A Napoli l’orrore totale dei rom contro un disabile. Come lo hanno ridotto dentro casa sua

mani-insanguinateuna volta la tutela dei disabili, tanto tempo fa ritenuti soggetti deboli (a ragione) era cara ai “buoni” de sinistra. Ora ci sono altre “categorie” che meritano “protezione” onde evitare il “dilagare dell’odio.” Per cui zitto, prendi le botte ed acqua in bocca. Nessuna violenza inaudita, nessun turbamento dei politically correct. Stavano lavorando e questo signore era in casa propria (quindi è colpa sua, se l’è cercata), un “incidente sul lavoro”, tanto poi se anche avesse potuto difendersi i Cecchi Paone si sarebbero infuriati perché difendersi in casa propria è un atto criminale. Video al link

A Napoli l’orrore totale dei rom contro un disabile. Come lo hanno ridotto dentro casa sua / Guarda

Hanno svaligiato il caveau di una villa a Massa Lubrense, sulla costiera amalfitana, ferendo gravemente il proprietario disabile. Fermati dai carabinieri di Sorrento i presunti autori. Si tratta di tre fratelli rom, un uomo di 30 anni e due minorenni di 17 e 12 anni, che vivono in un campo nomadi nell’area Nord della provincia di Napoli.

Il più piccolo dei tre, con già un notevole curriculum da rapinatore alle spalle, non ha esitato a schernire la vittima, invalido e ferito, sotto la minaccia di un grosso cacciavite mentre i fratelli svuotavano il caveau.
22 Luglio 2017
http://tv.liberoquotidiano.it/video/italia/13205478/napoli-tre-fratelli-rom-rapinano-e-feriscono-un-disabile–.html

Napoli, corteo contro Salvini: manifestanti lanciano sassi e molotov. Scontri con la polizia

salvini napoli2queste sono le lotte che “contano”, in piazza a far cortei si va solo contro i nemici del Pd, in difesa di mafia capitale. I suicidi? Nemmeno dopo il suicidio di Michele si è scatenato l’inferno. Il precariato? Il salario minimo? Contro l’APE? Contro i tagli allo stato sociale? No, si mette a soqquadro una città per togliere il diritto di parola ad un esponente politico. Democrazia singolare..Peccato che chiunque vada in piazza NON A COMANDO dei politically correct moralmente superiori sono “fascisti”, vedi tassisti, pescatori, allevatori etc La ciurma dei Soros’s rebels:


Dopo il via libera “forzato” del prefetto al comizio del leader del Carroccio, la manifestazione dei centri sociali sfocia in pesanti scontri. Sampietrini contro le forze dell’ordine che risponde con gli idranti. Tre fermi, altrettanti denunciati, e 27 agenti feriti. Salvini: “Vorrei che i conigli dei centri sociali fossero scesi in piazza contro la camorra”

Un corteo organizzato contro Matteo Salvini, atteso al Palacongressi di Napoli dopo le proteste di venerdì e il via libera finale della prefettura alla sua convention. Oltre duemila persone scendono in strada e sfilano pacificamente contro il leader del Carroccio fino a quando intorno alle 17 un gruppo di incappucciati si stacca dal corteo e accerchia la polizia. Lì inizia il lancio di sassi, petardi e bombe carta. Modalità di guerriglia urbana alle quali la polizia reagisce con cariche e idranti. Prima è stata un’operazione di contenimento, poi gli agenti sono avanzati per rispondere agli assalti di “circa 200 persone”, come riferisce SkyTg24. Tre persone sono state fermate, altrettante denunciate, mentre sono 27 gli agenti feriti.
 
A pochi minuti dall’inizio della manifestazione erano spuntati caschi, sciarpe e passamontagna dietro i quali si erano nascoste decine di giovani incappucciati. Una volta che il corteo è arrivato nei pressi del Palacongressi, è iniziato il lancio di oggettipietre e molotov. Poi si sono dispersi, lasciandosi alle spalle decine di cassonetti dati alle fiamme per sbarrare la strada alla polizia. Sullo sfondo segnali stradali divelti, muri imbrattati e auto bruciate e intorno una coltre di fumo che rendeva l’aria irrespirabile. E mentre proseguiva la guerriglia urbana una molotov ha colpito un cellulare dei carabinieri e provocato un principio di incendio subito estinto. Terrorizzati i passanti, che cercavano rifugio nei palazzi circostanti. Il risultato sono Piazzale Tecchio, via Diocleziano e via Giulio Cesare ridotti a un campo di battaglia, con i commercianti che hanno abbassato le saracinesche. E la polizia arriva anche alla fermata dei Campi Flegrei, dove continuava il lancio di petardi e alcuni passeggeri sono rimasti bloccati.
“Solidarietà ai 400 agenti impegnati contro degli animali – ha detto Salvini aprendo il convegno -. Vuol dire che la prossima volta faremo la manifestazione a piazza Plebiscito, quando andremo al governo. E dopo aver sgomberato i campi rom elimineremo anche i centri sociali. Complimenti a de Magistris sta tirando su una bella gioventù”, è il commento a caldo del Leader del Carroccio. Che aggiunge: “Vorrei che i conigli dei centri sociali fossero scesi in piazza contro la camorra ma forse hanno paura perché qualche mamma o papà con la camorra ci campa”.
 
Il corteo contro Salvini – La manifestazione era partita nel pomeriggio da piazza Sannazaro senza il sindaco Luigi De Magistris, anche se sua moglie, l’avvocato Maria Teresa Dolce, era tra i partecipanti. E nel corteo organizzato dalla rete di movimenti napoletani era spuntata anche una ruspa con sopra un simbolico foglio di via da consegnare a Salvini. Per le strade di Napoli c’erano studenti, migranti e attivisti che tra bandiere, fumogeni e striscioni intonavano cori contro le politiche “razziste e xenofobe” del leader della Lega Nord. Presenti anche i consiglieri comunali di maggioranza Pietro Rinaldi ed Eleonora De Majo, l’assessore ai giovani con delega alla Polizia municipale del Comune di Napoli Alessandra Clemente e il presidente della III Municipalità Ivo Poggiani.
Nonostante il via libera al convegno, però, la polemica politica è proseguita. Pur sapendo che il sindaco non era alla manifestazione contro di lui, Salvini ha continuato ad attaccare De Magistris, che nei giorni scorsi aveva dichiarato di “non volere chi sparge odio”. “É scandaloso – ha detto il leader della Lega al suo arrivo al Palacongressi – che un ex magistrato sfortunatamente sindaco, spero ancora per poco, si permetta di decidere chi può e chi non può venire a Napoli”. E “quello che ha dichiarato in questi giorni – continua – verrà portato in qualche tribunale dove, magari, qualche magistrato più equilibrato di lui deciderà se può insultare o no”.
  
Presenti alla Mostra d’Oltremare anche sostenitori leghisti da CalabriaPuglia e Basilicata. Muniti di pass nominativi, per evitare infiltrazioni dei centri sociali, in tanti hanno spiegato perché sostengono la Lega che, in passato, al Sud ha rivolto non poche critiche. “Stiamo qui e siamo contenti di esserci perché crediamo in Salvini – ha detto Domenico Furgiuele, coordinatore regionale di Noi con Salvini in Calabria – Renzi, gli altri, hanno tradito il Sud, ecco perché noi vediamo in Salvini la vera alternativa. Lui ha capito che senza il Sud l’Italia non può ripartire e noi siamo con lui”. E, a chi gli chiede delle protesta che i napoletani hanno riservato a Salvini, i leghisti del Sud rispondono: “Siamo convinti che non tutti i napoletani la pensano così. Chi protesta è ancora legato alle vecchie logiche, quelle dei centri sociali e dello sfacelo“.
(ha collaborato Giovanna Trinchella)
 
di F. Q. | 11 marzo 2017

 

Spari nel centro di Napoli: «È l’inizio della guerra alla mafia africana»

siccome siamo tanto bravi a controllare la nostra di criminalità perché non importarla? Chi se ne frega della gente onesta che rimane vittima di entrambe. Bell’esempio di integrazione multi-kulti.na-mafia-africana

Spari nel centro di Napoli: «È l’inizio della guerra alla mafia africana»
L’incrocio fra via Maddalena e piazza Mancini segna il confine fra la zona dei cinesi e quella dei nigeriani: a destra la china town della Duchesca, a sinistra i nuovi «possedimenti» degli immigrati africani che stanno prendendo spazi commerciali e potere, anche malavitoso. Proprio a quell’incrocio, una ventina di metri dal luogo dove c’è stato l’agguato, di fianco a un cassonetto rovesciato che porta i segni indelebili delle fiamme, un gruppo di ragazzi, altissimi e neri come la pece, parla in maniera vivace: si sbracciano, guardano il posto dell’agguato e inveiscono. Non parlano nemmeno un po’ d’italiano, almeno così dicono, per evitare domande che potrebbero essere fastidiose. Non parlano nemmeno i cinesi dei negozi della «rive droite» della Duchesca: non hanno sentito né visto nulla e non vogliono rompiscatole fra i piedi nei loro negozi debordanti di merce «perché togli spazio ai clienti». I napoletani sono pochi, si contano sulle dita di una mano.
Dietro una bancarella attrezzata con leccornie per la calza dell’epifania un tizio sostiene di essere appena arrivato e quindi di non avere nulla da dire, all’interno di un negozio qualche metro più avanti un uomo baldanzoso chiarisce di aver saputo solo dai racconti dei clienti e di non essersi accorto di nulla. Bisogna essere insistenti e assillanti per convincere qualcuno a spiegare cosa succede in quell’area a cavallo fra Forcella e Piazza Garibaldi, regno della contraffazione colmo di insegne straniere dal quale pian piano i napoletani sono stati sfrattati.
E quando qualcuno accetta di raccontare, solo a patto del più totale anonimato, ti rendi conto che tutti sanno, tutti hanno visto e forse se l’aspettavano pure una recrudescenza di violenza. Il primo dettaglio è condiviso da tante fonti intercettate nel quartiere: chi ha sparato voleva uccidere ma non ne è stato capace. Però prima di inoltrarci nel prosieguo del racconto è bene chiarire un particolare: quelle che riportiamo sono voci di persone comuni; non si tratta di versioni ufficiali frutto di indagini anzi, scoprirete in questo articolo che la «voce del popolo» produce racconti che vanno in direzione opposta a quella delle indagini delle forze dell’ordine, le uniche che possono essere considerate attendibili in casi del genere.
 
Ma torniamo alla voce del quartiere. Il primo interlocutore si stacca da un gruppetto di persone e sostiene che «chi è venuto a sparare doveva dare una lezione vera, doveva uccidere ma non è stato capace». E qui viene snocciolata una serie di teorie, condivise dagli altri del gruppo, tutte tese a dimostrare che le persone che hanno sparato «sono giovani, inesperte e quindi incapaci di fare centro. Tanto da coinvolgere una bimba innocente», oppure «arrivano completamente allucinati dagli stupefacenti e quindi non sono in grado nemmeno di prendere la mira», o infine «hanno avuto paura di uccidere, non sono camorristi veri».
 
Come avrete notato si tratta di teorie che prevedono una diretta conoscenza dell’evento, eppure alla domanda fatidica «ma allora lei ha visto chi sparava?», tutti dicono di non aver visto o sentito nulla. Il discorso, però, si fa preoccupante quando accettano di parlare altre persone che abitano nella zona. Anche in questo caso dietro la promessa dell’anonimato. La prima è una donna, non anziana ma nemmeno giovane, con la busta della spesa: «Il vero problema sono i neri – dice con astio, e precisa – non quelli marroncini, i neri-neri», che tradotto significa che non fa riferimento ai nordafricani ma agli stranieri che provengono dall’Africa centrale. «Stanno dappertutto – prosegue la donna – dove ti volti li vedi. Si riuniscono a gruppetti e pare che la strada è di loro proprietà, ti guardano dall’alto in basso, portano vestiti firmati e hanno sempre il telefono in mano. Io certe volte ho paura di passare vicino a loro. Sono brutta gente».
 
Adesso, fatto salvo il fatto che la generalizzazione è sempre deleteria e che ovviamente la maggior parte degli immigrati è composta da persone brave e lavoratrici, il concetto espresso in maniera semplicistica dalla donna, viene spiegato meglio da un ragazzo che sta per partire con lo scooter: «Qua c’è la mafia nigeriana che sta prendendo possesso di tutto. Lasciano ai marocchini (intesi come tutti i nordafricani n.d.r.) solo le piccole cose come la contraffazione, gli scippi o le rapine, mentre loro sono concentrati sulla droga. Se andate a via Carriera Grande vedete il loro quartier generale, il punto principale dello smercio; se vi fate un giro in questi vicoli noterete che ad ogni angolo ci sono almeno un paio di loro: sono pusher, vanno sempre in coppia. Sapete dove tengono la droga? In bocca, dentro a certe palline di plastica, così se arriva la polizia le inghiottono e poi le recuperano quando vanno al bagno». Il ragazzo sembra decisamente informato e prosegue senza interrompersi: «All’inizio avevano un mercato piccolo e avevano un accordo con la malavita della zona. Adesso, invece, si stanno espandendo. Ecco perché è arrivato il segnale dell’agguato». Cercando qualcuno disposto ad approfondire finisci nel Vico settimo Duchesca che è totalmente avvolto dal profumo d’incenso, quello che viene bruciato nelle bacchette…
di Paolo Barbuto
 
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Giovedì 5 Gennaio 2017, 08:16 – Ultimo aggiornamento: 05-01-2017 20:28