Gaza e Ucraina

da www.fulviogrimaldicontroblog.info:” MH17, False Flag 2 – I soliti noti”

MONDOCANE

MARTEDÌ 22 LUGLIO 2014

MH17, FALSE FLAG 2 – i soliti noti

Amici, la storia dell’aereo malese è troppo grossa e dalle possibili ricadute epocali perché io non torni a infastidirvi rompendo l’estivo silenzio stampa.
 
Ti fottono, continuano a fotterti, si divertono a fotterti, non perché sono svegli, ma perché sei tu che dormi. (Anonimo)
 
E’ assoluta pazzia aspettarsi giustizia da chi è privo di principi. (Proverbio)
 
Una stampa cinica, mercenaria, demagogica produrrà nel tempo un popolo altrettanto degradato. (Jospeh Pulitzer)
Il nuovo 11 settembre stampella di USraele
Alla luce della storia, della logica, del cui prodest e dei fatti, i quasi 300 morti dell’aereo malese MH17 abbattuto sul Donbass (Novorussia) e i crimini successivi che con questa operazione si vorranno giustificare, sul modello già più volte ripetuto dell’11 settembre (ma anche di Pearl Harbour, Golfo del Tonchino, Metrò di Londra, Maine a Cuba…), vanno inconfutabilmente registrati in capo alla banda di belve sanguinarie rintanate a Washington, Londra, Bruxelles, Kiev e Tel Aviv.
Il terrorismo delle provocazioni intese a suscitare sgomento, indignazione, rivalsa, perché compiute a spese di alti numeri di vite innocenti, è storicamente tutto dell’Occidente anglosassone-israeliano. Gli avversari, avversari e vittime dell’imperialismo, non hanno saputo, o piuttosto voluto, rispondere con la stessa moneta. Rovesciare questo assioma certo in un contrario falso, è il compito dettato dai terroristi di Stato alle prostitute del lupanare mediatico. Nulla lo evidenzia meglio del coro sinistro-destro che sostiene la rivendicazione,  avanzata da Israele e dai suoi scherani, del cosiddetto “diritto all’autodifesa” del macellaio dalle pecore. Questo nel momento in cui, uno Stato Mostro, popolato da una maggioranza di mostriciattoli con la bava alla bocca e gli occhi iniettati di sangue per la consapevolezza di essere ontologicamente ladri e assassini, intensifica 70 anni di genocidi scaricando fosforo bianco e missili all’uranio su un formicaio di 2 milioni di persone accatastate le une sulle altre.
Tra i tanti, emergono abbaglianti due motivi per l’abbattimento dell’aereo civile malese: distogliere l’attenzione di un’opinione pubblica sempre più atterrita dagli orrori perpetrati da Israele, ma anche sempre più sorpresa e ammirata dei costi che la resistenza palestinese sa infliggere ai suoi boia; esasperare al diapason la campagna di satanizzazione di Vladimir Putin, ora che la Russia, costruito con la Cina e altri grandi Stati asiatici un blocco economico-strategico demolitore del monopolarismo Usa, è diventata punto di riferimento anche per un insieme di non irrilevanti potenze economiche continentali, come i BRICS, in procinto di togliersi dalla bocca il morso dei cocchieri imperialisti, FMI, BM, WTO, alleanze militari e di “libero” scambio.
Il licantropo a capo della giunta di bestie feroci di Tel Aviv non esibisce al mondo – ancora non tutto soffocato dai fumi tossici dei media (come dimostrano le grandi manifestazioni ovunque, tranne che da noi), soltanto il tasso di ferocia necrofila suo e della sua gente paranoizzata, con gli stermini e le distruzioni di innocenti (combattenti e no) dall’alto e dal sicuro. Le decine di caduti tra le file dei suoi lanzichenecchi (50 al 22 luglio secondo fonti attendibili), nei combattimenti faccia a faccia sul terreno, dimostrano, come già ripetutamente a Gaza e nel Libano, la fine della forza deterrente dell’IDF (Israeli Defence Force) e la sua inettitudine di fronte a combattenti dalla parte della ragione e della giustizia. Un esercito che dai tempi della guerra del Kippur (1973), dove è stato salvato dall’intervento Usa, sa solo prendersela con ragazzini lanciatori di sassi e non riesce più a vincere una guerra, vede profilarsi all’orizzonte l’ombra della disfatta del nazistato e per le sue mire geostrategiche deve affidarsi al terrorismo delle spedizioni assassine del Mossad e delle bande mercenarie dii tagliagole jihadisti nei paesi vicini. Al che si aggiunge, a dispetto del menzognificio mediatico, la crescente revulsione mondiale e la sempre più debole pervasività dell’”Industria dell’Olocausto” (Norman Finkelstein), vale a dire dell’efferato sfruttamento delle vittime dei campi di concentramento.
La protervia, la sicumera, l’idea che basti ancora la mobilitazione delle presstitute “mainstream” per scaricare sulle spalle delle vittime le scelleratezze dei carnefici, continua, come già con le Torri Gemelle e seguenti tutti, a indurre mandanti e sicari a compiere errori grossolani. A partire da un Obama che rilancia il pigolìo dei suoi polli di Kiev affermando, un minuto dopo il diffondersi della notizia dell’assassinio dei 298 passeggeri del MH17, che sono stati i russi d’Ucraina, armati e guidati dai russi di Mosca, a perpetrare il crimine. Foga traditrice. Con la credibilità di questo zombie di Wall Street ormai ridotta al lumicino, anche tra crescenti strati della propria popolazione, scarnificata dalla cosiddetta crisi, un minimo di savoir faire di statista avrebbe imposto l’attesa di un principio di inchiesta “super partes”, un minimo di indizi commercializzabili.
Fretta di Obama, Kerry, Cameron, che puntavano a rinsaldare le fila dei corifei mediatici e blindare la vulgata dell’abominio russo, prima che dalla sponda opposta emergessero indizi e poi prove in senso contrario e infinitamente più solide del patetico nastrino in cui esponenti russi da entrambi i lati del confine avrebbero rivelato la responsabilità degli insorti nell’abbattimento dell’aereo. Documento disintegrato dal ridicolo e dall’infamia nella scoperta, al primo esame degli esperti, che era stato confezionato il 16 luglio, un giorno prima della catastrofe!
Basterebbe questo trucco da illusionisti delle tre carte. Ma l’intero abborracciato complotto, finalizzato all’avvicinamento alla resa dei conti con Putin prima che, come si sta rischiando, risulti troppo tardi, viene sepolto, ancora una volta, dalla perizia degli occhiuti sistemi di osservazione russi. Come successo quando i satelliti di Mosca dimostrarono che mai Gheddafi aveva “bombardato la propria gente”, la famosa “pistola fumante” di Obama, o quando i documenti russi provarono che a sparare veleni chimici sui bambini siriani erano stati i terroristi mercenari di USraele. E quella volta all’Occidente venne spuntata quella che avrebbe dovuto essere l’arma decisiva contro la libera Siria di Assad.
Svaporato il giochino del nastrino esibito dai nazifantocci di Kiev, in attesa di produrre qualcosa di meno imbecille, mandanti  e sicari dell’attentato si baloccano con depistaggi, come le piattaforme di missili aria-terra BUK-M1 “viste in mano ai separatisti di Donetsk”, o il furto delle scatole nere da parte di questi, o inefficienze e manomissioni operate sulle vittime e sui rottami del MH17, o gli ostacoli frapposti all’intervento degli osservatori dell’Osce. Tutta roba smentita. Anzi, membri olandesi dell’Osce hanno elogiato la correttezza e  l’efficienza dei membri dell’esercito patriottico nella gestione di corpi e materiali. Il che è tutto dire, se si tiene presente che l’Osce è organizzazione ligia ai suggerimenti occidentali, infestata da spie, come risultò in Kosovo con la finta strage di civili a Racak, altra “pistola fumante” per finirla con la libera Serbia (attribuita ai serbi, ma messinscena allestita dall’UCK con suoi miliziani caduti, mutilati da morti, sotto la regia della spia Cia William Walker dell’Osce).
 Racak
Ma su questo cincischiare su balle raccogliticce per ricarburare un motore fuso, piombano i fatti. Nell’immediato dopo-disastro, Kiev incolpa gli insorti. Su quali basi? E si sa, la gallina che canta per prima… Come mai foto e video satellitari mostrati dal ministro della difesa russo rivelano nessuna presenza di un sistema missilistico BUK (capace di colpire a 10mila metri) nelle zone controllate dai patrioti antifascisti e invece la sua presenza, il giorno prima dell’abbattimento, nell’area occupata dai governativi, a ridosso delle zone liberate e a distanza utile per colpire quel MH17?  Perché Kiev ha spostato in quel luogo la piattaforma missilistica quando è noto che le repubbliche popolari del Donbass non hanno velivoli? Come mai quella piattaforma è stata poi rimossa subito dopo l’abbattimento? Lo stesso Procuratore Generale di Kiev, Vitaly Yarema, s’è lasciato sfuggire alla “Pravda” ucraina che le Repubbliche Popolari di Donetsk e Lugansk non dispongono dei sistemi missilistici BUK o S.300, né che le hanno potuto sottrarre alle basi governative Sistemi che, secondo il ministro degli interni, Gerashcenko, sarebbero serviti ad abbattere l’aereo.
Per quale motivo i controllori di volo ucraini hanno diretto l’aereo malese via dalla rotta sicura, lontano dalle zone di combattimento evitate da tutte le linee aeree, proprio verso i cieli sopra l’epicentro della guerra? Come mai un controllore di volo spagnolo è stato cacciato su due piedi dopo aver rivelato questo ordine edenunciato la presenza di due caccia ucraini a soli 3 km di distanza dall’aereo civile mentre era stato deviato dalla rotta normale e fino al momento della caduta (cosa che fa il drammatico paio con i caccia Nato di Ustica)? Circostanza confermata dai video registrati dalla direzione operativa dello Stato Maggiore russo. Cosa significa il fatto che questi caccia abbiano volato a poca distanza dal MH17 fino a istanti prima dell’esplosione? Si trattava di caccia SU-25 che raggiungono i 10mila metri di altitudine e sono equipaggiati di missili aria-aria R-60 che colpiscono il bersaglio fino a 12 km di distanza. L’interrogativo relativo allo spostamento in zona pericolosa dell’aereo delle Malaysian Airlines diventa più pressante alla luce dei 10 aeromobili militari abbattuti dai patrioti nel corso del conflitto (vedi il blog “Aviationist” di David Cenciotti). Ma abbattuti con razzi terra-aria della gittata di 3mila metri, gli unici in possesso degli insorti.
Perché le autorità hanno immediatamente confiscato e occultato i tracciati radar dell’aeroporto di Kiev? Come si spiega che le autorità di Kiev – e con esse Pentagono, Cia, Nato, tutti – non abbiano immediatamente chiesto la creazione di una commissione d’inchiesta internazionale (come chiesto da Mosca) e il suo intervento sul posto, con il compito di studiare i documenti di tutte le parti in causa e a controllare l’inventario di tutte le piattaforme missilistiche ucraine, dei loro movimenti e degli eventuali lanci. Qui annotiamo che non ha invece fondamento l’altra voce secondo cui si sarebbero sovrapposte le rotte dell’aereo malese con quelle del velivolo  presidenziale di Putin, fatto cha avrebbe fatto pensare a quel caccia Nato che colpì per sbaglio il DC10 di Ustica, mentre mirava a un aereo con a bordo Gheddafi. E’ da lungo tempo che Putin non sorvola l’Ucraina e tanto meno il Donbass.
Esplode da tutto questo un’ipotesi già risultata veritiera a Ustica: l’aereo civile è stato abbattuto dal caccia con un missile aria-aria, mentre a ridosso delle zone liberate è stato piazzato il sistema missilistico a terra per costruire la fola dei terroristi del Donbass. Al di là della responsabilità diretta dei mandanti (certa, come sempre, la zampa di Cia e Mossad), c’è da evidenziare con forza quella oggettiva di coloro che, da fuori, hanno innescato il disfacimento del paese, con conclusivo colpo di Stato, e, da dentro, hanno gettato il paese tra le zanne degli antropofagi euroatlantici e hanno necessitato l’insurrezione di chi s’è visto imporre un regime emulo di quello sconfitto nella Seconda Guerra Mondiale. E, in risposta all’insurrezione motivata dai principali diritti umani, metà Ucraina sta subendo lo stesso destino, per mano delle stesse SS, ma con insegne diverse, che in questi giorni viene inflitto a Gaza. E a proposito di servizi e forze speciali occidentali, dall’inizio attivi nel paese, come già visto in Siria, Venezuela, con gli stessi cecchini di Maydan, alla vista della totale mancanza di personale militare ucraino qualificato, tecnologicamente all’altezza, di un esercito mezzo squagliato, infestato da briganti nazisti, del tutto impreparato, chi può aver messo in piedi un’operazione di quella sofisticatezza militare?
Nel medio periodo, la colossale provocazione antirussa avrebbe dovuto fare da Racak, o da 11 settembre, o da armi di distruzioni di massa di Saddam, in vista dell’avvicinamento al momento del redde rationem con Putin. A questo servirà qualcosa di ancora più pesante e meglio attribuibile allo zar e al suo orso. Nell’immediato se ne attende, nel quadro dello tsunami planetario contro Putin, passato da omofobo e autoritario a terrorista stragista, una decisiva pressione su quegli europei che ancora esitano a imporre a Mosca sanzioni, per ora malinconicamente unilaterali Usa, che comprometterebbero le redditizie relazioni e economiche ed energetiche (il 40% del commercio UE) con il grande partner. Europei di cui, come effetto collaterale, USraele da sempre impone obbedienza, complicità, indebolimento geopolitico ed economico, subalternità. E, su tutto, si è ritenuto di porre, accanto al piatto della bilancia dove Netaniahu sguazza in un mare di sangue, anche dei suoi, sull’altro piatto il macigno del terrorismo stragista di Putin. Ma mentre il primo “si difende”, il secondo si vuole mangiare il mondo.
Non basteranno i riflessi pavloviani dei sedicenti giornalisti nella corsa a lucidare le scarpe a Obama e ai suoi padrini, per impedire ad alcuni miliardi di non decerebrati di constatare in Putin una diplomazia basata su buona volontà, ragionevolezza, verità e che Washington non è interessata a niente di questo, se non al dominio di Washington. E che l’Europa cosiddetta unita è da sempre una costola degli Usa (e lo sarebbe in misura  letale se passasse il TTIP). Non ci sono europei al potere che abbiano l’intenzione di separare il continente da Washington e dalle prebende e protezione che Washington elargisce alla sua euroservitù. I mugugni che alcune capitali europee sollevano, alla vista di quanto l’obbedienza a Washington gli costa in termini di buon affari, non si irrobustiranno in conflitto in mancanza di incazzature di massa, tipo quelle spontaneamente manifestatesi a Londra, Parigi, e in tanti altri paesi, ma per le quali non si vedono all’orizzonte le organizzazioni, i partiti che le coltivino. Pensate, da noi, a Tsipras e ai suoi giuramenti di fedeltà alla Nato.
Non ci resta che sperare in una più dinamica e robusta opposizione dei 5Stelle, fondata sulla percezione che coloro che stanno avviando il nostro paese al baratro della miseria e del totalitarismo, e in parlamento sono combattuti concretamente ormai dai soli pentastellati, stanno lì perché per quel compito li hanno nominati gli stessi capi terroristi impegnati in Ucraina, Siria, Iraq, America Latina, Afghanistan Africa. E a Gaza. Alle loro politiche di distruzione di massa si affiancano le armi di distrazione di massa. In testa a tutte, le provocazioni stragiste False Flag, praticate dai nazisti, che le hanno apprese dai regimi Usa e che questi regimi hanno rilanciato perfezionate, passando dalla sperimentazione del farmaco alla vaccinazione generale. Perché se 298 poveri civili sono stati fatti a pezzi affinché si distolga lo sguardo dall’olocausto di Gaza, 80 euro sono stati dati ad alcuni perché non si avvedano del coltello che gli stanno piantando nella schiena.
Pubblicato da alle ore 18:32

Tav, Plano: “Tutti compatti contro un’opera inutile”

http://torino.repubblica.it/cronaca/2014/07/22/news/tav_plano_tutti_compatti_contro_un_opera_inutile-92133881/

Il sindaco di Susa al consiglio comunale aperto degli amministratori contrari alla Torino-Lione. “L’osservatorio di Virano è statonun fallimento”. Tra il pubblico anche Alberto Perino: “Ci sarà una stagione di lotta totale al progetto”

di FABIO TANZILLI

22 luglio 2014
Tav, Plano: "Tutti compatti contro un'opera inutile"
i sindaci No Tav 

“La politica torinese è in una fase di rimbecillimento totale. Come si fa, in un momento simile, ad approvare e sostenere un’opera inutile come la Tav?”. Il sindaco di Susa del Pd, Sandro Plano, è intervenuto così stamattina a Bussoleno, con altri sindaci nei prati di Isolabella, borgata che in futuro potrebbe ospitare dei cantieri della Torino-Lione, per rinnovare l’alleanza con il Movimento No Tav. “Siamo compatti come nel 2005, ed è la prova più lampante del fallimento dell’Osservatorio di Mario Virano” ha aggiunto Plano. Si è tenuto così il consiglio comunale aperto, organizzato dal sindaco di Bussoleno Anna Allasio, del Pd, per approvare una delibera durissima contro il progetto. Testo approvato e apprezzato anche dall’ala radicale del movimento, come ha sottolineato il portavoce Luigi Casel, che proprio alle ultime elezioni comunali aveva sfidato la Allasio. Al consiglio comunale “condiviso” – nonostante l’orario di convocazione non facile –  sono intervenuti undici Comuni oltre a Bussoleno, sindaci e amministratori con addosso le fasce tricolori: da Sant’Ambrogio a Venaus, da Bruzolo a Mattie, da Condove (altro Comune con amministratori del Pd) a Caprie. Tutti per ribadire il no all’opera.

Tra il pubblico, ad assistere al rinnovo del patto, c’erano anche alcuni leader del Movimento: Nicoletta Dosio della lista Tsipras, Mario Cavargna e Alberto Perino: “Questa delibera firmata nei prati di Bussoleno è un’ottima cosa, preannuncia una stagione proficua di lotta , di opposizione totale al progetto – ha detto Perino – mi ricorda alcuni momenti chiave dell’unità istituzionale raggiunta dai sindaci No Tav proprio nel 2005”. Plano ci ha tenuto però a ribadire la posizione dei Comuni “a favore del dialogo, con il governo e gli altri enti superiori a patto che ci vogliano ascoltare – ha puntualizzato

il sindaco di Susa – le istituzioni saranno al fianco del movimento, con una protesta popolare e pacifica. Sappiamo che gli interessi attorno a quest’opera sono tanti, legati anche alla criminalità organizzata. Spetta a noi presidiare il territorio per difendere la legalità”.

Ma LTF la conta giusta sulle polveri a senatori, poliziotti e valsusini?

Cattura587
Ma LTF la conta giusta sulle polveri a senatori, poliziotti e valsusini?

Questa la lettera che abbiamo spedito alla Luna Nuova.

Gentile direttore,

abbiamo letto con stupore le dichiarazioni di Achille Sorlini, referente del monitoraggio ambientale, sulle polveri all’interno del cantiere di Chiomonte (Luna Nuova n. 54, 18 luglio 2014, p. 3). Sostiene l’ingegnere che “in 16 mesi le soglie di superamento dei limiti normativi sono state superate soltanto in cinque occasioni”. Tale dichiarazione è stata fatta di fronte a 2 senatori e a rappresentanti dei sindacati di polizia.

I dati che ha consegnato Arpa, raccolti per conto di LTF dal consorzio Eraclito, sono però assai diversi. Prendiamo il PM10 rilevato dalla centralina posta all’interno del cantiere e denominata postazione 1. Nel mese di novembre 2013 (purtroppo l’ultimo dato in nostro possesso) il limite di 50µg/m3 è stato superato volte (e spesso gli sforamenti sono stati rilevanti, per esempio 97µg/mil 29, 106µg/m3 il 27 e 94µg/ml’8). A ottobre 2013 sono stati registrati 7 sforamenti (particolarmente elevati i dati dal 26 al 29 di 83µg/m3, 122µg/m3, 117µg/m3 e 114µg/m3). In generale nella postazione 1 da luglio a novembre (5 mesi) ci sono stati 27 superamenti della soglia dei 50µg/m3 stabilita dalla legge.

Come possono l’ingegnere e LTF sostenere che nel cantiere vi sono stati solo 5 sforamenti? Noi un’idea ce l’abbiamo. Probabilmente si riferiscono al superamento della soglia di intervento, che LTF ha stabilito essere superiore del 30% al limite di legge protratta per 2 giorni consecutivi. Ciò significa che se per 2 giorni il PM10 è superiore a 65µg/m3 LTF deve attivare una serie di azioni fino a rientrare nei limiti. Ora, se per 5 giorni consecutivi viene superata la soglia di intervento LTF e Sorlini non possono dire che questo equivale a 1 superamento. Se lo hanno fatto per ignoranza c’è da preoccuparsi, ma se lo hanno fatto consapevolmente hanno preso in giro senatori, forze dell’ordine e valsusini, mescolando soglia di intervento con limiti normativi. A tal proposito sarebbe interessante sapere quali provvedimenti sono stati messi in atto in queste occasioni, perchè leggendo i dati l’unico intervento che pare aver abbassato la concentrazione di polveri sottili sono state le precipitazioni atmosferiche…

Ma anche se consideriamo le soglie di intervento e non le decine di sforamenti i conti non tornano, perchè Sorlini e LTF avrebbero dovuto conteggiare anche i superamenti del PM2.5. Per questo valore abbiamo i dati solo da metà gennaio a metà luglio 2013. In questi 6 mesi la soglia di attenzione (25µg/m3 corrispondente al limite normativo per la media annuale) nella postazione 1 è stata superata ben 32 volte. Il valore del PM2.5 è in costante aumento fino ad avere un valore medio di 35,4µg/m3nei dati di luglio e la soglia di intervento è stata superata 3 volte (2 giorni consecutivi con PM2.5 superiore a 32,5µg/m3). Cosa ha fatto in questi casi LTF? Che interventi ha messo in campo?

Che LTF cerchi, per così dire, di nascondere la polvere sotto il tappeto non ci stupisce. Ma a fianco di Sorlini c’era il direttore di Arpa Piemonte, Angelo Robotto. Lui questi dati dovrebbe conoscerli, dovrebbe addirittura controllarli. Perchè mai non ha contestato ciò che andava dicendo Sorlini? Stiamo facendo retorica, perchè in realtà che il direttore di Arpa avvalori le tesi di LTF non stupisce affatto. Basta ricordare che Robotto il 27 marzo 2014 dichiarò che la moria di pesci in Clarea era “causata da condizioni di elevata torbidità associata a una scarsità di portata del torrente in quel momento”. Peccato che in un documento ufficiale dell’Arpa del dicembre 2013 (4 mesi prima!) ci sia scritto “in prima istanza, essendo stato riscontrato nel corso del sopralluogo un fenomeno di elevata torbidità sia a monte che a valle del cantiere associata ad una minima portata del torrente verificatasi nei giorni precedenti all’evento, non si poteva escludere la possibilità di una causa esterna al cantiere. Dalle informazioni successivamente acquisite è invece possibile affermare che la causa della moria possa essere connessa ad apporti di materiale utilizzato nelle operazioni di jet grouting che potrebbe essere giunto al Clarea per infiltrazione nel terreno frapposto tra il cantiere ed il torrente stesso

Questa vicenda ci dimostra ancora una volta l’impossibilità di fidarsi di LTF e del direttore dell’Arpa. Non solo le serie di dati che ci hanno consegnato sono incomplete, lacunose e risalenti a mesi fa, ma anche l’interpretazione che ne danno è sballata, faziosa e non indirizzata a tutelare la salute di valsusini, operai e forze dell’ordine, ma solo il proseguimento senza scossoni dei lavori.

A noi, ovviamente, tutto questo non sta bene. Ribadiamo la richiesta della pubblicazione integrale dei dati e di un incontro pubblico con LTF e Arpa.

Grazie dell’ospitalità

Di seguito i documenti provenienti da Ltf che abbiamo utilizzato:

Tabella di sintesi Misure Polveri Metalli IPA

Rapporti di prova postazione 1:

[Nota Bene: abbiamo rinominato per date i pdf per consentirne una lettura più agevole, in origine erano archiviati secondo il numero del rapporto di prova. Nella tabella troverete in alcuni giorni dei valori doppi, si riferiscono a delle campagne di monitoraggio affiancate alla postazione fissa per brevi periodi (PM CAMP). Per i giorni dal 25 al 30 novembre non abbiamo a disposizione il rapporto del laboratorio di analisi ma solo il dato in tabella, confermato però dal rapporto settimanale. Nella tabella manca il 24 luglio, ma nei rapporti del laboratorio a mancare è il 23. La serie di dati in nostro possesso relativa al PM2.5 si ferma al 7 luglio. Nella tabella per il giorno 25 giugno è segnalato un improbabile valore del PM10 di 381µg/mmentre per il giorno 28 giugno 94µg/m3, dato che per questi due giorni non abbiamo i rapporti di laboratorio, e dato che non abbiamo neppure il riscontro dei rapporti settimanali o le presentazioni dei dati analitici abbiamo preferito escluderli. A gennaio e a febbraio i dati sono incompleti sia per il PM2.5 che per il PM10. Segnaliamo un’ulteriore anomalia: il 26 maggio la misura del PM2.5 appare superiore a quella del PM10, situazione analoga per il 19 gennaio]

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Assemblea popolare No Tav. Plano: Si al rapporto degli amministratori con lo Stato ma senza Virano. Ha fallito su tutta la linea e ha barato!

Un duro applauditissimo attacco a tutto campo di Plano, la mobilitazione per i prossimi giorni, una mozione che chiede alle ambigue amministrazioni di Condove e S. Antonino di abbandonare il Tavolo di Concertazione, un Consiglio comunale congiunto Susa/Bussoleno. Il Pd, le banche e le ditte che lavorano al cantiere sono la controparte di chi chiede il cambiamento

di Fabrizio Salmoni

Il Commissario di Governo ha fallito su tutta la linea: la Valle è No Tav come e più che nel 2005 e Virano ha trasceso il suo ruolo di mediazione assumendo quello politico. Ha fallito su tutto, vada via! Gli amministratori sono disponibili a discutere con lo Stato ma non più con lui. La Valle non si è divisa neanche di fronte a un attacco mediatico e giudiziario senza precedenti e le sue tre gambe, amministratori, tecnici e comitati, si muovono sempre insieme. Domani martedi 22 infatti, un ennesimo segno politico di unità verrà dato con il Consiglio comunale congiunto Bussoleno/Susa (Borgata Isolabella, via Susa, loc. Maira), aperto alla popolazione: unico punto all’OdG la contrarietà all’opera.

Questo il succo dell’intervento di apertura di Sandro Plano all’assemblea popolare di ieri sera, lunedi 21, a Bussoleno, affollata come al solito e rimpinguata dai partecipanti solidali al campeggio itinerante che sta toccando tutti i paesi, giorno dopo giorno: un’iniziativa che la controparte non ha capito, non ha contrastato, e che sta rinforzando i vincoli tra i paesi della bassa Valle.

Il progetto Osservatorio è fallito con il suo ideatore – ha continuato Plano – Non c’è stato sviluppo economico, non ci sono stati i posti di lavoro promessi, non ci sono fondi (per quello sono cosi lenti), e quelle che chiamano compensazioni sono un diritto che non comporta soggiacere ai ricatti (“perchè per restaurare il Teatro o fare una rotonda devo accettare il Tav?“).

Un accenno al giornalismo d’accatto (il riferimento è a un articolino del vice-Numa Travan su La Stampa) che non sa più dove appigliarsi per attaccare i No Tav e se la prende con una dipendente del Comune di Susa che fuori orario di lavoro va a dipingere il nuovo presidio di San Giuliano: “Una dipendente modello che fuori dal suo ufficio può fare quel che vuole. Vergogna! Se quello è giornalismo, è proprio alla frutta!”

E’ un fiume di iniziative quelle in preparazione per i prossimi giorni: da un presidio mercoledi 23 al Tribunale per il riesame delle imputazioni degli arrestati per l’incendio del compressore, alla passeggiata notturna da Giaglione del 24, alla marcia alle reti di sabato 26.

Tutti i più abili sono chiamati alla passeggiata notturna che sarà preceduta da un pomeriggio di giochi sui sentieri, come il concorso Scova la telecamera! che ha come obiettivo il recupero del maggior numero delle 170 telecamere danneggiate da umidità e agenti naturali, disseminate dalla Digos nei boschi l’inverno scorso con un grave errore: averle piazzate sugli alberi senza foglie…Quelle raccolte verranno restituite al mittente.

Qualche buontempone suggerisce di portare alla marcia anche i cani da caccia per sniffare i Carabinieri Cacciatori che si nascondono nei boschi mimetizzati e con i visori notturni qualche ora prima di ogni “intrusione”. Dovranno cospargersi di fango come Rambo per non farsi scovare o per non farsi fare pipi sopra!

Nella foto: Il Comm.Virano. Un fallimento totale

Virano

La mozione che chiede ai Comuni recalcitranti come Condove (ma non è una Giunta No Tav?), Susa e S. Antonino di ritirarsi dal Tavolo di Concertazione viene approvata per acclamazione (*) poi è la volta degli interventi dei “campeggiatori” che raccontano l’esperienza e puntano il dito contro il “nemico” di chi vuole cambiare modello di sviluppo, di chi chiede un cambio di politiche sociali e ambientali: il Pd, partito della svolta autoritaria, del capitalismo transnazionale, delle Grandi Opere utili solo al sistema corrotto dei partiti e alla mafia, la banca Intesa San Paolo che finanzia il Tav invece di concedere mutui e prestiti a chi deve lavorare, le ditte “nominate” (e anche pregiudicate) che lavorano al cantiere.

E non mancano letture delle lettere dal carcere degli arrestati e la solidarietà piena ai Palestinesi.

Insomma le idee sono tante e chiare. Cosa bisogna fare per annientare la Val Susa? (F.S. 22.7.2014)

 (*)

L’ASSEMBLEA POPOLARE DEL MOVIMENTO NO TAV

riunita a Bussoleno la sera del 21 luglio 2014

dopo aver ascoltato l’intervento del sindaco di Susa Sandro Plano molto critico nei confronti dell’osservatorio e in particolare del suo presidente Virano

valuta che

i comuni che si dichiarano contrari alla realizzazione della Nuova Linea Torino Lyon non possano pensare di rimanere nell’osservatorio ca mbiando i tecnici che li rappresentano sostituendoli con tecnici di provata fede NO TAV;

i comuni che si dichiarano contrari alla realizzazione della Nuova Linea Torino Lyon debbano al più presto comunicare ai Governi italiano e francese, alla CIG, alla Regione eall’Osservatorio che ora questi comuni sono retti da amministrazioni contrarie alla realizzazione della NLTL e che pertanto coerentemente con il disposto governativo abbandonano il tavolo di concertazione.

Per quanto detto sopra l’Assemblea Popolare del Movimento NO TAV

chiede

alle amministrazioni comunali di CONDOVE, SANT’ANTONINO e SUSA, che in campagna elettorale si sono dichiarati contrari alla nuova linea Torino-Lyon, di uscire in tempi brevissimi dall’Osservatorio ritirando i tecnici di loro nomina, dandone il più ampio risalto mediatico.

 Approvato per acclamazione.

Bussoleno 21 luglio 2014

LUC MICHEL INTERVIEWE PAR ‘LA VOIX DELA RUSSIE’: « CUI PRODEST ? » … A QUI PROFITE LE CRASH DU BOEING 777 DE LA MALAYSIA AIRLINES?

Igor YAZON, pour la Radio ‘LA VOIX DELA RUSSIE’ (Rossiya Segodnya), interroge Luc MICHEL à propos du crash du Boeing d’Air Malaisia au dessus de Donetsk. Mais aussi des sanctions contre la Russie et de la compétition entre les industries d’armement occidentales et russes. Tous dossiers étroitement liés à la crise ukrainienne et au dossier d’Air Malaisia  …

 PCN-SPO avec La Voix de la Russie / 2015 07 21/

PCN-SPO - LM  cuid prodest LVDR (2014 07 21) FR

« CUI PRODEST ? » … A QUI PROFITE LE CRASH DU BOEING 777 DE LA MALAYSIA AIRLINES?

 # Igor YAZON / LVdlR :

Cui prodest ?

 # Luc MICHEL :

A qui profite le crime ? C’est assez simple, déjà il faut regarder a qui il ne profite pas. Certainement pas à la République du Donbass car c’est une catastrophe pour eux en terme d’image en Occident. D’autant plus que sur le front militaire, et cà c’est dissimulé par les médias de l’OTAN, le départ de Slaviansk n’a été qu’un repli tactique, depuis une grosse semaine maintenant, les forces de l’armée du Donbass mènent une offensive victorieuse. Cette offensive a lieu autour de la colline stratégique de Saur-Mogila, et vous constaterez comme par hasard que le crash de l’avion est dans la même région. A Saur-Mogila, les forces de Kiev ont été écrasées, le front des forces de Kiev a été brisé en deux, le fameux bataillon ukrainien Azov, constitué de néonazis ukrainiens et européens, ainsi que de mercenaires français, italiens, britanniques, polonais qui se battent en Pologne, du coté des forces de Kiev, a été décimé.

 Il y a des témoignages, j’en ai publié sur les réseaux sociaux. Ce sont des jeunes soldats de la garde nationale qui téléphonent dans des émissions de télévision a Kiev, où il y a un grand mouvement de mères, de mamans, voulant arrêter la guerre. Et ces soldats témoignent que leurs unités sont détruites à 90%. Il y a un document du Ministre de l’Intérieur de Kiev Avakov qui circule et évoque des milliers de morts. Donc, voir arrêter cette offensive, cela arrive au bon moment.

 Deuxièmement ce qui permet encore Kiev de garder une présence militaire, ce sont les bombardements aériens. Pendant que la presse occidentale pleure les morts du crash – et elle a raison de le faire -, elle oublie de pleurer les dizaines et dizaines de civils à Lougansk, Donetsk et dans les petites villes autour, massacrés chaque nuit par l’aviation de Kiev. Donc pour la république du Donbass c’est une catastrophe.

 Deuxièmement, cela ne profite pas à Moscou, c’est l’occasion d’une campagne de russophobie, complétée par le « Poutine bashing ». LIBERATION (Paris) a fait une grande couverture samedi, avec le grand portrait de Poutine, et le titre « Poutine accusé ». Donc, cela ne profite pas à Moscou. De plus Moscou pour l’instant a eu une action importante pour essayer de lancer un processus de paix en Ukraine, et Moscou sort d’un grand succès en Amérique latine. C’est l’émergence d’un bloc des BRICS autour de Moscou. Donc cela ne profite ni a Poutine, ni a Moscou.

 Donc, à qui profite ce crime ?

Tout d’abord a la junte de Kiev, qui mène une sale guerre. Une guerre menée avec des armes interdites contre leur propre population. L’aviation, l’artillerie lourde. On se rappelle en 2011 de la campagne contre Kadhafi, quand on a prétendu a tort que Kadhafi faisait bombarder sa propre population. La, immédiatement, le Conseil de Sécurité s’est réuni, et on a fait la fameuse « zone d’exclusion aérienne ». Et l’OTAN a bombardé directement l’armée de Kadhafi. Mais a Kiev, il n’y a rien de tout cà. Tous les jours, l’armée de Kiev commet des crimes de guerre. Dans la sale guerre contre le Donbass, qui n’est pas une opération antiterroriste, mais une guerre civile. Et on peut même dire que du point de vue du Donbass, c’est une guerre de libération nationale. On emploie des bombes au phosphore, des missiles contre la population, des bombes a sous-munitions, des armes chimiques. Rappelez-vous des hurlements quand on a prétendu que Bashar Al-Assad avait utilisé l’arme chimique dans la banlieue de Damas. On a failli avoir des frappes occidentales (américaines, britanniques et françaises) sur Damas. Quand Kiev fait la même chose, personne ne bouge.

 Donc, grâce au crash d’Air Malaysia, la junte de Kiev a reçu un blanc-seing des occidentaux pour continuer la sale guerre. Le Président de droite polonais, par exemple, a déclaré que Kiev avait raison d’utiliser tous les moyens possibles, dont l’aviation pour combattre les « terroristes du Donbass ». Au passage, le président polonais oublie les centaines de milliers de victimes polonaises des pogroms bandéristes entre 1941 et 1945. Les gens au pouvoir a Kiev sont les héritiers directs de Bandera. Et cà le président polonais l’a oublié, car grâce aux américains la Pologne est revenue à avoir les rêves géopolitiques qu’elle avait avant 1940. C’est-à-dire une Pologne qui dominerait en tout cas une partie de l’Ukraine, en n’oubliant pas que certains territoires ukrainiens ont été polonais jusqu’en 1939. Kiev a reçu un blanc-seing d’Obama, des français et des britanniques également pour continuer la sale guerre.

 A qui cela profite en dernier ressort ?

Ce sont aux américains eux-mêmes, l’administration Obama ou encore ceux que j’appelle les nouveaux faucons de Washington.

 Qui gouverne les Etats-Unis actuellement ?

Ce sont les faucons, ceux voulant une nouvelle guerre froide. On revoit les fameux néo-conservateurs de l’ère Bush, les neocons, ainsi que Brezinski qui veut absolument la confrontation et le fameux lobby antirusse, constitué notamment autour de John McCain, du sénateur Lieberman, et du vice-président Joe Bidden. Ces gens veulent la confrontation avec la Russie, et son démembrement en dernier ressort. Un plan de Brezinski vise à démembrer la fédération russe en trois Etats : Moscovie, Oural, et Sibérie orientale. C’est exactement ce qu’étaient les plans du IIIe Reich en 1941 pour détruire l’Union Soviétique.

 Donc, ces gens poussent à la guerre, pour relancer la course aux armements. L’avantage de la course aux armements étant que le lobby militaro-industriel fera à nouveau énormément d’argent, avec de nouveaux contrats juteux pour tous ces industriels. Ce lobby est constitué de politiciens et de marchands d’arme. Autre avantage de cette course aux armements, c’est qu’elle empêchera la ré-émergence de la Russie du stade de puissance régionale à celui de puissance mondiale. Il faut se souvenir de la leçon des ‘Années Reagan’ a partir de 1980. Ce qui a détruit l’union soviétique ? Qui n’a pas perdu la guerre idéologiquement, cela est un fantasme occidental, ni militairement. Il y avait encore une armée soviétique intacte, qui va devenir l’armée russe. Ce qui explique qu’actuellement l’armée russe est encore une grande puissance. En Afghanistan, l’armée rouge avait gagné militairement sur le terrain. Mais l’Union soviétique a perdu face à l’Occident dans la course aux armements. Cette course aux armements a saigné a mort l’économie de l’Union Soviétique mais aussi de tout le bloc du Pacte de Varsovie. Et donc, le résultat en est qu’on ne savait plus produire de biens de consommation, la population était mécontente et l’économie s’est effondrée. C’est cela, que les faucons aux Etats-Unis veulent de nouveau, et donc, le crash d’Air Malaysia est pour eux « une divine surprise ». Cela tombe au bon moment et dans la bonne situation.

 # Igor YAZON / LVdlR :

M. Luc, vous avez mentionné que l’Occident est plus intéressé à affaiblir la Russie. Voila ce qui est indiqué ce dimanche par l’agence des actualités économiques Bloomberg. Il est écrit que le premier ministre britannique, David Cameron, « multiplie les démarches auprès de l’Union Européenne pour durcir les actions contre Moscou et introduire des mesures punitives contre l’industrie de défense russe ».

 # Luc MICHEL :

Mais c’est évidemment l’un des aspects ! Les occidentaux, qui se présentent comme des pacifiques, sont les plus gros exportateur d’armes. Dans le marché des armements, il n’y a actuellement qu’un grand concurrent pour les industries occidentales d’armement, c’est évidemment la Russie. C’est l’un des aspects aussi de la crise ukrainienne, c’est-à-dire que les industries d’armement ukrainiennes, russes, et biélorusses sont des industries pour le moment intégrées. Certains experts économiques disent qu’une des raisons pour lesquelles les occidentaux veulent contrôler l’Ukraine est à fin de détruire l’industrie d’armement ukrainienne. Il y a aussi un autre aspect, la technologie : on sait déjà que la junte ukrainienne a vendu des données technologiques de son industrie d’armement aux occidentaux. Donc on est dans un problème directement lié.

 L’autre problème est la question des navires Mistrals. Dès que le crash est arrivé, Mme Merkel – il faut rappeler que l’Allemagne n’est ni l’alliée ni l’amie de la Russie, il y a en Allemagne un lobby pro-russe avec notamment l’ancien chancelier Schröder, prônant une alliance avec la Russie, ce sont des gens désormais extrêmement minoritaires. Comme les gens qui prônent un axe Paris-Moscou dans la classe politique française – donc Merkel est directement intervenue pour dire à la France qu’elle devait » « respecter les sanctions contre la Russie », notamment en ne vendant pas les Mistrals. Et pour une raisons psychologique, et médiatique, l’affaire des Mistrals est très importante pour les Occidentaux. Cela donc veut dire la faillite des chantiers navals de Saint-Nazaire. Ceux-ci ne tiennent plus que par ces commandes là, mais cela, tout le monde s’assied dessus.

 Comme les sanctions dans les mois qui viennent, c’est la faillite de la dernière sidérurgie lourde européenne. On va perdre des milliers d’emplois en Belgique qui est le premier Etat concerné, a Vérone en Italie, ou au Danemark. La dernière industrie lourde européenne, elle, est a capitaux russes, elle est tenue par l’industriel russe Libzinski, c’est le groupe KLP, qui a déjà averti que » les sanctions ne lui permettaient plus d’apporter l’argent nécessaire dans l’Union Européenne pour une industrie qui n’est plus compétitive ». Voila où l’on en est.

 La question des armements est très importante car l’un des buts des occidentaux est d’éliminer la Russie sur le marché mondial des armements. Cela a des implications militaires mais aussi politiques et diplomatiques. Pour le moment, la Russie offre une porte de sortie pour les Etats qui ne veulent pas dépendre de l’Occident.

 Alors qu’est-ce que dépendre de l’Occident ?

Je vais vous donner un cas pratique là-dessus, afin d’être bien compréhensible. Le fournisseur d’armement, vous dépendez de lui en cas de conflit.

Pour vous donner un cas très pratique, pendant la guerre Iran-Irak (1980-1988), toute l’armée iranienne, qui était encore largement l’armée du Shah, avait besoin de pièces d’avion américaines. Les iraniens ont donc du se faire livrer par des circuits très compliqués pour avoir des pièces d’avion, qui passaient d’ailleurs par Israël, c’est la fameuse « affaire de l’Iran Gate ».

A un moment donné, l’armée de Saddam Hussein dépendait de pièces d’avion françaises à la fin de la guerre. Et à la fin de la guerre de Golfe, elle ne les avait plus.

En 1985, il y a eu le fameux raid des aviations britannique et américaine sur Tripoli (Libye), on a bombardé Tripoli et même la résidence de Kadhafi (tuant une de ses filles), il y a eu des centaines de morts, puis Kadhafi s’est rendu compte que les avions français par exemple qu’il avait achetés et qui fonctionnaient avec des radars français, n’ont pas fonctionné comme par hasard pendant l’attaque des forces de l’OTAN.

 Donc la Russie, offre à tous ces gens une porte de sortie, une alternative. Imaginez par exemple Bashar Al-Assad dépendant des fournitures occidentales, il ne serait plus là maintenant. Donc l’industrie russe et celle des pays alliés, c’est une des cibles prioritaires de l’agression actuellement des occidentaux en Ukraine et ailleurs.

 # Article original + Interview audio MP3 de Luc MICHEL sur :

http://french.ruvr.ru/radio_broadcast/5646129/274979301/

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http://www.scoop.it/t/pcn-spo

https://www.facebook.com/PCN.NCP.press.office

Se i piloti israeliani si rifiutano di bombardare Gaza

Dopo i cento morti della giornata del 20 luglio nel corso dell’attacco israeliano a Gaza, ci siamo chiesti se i soldati israeliani si siano mai rifiutati di obbedire agli ordini militari. Abbiamo scoperto che rifiutarsi di servire l’Israel Defense Forces (Idf), l’esercito israeliano, o disobbedire agli ordini sul campo di guerra è possibile. Ed è già successo. Anche tra le celebrità del Paese (vedi il caso contestatissimo della modella Bar Refaeli, che avrebbe celebrato un falso matrimonio per dribblare la leva http://nypost.com/2010/01/14/bar-refaeli-dodged-army-duty-israeli-general-claims/ ).
In Israele esiste la leva obbligatoria di tre anni per gli uomini e due per le donne. Non sono obbligati a svolgere la leva militare gli ebrei ultraortodossi, anche se una legge del marzo 2014 (http://forward.com/articles/194309/israel-lawmakers-vote—to-end-blanket-ultra-or/ ) – che verrà implementata solo nel 2017 – ha eliminato questo privilegio. Nel corso della storia, però, ci sono stati diversi israeliani che si sono rifiutati di prendere parte all’esercito. È successo con il gruppo Shministim ( http://www.whywerefuse.org/ ) , nato nel 2001, che nasce sulle orme di un altro gruppo di studenti delle superiori prossimi alla leva militare che già nel 1970 avevano espresso il loro parere negativo sull’occupazione di Gaza e della Cisgiordania. Molti di loro sono finiti in carcere e tra questi c’era anche la figlia di un ufficiale del Mossad.
È successo anche durante la guerra in Libano, quando il movimento Yesh Gvul (http://en.wikipedia.org/wiki/Yesh_Gvul ) si rifiutò di prendervi parte. Alcuni di loro finirono davanti alla corte marziale e nelle prigioni militari. L’ultimo rifiuto è quello dei cosiddetti refusenik, un gruppo di 50 studenti che all’inizio di marzo 2014 ha scritto una lettera a Benjamin Netanyahu, dichiarando di opporsi al servizio di leva militare obbligatorio.
Diverso invece è il caso di coloro che hanno accettato di entrare nell’esercito, pur rifiutandosi di prendere parte alle operazioni nei territori palestinesi. Nel 2002, nel mezzo della seconda Intifada, 51 riservisti (quelli che svolgono il servizio solo un mese ogni anno ma possono essere richiamati in situazioni di guerra) hanno firmato la “Combatants’ Letter” ( http://www.seruv.org.il/english/combatants_letter.asp ) , nella quale dichiarano il loro rifiuto «di combattere oltre i confini del 1967 al fine di dominare, espellere, affamare e umiliare un popolo intero». Ecco il testo della lettera:
Siamo piloti e ufficiali da combattimento dell’Esercito israeliano, che sono cresciuti sulla base dei principi del Sionismo, sacrificando se stessi per la popolazione e lo Stato di Israele, che hanno sempre servito sulle linee del fronte, e che erano i primi a portare a termine ogni missione per proteggere lo Stato di Israele e rafforzarlo;
Noi, piloti e ufficiali combattenti che hanno servito lo Stato di Israele per molte settimane ogni anno nonostante il caro costo per le nostre vite personali, siamo stati impegnati nei Territori occupati, e siamo stati assoggettati a comandi e direttive che non avevano niente da fare con la sicurezza del nostro Paese e che avevano la sola proposta di perpetuare il nostro controllo sulla popolazione palestinese;
Noi, i cui occhi hanno visto il bilancio sanguinario di questa occupazione da entrambi i lati;
Noi, che avvertiamo che i comandi che ci vengono dati nei Territori occupati distruggono tutti i valori e corrompono l’intera società israeliana;
Noi, che capiamo ora che il prezzo dell‘occupazione è la perdita del carattere umano dell’esercito israeliano e la corruzione dell’intera società israeliana;
Noi, che sappiamo che i territori palestinesi non sono parte di Israele, e che tutte le colonie sono obbligate a essere sgomberate;
Noi, con la presente dichiariamo che non continueremo a combattere questa guerra delle colonie;
Noi non continueremo a combattere oltre i confini del 1967 per dominare, espellere, affamare e umiliare una intera popolazione;
Noi con la presente dichiariamo che continueremo a servire l’esercito israeliano in ogni missione per la difesa di Israele;
La missione di occupazione e oppressione non serve questo obiettivo – e noi non ne prenderemo parte.
Una lettera simile è stata firmata e sottoscritta da 27 piloti, un anno dopo, nel settembre 2003. L’idea della lettera nacque dopo che il bombardamento finalizzato a uccidere Saha Shehade, uno dei leader di Hamas, aveva causato numerose morti tra i civili. La sua abitazione era circondata da altri 14 edifici, che vennero colpiti comunque. Ecco la lettera nota come Pilots’ Letter:
Noi, piloti dell’Air Force cresciuti sui valori del sionismo, del sacrificio e del contributo allo Stato di Israele, abbiamo sempre servito il nostro Paese sulle linee del fronte e siamo sempre stati disposti ad affrontare ogni missione per difendere e rafforzare lo Stato di Israele;
Noi, veterani e allo stesso tempo piloti attivi, che abbiamo servito e ancora serviremo lo Stato di Israele per lunghe settimane ogni anno, ci opponiamo a portare a termine ordini di attacco che sono illegali e immorali del tipo di quelli che Israele sta conducendo nei territori palestinesi.
Noi, che siamo cresciuti amando lo Stato di Israele e abbiamo contribuito alla causa del sionismo, ci rifiutiamo di prendere parte negli attacchi dell’Air Force sui centri in cui vive la popolazione civile. Noi, che crediamo che l’esercito israeliano e l’Air Force siano parti inalienabili di noi stessi, ci rifiutiamo di continuare a colpire civili innocenti;
Queste azioni sono illegali e immorali, e sono il risultato diretto dell’occupazione in corso che sta corrompendo la società israeliana. Perpetuare l’occupazione significa inevitabilmente colpire la sicurezza dello Stato di Israele e la sua forza morale;
Noi che serviamo come piloti attivi – combattenti, leader, e istruttori delle prossime generazioni di piloti – con la presente dichiariamo che continueremo a servire l’esercito israeliano e l’Air Force in ogni missione in difesa dello Stato di Israele.
Dopo queste parole, seguirono poi quelle della Commandos’ Letter nel dicembre 2003 indirizzata al primo ministro Ariel Sharon, in cui 13 riservisti si rifiutarono di prendere parte all’occupazione e alla “violazione dei diritti umani dei palestinesi”. Dalla parte opposta, ci sono stati anche diversi coloni che nel 2005 si sono rifiutati di aderire al piano unilaterale di sgombero delle colonie israeliane dalla Striscia di Gaza.
Lidia Baratta
21.07.2014

MH-17. Le autorità di Donetsk consegnano le scatole nere al rappresentante malese

Il primo Ministro dell’autoproclamata Repubblica Popolare di Donetsk, Alexander Borodái, ha consegnato le scatole nere del boing malese abbattutto sullo spazio aereo ucraino al rappresentante speciale del governo della Malesia, il colonnello Mohd Saqri. Lo riferisce Interfax. Saqri ha confermato che le scatole nere non hanno subito alcuna “manipolazione esterna”.

Il Vice Procuratore Generale della Repubblica Popolare di Donetsk, Eduard Yakubovski, e Mohd Saqri hanno firmato un memorandum che certifica l’atto. “Secondo il memorandum, la parte malese deve trasmettere le scatole agli esperti ICAO”, ha detto Borodái.
Notizia del: 22/07/2014
http://www.lantidiplomatico.it/dettnews.php?idx=11&pg=8453

Aereo abbattuto, le scatole nere saranno analizzate dai britannici

martedì, 22, luglio, 2014

Saranno gli esperti britannici a recuperare i dati dalle scatole nere del volo MH17 della Malaysia Airline. Lo rende noto il primo ministro britannico, David Cameron, spiegando che la decisione e’ stata presa in seguito alla richiesta in questo senso da parte delle autorita’ olandesi.
Gli esperti, di base a Farnborough, avranno quindi il compito di recuperare i dati che saranno poi sottoposti ”ad analisi internazionali”.
Intanto in Olanda il Consiglio dei Ministri esteri, senza sapere come sono andate le cose, nè da chi è stato abbattuto l’aereo, ha deciso che la Russia è colpevole e prescindere. Ha deciso che la lista dei russi sanzionati sarà allargata” sulla base di quanto deciso dal vertice di mercoledì scorso e tale lista “sarà sottoposta al Coreper entro giovedì”. Lo dice il ministro degli esteri olandese Frans Timmermans. “Alla Commissione europea”è stato chiesto di fare proposte di ulteriori misure che impongano ‘restrizioni sui materiali militari ed i servizi finanziari’

http://www.imolaoggi.it/2014/07/22/aereo-abbattuto-le-scatole-nere-saranno-analizzate-dai-britannici/

QUI SONT LES NEONAZIS DE KIEV ? / LE BATAILLON AZOV: REPORTAGE DE IL GIORNALE

PCN-TV avec PCN-SPO / 2014 07 22 /

 Video 1 sur : https://vimeo.com/101420840

Video 2 sur : https://vimeo.com/101422751

Reportage de IL GIORNALE (Rome). On y voit notamment le mercenaire français Besson, « le recruteur » et le Suédois Mike, « sniper ».

Mike a été capturé ce 21 juillet par l’Armée du Donbass.

Le Bataillon AZOV a été décimé, à 80%, lors de la Bataille de Saur-Mogila la semaine précédente … PCN-TV - Bataillon Azov Il Giornale (2014 07 22) FR 1

Crédit video:

Fausto Biloslavo, war reporter

Realizzazione e montaggio video a cura di Roberto Di Matteo

Copyright per le immagini Angenformedia

 # LES MERCENAIRES NEONAZIS DU BATAILLON AZOV

PCN-TV - Bataillon Azov Il Giornale (2014 07 22) FR 2 Selon IL GIORNALE (Rome), « des mercenaires de France, de Suède, de Finlande et de pays baltes font partie du bataillon spécial Azov », chargé de réprimer la révolte populaire qui a éclaté en Ukraine suite au renversement du président Ianoukovitch le 22 février dernier. Le bataillon est financé par l’oligarque et gouverneur de Dniepropetrovsk, Igor Kolomoïski.

Luc MICHEL avais expliqué déjà aussi sur la Radio LA VOIX DE LA RUSSIE la nature de ces bataillons spéciaux et aussi la présence massive de mercenaires en Ukraine, dans l’entourage des oligarques …

 * Lire PCN-SPO/LE BATAILLON AZOV: LE VRAI VISAGE DES NEONAZIS DE KIEV!

http://www.lucmichel.net/2014/07/21/pcn-spole-bataillon-azov-le-vrai-visage-des-neonazis-de-kiev/

 * Lire « GLI UOMINI NERE » sur le site de Il Giornale :

http://www.ilgiornale.it/static/reportage/ucraina/uomini_neri.htm

* Voir un Album Photos sur le BATAILLON AZOV, sur la page officielle de PCN-SPO, le Service de Presse du PCN :

https://www.facebook.com/media/set/?set=a.745340295530925.1073741830.161681187230175&type=1

PCN-SPO / PCN-TV /

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https://vimeo.com/pcntv

https://www.facebook.com/PCN.NCP.TV

KIEV ASKED THE PICS. MOSCOU PUBLISH IT …

With RIA Novosti / 2014 07 23 /

 Why was a large group of air defense systems deployed to the militia-held area if the self-defense forces have no planes?

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“As far as we know, the Ukrainian military had three or four air defense battalions equipped with Buk-M1 SAM systems deployed in the vicinity of Donetsk on the day of the crash. This system is capable of hitting targets within the range of 35 km at the altitude of up to 22 km.”

 Pic : Buk missile defense units in Donetsk Region, 5km north of Donetsk city, on July 14, 2014. (RIA Novosti). On other pic on July 17, after the crash, no more Ukrainian units on this zone …