Goldman Sachs vuole far rivotare gli inglesi e l’UE tace

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mannaggia questi popoli, si sbagliano sempre. Possibile che siano così ignoranti da non affidarsi ad illuminati affaristi che sanno loro cosa è meglio per le masse? Ma chissà perché non si fidano sti populisti..

Dal momento che i grandi giornali nazionali hanno curiosamente trascurato la notizia, che in caso contrario avrebbero avuto la scocciatura di dover commentare, tocca ancora a questo piccolo sito darvi conto dell’ultima uscita di Lloyd Blankfein che, per chi non lo conoscesse, è dal 2006 il Chief Executive Officer di Goldman Sachs.
 
Infastidito dallo scherzetto della Brexit ma ancor più, si direbbe, dall’infantile ostinazione britannica a non voler disattendere il voto, Mr Blankfein ha approfittato di twitter – che, non essendo di cittadinanza russa, può usare liberamente per influenzare gli affari interni altrui – per suggerire alla signora May una soluzione choc.Riluttante a dirlo – premette, esibendo un insospettabile candore, il grande capo di Goldman Sachs -, ma molti si augurano un voto di conferma su una decisione così monumentale e irreversibile. La posta in gioco è alta. Perché non assicurarci che ci sia ancora consenso?”.
Eh già, perché prenderla tanto sul serio? In fondo lo sappiamo tutti che gli inglesi hanno dato la risposta sbagliata. Dunque organizziamo una bella rivincita e vediamo se, a ripetergli la domanda, questi zucconi stavolta votano come si deve…
E’ uno scherzo, direte voi. In effetti ci sarebbe di che ridere, se invece non ci fosse di che preoccuparsi pensando a cosa rappresenta Blankfein nel mondo globale e a cosa ha fatto la nosta cara Unione Europea con altri due referendum finiti nel modo “sbagliato”.
Mi riferisco ovviamente al referendum irlandese del 2008 sul Trattato di Lisbona, vinto dai “no” e fatto ripetere nel 2009 fino alla sospirata vittoria dei “sì”, ed all’orgoglioso “no” espresso nel 2015 dai greci contro il memorandum della Trojka che fortissime pressioni di Bruxelles indussero, poi, il fragile governo Tsipras ad ignorare.
Quanto all’influenza internazionale di Goldman Sachs e del suo capo, bé, c’è una lunga storia che parla per loro. Mr Blankfein, in effetti, meriterebbe un’attenzione maggiore di quella che sono soliti dedicargli i nostri media, se non altro per quel malcelato vezzo di ergersi a portavoce dell’Olimpo finanziario globale: il Dio di tutti gli Dei. In una famosissima intervista del 2009, del resto, fu lo stesso Blankfein a scomodare l’Altissimo. Eravamo alle prime fasi della crisi dei subprime ed un giornalista del Sunday Times gli chiese conto degli indecenti stipendi erogati ai super-manager da quelle stesse banche che, per opinione ormai generale, avevano innescato la catastrofe. “Noi – rispose Blankfein, regalando al movimento degli indignati la frase-manifesto di Occupy Wall Street – aiutiamo le aziende a crescere aiutandole a raccogliere capitali. Le aziende che crescono creano ricchezza. E ciò, in ritorno, permette alla gente di avere lavori che creano ancora più crescita e più ricchezza. Noi abbiamo uno scopo sociale. Noi facciamo il lavoro di Dio…”.
L’opinione pubblica americana, che solo un anno prima aveva maldigerito il salvataggio di Goldman Sachs con 10 miliardi di dollari di fondi pubblici, non la prese affatto bene. Blankfein fu costretto a scusarsi, a precisare che scherzava, ed un anno dopo, tornando sull’argomento davanti alle telecamere della Cnn, dovette pure ammettere che il lavoro di Dio non era stato fatto poi così bene: “Sì, abbiamo contribuito alla crisi finanziando progetti immobilliari con un livello di indebitamento troppo importante”.
Eppure c’era del vero in quel lapsus dal sapore freudiano. Avendo in mano il timone di Goldman Sachs, può capitare davvero di sentirsi onnipotenti. In primo luogo per la vertigine dei soldi, i tantissimi soldi che la super-banca americana può scommettere sul tavolo verde dei mercati, ma anche per la fitta rete di relazioni istituzionali che Goldman Sachs negli anni è stata in grado di allestire, dal momento che si fatica a tenere il conto dei suoi ex collaboratori diventati amministratori pubblici e degli ex amministratori pubblici diventati suoi collaboratori.
L’ultimo eclatante episodio di revolving doors, porte girevoli, riguarda, come noto, Josè Manuel Barroso. Dopo un decennio alla guida della Commissione Europea, speso a somministrarci testardamente la cura neo-liberista del rigore, il politico portoghese ha accettato l’incarico di presidente non esecutivo prontamente offertogli, alla scadenza del mandato, da Goldman Sachs International.
Ce n’era abbastanza da accreditare la screanzata vulgata populista “dell’Europa delle banche e dei banchieri”. L’imbarazzo, in effetti, fu tale che persino Jean Claude Juncker e l’intero corpo dei funzionari Ue dovettero stigmatizzare pubblicamente la disinvoltura di Barroso, il quale, dal canto suo, andò avanti serenamente per la propria strada. Con qualche buona ragione, essendo, l’ex presidente della Commissione Europea, in eccellente compagnia.
Prima di lui, infatti, numerosi altri personaggi avevano intrattenuto collaborazioni professionali, precedenti o successive alla carriera pubblica, con Goldman Sachs: il futuro governatore della Bce Mario Draghi, il futuro Commissario Europeo alla Concorrenza nonché presidente del Consiglio Mario Monti, il futuro premier e presidente della Commissione Europea Romano Prodi, l’ex membro del consiglio della Bundesbank e della Bce Otmar Issing, l’ex commissario europeo alla concorrenza Karel van Miert e l’ex procuratore generale d’Irlanda Peter Sutherland. Dunque che aveva fatto di tanto particolare il povero Barroso? Nulla, tanto più che passare dalla porta girevole è persino legale.
Inutile dire che è alla Casa Bianca, tuttavia, che Goldman Sachs ha consolidato la propria influenza sulla politica mondiale, avendo sacrificato alla patria risorse professionali del calibro di Henry Paulson (amministrazione Bush jr), Robert Rubin (Clinton), Timothy Geithner (Obama), Gary D. Cohn e Steven Mnuchin (Trump). Certo, finanziare generosamente le campagne elettorali dei candidati ha il potere di aumentare la considerazione dei manager di Goldman – come dei manager di tutte le altre grandi banche che finanziano la politica – ma il sistema democratico americano funziona così. E’ in Europa, semmai, che siamo abituati a pensare che il potere politico debba mostrarsi autonomo e indipendente dal potere finanziario.
Dico “siamo” per non arrendermi a dire “eravamo”. Oggi infatti il capo di Goldman Sachs propone pubblicamente di ripetere il voto sulla Brexit e la politica europea, anziché reagire a questa duplice ingerenza (della Finanza sulla Politica e dell’America sull’Europa), si rifugia in un imbarazzante silenzio. Come se non osasse scegliere tra la vox populi e la vox dei. Come se Blankfein, quella volta, non l’avesse poi spiegato …che scherzava.
di Alessandro Montanari – 21/11/2017 Fonte: Interesse Nazionale

Free Vax, Rainews, quanto si deve essere in malafede e servi?

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ecco cosa ha trasmesso rainews in diretta

https://www.facebook.com/carlo.petrov.3/videos/1937204243208691/

Il 21 novembre, nel pomeriggio, la Corte Costituzionale dichiara non ammissibile il ricorso del Codacons e di altre associazioni contro la legge Lorenzin. In attesa del pronunciamento della Consulta sul ricorso della Regione Veneto (poi avvenuto il giorno seguente) Rai News24 confeziona questi “momenti di tensione” con la polizia in assetto antisommossa… Peccato che si trattava di fatti avvenuti altrove e che coi vaccini e la civile presenza, a Roma, di tante famiglie, coi loro figli, ed anche di danneggiati (compresi militari), queste immagini “in diretta” non c’entrano un cazzo!
Ad indiretta smentita di questi memorabili servizi giornalistici di un canale MANTENUTO anche COI NOSTRI SOLDI e completamente venduto alla lobby del farmaco (vedasi il suo programma “d’approfondimento”), ecco le dichiarazioni del Questore di Roma: http://www.askanews.it/…/roma-questore-marino-nessuna-tens…/

Enrico Galoppini su fb 23 11 2017

Carlo PetrovIeri alle 12:06 ·
#rai #disinformazione #fakenews #aveterotto
http://www.askanews.it/…/roma-questore-marino-nessuna-tens…/

Ma vi rendete conto cos’è l’informazione pubblica in Italia, quanto è falsa e senza vergogna.
Ieri c’ero è stata una manifestazione pacifica di genitori nonni e bambini, nel video che ho pubblicato ieri ci sono anche i ringraziamenti finali a forze dell’ordine.
Rai news24 va denunciata

Copio e condivido il messaggio.
Ho assistito ad un Vostro servizio che parlava di disordini a Roma con addirittura polizia schierata in antisommossa x contenere i manifestanti novax, in attesa della sentenza della Corte Costituzionale.
La Questura presente sul posto comunica ufficialmente che non sono mai esistiti ne disordini né tensioni e domani pubblicherà un comunicato ufficiale, anzi dichiarano un comportamento più che civile e corretto da parte dei manifestanti che ricordiamo, sono pacifici e sono solo GENITORI PREOCCUPATI che desiderano tutelare la salute dei propri figli.

Le immagini sembrano tratte da un repertorio e non hanno nulla a che fare con la manifestazione sopra citata e se questo non fosse frutto di un banale errore sarebbe oltre che un disservizio, un atteggiamento moralmente deplorevole.

Sono fra i tanti che pagano il canone e gradirei che i miei soldi come quelli di tutti i cittadini, fossero usati per fornire un’informazione corretta e veritiera.

Mi auguro di vedere presto un servizio rettificativo di quanto appena visto, perché in caso contrario provvederò a divulgare e denunciare quanto sopra agli organi di competenza.
Distinti saluti.

Microchip sottopelle obbligatorio per tutti presto in Italia, per primi anziani e lavoratori statali

ma non erano solo fantasie di quei “malati di mente” dei complottisti?


Per la nostra salute è ottimo perché possiamo prevenire ictus ed infarti, ma per tutto il resto è conveniente?
 
In futuro effettueremo i pagamenti tramite questo chip, entreremo nei locali tramite questo chip, timbreremo nel nostro ufficio tramite questo chip, chi ha il comando sul controllo globale saprà dove siamo in tempo reale in qualsiasi posto e non potremo decidere di estrarlo dal nostro corpo, sarà obbligatorio per tutti!

 

LA SVEZIA VIETA LE VACCINAZIONI OBBLIGATORIE…

svezia-dice-no-alle-vaccinazioni-obbligatoriesiccome in Svezia sono incivili ed amano mettere in pericolo i bambini….si vede chi è schiavo di Big Pharma e chi no. Il Parlamento svedese ha scelto la salute dei propri cittadini alle mazzette di Big Pharma. In Italia non vedremo mai questa opzione.


Il 10 maggio il Parlamento svedese ha respinto 7 proposte che avrebbero promosso le vaccinazioni obbligatorie. Il governo svedese ha deciso infatti che le politiche di vaccinazione forzata sono contrarie ai diritti costituzionali dei loro cittadini.

La Svezia, invece di aderire alla pressione delle aziende farmaceutiche o delle tattiche spaventose dei media mainstream, ha adottato la decisione di rifiutare l’applicazione della vaccinazione obbligatoria ai suoi cittadini. Infatti, un tale mandato, hanno affermato, violerebbe la Costituzione del paese.
Anche altri fattori hanno influenzato questa decisione. Da un lato c’è stata la pressione dei cittadini che hanno manifestato chiaramente il loro dissenso oltraggio al concetto di vaccinazioni forzate. Il testo di uno dei moti relativi alla decisione ha rilevato che i parlamentari avevano osservato “una grande resistenza a tutte le forme di coercizione per quanto riguarda la vaccinazione“.
I politici hanno anche citato alcuni dati dal sistema sanitario svedese (NHF) che hanno rivelato frequenti e “gravi reazioni avverse” al vaccino MMR (morbillo, orecchioni e rosolia) ed hanno osservato che tali reazioni sono specificate anche nel foglietto informativo del vaccino.
I politici hanno affermato che siccome i bambini dovrebbero ricevere due dosi di questa vaccinazione, questi considerevoli rischi sarebbero raddoppiati. Inoltre hanno sottolineato che tali rischi non erano limitati al vaccino MMR, ma che altri vaccini causavano “reazioni avverse simili”.
Ecco il testo originale in svedese di ciò che è avvenuto (1): Riksdagen röstade Nej till alla vaccinmotioner
“La NHF svedese ha inviato una lettera al Comitato e ha spiegato che violerebbe la nostra Costituzione se introducesse la vaccinazione obbligatoria o la vaccinazione obbligatoria come è stata presentata nel moto di Arkelstens. Molti altri hanno anche presentato una corrispondenza e molti hanno richiamato il Parlamento e il mondopolitico. I politici parlamentari hanno sicuramente notato che c’è una massiccia resistenza a tutte le forme di coercizione per quanto riguarda la vaccinazione”
 
Vaccinazione obbligatoria
 
“La NHF svedese mostra anche le frequenti reazioni avverse in base al tasso a cui FASS specifica nel foglietto illustrativo del vaccino MMR, quando si vaccina un gruppo intero di 1 anno. Inoltre, bisogna tener conto che ogni gruppo di età riceverà due volte il vaccino MMR, per cui gli effetti collaterali sono raddoppiati. Non dobbiamo dimenticare che, inoltre, si applicano simili liste di reazioni avverse per altri vaccini.
Nella lettera abbiamo anche incluso una vasta lista degli additivi trovati nei vaccini – sostanze che non sono sostanze per la salute e non appartengono a bambini o bambini. Abbiamo finito l’opinione dei politici con una scoraggiante lista di studi che dimostrano che la vaccinazione è una cattiva idea”
Mag 26, 2017 di Maurizio Blondet

Assassinato il giornalista che indagava sul legame vaccini-autismo

DAN OLMSTEDL’icona di Hollywood Robert De Niro si schiera con Trump dopo che la CIA uccide il giornalista investigativo Esperto di autismo. Robert F. Kennedy Jr. e Robert De Niro offrono $ 100.000 a chiunque possa fornire la prova che i vaccini sono sicuri. (World Project Mercury)
SORPRENDENTE RELAZIONE DEL MINISTERO DELLA SANITÀ
Una sorprendente Relazione del Ministero della Sanità (MoH) afferma che il grande attore Robert De Niro, si è infuriato dopo che il 23 gennaio è sorto il sospetto di omicidio per mano della Central Intelligence Agency (CIA) del grande giornalista investigativo sull’autismo Dan Olmsted. De Niro si è schierato al fianco del presidente Donald Trump e si è unito alla scelta del Presidente di impostare una nuova “Commissione per la sicurezza dei vaccini”, unendosi a Robert F. Kennedy Jr. all’offerta di $ 100.000 a chiunque possa dimostrare la sicurezza dei vaccini.
 
NOMINA DI ROBERT F. KENNEDY A PRESIDENT DEL GOLDEN VACCINE SAFETY TASK FORCE
Secondo questo rapporto, appena due settimane prima del giuramento, il Presidente eletto Trump ha sconvolto l’intero media mainstream degli Stati Uniti con un assalto diretto sul collegamento della congiura vaccino-autismo. Lo ha fatto nominando Robert F. Kennedy Jr, figlio e nipote dei leader americani assassinati Robert F. Kennedy Sr. e il presidente John F. Kennedy, a presidente del Golden Vaccine Safety Task Force. Kennedy era già stato oltraggiato da questi media di propaganda delle elite dopo la pubblicazione di un manifesto intitolato Mercury & Vaccines, che collega i vaccini per l’infanzia con l’autismo.
 
PROGRAMMA DI INCONTRO PeR IL 24 GENNAIO ALLA CASA BIANCA
Dopo il giuramento ufficiale, Robert F. Kennedy Jr. aveva programmato un incontro per il 24 gennaio alla Casa Bianca, dove aveva intenzione di introdurre Dan Olmsted al Presidente Trump. Da reporter investigativo della United Press International (UPI), Olmsted ha denunciato pubblicamente il massiccio insabbiamento della US Army sull’inventato farmaco antimalaria Lariam che ha, letteralmente, fatto perdere la mente agli utilizzatori per trasformarsi in un devastante omicidio.
COPERTURA DELL’ESERCITO USA SUL FARMACO ASSASSINO LARIAM
 
A seguito della denuncia di Dan Olmsted si è appresa l’enorme copertura fatta dall’esercito degli Stati Uniti sul farmaco assassino anti-malaria Lariam. Olmsted ha utilizzato le sue conoscenze nel campo dei farmaci per denunciare la misteriosa ascesa di una nuova malattia infantile del 20° secolo chiamata autismo, e che nel suo articolo ha scritto:
“Dove sono gli autistici tra gli Amish? Qui nella contea di Lancaster, cuore della Pennsylvania olandese, ci dovrebbero essere ben più di 100 casi con una qualche forma di disturbo. Sono venuto qui a trovarli, ma finora la mia missione è fallita, e in pochissimi fanno domande interessanti o esprimono punti di vista sull’autismo.
AUTISMO MALATTIA IN GIRO DA MILLENNI
Il consenso scientifico tradizionale dice che l’autismo è una malattia genetica complessa, che è in giro da millenni più o meno con la stessa diffusione. Che la prevalenza è ormai considerata 1 ogni 166 bambini nati negli Stati Uniti. Applicando tale modello nella contea di Lancaster, ci dovrebbero essere più di 130 uomini Amish, donne e bambini con lo spettro di questo disturbo autistico. Ben oltre 100, in termini grezzi.
 
RICERCA TRA GLI AMISH
Ciò significa che almeno 50 persone Amish di tutte le età che vivono nella contea di Lancaster devono manifestare la completa sindrome di autismo, il classico autismo descritto nel 1943 dallo psichiatra infantile Leo Kanner alla Johns Hopkins University.
 
Il disturbo completo-sindrome è difficile da evitare, caratterizzato nello sviluppo marcatamente anormale o nella compromissione dell’interazione sociale e della comunicazione in un repertorio marcatamente ristretto di attività e interessi, secondo il Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali. Perché preoccuparsi di cercarli tra gli Amish? Perché potrebbero contenere indizi per la causa dell’autismo.
 
GLI ARTICOLI DI DAN OLMSTED SULL’AUTISMO SONO TRA I PIÙ TEMUTI IN USA
Importante notare negli articoli del ricercatore Dan Olmsted sull’autismo, dice il rapporto, è che sono alcuni dei più temuti negli Stati Uniti, tanto che l’ex premio Emmy vinto dal giornalista-produttore, Sharyl Attkisson della CBS New, con il quale Olmsted aveva lavorato in un programma televisivo di denuncia sulla copertura dell’esercito USA per il Lariam, lo ha personalmente archiviato. Quando Attkisson chiese ai funzionari dei Centers for Disease Control (CDC) sulla mancanza di autismo tra i vaccinati Amish, affermarono scandalosamente che è dovuto al fatto che questi agricoltori religiosi non usano l’elettricità. Gli articoli investigativi di Dan Olmsted pubblicati da UPI sull’autismo, sono così temuti che Sharyl Attkisson ha dovuto archiviarli su un server fuori dagli USA nel regno dell’Isola di Tonga.
AVVERTIMENTI E MINACCE PRIMA DELL’ASSASSINIO VERO E PROPRIO
Non solo temevano entrambi gli articoli di Dan Olmsted sull’autismo, continua il rapporto, ma, anche, la sua stessa persona, come evidenziato da poche settimane prima della sua morte, ha iniziato a ricevere avvertimenti anonimi che minacciano la sua vita se avesse avuto il coraggio di incontrare il presidente Trump. Subito dopo è seguita la misteriosa morte dell’ ex-marito di sua sorella e, il giorno prima di incontrare Trump, come se sapesse ciò che stava per accadere, ha cripticamente scritto il suo proprio messaggio di morte, finendo con queste parole: “Un PS per il 2017. Se dici quello che pensi e mantieni la tua posizione potrà accadere che anche il presidente degli Stati Uniti arriverà ad essere concorde”.
IL GIORNO PRIMA DELL’INCONTRO CON TRUMP OLMSTED È STATO TROVATO MORTO NELLA SUA CASA
Purtroppo, però, scrive il rapporto nel triste documento, il giorno prima della riunione dove si dovevano presentate le prove sul collegamento vaccini-autismo al presidente Trump, Dan Olmsted è stato trovato morto nella sua casa di Falls Church, in Virginia.
I funzionari dichiarano che la sua morte dipende da cause naturali, senza fare nessuna autopsia. Hanno poi cremato il suo corpo entro 7 ore, e non una sola testata giornalistica dei media mainstream americani si sono preoccupati di scrivere una sola riga sulla sua straordinaria carriera al servizio del genere umano e delle migliaia di vite che ha salvato.Bimbi-autistici-dopo-un-vaccino
FORTI LEGAMI DELLA CIA CON BIG PHARMA
Dan Olmsted, possa il Signore concederti la pace in cielo, cosa che ti ha negato questo mondo!
 
Questo rapporto si conclude con un addendum del Servizi Segreto Estero (SVR) che suggerisce e allude che la morte di Dan Olmstead è direttamente legata alla CIA a causa del legame tra questa agenzia di spionaggio e le aziende di Big Pharma su cui il giornalista stava indagando prima della sua morte, al fine di dimostrare che l’autismo era solo la punta dell’iceberg di una cospirazione di massa per controllare la mente e i corpi delle persone, mediante farmaci al fine di mantenerli docili, o come il farmaco Lariam ha fatto, rendoli assassini.
DOCUMENTO (Sintesi, titolo e sottotitoli di Valdo Vaccaro)

Sconvolgente: autorizzate in Australia vaccinazioni di massa per mezzo degli aerei

Sconvolgente notizia dall’Australia: una nota multinazionale farmaceutica è stata autorizzata a irrorare due terzi del territorio australiano con un agente patogeno del colera geneticamente modificato
Una inquietante notizia ci è arrivata dall’Australia, dove pare che sia imminente un’operazione di vaccinazione di massa della popolazione per mezzo di aerei.
Lo scorso 4 Dicembre i media australiani hanno infatti annunciato che la PaxVax, una nota industria farmaceutica specializzata nello studio e nella produzione di vaccini e avente sede legale a Menlo Park in California, ha richiesto ed ottenuto dal Department of Health Office of the Gene Technology Regulator (il dipartimento sanitario australiano preposto alle tecnologie geniche) di poter eseguire una sperimentazione su larga scala, una sorta di “immunizzazione di massa”, come i giornali l’hanno definita, mediante l’utilizzo di aerei equipaggiati con tecnologie di aerosol.
Scopo ufficiale e dichiarato di questa operazione è la sperimentazione di un vaccino contenente il batterio del colera geneticamente modificato, un vaccino che sarebbe finalizzato quindi a combattere il colera.
 
Il Vibrio Cholerae è l’agente eziologico della gastroenterite nota come Colera, una patologia solitamente legata al consumo di acqua contaminata. Esso si trova generalmente in ambienti acquatici nelle zone tropicali e pare che sia stato isolato in alcune aree dell’Australia del Nord. Eppure questa operazione non riguarderà le limitare aree in cui tale agente patogeno è stato rilevato, ma interesserà gli interi stati del Queensland, del South Australia, del Victoria e della Western Australia, vale a dire oltre i due terzi dell’immenso territorio australiano. Resterebbero infatti esclusi dalla sperimentazione soltanto gli stati del New South Wales e i Territori del Nord, curiosamente proprio quelli dove il Vibrio Cholerae sarebbe stato individuato.
 
Il test avrà la durata di un anno e la stampa australiana rassicura la popolazione dichiarando che la PaxVax garantirà un certo numero di misure di controllo “per limitare la diffusione e la persistenza del vaccino transgenico al fine di non danneggiare la flora e la fauna delle aree interessate”.
Sembra fantascienza, ma purtroppo non lo è. Si tratta di una inquietante ed allarmante realtà.
Mi chiedo come sia possibile che le autorità politiche e sanitarie australiane abbiano concesso ad una multinazionale farmaceutica privata, per di più statunitense, di poter testare un vaccino “geneticamente modificato” su oltre due terzi del territorio australiano e con l’impiego di mezzi aerei.
Milioni di persone saranno esposte a questo agente patogeno geneticamente modificato che verrà irrorato dal cielo e che si depositerà ovunque, venendo assorbito anche dagli animali e dalla vegetazione e penetrando nelle falde acquifere.
Come rileva il sito Beforeitnews.com, già in passato negli Stati Uniti ed altrove sono state condotte svariate campagne per vaccinare il bestiame tramite la dispersione di involucri contenenti il “prodotto” che venivano dispersi da aerei. Ma in quei casi anche la popolazione fu “vaccinata” a sua insaputa. Questa volta invece pare che sia proprio la popolazione il vero obiettivo di questa “vaccinazione forzata”.
Sappiamo bene che, mediante l’irrorazione aerea, vengono costantemente diffuse da anni nei nostri cieli sostanze tossiche altamente inquinanti e metalli pesanti, e che questo avviene con la consapevole complicità delle nostre autorità politiche e sanitarie, che ne sono perfettamente al corrente e che fanno di tutto per nasconderlo all’opinione pubblica e ai mezzi di informazione. Temo quindi  che, con la scusa dell’irrorazione per via aerea di presunti vaccini sperimentali, si stia tentando di dare una parvenza di legittimità alla dispersione aerea di qualsiasi altra sostanza, dal momento che questo intenso traffico aereo (formalmente non autorizzato) è ormai sotto gli occhi di tutti.
Già nel 2006, in uno studio realizzato per la Yale School of Public Health da Michael Greenwood, intitolato “L’irrorazione aerea riduce efficacemente l’incidenza del virus del Nilo Occidentale tra gli esseri umani”, si tentava di convincere l’opinione pubblica dei presunti benefici a fini sanitari delle tecniche di aerosol. In questo studio infatti si affermava (sempre in relazione al virus del Nilo Occidentale) che “l’incidenza della malattia può essere significativamente contenuta attraverso lo spargimento aereo (sic!) di appositi antidoti su vasta scala”.
L’operazione in atto in Australia appare ancora più inquietante se si va a vedere che cos’è la PaxVax, una potente multinazionale farmaceutica che ha tratto enormi profitti negli ultimi anni dalla creazione e dalla commercializzazione dei vaccini per l’influenza aviaria e per altre presunte pandemie. Nella home page del suo sito si legge infatti quanto segue:
“PaxVax is a privately held, fully integrated vaccine company, based in Menlo Park, California, USA. Established in 2007, in response to the global threat of the H5N1 pandemic, our founders set out to develop and commercialize an innovative vaccine technology in a socially responsible manner for global impact. Our founding principles were to enable geographically distributed manufacturing of affordable, self-administered oral vaccines against infectious diseases such as influenza. Since then, we have expanded our capabilities and technologies to address unmet vaccine needs against endemic diseases in developing countries, for travelers to disease-laden areas and in biodefense. Our clinical stage portfolio today includes vaccine candidates for Cholera, Avian Influenza (H5N1), Anthrax, and HIV.”
Nicola Bizzi 02/05/2017

DOPO I SACRIFICI PER ENTRARE NELL’EURO E I SACRIFICI PER RESTARE NELL’EURO, I SACRIFICI PER USCIRE DALL’EURO

k1426303La cronaca “europea” della scorsa settimana è stata segnata dalle dichiarazioni, poi parzialmente rimangiate, del cancelliere tedesco Angela Merkel su una “Europa a due velocità” da formalizzare già al prossimo vertice di Roma. I media hanno sbrigativamente tradotto le posizioni della Merkel con l’ossimoro di una “doppia moneta unica”, una per i Paesi del nord ed un’altra per i Paesi del sud. Non sono mancati i consueti commenti circa l’influenza della campagna elettorale in Germania su questa presa di distanze della Merkel dalla consueta dogmatica dell’Unione Europea.
In realtà i Tedeschi sono scontenti dell’UE perché gli è stato fatto credere che il crollo dei loro redditi sia causato dalla necessità di sacrificarsi per soccorrere i cosiddetti PIIGS. Dato che così non è, alla Merkel basterebbe consentire un aumento dei salari in Germania per fare tutti contenti, all’interno come all’esterno. Un aumento della domanda in Germania stimolerebbe l’economia dei Paesi UE più in difficoltà ed il contestuale aumento del costo del lavoro nella stessa Germania renderebbe le merci tedesche un po’ meno competitive, diminuendo così il destabilizzante surplus commerciale tedesco.
Ma ciò non accadrà, poiché l’UE non era affatto nata per favorire l’integrazione economica dell’Europa. Gli interessi erano soltanto finanziari e militari. La deflazione causata dall’euro rende più forti i creditori nei confronti dei debitori, e quindi va a favore delle multinazionali finanziarie. Gli USA sono stati determinanti nella nascita dell’euro e nella sua conservazione, poiché l’euro consente di compattare in funzione anti-russa Paesi che, come l’Italia, rischiavano di farsi risucchiare economicamente nell’orbita della Russia. Sino a qualche anno fa gli USA erano disposti a pagare il prezzo salato che l’euro comportava in termini di depressione dell’economia mondiale. Pare che non siano più disposti oggi, dato che le merci tedesche hanno invaso il mercato statunitense a causa della sottovalutazione dell’euro rispetto all’effettivo potenziale dell’economia della Germania. D’altro canto il presunto “disimpegno” americano in Europa potrebbe davvero cambiare qualcosa? E’ vero che gli USA non sono riusciti a mettere Putin all’angolo, che i costi dei loro impegni militari sono mostruosi, ma sembra esserci la necessità di una riorganizzazione della gerarchia internazionale senza la quale il “protezionismo coloniale” avrebbe qualche difficoltà. Senza una ostentazione di forza militare da parte degli USA, altri paesi potrebbero rispondere a loro volta col protezionismo. Certo è che l’UE e l’euro sarebbero travolti non tanto dai dazi ma da una svalutazione del dollaro che, per ora, non è arrivata.
Non sarebbe comunque la prima volta che gli USA distruggono ciò che essi stessi hanno creato perché non gli fa più comodo. Nel 1919 il presidente USA, Woodrow Wilson, impose la nascita della Jugoslavia per impedire all’Italia il controllo del Mare Adriatico. Per sostenere la sua posizione Wilson non esitò ad accusare l’Italia di imperialismo (per la serie del bue che dice cornuto all’asino). La stessa Jugoslavia negli anni ‘90 è stata poi distrutta dagli USA in concerto con la Germania e, grazie ad una notevole manipolazione mediatica, anche le “sinistre radicali” furono indotte a plaudire al “risveglio etnico” che dissolveva Stati che erano apparsi prima inamovibili.
Pur collocata dagli USA sul maggiore scranno della UE, la Germania non ha mai mostrato di credere realmente in questa costruzione. Nel 2003 tramontava l’illusione del governo francese di poter usare l’euro per acquistare direttamente materie prime sui mercati internazionali, poiché l’invasione USA dell’Iraq servì appunto a punire Saddam Hussein per il fatto che vendeva petrolio in cambio di euro invece che di dollari. Nello stesso 2003 il governo tedesco lanciò il piano Hartz per ridurre i salari in Germania. Il governo tedesco non si accontentava quindi del vantaggio che l’euro consentiva alle merci tedesche, ma apriva addirittura una corsa a comprimere il costo del lavoro in modo da accumulare il maggior surplus commerciale possibile.
Ciò indica che i governi tedeschi non hanno mai creduto alla sopravvivenza dell’UE e dell’euro; e che l’UE e l’euro, nati come armi da guerra contro la Russia, venivano usati dalla Germania anche per deindustrializzare il suo principale concorrente commerciale, cioè l’Italia, non a caso bersaglio preferito della Commissione Europea. La Germania non deve neanche affannarsi più di tanto per raggiungere il suo scopo, poiché ci pensa la lobby dello spread. La moneta “unica” è infatti un inganno. La moneta è composta di banconote e di debito pubblico, cioè di titoli del Tesoro: nel caso dell’euro le banconote sono controllate dalla Banca Centrale Europea, mentre i titoli del Tesoro sono ancora emessi dagli Stati, che però pagano interessi diversi. In questa tenaglia è stata stritolata la Grecia e si può stritolare l’Italia.
Risulta quindi fuori luogo la sorpresa suscitata dalla minaccia della Commissione Europea di mettere l’Italia in procedura d’infrazione per il famoso “zero virgola due”. La Brexit e CialTrump non hanno per niente indotto Juncker e colleghi a maggiore prudenza e buonsenso poiché la Commissione Europea, e l’apparato che la supporta, non si pongono affatto problemi di sopravvivenza dell’UE, ma ragionano esclusivamente in base agli interessi della lobby dello spread, cioè la lobby di finanzieri internazionali che esige alti interessi sul debito pubblico da Paesi che sono ancora in grado di pagarli, come l’Italia.
L’Unione Europea è un allevamento di lobbisti e costituisce il paradiso delle porte girevoli tra cariche pubbliche e carriere nel privato, ed il tutto è rigorosamente documentato da tempo, con dovizia di dettagli. La porta girevole che ha portato l’ex presidente della Commissione Europea, Manuel Barroso, alla dirigenza di Goldman Sachs dovrebbe costituire una preoccupazione urgente per tutti gli “europeisti”, i quali insistono invece a distrarci con voli pindarici. Ma gli europeisti non esistono, i lobbisti invece esistono, eccome. La delegittimazione delle istituzioni europee è tale che oggi la vera domanda che tutti si pongono è in quali multinazionali finanziarie concluderanno felicemente la loro carriera gli autori della lettera dello “zero virgola due”, Juncker e Moscovici.
 
A proposito di lobbisti mascherati, ci si è chiesti da più parti come si collochi l’ultima sortita del Super-Buffone di Francoforte in questo contesto di sfaldamento dell’UE. Mario Draghi farnetica di trecentoquaranta miliardi di euro di tangente da versare per permettere all’Italia di uscire dall’euro, quando ormai sarebbe evidente che è l’euro che sta uscendo dall’Europa.
 
La farneticazione del presidente della BCE contiene comunque un messaggio recondito, e cioè che la vita dell’euro dovrà perpetuarsi oltre la sua morte, con una scia di ulteriori sacrifici da imporre a lavoratori e risparmiatori.
La risposta immediata a Draghi dovrebbe essere quella di sottrarre il debito pubblico ai cosiddetti “mercati” (cioè la lobby dello spread) per usare i titoli del Tesoro solo all’interno, per effettuare i pagamenti della Pubblica Amministrazione e per mettere al sicuro il risparmio delle famiglie. Si tratta di una vecchia proposta, ripresa qualche giorno fa – non si sa quanto seriamente – anche dalla Lega. A rendere improbabile una tale misura di autonomia finanziaria non sono soltanto gli enormi rischi personali di chi dovrebbe adottarla, ma anche il fatto che lo spread e l’austerità si avvalgono di una lobby interna, tutta italiana, che lucra sugli alti interessi del debito pubblico, sul credito al consumo (e sul relativo recupero crediti), sul caporalato istituzionalizzato, sulle privatizzazioni e sull’intermediazione per la svendita all’estero dei patrimoni immobiliari. 09/02/2017

La lista degli amici fidati di Soros nel parlamento europeo

fossero solo questi. Per fortuna che siamo pieni di filantropi che si adoperano per il benessere dei popoii. Si vede.
 

Con parole sue: pubblicato dalla Opens Society,   la fondazione-ombrello del miliardario big-soros-kyenge-cofferati-spinelli-828131-300x200ebreo Soros, intitolato ,  Reliable allies in the European Parliament (2014-2019), ossia “Alleati fidati nel parlamento europeo”
Il fascicolo riferisce  i nomi di 226 deputati (su 751) “amici” di Soros e delle sue battaglie radicali, globaliste, anti-sovraniste e anti-Russia.  Per ciascuno, i tirapiedi stipendiati di Soros forniscono una scheda: paese, partito politico, commissioni a cui partecipano, centro d’interesse sui quali possono essere “utili” e sono disposti a farsi “coordinare”.
Ad una prima rapida scorsa, salvo errori ed omissioni dovuti alla fretta (sto partendo per Roma alla manifestazione organizzata da Giulietto Chiesa contro la censura di Stato ai blogger), fra gli italiani vedo, senza sorprese,
 
COFFERATI Sergio Gaetano (Italy, S&D) ………………………………………… 62
Il ben noto sindacalista CGIL
 
KYENGE Kashetu (Italy, S&D) …………………………………………………………… 65
La ben nota razzista nera congolese
SCHLEIN Elena Ethel (Italy, S&D) ……………………………………………………… 67
SPINELLI Barbara (Italy, GUE/NGL) …………………………………………………. 68
La ben nota figlia di Altiero Spinelli “europeista”   comunista
VIOTTI Daniele (Italy, S&D) ……………………………………………………………….. 68
MORGANO Luigi (Italy, S&D) ……………………………………………………………. 65
DE MONTE Isabella (Italy, S&D) ……………………………………………………….. 63
Benifei Brando Maria
PANZERI Pier Antonio (Italy, S&D) …………………………………………………..
GUALTIERI Roberto (Italy, S&D) ……………….
MOSCA Alessia Maria (Italy, S&D) ……………………………………………………. 66
GUALTIERI Roberto (Italy, S&D) ………………………………………………………. 64
GENTILE Elena (Italy, S&D) ………………………………………………………………… 64
 
Istruttivo il gran numero – 13 –di “amici di Soros” nel Gruppo di Visegrad,  dove  dovrebbero stare dalla parte opposta alle istanze dello speculatore globalista.   Si nota anche come la  Opens Society sia  molto attiva in Ungheria, dove sta mobilitando una  spontanea “primavera” per rovesciare il governo di Viktor Orban. Molti siti di informazione ungheresi hanno ricevuto aiuti finanziari da Soros, fra cui 444.hu che ha ricevuto 49.500   dollari.
Buona lettura. Ci si rivede fra qualche giorno.
 
di Maurizio Blondet – 01/03/2017 Fonte: Maurizio Blondet

l’Ue ha votato: meno democrazia. E più favori alle lobbies.

proprio l’Europa dei popoli

Strasburgo approva in sordina il «Corbett Report»: con la scusa di velocizzare la produzione di normative, si mettono nuovi ostacoli ai critici di Bruxelles. E per i deputati sarà più facile rappresentare interessi privati 

Sono mesi che i popoli del Vecchio Continente continuano a rifilare all’Unione Europea schiaffoni su schiaffoni. Dai sondaggi risulta evidente che l’euroscetticismo è ai massimi un po’ ovunque, e gli esiti di tutti i referendum popolari lo confermano. Il messaggio è chiaro: la gente ne ha le tasche piene della burocratica strafottenza di Bruxelles. Già, peccato sia chiaro a tutti tranne che agli euroburocrati. Sapete come rispondono i eurolager-01-680x365capoccia dell’Ue all’ondata di indignazione? Trincerandosi ancora di più dietro ai loro privilegi, e aumentando oltre ogni limite immaginabile il deficit di democrazia che da sempre caratterizza le istituzioni comunitarie.

Quasi nessuno dei grandi giornaloni internazionali ne ha parlato, ma martedì sera il Parlamento europeo riunito a Strasburgo ha approvato a maggioranza una proposta presentata dall’eurodeputato di centrosinistra Richard Corbett. Si tratta, in sostanza, di una revisione dei regolamenti dell’Europarlamento, che è stata venduta nei comunicati stampa ufficiali come un passo avanti verso un’era di maggior trasparenza e libertà. Il problema è che, in realtà, si tratta dell’esatto contrario. Tramite piccole modifiche agli articoli delle normative interne, i simpaticoni dell’Ue si sono garantiti ancora più privilegi e hanno reso ancora più complicata ogni forma di opposizione ai diktat comunitari.

La proposta del britannico Corbett – un signore noto per la sua totale opposizione alla Brexit, proseguita anche a referendum avvenuto – è stata ribattezzata «The Corbett Report» e prevede una serie di incredibili novità. Cerchiamo di spiegarle evitando i tecnicismi e aggirando le furbizie da burocrati.

Le assurdità più evidenti riguardano il ruolo delle lobby. Secondo Corbett, la sua proposta aiuterebbe a regolamentare la loro azione. In realtà, si tratta di un enorme favore ai gruppi di pressione foraggiati dalle grandi compagnie. Circa 170 eurodeputati, a oggi, mantengono un secondo lavoro. Alcuni di loro, oltre a sedere in aula, fanno i lobbisti. Tuttavia il piano di Corbett non li obbliga a dichiararsi. Si limita a dire che «dovrebbero farlo», senza imporlo per regolamento. Non solo.

La proposta avrebbe dovuto contenere un passaggio esplicito utile a impedire che gli euro-parlamentari, una volta terminato il mandato, passassero attraverso la proverbiale «porta girevole» diventando lobbisti a tempo pieno. Bene, tale articolo è stato stralciato. Chi dobbiamo ringraziare per questo? Il signor Martin Schulz, presidente del Parlamento. Secondo vari osservatori è stato proprio lui, il giorno prima del voto in aula, a eliminare il passaggio dal regolamento, facendo un enorme regalo ai suoi colleghi e, ovviamente, alle lobby.

Poi, a peggiorare il quadro, arrivano altri e più inquietanti aggiornamenti. Anche qui, il diavolo si nasconde nei dettagli e nei cavilli. Con la scusa di «velocizzare» la produzione di normative, Corbett ha introdotto una razionalizzazione delle procedure di voto. Invece di aumentare i giorni di lavoro dei parlamentari, ha preferito introdurre regole che impongono un limite agli emendamenti e ai voti da parte dei vari gruppi del Parlamento.

Facciamo qualche esempio. Prima, tutte le leggi proposte dalla Commissione Ue (cioè un organismo potentissimo e non eletto) dovevano passare attraverso il vaglio dell’Europarlamento. I deputati avevano a disposizione tre tornate di dibattito, e potevano ogni volta presentare emendamenti. Ora, nella gran parte dei casi, le proposte della commissione dovranno essere sottoposte a una sola lettura da parte dei deputati.

Ci sono inoltre limitazioni al cosiddetto «voto registrato», di modo che i deputati possano mantenere il segreto sulle loro scelte.

Non basta: è prevista una lunga serie di limitazioni alla presentazioni degli emendamenti e delle interrogazioni scritte (alcune delle quali vengono spiegate da Isabella Adinolfi nell’intervista che pubblichiamo in questa pagina). Secondo Paul Nuttall, rappresentante dell’Ukip, l’approvazione del Corbett Report è «una mossa esplosiva e pericolosa da parte dei grandi gruppi del Parlamento europeo, perché riduce la visibilità pubblica di importanti voti legislativi e trasferisce enormi quantità di potere decisionale nelle segrete stanze. Anche se, in apparenza, si tratta di una proposta tecnica, essa comporta che sempre di più la produzione legislativa sarà accelerata, senza prevedere un adeguato dibattito pubblico sui cosiddetti “colloqui a tre” tra Commissione, Consiglio e Parlamento».

A parere dell’eurodeputato britannico, «ci saranno meno voti visibili al pubblico, e i gruppi politici più piccoli, la maggior parte dei quali euroscettici, avranno meno possibilità di apportare modifiche alle leggi».

Eccola, la risposta dell’Unione Europea alle sollevazioni popolari: ancora più chiusura, ancora meno spazio al dissenso, ancora più concentrazione di poteri nelle mani di organismi non eletti. Il tutto, ovviamente, confezionato in nome dell’efficienza e della trasparenza. Più i popoli si oppongono, più gli eurocrati stringono la presa.

La Verità 15 dicembre 2016 di FRANCESCO BORGONOVO

http://www.maurizioblondet.it/lue-votato-meno-democrazia-piu-favori-alle-lobbies/