Cia e Mossad dietro la rivolta in Iran? Lo scenario di oggi era già stato descritto con 6 mesi di anticipo dalla rivista Usa Politico

protestsiranCi sono anche la Cia e il Mossad israeliano a soffiare sul fuoco della rivolta in Iran? L’accusa è stata rilanciata dal Teheran Times, in un’intervista che il quotidiano in lingua inglese ha condotto con il columnist Stephen Lendman, un giornalista-ricercatore americano, di origine ebraica, molto noto per le sue battaglie libertarie. Tra le altre cose, anche i due leader della teocrazia persiana, la Guida Suprema Ali Khamenei e il Presidente Rohuani, pur da fronti sostanzialmente diversi, hanno scaricato sui “nemici esterni” la responsabilità di sostenere la ribellione. Se non proprio di averla addirittura progettata a tavolino. Per la verità, il sospetto (o la quasi certezza, a farla corta) è venuta agli analisti di mezzo mondo.
Anche perché, come ha subito registrato la nostra “Gazzetta”, Trump e i suoi collaboratori mostrano di avere la lingua lunga. Qualche tempo fa avrebbero sussurrato di volere “un cambio di regime” nel Paese degli ayatollah. L’azzardosa strategia, che comunque cavalca problemi sociali e politici reali dell’Iran, farebbe parte di un “pacchetto” di intese raggiunte sottobanco dalla Casa Bianca e dal leader israeliano Netanyahu. Nel mazzo ci sarebbe anche la sparata su “Gerusalemme capitale”, che ha sollevato un vespaio di polemiche e ha allargato il solco tra la diplomazia europea e la “foreign policy” dell’attuale Amministrazione Usa. Trump, in sostanza, starebbe premendo sull’acceleratore per gettare lo scompiglio in casa del nemico numero uno di Israele.
 
Lo spiffero è vecchio, ma è tornato a circolare proprio in questi giorni nei Palazzi che contano. E lo scenario che, guarda tu, si sta verificando oggi, era stato già anticipato in un articolo rivelatore pubblicato alla fine di giugno in uno dei più prestigiosi siti di analisi americana (“Politico”). Dunque, gli Stati Uniti pensano a un cambio di regime a Teheran, che metta in un angolo l’attuale teocrazia e lasci il campo a un governo che abbia meno mire espansionistiche nel Golfo Persico. Con grande gioia, soprattutto, dell’Arabia Saudita e di tutto il blocco sunnita. Israele, da parte sua, ha il chiodo fisso del Golan. E, per la proprietà transitiva, di Hezbollah e dei suoi grandi sponsor sciiti. Gli ayatollah.
 
Dentro l’Amministrazione Trump si starebbero confrontando due linee: una (che pare vincente) sparata contro i politici col turbante; l’altra, forse minoritaria, molto più prudente, che ricorda il fallimento del colpo di Stato sponsorizzato nel 1953 dalla Cia. Forse fu proprio in base a questo “undicesimo comandamento” (“ogni rivoluzione fallita provoca una restaurazione ancora più forte”) che Obama, nel 2013, alle Nazioni Unite, proclamò solennemente il principio della non interferenza Usa negli affari interni di Teheran. Ora, invece, a sentire Lendman, i “trumpiani” avrebbero già cotto, mangiato e digerito la prudenza del mai tanto compianto Barack, contribuendo a fare esplodere un’altra devastante crisi di cui proprio non si sentiva il bisogno, in un’area già tranquilla di suo come un nido di calabroni.
 
Ne chiede conto e ragione anche Putin, che si è sentito con Netanyahu e ha concordato un incontro a breve per parlare di Medio Oriente. E di Iran. La questione-chiave è che l’algoritmo della catastrofe è dietro l’angolo. Quando Obama decise di raggiungere un’intesa di massima con gli ayatollah lo fece a ragion veduta: i suoi advisor gli dissero che era fondamentale mettere un freno al dilagare del terrorismo di matrice sunnita. E poi, aggiunse qualcuno, una tattica di reciproca neutralizzazione tra il blocco saudita e quello sciita avrebbe potuto garantire se non la pace, almeno un proficuo “status quo”.
 
Adesso, la scuola geostrategica che si porta appresso Trump ha rigirato la frittata, alimentando il polverone che già gravitava su tutto il Medio Oriente. E se tre indizi fanno una prova, come diceva Agatha Christie, allora il “twitter” postato da Trump solleva una marea di sospetti: “Il popolo iraniano sta finalmente combattendo contro il suo brutale e corrotto regime. Tutti i dollari che Obama ha dato stupidamente a questi governanti sono stati spesi in armi e terrorismo o sono finiti nelle loro tasche. La gente non ha cibo, non ha diritti umani e l’inflazione è alle stelle. Gli Stati Uniti osservano”. Oppure organizzano?
 
di Piero Orteca – Remocontro  Notizia del: 03/01/2018

Caracas: Bombe sul potere giudiziario.Silenzio ermetico dell’UE-USA-Canadà. Omertà?

Maduro dittatore
Il lancio di bombe, il mitragliamento del Tribunale Supremo e del ministero degli Interni “..in qualsiasi parte del mondo è un atto di terrorismo,però.. Tuttavia il Venezuela sta aspettando qual’è la reazione di molti paesi che ancora non si sono pronunciati” ha detto il minitro degli Esteri venezuelano Samuel Moncada. Ha commentato che soprattutto l’Unione Europea fa orecchi da mercante per proteggere i responsabili di questi fatti. “Dall’Europa nessuna
reazione. Dalla Spagna non abbiamo ricevuto nemmeno una telefonata per dirci che sono “preoccupati”….l’Unione europea che tutti i giorni rilascia dichiarazioni contro il Venezuela, sembra che non ha ancora saputo dell’attacco e non lo condannano” ha detto il ministro Moncada. “naturalmente sanno però rimangono muti.
“Canadá, paese solitamente tra i più preoccupati per i diritti umani, non ha emanato nessun commento per deplorare la condotta di un individuo che sganciò bombe su vittime innocenti…” ha scandito con forza il responsabile della diplomazia venezuelana. “Aspettiamo qualche reazione da parte del Messico e Argentina che…un giorno difendono i diritti umani e un altro fingono demenza”.
 
Per ultimo ha criticato le agenzie di informazione che tentano di presentare come “combattente della libertà” il responsabile di un atto terrorista.
ARTICOLO DI MARZO PER COMPRENDERE IL CONTESTO
C’è stato un colpo di stato in Venezuela!  Maduro ha preso tutto il potere!”    Solo pochi giorni prima del 15° anniversario del colpo di stato – di breve durata – contro il presidente democraticamente eletto Chavez (11-13 aprile 2002), quelli  che fecero quel colpo di stato (l’oligarchia venezuelana, i  capi di  Washington, i loro leccapiedi di Buenos Aires, Brasilia, Santiago del Cile e Lima e tutto quel pacco di lupi mediatici plaudenti da Madrid agli USA) hanno cominciato a gridare come iene contro un presunto “auto golpe” fatto dal presidente Maduro.
 
Quali sono i fatti?  La causa immediata che ha scatenato questa ipocrita protesta  è la sentenza della Corte Suprema di Giustizia (TSJ) che il 29 marzo ha detto che constatato il comportamento oltraggioso  dell’Assemblea Nazionale  verso la Corte Suprema di Giustizia , la  TSJ  d’ora in poi, assumerà in proprio i suoi poteri e li eserciterà direttamente o li farà esercitare da un altro potere da determinare . Immediatamente, il presidente dell’Assemblea Nazionale, Julio Borges, ha definito questa decisione un “colpo di Stato” e il segretario generale  dell’Organizzazione degli Stati Americani, Luis Almagro, l’ ha descritta come un “auto-colpo-di-stato” e ha chiesto la convocazione urgente del Consiglio Permanente dell’OSA per mettere in moto la procedura della Carta democratica contro il Venezuela. Il governo peruviano ha deciso di ritirare il suo ambasciatore dal Venezuela.
 
Quali sono le radici di questa sentenza?
 
Da quando l’opposizione di destra ha vinto le elezioni dell’Assemblea Nazionale nel mese di dicembre 2015, si è innescato un aspro conflitto tra i diversi poteri dello Stato. Già alla fine di dicembre 2015, la  TSJ  aveva stabilito che c’erano state irregolarità nelle elezioni dei deputati nello stato di Amazonas e aveva dichiarato nulle le elezioni e ordinato di ripeterle. Sono state presentate le prove che politici dell’ opposizione erano stati coinvolti nella compravendita di voti con effetti determinanti per l’elezione di quattro deputati, due dell’opposizione, uno del PSUV e un altro eletto nella lista indigena (anche lui sostenitore dell’opposizione).  Il fatto è che questi tre deputati dell’opposizione sono fondamentali perché con la loro presenza l’opposizione ha una maggioranza dei due terzi e quindi gode di poteri molto ampi. L’Assemblea Nazionale si è rifiutata di obbedire all’ordine della TSJ e, nel mese di gennaio 2016, ha fatto giurare i tre deputati della Amazonas. Anche in questo caso la TSJ ha dichiarato l’atto nullo e in violazione della sua precedente sentenza. L’Assemblea Nazionale è tornata indietro ma poi a luglio, ha fatto giurare di nuovo i tre deputati. Nel mese di agosto 2016, la  TSJ ha dichiarato che la Presidenza del Consiglio dell’Assemblea Nazionale  ed i deputati dell’opposizione erano in oltraggio alla corte per aver violato due delle sue sentenze.
Continuando nella escalation del conflitto istituzionale, nel mese di ottobre 2016, l’Assemblea Nazionale ha votato una procedura per un aprire un “processo politico” al presidente Maduro ed anche un procedimento per dichiarare che Maduro aveva “abbandonato il suo incarico”. Tra le motivazioni addotte per queste procedure c’era l’affermazione che Maduro non è cittadino venezuelano e quindi non è in condizioni di essere presidente (!!). Infine nel mese di gennaio 2017, l’Assemblea Nazionale ha dichiarato che il presidente Maduro aveva davvero “abbandonato il suo incarico”.
Come si può essere accusati di “abbandonare il proprio incarico” e – allo stesso tempo – “avere il potere di mettere in atto un colpo di stato”,  nessuno lo sa. L’Assemblea Nazionale, inoltre, ha invitato l’Organizzazione degli Stati Americani  ad invocare la sua Carta democratica contro il Venezuela, invitando così le potenze straniere a  violare la sovranità venezuelana, cosa questa che rivela chiaramente il carattere dell’oligarchia venezuelana. Ma il tentativo di utilizzare la Carta Democratica è stato bocciato dalla OEA, malgrado le minacce dirette di Washington verso un certo numero di paesi membri.
 
Alla fine, il governo ha chiesto alla TSJ se fosse necessario chiedere alla Assemblea Nazionale di ratificare la sua decisione sulla creazione di joint venture nel settore petrolifero e la  TSJ  ha risposto con una sentenza del 29 marzo, in cui afferma che, dal momento che l’Assemblea Nazionale è in stato di oltraggio alla corte e non ha preso alcuna azione per porvi rimedio, il governo non ha il dovere di inviare le proprie decisioni alla Assemblea Nazionale e che la TSJ  ha assunto i poteri decisionali della Assemblea Nazionale e che li eserciterà direttamente o attraverso qualsiasi altro organo di potere che potrà decidere. Questa sentenza era stata preceduta di un giorno da un’altra sentenza in base alla quale  la corte – la TSJ –  aveva stabilito che dal momento che l’Assemblea Nazionale era in oltraggio alla corte, i suoi membri non hanno nessun diritto a godere della immunità parlamentare.
Se l’opposizione dell’Assemblea Nazionale avesse voluto utilizzare veramente i propri poteri, sarebbe bastato che rispettasse la sentenza della  TSJ sui tre deputati della Amazonas e che cominciasse a  legiferare, ma  l’opposizione non è interessata solo a legiferare, ma piuttosto vuole creare un incidente quanto più grande sia possibile, per giustificare la cacciata di Maduro dalla presidenza.
Dobbiamo opporci a quella campagna ipocrita di chi fece un vero un colpo di stato in Venezuela nel 2002, che ora vuole cacciare Maduro dal potere e chiedere l’intervento straniero contro il Venezuela. Se questi dovessero raggiungere i loro obiettivi, sono chiare le conseguenze cui si andrebbe incontro: tutte le conquiste della rivoluzione bolivariana sarebbero distrutte, le missioni sociali abolite, le aziende e i terreni nazionalizzati, sarebbero tutti restituiti ai loro ex proprietari, il diritto al lavoro sarebbe abolito consentendo licenziamenti di massa nello stato e nelle imprese private, le pensioni di vecchiaia massicciamente tagliate, l’assistenza sanitaria e l’istruzione tagliate e comincerebbe un vero e proprio assalto ai diritti democratici fondamentali. Se qualcuno dubita di questo, basta che dia uno sguardo alle prime misure adottate dai governi di destra che sono ritornati al potere in Argentina e in Brasile. In Venezuela, sarebbe dieci volte peggio.
 
Comunque, questa non è solo una questione di chi abbia ragione o chi abbia torto sotto il profilo giuridico o dal punto di vista procedurale. Come tutte le questioni fondamentali della società, questa storia si risolverà  sulla base di chi ha in mano il vero potere reale, in termini di forze armate e/o mobilitazione di massa della gente per le strade, in modo da poter far saltare il potere statale. Al momento non sembra che l’opposizione reazionaria abbia questa forza. Ha fatto continui appelli perché  l’esercito si muova  “a difesa della Costituzione” (leggi: per rimuovere Maduro), ma  finora sono caduti tutti nel vuoto. I recenti tentativi di portare la gente nelle strade  a settembre e ottobre 2016 hanno annaspato per mancanza di una strategia chiara e decisa. Alcuni dei leader dell’opposizione hanno provato a indire una marcia sul palazzo presidenziale di Miraflores, ma quando è arrivato il giorno, hanno fatto marcia indietro, provocando rabbia e demoralizzazione sui loro seguaci.
Le Concessioni ai capitalisti minano la rivoluzione
 
Gli annunci di Maduro sulle concessioni al raggio di azione dei capitalisti, andando oltre alle questioni giuridiche e istituzionali, ci fa chiedere che cosa stia facendo il governo di Maduro con il suo potere?  Quale sia la sua strategia.
Pochi giorni fa, Nicolás Maduro ha fatto una serie di dichiarazioni alla fiera  Expo Venezuela Potencia 2017 , che non lasciano dubbi sul fatto che la sua strategia vada nella direzione di fare concessioni sempre crescenti ai capitalisti, nazionali ed internazionali.  Ha respinto quella che ha definito era una “sporca campagna che dice che guardiamo al modello comunista e che respingiamo le imprese private”. Al contrario, ha detto, “il 90% dell’economia è in mano delle aziende private” (In realtà quello che intendeva dire è che il 90% di tutte le società sono in mano a privati, ma queste rappresentano tutte insieme una piccola percentuale dell’economia.)  Poi ha annunciato altre concessioni ai capitalisti, nazionali ed esteri, concedendo prestiti dalle banche statali, sia in Bolivar che in dollari, e liberalizzando maggiormente  i controlli sul cambio per consentire alle aziende private un più facile accesso ai dollari (che provengono dai profitti dell’industria petrolifera).
 
Queste dichiarazioni e queste azioni hanno provocato rabbia e disagio soffusi tra le fila del movimento bolivariano e costituiscono una continuazione e un rafforzamento della politica che il governo Maduro ha seguito da quando è stato eletto: rispondendo agli attacchi dell’opposizione in campo politico e istituzionale, e concedendo sempre più spazi ai capitalisti in campo economico.
Questa è una politica che porta direttamente al disastro. L’economia venezuelana è in una crisi profonda, con iperinflazione, gravi carenze di prodotti alimentari essenziali e di farmaci ed una paralisi della produzione. Questa crisi è il risultato, in ultima istanza, della ribellione delle forze produttive – che continuano a muoversi con le regole del mercato capitalistico – contro tutti i tentativi del governo di regolamentarle con il controllo dei prezzi e controllando il cambio. Il tutto aggravato e moltiplicato dal crollo del prezzo del petrolio sul mercato mondiale. Di fronte alle forti limitazioni delle riserve di valuta forte e dei proventi del petrolio, il governo ha dato priorità al pagamento del debito estero rispetto alle importazioni, che sono state gravemente tagliate, aggravando maggiormente la scarsità di beni nel paese. Allo stesso tempo, per pagare per il bilancio dello Stato, che opera con un deficit pari al 15-20% del PIL si è fatto ricorso a una politica che stampa nuova moneta, cosa che a sua volta ha portato alla iperinflazione.
 
Quello che è fallito in Venezuela non è il socialismo, che non è mai esistito, ma piuttosto, il tentativo di regolare l’economia capitalista con un intervento dello Stato che vorrebbe farla funzionare con benefici per la maggioranza della popolazione.
Ci sono solo due modi per uscire da questa crisi economica: uno è quello di cancellare tutte le norme e consentire al mercato capitalista di funzionare “normalmente”, il che significherebbe che i lavoratori saranno costretti a pagare tutto il prezzo della crisi e questa è la direzione verso cui si sta progressivamente avviando  il governo di Maduro.  L’altro modo sarebbe espropriare i capitalisti e gestire l’intera economia sulla base di un piano democratico di produzione che possa soddisfare i bisogni della popolazione, e allo stesso tempo fare un appello internazionalista a  operai e contadini della regione per venire in aiuto alla rivoluzione e per sconfiggere i tentativi delle classi dirigenti che vorrebbero distruggerla. Questo significherebbe far pagare la crisi ai capitalisti.
 
La continuazione di questa politica del governo non farà altro che aggravare la crisi per la gente che lavora, erodendo ancor di più il supporto delle masse bolivariane. Il governo stima che quest’anno i prezzi del petrolio saliranno fino a 70 a 80 dollari al barile, cosa che produrrebbe quel margine necessario per gli investimenti nei programmi sociali, permettendo anche un recupero di appoggio popolare. Dopo di che potrebbe indire le elezioni in condizioni migliori. Ma questo è un sogno irrealizzabile. I prezzi del petrolio sono saliti leggermente dopo che l’OPEC e la Russia hanno tagliato la produzione, ma quando i prezzi del petrolio sono aumentati, il fracking è diventato di nuovo redditizio negli Stati Uniti, facendo così aumentare la produzione globale del greggio e abbassare nuovamente i prezzi.
Come combattere l’offensiva dell’imperialismo e dell’oligarchia
Se vogliamo essere sinceri, questa politica del governo rappresenta un tradimento dell’eredità del presidente Chavez. Nei suoi ultimi discorsi prima della sua morte, il Golpe de Timón  e il Plan de la Patria Socialista, Chavez sottolineò  due idee chiave: a) siamo ancora in un’economia capitalistica e dobbiamo andare verso il socialismo  b) dobbiamo distruggere lo stato borghese e sostituirlo con uno “stato comune” ( basato sulle Comuni socialiste). Pur con tutti i limiti possibili, queste erano le idee giuste.
 
L’attuale leadership del movimento bolivariano e il governo Maduro si sono spostati nella direzione opposta: in campo economico stanno facendo sempre più concessioni ai capitalisti, mentre nel campo politico hanno soffocato tutte le vie di partecipazione popolare al controllo dei lavoratori, sulle gerarchie e sul  potere.
 
Indipendentemente dalle loro reali intenzioni, dobbiamo dirlo chiaramente: questi politici porteranno direttamente alla sconfitta della rivoluzione bolivariana e alla presa del potere da parte dell’opposizione borghese. Questo sarebbe un disastro e per evitarlo dobbiamo riprendere la lotta per il socialismo, contro lo Stato borghese.
 
Di fronte all’assalto dell’imperialismo e dei capitalisti venezuelani, quale può essere il modo più efficace per combatterli?
 
Prima di tutto, il Venezuela dovrebbe rompere le relazioni diplomatiche con Washington che è il paese guida e che coordinare questa campagna. In secondo luogo si dovrebbe espropriare tutte le proprietà delle aziende multinazionali di qualsiasi paese sia coinvolto in questa grave forma di interferenza nella sovranità nazionale venezuelana. In terzo luogo, si dovrebbe espropriare le proprietà dell’oligarchia venezuelana, che ha costantemente complottato contro la volontà del popolo negli ultimi 15 anni. In quarto luogo, si dovranno formare  dei comitati anti-imperialisti e anti-capitalisti di  operai, soldati e contadini in ogni azienda, fabbrica, caserma e nelle campagne. Questi comitati dovranno essere armati e fare in modo che i lavoratori  vigilino contro il sabotaggio dell’oligarchia. Infine, la rivoluzione bolivariana dovrebbe fare appello ai lavoratori e ai contadini dell’America Latina e alla classe operaia del mondo perché venga in suo aiuto e blocchi  i tentativi dei governi reazionari che vogliono intervenire contro la rivoluzione.
 
Questa è l’unica politica che può garantire la difesa della rivoluzione.
 
 
Il testo di questo articolo è liberamente utilizzabile a scopi non commerciali, citando la fonte comedonchisciotte.org e l’autore della traduzione Bosque Primario
 
Questo articolo è stato pubblicato originalmente su  In Defence of Marxism

VENEZUELA: L’AUTORE DELL’ATTACCO GOLPISTA ALLE SEDI GOVERNATIVE È LEGATO ALLA CIA

ddd-5-8c’eran dei dubbi? AH sì certo, lottano contro un dittatore per la libertà del popolo, si si 

Attraverso un comunicato letto in diretta congiunta radiotelevisiva dal ministro per la Comunicazione e l’Informazione, Ernesto Villegas, viene segnalato che Pérez, è anche vincolato all’ex ministro venezuelano Rodriguez Torres il quale ha ammesso di aver avuto contatti con la CIA
Óscar Alberto Pérez, autore materiale dell’attacco golpista di matrice terroristica contro le sedi del Ministero del Potere Popolare per gli Interni, Giustizia e Pace, ed il Tribunale Supremo di Giustizia della Repubblica Bolivariana del Venezuela, sarebbe legato alla Central Intelligence Agency degli Stati Uniti (CIA), secondo quanto riporta l’agenzia AVN.
 
Attraverso un comunicato letto in diretta congiunta radiotelevisiva dal ministro per la Comunicazione e l’Informazione, Ernesto Villegas, viene segnalato che Pérez, è anche vincolato all’ex ministro venezuelano Rodriguez Torres il quale ha ammesso di aver avuto contatti con la CIA.
«Entrambi gli attacchi sono stati portati da un elicottero Airbus Volcom, modello 105, sigla CICP02, rubato dalla base aerea Generalísimo Francisco de Miranda, a Caracas, da un soggetto che risponde al nome di Óscar Alberto Pérez, che per commettere gli attentati si è avvalso della sua posizione di ispettore della divisione trasporto aereo del Cicpc (Corpo di Investigazioni Scientifiche Penali e Criminali)», si legge nel comunicato.
Di fronte a siffatta situazione il Governo venezuelano ha esortato i partiti politici e i settori dell’opposizione venezuelana – che negli ultimi mesi ha generato e promosso violenze che hanno provocato 74 morti – a condannare queste azioni golpiste, promosse dall’asse imperiale.
Notizia del: 28/06/2017

Italia: Sistema politico/mediatico strizza l’occhio al terrorismo venezuelano

clownLa stampa italiana, unico abbeveratoio di fugaci politici più adusi alle smorfie degli studi televisivi che alla serietà della professione scelta, si dibatte tra lo show, il ghigno e l’umorismo involontario. Sempre sulla pelle della verità -o del verosimile- e della tragedia di popoli e paesi lontani. Si tratti della Siria o più recentemente del Venezuela.
 
Maestri nell’arte dell’ambiguità e della tergiversazione, ora sono approdati all’aperto fiancheggiamento semantico del terrorismo.
 
E’ difficile capirli: se un’auto investe dei pedoni a Parigi è guidato da un terrorista; se a Caracas il pilota-pirata di un elicottero apre il fuoco, sarebbe un’altra cosa. E’ l’incomprensibilità del nuovo bizantinismo “occidentale” che sta minando la credibilità dei media e dei governi.
 
Vedere per credere. Brillante la necroscopia della logica  operata dal Corriere  (qui); oppure l’insuperabile Stampa (qui) che dice “tranquilli ragazzi, è un atto simbolico, non è morto nessuno…” Elicottero, bombe, mitragliate, erano di plastica? E i magistrati in piena sessione erano ologrammi? Del Fatto è meglio tacere.
L’ambiguo personaggio che ha lanciato granate di frammentazione e alcune sventagliate di mitragliatrice, non contro un pollaio -ma sulla Corte Suprema del Venezuela- non viene dipinto con i foschi colori qualora avesse attaccato la Corte Costituzionale  o il Consiglio superiore della Magistratura di Roma. O di Londra, Berlino, per tacere della Corte Suprema degli Stati Uniti (loro vera patria elettiva).
Si rendono conto che questo bipolare “relativismo” è un’arma a doppio filo? Indirettamente, stanno propalando che quel che è lecito a Caracas potrebbe esserlo anche a Firenze. Quel che scrivono le majors dei quotidiani della penisola è raccapricciante, trasudano un’ammirazione neppure velata per un fallimentare “eroe della cronaca” che ha ottenuto un’effimera notorietà. Gli “inviati” stanziali avranno almeno ascoltato il video del pilota dove si autodefinisce “guerrero de dios”? Dichiarazione di fede oppure una concessione ai format di moda in Medioriente?
La solerzia di codesti scrivani ricorda quella di certi avvocati d’ufficio nell’improvvisare alibi di corta durata. E’ noto che la belligeranza degli Stati Uniti terminerà solo quando si impadroneranno dei giacimenti dell’oriente venezuelano. Perchè il sistema mediatico-politico deve assecondarli anche in questa avventura criminosa? L’Europa, l’Italia, che ci guadagneranno?

L’attentatore di Manchester era vicino ai servizi segreti inglesi

L’attentatore di Manchester era vicino ai servizi segreti inglesi
Contrariamente alla stampa o ai genitori, Salman Abadi Labidi, presunto attentatore suicida di Manchester, non era un profugo, ma aveva beneficiato di uno dei tanti programmi speciali di protezione dei servizi segreti inglesi. Salman era nato da genitori libici a Manchester nel 1994. Suo padre, Ramadan Abadi, era un ufficiale dei servizi segreti libici, prima di essere reclutato dagli inglesi. La sua copertura fu bruciata accidentalmente da un parente della moglie, Samia Tabal, poco dopo il fallimento di una vasta cospirazione dell’esercito libico per uccidere Muammar Gaddafi. Quest’ennesima congiura contro Gheddafi innescò non solo una delle più grandi purghe nei servizi di sicurezza, ma la dissoluzione delle Forze Armate libiche, sostituite da ciò che Gheddafi chiamò “popolo in armi”, concetto vagamente ispirato ai sistemi svizzeri e svedesi di difesa logistica e che si rivelerà fatale nel 2011, quando la Libia fu attaccata dalla NATO. Fu il servizio segreto inglese che si occupò dell’esfiltrazione o fuga della famiglia Abadi dalla Libia. Ufficialmente, Abadi fuggì dalla dittatura di Gheddafi rifugiandosi nel Regno Unito.
Gli Abadi risiedettero prima a Londra, prima di trasferirsi nel sobborgo di Manchester dove risiedette per oltre un decennio. Come molti giovani delle periferie delle città europee, Salman crebbe senza riferimenti e mostrò particolare entusiasmo verso la cosiddetta “primavera araba” al punto di voler unirsi ai ribelli libici. Ciò naturalmente attirò subito l’attenzione dei servizi segreti inglesi responsabili della perlustrazione della periferia cercando candidati disposti a sacrificarsi in battaglia contro i nemici di Sua Maestà, in nome di Allah. L’attentatore suicida che ha colpito il concerto pop di Manchester causò 22 morti e 50 feriti, secondo un rapporto delle ultime ore. La polizia inglese rivelava rapidamente l’identità del presunto terrorista, suggerendo che non fosse solo conosciuto, ma supervisionato dagli agenti che seguivano l’ambiente da cui proveniva. Questi dettagli non sono stati trasmessi dai media europei e probabilmente non lo saranno mai. La ragione di Stato lo chiede.
Traduzione di Alessandro Lattanzio – SitoAurora
 consultare il link alla fonte in fondo per visionare le numerose foto di cui l’articolo seguente è corredato
Secondo una fonte della sicurezza, l’FBI avvertì l’MI5 che Salman Abadi pianificava un attentato in Gran Bretagna nel gennaio 2017. Pensavano che volesse assassinare un politico. L’MI5 esaminò ma non trovò niente“. Daily Mail
Sembra che Salman Abadi fosse protetto dall’MI5? In questa foto di ‘Salman Abadi’, sono stati rimossi i suoi “gestori dei servizi di sicurezza”?
Alcuna traccia di un zaino? Nell’attentato di Boston, lo zaino con una bomba che sembrava appartenesse ad un agente della polizia privata Craft.
Il capo della polizia di Manchester Michael Todd, stava conducendo un’indagine sulle attività illegale della CIA e connessi. Michael Todd fu trovato morto in circostanze misteriose.
Peter Walker sostiene che un gruppo di misteriosi uomini in abito scuro, ritenuti dei servizi di sicurezza, fu visto ai piedi di Monte Snowdon dopo che fu trovato il corpo di Todd. Un misterioso elicottero Chinook apparve al di sopra del luogo. Il capo della polizia “suicida”: Perché non ci hanno chiamato prima del salvataggio?
La versione originale di ciò che è successo a Manchester: Secondo The Times, i video CCTV mostravano Salman Abadi collocare una valigia sulla scena dell’esplosione. ‘Una madre’ ha detto che l’attentatore indossava una giacca rossa brillante. L’attentatore suicida Abadi agiva da solo e non faceva parte di un gruppo terroristico. Abadi usò una bomba artigianale. Furono trovati i “possibili residui del tronco di Abadi“, identificati dal suo bancomat.
Dopo le fughe dagli USA spuntò una seconda versione di ciò che è successo a Manchester: la bomba era in uno zaino Karimor e non in una valigia. L’attentatore aveva un vestito scuro e faceva parte di un grande gruppo. L’attentatore usò una bomba sofisticata, creata da un esperto e telecomandata. Abadi non doveva essere sulla scena del crimine. Crimine di Stato e attentato al Manchester Arena.
In una versione, Salman Abadi si dedicava a droghe, alcol e feste. In un’altra versione era un sostenitore puritano dello SIIL. Il falso di Manchester
Le immagini dei video CCTV rilasciate dalla polizia, che presumibilmente mostrano Salman Abadi da qualche parte nel mondo, il 22 maggio 2017. La polizia di Manchester si dice che sia la “banda più grande in Gran Bretagna”. I servizi di sicurezza inviarono libici da Manchester in Libia per combattere Gheddafi. Salman Abadi e suo padre aiutarono la CIA a rovesciare Gheddafi in Libia.
 
Secondo Daily Mail, lo zio dei terroristi di Boston, Ruslan Tsarnaev, era sposato con la figlia del funzionario della CIA Graham Fuller e conviveva con il funzionario della CIA.
 
L’atrocità del Manchester Arena è simile alla strage di Bologna. Secondo un documentario della BBC, i servizi di sicurezza (CIA e affini) effettuarono la strage di Bologna nell’ambito dell’operazione Gladio.
 
L’operazione CIA-Mossad Gladio-B implica l’impiego di musulmani. Operazione Gladio-B
Il padre di Salman Abadi si presume fosse in contatto con Abu Qatada, un agente dell’MI5.
Harun Rashid Asuat fu indicato quale autore degli attentati di Londra del 7 luglio. Le autorità dichiararono che telefonò a due degli attentatori del 7 luglio. Dopo che Asuat fu consegnato alla polizia inglese, Scotland Yard affermò, il 7 agosto 2005, che i detective non erano interessati a parlargli degli attentati di Londra. Secondo quanto riferito, Asuat lavorava per l’MI6. Wikipedia/Agenti del Mossad?
Anwar al-Awlaki di al-Qaida era nato negli USA. Fu cappellano presso la George Washington University, e venne reclutato dalla CIA. Il 21 ottobre 2010, Anwar al-Awlaki dial-Qaidafu invitato al Pentagono per un pranzo, dopo l’11 settembre 2001. Nel 1996 e nel 1997, al-Awlaki fu arrestato a San Diego per istigazione alla prostituzione.
 
Il presidente Mubaraq, dopo il massacro di Luxor, dichiarò: “Ci sono responsabili dei crimini condannati (in Egitto) e che vivono su suolo inglese“. Zawahiri/Agenti del Mossad?
Chi sono i responsabili del “terrorismo”? Israele è governato da terroristi? Mossad ed affini hanno sempre impiegato molti musulmani che possono essere sedotti da denaro e sesso, o intimiditi o controllati. Il Regno Unito ha più di un nemico? Quali collegamenti ha la famiglia di Salman Abadi con la CIA? Nel 1946 i terroristi ebrei tentarono di bombardare la Camera dei Comuni con un aereo. La Camera dei Comuni fu salvata quando la polizia francese scoprì che membri della banda Stern si preparavano a sorvolare il canale su un aereo con una grande bomba. BBC
Intelligence declassificata dimostra che dopo la Seconda Guerra Mondiale, la priorità principale dell’MI5 era il terrorismo dei gruppi ebraici Irgun e Banda Stern. I terroristi ebrei erano sostenuti da eminenze negli USA che vedevano la Gran Bretagna come potenza rivale. Il 22 luglio 1946, l’Irgun bombardò l’hotel King David a Gerusalemme che ospitava funzionari inglesi e la sede dell’esercito inglese in Palestina. 91 persone morirono. I sionisti amano compiere i loro attentati il 22 di ogni mese. Nel novembre 1944 la Banda Stern assassinò il ministro Lord Moyne. Nel marzo 1947, l’Irgun bombardò il Colonial Club di Londra. Nell’aprile 1947 l’Irgun mise una bomba all’ufficio coloniale di Londra. Nel giugno 1947, la Banda Stern spedì varie lettere-bomba in Gran Bretagna. Marvin Paice e Clifford Martin, due sergenti inglesi, furono impiccati dall’Irgun. A metà giugno 1946, l’Irgun bombardò cinque treni e 10 degli 11 ponti nella Palestina controllata dagli inglesi. Nell’ottobre 1946, l’Irgun bombardò l’ambasciata inglese a Roma. Tra fine 1946 e inizio 1947, l’Irgun effettuò attentati sulle strade militari inglesi nella Germania occupata. Come l’estremismo sionista divenne il peggior nemico delle spie inglesi/L’impero segreto di Calder Walton
L’esercito inglese ospitava ebrei membri dell’Irgun e della Banda Stern. MI5 e MI6 avevano ebrei sostenitori d’Israele. Lord Victor Rothschild lavorò per MI5 e MI6 e si dice avesse consegnato segreti ad Israele. Il governo inglese aveva ebrei che sostenevano Israele. Si può dire che, gradualmente, gli ebrei sionisti e i loro alleati hanno influenzato le istituzioni chiave del Regno Unito, compresi i media. Si dice che gli ebrei sionisti e i loro alleati controllino i capi islamisti. I segretari degli interni ebrei permisero a numerosi musulmani di entrare nel Regno Unito. I membri dell’IRA, come Robert Briscoe, sostenevano i terroristi ebraici.
 
 
Kennedy e Briscoe, al centro
 
Paul Cruickshank della CNN suggeriva la possibilità che l’attentato al Manchester Arena fosse un attacco False Flag. Gli attentati sotto falsa bandiera sono indagati da storici come il dottor Daniel Ganser. Daniel Ganser spiega che i governi occidentali hanno compiuto molti attentati sotto falsa bandiera. L’agente della Gladio di CIA-NATO Vincenzo Vinciguerra spiegò la “strategia della tensione” di Gladio in una testimonianza giurata, dicendo: “Devi attaccare civili, persone, donne, bambini, inermi, sconosciuti lontani da qualsiasi gioco politico… per costringere il pubblico a rivolgersi allo Stato per chiedere maggiore sicurezza. Questa è la logica politica dietro tutti i massacri e gli attentati rimasti impuniti, perché lo Stato non può condannarsi o dichiararsi responsabile di ciò che è accaduto“. Gli eserciti segreti della NATO collegati al terrorismo. Bruxelles; Mossad, CIA False Flag/ L’attentato di Berlino e la strana morte di Anis Amri / Attentato a Parigi, Psy-op di Gladio
Un ‘ufficiale dell’antiterrorismo libico’ Ahmad bin Salam, affermava che Salman Abadi telefonò alla madre e le disse “perdonami”. Salman Abadi chiamò la madre. Non dovremmo fidarci di un funzionario libico che potrebbe lavorare per la CIA. Furono CIA e Mossad a distruggere la Libia con la loro primavera araba, per far cadere Gheddafi. La famiglia di Salman Abadi lavorerebbe per la CIA e amici.
Abu Anas al-Libi di al-Qaida ha vissuto a Manchester e avrebbe lavorato per l’MI6. (L’MI6 arruolò uomini di al-Qaida) Abu Anas al-Libi ebbe asilo nel Regno Unito e la moglie era un’amica della madre di Salman Abadi. Il padre di Salman Abadi era legato ad al-Qaida. Il segretario di Stato inglese Robin Cook spiegò al parlamento del Regno Unito che al-Qaida è la CIA. Il giornale Scotland on Sunday riferì che Usama bin Ladin lavorò per la mafia ebraica. Si sostiene che Salman Abadi fosse in un appartamento a Granby House poco prima dell’attentato alla Manchester Arena. La polizia di Manchester perquisisce il centro della città. Granby House è nel Gay Village di Manchester. Il Mossad controllava Abadi attraverso un ricatto sessuale?…
L’ex-cattolica Ariana Grande è una supporter della kabbalah ebraica mentalmente controllata? Simbolismo Illuminato e Kabbalah
C’era un momento, quando avevo tre o quattro anni, in cui mia madre pensava che sarei diventata una serial killer“, aveva detto Ariana al Billboard, continuando: “Mi mettevo sempre una maschera da scheletro o da Freddy Krueger“. Daily Mail
Hashim, fratello di Salman Abadi
 
Peter Chamberlin, in Neocon – sionismo fascista, collega il potente sionista Michael Ledeen al terrorismo sotto falsa bandiera che ha colpito Europa ed USA. Il presunto attentatore del Manchester Arena, Salman Abadi, viveva vicino a numerosi libici e a certi “cristiani” che chiaramente lavoravano per la CIA. La connessione Manchester – Libia
Stephen Grey, 31enne di Manchester che prestò servizio nella Royal Air Force e cercò di recarsi in Siria per combattere con lo SIIL, sarebbe controllato dalla CIA.
 
Il rapper Raphael Hostey, 22 anni, di Manchester, si è unito allo SIIL. Reti dei combattenti dello SIIL e delle spose della jihad attive a Manchester.
 
Il padre di Salman Abadi, Ramadan Abadi, sarebbe stato un membro del gruppo combattente islamico libico (LIFG) di Abdalhaqim Bilhadj. Abdalhaqim Bilhadj lavorò per Stati Uniti e NATO nel rovesciare Gheddafi. Il gruppo combattente islamico libico (LIFG) ha una grande presenza a Manchester. Il LIFG è ora collegato all’attentato del Manchester Arena. LIFG lavora per la CIA e i suoi amici. Il governo inglese protegge i terroristi di Manchester. Gli investigatori hanno collegato il presunto attentatore del Manchester Arena Salman Abadi agli attentati di Mossad-CIA a Parigi nel 2015 e a Bruxelles nel 2016.
 
Muhamad Abrini, l’uomo col cappello, collegato agli attentati a Parigi e Bruxelles, è noto per aver visitato Manchester nel 2015. Zaqaria Bufasil avrebbe lavorato per l’MI5. Bufasil finanziò Muhamad Abrini coinvolto negli attentati di Parigi del novembre 2015 e di Bruxelles del 2016. Bufasil gli diede 3000 sterline nel parco Small Heath di Birmingham nel luglio 2015. Bufasil, 26 anni, affermò di essere stato avvicinato dall’MI5, di aver avuto diversi incontri con agenti dell’MI5 e di essere stato pagato dall’MI5. “Le sue affermazioni possono ora essere pubblicate dopo che l’ordine che vieta la menzione dei suoi presunti legami con i servizi di sicurezza è stato revocato dal Kingston Crown Court“. Daily Mail
Perché la famiglia di Salman ha ricevuto asilo nel Regno Unito quando era nota ai servizi di sicurezza. Perché Salman poté viaggiare liberamente tra Libia e Regno Unito? Si può supporre che Salman e famiglia lavorassero per i servizi di sicurezza? Le autorità dissero alla ABC News di aver trovato una sorta di laboratorio per bombe a casa di Salman Abadi e che aveva accumulato abbastanza sostanze chimiche per farne altre. Tuttavia, secondo la polizia inglese, “alcuna apparecchiatura per bombe fu trovata in casa di Salman Abadi”. Daily Mail
Negli attentati ai treni di Londra, gli esplosivi furono collocati sotto i vagoni ferroviari, presumibilmente dai servizi di sicurezza. Un testimone disse che nel suo vagone non c’era nessun musulmano e alcun zaino da dove far uscire una bomba. Bombe a Londra. La bomba del Manchester Arena aveva un sofisticato detonatore telefonico a distanza. Daily Mail. Forse fu fatta esplodere da un agente dei servizi di sicurezza, a qualche distanza.
 
Salman Abadi (terzo da sinistra) e Bilal Ahmad (secondo da sinistra). Salman Abadi frequentava Bilal Ahmad, che ora sconta nove anni di prigione per violenze di gruppo a una studentessa di 16 anni. (Daily Mail) Molti musulmani inglesi lavorano nello spaccio di droga, o per le reti degli abusi ai bambini o per i servizi di sicurezza. Abusi ai bambini di Rotherham – il quadro.
La madre di Salman Abadi, Samia, è una scienziata nucleare con presunti collegamenti con i servizi di sicurezza. Un compagno di classe di Salman Abadi alle superiori, ha detto al MailOnline che Salman Abadi non aveva mai mostrato interesse per la religione. “Era solo un ragazzo normale, che non si era mai distinto”, aveva detto. Un amico disse: “Non ha mostrato alcun segno di radicalismo“. Debbie Smith, 53enne chef che vive di fronte agli Abadi, dichiarava: “Non abbiamo mai avuto problemi con la famiglia. Sembravano abbastanza occidentali, indossavano vestiti occidentali. Le donne non indossavano il velo. Daily Mail. Se Salman Abadi lavorava per lo SIIL, allora lavorava per la CIA, e probabilmente era mentalmente controllato.
 
Joe Dixon, dello SIIL, è di Chatham, Kent. (Daily Mail) Sembra essere stato controllato dai servizi di sicurezza.
 
Max von Oppenheim della famiglia bancaria ebraica, aveva un piano per incoraggiare la violenza religiosa in vari Paesi. Descrisse l’Islam come “una delle nostre armi più importanti”. I mullah furono corrotti con grandi somme di denaro per fargli sostenere la jihad. Max von Oppenheim
 
Negli attentati false flag, i veri testimoni descrivono spesso il presunto aggressore come “normale”, ma i testimoni falsi descrivono il presunto attentatore come “non normale”. Un presunto vicino disse della famiglia di Salman Abadi: “La famiglia è super religiosa… la madre è sempre rimasta in casa e ogni volta che l’ho vista portava il velo”. Daily Mail. Il padre di Salman Abadi, Ramadan Abadi, è un ufficiale di sicurezza dell’aeroporto che si pensa abbia lavorato nell’aeroporto di Manchester. La bomba utilizzata nell’attentato era “grande e sofisticata” creata con materiali non disponibili in Gran Bretagna. Una bomba della CIA o del Mossad? Daily Mail
La prima ministra inglese Theresa May è fortemente pro-sionista. “L’unico modo per combattere una guerra morale è quello ebraico: distruggere i loro siti sacri: uccidere uomini, donne e bambini“, scriveva il rabbino Manis Friedman. Chabad rabbi: gli ebrei dovrebbero uccidere uomini, donne e bambini arabi durante la guerra – Israele News/Haaretz
La polizia ha collegato Salman Abadi all’attentato di Manchester “attraverso un bancomat  trovatogli in tasca”. Ecco cose se ne sa. Negli attentati sotto falsa bandiera, i servizi di sicurezza ‘piazzerebbero’ prove false. I ‘sospetti’ dirottatori dell’11 settembre vivi e vegeti / 11 settembre, i passaporti furono rilasciati dalla CIA
Secondo la NBC News, citando funzionari dell’intelligence degli Stati Uniti, “Abadi si recò in più Paesi, come la Libia, nell’ultimo anno, per addestrarsi con il gruppo terroristico al-Qaida. Va ricordato che la CIA e amici hanno creatoal-Qaidae SIIL.
Gli attentati del 1996 a Manchester. Nel 1973, l’intelligence inglese (MI5 e MI6) infiltrò completamente l’IRA. (Dailymail). Si ritiene che gli agenti dei servizi di sicurezza effettuarono l’attentato del 1996 a Manchester per screditare il movimento repubblicano e spaventare la gente facendole votare la ricca élite. L’MI5 bombardò Londra nel 1973?
Salman Abadi studiava presso l’Università Salford di Manchester. “Gli amici lo ricordano come un buon calciatore, appassionato tifoso del Manchester United e dedito alle canne“. Attentato a Manchester. Si crede che vivesse in Libia.
 
Perché i servizi di sicurezza avrebbero ucciso Saffie Rose Roussos al Manchester Arena?
 
 
Sir Peter Hayman fu il vicecapo dell’MI6. La polizia ha trovato diari in cui Sir Peter Hayman aveva registrato le sue esperienze sessuali con bambini. La polizia aveva anche trovato le lettere ai suoi compari degli abusi. Due riguardavano torture sessuali e infanticidio. Come le dirigenze nascondono i mostri.
Possiamo fidarci dei militari inglesi? Lord Bramall
Da bambino, Paul Bonacci fu rapito dai servizi di sicurezza degli Stati Uniti e costretto a guardare abusi sessuali, torture e omicidi rituali di bambini. Bambini controllati dalle spie/Torture di bambini nelle forze armate statunitensi
Il 22enne Salman Abadi sarebbe il presunto attentatore al Manchester Arena. I genitori di Salman si trasferirono dalla Libia a Londra perché volevano sfuggire al regime di Gheddafi. Salman era nato a Manchester nel 1994. Vi sono notizie che Salman e i genitori fossero tornati in Libia. Salman Abadi
Come nella maggior parte degli attentati false flag, il presunto attentatore suicida “era noto ai servizi di sicurezza“. Lo stragista era  controllato dai servizi di sicurezza? SIIL.
 
 
La prima vittima dell’attentato di Manchester, Georgina Callander, qui fotografata con Ariana Grande due anni prima.
 
Il 22 maggio 2017 c’è stato un altro attentato sotto falsa bandiera nell’Arena di Manchester, dove Ariana Grande cantava.
 
Come accade nelle false flag, i servizi di sicurezza avevano svolto un’esercitazione:
 
Ariana Grande sembra essere controllata dall’élite. Il suo direttore è Scooter Braun.
 
Prima dell’attentato, un account Twitter non verificato pubblicava un tweets con bandiere dello SIIL dagli hashtags #IslamicState e #Manchesterarena. DailyMail
Lo SIIL è controllato dai servizi di sicurezza occidentali. Trump e SIIL
Rita Katz twitta che probabilmente è opera dello SIIL.
Andy Burnham è il neosindaco di Manchester. Burnham ha compiuto l’ultimo viaggio in Israele, sponsorizzato dagli Amici laburisti d’Israele. Manchester ha una grande popolazione ebraica.
 
Dopo l’attentato, si vedono persone fuggire nel panico. Il 22 maggio 2013, Lee Rigby fu ucciso a Woolwich, Londra. Il 22 marzo 2017, un attentato si è ebbe sul Westminster Bridge. (Woolwich False Flag/London Attack False FlagParte 1 e Parte 2
Lo scopo delle operazioni di Gladio, come quello di Manchester, è spaventare la gente e farla votare per i politici dello Stato profondo. Operazione Gladio/Bruxelles; Mossad CIA False Flag Inside Jobs
L’attentato di Manchester potrebbe preparare Theresa May ad invadere la Siria.
 
 
Ex-Assistant Chief Constable di Manchester, Rebekah Sutcliffe. Poliziotta scioccata dal ‘boobgate’. Dovremmo fidarci della polizia di Manchester?
Traduzione di Alessandro Lattanzio – SitoAurora
maggio 23, 2017  Aanirfan

La Cina smantella le operazioni della CIA

The-Great-Hack-WebIl New York Times conferma che tra il 2010 e il 2012 la Cina ha smantellato un’operazione spionistica della CIA in Cina, imprigionando e giustiziando varie spie.
Il New York Times, basandosi su 10 agenti della CIA, afferma che tra il 2010 e il 2012 la Cina ha smantellato l’intera operazione della CIA in Cina, arrestando ed eliminando 20 spie. Sembra che in un caso i cinesi giustiziassero una delle spie catturate nel cortile di un edificio pubblico davanti ai colleghi con cui lavorava, per avvertirli dei rischi dello spionaggio per la CIA. Sembra che sia stata la peggiore disfatta che la CIA abbia subito dalla fine della guerra fredda e finora gli agenti sono divisi sulle cause, con alcuni che accusano una talpa (i loro sospetti puntano su un individuo che ora vivrebbe in un Paese asiatico) mentre altri accusano la gestione dei responsabili della CIA a Pechino. Indipendentemente dal fatto che l’episodio causi recriminazioni nella comunità d’intelligence degli Stati Uniti ancora oggi, e mettendo da parte la questione di come la Cina abbia scoperto e distrutto questa rete spionistica, vi sono numerosi spunti da questo episodio.
Il primo è che, sebbene il New York Times affermi che nel 2013 la Cina avrebbe perduto la capacità d’individuare le spie statunitensi, la sconfitta sembra così devastante che è improbabile che l’operazione della CIA in Cina sia stata riportata ai livelli di prima del 2010.
Il secondo è che, anche se i cinesi hanno agito decisamente e spietatamente per distruggere la rete della CIA, hanno agito anche discretamente. Contrariamente a quanto si sa della vicenda e del totale silenzio della Cina, vi è l’enorme sconcerto negli Stati Uniti sui cosiddetti “illegali russi”, arrestati dall’FBI nello stesso periodo.
Contrariamente a certe rivendicazioni, gli “illegali” non erano spie ma agenti che l’intelligence russa cercò d’insediare negli Stati Uniti per sostenere future operazioni di spionaggio. Poiché nessuno di loro era effettivamente una spia, le accuse furono relativamente minori e furono tutti subito deportati in Russia, venendo scambiati con vere spie statunitensi che la Russia aveva arrestato. Malgrado nessuno degli “illegali” fosse una spia, la vicenda dominò l’informazione per diversi giorni con una delle arrestate, Anna Chapman, corriere dell’intelligence non ‘illegale’, diventata star dei media notturni. Il contrasto tra la pubblicità degli Stati Uniti sullo smascheramento di questa rete e il silenzio della Cina sui passi assai più drastici presi nello stesso periodo, eliminando ciò che era chiaramente una rete spionistica, colpisce. Bisogna chiedersi se la pubblicità straordinaria che gli Stati Uniti diedero allo smascheramento dei “illegali” russi fosse una forma di compensazione psicologica per l’enorme sconfitta in Cina.
Il terzo punto segue il secondo, uno dei motivi per cui i cinesi, e anche gli USA, mantennero segreto questo affare fu evitare l’enorme danno che avrebbero subito le relazioni tra Stati Uniti e Cina se ciò diveniva pubblico. È facile vedere come la rivelazione della portata dello spionaggio statunitense in Cina sarebbe stato uno shock per il popolo cinese e la sua leadership ovviamente decise di non avvelenare ulteriormente le relazioni della Cina con gli Stati Uniti pubblicizzando la cosa.
 
Il quarto punto è che malgrado la preoccupazione cinese, la dimensione dell’operazione spionistica statunitense in Cina e la feroce reazione alla scoperta dimostrano che i due Paesi, per quanti convenevoli si scambino, sono rivali e avversari, non “partner” o amici.
 
Il quinto punto è che i cinesi reagiscono chiaramente molto più spietatamente alla scoperta di spie dei russi. Nei lunghi anni della guerra fredda tra USA e URSS, e dalla fine della guerra fredda tra Stati Uniti e Russia, si sviluppò una serie chiara di regole. Le spie che lavorano per un Paese, quando catturate dall’altro Paese, salvo circostanze estreme, non venivano più giustiziate, anche se al momento nell’URSS vi era ancora la pena di morte. Invece si trovavano in carcere fino ad essere scambiate. Chiaramente non è così tra Stati Uniti e Cina.
 
Il sesto punto è che questo episodio evidenzia ancora una volta l’importanza dello spionaggio, cioè dell’”intelligence umana” nel gioco dell’intelligence. Con tutta l’ampia macchina dell’intelligence elettronico di cui sentiamo così tanto parlare, la spiccata vecchia tradizione ha ancora un suo posto, e gli Stati Uniti, insieme alle altre grandi potenze, non fanno eccezione.
 
Il settimo e ultimo punto è che la fuga su questa storia al New York Times viene ufficialmente sancita, presumibilmente dal nuovo capo della CIA Mike Pompeo, e ci si deve chiedere perché. Può darsi che lui e Trump abbiano deciso di evidenziare la grande sconfitta dell’intelligence che gli Stati Uniti subirono durante l’amministrazione Obama, inviando un messaggio a chi orchestra l’affare Russiagate? Se è così, la fuga di questa storia potrebbe essere il primo passo del contrattacco del presidente Trump, con forse altre rivelazioni come questa.
 
Anna Chapman
Alexander Mercouris, The Duran 21/5/2017
Traduzione di Alessandro Lattanzio – SitoAurora

Assassinato il giornalista che indagava sul legame vaccini-autismo

DAN OLMSTEDL’icona di Hollywood Robert De Niro si schiera con Trump dopo che la CIA uccide il giornalista investigativo Esperto di autismo. Robert F. Kennedy Jr. e Robert De Niro offrono $ 100.000 a chiunque possa fornire la prova che i vaccini sono sicuri. (World Project Mercury)
SORPRENDENTE RELAZIONE DEL MINISTERO DELLA SANITÀ
Una sorprendente Relazione del Ministero della Sanità (MoH) afferma che il grande attore Robert De Niro, si è infuriato dopo che il 23 gennaio è sorto il sospetto di omicidio per mano della Central Intelligence Agency (CIA) del grande giornalista investigativo sull’autismo Dan Olmsted. De Niro si è schierato al fianco del presidente Donald Trump e si è unito alla scelta del Presidente di impostare una nuova “Commissione per la sicurezza dei vaccini”, unendosi a Robert F. Kennedy Jr. all’offerta di $ 100.000 a chiunque possa dimostrare la sicurezza dei vaccini.
 
NOMINA DI ROBERT F. KENNEDY A PRESIDENT DEL GOLDEN VACCINE SAFETY TASK FORCE
Secondo questo rapporto, appena due settimane prima del giuramento, il Presidente eletto Trump ha sconvolto l’intero media mainstream degli Stati Uniti con un assalto diretto sul collegamento della congiura vaccino-autismo. Lo ha fatto nominando Robert F. Kennedy Jr, figlio e nipote dei leader americani assassinati Robert F. Kennedy Sr. e il presidente John F. Kennedy, a presidente del Golden Vaccine Safety Task Force. Kennedy era già stato oltraggiato da questi media di propaganda delle elite dopo la pubblicazione di un manifesto intitolato Mercury & Vaccines, che collega i vaccini per l’infanzia con l’autismo.
 
PROGRAMMA DI INCONTRO PeR IL 24 GENNAIO ALLA CASA BIANCA
Dopo il giuramento ufficiale, Robert F. Kennedy Jr. aveva programmato un incontro per il 24 gennaio alla Casa Bianca, dove aveva intenzione di introdurre Dan Olmsted al Presidente Trump. Da reporter investigativo della United Press International (UPI), Olmsted ha denunciato pubblicamente il massiccio insabbiamento della US Army sull’inventato farmaco antimalaria Lariam che ha, letteralmente, fatto perdere la mente agli utilizzatori per trasformarsi in un devastante omicidio.
COPERTURA DELL’ESERCITO USA SUL FARMACO ASSASSINO LARIAM
 
A seguito della denuncia di Dan Olmsted si è appresa l’enorme copertura fatta dall’esercito degli Stati Uniti sul farmaco assassino anti-malaria Lariam. Olmsted ha utilizzato le sue conoscenze nel campo dei farmaci per denunciare la misteriosa ascesa di una nuova malattia infantile del 20° secolo chiamata autismo, e che nel suo articolo ha scritto:
“Dove sono gli autistici tra gli Amish? Qui nella contea di Lancaster, cuore della Pennsylvania olandese, ci dovrebbero essere ben più di 100 casi con una qualche forma di disturbo. Sono venuto qui a trovarli, ma finora la mia missione è fallita, e in pochissimi fanno domande interessanti o esprimono punti di vista sull’autismo.
AUTISMO MALATTIA IN GIRO DA MILLENNI
Il consenso scientifico tradizionale dice che l’autismo è una malattia genetica complessa, che è in giro da millenni più o meno con la stessa diffusione. Che la prevalenza è ormai considerata 1 ogni 166 bambini nati negli Stati Uniti. Applicando tale modello nella contea di Lancaster, ci dovrebbero essere più di 130 uomini Amish, donne e bambini con lo spettro di questo disturbo autistico. Ben oltre 100, in termini grezzi.
 
RICERCA TRA GLI AMISH
Ciò significa che almeno 50 persone Amish di tutte le età che vivono nella contea di Lancaster devono manifestare la completa sindrome di autismo, il classico autismo descritto nel 1943 dallo psichiatra infantile Leo Kanner alla Johns Hopkins University.
 
Il disturbo completo-sindrome è difficile da evitare, caratterizzato nello sviluppo marcatamente anormale o nella compromissione dell’interazione sociale e della comunicazione in un repertorio marcatamente ristretto di attività e interessi, secondo il Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali. Perché preoccuparsi di cercarli tra gli Amish? Perché potrebbero contenere indizi per la causa dell’autismo.
 
GLI ARTICOLI DI DAN OLMSTED SULL’AUTISMO SONO TRA I PIÙ TEMUTI IN USA
Importante notare negli articoli del ricercatore Dan Olmsted sull’autismo, dice il rapporto, è che sono alcuni dei più temuti negli Stati Uniti, tanto che l’ex premio Emmy vinto dal giornalista-produttore, Sharyl Attkisson della CBS New, con il quale Olmsted aveva lavorato in un programma televisivo di denuncia sulla copertura dell’esercito USA per il Lariam, lo ha personalmente archiviato. Quando Attkisson chiese ai funzionari dei Centers for Disease Control (CDC) sulla mancanza di autismo tra i vaccinati Amish, affermarono scandalosamente che è dovuto al fatto che questi agricoltori religiosi non usano l’elettricità. Gli articoli investigativi di Dan Olmsted pubblicati da UPI sull’autismo, sono così temuti che Sharyl Attkisson ha dovuto archiviarli su un server fuori dagli USA nel regno dell’Isola di Tonga.
AVVERTIMENTI E MINACCE PRIMA DELL’ASSASSINIO VERO E PROPRIO
Non solo temevano entrambi gli articoli di Dan Olmsted sull’autismo, continua il rapporto, ma, anche, la sua stessa persona, come evidenziato da poche settimane prima della sua morte, ha iniziato a ricevere avvertimenti anonimi che minacciano la sua vita se avesse avuto il coraggio di incontrare il presidente Trump. Subito dopo è seguita la misteriosa morte dell’ ex-marito di sua sorella e, il giorno prima di incontrare Trump, come se sapesse ciò che stava per accadere, ha cripticamente scritto il suo proprio messaggio di morte, finendo con queste parole: “Un PS per il 2017. Se dici quello che pensi e mantieni la tua posizione potrà accadere che anche il presidente degli Stati Uniti arriverà ad essere concorde”.
IL GIORNO PRIMA DELL’INCONTRO CON TRUMP OLMSTED È STATO TROVATO MORTO NELLA SUA CASA
Purtroppo, però, scrive il rapporto nel triste documento, il giorno prima della riunione dove si dovevano presentate le prove sul collegamento vaccini-autismo al presidente Trump, Dan Olmsted è stato trovato morto nella sua casa di Falls Church, in Virginia.
I funzionari dichiarano che la sua morte dipende da cause naturali, senza fare nessuna autopsia. Hanno poi cremato il suo corpo entro 7 ore, e non una sola testata giornalistica dei media mainstream americani si sono preoccupati di scrivere una sola riga sulla sua straordinaria carriera al servizio del genere umano e delle migliaia di vite che ha salvato.Bimbi-autistici-dopo-un-vaccino
FORTI LEGAMI DELLA CIA CON BIG PHARMA
Dan Olmsted, possa il Signore concederti la pace in cielo, cosa che ti ha negato questo mondo!
 
Questo rapporto si conclude con un addendum del Servizi Segreto Estero (SVR) che suggerisce e allude che la morte di Dan Olmstead è direttamente legata alla CIA a causa del legame tra questa agenzia di spionaggio e le aziende di Big Pharma su cui il giornalista stava indagando prima della sua morte, al fine di dimostrare che l’autismo era solo la punta dell’iceberg di una cospirazione di massa per controllare la mente e i corpi delle persone, mediante farmaci al fine di mantenerli docili, o come il farmaco Lariam ha fatto, rendoli assassini.
DOCUMENTO (Sintesi, titolo e sottotitoli di Valdo Vaccaro)

Una ONG di medici svedesi conferma che i filmati dei bambini siriani pubblicati dai Caschi Bianchi sono Fake News. Manipolazioni jihadiste con timbro hollywoodista

l’articolo contiene numerose foto e video visionabili al link alla fonte sotto indicato

Un autorevole medico svedese, fondatore di una ONG per i diritti umani, analizza il caso di due filmati diffusi dai “Caschi Bianchi” operanti in Siria, secondo i quali il governo Siriano farebbe uso di gas di cloro sui bambini. Questi filmati sono stati Isis flag white helmetsusati per suscitare una reazione emotiva sia del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, sia dell’opinione pubblica americana. Le due conclusioni a cui arriva sono gravissime: la prima è che il video è stato, se non realizzato, perlomeno distribuito in concerto con un’organizzazione fondamentalista islamica che fa capo ad Al-Qa’ida. La seconda, che i filmati mostrano di essere evidentemente fasulli, dato che le procedure mediche che vi si vedono sono inappropriate e i sintomi dei bambini che vi appaiono non sono compatibili con l’intossicamento da gas di cloro. *
i Marcello Ferrada de Noli
Presidente di SWEDHR – Dottori svedesi per i diritti umani, marzo 2017
 
Introduzione
Questo articolo riporta le evidenze aggiornate che ho ottenuto da un ulteriore esame dei video pubblicati dai Caschi Bianchi, e che vogliono rappresentare le conseguenze di un presunto attacco con gas a Sarmine, nel marzo 2015 (si veda il mio primo rapporto del 6 marzo 2017) [1].
Il video rappresenta uno scenario di salvataggio medico focalizzato sulle procedure “di salvataggio” eseguite su bambini.
 
I nuovi elementi trovati, confermati anche da seconde opinioni ottenute da specialisti medici e membri dei Dottori svedesi per i diritti umani (SWEDHR) il 12 marzo 2017,
 
a) dimostrano che le principali procedure “salvavita” eseguite sui bambini mostrati nel secondo video della sequenza erano fasulle, in particolare, nessuna sostanza (per esempio adrenalina) è stata iniettata nel bambino quando un “medico” ha introdotto l’ago della siringa durante una manovra simulata di iniezione intracardiaca (vedere il video sotto);
 
b) potrebbe confermare l’ipotesi citata dai dottori nel precedente rapporto, secondo cui il bambino in questione “se non già morto, potrebbe essere morto successivamente alla procedura dell’iniezione”.
I tre bambini sottoposti a “terapie salvavita” nel secondo video sono poi effettivamente morti, e la causa della morte – che secondo il video dei Caschi Bianchi sarebbe da attribuire ai gas di cloro – è stata messa in dubbio da altre opinioni mediche indipendenti dagli accertamenti dei dottori svedesi menzionati nel rapporto di SWEDHR. Per esempio, secondo l’opinione di un medico britannico, lo stato di salute del bambino in questione potrebbe essere invece attribuito ad una overdose, probabilmente di oppiacei.
I risultati di questi rapporti fanno insorgere seri dubbi sull’integrità etica dell’organizzazione dei Caschi Bianchi, sulle procedure anti-mediche che consigliano nei loro video, e sul comportamento da criminali di guerra rappresentato dall’uso improprio di bambini morti a fini di propaganda.
I video dei Caschi Bianchi
I video dei Caschi Bianchi qui analizzati risalgono a due caricamenti consecutivi fatti il 16 marzo 2017 dalla “Difesa Civile Siriana nella Provincia di Idlib” (l’autodescrizione data dai Caschi Bianchi di se stessi) [2]. che qui chiameremo rispettivamente “CB video1” e “CB video2” [3][4]. La produzione di questi video è stata utilizzata dai Caschi Bianchi e dai “ribelli moderati” per promuovere la “loro” campagna in favore di una No-Fly Zone in Siria. Di fatto, la campagna ha avuto origine dalla dottrina di Hillary Clinton, come su può vedere nel video caricato sul canale di The Indicter [5].
Nel frattempo il Senatore McCain, i Caschi Bianchi, il Fronte Al-Nusra e altre organizzazioni jihadiste sostenute dalla CIA facevano intensa propaganda per una No-Fly Zone in Siria. I video avevano lo scopo di rappresentare gli effetti di un presunto attacco con gas a Sarmin, attribuito al governo Siriano. Non è stata mai prodotta alcuna prova riguardo gli attacchi, a parte due testimoni “anonimi” che sostenevano di aver udito un elicottero (“udito”, non “visto”).
Una delle fonti anonime è poi risultata essere un dipendente dei Caschi Bianchi [1].
I video di “salvataggio”, il cui contenuto non è mai stato analizzato o verificato, sono stati in seguito mostrati al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite il 16 aprile 2015. Dopo il meeting, l’ambasciatore USA Samantha Powers ha dichiarato che “tutti nella stanza avevano le lacrime agli occhi. Se c’era qualcuno con gli occhi asciutti, io non l’ho visto” [6].
La Reuters aveva dato notizia dell’evento (vedere qui sotto).
In seguito, solo quattro giorni dopo, il 20 aprile 2015, la CNN mandò in onda un programma di attualità che riproduceva frammenti presi direttamente dagli stessi video, e fece propaganda in favore della No-Fly Zone per conto dei “medici siriani”. Il programma venne caricato su YouTube dalla CNN il 20 aprile 2015 [7]. Il presentatore della CNN presentò “i medici siriani” che chiedevano l’istituzione della No-Fly Zone.
Un fatto sconcertante, e politicamente rilevante, riguardo questi video mostrati al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite – e poi riprodotti dalla CNN – è che questi video erano stati simultaneamente pubblicati su YouTube, lo stesso 16 marzo 2015, da un’organizzazione che mostrava un logo con la bandiera jihadista Shahada che viene usata da Al-Qa’ida. Secondo informazioni che ho ricevuto da giornalisti europei con contatti interni alla Siria le origini di “Coordinating Sarmin” (تنسيقية سرمين), l’organizzazione che sta dietro ai video pubblicati da loro e, in maniera apparentemente coordinata, dai Caschi Bianchi, sono da ricercarsi nelle prime formazioni di Al-Qa’ida. Le bandiere e i simboli mostrati nella sequenza di immagini qui sotto ne è la prova.
 
La bandiera di Al-Qa’ida [8]
 
Sopra e sotto: Bandiere del Fronte Al-Nusra[9]
 
Bandiera di Al-Nusra, foto scattata in Siria [10]
Si osservi la bandiera nel logo di “Coordinating Sarmin”, che ha caricato il video contemporaneamente ai Caschi Bianchi il 16 marzo 2015. [11]
Si osservi che la data di upload dei video sopra è esattamente la stessa di quella dei Caschi Bianchi. Stesso video, stessa pubblicazione, una sola organizzazione?
La messa in onda di questi video di Al-Qa’ida/Caschi Bianchi da parte della CNN, camuffati come “normali notizie”, è un avvenimento che dovrebbe essere investigato alla luce del contenuto ingannatore della loro presentazione. È difficile trovare un caso più evidente di “fake news” riguardante la disinformazione sul conflitto siriano.
Va rimarcato che nessun funzionario delle Nazioni Unite, nessun giornalista della CNN, ecc. ha mai messo in dubbio la veridicità e l’autenticità di queste scene di “terapie salvavita”. Per esempio, a quanto mi risulta, questa nostra è la prima analisi compiuta  sull’episodio della siringa nei termini che descriverò qui sotto.
I risultati dell’analisi, poi confermati da due dottori svedesi – un medico di base e un pediatra – dimostrano che il contenuto della siringa non è mai stato iniettato nell’ago infilato nel torace del bambino. Una spiegazione alternativa, ugualmente strana, è che al bambino sia stato iniettato il contenuto di una siringa vuota.
Analisi dei fotogrammi del CB video2
Procedura:
Tra il 9 e il 10 marzo ho studiato il video facendolo andare a velocità ridotta.
Dopo averne scelto una porzione, l’ho studiata un fotogramma alla volta. Ho fatto delle istantanee dei fotogrammi rilevanti, indicando la posizione cronologica nel video per permettere la visualizzazione della sequenza completa.
L’11 marzo, ho prodotto una sequenza video rallentata al 27%, e l’ho mandata con un link agli stessi dottori, colleghi del SWEDHR, che avevano esaminato il primo materiale [pubblicato da The Indicter il 6 marzo]:  il dottor Leif Elinder e la dottoressa Lena Oske.
Il video mostrava l’intero episodio della siringa.
Il 12 marzo, ho ricevuto dai miei colleghi la risposta, che allego nella sezione IV qui sotto. Inoltre il dottor Martin Gelin – un altro membro anziano del SWEDHR – ha fatto altre osservazioni riguardo la posizione del laringoscopio sul polso/mano del bambino.
Lo stesso giorno ho sintetizzato i risultati e ho pubblicato una sintesi  dei risultati sul canale di The Indicter [12].
Le immagini sotto mostrano una selezione dei fotogrammi tra il minuto 01:09 e il minuto 01:41
01:09
01:14
01:15
01:17
01:41
IV
Seconde Opinioni
Dottor Leif Elinder, specialista in pediatria [13]
“L’ago andrebbe inserito nell’angolo sinistro costolosternale, aspirando mentre si inserisce finché non viene raggiunta la camera ventricolare, dove l’adrenalina viene iniettata. Il video non mostra che questo sia stato fatto”.
Dottoressa Lena Oske, dottore in medicina, medico di base, Primario [14]
“Si vede chiaramente che il dottore che si vede operare l'”iniezione” non inietta nulla. Quando rimuove l’ago dal bambino, il livello del liquido dentro la siringa è rimasto lo stesso di quando l’ago veniva inserito”.
Dottor Martin Gelin, specialista in chirurgia dentale, progettista di diversi strumenti per la medicina e la chirurgia [15]
“Il laringoscopio mostrato nel video, posizionato sulla mano/polso sinistro del bambino, è a mio parere uno strumento per adulti. Naturalmente si tratta solo di una stima basata sulla dimensione dello strumento a paragone della lunghezza del braccio e della mano del bambino. Ma la lama è ricurva! I laringoscopi per bambini piccoli hanno una lama piatta (o meno curva), e più piccola.”
V
Conclusioni
Le procedure “salvavita” eseguite sul bambini mostrate dai video dei Caschi Bianchi si sono rivelate fasulle, e in definitiva eseguite su bambini morti.
La siringa utilizzate nell'”iniezione intracardiaca” effettuata su un bambino maschio era vuota, oppure il fluido non è mai stato iniettato nel bambino.
Lo stesso bambino mostrava, per poco tempo, alcuni segni di vita (incerti a mio giudizio) nel primo segmento del CB video1. In questo caso, il bambino potrebbe essere morto durante il periodo in cui le procedure “salvavita” mostrate dai Caschi Bianchi venivano mostrate. (Il che non è lo stesso che affermare che il personale visto nei video abbia causato la morte del bambino. In termini forensi, la reale causa di morte, così come le modalità e gli intenti, si riferiscono a elementi diversi rispetto a quelli trattati nella nostra analisi).
Commenti esterni riguardo la probabile diagnosi
Ho ricevuto un riscontro via mail da parte di un dottore britannico. Non pubblico il suo nome e la sua specialità (non è pediatria) per evitarne l’identificazione, dal momento che mi ha espressamente chiesto di rimanere anonimo, per ragioni a me comprensibili.
Il dottore britannico ipotizza quanto segue:
“Penso che anche da un video così corto, possiamo vedere che questo bambino ha un livello ridotto di coscienza: non vocalizza, non apre gli occhi, e i suoi soli movimenti sono quelli di girare la testa da una parte e aprire la bocca prima di smettere completamente di respirare. Questa sembra una depressione respiratoria, più che un problema ai polmoni, e sembra essere troppo addormentato per respirare. Penso che la diagnosi più probabile sia un’overdose che ha causato un livello ridotto di coscienza e una depressione respiratoria. Gli oppiacei sono le sostanze maggiormente compatibili con i sintomi. I gas di cloro causano ferite acute da inalazione, ma non causano (mai riscontrato da nessuna mia fonte) un livello ridotto di coscienza: la vittima si sforza di respirare fino alla fine”[16].
Nota dell’editore: Questo articolo è stato aggiornato il 18 marzo 2017. Le opinioni mediche sono benvenute nella discussione, così come le repliche o le confutazioni delle conclusioni qui sopra. Scrivere alla mail editors@theindicter.com
Note e riferimenti
[2] Vedere info. in Vanessa Beeley’s Twitter, 6 ottobre 2016. Inoltre su V. Beeley riferirsi a Syrian Civil Defence, in questo articolo.
[3] Carivato dai Caschi Bianchi col nome di “Difesa Civile siriana della provincia di Idlib”, ” الدفاع المدني ادلب_سرمين:محاولة لأنقاذ الأطفال بعد اصابتهم بالغاز الكيماوي 26_3_2015“. YouTube video pubblicato il 16 Marzo 2015”.
[4] Caricato dai Caschi Bianchi col nome di “Difesa Civile siriana della provincia di Idlib”,
[6] Nick Logan, “Funzionari delle Nazioni Unite piangono guardando il video di un presunto attacco con gas di cloro in Siria”. Global News, 17 aprile 2017.
[7] CNN, “Chlorine gas attack reported in Syria“. CNN Channel, YouTube, 20 aprile 2015.
[8] “Riconosci le bandiere del terrore”. The Muslim Issue, WordPress blog. 28 settembre 2013.
[9] Immagine trovata in “Pinterest”.
[10] Jenna McLaughlin, “Smettetela di fare confusione tra le bandiere islamiche: una guida per giornalisti pigri“. Mother Jones, 16 dicembre 2014. L’autore cita: “Stendardi neri appariranno dall’Est e vi uccideranno come mai nessuna nazione ha ucciso prima”. Molte bandiere islamiche – soprattutto quelle dei movimenti militanti – sono nere in riferimento a questa citazione.
[11] Caricato il 16marzo 2017, su https://www.youtube.com/watch?v=Gx2h3_jXGzc minuti 0:01 / 0:35
[12] “Il video dei caschi bianche con finte procedure salva vita ha ingannato il consiglio di sicurezza“. Pubblicato da The Indicter Channel, YouTube, 12 marzo 2017.
[13] Risposta via mail del dottor Leif Elinder, 12 marzo 2017.
[14] Risposta via mail della dottoressa Lena Oske, 12 marzo 2017.
[15] Risposta via mail del dottor Martin Gelin, 18 marzo 2017.
 
[16] Risposta via mail del dottore britannico, 11 marzo 2017.
L’autore:
Marcello Ferrada de Noli, medico e professore, dopo avere lavorato presso il Karolinska Institute ed essere stato ricercatore presso la Harvard Medical School, è il fondatore di Swedish Professors and Doctors for Human Rights (Professori e medici svedesi per i diritti umani) ed responsabile del The Indicter. È anche autore del The Professors’ Blog, e CEO del Libertarian Books – Sweden. Autore di “La Svezia contro Assange – Questioni di diritti umani.” Oltre alle ricerche pubblicate sulle riviste scientifiche, suoi editoriali sono stati pubblicati dal Dagens Nyheter (DN), Svenska Dagbladet (Svd), Aftonbladet, Västerbotten Kuriren, Dagens Medicin,  Läkartidningen e altri media svedesi. Ha effettuato inoltre interviste esclusive su DN, Expressen, SvD e Aftonbladet, e sui canali TV svedesi (Svt 2, TV4, TV5) oltre a TV e media internazionali (per esempio in Norvegia, Italia, Cuba, Cile, DW, Sputnik, RT, Pravda, etc.).
 
I suoi indirizzi mail sono:
editors@theindicter.com, chair@swedhr.org
Il suo profilo twitter è @Professorsblogg.
di Marcello Ferrada de Noli* – 14/04/2017 Fonte: Megachip

“La cospirazione contro il Presidente Trump”

rogersIeri, ascoltando la trasmissione della testimonianza del direttore dell’F.B.I. Comey e del Direttore della N.S.A. l’Ammiraglio Michael Rogers davanti alla Commissione Servizi Segreti della House of Representatives (un ossimoro), abbiamo appurato che i Democratici Comey, e Rogers intendono entrare in conflitto con la Russia.

I Repubblicani, per la maggior parte, erano interessati a sapere l’origine delle fughe di notizie riservate da quelle riunioni a cui erano presenti soltanto i direttori di C.I.A., F.B.I. e N.S.A.  Ovviamente, non hanno avuto risposta, il che indica quanto siano impotenti le commissioni di controllo del Congresso. Comey ha detto più volte che non poteva dire nulla alla Commissione, poiché sarebbe stato come ammettere che ci sono state realmente delle fughe di notizie. Ma, parlando in generale e di nessuna notizia trapelata in particolare, ha detto che la maggior parte di queste fughe di notizie di solito avvengono perché “qualcuno ha sentito qualcosa” e lo comunica ai mezzi di stampa, cosa che spiega anche l’imprecisione delle notizie rivelate. In altre parole..”non date la colpa a noi”.

I Democratici si sono accaniti a demonizzare Russia, Putin e tutti gli altri, i particolare i Repubblicani di Trump, che parlano ai Russi anche se in forma privata, come ha fatto il Generale Flynn, quando si è raccomandato all’ Ambasciatore Russo perché la Russia non rispondesse a tono dopo l’espulsione dei diplomatici Russi attuata dall’ex Presidente Obama a Natale scorso.

Sempre i Democratici hanno conferito a Putin un nuovo titolo demoniaco. Dopo il “nuovo Hitler”, il “criminale” e il “capo mafioso”, oggi Putin è anche “la tarantola al centro della ragnatela d’intelligence”.

La posizione dei Democratici è che Flynn, scoraggiando una risposta ostile da parte della Russia, abbia interferito con la politica del regime di Obama incentrata sul deterioramento dei rapporti USA-Russia. Alcuni Democratici hanno visto questa interferenza come un tradimento. Altri come la prova che Flynn e Trump siano marionette comandate da Putin. Altri hanno visto cose ancor peggiori.

I Democratici sono anche molto preoccupati dei lobbisti, in particolare quelli Repubblicani, che lavorano per gli interessi Russi, tra cui Tillerson, il Segretario di Stato; del fatto che tutti i paesi si avvalgono dei lobbisti, che non sempre sono registrati come agenti stranieri, come i gruppi di pressione filo-israeliani; o del fatto che le notizie non siano riportate sempre correttamente – il neocon Richard Perle, che rappresentava la Turchia a Washington.

http://www.slate.com/articles/news_and_politics/press_box/2003/04/richard_perle_libel_watch_week_4.html

I Democratici ce l’hanno con il Gen. Flynn anche per aver detto di non aver ricevuto denaro dai Russi. Flynn ha ricevuto un pagamento per la partecipazione alle celebrazioni del 10 ° anniversario della RT a Mosca. La RT, una nuova organizzazione, è il Governo Russo? Il suo bilancio è sostenuto dal Governo Russo, ma nello stesso modo in cui il Governo USA sostiene i bilanci di National Public RadioRadio Free Europe / Radio Liberty e Voice of America. Questo non significa che tutti quelli che rilasciano un’intervista a NPR, Radio Liberty e Voice of America siano degli agenti americani in tasca al Presidente americano. Il fatto di partecipare ad una celebrazione pubblica di una di queste organizzazioni non ti fa un “agente americano”. E magari anche inserito in un elenco preciso di queste persone.

Quello che i Democratici hanno tentato di fare ieri è stato criminalizzare tutti coloro che lavorano per il miglioramento delle relazioni tra Stati Uniti e Russia. Quelli che costruiscono la pace tra le potenze nucleari, per i Democratici sono ‘agenti’ inseriti in una lista. I Democratici hanno insistito nel dire che la Russia è un nostro nemico, e i Democratici non hanno avuto difficoltà a convincere Comey e Rogers – nominati da Obama – ad essere d’accordo.

Comey e Rogers hanno affermato che la Russia è la principale minaccia per gli Stati Uniti, che sta lavorando contro i nostri interessi e che si propone di farci del male. Farci del male significa opporsi all’egemonia e all’unilateralismo Statunitense. In altre parole, se il governo Russo agisce negli interessi della Russia sta danneggiando gli Stati Uniti. Dalle testimonianze è emerso chiaramente che qualsiasi tipo di opposizione a qualsiasi cosa che ha a che fare con Washington è contro gli interessi americani.

Sia Comey che Rogers hanno dichiarato, falsamente, che la Russia ha invaso l’Ucraina e sequestrato la Crimea con la forza. Se Comey e Rogers sono così poco informati e credono davvero questo, allora non sono adatti per il loro incarico. La Crimea è stata parte della Russia per 300 anni. La sua popolazione è quasi interamente russa. Quando l’Unione Sovietica è crollata e Washington l’ha ridotta in pezzi, l’Ucraina è diventata indipendente per la prima volta nella storia. La Crimea, che Krusciov trasferì nel 1954 dalla Repubblica Socialista Sovietica Russa alla Repubblica socialista sovietica Ucraina, fu trasferita a condizione che la Russia avesse un contratto di leasing a lungo termine sulla base navale in Crimea.

Quando il colpo di stato pilotato da Washington ha rovesciato il governo Ucraino Democraticamente eletto in Ucraina, le popolazioni russe in Crimea e nelle nuove repubbliche di Luhansk e Donetsk, sono state attaccate e minacciate dagli elementi neo-nazisti dell’Ucraina orientale, quelli che combatterono per Hitler contro l’Unione Sovietica. Le popolazioni di queste aree hanno votato in modo massiccio a favore della loro riunificazione con la Russia, dove erano le loro origini. Le operazioni di voto sono state eque e pubbliche. Essendo la Crimea la base della Marina Russa sul Mar Nero, era già occupata da forze Russe. Per Comey e Rogers definire questa presenza “invasione” indica ignoranza e mancanza di integrità.

Infatti, la mancanza di integrità di F.B.I., N.S.A., C.I.A. e del regime di Obama è testimoniata dalla prolungata campagna di menzogne, distorsioni, e “fughe di notizie” mirate, ovvero storie-notizie imposte dai servizi segreti alle press-titute mediatiche sull’interferenza Russa nelle elezioni presidenziali.

L’unico interesse è quello di proteggere i poteri e il corposo budget delle spese militari e di sicurezza. Poteri e budget che Trump ha minacciato, quando ha dichiarato che la sua politica sarà incentrata sulla normalizzazione dei rapporti con la Russia. Se le relazioni si normalizzeranno la “minaccia Russa” così abilmente orchestrata non ci sarà più. I servizi d’intelligence non possono tollerare che questo accada. Preferiscono l’Armageddon nucleare ai tagli di bilancio.

Probabilmente, i Democratici non sono abbastanza intelligenti per capire che stanno soffiando sul fuoco di una guerra tra potenze nucleari. Sono alla disperata ricerca di qualcuno a cui scaricare la colpa di aver perso alle elezioni; inoltre, aggrappandosi all’idea di una cospirazione tra Trump e Putin, sperano di rimuovere Trump dall’incarico presidenziale. Anche se Pence, che è un russofobo, risulta accettabile per il complesso militari/sicurezza, i Democratici sperano di liberarsi anche di lui, poiché la sua elezione è stata il prodotto di questa presunta cospirazione. E sperano quindi di riprendersi la Casa Bianca.

Gli americani devono capire che la competizione politica tra Democratici e Repubblicani oggi riguarda soltanto chi riesce a raccogliere più denaro e diventare i ‘press-tituti’ dell’Uno PerCento. Tradizionalmente, il partito che raccoglie più denaro va alla Casa Bianca, ed è qui che entrambi i partiti vogliono arrivare.

Michael Morell, sostenitore di Hillary Clinton e ultimo direttore operativo della C.I.A. dell’amministrazione Obama, destinato a coprire tale carica fin da quando la Clinton era ministro degli esteri, ha detto, “Riguardo alla questione della cospirazione di Trump con i Russi, c’e’ tanto fumo ma niente fuoco, neanche un fuocherello, neanche una scintilla. Ma ci sono tante persone in cerca di questi”.

Morell crede che siano stati i Russi ad hackerare le mail della Clinton, ma senza alcun coinvolgimento di Trump, anche se le prove indicano che la fuga di notizie sia partita dal Comitato Nazionale del Partito Democratico, da parte dei sostenitori delusi di Bernie Sanders. Il Direttore della National Intelligence eletto da Obama, James Clapper, ha detto a Meet the Press del 5 marzo scorso di non aver trovato alcuna prova di una cospirazione Putin-Trump quando ha lasciato l’incarico il 20 gennaio scorso.

Ascoltando ieri Comey e Rogers, se quei due non stanno complottando contro il presidente Trump, cos’altro stanno facendo? I sostenitori di Trump si domandano perché Trump non si libera di questi due uomini che attentano pericolosamente al ristabilimento delle tensioni tra Washington e Mosca. Ma i Democratici, Comey, Rogers, la C.I.A. e le ‘press-titute’ mediatiche, ma possibile che siano così stupidi da non capire cosa significa quando il Presidente della Russia dice: “Gli americani hanno distrutto la nostra fiducia in loro”?

Trump non si libera di Comey e Rogers, perché non può farlo. Se li licenzia, i Democratici e le ‘press-titute’ additeranno il licenziamento come prova che Trump è un agente Russo che tenta di coprire il suo tradimento, levando di mezzo chi indaga su di esso.

Trump sta ricorrendo a Twitter per rispondere all’assalto dei media orchestrato contro di lui e per incoraggiare quelli che lo hanno eletto, la classe operaria quindi, ad organizzarsi. Tuttavia, non può neanche contare sul Partito Repubblicano: la gran parte dei Repubblicani dipendono dai contributi al comparto militare/sicurezza. Inoltre, i Repubblicani sanno bene che tutte le agenzie d’intelligence hanno gli armadi pieni di scheletri. Per loro, schierarsi dalla parte di Trump significherebbe esporsi.

E’ innegabile che la C.I.A. controlla i mezzi di comunicazione, sia in Europa sia negli Stati Uniti. Il libro di Udo Ulfkotte “Gekauftge Journalisten” pubblicato in Germania nel 2014, ha rivelato l’influenza della C.I.A. sui giornalisti europei. In Maggio prossimo uscirà un’edizione inglese del libro: “Giornalisti in affitto: come la C.I.A. si compra le notizie“. Nel frattempo, il libro di Joel Whitney “Finks: come la C.I.A. ha ingannato milioni di scrittori del mondo”, basta e avanza per potersi rendere conto che i giornalisti più rispettati d’America hanno mandato giù la pillola “C.I.A.” pensando di difendere la libertà, agendo invece da propagandisti. http://www.truthdig.com/avbooth/item/joel_whitney_C.I.A._propaganda_cold_war_scheer_intelligence_20170317

Le persone in Occidente hanno bisogno di capire che se le notizie che ricevono poggiano sugli interessi del comparto militare-sicurezza degli Stati Uniti, è la C.I.A. che scrive le notizie. La C.I.A. fa i suoi interessi, non quelli dei cittadini americani o della pace.
 20.03.2017 Paul Craig Roberts Link: http://www.paulcraigroberts.org/2017/03/20/conspiracy-president-trump/
Traduzione per www.comedonchisciottte,org a cura di SKONCERTATA63

Per i bambini di Mossul, la Goracci non piange. Chiediamoci perchè

Non abbiamo né pane né acqua”, dice la donna: “Facciamo appello alle organizzazioni umanitarie,   che ci invino aiuti, soprattutto pane e acqua, e anche beni come gas, combustibile, generatori elettrici”.  E’ una delle forse  centomila persone fuggite da Mossul, sottoposta ai bombardamenti americani dall’ottobre scorso per “liberare Mossul da Daesh”.
L’operazione  è stata chiamata “Inherent Resolve”, che sarebbe “determinazione innata”. Gli  americani però, agli sfollati non offrono alcun aiuto umanitario.   Migliaia  di sfollati si  affollano nel villaggio  di Hammam al-Alil, 30 chilometri a Sud di Mossul, dove non è nemmeno in allestimento un campo-profughi provvisorio:  mancano tende, tutti i generi di prima necessità;   i fuggitivi non hanno denaro – la donna che parla, insegnante, non riceveva lo stipendio da due anni nella città occupata dall’IS né piccoli beni da scambiare per il cibo e l’acqua. Non c’è nemmeno un qualche serbatoio dove raccogliere  l’acqua.  “L’aiuto umanitario non arriva fino a noi.  I pacchi sono aperti, saccheggiati e poi richiusi”.   La situazione igienica è ovviamente   critica. La catastrofe umanitaria è imminente.
Questa assenza  internazionale ha un motivo: il silenzio dei media. Le ONG sono assenti, perché il caso non è mediatico.  Nulla di simile alle lacrime sparse su Aleppo Est bombardata dai russi  spietati, che colpivano  gli innumerevoli ospedali pediatrici di una città che, occupata da Daesh,  era piena di bambini.  Eppure ci sono bambini anche  con gli sfollati di Mossul, oltre 50 mila secondo l’Unicef.
E in pericolo imminente. Niente: qui niente convogli Onu guidati dal valoroso Staffan de Mistura, niente Caschi Bianchi premiati ad Hollywood che  tiravano fuori i bambini di Aleppo dalle macerie e li fotografavano.  E  nessuna lacrima della inviata della Rai, la animosa Goracci: le ha spese tutte per singhiozzare su “L’ultimo ospedale di Aleppo eliminato” dai cattivi russi (era sempre l’ultimo rimasto),  per i bambini affamati e senza medicinali, che richiedevano assolutamente una tregua, perché Daesh si potesse riorganizzare.
Intendiamoci,  la Goracci c’è stata a Mossul: ai primi di novembre, embedded nelle truppe irachene . Ha fatto i servizi d’ordinanza su un quartiere  liberato, le necessarie foto-opportunity. Poi basta.  I bombardamenti americani stanno ammazzando civili, donne e bambini di Mossul, ma ciò non interessa più.
Il perché è spiegato in un saggio dal titolo Shadow Wars, Guerre-Ombra, scritto dal professor Christopher Davidson: il quale non esita a chiamare esplicitamente l’ISIS  un “patrimonio strategico” per l’amministrazione Obama.  Uno “strumento da utilizzare contro   i nemici”.
“IS, patrimonio strategico per gli Usa”
Magari i lettori del nostro blog lo sapevano già. Ma il punto è che il professor Davidson non è un alternativo: cattedratico di studi medio-orientali alla Durham University britannica, è consulente della NATO, del Parlamento Britannico, della British Petroleum (BP) e dei ministeri degli esteri di  Olanda e Nuova Zelanda. Secondo l’Economist, è “uno degli universitari meglio informati  sull’area del Medio Oriente”.  Il suo libro quindi è discusso e recensito sui media anglo-americani.
 
Davidson racconta come l’operazione che sta “liberando Mossul” secondo i media, stia facendo anche un’altra cosa: “La concentrazione degli aerei dell’operazione Inherent Resolve nei cieli  della maggior parte dei territori occupati dallo Stato Islamico”, hanno costretto “le forze russe a restringere il perimetro dei loro attacchi nel Nord-Est della Siria”.  In altre parole,  coma ha confermato anche la rivista TheArabist.net, la Russia “è stata ostacolata nella sua capacità di bombardare Daesh, perché la coalizione diretta dagli Stati Uniti ha messo in essere una zona di esclusione  aerea effettiva”  a protezione del Califfato
Christopher Davidson
Davidson riconosce che, “a un anno dall’inizio di Inherent Resolve  nei cieli”,  di Irak e Siria durante l’estate del 2015, “lo Stato Islamico appare più libero che mai di percorrere la maggior parte del suo territorio. I suoi convogli, a volte formati da centinaia di veicoli ad ogni spostamento”  raggiunsero nel 2015  “gli avamposti del governo di Assad a Palmira”, e “in Irak […] riuscirono a impadronirsi di Ramadi […]  ancora una volta avendo attraversato un territorio largamente   allo scoperto”,  semidesertico.    
“Abbiamo  continuamente sentito le forze irachene e curde lamentare che  gli attacchi aerei del comando americano erano  largamente inefficaci, colpendo spesso costruzioni vuote e installazioni non occupate […]  In Irak, le autorità hanno parimenti denunciato che Daesh riceveva avvertimenti preventivi”.
Davidson ritiene  che anche l’ultima e più recente “riconquista” di Palmyra da parte di 4 mila guerriglieri di Daesh, nel dicembre 2016, “meriterebbe un’inchiesta approfondita”. Ciò  perché l’aviazione americana aveva avvertito i russi (come di routine per evitare  “incidenti” fra le due aviazioni) che “il Pentagono s’era ‘riservato’  quella data dell’8 dicembre per occupare lo spazio aereo  di Palmyra”  perché intendeva lanciare  “il più vasto bombardamento  dell’anno”  contro  le fonti petrolifere di finanziamento di Daesh. Di fatto, la US Air Force s’è accanita contro un convoglio di autobotti vuote e senza autisti (lo ha precisato Usa Today:    http://www.usatoday.com/story/news/world/2016/12/09/airstrike-syria-united-states-coalition-islamic-state/95210166/
“I russi erano stati informati che si dovevano tenere alla larga di Palmyra e della sua periferia, mentre i combattenti di Daesh avanzavano liberamente in direzione della città”. Il che ci dice  che gli Usa hanno aggiunto ai loro crimini di guerra e contro l’umanità, anche la voluta distruzione della zona archeologica  più preziosa della Siria,  al solo scopo – si direbbe – di azzerare una  fonte di onesti guadagni turistici futuri per la nazione.
Allungherei troppo a riferire tutte le altre volte in cui la zona di esclusione aerea di fatto imposta dagli Usa  sopra Daesh ha reso possibile, anzi agevolato,  le puntate offensive e  le conquiste dello Stato Islamico. Dato il continuo sorvolo di droni e aerei da ricognizione, “i pianificatori di Inherent Resolve hanno certo una conoscenza precisa dei movimenti dell’IS da trenta mezzi[…]. Secondo le mie fonti in Irak e Siria, che vivono per lo più  nelle  zone occupate da Daesh, è impossibile spostare imponenti colonne di combattenti da un luogo all’altro senza essere osservati”.
Per esempio nel giugno 2016, quando un  convoglio di centinaia di veicoli  in uscita dalla città di Falluja, lo stato iracheno chiese  agli americani di usare la forza aerea per distruggerlo. Il CENTCOM (il comando delle operazioni nell’intero Medio Oriente) addusse “il cattivo tempo” e ”la protezione dei civili” per non fare nulla:  i militanti di Daesh avevano  con loro donne, bambini, famiglie o scudi umani che fossero. Alla fine è stata la piccola aviazione irachena a  neutralizzare il convoglio.
La preoccupazione umanitaria del CENTCOM  si è manifestata vivamente anche nell’agosto 2014,quando non ha voluto incenerire le centinaia di camion-cisterna  che  portavano il greggio rubato da Daesh ai turchi (al figlio  di Erdogan), motivando con la sua paura di “colpire dei civili”  fra gli autisti delle cisterne.
Una delicatezza che dormiva nei vent’anni precedenti, quando la conquista dell’Irak ha  prodotto 4  milioni di morti, quasi tutti civili, e l’uso abbondante di uranio impoverito, che ha conseguenze catastrofiche  sulla discendenza degli iracheni e dei siriani, senza contare la disgregazione della società tutto sommato avanzata e   civile instaurata da Saddam Hussein,  con i servizi pubblici regolari e la sicurezza mantenuta fra sciiti e sunniti.
Adesso,  poi, la viva ansia umanitaria del Pentagono è  tornata nel sonno verso la popolazione civile dello Yemen:  perché la “coalizione” anti-IS, oltre  a garantire la esclusione aerea a  protezione di Daesh in Irak e Siria (Davidson ci spiega che l’aviazione francese ha tirato “una bomba al giorno in una regione grande come la Gran Bretagna”, perché Hollande combatte sì l’IS, ma, ha detto,  “Non voglio fare il gioco  di Assad”),  affianca l’Arabia Saudita nella sua guerra contro gli Houti. Dove il massacro  di civili dal cielo è quotidiano, e la loro uccisione per fame e distruzione delle poche infrastrutture è cosa fatta – ma senza strappare una lacrima al TG3.
Le scuole sono state colpite 800 volte. Perché fare questo, se non per uccidere più gente possibile?” si lamenta Kim Sharif, direttrice   del Centro per i diritti dell’Uomo nello Yemen.  Anche gli americani non sono stati di meno: “Quando i Navy Seals sono atterrati a Shabwah un mese fa, hanno sparato a tutto quello che si muoveva: le vittime sono state solo donne e bambini”.   L’impresa è stata motivata come la necessità di debellare, in Yemen, una base di Al Qaeda. Va a sapere: di fatto hanno ammazzato 25  persone, di cui 10 bambini e  9 donne.
Ma sono milioni i civili che rischiano di morire per fame. In Yemen  sta già avvenendo la catastrofe umanitaria   fra le più spaventose del secolo. Senza una lacrima della Goracci, della Merkel, della Mogherini, dell’ONU.
 
Il professor britannico evoca come nacque Inherent Resolve: agosto 2014, l’uccisione del giornalista americano James Foley.
Qualcuno dubita che sia vero.
 
Sgozzato, o almeno così pare, in un video da un tizio mascherato da jihadista a volto coperto, con un accento così  fortemente londoniano,  che verrà chiamato Jihadi John. In esso, Jihadi John  minaccia direttamente il presidente Obama.  Scoperto dal SITE di Rita Katz e amplissimamente diffuso dai media tv,  il video costringe Obama a lanciare l’operazione di “degradare e  infine  eliminare” l’IS. Primo effetto  della “risoluzione inerente”, precisa Davidson, è questo: Usa, Regno  Unito e Francia devo sospendere i tagli programmati alla difesa e anzi aumentare l’armamento  . e la vendita agli altri  alleati della coalizione anti-IS, specie i sauditi.
 
Grazie a ciò “le più grandi imprese americane hanno conosciuto  un boom importante, le loro azioni  hanno abbattuto record storici. Raytheon ha visto la sua quotazione passare da 75 […] a 125  dollari a fine 2015. Nello stesso periodo,  l’azione Northrop Grumman passò da 95  dollari a uno stupefacente 186,20 dollari. [..] a inizio del 2015, l’amministratore delegato di Lockheed Martin informò un esperto di Deutsche Bank che ogni riduzione di vendite di armi “non era certo prossima ad accadere”, a causa della “instabilità del Medio Oriente”  e delle opportunità di affari  corrispondenti. Questa regione restava “una zona di crescita” per la sua impresa”.
 
Nel settembre 2013,   Obama proclama che Assad ha superato la linea rossa “gasando il suo stesso popolo”: la reazione russa – che induce Assad a consegnare tutto il suo arsenale chimico all’Onu –  e il voto contrario del parlamento britannico, del tutto inaspettato, costringono Obama a rinunciare all’invasione diretta della Siria. E’ allora che viene lanciata, come ha raccontato lo stesso New York Times solo nel gennaio 2016,
la vasta operazione clandestina della Cia per formare, armare, stipendiare e istruire  decine di migliaia di mercenari anti Assad: Timber Sycamore”, costata “diversi miliardi di dollari”, in gran parte versati dall’Arabia Saudita, che è anche la più insaziabile compratrice delle  armi americane (sulla carta è  la seconda  potenza militare del mondo, prima di Russia e Cina). Secondo l’esperto Joshua Landis,  i vari stati impegnati hanno dedicato 15 miliardi di dollari allo scopo di rovesciare Assad.  Cifra da ritenere per difetto, perché  le avventure estere dell’Arabia Saudita (e del Katar)  non vengono certo iscritte nei bilanci  formali.
 
L’ingenuo lettore può  piangere al pensare che con quelle cifre si poteva  sviluppare la Siria, coprire d’oro i siriani invece di ammazzarli e farli ammazzare, per non dire del risollevare le sorti degli americani   che abitano sotto le tende avendo perso il lavoro e, quindi, la casa ipotecata da mutuo.
 
“Lo Stato Islamico esiste  come struttura politica la cui utilità supera i guadagni militari e politici  che conseguirebbero    alla sua sconfitta, e non solo per gli Stati Uniti ma per le monarchie del Golfo […]. Lo Stato Islamico combatte gli sciiti in Siria e Irak”. Si aggiunga  che le reti islamiste di arruolamento per la guerra santa in Siria e Irak hanno, per le petromonarchie, di “emasculare i sollevamenti popolari  che minacciavano  le monarchie del Golfo” dal 2011.
E in fondo, questo  razionale è validissimo anche per il capitalismo terminale trionfante: consumare  e vendere  enormi quantità di materiali, scongiurando quindi la riduzione della produzione industriale, senza allo stesso tempo aumentare il potere d’acquisto degli americani, e dei lavoratori occidentali in genere, che devono essere  tenuti a stecchetto, precari, minacciati  di disoccupazione.  La Goracci non ci piangerà sopra, perché lei “lavora per la Rai”,dove i giornalisti non conoscono austerità né stecchetto.
 
di Maurizio Blondet – 22/03/2017  Fonte: Maurizio Blondet