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Discorso natalizio di Bergoglio scritto da Soros
IL SUGGERITORE DI BERGOGLIO SUI MIGRANTI E’ UN BILDERBERG DI GOLDMAN SACHS

Asimmetrie
articolo sul futuro dell’Italia attraverso i fratelli greci, corredato da molte immagini che per motivi di spazio toglierò qui, lasciando la descrizione per comprendere cosa ritraeva e se interessati si possono visionare al link in fondo. L’immagine a fianco Asta di immobili. Atene, novembre 2017 (stampa greca)

In una struggente lettera a Babbo Natale, un bambino greco chiede tanto da mangiare
L’Italia è il Paese con più poveri in Europa, seguono Francia e Romania
chissà chi dobbiamo ringraziare per questi grandi traguardi. La Ue non era il templio del benessere? Chissà come siamo arrivati a questo punto, con tutti questi guardiani della democrazia, dei signori lotta dura senza paura, per il popolo. Secondo il pennivendolo de La stampa, chi ci ha messo in questa situazione ora parrebbe voler magicamente “rimediare”. L’importante è importarli da fuori i poveri per “salvarli”, noi possiamo anche morire di stenti, chi se ne frega.
Biden: “Il Cremlino interferì in Italia sul referendum costituzionale”
Di Maio vola a Washington: “Fedeli agli Usa, non a Mosca”
Italy’s Prime Minister Matteo Renzi (L) meets U.S. Vice President Joe Biden at Villa Taverna in Rome, Italy November 27, 2015. REUTERS/Alessandro Bianchi
a seguire da “La stampa” Biden: “Il Cremlino interferì in Italia sul referendum costituzionale”
se non è fake news questa…certo che le cosiddette democrazie avanzate, quelle che esportiamo a suon di bombe sono così “comprabili” ?
Chi cazzo ha preso i soldi di Putin senza darci un euro?!?!
Secondo Joe Biden (l’ex vice presidente degli Stati Uniti), Vladimir Putin aiutò i sostenitori del No a vincere il referendum costituzionale. Eppure ricordo benissimo che Obama sosteneva il Sì, come puparo di Renzi. Ricordo che il No non aveva praticamente nessun sostenitore “importante” nei mass media e nei poteri forti, tutti schierati per il Sì.
Ricordo che Renzi aveva dalla sua tutti i pezzi grossi, oltre a nani, ballerine e orsi danzanti (persino Vasco Rossi chiese di non usare la sua canzone “C’è chi dice no” per la campagna del No), e che Matteo e Maria Elena erano talmente sicuri di vincere da promettere le loro dimissioni in caso di sconfitta. Ricordo che la campagna per il No l’abbiamo fatta noi cittadini, singolarmente, senza soldi, parlando con le persone per le strade, discutendo giorno per giorno sui social network per spiegare perché bisognava votare No.
Quindi la mia domanda è: chi cazzo ha preso i soldi di Putin senza darci un euro?!?!
9.11.2017 Carmine Monaco
https://www.facebook.com/carmine.monaco/posts/10159897318600093?pnref=story
Biden: “Il Cremlino interferì in Italia sul referendum costituzionale”
La denuncia dell’ex vice presidente Usa: l’offensiva non è finita. Ora la Russia sta aiutando Lega e Cinque Stelle in vista delle elezioni
I «no» al referendum costituzionale del 12 aprile 2016 hanno sfiorato il 60%
La Russia ha interferito con il referendum costituzionale italiano dell’anno scorso, e sta aiutando la Lega e il Movimento 5 Stelle in vista delle prossime elezioni parlamentari. La denuncia viene dall’ex vice presidente degli Stati Uniti Joe Biden, in un articolo pubblicato sulla rivista «Foreign Affairs» insieme all’ex vice assistente segretario alla Difesa Michael Carpenter.
Il saggio si intitola «How to Stand Up to the Kremlin», ossia come fronteggiare il Cremlino, e il catenaccio chiarisce l’obiettivo: «Difendere la democrazia contro i suoi nemici». Durante l’amministrazione Obama, il vice presidente era molto coinvolto negli affari internazionali, e aveva ricevuto in particolare l’incarico di gestire la crisi ucraina. Visto quanto sta avvenendo negli Usa con l’inchiesta sulla collusione tra la campagna elettorale di Trump e Mosca, molti osservatori hanno interpretato questo articolo come la conferma che Biden sta ancora considerando la possibilità di candidarsi alla Casa Bianca nel 2020.
Di Maio: “Soldi dai russi? Fake news, Biden e il Pd imparassero a perdere”
Il testo sostiene che Putin ha lanciato una campagna interna e internazionale per conservare il potere, basata su corruzione, ingerenza militare e politica. Secondo Biden la forza del capo del Cremlino è più apparenza che sostanza. L’economia russa dipende ormai esclusivamente dal petrolio e dal gas, e il calo dei prezzi l’ha profondamente danneggiata, al punto che la capitalizzazione sul mercato di Gazprom è scesa dai 368 miliardi del 2008 ai 52 di oggi. Il consenso politico è molto fragile, e per conservarlo Putin ha puntato su due cose: repressione dell’opposizione, e favoreggiamento della classe corrotta di oligarchi che lo aiutano a restare al potere. Ha creato una «democrazia Potemkin, in cui la forma democratica maschera il contenuto autoritario».
Questa strategia di sopravvivenza ha un importante aspetto internazionale, per almeno tre ragioni: difendersi dall’America, impedire ai Paesi vicini di passare nell’altro campo, e destabilizzare le democrazie occidentali. Biden scrive che gli Stati Uniti non hanno mai cercato di rovesciare Putin, ma lui si è convinto che hanno fomentato le rivolte in Serbia, Georgia, Ucraina, Kirgyzistan, mondo arabo, e le proteste scoppiate tra il 2011 e 2012 in varie città russe. Quindi considera Washington il suo nemico principale, e per difendersi ha orchestrato la campagna di disinformazione finalizzata a influenzare le presidenziali del 2016. Nello stesso tempo non può permettersi che i Paesi vicini, quelli nella sfera considerata di «interesse privilegiato russo», passino dalla parte occidentale, perché darebbero un esempio negativo agli stessi cittadini russi desiderosi di democrazia, libertà e sviluppo. Così si spiegano i vari interventi diretti, tipo Montenegro, Georgia, Ucraina, Moldova, dove ha usato i tentativi di colpo di stato o la forza militare.
Oltre alla difesa della Russia e dei territori vicini, la strategia di Putin comprende anche l’attacco dell’Occidente, per destabilizzarlo dall’interno e renderlo meno capace di contrastare Mosca. In questo quadro si inseriscono le iniziative lanciate per interferire con le elezioni. In Francia l’offensiva è fallita, ma «la Russia non si è arresa, e ha compiuto passi simili per influenzare le campagne politiche in vari Paesi europei, inclusi i referendum in Olanda (sull’integrazione dell’Ucraina in Europa), Italia (sulle riforme istituzionali), e in Spagna (sulla secessione della Catalogna)». Quindi Biden denuncia gli aiuti del Cremlino alla destra estrema in Germania, e aggiunge: «Un simile sforzo russo è in corso per sostenere il movimento nazionalista della Lega Nord e quello populista dei Cinque Stelle in Italia, in vista delle prossime elezioni parlamentari». A questo proposito bisogna ricordare che l’ex vice presidente era alla Casa Bianca, quando nell’autunno del 2016 il dipartimento di Stato inviò una missione a Roma per informare l’ambasciata di Via Veneto sui sospetti di ingerenze del Cremlino, ed era con Obama quando poco dopo ricevette l’allora premier Renzi a Washington.
Biden cita l’Internet Research Agency di San Pietroburgo come uno degli strumenti usati per diffondere ovunque le fake news, e denuncia anche l’uso della corruzione. Ad esempio nel gennaio scorso le autorità di New York hanno accusato la Deutsche Bank di aver riciclato 10 miliardi di dollari dalla Russia, e pochi giorni fa il procuratore Mueller ha chiesto alla banca tedesca di fornire informazioni sui conti che hanno presso di lei Trump e i suoi familiari. L’ex manager della campagna presidenziale, Manafort, è stato incriminato proprio per riciclaggio.
Biden non discute i motivi che potrebbero aver spinto l’attuale capo della Casa Bianca a essere disponibile verso il Cremlino, ma avverte che se lui non difenderà gli Usa e l’interno Occidente da questa offensiva, il Congresso, i privati e gli alleati dovranno farlo al suo posto, per salvare la democrazia liberale.
Pubblicato il 08/12/2017 paolo mastrolilli
http://www.lastampa.it/2017/12/08/italia/politica/biden-il-cremlino-interfer-in-italia-sul-referendum-costituzionale-kga1zMpSJhKCS2yv3aMdMN/pagina.html
Banca Etruria, indagato il padre della Boschi. Bufera sul procuratore di Arezzo. Ira della sottosegretaria
ma è il governo dei giusti, tanto solidali ed antifascisti. Hanno solo rubato i soldi ai correntisti, mica è grave come il Rubygate.
Banca Etruria, indagato il padre della Boschi. Bufera sul procuratore di Arezzo. Ira della sottosegretaria
Rossi scrive a Casini: “Io corretto”
Un nuovo filone d’indagine sul crack di Banca Etruria riaccende i riflettori sulla famiglia Boschi. Sul padre della sottosegretaria Maria Elena, finito in un nuovo filone di indagine sulla banca aretina assieme a tutti i componenti del cda in carica dal 2011 al 2014. E sulla figlia, ex ministro ed ora sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, si abbatte di nuovo la bufera politica con M5s e Lega che fanno asse tornando a chiedere le sue dimissioni.
“Qualcuno usa questa vicenda da due anni per attaccare me e il PD” si difende la sottosegretaria che si lamenta: “chi ha sbagliato ad Arezzo ha pagato e pagherà. Noi siamo interessati agli atti, non alle strumentalizzazioni”. Ma non è solo la famiglia Boschi a finire nel mirino delle polemiche: anche il procuratore di Arezzo, Roberto Rossi, ascoltato dalla Commissione di inchiesta sulle banche lo scorso giovedì è oggi accusato di aver omesso la notizia che riguardava questo nuovo filone di indagine che prende spunto dalla trasmissione alla procura da parte di Consob degli atti relativi all’annullamento del prospetto di due emissioni e delle relative sanzioni a carico dell’intero cda. Il nuovo fascicolo aperto dalla procura di Arezzo riguarderebbe infatti la vendita di obbligazioni considerate rischiose ai clienti retail che non avrebbero avuto il profilo per acquisirle.
“Tutto quello che avevo da dire l’ho detto in commissione giovedì scorso” si difende il procuratore Rossi. E a riprova della sua tesi invia una lettera al presidente della bicamerale, Pierferdinando Casini, in cui riporta la trascrizione della sua audizione. Nella lettera Rossi ricorda di aver risposto sulla posizione di Pier Luigi Boschi precisando che non è tra gli ex del cda Etruria rinviati a giudizio, ma di aver annuito quando gli è stato chiesto se lui e altri potrebbero essere indagati.
“Come si evince da questa breve ricostruzione, non ho nascosto nulla circa la posizione del consigliere Pierluigi Boschi. Ho anzi chiarito e ribadito che la Sua esclusione riguardava il processo per bancarotta attualmente in corso, mentre per gli altri procedimenti, a domanda, ho precisato che non essere imputati non significava non essere indagati. Null’altro mi è stato chiesto in merito” precisa Rossi che a proposito delle domande sul reato di falso in prospetto, ipotizzato nel nuovo fascicolo, chiarisce: “ho chiesto la secretazione dell’audizione in quanto vi sono in corso indagini preliminari sul punto. Le domande in merito hanno riguardato i fatti oggetto di indagine e non, in alcun modo, le persone iscritte nel registro degli indagati. Ho chiarito i punti che mi venivano sollecitati riferendomi ovviamente allo stato delle indagini in corso”.
4 Dic
Ferruccio de Bortoli
✔@DeBortoliF
Mi aspettavo l’annunciata querela per diffamazione, che non è mai arrivata. Dopo quasi sette mesi apprendo che l’onorevole Boschi mi farà causa civile per danni. Grazie.
maria elena boschi
✔@meb
Grazie a Lei, Direttore. Ci vediamo in tribunale, buona serata
20:51 – 4 dic 2017
“Mente” contrattata uno dei componenti della Commissione, il 5 Stelle Carlo Sibilia che chiede quindi la “desecretazione dell’audizione. Lui – spiega – ha precisa domanda ha parlato di un solo componente del Cda coinvolto nell’indagine, non di tutto l’organismo”. Rossi si dice comunque a disposizione della Commissione per altri chiarimenti e il senatore renziano Andrea Marcucci, componente della Commissione, conferma che chiederà a Casini di rinconvocarlo. E lo stesso Casini si dichiara disponibile a farlo anche se, precisa, “la lettera di Rossi chiarisce quello che avevo bisogno di chiarire”. Boschi intanto annuncia anche il ricorso alle vie giudiziarie. “Ho firmato oggi il mandato per l’azione civile di risarcimento danni nei confronti del dottor Ferruccio de Bortoli. A breve procederò anche nei confronti di altri giornalisti” dice annunciando che per lei la misura è colma: “non l’ho mai fatto” ma a questo punto è “necessario che sulla verità dei fatti si pronunci un tribunale in nome della legge. Perché la legge è uguale per tutti, davvero”.
Francesca Chiri 05 dicembre 2017
Naziskin Como: Boldrini, mobilitazione



I fanatici dello Ius Soli
Lo Ius Soli offrirà al Partito democratico nei prossimi anni un bacino potenziale di circa ottocentomila voti di “nuovi italiani”. Non sono pochi. Ma l’ostinazione sullo Ius Soli non dipende solo da un calcolo elettoralistico. Dipende anche e soprattutto da questo nuovo e impressionante fanatismo ideologico. Ce li ricordiamo, i nostri liberal, soltanto cinque anni fa, nel 2011, centocinquantesimo anniversario dell’ unità italiana, quando sventolavano il tricolore in funzione antileghista.
I suoi sostenitori si dicono “multiculturalisti”, ma in quanto fedeli adepti del globalismo in realtà vogliono il pensiero unico, il mondo unico, il popolo unico, la razza unica, la lingua unica, persino il sesso unico (con infiniti “generi”).