Quando I padroni del “Pensiero Unico” danno ordine di bruciare le librerie

Libreria-data-alle-fiamme-1Libreria data alle fiamme
Ancora una volta un episodio di intolleranza violenta contro la cultura non conforme: il Circolo culturale con Libreria annessa, “La Terra dei Padri” di Modena, è stato dato alle fiamme nella notte di Mercoledì scorso a Modena.
Il Circolo culturale, già dalla sua inaugurazione, nel Gennaio dell’anno in corso, era stato fatto oggetto di intimidazioni, cortei di protesta, invettive e condanne da parte dei partiti e delle associazioni delle sinistra mondialista, con il PDI e l’ANPDI in testa a denunciare il “pericolo fascista”. Questo perchè l’impostazione culturale e politica del Circolo non era allineata a quella del “Pensiero Unico” vigente, in particolare in una zona da sempre gestita dal PD e dai suoi sodali.
Nonostante questa ostilità manifestata, il Circolo, che ospitava una nutrita biblioteca, era andato avanti con le sue iniziative metapolitiche e culturali come conferenze sul conflitto nell’Ucraina e del Donbass, commemorazione della figura del giornalista scomparso Arrigo Grilts, presentazione di libri come l’ultima opera di Sensini sull’ISIS, una piccola fiera dell’Editoria indipendente con esposizione di libri di case editrici non omologate, un convegno sullo Scontro di Civiltà, l’Europa ed il terrorismo, ed altre interessanti iniziative.
Il successo di queste iniziative aveva attirato molte iscrizioni di nuovi soci al circolo e questo aveva sicuramente dato fastidio e di conseguenza, da qualche settore politico, è arrivato l’ordine di far tacere quella fastidiosa voce dissidente.
Puntuale è arrivato l’attacco incendiario alla sede nella notte, attacco che non è difficile supporre che sia stato affidato a qualche gruppo di quelli che agiscono sotto le spoglie di sigle anarchiche o dei centri sociali e che in realtà svolgono la insostituibile funzione di “truppe cammellate” del sistema. Vedi: Modena, incendio doloso alla sede della Terra dei Padri
Non è la prima volta e non sarà l’ultima.
La fase attuale di soppressione del dissenso, a cui si sta rapidamente arrivando, consiste nel silenziare le voci dissidenti sul web, con il pretesto di controllare la rete e” prevenire la diffusione dell’odio” (Boldrini), oppure in altri casi si passa  a bruciare direttamente le librerie ed i circoli culturali dove circolano idee difformi e sono custoditi e venduti al pubblico i libri dissenzienti rispetto al “Pensiero Unico”.
In quel caso il sistema fa ricorso al suo braccio violento, costituito quasi sempre dai “centri sociali” mobilitati per distruggere le librerie o bastonare le persone che siano interessate a divulgare le idee proibite.
Era già accaduto accaduto poco tempo fa anche a Firenze, dove La libreria “Il Bargello” era stata assaltata da un gruppo di venti persone a volto coperto. Gli assaltanti, gridando slogans, avevano distrutto la vetrina ed avevano lanciato all’interno mattoni, bottiglie, petardi. Una ragazza, che lavorava come commessa, era stata aggredita, alcuni scaffali con relativi libri distrutti, e l’azione aveva voluto avere un significato “punitivo” in quanto la libreria era considerata vicina all’area di Casa Pound, in gruppo classificato di estrema destra e che si ispira alle opere del noto poeta e storico del novecento, considerato “eretico” rispetto alla cultura storica corrente. Stesso copione di quando, in precedenza venne devastata la libreria Ritter a Milano o quando in Francia, nel centro di Parigi venne assaltata la libreria “Facta” nel corso di una manifestazione antifascista proclamata “contro l’omofobia e le forze reazionarie”. Tanto meno fu espressa alcuna riprovazione dalle autorità pubbliche, quando un gruppo di assalitori incappucciati distrusse più di un anno prima la libreria Europa a Barcellona.
Libri dati alle fiamme a Modena
Tutti episodi che rendono l’idea del clima di intolleranza e di totalitarismo culturale che si è diffuso in questi anni in Europa.
La sinistra mondialista utilizza questi gruppi quando deve affidare a qualcuno il “lavoro sporco” mentre ufficialmente condanna queste azioni ma in modo subdolo le istiga, lanciando anatemi contro presunti circoli che propagano idee si stampo “fascista”. Il solito vecchio gioco del sistema di potere: la sinistra, oggi palesemente al servizio del grande capitale sovranazionale, maschera la sua subordinazione ai grandi poteri dietro la cortina fumogena dell’antifascismo.
Circolo culturale in fiamme a Modena
Quando poi accade che il fascismo compare davvero in Europa ( e non solo quello finanziario che schiaccia i popoli ed annulla i diritti), come accaduto in Ucraina dove i gruppi neonazisiti di Svoboda e del Battaglione Azov nel 2014, grazie al colpo di Stato della CIA, hanno mandato i loro esponenti al governo di Kiev, allora avviene che la sinistra europea si allea con questi e con il governi filo nazista di Poroshenko con il pretesto di bloccare la minaccia della Russia. Tutti quindi sempre al servizio del dominio imperiale USA, della NATO e della grande finanza di Soros e del Cartello dei  Rothshild/Rockefeller/Morgan/Dupont..
Non è un fatto nuovo e si percepiva già da molto tempo che il sistema in Italia ed in tutta l’Unione Europea si va sempre più avvicinando ad un ordine totalitario strisciante dove i grandi media (giornali e TV) sono controllati dai gruppi finanziari che ne sono proprietari, altrettanto avviene per gli Istituti di cultura, per le Università e le cattedre di docenza, dove il controllo è essenzialmente politico, idem per le fondazioni culturali ed le principali case editrici.
 
Libreria data alle fiamme
Tutti gli attori principali, che siano intellettuali, politici ed operatori dell’informazione, si sono ( da molto tempo) accomodati adeguandosi all’ideologia del “politicamente corretto” e del “Pensiero Unico”, essenzialmente globalista e neo liberista in economia (il primato dei mercati), laico, relativista, progressista  in politica (con le varie sfaccettature post ideologiche ) con al centro di questo sistema l’interpretazione della Storia precisamente conforme alla vulgata di regime e la deformazione cognitiva imposta dagli orientatori e opinionisti a libro paga delle centrali di potere.
Presto anche in Italia (come sta avvenendo adesso in Ucraina o in Turchia)  non ci sarà posto per chi dissente e le misure estreme, che le Autorità prenderanno per il “nostro bene”, saranno applicate a chi dissente o a chi sia accusato di collusione con  il terrorismo , a chi critica l’immigrazione, il multiculturalismo, le guerre della NATO, le coppie gay,il gender nelle scuole, a chi contesta l’unica religione ammessa ed i concetti base del Pensiero Unico.
Prepariamoci per il mondo che verrà, quelli delle librerie che bruciano sono i primi bagliori del prossimo futuro che ci predispone il super potere finanziario.
Mag 26, 2017 di Luciano Lago

Zajárova sfida giornalista della CNN: “Adesso faccia un ‘servizio onesto’ sul bambino di Aleppo”

AmamnpourAmampour della CNN ed il bambino siriano
La portavoce del ministero degli Esteri russo ha dichiarato che i giornalisti della catena televisiva statunitense “sono stati colto in flagrante” e ora “devono rispondere.”
La portavoce del ministero degli Esteri russo, María Zajárova, ha affermato che le dichiarazioni del padre di Omran Daqneesh, il ‘bambino di Aleppo’, che ha accusato la stampa occidentale di “sfruttare” il figlio a scopo di propaganda, quando nel mese di agosto 2016 vari media comunicazione pubblicarono immagini del bambino insanguinato. La diplomatica russa ha ricordato che la giornalista Christiane Amanpour della CNN ha mostrato queste foto al ministro degli esteri russo Serguéi Lavrov durante un’intervista e ha chiesto cosa avrebbe potuto dire alla famiglia del ragazzo.
“Dal momento che Christiane Amanpour ha iniziato quella storia … Adesso si può anche avere il coraggio e l’etica professionale per portarla al termine. Vai a Aleppo, in Siria, vai a trovare la famiglia del bambino e fai un servizio veramente onesto e non falsa, come sanno fare alla CNN “, ha spiegatoZajárova.
“Potresti fare domande difficili, fare un vera e proprio reportage su questo bambino su come i media statunitensi hanno manipolato la sua immagine e il suo destino. Non solo il destino della sua famiglia, ma il destino di tutta la Siria per anni”, ha sottolineato.
Maria Zajarova portavoce russa
 
La portavoce ha ammesso che “è comodo diffondere una storia falsa sulla CNN”, ma ha anche aggiunto che i suoi reporter “sono stati colti in flagrante” e ora “devono rispondere.” “Christiane Amanpour, ti aspettano ad Aleppo”, ha concluso.
“Tutto quello che voglio è essere lasciato in pace”
“I nostri giornalisti hanno denunciato uno dei ‘falsi’ più spaventosi sulla Siria”, ha dichiarato il direttore del gruppo RT, Margarita Simonián.
“La prossima volta porteremo con noi Christiane Amanpour e a tutti coloro che lo vogliono. Se avete il coraggio di parlare con Omran e la sua famiglia”, ha affermato.
Un team di Ruptly ha incontrato la famiglia Daqneesh che era tornato ad Aleppo dove cerca di riprendere la sua routine. Parlando a Ruptly, Mohammad Kheir Daqneesh, padre di Omran, ha rivelato che la prima cosa che hanno fatto i ‘Caschi Bianchi’ è stata mettere suo figlio in ambulanza per fotografarlo invece di fornire il primo soccorso.
“Mentre ero impegnato a salvare la mia famiglia”, quelle persone hanno “come sfuggiti dalle macerie per utilizzare queste immagini nella loro propaganda”, ha detto Mohammad. Daqneesh ha anche chiarito che il bambino è stato “fotografato senza il mio consenso.” “Hanno anche rasato i miei capelli, ho cambiato il mio nome e per un po’ ho smesso di uscire con lui per proteggerlo da molestie”, ha raccontato Mohammad.
“Tutto quello che voglio è essere lasciato in pace”, ha aggiunto. Tuttavia, ha deplorato il fatto che aveva da poco ricevuto minacce per non aver collaborato con l’opposizione siriana, che lo considerano “un traditore”. Egli ha anche criticato le azioni della Caschi Bianchi, che “lavorano principalmente con la stampa” perché è “uno strumento professionale che stanno utilizzando.”Vedi: Youtube.com/Watch
Giu 08, 2017  Fonte: RT Actualidad

L’attentatore di Manchester era vicino ai servizi segreti inglesi

L’attentatore di Manchester era vicino ai servizi segreti inglesi
Contrariamente alla stampa o ai genitori, Salman Abadi Labidi, presunto attentatore suicida di Manchester, non era un profugo, ma aveva beneficiato di uno dei tanti programmi speciali di protezione dei servizi segreti inglesi. Salman era nato da genitori libici a Manchester nel 1994. Suo padre, Ramadan Abadi, era un ufficiale dei servizi segreti libici, prima di essere reclutato dagli inglesi. La sua copertura fu bruciata accidentalmente da un parente della moglie, Samia Tabal, poco dopo il fallimento di una vasta cospirazione dell’esercito libico per uccidere Muammar Gaddafi. Quest’ennesima congiura contro Gheddafi innescò non solo una delle più grandi purghe nei servizi di sicurezza, ma la dissoluzione delle Forze Armate libiche, sostituite da ciò che Gheddafi chiamò “popolo in armi”, concetto vagamente ispirato ai sistemi svizzeri e svedesi di difesa logistica e che si rivelerà fatale nel 2011, quando la Libia fu attaccata dalla NATO. Fu il servizio segreto inglese che si occupò dell’esfiltrazione o fuga della famiglia Abadi dalla Libia. Ufficialmente, Abadi fuggì dalla dittatura di Gheddafi rifugiandosi nel Regno Unito.
Gli Abadi risiedettero prima a Londra, prima di trasferirsi nel sobborgo di Manchester dove risiedette per oltre un decennio. Come molti giovani delle periferie delle città europee, Salman crebbe senza riferimenti e mostrò particolare entusiasmo verso la cosiddetta “primavera araba” al punto di voler unirsi ai ribelli libici. Ciò naturalmente attirò subito l’attenzione dei servizi segreti inglesi responsabili della perlustrazione della periferia cercando candidati disposti a sacrificarsi in battaglia contro i nemici di Sua Maestà, in nome di Allah. L’attentatore suicida che ha colpito il concerto pop di Manchester causò 22 morti e 50 feriti, secondo un rapporto delle ultime ore. La polizia inglese rivelava rapidamente l’identità del presunto terrorista, suggerendo che non fosse solo conosciuto, ma supervisionato dagli agenti che seguivano l’ambiente da cui proveniva. Questi dettagli non sono stati trasmessi dai media europei e probabilmente non lo saranno mai. La ragione di Stato lo chiede.
Traduzione di Alessandro Lattanzio – SitoAurora
 consultare il link alla fonte in fondo per visionare le numerose foto di cui l’articolo seguente è corredato
Secondo una fonte della sicurezza, l’FBI avvertì l’MI5 che Salman Abadi pianificava un attentato in Gran Bretagna nel gennaio 2017. Pensavano che volesse assassinare un politico. L’MI5 esaminò ma non trovò niente“. Daily Mail
Sembra che Salman Abadi fosse protetto dall’MI5? In questa foto di ‘Salman Abadi’, sono stati rimossi i suoi “gestori dei servizi di sicurezza”?
Alcuna traccia di un zaino? Nell’attentato di Boston, lo zaino con una bomba che sembrava appartenesse ad un agente della polizia privata Craft.
Il capo della polizia di Manchester Michael Todd, stava conducendo un’indagine sulle attività illegale della CIA e connessi. Michael Todd fu trovato morto in circostanze misteriose.
Peter Walker sostiene che un gruppo di misteriosi uomini in abito scuro, ritenuti dei servizi di sicurezza, fu visto ai piedi di Monte Snowdon dopo che fu trovato il corpo di Todd. Un misterioso elicottero Chinook apparve al di sopra del luogo. Il capo della polizia “suicida”: Perché non ci hanno chiamato prima del salvataggio?
La versione originale di ciò che è successo a Manchester: Secondo The Times, i video CCTV mostravano Salman Abadi collocare una valigia sulla scena dell’esplosione. ‘Una madre’ ha detto che l’attentatore indossava una giacca rossa brillante. L’attentatore suicida Abadi agiva da solo e non faceva parte di un gruppo terroristico. Abadi usò una bomba artigianale. Furono trovati i “possibili residui del tronco di Abadi“, identificati dal suo bancomat.
Dopo le fughe dagli USA spuntò una seconda versione di ciò che è successo a Manchester: la bomba era in uno zaino Karimor e non in una valigia. L’attentatore aveva un vestito scuro e faceva parte di un grande gruppo. L’attentatore usò una bomba sofisticata, creata da un esperto e telecomandata. Abadi non doveva essere sulla scena del crimine. Crimine di Stato e attentato al Manchester Arena.
In una versione, Salman Abadi si dedicava a droghe, alcol e feste. In un’altra versione era un sostenitore puritano dello SIIL. Il falso di Manchester
Le immagini dei video CCTV rilasciate dalla polizia, che presumibilmente mostrano Salman Abadi da qualche parte nel mondo, il 22 maggio 2017. La polizia di Manchester si dice che sia la “banda più grande in Gran Bretagna”. I servizi di sicurezza inviarono libici da Manchester in Libia per combattere Gheddafi. Salman Abadi e suo padre aiutarono la CIA a rovesciare Gheddafi in Libia.
 
Secondo Daily Mail, lo zio dei terroristi di Boston, Ruslan Tsarnaev, era sposato con la figlia del funzionario della CIA Graham Fuller e conviveva con il funzionario della CIA.
 
L’atrocità del Manchester Arena è simile alla strage di Bologna. Secondo un documentario della BBC, i servizi di sicurezza (CIA e affini) effettuarono la strage di Bologna nell’ambito dell’operazione Gladio.
 
L’operazione CIA-Mossad Gladio-B implica l’impiego di musulmani. Operazione Gladio-B
Il padre di Salman Abadi si presume fosse in contatto con Abu Qatada, un agente dell’MI5.
Harun Rashid Asuat fu indicato quale autore degli attentati di Londra del 7 luglio. Le autorità dichiararono che telefonò a due degli attentatori del 7 luglio. Dopo che Asuat fu consegnato alla polizia inglese, Scotland Yard affermò, il 7 agosto 2005, che i detective non erano interessati a parlargli degli attentati di Londra. Secondo quanto riferito, Asuat lavorava per l’MI6. Wikipedia/Agenti del Mossad?
Anwar al-Awlaki di al-Qaida era nato negli USA. Fu cappellano presso la George Washington University, e venne reclutato dalla CIA. Il 21 ottobre 2010, Anwar al-Awlaki dial-Qaidafu invitato al Pentagono per un pranzo, dopo l’11 settembre 2001. Nel 1996 e nel 1997, al-Awlaki fu arrestato a San Diego per istigazione alla prostituzione.
 
Il presidente Mubaraq, dopo il massacro di Luxor, dichiarò: “Ci sono responsabili dei crimini condannati (in Egitto) e che vivono su suolo inglese“. Zawahiri/Agenti del Mossad?
Chi sono i responsabili del “terrorismo”? Israele è governato da terroristi? Mossad ed affini hanno sempre impiegato molti musulmani che possono essere sedotti da denaro e sesso, o intimiditi o controllati. Il Regno Unito ha più di un nemico? Quali collegamenti ha la famiglia di Salman Abadi con la CIA? Nel 1946 i terroristi ebrei tentarono di bombardare la Camera dei Comuni con un aereo. La Camera dei Comuni fu salvata quando la polizia francese scoprì che membri della banda Stern si preparavano a sorvolare il canale su un aereo con una grande bomba. BBC
Intelligence declassificata dimostra che dopo la Seconda Guerra Mondiale, la priorità principale dell’MI5 era il terrorismo dei gruppi ebraici Irgun e Banda Stern. I terroristi ebrei erano sostenuti da eminenze negli USA che vedevano la Gran Bretagna come potenza rivale. Il 22 luglio 1946, l’Irgun bombardò l’hotel King David a Gerusalemme che ospitava funzionari inglesi e la sede dell’esercito inglese in Palestina. 91 persone morirono. I sionisti amano compiere i loro attentati il 22 di ogni mese. Nel novembre 1944 la Banda Stern assassinò il ministro Lord Moyne. Nel marzo 1947, l’Irgun bombardò il Colonial Club di Londra. Nell’aprile 1947 l’Irgun mise una bomba all’ufficio coloniale di Londra. Nel giugno 1947, la Banda Stern spedì varie lettere-bomba in Gran Bretagna. Marvin Paice e Clifford Martin, due sergenti inglesi, furono impiccati dall’Irgun. A metà giugno 1946, l’Irgun bombardò cinque treni e 10 degli 11 ponti nella Palestina controllata dagli inglesi. Nell’ottobre 1946, l’Irgun bombardò l’ambasciata inglese a Roma. Tra fine 1946 e inizio 1947, l’Irgun effettuò attentati sulle strade militari inglesi nella Germania occupata. Come l’estremismo sionista divenne il peggior nemico delle spie inglesi/L’impero segreto di Calder Walton
L’esercito inglese ospitava ebrei membri dell’Irgun e della Banda Stern. MI5 e MI6 avevano ebrei sostenitori d’Israele. Lord Victor Rothschild lavorò per MI5 e MI6 e si dice avesse consegnato segreti ad Israele. Il governo inglese aveva ebrei che sostenevano Israele. Si può dire che, gradualmente, gli ebrei sionisti e i loro alleati hanno influenzato le istituzioni chiave del Regno Unito, compresi i media. Si dice che gli ebrei sionisti e i loro alleati controllino i capi islamisti. I segretari degli interni ebrei permisero a numerosi musulmani di entrare nel Regno Unito. I membri dell’IRA, come Robert Briscoe, sostenevano i terroristi ebraici.
 
 
Kennedy e Briscoe, al centro
 
Paul Cruickshank della CNN suggeriva la possibilità che l’attentato al Manchester Arena fosse un attacco False Flag. Gli attentati sotto falsa bandiera sono indagati da storici come il dottor Daniel Ganser. Daniel Ganser spiega che i governi occidentali hanno compiuto molti attentati sotto falsa bandiera. L’agente della Gladio di CIA-NATO Vincenzo Vinciguerra spiegò la “strategia della tensione” di Gladio in una testimonianza giurata, dicendo: “Devi attaccare civili, persone, donne, bambini, inermi, sconosciuti lontani da qualsiasi gioco politico… per costringere il pubblico a rivolgersi allo Stato per chiedere maggiore sicurezza. Questa è la logica politica dietro tutti i massacri e gli attentati rimasti impuniti, perché lo Stato non può condannarsi o dichiararsi responsabile di ciò che è accaduto“. Gli eserciti segreti della NATO collegati al terrorismo. Bruxelles; Mossad, CIA False Flag/ L’attentato di Berlino e la strana morte di Anis Amri / Attentato a Parigi, Psy-op di Gladio
Un ‘ufficiale dell’antiterrorismo libico’ Ahmad bin Salam, affermava che Salman Abadi telefonò alla madre e le disse “perdonami”. Salman Abadi chiamò la madre. Non dovremmo fidarci di un funzionario libico che potrebbe lavorare per la CIA. Furono CIA e Mossad a distruggere la Libia con la loro primavera araba, per far cadere Gheddafi. La famiglia di Salman Abadi lavorerebbe per la CIA e amici.
Abu Anas al-Libi di al-Qaida ha vissuto a Manchester e avrebbe lavorato per l’MI6. (L’MI6 arruolò uomini di al-Qaida) Abu Anas al-Libi ebbe asilo nel Regno Unito e la moglie era un’amica della madre di Salman Abadi. Il padre di Salman Abadi era legato ad al-Qaida. Il segretario di Stato inglese Robin Cook spiegò al parlamento del Regno Unito che al-Qaida è la CIA. Il giornale Scotland on Sunday riferì che Usama bin Ladin lavorò per la mafia ebraica. Si sostiene che Salman Abadi fosse in un appartamento a Granby House poco prima dell’attentato alla Manchester Arena. La polizia di Manchester perquisisce il centro della città. Granby House è nel Gay Village di Manchester. Il Mossad controllava Abadi attraverso un ricatto sessuale?…
L’ex-cattolica Ariana Grande è una supporter della kabbalah ebraica mentalmente controllata? Simbolismo Illuminato e Kabbalah
C’era un momento, quando avevo tre o quattro anni, in cui mia madre pensava che sarei diventata una serial killer“, aveva detto Ariana al Billboard, continuando: “Mi mettevo sempre una maschera da scheletro o da Freddy Krueger“. Daily Mail
Hashim, fratello di Salman Abadi
 
Peter Chamberlin, in Neocon – sionismo fascista, collega il potente sionista Michael Ledeen al terrorismo sotto falsa bandiera che ha colpito Europa ed USA. Il presunto attentatore del Manchester Arena, Salman Abadi, viveva vicino a numerosi libici e a certi “cristiani” che chiaramente lavoravano per la CIA. La connessione Manchester – Libia
Stephen Grey, 31enne di Manchester che prestò servizio nella Royal Air Force e cercò di recarsi in Siria per combattere con lo SIIL, sarebbe controllato dalla CIA.
 
Il rapper Raphael Hostey, 22 anni, di Manchester, si è unito allo SIIL. Reti dei combattenti dello SIIL e delle spose della jihad attive a Manchester.
 
Il padre di Salman Abadi, Ramadan Abadi, sarebbe stato un membro del gruppo combattente islamico libico (LIFG) di Abdalhaqim Bilhadj. Abdalhaqim Bilhadj lavorò per Stati Uniti e NATO nel rovesciare Gheddafi. Il gruppo combattente islamico libico (LIFG) ha una grande presenza a Manchester. Il LIFG è ora collegato all’attentato del Manchester Arena. LIFG lavora per la CIA e i suoi amici. Il governo inglese protegge i terroristi di Manchester. Gli investigatori hanno collegato il presunto attentatore del Manchester Arena Salman Abadi agli attentati di Mossad-CIA a Parigi nel 2015 e a Bruxelles nel 2016.
 
Muhamad Abrini, l’uomo col cappello, collegato agli attentati a Parigi e Bruxelles, è noto per aver visitato Manchester nel 2015. Zaqaria Bufasil avrebbe lavorato per l’MI5. Bufasil finanziò Muhamad Abrini coinvolto negli attentati di Parigi del novembre 2015 e di Bruxelles del 2016. Bufasil gli diede 3000 sterline nel parco Small Heath di Birmingham nel luglio 2015. Bufasil, 26 anni, affermò di essere stato avvicinato dall’MI5, di aver avuto diversi incontri con agenti dell’MI5 e di essere stato pagato dall’MI5. “Le sue affermazioni possono ora essere pubblicate dopo che l’ordine che vieta la menzione dei suoi presunti legami con i servizi di sicurezza è stato revocato dal Kingston Crown Court“. Daily Mail
Perché la famiglia di Salman ha ricevuto asilo nel Regno Unito quando era nota ai servizi di sicurezza. Perché Salman poté viaggiare liberamente tra Libia e Regno Unito? Si può supporre che Salman e famiglia lavorassero per i servizi di sicurezza? Le autorità dissero alla ABC News di aver trovato una sorta di laboratorio per bombe a casa di Salman Abadi e che aveva accumulato abbastanza sostanze chimiche per farne altre. Tuttavia, secondo la polizia inglese, “alcuna apparecchiatura per bombe fu trovata in casa di Salman Abadi”. Daily Mail
Negli attentati ai treni di Londra, gli esplosivi furono collocati sotto i vagoni ferroviari, presumibilmente dai servizi di sicurezza. Un testimone disse che nel suo vagone non c’era nessun musulmano e alcun zaino da dove far uscire una bomba. Bombe a Londra. La bomba del Manchester Arena aveva un sofisticato detonatore telefonico a distanza. Daily Mail. Forse fu fatta esplodere da un agente dei servizi di sicurezza, a qualche distanza.
 
Salman Abadi (terzo da sinistra) e Bilal Ahmad (secondo da sinistra). Salman Abadi frequentava Bilal Ahmad, che ora sconta nove anni di prigione per violenze di gruppo a una studentessa di 16 anni. (Daily Mail) Molti musulmani inglesi lavorano nello spaccio di droga, o per le reti degli abusi ai bambini o per i servizi di sicurezza. Abusi ai bambini di Rotherham – il quadro.
La madre di Salman Abadi, Samia, è una scienziata nucleare con presunti collegamenti con i servizi di sicurezza. Un compagno di classe di Salman Abadi alle superiori, ha detto al MailOnline che Salman Abadi non aveva mai mostrato interesse per la religione. “Era solo un ragazzo normale, che non si era mai distinto”, aveva detto. Un amico disse: “Non ha mostrato alcun segno di radicalismo“. Debbie Smith, 53enne chef che vive di fronte agli Abadi, dichiarava: “Non abbiamo mai avuto problemi con la famiglia. Sembravano abbastanza occidentali, indossavano vestiti occidentali. Le donne non indossavano il velo. Daily Mail. Se Salman Abadi lavorava per lo SIIL, allora lavorava per la CIA, e probabilmente era mentalmente controllato.
 
Joe Dixon, dello SIIL, è di Chatham, Kent. (Daily Mail) Sembra essere stato controllato dai servizi di sicurezza.
 
Max von Oppenheim della famiglia bancaria ebraica, aveva un piano per incoraggiare la violenza religiosa in vari Paesi. Descrisse l’Islam come “una delle nostre armi più importanti”. I mullah furono corrotti con grandi somme di denaro per fargli sostenere la jihad. Max von Oppenheim
 
Negli attentati false flag, i veri testimoni descrivono spesso il presunto aggressore come “normale”, ma i testimoni falsi descrivono il presunto attentatore come “non normale”. Un presunto vicino disse della famiglia di Salman Abadi: “La famiglia è super religiosa… la madre è sempre rimasta in casa e ogni volta che l’ho vista portava il velo”. Daily Mail. Il padre di Salman Abadi, Ramadan Abadi, è un ufficiale di sicurezza dell’aeroporto che si pensa abbia lavorato nell’aeroporto di Manchester. La bomba utilizzata nell’attentato era “grande e sofisticata” creata con materiali non disponibili in Gran Bretagna. Una bomba della CIA o del Mossad? Daily Mail
La prima ministra inglese Theresa May è fortemente pro-sionista. “L’unico modo per combattere una guerra morale è quello ebraico: distruggere i loro siti sacri: uccidere uomini, donne e bambini“, scriveva il rabbino Manis Friedman. Chabad rabbi: gli ebrei dovrebbero uccidere uomini, donne e bambini arabi durante la guerra – Israele News/Haaretz
La polizia ha collegato Salman Abadi all’attentato di Manchester “attraverso un bancomat  trovatogli in tasca”. Ecco cose se ne sa. Negli attentati sotto falsa bandiera, i servizi di sicurezza ‘piazzerebbero’ prove false. I ‘sospetti’ dirottatori dell’11 settembre vivi e vegeti / 11 settembre, i passaporti furono rilasciati dalla CIA
Secondo la NBC News, citando funzionari dell’intelligence degli Stati Uniti, “Abadi si recò in più Paesi, come la Libia, nell’ultimo anno, per addestrarsi con il gruppo terroristico al-Qaida. Va ricordato che la CIA e amici hanno creatoal-Qaidae SIIL.
Gli attentati del 1996 a Manchester. Nel 1973, l’intelligence inglese (MI5 e MI6) infiltrò completamente l’IRA. (Dailymail). Si ritiene che gli agenti dei servizi di sicurezza effettuarono l’attentato del 1996 a Manchester per screditare il movimento repubblicano e spaventare la gente facendole votare la ricca élite. L’MI5 bombardò Londra nel 1973?
Salman Abadi studiava presso l’Università Salford di Manchester. “Gli amici lo ricordano come un buon calciatore, appassionato tifoso del Manchester United e dedito alle canne“. Attentato a Manchester. Si crede che vivesse in Libia.
 
Perché i servizi di sicurezza avrebbero ucciso Saffie Rose Roussos al Manchester Arena?
 
 
Sir Peter Hayman fu il vicecapo dell’MI6. La polizia ha trovato diari in cui Sir Peter Hayman aveva registrato le sue esperienze sessuali con bambini. La polizia aveva anche trovato le lettere ai suoi compari degli abusi. Due riguardavano torture sessuali e infanticidio. Come le dirigenze nascondono i mostri.
Possiamo fidarci dei militari inglesi? Lord Bramall
Da bambino, Paul Bonacci fu rapito dai servizi di sicurezza degli Stati Uniti e costretto a guardare abusi sessuali, torture e omicidi rituali di bambini. Bambini controllati dalle spie/Torture di bambini nelle forze armate statunitensi
Il 22enne Salman Abadi sarebbe il presunto attentatore al Manchester Arena. I genitori di Salman si trasferirono dalla Libia a Londra perché volevano sfuggire al regime di Gheddafi. Salman era nato a Manchester nel 1994. Vi sono notizie che Salman e i genitori fossero tornati in Libia. Salman Abadi
Come nella maggior parte degli attentati false flag, il presunto attentatore suicida “era noto ai servizi di sicurezza“. Lo stragista era  controllato dai servizi di sicurezza? SIIL.
 
 
La prima vittima dell’attentato di Manchester, Georgina Callander, qui fotografata con Ariana Grande due anni prima.
 
Il 22 maggio 2017 c’è stato un altro attentato sotto falsa bandiera nell’Arena di Manchester, dove Ariana Grande cantava.
 
Come accade nelle false flag, i servizi di sicurezza avevano svolto un’esercitazione:
 
Ariana Grande sembra essere controllata dall’élite. Il suo direttore è Scooter Braun.
 
Prima dell’attentato, un account Twitter non verificato pubblicava un tweets con bandiere dello SIIL dagli hashtags #IslamicState e #Manchesterarena. DailyMail
Lo SIIL è controllato dai servizi di sicurezza occidentali. Trump e SIIL
Rita Katz twitta che probabilmente è opera dello SIIL.
Andy Burnham è il neosindaco di Manchester. Burnham ha compiuto l’ultimo viaggio in Israele, sponsorizzato dagli Amici laburisti d’Israele. Manchester ha una grande popolazione ebraica.
 
Dopo l’attentato, si vedono persone fuggire nel panico. Il 22 maggio 2013, Lee Rigby fu ucciso a Woolwich, Londra. Il 22 marzo 2017, un attentato si è ebbe sul Westminster Bridge. (Woolwich False Flag/London Attack False FlagParte 1 e Parte 2
Lo scopo delle operazioni di Gladio, come quello di Manchester, è spaventare la gente e farla votare per i politici dello Stato profondo. Operazione Gladio/Bruxelles; Mossad CIA False Flag Inside Jobs
L’attentato di Manchester potrebbe preparare Theresa May ad invadere la Siria.
 
 
Ex-Assistant Chief Constable di Manchester, Rebekah Sutcliffe. Poliziotta scioccata dal ‘boobgate’. Dovremmo fidarci della polizia di Manchester?
Traduzione di Alessandro Lattanzio – SitoAurora
maggio 23, 2017  Aanirfan

Gentiloni riceve la visita di George Soros a Palazzo Chigi. Un atto di “cortesia”?

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Molti osservatori si sono chiesti quale sia stato il motivo della visita effettuata “riservatamente” da George Soros al premier Gentiloni lo scorso 3 di Maggio a Palazzo Chigi, proprio in un momento di polemiche e sospetti che coinvolgono, guarda caso, alcune delle ONG da “trasporto express” migranti, che sono finanziate da Soros attraverso la sua “Open Society Foundations (OSF), capofila delle iniziative “filantropiche” del magnate.
Le visite fatte di Maggio potrebbero avere lo scopo di “fare coraggio” , come recita un vecchio adagio e sopratttutto, quando sono fatte dai grandi pluri miliardari (e Soros è uno di questi) ad un paese indebitato, privo ormai di sovranità e quasi in bancarotta come l’Italia.
 
Dopo il segnale di “dominio”, vistosamente dato della mano di Trump sulla spalla di Gentiloni, in occasione della visita di questi a Washington, poteva mancare al conte Gentiloni, primo ministro (nominato) del Governo Italiano, una visita “di cortesia” di George Soros? No, certo che no.
 
Puntualmente questa visita è avvenuta e non ci è dato sapere se dovuta ad un moto spontaneo del magnate di origine ungherese o se fosse un appuntamento prefissato nell’agenda del primo ministro italiano.
Bisogna sapere che George Soros, nonostante la sua veneranda età di 87 anni, è ancora molto attivo e, tra le sue attività, oltre ad aver cofinanziato (in perdita) la campagna di Hillary Clinton negli States, assieme ai sauditi ed alle banche di Wall Street, è da anni un personaggio centrale nella campagna di finanziamento dell’immigrazione clandestina in Europa, come da lui stesso ammesso pubblicamente, tanto che il premier ungherese Viktor Orban gli ha dichiarato apertamente guerra, trovando il sistema di imbrigliare le sue ONG che operano in Ungheria e mettendo sotto inchiesta l’Università di Soros, una Università privata da cui escono i “globe trotter” del globalismo radicale formati dai guru di Soros.
Possiamo immaginare che Soros, disponendo di un patrimonio valutato in circa 25,2 miliardi di dollari (ufficialmente), sia alla ricerca di buoni affari di investimento da realizzare in Italia, visto che risulta avere già in mano uno studio approfondito sull’Italia fatto dal suo advisor Shanin Vallèe, che riguarda non soltanto gli aspetti finanziari ma anche quelli economici, industriali e di assetto politico del paese.
Inoltre Soros non solo opera a titolo personale o con la propria struttura, ma risulta anche fondatore del fondo “Quantum Group of Funds” e, soprattutto, advisor di “Blackrock”, uno dei colossi dell’investimento made in Usa, particolarmente esposto sull’Italia, che possiede di partecipazioni per quasi 2 miliardi nel sistema bancario come anche nelle società quotate sul listino principale, a partire da Eni, Enel, Generali, Telecom Italia, Mediaset e così via.
Soros potrebbe essere stato interpellato da Gentiloni e da Carlo Calenda per quelle svendite del patrimonio pubblico che consentirebbero al Governo di fare un pò di cassa per ridurre il debito e rientrare nei parametri richiesti da Bruxelles. Una ipotesi molto probabile, secondo vari osservatori.
 
D’altra parte si sapeva che, prima o poi, con il ricatto del debito e del declassamento del rating, l’Italia dovrà cedere almeno qualcuno dei suoi “gioielli” rimasti, che sia l’ENI, l’Enel, le Poste Spa, la Telecom o altro. Questo prima di arrivare a parcellizzare anche le isole, le coste e parte del territorio italiano per ripagare il debito.
Territorio italiano sul quale stanno sbarcando centinaia di migliaia di migranti provenienti dalla Libia ed in buona parte trasportati sulle navi delle ONG di proprietà di Soros. Questo non può essere trascurato e sicuramente sarà al centro dei colloqui di Soros con il Governo Gentiloni che avrà cura di ringraziare Soros per la sua “preziosa” collaborazione nell’invio di tante importanti “risorse” che avranno il compito di ripopolare l’Italia, rialzare il tasso demografico del paese, pagare le pensioni agli anziani e omologare l’assetto sociale secondo le direttive delle centrali di potere sovranazionale a cui Soros è stretttamente collegato.
 
A questo proposito possiamo immaginare che il Governo Gentiloni assicurerà a Soros tutta la collaborazione e prometterà, tramite il Ministero della Giustizia, il prossimo trasferimento del fastidioso magistrato, capo della Procura di Catania, Carmelo Zuccaro, che ha osato metter in dubbio l’operato delle ONG di Soros e creato qualche intralcio alla “meritevole” attività di invasione migratoria che le ONG stanno così efficacemente svolgendo. Un trasferimento in Sardegna o un collocamento in pensione anticiapata al dr. Zuccaro, possono essere i sistemi per neutralizzare il magistrato impiccione.
Se poi ci dovessero essere altri intralci a questo piano di invasione programmato da Soros e dalle centrali di potere transnazionali, allora ci sono altri metodi già sperimentati che consentono di eliminare gli elementi dissidenti (stesse attento Salvini e gli altri come lui).
 
Quindi ricapitolando, la visita di Soros ha molteplici obiettivi:
1)assicurarsi del buon funzionamento del piano di invasione migratoria programamto sull’Italia,
2)verificare possibilità di investimenti profittevoli (esentasse) da parte dei fondi finanziari di proprietà di Soros,
3)articolare un “report” sulla situazione delle banche italiane e dei debiti irrecuperabili per valutare se acquisire alcuna delle banche più esposte, magari con pochi spiccioli (sembra che i Governo stia perorando la causa del Monte de Paschi di Siena).
 
Questi ed altri motivi hanno consigliato al premier Gentiloni di non dare troppa pubblicità alla visita del magnate/filantropo ed inoltre Gentiloni si riserva, nel caso qualche trattativa con i fondi di Soros andasse in porto, di dare lui per primo la buona notizia, cosa che servirebbe anche a fortificare la sua posizione politica di fronte ad un Matteo Renzi che già, come dicono voci di corridoio, avrebbe inviato strani messaggi al premier, del tipo “stai sereno” Paolo.
 
di  Luciano Lago  – Mag 04, 2017

Qualche dubbio sull’Oscar ai caschi bianchi

White-Helmets-girl-repeatDovevano dare loro il Nobel per la Pace; poi forse, presi da un senso di dignità, hanno preferito evitare. Ma c’ha pensato Hollywood a regalare un Oscar ai Caschi Bianchi, la più ambigua e controversa organizzazione umanitaria attiva in Siria.
“White Elmets” prodotto da Netflix, è stato premiato nella Notte delle Stelle come miglior documentario anche se in realtà dovrebbe appartenere alla categoria fiction.
Dei Caschi Bianchi (o Elmetti come spesso vengono chiamati) ne abbiamo parlato  più volte (per esempio qui e qui), svelando alcuni aspetti taciuti dai media: dei loro legami fondativi con i Servizi segreti britannici, dei finanziamenti impressionanti da Usa, Gran Bretagna, Qatar e da altre nazioni impegnate nel “regime change” in Siria (qui il ministro britannico Boris Johnson promette 32 milioni di sterline all’organizzazione); della stranezza di molti loro video manipolati con cinematografica spettacolarizzazione (spesso utilizzando bambini come attori di finti bombardamenti); delle società di marketing che curano il loro brand per il ricchissimo mercato della commozione occidentale; della doppiezza di molti loro volontari che di giorno indossano i Caschi Bianchi e di sera imbracciano AK47, sventolano le bandiere di Al Qaeda e esultano a fucilazioni e decapitazioni (qui una carrellata inquietante di foto che forse ad Hollywood non hanno visto); del fatto (casuale per carità) che la loro attività di eroico volontariato avviene solo nelle zone occupate dai gruppi jihadisti anti-Assad.
Tutte cose ormai risapute.
Ma dopo che George Clooney li ha definiti eroi e si è detto pronto a fare un film su di loro, la macchina della sensibilizzazione artistica e moralista si è messa in moto.
Il documentario
 
Il documentario è in realtà un perfetto prodotto hollywoodiano; 40 minuti di immagini terribili di guerra, di morte e di dolore che si alternano a perfetti copioni recitati da giovani volontari dentro una sceneggiatura incisiva (il giovane papà, il volontario umanitarista, le scene di quotidiana paura, il dolore per la notizia in presa diretta di un parente morto sotto un bombardamento russo, il bimbo salvato e adottato).
 
Difficile capire quale sia il rapporto tra realtà e finzione. La stranezze è che tutti i filmati di guerra presenti nel documentario sono stati girati dagli stessi “Caschi Bianchi” e consegnati ai produttori di Netflix che li hanno assemblati.
Ma se si mette da parte per un attimo l’emozione costruita su una traccia narrativa ed un montaggio praticamente perfetti, rimane l’incredibile operazione di propaganda di questo documentario che ora, dopo la benedizione della Notte degli Oscar, diventerà verità per l’immaginario simbolico occidentale.
White Helmets è costruito per mandare messaggi politici senza che sembrino messaggi politici; una classica tecnica di dissimulazione narrativa: raccontare il dolore e il vero orrore di una guerra spietata per tutti, non solo per qualcuno, e poi infilare il passaggio manipolatorio.
Per esempio nel documentario i giovani “attori” fanno spesso riferimento al loro impegno ad Aleppo e ai drammi generati dall’assedio russo-siriano: “200 raid al giorno ed ogni missile distrugge un intero quartiere”; ma, al di là dell’assurdità della frase, Eva Barlett la giornalista canadese impegnata in importanti reportage in Siria, ha rivelato che ad Aleppo i Caschi Bianchi nessuno li ha mai visti semplicemente perché non ci sono mai stati; e le immagini della popolazione siriana in festa dopo la liberazione della città dai mercenari jihadisti che l’avevano chiusa nell’orrore per anni, smentisce qualsiasi retorica occidentale.
Le scene dei bombardamenti non hanno tempo né luogo: alcune sono vere altre chiaramente costruite; c’è qualche verità in questo documentario ma anche tanta falsità.
Sembra quasi che la guerra in Siria sia un prodotto di Putin e di Assad contro il popolo siriano: La situazione è molto difficile in questo momento – dice uno dei volontari – a causa dell’intervento della Russia a fianco del regime: dicono che è per combattere l’Isis ma in realtà colpiscono i civili”.
Non una parola su una guerra costruita a tavolino e programmata da decenni dalle centrali dell’intelligence americana. (come hanno svelato i recenti documenti della Cia). Rari i riferimenti all’Isis e nulla sul ruolo dei sauditi nella sua creazione.
Nessuna parola sulle decine di migliaia di bombe che Obama ha lanciato in questi anni sulla Siria (12.000 solo nel 2016): le bombe sono solo quelle russe.
Il grande sistema di Hollywood si è guardato bene dal criticare il presidente tanto caro all’élite globalista e ai pacifisti miliardari (che quasi sempre sono le stesse persone).
“L’Isis a terra e gli aerei russi in cielo” esclama ad un certo punto il solito volontario; strano connubio considerando che i russi combattono l’Isis; che a terra ci sono anche le bande jihadiste finanziate da Obama (di cui loro fanno parte); e in cielo ci sono gli aerei di una coalizione di 12 paesi a guida Usa che bombardano la Siria da molto prima dell’arrivo dei russi.
The Show must go on
E così, il grande circo dello Star System americano ha chiuso in bellezza il suo spettacolo. Dopo il sesso orale di Madonna a favore della Clinton, il comizio di Meryl Streep alla marcia delle donne ed il surreale corteo di attori hollywoodiani per protestare contro il muro anti-immigrati (tra le loro ville di Beverly Hills cinte di mura e protette da polizia privata), serviva un tocco di sano impegno umanitario internazionalista; e la Siria è lo spazio ideale dove modellare l’immagine tra buoni e cattivi.
In fondo il premio di Hollywood ai Caschi Bianchi, ha una sua coerenza: tra attori ci si capisce.
di Giampaolo Rossi – 01/03/2017 Fonte: Gli occhi della guerra