Sisma ad Amatrice, sindaco Pirozzi indagato per omicidio colposo

Pirozzi smsma tu guarda il caso, con tutti i terremoti che ci son stati chi ti incastrano? Il sindaco non allineato, non gradito al regime politically correct, che ha denunciato lo scandalo della raccolta fonti via sms MAI ARRIVATI…che caso Prima che qualcuno pensi ai bravi ragazzi del BUTAC che hanno classificato questo furto come bufala, vorrei che mi spiegasse da quando la Procura indaga su bufale Terremoto, scandalo degli sms per Amatrice: indaga la Procura su 33 milioni mai arrivati


Lʼinchiesta riguarda il crollo di una delle tre palazzine di piazza Augusto Sagnotti, quella ex Ina, in cui la notte del sisma del 24 agosto 2016 persero la vita 7 persone e ne rimasero ferite altre 3

Il sindaco di Amatrice, Sergio Pirozzi, è iscritto nel registro degli indagati dalla procura di Rieti per il crollo, in seguito al sisma del 24 agosto 2016, di una delle tre palazzine di piazza Sagnotti, quella ex Ina casa al civico 1, in cui persero la vita 7 persone e ne rimasero ferite altre 3. Insieme a Pirozzi risultano indagate altre 7 persone. L’ipotesi di reato contestata è omicidio colposo.
“In cooperazione colposa tra loro, nelle rispettive qualità e con le condotte commissive e omissive, non impedivano il crollo dell’edificio”. Recita così uno dei passaggi dell’avviso di conclusione delle indagini notificato questa mattina al sindaco di Amatrice, Sergio Pirozzi, e altre 7 persone tra tecnici e funzionari pubblici, in relazione al crollo di una delle tre palazzine di piazza Sagnotti ad Amatrice in cui persero la vita 7 persone.
 
Nell’inchiesta, oltre al sindaco Sergio Pirozzi, risultano indagati anche il geometra Ivo Carloni, in qualità di progettista e di direttore dei lavori, quattro tra tecnici e dirigenti del Genio Civile di Rieti, Giovanni Conti, Valerio Lucarelli, Maurizio Scacchi e Maurizio Peron, il comandate della Polizia Municipale di Amatrice, Gianfranco Salvatore, e il responsabile dell’Ufficio tecnico dello stesso Comune, Virna Chiaretti. A tutti, nell’avviso di conclusione delle indagini notificatogli oggi, la Procura di Rieti contesta i reati di disastro colposo, omicidio colposo e lesioni personali colpose.
 
Secondo i pm Lorenzo Francia e Rocco Gustavo Maruotti, la palazzina ex Ina casa, che in seguito al sisma de L’Aquila fu sgomberata dall’allora sindaco di Amatrice Carlo Fedeli, fu oggetto di un intervento di ristrutturazione sulla base di un progetto che conteneva “gravi errori”, un “indicatore di rischio inattendibile e non realistico” e un “errato coefficiente di vulnerabilità sismica addirittura superiore a 1”.
 
“Come se l’edificio, progettato e realizzato (ante 1950) con vecchie normative ormai superate, fosse addirittura adeguato rispetto alle norme tecniche del 2008”. Ma così non era, hanno evidenziato le indagini, in quanto la ristrutturazione si limitò a una “scucitura/smontaggio della muratura in pietra che risultava “spanciata” dopo il sisma de L’Aquila” senza collegamenti, ad esempio collegando i solai con “barre d’acciaio”.
 
Per il crollo delle altre due palazzine, ex Iacp, in cui persero la vita altre 19 persone, risultano indagati, dal luglio dello scorso anno, 5 tra ex responsabili di ditte, collaudatori e un ex assessore del Comune.
 
Nardella: “Sindaci parafulmini” – “Pirozzi indagato? Con l’Anci lo diciamo da un sacco di tempo: i sindaci sono diventati parafulmini di tutto ciò che succede nel Paese”. Lo ha detto il sindaco di Firenze, Dario Nardella a chi gli chiedeva un commento sull’inchiesta che ha coinvolto Pirozzi. “Credo ci sia un clima di deresponsabilizzazione molto preoccupante – ha continuato Nardella -. E come l’Anci ha già detto più volte, occorre rimettere a posto il livello di responsabilità di tutte le istituzioni. Occorre restituire dignità al ruolo del sindaco”. Io non entro nel merito della questione che riguarda il collega sindaco Pirozzi, e ovviamente confermo il massimo rispetto per la magistratura. Ma probabilmente non è una questione della magistratura, bensì di leggi. Se si continua a colpevolizzare i sindaci per tutto ciò che succede si rischia di fare un grande danno: non ci saranno più persone brave, capaci, che si prenderanno la briga di fare i sindaci delle proprie città”. Se un sindaco sbaglia, prosegue Nardella, “davvero è bene che paghi, ma non è possibile che la politica e la società scarichino tutte le responsabilità addosso ai sindaci. Ci manca solo che qualcuno chieda al sindaco il risarcimento danni se piove”, ha concluso Nardella

Via Pariati, rapina al Conad: immigrato pesta un dipendente

se un indigente non straniero ruba generi alimentari viene denunciato e passa minimo una notte in galera. Altri sono più eguali

Il dipendente, che aveva visto lo straniero rubare due bottiglie di liquore, ha cercato di fermarlo ma è stato preso a calci e pugni
 
di Redazione – 07 febbraio 2018 – 13:43
REGGIO EMILIA – Un immigrato ha rapinato il Conad di via Pariati, picchiando un dipendente del supermercato e poi allontanandosi con due bottiglie di liquori. E’ successo ieri, verso le 14, quando lo straniero è entrato, ha raggiunto il reparto dei superalcolici e poi ha preso due bottiglie di liquori, del valore complessivo di 30 euro che ha nascosto.  E’ poi uscito senza pagare. Un dipendente del supermercato, accortosi del furto, è uscito e ha inseguito il ladro. La violenta reazione dello straniero, però, non gli ha permesso di fermarlo dato che il malvivente gli ha sferrato una serie di calci e pugni per poi divincolarsi e darsi alla fuga a piedi.
Sul posto sono arrivati i carabinieri che hanno raccolto la descrizione del rapinatore e stanno guardando le immagini di videosorveglianza per meglio risalire al ladro. La vittima è dovuta ricorrere alle cure mediche e ha riportato una prognosi di 5 giorni per le lesioni subite.

Firenze, “profugo” da record: fermato 2 volte in un’ora per furto e aggressione. Ma è sempre libero

tutti concentrati in un paio di giorni, aggressioni, violenze, furti, spaccio, prostituzione e crimine libero. Quando la magistratura li condona.
 

febbraio 4, 2018
 
.Sedicente profugo da Guinness dei primati a Firenze. Si tratta di un giovane cittadino del Gambia fermato due volte dai carabinieri, una volta per aggressione e minacce e la seconda volta per furto. La risorsa è stata solo denunciata a piede libero, neanche 30 secondi di carcere.
 
Un giovane profugo” gambiano, 23 anni, è stato denunciato due volte nel giro di un’ora: prima per minacce aggravate in seguito ad una lite con un connazionale poi per furto, perchè aveva rubato quattro sciarpe da una bancarella. Nel pomeriggio di ieri una pattuglia dei carabinieri del nucleo radiomobile di Firenze è intervenuta in Largo Alinari per una violenta lite tra due cittadini del Gambia, con precedenti per reati in materia di stupefacenti.
 
Con non poche difficoltà i militari, con l’ausilio di un’altra pattuglia, sono riusciti a calmare i due che, nel corso di una lite per futili motivi, si sono minacciati a vicenda utilizzando una bottiglia di vetro e una grossa pietra. Per questo motivo entrambi sono stati denunciati a piede libero per minacce aggravate. A carico di uno dei due, un 23enne, pendeva anche un provvedimento di divieto di dimora nella provincia di Firenze.
 
Quest’ultimo è apparso in forte stato di agitazione, motivo per il quale si è reso necessario il ricorso alle cure mediche presso l’ospedale Santa Maria Nuova, dove è stato trasportato dal personale del 118. Dopo una prima valutazione, il giovane, pronunciando frasi offensive nei confronti dei sanitari, si è allontanato dall’ospedale prima del termine degli accertamenti cui avrebbe dovuto essere sottoposto. Non contento della sua condotta sia nei confronti del connazionale che dei medici dell’ospedale, il 23enne dopo poco è salito in piazza Salvemini su un autobus della linea 23 (direzione Sorgane – Piazza Stazione) dove ha dato fastidio urlando e spintonando le persone presenti sul mezzo e, nello scendere in via dei Pucci, ha colpito il veicolo con un pugno.
redazione riscatto nazionale.net
.

Rapina al supermercato, anziano strattonato e ferito. Ghanese 25enne arrestato dalla polizia

3 febbraio 2018
È stato aggredito con violenza e ferito seriamente, nel solo tentativo di strappare dalle mani di un ladro ciò che gli era appena stato sottratto. È il trattamento subito da un anziano 71enne di Piacenza coinvolto in una rapina che si è consumata all’esterno di un supermercato di via Conciliazione.
 
Un episodio nel quale la Polizia è riuscita ad arrestare in flagranza lo straniero responsabile dell’aggressione. Tutto è successo attorno alle 16.30 di ieri, venerdì 2 febbraio. Ad aiutare l’anziano, sono intervenuti alcuni clienti e anche il direttore del supermercato: soltanto grazie all’intervento degli agenti della questura, il ghanese 25enne è stato arrestato con l’accusa di rapina impropria e resistenza a pubblico ufficiale. Stamattina, 3 febbraio, confermata la convalida. Per l’anziano, un passaggio al pronto soccorso dove è stato medicato: le sue condizioni non sono gravi.

Borgo, scippa e trascina un’anziana: arrestato nigeriano

scippo-anziana1Responsabilità morale di quest’aggressione? Vittima una donna, per giunta anziana, cosa assai grave (ed ha scippato una ragazza durante la fuga) ma non per i moralmente superiori, niente solidarietà

Non contento poco dopo, alla fermata della metropolitana, ha rubato la borsa ad una ragazza per poi essere bloccato dalla polizia
Commissariato Centrale in servizio di Volante ha arrestato,, il cittadino nigeriano Nwede Victor, 24enne richiedente asilo politico e domiciliato presso il Cara. di Mineo, per rapina aggravata e furto aggravato in pregiudizio di due donne. In particolare, a seguito della segnalazione pervenuta al numero unico di emergenza, gli agenti hanno bloccato l’uomo che aveva appena rapinato un’anziana, la quale, nel tentativo di resistere al violento scippo, è stata strattonava e trascinata dall’energumeno, riportando lesioni medicate al pronto soccorso dell’ospedale “Vittorio Emanuele” e giudicate guaribili in 15 giorni.
 
L’uomo è riuscito ad impossessardi della borsa contenente 40 euro,  il telefono cellulare e i documenti della vittima. Evidentemente non soddisfatto del “risultato”, , nei pressi della fermata della metropolitana del Borgo, con  una mossa fulminea è riuscito a strappare di mano ad una ragazza la borsa contenente la somma di euro 380, il telefono cellulare e documenti vari.
 
I poliziotti però hanno fermato il ladro in via Zuccaro e dopo una perquisizione personale hanno trovato la refurtiva che è stata restituita alle due donne  Al termine delle formalità di rito, l’arrestato è stato rinchiuso nel carcere di piazza Lanza.
31 gennaio 2018

Arriva la stangata: +952 euro a famiglia da gennaio

Gentiloni si vive megliotanto gli italiani stanno benissimo, solo le banche soffrono ed i poveri dobbiamo importarli. I 10 milioni di indigenti in Italia? SOLO UNA FAKE NEWS. Il regime kompagno che difende i deboli e gli ultimi (si si certo, prima bisogna eleggerli per contenere i destri, poi fanno le porcate e basta dire “ah ma mica è sinistra quella”)

Arriva la stangata: +952 euro a famiglia da gennaio

Pubblicato il: 26/12/2017 12:50

Dalle bollette della luce ai pedaggi autostradali. Passando per assicurazioni, servizi bancari, prodotti per la casa e spese scolastiche. Con il nuovo anno arriva anche la consueta stangata di prezzi e tariffe che toccherà quota +952 euro annui per una famiglia media. “Mentre, secondo le ultime stime Istat, cresce il rischio povertà o esclusione sociale – sottolinea in una nota Elio Lannutti di Adusbef – con la popolazione esposta a rischio pari a 18.136.663 individui, superiore di 5.255.000 unità rispetto al target UE previsto, una disuguaglianza dei redditi maggiore rispetto alla media dei Paesi europei, si profilano ulteriori salassi per le tasche dei cittadini dal 1 gennaio 2018, stimati da Adusbef in 952 euro a famiglia”.
“Dalle bollette della luce, destinate ad aumentare – come segnalato al Governo e dall’Autorità per l’energiaper 22 milioni di famiglie dal 1 gennaio 2018, in previsione del processo di riforma delle tariffe, che penalizza gli utenti con minori consumi, specie se residenti, quantificati in 22 milioni di abitazioni su 29 totali, quindi con un potenziale impatto redistributivo tutt’altro che irrilevante, al gas, ai pedaggi autostradali, alle assicurazioni, ai servizi bancari, al caro assicurazioni, alla spesa alimentare, ai ticket sanitari, ai trasporti, servizi idrici, alla tassa sui rifiuti”.
“Il nuovo anno è alle porte, ma a giudicare dai primi segnali sul fronte dei prezzi nulla di buono aspetta i consumatori italiani, che nel 2018 – spiega – subiranno la consueta stangata di prezzi e tariffe che toccherà quota +952 euro annui, per una famiglia media, con il traino verso l’alto di trasporti, alimentazione, Rc Auto, servizi bancari, Tari (invece di essere restituita dato l’errato calcolo), i prodotti per la casa, le spese per la scuola, le tariffe professionali”.
La previsione di aumenti per il 2018 “è aggravata non solo dalla crescita dei costi energetici, ma anche da alcuni fenomeni speculativi o derivanti da inefficienze di sistema, con aumenti implacabili dei costi delle assicurazioni e dei servizi bancari”. “Tali incrementi per molte famiglie risultano insostenibili, per questo – conclude – è urgente una seria azione del Governo per controllare e contrastare ogni aumento ingiustificato, e porre un argine ad aumenti surrettizi di pochi euro, con la certezza dell’impunità data l’assenza di una class action (approvata all’unanimità dalla Camera dei Deputati il 3 giugno 2014, bloccata al Senato per espresso veto di Confindustria e banche recepita dal ministro Maria Elena Boschi, che taglieggiano e saccheggiano i redditi) formidabile deterrente contro i predatori”.

Banca Etruria, indagato il padre della Boschi. Bufera sul procuratore di Arezzo. Ira della sottosegretaria

maria elena

ma è il governo dei giusti, tanto solidali ed antifascisti. Hanno solo rubato i soldi ai correntisti, mica è grave come il Rubygate.


Banca Etruria, indagato il padre della Boschi. Bufera sul procuratore di Arezzo. Ira della sottosegretaria

Rossi scrive a Casini: “Io corretto”

Un nuovo filone d’indagine sul crack di Banca Etruria riaccende i riflettori sulla famiglia Boschi. Sul padre della sottosegretaria Maria Elena, finito in un nuovo filone di indagine sulla banca aretina assieme a tutti i componenti del cda in carica dal 2011 al 2014. E sulla figlia, ex ministro ed ora sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, si abbatte di nuovo la bufera politica con M5s e Lega che fanno asse tornando a chiedere le sue dimissioni.

Qualcuno usa questa vicenda da due anni per attaccare me e il PD” si difende la sottosegretaria che si lamenta: “chi ha sbagliato ad Arezzo ha pagato e pagherà. Noi siamo interessati agli atti, non alle strumentalizzazioni”. Ma non è solo la famiglia Boschi a finire nel mirino delle polemiche: anche il procuratore di Arezzo, Roberto Rossi, ascoltato dalla Commissione di inchiesta sulle banche lo scorso giovedì è oggi accusato di aver omesso la notizia che riguardava questo nuovo filone di indagine che prende spunto dalla trasmissione alla procura da parte di Consob degli atti relativi all’annullamento del prospetto di due emissioni e delle relative sanzioni a carico dell’intero cda. Il nuovo fascicolo aperto dalla procura di Arezzo riguarderebbe infatti la vendita di obbligazioni considerate rischiose ai clienti retail che non avrebbero avuto il profilo per acquisirle.

IL POST DELLA BOSCHI

“Tutto quello che avevo da dire l’ho detto in commissione giovedì scorso” si difende il procuratore Rossi. E a riprova della sua tesi invia una lettera al presidente della bicamerale, Pierferdinando Casini, in cui riporta la trascrizione della sua audizione. Nella lettera Rossi ricorda di aver risposto sulla posizione di Pier Luigi Boschi precisando che non è tra gli ex del cda Etruria rinviati a giudizio, ma di aver annuito quando gli è stato chiesto se lui e altri potrebbero essere indagati.

“Come si evince da questa breve ricostruzione, non ho nascosto nulla circa la posizione del consigliere Pierluigi Boschi. Ho anzi chiarito e ribadito che la Sua esclusione riguardava il processo per bancarotta attualmente in corso, mentre per gli altri procedimenti, a domanda, ho precisato che non essere imputati non significava non essere indagati. Null’altro mi è stato chiesto in merito” precisa Rossi che a proposito delle domande sul reato di falso in prospetto, ipotizzato nel nuovo fascicolo, chiarisce:ho chiesto la secretazione dell’audizione in quanto vi sono in corso indagini preliminari sul punto. Le domande in merito hanno riguardato i fatti oggetto di indagine e non, in alcun modo, le persone iscritte nel registro degli indagati. Ho chiarito i punti che mi venivano sollecitati riferendomi ovviamente allo stato delle indagini in corso”.

4 Dic
Ferruccio de Bortoli
✔@DeBortoliF
Mi aspettavo l’annunciata querela per diffamazione, che non è mai arrivata. Dopo quasi sette mesi apprendo che l’onorevole Boschi mi farà causa civile per danni. Grazie.

maria elena boschi
✔@meb

Grazie a Lei, Direttore. Ci vediamo in tribunale, buona serata

20:51 – 4 dic 2017

“Mente” contrattata uno dei componenti della Commissione, il 5 Stelle Carlo Sibilia che chiede quindi la “desecretazione dell’audizione. Lui – spiega – ha precisa domanda ha parlato di un solo componente del Cda coinvolto nell’indagine, non di tutto l’organismo”. Rossi si dice comunque a disposizione della Commissione per altri chiarimenti e il senatore renziano Andrea Marcucci, componente della Commissione, conferma che chiederà a Casini di rinconvocarlo. E lo stesso Casini si dichiara disponibile a farlo anche se, precisa, “la lettera di Rossi chiarisce quello che avevo bisogno di chiarire”. Boschi intanto annuncia anche il ricorso alle vie giudiziarie. “Ho firmato oggi il mandato per l’azione civile di risarcimento danni nei confronti del dottor Ferruccio de Bortoli. A breve procederò anche nei confronti di altri giornalisti” dice annunciando che per lei la misura è colma: “non l’ho mai fatto” ma a questo punto è “necessario che sulla verità dei fatti si pronunci un tribunale in nome della legge. Perché la legge è uguale per tutti, davvero”.

Francesca Chiri 05 dicembre 2017

http://www.ansa.it/sito/notizie/cronaca/2017/12/04/banca-etruria-indagato-il-padre-della-boschi.-m5s-attacca-il-pd_f25167df-2954-4165-b749-d4352fd4d679.html

Firenze, ruba la pistola al vigile, gliela punta alla testa. L’agente gli abbassa il braccio e partono 4 colpi

spara vigileE’ un cittadino extracomunitario che aveva appena rubato una bicicletta da un palazzo. E’ in arresto per tentato omicidio
Ha rubato la pistola a un vigile urbano e gliel’ha puntata alla testa. L’agente è riuscito appena in tempo ad abbassargli il braccio e sono partiti quattro colpi finiti sull’asfalto. E’ accaduto questa mattina intorno alle 8,30 a Firenze, in via Marconi, in zona Campo di Marte. Mahamed Salih, sudanese, di 18 anni, senza fissa dimora e senza permesso di soggiorno, è in carcere con l’accusa di tentato omicidio. Già noto alle forze dell’ordine, era stato arrestato in aprile, sempre a Firenze, con l’accusa di rapina impropria (aveva rubato dei capi di abbigliamento da un grande magazzino, aveva sfilato il portafoglio a un turista giapponese e scappando aveva danneggiato una vetrina). Era stato anche processato e condannato a un anno e due mesi, ma gli era stata sospesa la pena.
 
Questa mattina tutto ha inizio quando alcuni vicini vedono uscire dal portone di un palazzo un giovane extracomunitario: molto alto e magro. Ruba una bicicletta mountainbike di quelle piccole, da ragazzo e comincia a zigzagare pericolosamente in strada fra le auto. E’ in un evidente stato di alterazione. Vengono chiamati i vigili urbani che in pochi minuti sono sul posto. Lui quando vede la pattuglia tenta di lanciarsi con la bici contro la vettura. I due vigili della pattuglia scendono: nasce una colluttazione con il fermato che riesce a sottrarre la pistola al vigile. Sono attimi di terrore. Il vigile lì per lì non si accorge della sottrazione, ma alcuni cittadini intorno se ne rendono conto e gridano. L’uomo alza l’arma sul capo dell’agente e punta l’arma alla testa. L’agente reagisce e riesce ad abbassare il braccio dell’aggressore, un secondo dopo partono i colpi di pistola: quattro che si infrangono tutti sull’asfalto. I due agenti, che sono rimasti lievemente feriti nel corso della colluttazione, si sono recati in ospedale per le cure del caso. Sul posto arrivano altre pattuglie dei vigili e i carabinieri. Il giovane sudanese viene arrestato per tentato omicidio.
 
Le reazioni. L’assessore alla sicurezza urbana e polizia municipale Federico Gianassi ha telefonato agli agenti esprimendogli la solidarietà e il ringraziamento per il loro pronto intervento che ha consentito di evitare danni gravissimi e di neutralizzare l’uomo.
 
“Un’altra strage in strada rischiata per colpa di un immigrato, questa mattina, a Firenze – ha detto il senatore della Lega Nord Roberto Calderoli – dove un ivoriano ha sottratto la pistola ad un agente e ha sparato, per fortuna senza colpire nessuno”.di FRANCA SELVATICI E MASSIMO MUGNAINI 31 luglio 2017

A Napoli l’orrore totale dei rom contro un disabile. Come lo hanno ridotto dentro casa sua

mani-insanguinateuna volta la tutela dei disabili, tanto tempo fa ritenuti soggetti deboli (a ragione) era cara ai “buoni” de sinistra. Ora ci sono altre “categorie” che meritano “protezione” onde evitare il “dilagare dell’odio.” Per cui zitto, prendi le botte ed acqua in bocca. Nessuna violenza inaudita, nessun turbamento dei politically correct. Stavano lavorando e questo signore era in casa propria (quindi è colpa sua, se l’è cercata), un “incidente sul lavoro”, tanto poi se anche avesse potuto difendersi i Cecchi Paone si sarebbero infuriati perché difendersi in casa propria è un atto criminale. Video al link

A Napoli l’orrore totale dei rom contro un disabile. Come lo hanno ridotto dentro casa sua / Guarda

Hanno svaligiato il caveau di una villa a Massa Lubrense, sulla costiera amalfitana, ferendo gravemente il proprietario disabile. Fermati dai carabinieri di Sorrento i presunti autori. Si tratta di tre fratelli rom, un uomo di 30 anni e due minorenni di 17 e 12 anni, che vivono in un campo nomadi nell’area Nord della provincia di Napoli.

Il più piccolo dei tre, con già un notevole curriculum da rapinatore alle spalle, non ha esitato a schernire la vittima, invalido e ferito, sotto la minaccia di un grosso cacciavite mentre i fratelli svuotavano il caveau.
22 Luglio 2017
http://tv.liberoquotidiano.it/video/italia/13205478/napoli-tre-fratelli-rom-rapinano-e-feriscono-un-disabile–.html

Banche venete, passa con la fiducia il regalo a Intesa

85 mld bancheanche il “movimento” fondato da Bersani vota a favore, Bersani che proprio oggi parlava di generazioni umiliate e che vorrebbe un nuovo ’68...certo han votato l’ennesimo furto di tasse dei contribuenti per salvare i posti di lavoro ed i risparmiatori mica per salvare le banche. Ci sono ancora dubbi sul motivo per il quale si debba pagare le tasse? Per le pensioni? Per i 5 MILIONI di italiani SOTTO la soglia di povertà?


Credit crack. A Montecitorio il primo via libera al provvedimento, con Si contraria e Mdp-Articolo Uno favorevole. Ostruzionismo del M5S, mentre Rifondazione osserva: “Con un fiume di risorse pubbliche Intesa ristrutturerà anche se stessa e aumenterà i propri utili”.
Il “decreto regalo” (a Intesa) sulle due banche venete passa a Montecitorio con il voto di fiducia: 318 voti a favore, 178 contrari e un astenuto.

L’aula passa il resto della giornata affrontando i 142 ordini del giorno, di cui 83 presentati da M5S e tutti illustrati, nell’ottica ostruzionistica annunciata alla conferenza dei capigruppo. Nel voto di fiducia, come rileva velenosamente il piddino Roberto Giachetti, alla sinistra del Pd si registrano i 13 voti contrari di Sinistra italiana, i 17 voti favorevoli di Mdp-Articolo Uno, e sempre nelle schiere dei bersanian-dalemiani altri 22 deputati non votanti.

A cercare di chiarire la posizione di Mdp-Articolo Uno è Davide Zoggia: in conferenza stampa spiega che Articolo Uno vota la fiducia solo perché si tratta di “una pistola puntata alla tempia dei dipendenti e dell’intero sistema bancario italiano”; mentre, per quanto riguarda il provvedimento in generale, secondo Zoggia si poteva intervenire per migliorare il testo, che è “la prerogativa principale del Parlamento rispetto ai decreti”.
Il problema è che il “decreto regalo” è stato blindato, venendo proposto così come uscito dal consiglio dei ministri del 25 giugno scorso. Questo perché Intesa ha detto a chiare lettere che il provvedimento, con tutti i desiderata della stessa Intesa, non doveva cambiare di una virgola. Ma anche perché fra alcuni emendamenti, che pure erano stati concordati con il governo, ce n’era uno (evidenziato dal Fatto Quotidiano) a firma di Pierluigi Bersani che in sostanza avrebbe fatto chiudere la carriera di banchiere a Pier Luigi Boschi, già peraltro miracolato dal Tribunale di Arezzo nelle pieghe della bancarotta di Banca Etruria.

Fra i contrari il gruppo parlamentare di Sinistra italiana-Possibile ha spiegato la situazione con Giulio Marcon: “Un decreto sbagliato e immodificabile per il ricatto di Banca Intesa che mette soldi pubblici per licenziare un terzo dei lavoratori delle due banche, 4.000 su 12.000. Un doppio costo per lo Stato: la bad bank più gli ammortizzatori sociali”. Quelli necessari per i prepensionamenti dei lavoratori.

A seguire un’analisi più dettagliata: “La nostra contrarietà è inversamente proporzionale all’entusiasmo dell’Abi (l’associazione dei banchieri, ndr.) per questo provvedimento, che sana una situazione già nota da tempo e su cui prima o poi si dovranno accertare le responsabilità. Perché quanto successo in questi anni dovrebbe interrogarci sul ruolo di Bankitalia e sulla prevenzione delle crisi. Le cose sono due: o Bankitalia non ha fatto bene suo lavoro, o il governo non ha raccolto le indicazioni della nostra banca centrale”.
Anche se fuori dal Parlamento, ha fatto sentire la sua voce Rifondazione:

“L’esito era scontato ma resta scandaloso – osservano Maurizio Acerbo e Roberta Fantozzi – visto che il decreto del governo ha fatto chiedere al Wall Street Journal, non proprio un giornale bolscevico, perché Intesa San Paolo si sia aggiudicata un accordo così buono sugli asset delle due banche. Un accordo per cui a Intesa San Paolo vanno subito 5,2 miliardi di risorse pubbliche per la ‘riorganizzazione’ dei due istituti di credito. E con lo Stato, cioè la collettività, che si accolla invece, oltre ai 5,2 miliardi, i crediti deteriorati, mettendo a disposizione risorse fino a 17 miliardi di euro complessivi. Insomma un enorme regalo a Intesa San Paolo, che con il fiume di risorse pubbliche ristrutturerà se stessa e aumenterà i propri utili (secondo le stime di Mediobanca Securities con un aumento del 6% dell’utile atteso per azione), a carico della collettività.

Un esempio scandaloso di socializzazione delle perdite e privatizzazione degli utili. Invece la strada doveva essere tutt’altra, quella della nazionalizzazione, anche aprendo un contenzioso con la Ue. Una strada ineccepibile a fronte delle risorse ingentissime messe a disposizione. Quelle che non si trovano mai se c’è da finanziare la sanità o la scuola pubblica o il reddito minimo per disoccupati”. Proprio per questo, se può servire di minima consolazione, i sondaggi hanno rilevato che il 97% degli italiani – di quelli che studiano un minimo e si informano – è contro il “decreto regalo” a Intesa. Ora la parola passerà al Senato.

https://ilmanifesto.it/banche-venete-passa-con-la-fiducia-il-regalo-a-intesa/