I capricci di un’Europa ipocrita

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giugno 03 2015
 
Appresa la notizia della black list di Putin che colpisce 89 tra politici e militari europei, Bruxelles reagisce indignata e fa la voce grossa. Il coro unanime che si solleva riguarda l’inaccettabilità della manovra attuata da Mosca, ma forse dimenticano come alcuni mesi fa, sull’onda delle iniziative americane, proprio l’Unione Europea aveva inaugurato il valzer di sanzioni contro la Russia. Chi di spada ferisce…
– di Francesco Manta –
 
Il regime alimentare da Guerra Fredda che si proponeva fino a qualche mese fa entrando nei supermercati moscoviti, dove era un’utopia rintracciare una crosta di Parmigiano o una metafisica di mozzarella che non avesse origini bielorusse, deve essere sembrato agli eurocrati convinti un atto quasi indolore nei confronti di un intero sistema economico continentale che ha accusato un colpo di portata non indifferente: tanto per fare un esempio pratico, nel mese di aprile 2015 il Made in Italy in Russia ha subito una flessione notevole sul piano delle vendite. Tutt’altra reazione si è avuta negli ambienti politici continentali una volta appresa la notizia della diffusione della black list emessa dal governo russo solo pochi giorni fa. I sospetti si erano insinuati tra gli europei in seguito al rifiuto delle richieste di visto da parte di un parlamentare tedesco e di altri tre suoi colleghi olandesi. La riservatezza che il Ministero degli Affari Esteri russo aveva mantenuto, consegnando l’elenco dei nomi dei malcapitati direttamente alle sedi diplomatiche interessate e alla delegazione dell’UE a Mosca, è venuta meno al momento dello sciacallaggio mediatico occidentale, che si è subito lanciato nel toto-nomi dei funzionari politici e militari che sono finiti sotto la spada di Damocle delle sanzioni.
 
Non si sono fatte attendere le polemiche sollevate dalle istituzioni europee, in primis nelle persone del presidente del Parlamento Europeo Martin Schulz e di Lady Pesc Federica Mogherini, che si sono uniti in un coro unanime di disappunto, definendo questo provvedimento arbitrario, ingiustificato ed esigente di chiarimenti. Molto “diplomaticamente” (è il caso di dirlo) il Cremlino si è limitato a constatare che tale lista è stata semplicemente emessa come contropartita di un comportamento precedentemente adottato dalla stessa UE, e che i nomi dei politici cui è stato vietato l’ingresso in Russia sono stati comunicati alle varie ambasciate come gesto di cortesia, al fine di evitare potenziali pericoli agli individui colpiti, non per fornire l’ennesima occasione di innescare una messa in scena politica. Le istituzioni europee hanno ricevuto anche lo schiaffo morale di essere state giudicate inopportune nei comportamenti, persino rispetto agli americani, contro i quali sono state emesse la stessa tipologia di sanzioni, ma che si sono dimostrati molto più adeguati e costruttivi nelle reazioni.
 
Ci si chiede opportunamente “cui prodest” questo tipo di comportamenti. Si commenta, più o meno correttamente, che tali accorgimenti non fanno eventualmente altro che allontanare il momento di un potenziale disgelo. Si, può esser vero, ma cosa dovrebbe impedire alla Russia di adottare simili stratagemmi nei confronti di quegli individui “indesiderati”, perché in prima linea nell’imposizione di atteggiamenti e misure politico-economiche contro Mosca? È legittimo ritenere che le politiche sanzionatorie russe non vogliano seguire la linea autolesionista condotta dalle autorità di Bruxelles. Come già ricordato, ma in Europa ed in Italia non se ne proferisce parola, l’export italiano verso la Russia ha subito un notevole arresto nel mese di aprile, con le pesanti ripercussioni che ne conseguono a carico delle imprese locali, mentre Putin (intelligentemente) insiste nell’incentivare le industrie russe ad approfittare delle sanzioni per incrementare le quote di mercato nei bacini locali e ridurre la dipendenza dalle importazioni. Non è difficile percepire la sostanziale differenza che intercorre tra una politica nazionale autonoma, che difende gli interessi interni, contro una linea di azione che ha creato non pochi problemi a migliaia di lavoratori per portare avanti crociate che non ci appartengono. Scevri da uno spicciolo populismo da campagna elettorale (per quanto corretto, seppur semplicistico), dovrebbe rammaricare l’infantile atteggiamento europeo, che prima gioca alla guerra (dei poveri), e poi si indigna per chi risponde alle provocazioni con le medesime condotte. Forse a qualcuno servirebbe un breve ripasso di Max Weber, tanto per citare un politologo dal nome inflazionato quanto illustre, e capire che delle proprie azioni si deve essere pronti a pagarne eventuali conseguenze.
 

Nucleare, sganciata una bomba ai neutroni sullo Yemen? (VIDEO)

nessun pacifista in vista? Nessuna protesta per diritti umani violati?
[25 maggio 2015]
 
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Veterans Today, la solitamente ben informata rivista dei veterani Usa, scrive che una bomba ai neutroni sarebbe stata sganciata sullo  Yemen da un caccia israeliano IAF con insegne saudite. Nel filmato pubblicato da Veterans Today  (che vi riproponiamo in coda all’articolo), che risale al 20 maggio 2015, si vede  l’esplosione di una bomba nella zona Jabal al Naqb, appunto nello Yemen.
 
Secondo Jeff Smith, un fisico nucleare ex ispettore dell’International atomic energy agency,  quanto si vede nel filmato «analizzato da esperti di armi nucleari è, con molto elevata probabilità, una bomba ai neutroni, un attacco che non può che essere stato israeliano». Nella sua analisi Smith fa notare che quella sganciata su Jabal al Naqb  non è una bomba convenzionale e «sembra essere una piccola bomba a neutroni. La dimensione, il colore, il lightning effect   e la durata della palla di fuoco sospesa a mezz’aria e il grande fungo atomico», dimostrerebbero che si tratta di un ordigno non convenzionale e anche il CCD cameras imaging device mostra uno “scintillio”, che è il segnale del rilevamento di neutroni (i lampi bianchi nei pixel del video). «Quando nella fotocamera sono presenti flash di pixel bianchi, è perché è stata colpita dai neutroni della palla di fuoco dell’esplosione nucleare – spiega Smith – E’ il circuito elettronico del CCD sovraccarico che produce i lampi bianchi. Se la radiazione è troppo alta brucia il chip. In Giappone hanno avuto grossi problemi con questo con le telecamere dei robot a Fukushima, che hanno fallito la loro missione a causa delle radiazioni molto elevate».
 
SAmith è convinto che la bomba ai neutroni sia stata sganciata da un aereo israeliano che era camuffato con le insegne dell’Arabia Saudita e dice che ormai gli israeliani «Non nascondono nemmeno più il loro uso, solo che non lo ammettono pubblicamente e l’Iaea non fa nulla o non dice nulla. Questo è il vero crimine di guerra. L’Onu si limita ad ignorarlo. a meno che non si lamentino Usa, Francia o UK… Russia e Cina non dicono nulla. E. Questo è ora il secondo uso conosciuto di armi nucleari in Yemen da parte dell’Arabia Saudita».
 
In attesa di ulteriori verifiche, quanto rivelato da Veterans Today confermerebbe  in maniera clamorosa quanto gli iraniani dicono fin dal primo giorno dell’attacco agli sciiti Houthi che hanno preso il potere nello Yemen; la coalizione araba sunnita a giuda saudita collaborerebbe attivamente con Israele e la bomba ai neutroni sarebbe un chiaro avvertimento a Teheran: Israele è pronta a colpire gli impianti nucleari se gli iraniani continueranno ad intromettersi nello Yemen (e forse anche in Iraq e Siria).
 
La stampa iraniana rilancia la notizia e aggiunge che dall’inizio dell’attacco allo Yemen sono stati uccisi 135 bambini e feriti altri  260. Cifre confermate da Anthony Lake, direttore dell’Unicef: «Il numero delle piccole vittime cresce di giorno in giorno. C’è urgente necessità  di agire per proteggere i bambini e per porre fine alle ostilità  che stanno devastando la loro vita e il futuro».
 
La radio internazionale iraniana Irib, commenta: «La monarchia wahabita dell’Arabia Saudita, con il sostegno degli Stati Uniti, dell’entità sionista e di un paio di paesi arabo-africani, ha lanciato una violenta campagna militare contro gli yemeniti di Houthi […] l’ Arabia Saudita, il falso custode della “Casa di Dio”, ha le mani sporche del sangue dei musulmani», e mostra le foto di piccoli yemeniti, «i bambini di quel martoriato paese, il più povero nel mondo arabo. Il regno saudita invece di aiutare il suo vicino lo bombarda, con armi fabbricate da Israele».
 
Intanto, mentre i sauditi continuano a bombardare Sana’a e il resto dello Yemen arriva la notizia che la conferenza organizzata dalle Nazioni Unite per rilanciare i colloqui di pace in Yemen è stata rinviata. Stando ad Irib, «l’incontro doveva svolgersi il 28 maggio a Ginevra, ma un funzionario Onu ha detto: «Posso confermare che la riunione è stata rinviata».
 
La decisione sarebbe stata presa dopo che l’ex presidente yemenita Abd Rabbo Mansour Hadi, fuggito dopo che gli Houthi avevano preso il potere, ha annunciato che non avrebbe partecipato alla Conferenza per la pace per lo Yemen a Ginevra. Mansour Hadi mostra così di avere veramente poco a cuore le sorti del suo Paese e del suo popolo e conferma quanto gli sciiti dicono di lui, dipinbombangendolo come una marionetta dei sauditi senza nessun potere reale.

I piloti degli USA riferiscono: non siamo autorizzati a bombardare l’ISIS

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Vari piloti appartenenti alla denominata coalizione anti ISIS comandata dagli USA, hanno ammesso che le regole militari dettate dal comando USA gli impediscono di attaccare le bande terroriste dell’ISIS in Iraq ed in Siria.

“Ci sono stati dei momenti in cui ho avuto nella mia mira gruppi di miliziani che facevano parte dell’ISIS ma non ho potuto avere l’autorizzazione per attaccarli”, così si è espresso questo Giovedì un pilota statunitense di un caccia bombardiere F-18 nelle dichiarazioni rilasciate al canale TV  Fox News.

Lo stesso pilota ha dato colpa alla burocrazia militare che non gli permette di prendere decisioni rapide rispetto alle missioni, aggiungendo che “forse per l’impossibilità di attaccare i gruppi terroristi , queste bande armate ritornano a commettere le loro atrocità contro i civili e questo è frustrante anche per noi”.

Da parte sua un ex generale della Forza aerea degli USA che ha diretto campagne aeree in Iraq ed Afghanistan ha assicurato che il processo per attaccare le posizioni dell’ISIS è molto lento e si perdono validi minuti, cosa che provoca la fuga dei terroristi dalla zona.

“Stiamo parlando di ore in alcuni casi; in quel momento l’obiettivo tattico fugge dalla zona e l’aereo se ne rimane senza combustibile. Sono procedimenti eccessivamente lunghi che mettono in nostro avversario in vantaggio”, ha affermato il tenente generale ritirato, David Deptula, ex direttore del Centro di Operazioni Aéree Combinate in Afganistán nel 2001.

 Inoltre si è messa in questione la serietà degli USA nella lotta contro l’ISIS. “Siamo stati ad operare l’utilizzo del potere dell’aviazione come una doccia di pioggia o pioggerella; per fare in modo che sia efficace si deve utilizzare una tormenta”.

 Gli analisti politici hanno messo in dubbio i veri obiettivi del nuovo intervento militare degli USA in Medio Oriente, il loro pretesto di combattere contro lo Stato Islamico, un gruppo estremista che, secondo vari documenti e testimonianze, fu creato al suo inizio con l’appoggio di Washington e dei suoi alleati occidentali.

In questo contesto, un nuovo documento declassificato dell’Intelligence di Difesa degli USA dimostra che Washington sapeva che armare i denominati “oppositori moderati” siriani, che combattono contro il governo legittimo del presidente Bashar al-Assad, avrebbe potuto far risultare la creazione di un gruppo estremista nella regione come l’ISIS. Vedi: Documento segreto del Pentagono rivela…..

 Nello scorso mese di Giugno, il giornale statunitense Los Ángeles Times ha rivelato che dal 2012, la Giordania ha offerto vari centri all’Agenzia di intelligence USA (la CIA) per addestrare in segreto gruppi armati con il fine di rovesciare il governo siriano.

A questo si aggiungono i bombardamenti della denominata coalizione anti ISIS comandata dagli USA, che hanno prodotto fino ad oggi decine di vittime civili in Siria, secondo lo stesso Osservatorio Siriano dei Diritti Umani.

 Fonti:       HispanTV          Fox News

 Traduzione:  Luciano Lago

http://www.controinformazione.info/i-piloti-degli-usa-riferiscono-non-siamo-autorizzati-a-bombardare-lisis/

Il Boeing malese fu abbattuto da un missile BUK lanciato dall’esercito ucraino

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giugno 03 2015
 
 
L’equipe di ingegneri della società russa Almaz-Antey, produttore dei missile BUK, ha annunciato martedì in una conferenza stampa che il Boeing della Malaysia Airlines MH17, precipitato in Ucraina il17 luglio del 2014 è stato abbattuto da un missile teleguidato.
 
L’analisi comparativa e l’indagine condotta dagli ingegneri ha rivelato che il missile ad aver abbattuto il Boeing malese era un BUK-M1, usato dall’esercito ucraino e lanciato dal territorio allora controllato dall’esercito ucraino.
 
Nella prima fase della nostra indagine è stato appurato il tipo di sistema missilistico: si è trattato di BUK-M1 (denominazione NATO SA-11) 9M38-M1 e 9M314. — ha spiegato l’ingegnere capo Mikhail Malyshevsky. L’esercito russo ha in dotazione missile BUK 9M37, ma il missile identificato nell’indagine non viene prodotto in Russia fin dal 1999 ha detto Malyshevsky.
 
L’Almaz-Antey ha scoperto che si trattava di missile 9M38-M1 facendo un’analisi comparativa dei danni derivanti dai missili Buk ed ha individuato il punto in cui è stato colpito il Boeing.
 
L’indagine ha mostrato che i missili sono stati lanciati dal territorio controllato dall’esercito ucraino.
 

LE TEMPS DES BARBARES : POURQUOI NOUS REJETTONS DOS A DOS ATLANTISTES ET DJIHADISTES !

Luc MICHEL/ 2015 06 03/

Avec La Libre Belgique – PCN-SPO/

LM.NET - le temps des barbares (2015 06 03) FR

L’actu interpelle. Des policiers et légistes belges (et on voit clairement quelle idéologie néofasciste et atlantiste règne dans ces milieux) qui font la fête sur des cadavres de djihadistes à la morgue du Parquet de Verviers. Ailleurs ce sont les tueries et les décapitations de Daech. Partout l’horreur obscène d’idéologie barbares …

 Le Paneuropéisme (que nous appelons aussi Eurasisme, le nôtre que nous avons réinventé en 1986, pas sa déviation de droite d’après 1992), tout comme son jumeau idéologique le Panafricanisme, ou encore le Panarabisme révolutionnaire (celui du Ba’ath ou de Kadhafi, directement inspiré par la Grande révolution française de 1793 et les Communes de Paris de 1792 et 1871) sont des Humanismes, des doctrines sœurs avec des enseignements à valeur universaliste.

 Atlantisme, Américanisme et leur jumeau Djihadisme (islamisme radical ou wahhabisme), tout comme le Nazisme, sont des idéologies sectaires, haineuses, centrées sur l’extermination de leurs ennemis et l’exclusion de ce qui ne leur ressemble pas. Ce qui explique par ailleurs leurs alliances obscènes, celle du IIIe Reich avec les islamistes et les Frères musulmans jusqu’en 1945, celle des USA et de l’OTAN après 1945 (malgré quelques périodes de conflits), au départ des mêmes réseaux et des mêmes axes géopolitiques.

 Le mépris de l’ennemi, la destruction de sa culture (la destruction du passé irakien et syrien par Da’ech répond au bombardement et à la destruction de la plus grande bibliothèque de Tripoli, celle de nos cdes du Centre du Livre Vert, par les bombes de l’OTAN en mars 2011), le non respect de l’ennemi prisonnier ou de son cadavre, les massacres de civils et d’otages (et Da’ech ne fait que suivre les bombardements terroristes des USA depuis 1941 et de l’OTAN  depuis 1991) sont en opposition totale avec notre humanisme.

 C’est cette vision du “clash des civilisations” (théorisée par Samuel Huntington), qui est à la fois celle des Atlantistes et des Djihadistes, ces jumeaux idéologiques, que nous refusons. Et c’est pourquoi nous entendons les renvoyer d’où ils viennent : dans les poubelles de l’Histoire …

 NI ATLANTISTES NI DJIHADISTES !

POUR LA CAUSE SOLIDAIRE DES PEUPLES ET LE DIALOGUE DES CULTURES …

 Luc MICHEL

 * Lire dans l’actu :

Policiers et légistes belges (et on voit clairement quelle idéologie néofasciste et atlantiste règne dans ces milieux) qui font la fête sur des cadavres …

“L’Inspection générale de la police (ndla: belge) intégrée a découvert, mardi, au moins deux photos qui prouvent de façon certaine qu’après l’autopsie des cadavres des terroristes tués à Verviers, des personnes restant à identifier, mais se trouvant dans la salle d’autopsie à l’Institut médico-légal, ont sabré le champagne et fait la fête sur les restes des deux djihadistes, indique la Dernière Heure mercredi. Le procureur général de Liège, Christian De Valkeneer, a pu confirmer l’information au journal. Les personnes sur les photos ne seraient pas les médecins légistes. Le procureur général de Liège parle de “comportements inacceptables, totalement inadmissibles”. Le parquet fédéral a immédiatement été informé ainsi que les juges d’instruction bruxellois spécialisés dans le terrorisme. Ces photos circulaient depuis des semaines dans l’intranet de la section Islam Radical de la DR3, la section antiterrorisme de la PJF de Bruxelles.”

http://www.lalibre.be/actu/belgique/verviers-des-personnes-ont-fait-la-fete-sur-les-restes-des-deux-djihadistes-556e816c35709a87ac6a78cf

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AFFAIRE CHARLIE. UNE NOUVELLE ZONE D’OMBRE …

QUE CHERCHE –T-ON A CACHER DANS L’ATTENTAT DE ‘CHARLIE HEBDO’ ?

JE NE SUIS PAS DU TOUT COMPLOTISTE. MAIS CELA COMMENCE A FAIRE BEAUCOUP …

Luc MICHEL/ En Bref/

Avec Closer – PCN-SPO/ 2015 06 03/

CHARB

 Voici une nouvelle zone d’ombre dans l’attentat contre ‘Charlie Hebdo’.

La véritable compagne de Charb (assassiné lors de cet attentat) apparaît dans la lumière, celle du magazine CLOSER (Paris, ce 3 juin). Ce qu’elle dit est plus que troublant et pose la question du rôle de l’ex ministre Jeannette Bougrab, très proche des milieux néoconservateurs français et des likudniks français, et dont l’avocat Me Malka est aussi celui de Charlie Hebdo et … de Manuel Vals dans ses procès contre Dieudonné.

 * Sur le rôle de Jeannette Bougrab, lire :

PCN-INFO / MEDIAS DE L’OTAN : IMPOSTURE MEDIATIQUE ET TELEVISIONS DU SYSTEME. VOICI LE CAS BOUGRAB …

http://www.lucmichel.net/2015/05/17/pcn-info-medias-de-lotan-imposture-mediatique-et-televisions-du-systeme-voici-le-cas-bougrab/

 « CHARB : LES REVELATIONS DE VALERIE M, SA VRAIE COMPAGNE » (CLOSER)

 La compagne de Charb explique que l’appartement de Charb a été fouillé à fond le jour de l’attentat (que cherchait-on ?).

Mais aussi que Bougrab n’était pas « la compagne de Charb » (alors qu’elle a publié un livre prétendant le contraire). Et que ces affirmations pouvaient être faite pour lui permettre de jouer un rôle, médiatique notamment, dans la couverture de l’affaire et les enquêtes policières (qu’avait-on à cacher ?).

 QUE DIT ‘CLOSER’ ?

 Extraits :

« Quatre mois après l’attentat de Charlie Hebdo et la mort de Charb, Valérie M, sa vraie compagne sort de son silence. Personne, à part les très proches de Charb, ne connaissaient son existence. Pourtant, Valérie M fait partie des premiers intimes de Charb à avoir été auditionnés par la police le 8 janvier, au lendemain de l’attentat de Charlie hebdo. Entendue par les enquêteurs de la brigade criminelle le 4 février dernier, cette dernière a confié être la compagne du dessinateur depuis mars 2011. C’est avec Valérie M, que Charb a passé ses deux dernières nuits, affirme-t-elle.

La jeune femme, qui a quitté l’appartement de Charb après lui, au matin du 7 janvier 2015, jour de l’attentat de Charlie hebdo, y est retournée le 10 janvier avec les parents de Charb. “L’appartement de Charb avait été fouillé et mis à sac”, a t-elle écrit aux enquêteurs dans un courrier très circonstancié qu’elle a tenu à faire parvenir à la police et que Closer a pu consulter.

Valerie M a tenu à lister auprès des enquêteurs les objets manquants dans l’appartement où la partie la plus « dévastée » était le bureau du dessinateur (…) A l’évidence, tout avait été remué…

Le récit de Valérie M semble corroborer ce qu’a déclaré aux policiers Patrick Pelloux, médecin urgentiste et chroniqueur de Charlie Hebdo, proche de Charb. Dans cette déposition faite le 4 février et que Closer a pu consulter, Patrick Pelloux raconte que Jeannette Bougrab “qui a dit être la dernière compagne de Charb” est passée voir les parents de Charb à leur domicile le 7 janvier au soir et qu’ils lui ont remis les clés de l’appartement de leur fils. Pelloux, dont il était un des très proches “ne lui avait jamais parlé de Jeannette Bougrab”, déclare t-il. Une déposition qui ne cible toutefois pas Jeannette Bougrab, plusieurs personnes pouvant avoir les clés de l’appartement. »

Affaire à suivre, une de plus dans l’après Charlie …

Luc MICHEL

EFFET ‘MISTRAL’ POUR LA FRANCE : PAS DE CONTRAT DU SIECLE POUR LE ‘RAFALE’ EN INDE

FB pour PCN-SPO/ 2015 06 02 / avec La Tribune – Sputnik News/

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PCN-SPO - CART. ni mistral ni rafale (2015 06 02) FR

Depuis des mois, le monde de l’armement parlait de la possibilité d’un énorme contrat d’achat de Rafale. Le “contrat du siècle” entendait-on.

Puis finalement, mi-avril l’inde a passé un contrat pour 36 Rafale. Loin des 126 qui étaient en négociation apprenait-on. L’on voyait déjà poindre à l’horizon des difficultés pour la suite des événements.

 Les “experts” français ont alors commencé à expliquer qu’il valait mieux ce contrat 100% production en France qu’un contrat de partage technologique avec 126 Rafale. Qu’elle était belle la pirouette pour noyer le poisson d’un échec français.

Certes, nous pouvons être contents de voir déjà quelques rafales vendues, non pas pour soutenir l’Etat français vacillant et soumis à l’occupant nord-américain via l’engeance atlantiste, non, mais pour le travail que cela va fournir à des milliers de travailleurs français et de maintenir des compétences technologiques.

 Mais l’objet de mon propos ici présent n’est point là. Non ! Les commentaires de nos chers “experts” et aujourd’hui le silence des media français sont là pour cacher une vérité toute simple : la perte de crédibilité de la France dans des contrats d’armements.

Le report puis l’annulation de la livraison des deux navires Mistral déjà payés par la Russie a porté un coup terrible à la réputation française.

Sous pression de Washington et de ses “amis” (sic) au sein de l’OTAN (tous acheteurs d’armements chez leur Oncle Sam), la France a non seulement perdu un gros contrat avec la Russie mais aussi ternis pour longtemps la réputation et donc la crédibilité de la France.

Car si l’Inde ne va pas signer le “contrat du siècle”, c’est bien pour cette raison. Car si les 36 Rafale sont un contrat à court terme, les 126 étaient un engagement sur le long terme. Et qui sait si demain selon l’actualité de politique international du moment, l’Inde ne serait pas “géopolitiquement incorrect” pour l’impérialisme américain. La France soumise lui referait le coup des Mistral ?

 La France des “Young leaders” de la French-American Foundation, tel que François Hollande, applique la politique qu’on attend d’elle : la trahison de ses intérêts économiques, la soumission à des intérêts étrangers à la France et à l’Europe … le déshonneur !

 Que dans le cas indien, nous verront très certainement ce raté profiter à l’industrie russe d’armement me réconforte tout de même. Déjà pour l’Inde qui renforcera ses relations avec un partenaire fiable depuis de longues années déjà. Mais aussi pour la Russie qui développera plus encore ses relations économiques et stratégiques avec un membre des BRICS, l’autre “communauté internationale”, celle qui pèse près de la moitié de l’Humanité.

Sanctions occidentales contre la Russie ? Hara-kiri français !

 Fabrice Beaur (Фабрис Бэор)

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LUC MICHEL DANS ‘NOUVEAUX HORIZONS MAGAZINE’ N° 52 …

PANAFRICOM/2015 06 02/

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PANAF - LM dans NHM 52 (2015 06 02) FR (1)

PANAF - LM dans NHM 52 (2015 06 02) FR (2)

PANAF - LM dans NHM 52 (2015 06 02) FR (3)

Luc MICHEL dans ‘NOUVEAUX HORIZONS MAGAZINE’ n° 52 (Cameroun) …

Avec une analyse choc sur les réseaux de manipulation des médias africains (le n° 52 est un “Spécial Médias africains”) et de déstabilisation de l’Afrique :

“Financement de la presse aux fins de déstabilisation de l’Afrique. Luc Michel met le doigt dans la plaie et dénonce la CIA”

 Envoi du numéro 52 gratuitement en PDF

en écrivant à Pierre Claver Nkodo, le dynamique directeur de NHM : horizonsnouveauxmaginter@gmail.com

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