Sentinelle in piedi. Protesta e controprotesta a Torino

Le sentinelle in piedi protestano contro la Legge 245 giunta al vaglio del Senato. Ma fuori dalle transenne si scatena la controffensiva.

di Monika Crha

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Ennesima storia di discriminazione e democrazia a pezzi. Domenica 5 ottobre, alle 16.00 in piazza Carignano, di fronte al Museo nazionale del Risorgimento italiano, già sede nel 1848 della Camera dei deputati del Parlamento Subalpino e successivamente del Parlamento italiano si è svolta la protesta delle sentinelle in piedi. E la relativa controprotesta.

Centocinquanta persone circa. Tutti gli altri sono impegnati a passeggiare e acquistare candele profumate alle bancarelle che hanno invaso il centro.

Le sentinelle in piedi sono una rete apartitica e aconfessionale, come loro stessi si definiscono,  composta da liberi cittadini. Non appartengono, come gruppo,  a nessuna confessione religiosa e a non si affiancano a nessun  partito politico. Presenti nelle loro fila Giampiero Leo (Ncd) impegnato in interviste, Maurizio Marrone (Pdl), Carlo Boetti Villanis, Consigliere comunale a Collegno per l’opposizione di centrodestra. Protestano, transennati dalla polizia,  silenziosi, in piedi, con un libro in mano contro la proposta di legge n. 245 giunta al vaglio del Senato della XVII Legislatura della Repubblica Italiana. O almeno ci provano. Sono uomini, donne, bambini  che denunciano il testo come “liberticida e incostituzionale in quanto non specifica che cosa si intende per reato di omofobia e quindi chiunque potrebbe essere denunciato affermando pubblicamente che la famiglia naturale è fondata sull’unione tra uomo e donna; o dichiarandosi contrari al matrimonio tra persone dello stesso sesso. O affermando che un bambino, per crescere, ha bisogno di un padre e di una madre, non di una coppia di omosessuali”.

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Polizia e carabinieri li hanno messi in un recinto, transennando il perimetro e cercando di non far penetrare altri che non sia una sentinella. Dall’altra parte delle transenne ci sono uomini, donne, bambini, anziani, cartelli con sopra scritto Fate l’amore non fate le sentinelle, e gli insulti e i fischi che volano liberi nell’aria. “Siete dei fascisti” è la frase più gettonata e meno osè. Parte un canto, è Bella ciao, e partono i tentativi di carica.

Quando la situazione si fa calda ecco che arrivano altri agenti in tenuta antisommossa. Le sentinelle continuano a leggere in piedi. Mentre una sentinella posato il libro e raggiunto il loro microfono amplificato urla invasato slogan. Si alza il grido di “Vergogna”. Ogni tanto qualcuno si avvicina alle transenne e discute col “nemico”. La situazione, vista da fuori, è certamente paradossale perché mentre nel perimetro transennato ci sono persone che leggono, come fossero in una grande sala di lettura, a pochi metri da loro ci sono persone che le sbranerebbero.

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“Sono un insegnante” dice uno di loro “la nostra è una protesta pacifica e autorizzata. Perché la facciamo davanti a palazzo Carignano? Non ci abbiamo pensato, non abbiamo pensato che qui si è fatta l’Unità d’Italia, ha ragione…” Un ragazzo di 21 anni, Edoardo, dice che “Ovvio che se una persona aggredisce una persona che ha un diverso obiettivo sessuale deve essere punita. Altra cosa è invece se questo decreto di legge andasse a punire la libertà di poter esprimere la contrarietà ad esempio al matrimonio e alle adozioni omosessuali. Sono due cose differenti l’amore e  il matrimonio. Nessuno va a decidere cosa sia amore e cosa no, ognuno è libero di amare chi vuole. Cosa differente è il matrimonio, che è il cardine della società da secoli. Preferirei venissero tutelate le famiglie. Un decreto come lo Scalfarotto che va a colpire la libertà di espressione mi vede contrario. Cosa leggo?  Le tempeste d’acciaio di Junger”.

Carlo Boetti Villanis, che invece si presenta senza libro, dichiara di non vergognarsi minimamente di essere fra le sentinelle perché si trova in piazza “a titolo personale” e aggiunge “La cosa non mi dà problemi, considero questa una manifestazione a favore di una serie di valori nei quali noi crediamo. Voi credete nei vostri. Chi sta gridando vergogna siete voi e non noi”.

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Al di là della transenna c’è  Biagio:  “Ho 43 anni e mi sembra di capire che le sentinelle in piedi sono un gruppo che prega perché i gay possano guarire. La prima domanda è chi paga l’impiego delle Forze dell’ordine? E la seconda domanda è perché non pregano per le gole tagliate dall’Isis? È  una manifestazione assurda”.

E ci sono anche Lorenzo, regista di uno spettacolo teatrale che si intitola Bent, e Valentina sconcertata da questa piazza, perché si capisce che “i lager non sono ancora stati abbattuti”. È una giovane pedagogista. Sono venuti a Torino da Firenze e sono qui per un convegno ma sono in piazza anche per protestare contro le sentinelle. La storia che raccontano sul palco dice che l’amore vince su tutto.

Ma non solo Torino è palcoscenico delle sentinelle in piedi oggi, ci sono ben 74 città italiane. Aosta, Bari, Catania, Gorizia, persino la bella Ischia e tutte le altre che autorizzano le sentinelle e le proteggono grazie alle Forze dell’ordine.

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È il caso di aggiungere che ci sono Comuni diversi dal nostro che  non hanno sentinelle a dire come e cosa e perché una famiglia deve essere costituita e come invece non può esserlo. Ma che proprio perché nella famiglia credono, riconoscono i matrimoni contratti all’estero da persone dello stesso sesso. Questi Comuni si chiamano Fano, Grosseto, Napoli, Bologna, e da fine settembre anche Piombino. Pochi.

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Domenica pomeriggio è stato occupato un luogo storico e simbolico della città. Non motivando il gesto con slogan, o striscioni. Se non ci fosse stata la controprotesta, se non ci fossero stati gli striscioni e un signore vestito da Gesù con la parrucca bionda e un cartello con su scritto “Io non sto con questi tizi” ci si sarebbe dovuti affidare a un piccolo totem per capire le ragioni delle sentinelle divoratrici di libri. Perché le sentinelle hanno come atteggiamento la sobrietà. Un à plombche mal si avvicina, per quanto riguarda l’azione, ai veilleurs francesi che si sono opposti recentemente alla legge TaubiraI francesi leggono, mangiano e bevono in piedi, pregano, di giorno e anche di notte. Perché secondo loro una sentinella non dorme mai.  L’impressione che dà invece la sentinella torinese è quella di “Gioanin dj’Osej” come l’Umberto Biancamano che inventò Giandoja. La sentinella tipo è sì bogia-nen, immobile. Ed è come Giandoja, perché ha una chiara critica politica. Ma dura un’ora, poi si va tutti da Pepino per il gelato, e che sia un pinguino.

M.C. 05.10.14

Sentinelle in piedi. Protesta e controprotesta a Torinoultima modifica: 2014-10-07T22:15:11+02:00da davi-luciano
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