportuno, quando c’è bisogno di aggiustare qualche situazione. Cosi, nel pieno della campagna dell’Anpi sul libro di contenuto neofascista  del cronista preferito dei Si Tav, compagno di merende del senatore, ecco un “pacco bomba” inviato al soggetto che prontamente si rifà i connotati con la solidarietà a pioggia. Ora quelle “bottiglie molotov” spente (se non si accendono non servono) sullo zerbino all’altro protagonista della campagna di denigrazione e repressione dei valsusini (curiosamente dopo che i due compari si sono incontrati ai giardinetti – come in un film di spie da guerra fredda – per passarsi chissà quale messaggio) sembrano voler dare spessore e visibilità a uno che la visibilità se la cerca ogni giorno con le sue roboanti dichiarazioni, con l’aggressività che distribuisce talmente a man bassa da risultare insopportabile anche ai suoi compagni di partito.

I tempi sono complicati per “Bingo” Esposito, il “ragazzo di strada” come ama definirsi: le compensazioni da lui promesse e inseguite in ogni commissione parlamentare sono scomparse, le sue fortune politiche sono molto incerte anche perchè nella guerra di bande nel partito ha sbagliato mossa (dopo aver testato i renziani, si è schierato con Cuperlo) e ora probabilmente sente di scivolare sempre più indietro nelle chance di rielezione (tanto più che senza le nomine del porcellum dovrebbe chiedere le preferenze. Ma uno cosi chi lo vota?). Ha persino toppato di nuovo sul suo terreno preferito, quello del gioco d’azzardo, votando per la norma che incentivava i sindaci a promuovere le slots, subito cassata per vergogna dal resto del suo partito. Sarà anche che in qualche anfratto profondo del suo ego cominci a farsi largo qualche dubbio sulla possibilità di realizzare in pieno la sua opera preferita o a sentirsi assediato da un’opinione pubblica sempre più lontana dal Tav.

Nelle sue dichiarazioni a La7, il senatore incolpa senza alcuna prova, e secondo tradizione consolidata del potere dai tempi di piazza Fontana, i soliti anarco-insurrezionalisti, tanto per non smentire la propria retorica forcaiola, in attesa di parole solidali dai soliti amici di lobby (Fassino, Lupi, Renzi, Crosetto, Gelmini, ecc.) e di qualche titolo di Tg che lo rimettano sotto i riflettori per un giorno. Poco da stupirsi. Ma chi ha messo le molotov? I No Tav si sono sempre pronunciati contro quel tipo di pratica e rinnovano il loro rifiuto pur senza esprimere alcuna solidarietà per il loro persecutore #1 (e ci mancherebbe). La tendenza  in Val Susa è quella di guardare ai precedenti genovesi G8. Ma i valsusini, si sa, sono incattiviti e malpensanti.

Io sono un poco di buono

Lasciami in pace perchè

sono un ragazzo di strada

e tu ti prendi gioco di me….” (I Corvi)

SENTENZA DELLA CORTE COSTITUZIONALE: GOVERNO, PARLAMENTO E CAPO DELLO STATO A CASA!

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CORTE COSTITUZIONALE
 
UFFICIO STAMPA
 
Incostituzionalità della Legge elettorale n. 270/2005
 
La Corte costituzionale ha dichiarato l’illegittimità costituzionale delle norme della legge n. 270/2005 che prevedono l’assegnazione di un premio di maggioranza – sia per la Camera dei Deputati che per il Senato della Repubblica – alla lista o alla coalizione di liste che abbiano ottenuto il maggior numero di voti e che non abbiano conseguito, almeno, alla Camera, 340 seggi e, al Senato, il 55% dei seggi assegnati a ciascuna Regione.
La Corte ha altresì dichiarato l’illegittimità costituzionale delle norme che stabiliscono la presentazione di liste elettorali “bloccate”, nella parte in cui non consentono all’elettore di esprimere una preferenza.
Le motivazioni saranno rese note con la pubblicazione della sentenza, che avrà luogo nelle prossime settimane e dalla quale dipende la decorrenza dei relativi effetti giuridici.
Resta fermo che il Parlamento può sempre approvare nuove leggi elettorali, secondo le proprie scelte politiche, nel rispetto dei principi costituzionali.
 
dal Palazzo della Consulta, 4 dicembre 2013
 
 
POST SCRIPTUM
 
DI GIANNI LANNES
 
MARTEDI 14 GENNAIO 2014: UDIENZA PUBBLICA; MERCOLEDI 15 GENNAIO: CAMERA DI CONSIGLIO. INFINE PUBBLICAZIONE DELLA SENTENZA SULLA GAZZETTA UFFICIALE. DA QUEL MOMENTO DOVRANNO DECADERE UFFICIALMENTE TUTTI: DAL CAPO DELLO STATO NAPOLITANO AL PRIMO MINISTRO LETTA CON L’ANNESSO GOVERNO, E COSI’ TUTTI I PARLAMENTARI. ALTRIMENTI LO STATO DI DIRITTO VERRA’ CONSIDERATO MORTO ANCHE NELLE SUE ULTIME FINZIONI.
 
SARA’ GUERRA CIVILE O FINIRA’ A TARALLUCCI E VINO?
 

Riuscire a mettere una contro l’altra persone che la pensano esattamente nella stessa maniera

 
<<ad esempio seguendo la logica fallace e ottusa di chi dà ancora un colore, uno schieramento alle idee l’europa e la moneta unica sono nate da un’ideologia filonazista di accentramento del potere – quindi, di destra – perciò il contestarla dovrebbe essere in sintonia con un’ideologia di sinistra;
 
però se si combatte di conseguenza si dà valore all’indipendenza e la sovranità del popolo sul territorio nazionale e questa invece è di nuovo un’ideologia di destra
 
cosi’ pure è bollata di destra l’ipotesi di riappropriarci della stampa della moneta, che abbiamo regalato prima a dei privati italiani e poi a dei privati stranieri e italiani.
 
Con questo tipo di ragionamento si arriverebbe ad una situazione per cui la sinistra che è quella radicale fino all’anarchia si troverebbe a non fare niente per la situazione degradante e schiavista in cui siamo precipitati pur avendone tutti gli interessi e gli argomenti per controbatterla;
 
viceversa chi iniziasse una protesta in questo senso sarebbe bollato come un pericoloso nazionalista di estrema destra
 
(…)
 
mi domando, quand’è che inizierete a essere davvero indipendenti rispetto ai giochetti del sistema creati per dividervi
 
e riuscirete finalmente a far cessare questa eterna adolescenza ideologica che non vi fa staccare dalla tetta del condizionamento mentale?
 
La libertà e la lotta contro le ingiustizie non sono nè di destra nè di sinistra
 
cosi’ come non lo sono la lotta contro gli Stati Uniti Fascisti d’Europa
 
e contro lo schiavismo dei cittadini ad opera del sistema bancario e finanziario
 
fatevene una cazzo di ragione, questa lotta non ha colore e riguarda tutti>>
 
Ps poi c’è la versione di questo giochino che si applica al mondo della controinformazione…
 
 
sono più che d’accordo. Solo che di nuovo con questa espressione “cosi’ come non lo sono la lotta contro gli Stati Uniti Fascisti d’Europa” ricadi nel gioco sia perché si potrebbe tranquillamente contestare che dato l’accentramento di poteri in due o tre organi sovrannazionali ricorda molto anche il comunismo. Essendo Gli Stati Uniti d’Europa un progetto nato negli Usa  come progetto di dominio sulla terra appena conquistata, era il 1948 e per giunta per volere delle banche, non ha a che vedere né con il fascismo né con il comunismo.
Usare a sproposito uno dei due termini, allontana chi ha superato queste ideologie perché se metti tale termine, posso comprendere che quel gruppo o quella lotta ha un indirizzo di tipo di sinistra, che è altrettanto colpevole di aver consegnato i popoli al macello.