Gaza e Ucraina

da www.fulviogrimaldicontroblog.info:” MH17, False Flag 2 – I soliti noti”

MONDOCANE

MARTEDÌ 22 LUGLIO 2014

MH17, FALSE FLAG 2 – i soliti noti

Amici, la storia dell’aereo malese è troppo grossa e dalle possibili ricadute epocali perché io non torni a infastidirvi rompendo l’estivo silenzio stampa.
 
Ti fottono, continuano a fotterti, si divertono a fotterti, non perché sono svegli, ma perché sei tu che dormi. (Anonimo)
 
E’ assoluta pazzia aspettarsi giustizia da chi è privo di principi. (Proverbio)
 
Una stampa cinica, mercenaria, demagogica produrrà nel tempo un popolo altrettanto degradato. (Jospeh Pulitzer)
Il nuovo 11 settembre stampella di USraele
Alla luce della storia, della logica, del cui prodest e dei fatti, i quasi 300 morti dell’aereo malese MH17 abbattuto sul Donbass (Novorussia) e i crimini successivi che con questa operazione si vorranno giustificare, sul modello già più volte ripetuto dell’11 settembre (ma anche di Pearl Harbour, Golfo del Tonchino, Metrò di Londra, Maine a Cuba…), vanno inconfutabilmente registrati in capo alla banda di belve sanguinarie rintanate a Washington, Londra, Bruxelles, Kiev e Tel Aviv.
Il terrorismo delle provocazioni intese a suscitare sgomento, indignazione, rivalsa, perché compiute a spese di alti numeri di vite innocenti, è storicamente tutto dell’Occidente anglosassone-israeliano. Gli avversari, avversari e vittime dell’imperialismo, non hanno saputo, o piuttosto voluto, rispondere con la stessa moneta. Rovesciare questo assioma certo in un contrario falso, è il compito dettato dai terroristi di Stato alle prostitute del lupanare mediatico. Nulla lo evidenzia meglio del coro sinistro-destro che sostiene la rivendicazione,  avanzata da Israele e dai suoi scherani, del cosiddetto “diritto all’autodifesa” del macellaio dalle pecore. Questo nel momento in cui, uno Stato Mostro, popolato da una maggioranza di mostriciattoli con la bava alla bocca e gli occhi iniettati di sangue per la consapevolezza di essere ontologicamente ladri e assassini, intensifica 70 anni di genocidi scaricando fosforo bianco e missili all’uranio su un formicaio di 2 milioni di persone accatastate le une sulle altre.
Tra i tanti, emergono abbaglianti due motivi per l’abbattimento dell’aereo civile malese: distogliere l’attenzione di un’opinione pubblica sempre più atterrita dagli orrori perpetrati da Israele, ma anche sempre più sorpresa e ammirata dei costi che la resistenza palestinese sa infliggere ai suoi boia; esasperare al diapason la campagna di satanizzazione di Vladimir Putin, ora che la Russia, costruito con la Cina e altri grandi Stati asiatici un blocco economico-strategico demolitore del monopolarismo Usa, è diventata punto di riferimento anche per un insieme di non irrilevanti potenze economiche continentali, come i BRICS, in procinto di togliersi dalla bocca il morso dei cocchieri imperialisti, FMI, BM, WTO, alleanze militari e di “libero” scambio.
Il licantropo a capo della giunta di bestie feroci di Tel Aviv non esibisce al mondo – ancora non tutto soffocato dai fumi tossici dei media (come dimostrano le grandi manifestazioni ovunque, tranne che da noi), soltanto il tasso di ferocia necrofila suo e della sua gente paranoizzata, con gli stermini e le distruzioni di innocenti (combattenti e no) dall’alto e dal sicuro. Le decine di caduti tra le file dei suoi lanzichenecchi (50 al 22 luglio secondo fonti attendibili), nei combattimenti faccia a faccia sul terreno, dimostrano, come già ripetutamente a Gaza e nel Libano, la fine della forza deterrente dell’IDF (Israeli Defence Force) e la sua inettitudine di fronte a combattenti dalla parte della ragione e della giustizia. Un esercito che dai tempi della guerra del Kippur (1973), dove è stato salvato dall’intervento Usa, sa solo prendersela con ragazzini lanciatori di sassi e non riesce più a vincere una guerra, vede profilarsi all’orizzonte l’ombra della disfatta del nazistato e per le sue mire geostrategiche deve affidarsi al terrorismo delle spedizioni assassine del Mossad e delle bande mercenarie dii tagliagole jihadisti nei paesi vicini. Al che si aggiunge, a dispetto del menzognificio mediatico, la crescente revulsione mondiale e la sempre più debole pervasività dell’”Industria dell’Olocausto” (Norman Finkelstein), vale a dire dell’efferato sfruttamento delle vittime dei campi di concentramento.
La protervia, la sicumera, l’idea che basti ancora la mobilitazione delle presstitute “mainstream” per scaricare sulle spalle delle vittime le scelleratezze dei carnefici, continua, come già con le Torri Gemelle e seguenti tutti, a indurre mandanti e sicari a compiere errori grossolani. A partire da un Obama che rilancia il pigolìo dei suoi polli di Kiev affermando, un minuto dopo il diffondersi della notizia dell’assassinio dei 298 passeggeri del MH17, che sono stati i russi d’Ucraina, armati e guidati dai russi di Mosca, a perpetrare il crimine. Foga traditrice. Con la credibilità di questo zombie di Wall Street ormai ridotta al lumicino, anche tra crescenti strati della propria popolazione, scarnificata dalla cosiddetta crisi, un minimo di savoir faire di statista avrebbe imposto l’attesa di un principio di inchiesta “super partes”, un minimo di indizi commercializzabili.
Fretta di Obama, Kerry, Cameron, che puntavano a rinsaldare le fila dei corifei mediatici e blindare la vulgata dell’abominio russo, prima che dalla sponda opposta emergessero indizi e poi prove in senso contrario e infinitamente più solide del patetico nastrino in cui esponenti russi da entrambi i lati del confine avrebbero rivelato la responsabilità degli insorti nell’abbattimento dell’aereo. Documento disintegrato dal ridicolo e dall’infamia nella scoperta, al primo esame degli esperti, che era stato confezionato il 16 luglio, un giorno prima della catastrofe!
Basterebbe questo trucco da illusionisti delle tre carte. Ma l’intero abborracciato complotto, finalizzato all’avvicinamento alla resa dei conti con Putin prima che, come si sta rischiando, risulti troppo tardi, viene sepolto, ancora una volta, dalla perizia degli occhiuti sistemi di osservazione russi. Come successo quando i satelliti di Mosca dimostrarono che mai Gheddafi aveva “bombardato la propria gente”, la famosa “pistola fumante” di Obama, o quando i documenti russi provarono che a sparare veleni chimici sui bambini siriani erano stati i terroristi mercenari di USraele. E quella volta all’Occidente venne spuntata quella che avrebbe dovuto essere l’arma decisiva contro la libera Siria di Assad.
Svaporato il giochino del nastrino esibito dai nazifantocci di Kiev, in attesa di produrre qualcosa di meno imbecille, mandanti  e sicari dell’attentato si baloccano con depistaggi, come le piattaforme di missili aria-terra BUK-M1 “viste in mano ai separatisti di Donetsk”, o il furto delle scatole nere da parte di questi, o inefficienze e manomissioni operate sulle vittime e sui rottami del MH17, o gli ostacoli frapposti all’intervento degli osservatori dell’Osce. Tutta roba smentita. Anzi, membri olandesi dell’Osce hanno elogiato la correttezza e  l’efficienza dei membri dell’esercito patriottico nella gestione di corpi e materiali. Il che è tutto dire, se si tiene presente che l’Osce è organizzazione ligia ai suggerimenti occidentali, infestata da spie, come risultò in Kosovo con la finta strage di civili a Racak, altra “pistola fumante” per finirla con la libera Serbia (attribuita ai serbi, ma messinscena allestita dall’UCK con suoi miliziani caduti, mutilati da morti, sotto la regia della spia Cia William Walker dell’Osce).
 Racak
Ma su questo cincischiare su balle raccogliticce per ricarburare un motore fuso, piombano i fatti. Nell’immediato dopo-disastro, Kiev incolpa gli insorti. Su quali basi? E si sa, la gallina che canta per prima… Come mai foto e video satellitari mostrati dal ministro della difesa russo rivelano nessuna presenza di un sistema missilistico BUK (capace di colpire a 10mila metri) nelle zone controllate dai patrioti antifascisti e invece la sua presenza, il giorno prima dell’abbattimento, nell’area occupata dai governativi, a ridosso delle zone liberate e a distanza utile per colpire quel MH17?  Perché Kiev ha spostato in quel luogo la piattaforma missilistica quando è noto che le repubbliche popolari del Donbass non hanno velivoli? Come mai quella piattaforma è stata poi rimossa subito dopo l’abbattimento? Lo stesso Procuratore Generale di Kiev, Vitaly Yarema, s’è lasciato sfuggire alla “Pravda” ucraina che le Repubbliche Popolari di Donetsk e Lugansk non dispongono dei sistemi missilistici BUK o S.300, né che le hanno potuto sottrarre alle basi governative Sistemi che, secondo il ministro degli interni, Gerashcenko, sarebbero serviti ad abbattere l’aereo.
Per quale motivo i controllori di volo ucraini hanno diretto l’aereo malese via dalla rotta sicura, lontano dalle zone di combattimento evitate da tutte le linee aeree, proprio verso i cieli sopra l’epicentro della guerra? Come mai un controllore di volo spagnolo è stato cacciato su due piedi dopo aver rivelato questo ordine edenunciato la presenza di due caccia ucraini a soli 3 km di distanza dall’aereo civile mentre era stato deviato dalla rotta normale e fino al momento della caduta (cosa che fa il drammatico paio con i caccia Nato di Ustica)? Circostanza confermata dai video registrati dalla direzione operativa dello Stato Maggiore russo. Cosa significa il fatto che questi caccia abbiano volato a poca distanza dal MH17 fino a istanti prima dell’esplosione? Si trattava di caccia SU-25 che raggiungono i 10mila metri di altitudine e sono equipaggiati di missili aria-aria R-60 che colpiscono il bersaglio fino a 12 km di distanza. L’interrogativo relativo allo spostamento in zona pericolosa dell’aereo delle Malaysian Airlines diventa più pressante alla luce dei 10 aeromobili militari abbattuti dai patrioti nel corso del conflitto (vedi il blog “Aviationist” di David Cenciotti). Ma abbattuti con razzi terra-aria della gittata di 3mila metri, gli unici in possesso degli insorti.
Perché le autorità hanno immediatamente confiscato e occultato i tracciati radar dell’aeroporto di Kiev? Come si spiega che le autorità di Kiev – e con esse Pentagono, Cia, Nato, tutti – non abbiano immediatamente chiesto la creazione di una commissione d’inchiesta internazionale (come chiesto da Mosca) e il suo intervento sul posto, con il compito di studiare i documenti di tutte le parti in causa e a controllare l’inventario di tutte le piattaforme missilistiche ucraine, dei loro movimenti e degli eventuali lanci. Qui annotiamo che non ha invece fondamento l’altra voce secondo cui si sarebbero sovrapposte le rotte dell’aereo malese con quelle del velivolo  presidenziale di Putin, fatto cha avrebbe fatto pensare a quel caccia Nato che colpì per sbaglio il DC10 di Ustica, mentre mirava a un aereo con a bordo Gheddafi. E’ da lungo tempo che Putin non sorvola l’Ucraina e tanto meno il Donbass.
Esplode da tutto questo un’ipotesi già risultata veritiera a Ustica: l’aereo civile è stato abbattuto dal caccia con un missile aria-aria, mentre a ridosso delle zone liberate è stato piazzato il sistema missilistico a terra per costruire la fola dei terroristi del Donbass. Al di là della responsabilità diretta dei mandanti (certa, come sempre, la zampa di Cia e Mossad), c’è da evidenziare con forza quella oggettiva di coloro che, da fuori, hanno innescato il disfacimento del paese, con conclusivo colpo di Stato, e, da dentro, hanno gettato il paese tra le zanne degli antropofagi euroatlantici e hanno necessitato l’insurrezione di chi s’è visto imporre un regime emulo di quello sconfitto nella Seconda Guerra Mondiale. E, in risposta all’insurrezione motivata dai principali diritti umani, metà Ucraina sta subendo lo stesso destino, per mano delle stesse SS, ma con insegne diverse, che in questi giorni viene inflitto a Gaza. E a proposito di servizi e forze speciali occidentali, dall’inizio attivi nel paese, come già visto in Siria, Venezuela, con gli stessi cecchini di Maydan, alla vista della totale mancanza di personale militare ucraino qualificato, tecnologicamente all’altezza, di un esercito mezzo squagliato, infestato da briganti nazisti, del tutto impreparato, chi può aver messo in piedi un’operazione di quella sofisticatezza militare?
Nel medio periodo, la colossale provocazione antirussa avrebbe dovuto fare da Racak, o da 11 settembre, o da armi di distruzioni di massa di Saddam, in vista dell’avvicinamento al momento del redde rationem con Putin. A questo servirà qualcosa di ancora più pesante e meglio attribuibile allo zar e al suo orso. Nell’immediato se ne attende, nel quadro dello tsunami planetario contro Putin, passato da omofobo e autoritario a terrorista stragista, una decisiva pressione su quegli europei che ancora esitano a imporre a Mosca sanzioni, per ora malinconicamente unilaterali Usa, che comprometterebbero le redditizie relazioni e economiche ed energetiche (il 40% del commercio UE) con il grande partner. Europei di cui, come effetto collaterale, USraele da sempre impone obbedienza, complicità, indebolimento geopolitico ed economico, subalternità. E, su tutto, si è ritenuto di porre, accanto al piatto della bilancia dove Netaniahu sguazza in un mare di sangue, anche dei suoi, sull’altro piatto il macigno del terrorismo stragista di Putin. Ma mentre il primo “si difende”, il secondo si vuole mangiare il mondo.
Non basteranno i riflessi pavloviani dei sedicenti giornalisti nella corsa a lucidare le scarpe a Obama e ai suoi padrini, per impedire ad alcuni miliardi di non decerebrati di constatare in Putin una diplomazia basata su buona volontà, ragionevolezza, verità e che Washington non è interessata a niente di questo, se non al dominio di Washington. E che l’Europa cosiddetta unita è da sempre una costola degli Usa (e lo sarebbe in misura  letale se passasse il TTIP). Non ci sono europei al potere che abbiano l’intenzione di separare il continente da Washington e dalle prebende e protezione che Washington elargisce alla sua euroservitù. I mugugni che alcune capitali europee sollevano, alla vista di quanto l’obbedienza a Washington gli costa in termini di buon affari, non si irrobustiranno in conflitto in mancanza di incazzature di massa, tipo quelle spontaneamente manifestatesi a Londra, Parigi, e in tanti altri paesi, ma per le quali non si vedono all’orizzonte le organizzazioni, i partiti che le coltivino. Pensate, da noi, a Tsipras e ai suoi giuramenti di fedeltà alla Nato.
Non ci resta che sperare in una più dinamica e robusta opposizione dei 5Stelle, fondata sulla percezione che coloro che stanno avviando il nostro paese al baratro della miseria e del totalitarismo, e in parlamento sono combattuti concretamente ormai dai soli pentastellati, stanno lì perché per quel compito li hanno nominati gli stessi capi terroristi impegnati in Ucraina, Siria, Iraq, America Latina, Afghanistan Africa. E a Gaza. Alle loro politiche di distruzione di massa si affiancano le armi di distrazione di massa. In testa a tutte, le provocazioni stragiste False Flag, praticate dai nazisti, che le hanno apprese dai regimi Usa e che questi regimi hanno rilanciato perfezionate, passando dalla sperimentazione del farmaco alla vaccinazione generale. Perché se 298 poveri civili sono stati fatti a pezzi affinché si distolga lo sguardo dall’olocausto di Gaza, 80 euro sono stati dati ad alcuni perché non si avvedano del coltello che gli stanno piantando nella schiena.
Pubblicato da alle ore 18:32
Gaza e Ucrainaultima modifica: 2014-07-23T10:35:56+02:00da davi-luciano
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