La ‘Coalizione anti -ISIS’ guidata dagli USA batte un nuovo record: 1216 civili uccisi a marzo, tra Siria e Iraq

usa vittime collateraliLa sedicente coalizione anti ISIS, guidata dagli USA, a marzo, ha battuto il record di 1216 civili uccisi in Iraq e la Siria, al cifra più alta da quando ha iniziato le operazioni quasi 3 anni fa.
La stima appare in un rapporto pubblicato, ieri, preparato dall’organizzazione Airwars, che monitora la performance della coalizione nella sua lotta contro il gruppo terroristico Daesh-ISIS. Il rapporto considera una forchetta di civili uccisi dalla coalizione nella cifra compresa tra 477 e 1216 persone, che rappresentano una perdita scioccante con un aumento di vittime innocenti rispetto al mese di febbraio, dove sono stati calcolati in 110 infortuni i morti tra la popolazione.
Si può ricordare inoltre, che il 17 marzo scorso, la coalizione guidata dagli Stati Uniti ha ucciso almeno 200 civili negli attacchi su al-Jadida, nella parte occidentale della città di Mosul, nel nord dell’Iraq.

I missili americani colpiscono le forze siriane che combattono Al Qaeda

President Barack Obama meets with President-elect Donald Trump in the Oval Office of the White House in Washington, Thursday, Nov. 10, 2016. (AP Photo/Pablo Martinez Monsivais)

Oltre 60 missili cruise lanciati dalle forze armate americane hanno colpito una base militare siriana vicino Homs, che attualmente costituisce la prima linea tra le forze arabo-siriane e varie organizzazioni – definite dallo stesso Dipartimento di Stato Americano – terroristiche , tra cui Al Nusra e l’autoproclamato Stato Islamico.

Secondo quanto riportato, l’attacco è stato effettuato come ritorsione per un presunto “attacco con armi chimiche” vicino alla città di Idlib nel nord della Siria, attualmente la capitale di ciò che rimane delle forze di Al Qaeda in territorio siriano.
Attacchi precipitosi basati su dichiarazioni dubbie sulla presenza di armi di distruzione di massa
Gli attacchi effettuati si basano su dichiarazioni dubbie, non sostenute da prove materiali consistenti, riportate da militanti e organizzazioni finanziate dall’estero che si fingono enti umanitari. Dichiarazioni simili sono state fatte – e verificate come false – a partire dall’attacco chimico del 2013 a Ghouta.
La decisione statunitense di procedere velocemente senza l’approvazione delle Nazioni Unite, e prima che una qualche indagine formale potesse essere effettuata, dimostra che la natura di questi attacchi è una  messa in scena. Se gli USA fossero stati davvero convinti dell’uso delle armi chimiche da parte del governo siriano, un’indagine formale non solo avrebbe portato ad una risoluzione delle Nazioni Unite contro il governo siriano, ma anche probabilmente al lungamente desiderato cambio di regime a Damasco.
Sapendo invece che un’indagine formale avrebbe smascherato la natura dell’attacco, gli Stati Uniti hanno agito velocemente, cercando di provocare la risposta da parte del governo siriano, in modo da giustificare retroattivamente un altrimenti ingiustificabile inizio dell’attacco stesso.
Questi attacchi precipitosi sono una replica su scala ridotta delle prove inventate e prodotte prima dell’invasione e dell’occupazione dell’Iraq nel 2013, che hanno portato come risultato un cambio di regime pianificato da lungo tempo, la distruzione dell’Iraq come stato-nazione funzionante, ed ora  più di un decennio di caos, conflitti, divisioni e devastazione.
Simili presupposti “umanitari” furono usati dagli Stati Uniti nel 2011 per giustificare un intervento militare diretto in Libia, che anche questo ha portato come risultato il cambio di regime e la divisione e distruzione della Libia come stato-nazione. La Libia ora è terreno fertile per le organizzazioni terroristiche, e un trampolino verso l’Europa per gli emigranti africani che per decenni hanno cercato di sopravvivere e lavorare in Libia prima dell’intervento degli Stati Uniti nel 2011.
Sembra che ora l’America abbia fatto il passo successivo per ripetere il processo di divisione e distruzione, questa volta in Siria.
Gli attacchi aiutano Al Qaeda e difendono l’ultimo bastione dei terroristi in Siria
La città settentrionale di Idlib è al momento l’ultima roccaforte significativa di Al Qaeda in Siria [in inglese], mentre la città orientale di Raqqa è la città gemellata allo Stato Islamico. Malgrado secondo le dichiarazioni i due gruppi siano ideologicamente e strategicamente opposti, essi hanno coordinato i loro sforzi in Siria per tutta la durata del conflitto siriano.
Sebbene sia chiaro che Al Qaeda sia in possesso di questa città anomala – tenuta insieme quasi completamente da aiuti stranieri – politici americani hanno più volte chiesto che diventasse la capitale dell’opposizione governativa. Come Bengasi in Libia, per decenni capitale dei terroristi, è stata trasformata nel fronte del cambio di regime preparato dagli USA, Idlib dovrebbe funzionare come fronte politico appena gli Stati Uniti, l’Europa, la NATO e gli stati del Golfo Persico avranno fatto a pezzi l’esistente stato siriano.
Dal momento che la città stava per vivere un’imminente liberazione da parte delle forze siriane e dei loro alleati, la messa in scena dell’attacco con armi chimiche e il precipitoso e unilaterale lancio di missili da parte degli USA che ne è seguito, cerca di rallentare o di ribaltare completamente i progressi siriani su Idlib, la roccaforte di Al Quaeda.
Paradossalmente, nel 2016 il presidente americano Donald Trump ha seguito una linea anti-terroristica intransigente, solo per trovarsi a presiedere una politica estera che aiuta e favorisce i veri autori degli attacchi dell’11 settembre 2001 a New York e a Washington D.C. , su cui lui ha dichiarato aver creato la lista dei divieti di immigrazione.
“La politica di Trump” è soltanto continuità di agenda
 
L’uso di missili cruise americani per colpire l’aviazione siriana non è per forma, tipo o modo la politica del Presidente Trump.  E’ invece semplicemente l’esecuzione finale di una politica che era già sulla scrivania del Presidente Barack Obama, dai tempi del fallimento dei tentativi di rovesciare il regime in Siria nel 2011.
L’uso di armi radiocomandate come i missili cruise era stato discusso nel 2013 dopo un finto attacco con armi chimiche vicino a Damasco, e poi nel 2015 dopo che l’intervento militare russo in Siria aveva impedito un più diretto uso delle forze armate USA sul territorio siriano. L’uso di tali armi è necessario per la natura della rete di difesa aerea siriana.
Nell’articolo di Bloomberg del 2013 “Missili cruise Tomhawk potrebbero essere lanciati dagli Stati Uniti in Siria” [in inglese] si legge:
Missili cruise Tomahawk potrebbero essere lanciati di notte contro centinaia di obiettivi siriani, tra cui le speciali unità militari del Presidente Bashar al-Assad, se gli USA e gli alleati decidono di lanciano un attacco militare in risposta all’uso delle armi chimiche.
Jeffrey White, che è stato analista alla DIA (Defense Intelligence Agency) e ora è membro per la difesa al Washington Institute per la politica nel vicino oriente, ha dichiarato “Sto pensando ad una ondata iniziale piuttosto significativa” di molte centinaia di Tomahawks ,“e un periodo di assestamento, quindi forse una seconda ondata se non pensiamo di poter completare la distruzione che volevamo”.
Di nuovo nel 2016 il New York Time ha pubblicato un articolo intitolato “51 diplomatici americani fanno pressione per un attacco contro Assad in Siria ” [in inglese].
Più di cinquanta diplomatici del Dipartimento di Stato hanno firmato una nota interna decisamente critica rispetto alla politica dell’amministrazione Obama in Siria, sollecitando gli Stati Uniti ad attaccare militarmente il governo del Presidente Bashar al-Assad al fine di fermare le continue violazioni del cessate il fuoco durante i cinque anni della guerra civile nel paese.
 
L’articolo citava specificamente l’uso di armi radiocomandate come i missili cruise, dichiarando e sottolineando:
 
La nota, una bozza della quale è stata inviata al New York Times da un funzionario del Dipartimento di Stato, afferma che la politica americana è stata “travolta” dall’inarrestabile violenza in Siria. Sollecita inoltre un prudente uso delle armi radiocomandate che potrebbero assicurare un più focalizzato e convinto processo diplomatico guidato dagli USA”
Ovviamente, poi, a prescindere dal presunto “pretesto”, gli USA cercavano una escalation militare contro la Siria e come un prerequisito ulteriore per un eventuale cambio di regime, l’uso di armi radiocomandate, tra cui i missili cruise, era parte di un’agenda particolare dall’amministrazione Obama.
Con il fallimento della politica Americana in Siria e nel mondo [in inglese],  è scomparsa la patina della politica di parte e le plausibili argomentazioni per convincere gli Americani e il mondo che una sorta di legittimo e rappresentativo governo esiste a Washington. Ciò che è rimasto è una disperata e pericolosa oligarchia finanziaria, che sta portando avanti apertamente la sua agenda, con poco riguardo alla pubblica opinione, al diritto internazionale o anche alla paura delle conseguenze nell’attuare tali brutti piani rispetto ad un sempre più consapevole e possibile alternativa di un “ordine internazionale”.
*****
Articolo di Toni Cartalucci pubblicato da LD-Land Destroyer Report il  7 aprile 2017
Traduzione in Italiano a cura di Elvia per SakerItalia.it
 
di Toni Cartalucci – 11/04/2017 Fonte: SakerItalia

Una ONG di medici svedesi conferma che i filmati dei bambini siriani pubblicati dai Caschi Bianchi sono Fake News. Manipolazioni jihadiste con timbro hollywoodista

l’articolo contiene numerose foto e video visionabili al link alla fonte sotto indicato

Un autorevole medico svedese, fondatore di una ONG per i diritti umani, analizza il caso di due filmati diffusi dai “Caschi Bianchi” operanti in Siria, secondo i quali il governo Siriano farebbe uso di gas di cloro sui bambini. Questi filmati sono stati Isis flag white helmetsusati per suscitare una reazione emotiva sia del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, sia dell’opinione pubblica americana. Le due conclusioni a cui arriva sono gravissime: la prima è che il video è stato, se non realizzato, perlomeno distribuito in concerto con un’organizzazione fondamentalista islamica che fa capo ad Al-Qa’ida. La seconda, che i filmati mostrano di essere evidentemente fasulli, dato che le procedure mediche che vi si vedono sono inappropriate e i sintomi dei bambini che vi appaiono non sono compatibili con l’intossicamento da gas di cloro. *
i Marcello Ferrada de Noli
Presidente di SWEDHR – Dottori svedesi per i diritti umani, marzo 2017
 
Introduzione
Questo articolo riporta le evidenze aggiornate che ho ottenuto da un ulteriore esame dei video pubblicati dai Caschi Bianchi, e che vogliono rappresentare le conseguenze di un presunto attacco con gas a Sarmine, nel marzo 2015 (si veda il mio primo rapporto del 6 marzo 2017) [1].
Il video rappresenta uno scenario di salvataggio medico focalizzato sulle procedure “di salvataggio” eseguite su bambini.
 
I nuovi elementi trovati, confermati anche da seconde opinioni ottenute da specialisti medici e membri dei Dottori svedesi per i diritti umani (SWEDHR) il 12 marzo 2017,
 
a) dimostrano che le principali procedure “salvavita” eseguite sui bambini mostrati nel secondo video della sequenza erano fasulle, in particolare, nessuna sostanza (per esempio adrenalina) è stata iniettata nel bambino quando un “medico” ha introdotto l’ago della siringa durante una manovra simulata di iniezione intracardiaca (vedere il video sotto);
 
b) potrebbe confermare l’ipotesi citata dai dottori nel precedente rapporto, secondo cui il bambino in questione “se non già morto, potrebbe essere morto successivamente alla procedura dell’iniezione”.
I tre bambini sottoposti a “terapie salvavita” nel secondo video sono poi effettivamente morti, e la causa della morte – che secondo il video dei Caschi Bianchi sarebbe da attribuire ai gas di cloro – è stata messa in dubbio da altre opinioni mediche indipendenti dagli accertamenti dei dottori svedesi menzionati nel rapporto di SWEDHR. Per esempio, secondo l’opinione di un medico britannico, lo stato di salute del bambino in questione potrebbe essere invece attribuito ad una overdose, probabilmente di oppiacei.
I risultati di questi rapporti fanno insorgere seri dubbi sull’integrità etica dell’organizzazione dei Caschi Bianchi, sulle procedure anti-mediche che consigliano nei loro video, e sul comportamento da criminali di guerra rappresentato dall’uso improprio di bambini morti a fini di propaganda.
I video dei Caschi Bianchi
I video dei Caschi Bianchi qui analizzati risalgono a due caricamenti consecutivi fatti il 16 marzo 2017 dalla “Difesa Civile Siriana nella Provincia di Idlib” (l’autodescrizione data dai Caschi Bianchi di se stessi) [2]. che qui chiameremo rispettivamente “CB video1” e “CB video2” [3][4]. La produzione di questi video è stata utilizzata dai Caschi Bianchi e dai “ribelli moderati” per promuovere la “loro” campagna in favore di una No-Fly Zone in Siria. Di fatto, la campagna ha avuto origine dalla dottrina di Hillary Clinton, come su può vedere nel video caricato sul canale di The Indicter [5].
Nel frattempo il Senatore McCain, i Caschi Bianchi, il Fronte Al-Nusra e altre organizzazioni jihadiste sostenute dalla CIA facevano intensa propaganda per una No-Fly Zone in Siria. I video avevano lo scopo di rappresentare gli effetti di un presunto attacco con gas a Sarmin, attribuito al governo Siriano. Non è stata mai prodotta alcuna prova riguardo gli attacchi, a parte due testimoni “anonimi” che sostenevano di aver udito un elicottero (“udito”, non “visto”).
Una delle fonti anonime è poi risultata essere un dipendente dei Caschi Bianchi [1].
I video di “salvataggio”, il cui contenuto non è mai stato analizzato o verificato, sono stati in seguito mostrati al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite il 16 aprile 2015. Dopo il meeting, l’ambasciatore USA Samantha Powers ha dichiarato che “tutti nella stanza avevano le lacrime agli occhi. Se c’era qualcuno con gli occhi asciutti, io non l’ho visto” [6].
La Reuters aveva dato notizia dell’evento (vedere qui sotto).
In seguito, solo quattro giorni dopo, il 20 aprile 2015, la CNN mandò in onda un programma di attualità che riproduceva frammenti presi direttamente dagli stessi video, e fece propaganda in favore della No-Fly Zone per conto dei “medici siriani”. Il programma venne caricato su YouTube dalla CNN il 20 aprile 2015 [7]. Il presentatore della CNN presentò “i medici siriani” che chiedevano l’istituzione della No-Fly Zone.
Un fatto sconcertante, e politicamente rilevante, riguardo questi video mostrati al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite – e poi riprodotti dalla CNN – è che questi video erano stati simultaneamente pubblicati su YouTube, lo stesso 16 marzo 2015, da un’organizzazione che mostrava un logo con la bandiera jihadista Shahada che viene usata da Al-Qa’ida. Secondo informazioni che ho ricevuto da giornalisti europei con contatti interni alla Siria le origini di “Coordinating Sarmin” (تنسيقية سرمين), l’organizzazione che sta dietro ai video pubblicati da loro e, in maniera apparentemente coordinata, dai Caschi Bianchi, sono da ricercarsi nelle prime formazioni di Al-Qa’ida. Le bandiere e i simboli mostrati nella sequenza di immagini qui sotto ne è la prova.
 
La bandiera di Al-Qa’ida [8]
 
Sopra e sotto: Bandiere del Fronte Al-Nusra[9]
 
Bandiera di Al-Nusra, foto scattata in Siria [10]
Si osservi la bandiera nel logo di “Coordinating Sarmin”, che ha caricato il video contemporaneamente ai Caschi Bianchi il 16 marzo 2015. [11]
Si osservi che la data di upload dei video sopra è esattamente la stessa di quella dei Caschi Bianchi. Stesso video, stessa pubblicazione, una sola organizzazione?
La messa in onda di questi video di Al-Qa’ida/Caschi Bianchi da parte della CNN, camuffati come “normali notizie”, è un avvenimento che dovrebbe essere investigato alla luce del contenuto ingannatore della loro presentazione. È difficile trovare un caso più evidente di “fake news” riguardante la disinformazione sul conflitto siriano.
Va rimarcato che nessun funzionario delle Nazioni Unite, nessun giornalista della CNN, ecc. ha mai messo in dubbio la veridicità e l’autenticità di queste scene di “terapie salvavita”. Per esempio, a quanto mi risulta, questa nostra è la prima analisi compiuta  sull’episodio della siringa nei termini che descriverò qui sotto.
I risultati dell’analisi, poi confermati da due dottori svedesi – un medico di base e un pediatra – dimostrano che il contenuto della siringa non è mai stato iniettato nell’ago infilato nel torace del bambino. Una spiegazione alternativa, ugualmente strana, è che al bambino sia stato iniettato il contenuto di una siringa vuota.
Analisi dei fotogrammi del CB video2
Procedura:
Tra il 9 e il 10 marzo ho studiato il video facendolo andare a velocità ridotta.
Dopo averne scelto una porzione, l’ho studiata un fotogramma alla volta. Ho fatto delle istantanee dei fotogrammi rilevanti, indicando la posizione cronologica nel video per permettere la visualizzazione della sequenza completa.
L’11 marzo, ho prodotto una sequenza video rallentata al 27%, e l’ho mandata con un link agli stessi dottori, colleghi del SWEDHR, che avevano esaminato il primo materiale [pubblicato da The Indicter il 6 marzo]:  il dottor Leif Elinder e la dottoressa Lena Oske.
Il video mostrava l’intero episodio della siringa.
Il 12 marzo, ho ricevuto dai miei colleghi la risposta, che allego nella sezione IV qui sotto. Inoltre il dottor Martin Gelin – un altro membro anziano del SWEDHR – ha fatto altre osservazioni riguardo la posizione del laringoscopio sul polso/mano del bambino.
Lo stesso giorno ho sintetizzato i risultati e ho pubblicato una sintesi  dei risultati sul canale di The Indicter [12].
Le immagini sotto mostrano una selezione dei fotogrammi tra il minuto 01:09 e il minuto 01:41
01:09
01:14
01:15
01:17
01:41
IV
Seconde Opinioni
Dottor Leif Elinder, specialista in pediatria [13]
“L’ago andrebbe inserito nell’angolo sinistro costolosternale, aspirando mentre si inserisce finché non viene raggiunta la camera ventricolare, dove l’adrenalina viene iniettata. Il video non mostra che questo sia stato fatto”.
Dottoressa Lena Oske, dottore in medicina, medico di base, Primario [14]
“Si vede chiaramente che il dottore che si vede operare l'”iniezione” non inietta nulla. Quando rimuove l’ago dal bambino, il livello del liquido dentro la siringa è rimasto lo stesso di quando l’ago veniva inserito”.
Dottor Martin Gelin, specialista in chirurgia dentale, progettista di diversi strumenti per la medicina e la chirurgia [15]
“Il laringoscopio mostrato nel video, posizionato sulla mano/polso sinistro del bambino, è a mio parere uno strumento per adulti. Naturalmente si tratta solo di una stima basata sulla dimensione dello strumento a paragone della lunghezza del braccio e della mano del bambino. Ma la lama è ricurva! I laringoscopi per bambini piccoli hanno una lama piatta (o meno curva), e più piccola.”
V
Conclusioni
Le procedure “salvavita” eseguite sul bambini mostrate dai video dei Caschi Bianchi si sono rivelate fasulle, e in definitiva eseguite su bambini morti.
La siringa utilizzate nell'”iniezione intracardiaca” effettuata su un bambino maschio era vuota, oppure il fluido non è mai stato iniettato nel bambino.
Lo stesso bambino mostrava, per poco tempo, alcuni segni di vita (incerti a mio giudizio) nel primo segmento del CB video1. In questo caso, il bambino potrebbe essere morto durante il periodo in cui le procedure “salvavita” mostrate dai Caschi Bianchi venivano mostrate. (Il che non è lo stesso che affermare che il personale visto nei video abbia causato la morte del bambino. In termini forensi, la reale causa di morte, così come le modalità e gli intenti, si riferiscono a elementi diversi rispetto a quelli trattati nella nostra analisi).
Commenti esterni riguardo la probabile diagnosi
Ho ricevuto un riscontro via mail da parte di un dottore britannico. Non pubblico il suo nome e la sua specialità (non è pediatria) per evitarne l’identificazione, dal momento che mi ha espressamente chiesto di rimanere anonimo, per ragioni a me comprensibili.
Il dottore britannico ipotizza quanto segue:
“Penso che anche da un video così corto, possiamo vedere che questo bambino ha un livello ridotto di coscienza: non vocalizza, non apre gli occhi, e i suoi soli movimenti sono quelli di girare la testa da una parte e aprire la bocca prima di smettere completamente di respirare. Questa sembra una depressione respiratoria, più che un problema ai polmoni, e sembra essere troppo addormentato per respirare. Penso che la diagnosi più probabile sia un’overdose che ha causato un livello ridotto di coscienza e una depressione respiratoria. Gli oppiacei sono le sostanze maggiormente compatibili con i sintomi. I gas di cloro causano ferite acute da inalazione, ma non causano (mai riscontrato da nessuna mia fonte) un livello ridotto di coscienza: la vittima si sforza di respirare fino alla fine”[16].
Nota dell’editore: Questo articolo è stato aggiornato il 18 marzo 2017. Le opinioni mediche sono benvenute nella discussione, così come le repliche o le confutazioni delle conclusioni qui sopra. Scrivere alla mail editors@theindicter.com
Note e riferimenti
[2] Vedere info. in Vanessa Beeley’s Twitter, 6 ottobre 2016. Inoltre su V. Beeley riferirsi a Syrian Civil Defence, in questo articolo.
[3] Carivato dai Caschi Bianchi col nome di “Difesa Civile siriana della provincia di Idlib”, ” الدفاع المدني ادلب_سرمين:محاولة لأنقاذ الأطفال بعد اصابتهم بالغاز الكيماوي 26_3_2015“. YouTube video pubblicato il 16 Marzo 2015”.
[4] Caricato dai Caschi Bianchi col nome di “Difesa Civile siriana della provincia di Idlib”,
[6] Nick Logan, “Funzionari delle Nazioni Unite piangono guardando il video di un presunto attacco con gas di cloro in Siria”. Global News, 17 aprile 2017.
[7] CNN, “Chlorine gas attack reported in Syria“. CNN Channel, YouTube, 20 aprile 2015.
[8] “Riconosci le bandiere del terrore”. The Muslim Issue, WordPress blog. 28 settembre 2013.
[9] Immagine trovata in “Pinterest”.
[10] Jenna McLaughlin, “Smettetela di fare confusione tra le bandiere islamiche: una guida per giornalisti pigri“. Mother Jones, 16 dicembre 2014. L’autore cita: “Stendardi neri appariranno dall’Est e vi uccideranno come mai nessuna nazione ha ucciso prima”. Molte bandiere islamiche – soprattutto quelle dei movimenti militanti – sono nere in riferimento a questa citazione.
[11] Caricato il 16marzo 2017, su https://www.youtube.com/watch?v=Gx2h3_jXGzc minuti 0:01 / 0:35
[12] “Il video dei caschi bianche con finte procedure salva vita ha ingannato il consiglio di sicurezza“. Pubblicato da The Indicter Channel, YouTube, 12 marzo 2017.
[13] Risposta via mail del dottor Leif Elinder, 12 marzo 2017.
[14] Risposta via mail della dottoressa Lena Oske, 12 marzo 2017.
[15] Risposta via mail del dottor Martin Gelin, 18 marzo 2017.
 
[16] Risposta via mail del dottore britannico, 11 marzo 2017.
L’autore:
Marcello Ferrada de Noli, medico e professore, dopo avere lavorato presso il Karolinska Institute ed essere stato ricercatore presso la Harvard Medical School, è il fondatore di Swedish Professors and Doctors for Human Rights (Professori e medici svedesi per i diritti umani) ed responsabile del The Indicter. È anche autore del The Professors’ Blog, e CEO del Libertarian Books – Sweden. Autore di “La Svezia contro Assange – Questioni di diritti umani.” Oltre alle ricerche pubblicate sulle riviste scientifiche, suoi editoriali sono stati pubblicati dal Dagens Nyheter (DN), Svenska Dagbladet (Svd), Aftonbladet, Västerbotten Kuriren, Dagens Medicin,  Läkartidningen e altri media svedesi. Ha effettuato inoltre interviste esclusive su DN, Expressen, SvD e Aftonbladet, e sui canali TV svedesi (Svt 2, TV4, TV5) oltre a TV e media internazionali (per esempio in Norvegia, Italia, Cuba, Cile, DW, Sputnik, RT, Pravda, etc.).
 
I suoi indirizzi mail sono:
editors@theindicter.com, chair@swedhr.org
Il suo profilo twitter è @Professorsblogg.
di Marcello Ferrada de Noli* – 14/04/2017 Fonte: Megachip

Israele corre in soccorso dell’Isis in Siria Iran: l’attacco israeliano è “aggressione flagrante” alla Siria

IsJetUn diplomatico iraniano ha denunciato il recente attacco israeliano in Siria e ha chiesto all’ONU di prendere misure per impedire la sua ripetizione. Avigdor Lieberman, ministro israeliano della Difesa, ha minacciato di distruggere le difese antiaeree della Siria.
Bahram Qassemi, portavoce del Ministero degli Affari Esteri iraniano, ha condannato l’invasione dello spazio aereo siriano e l’attacco perpetrato nel territorio del paese arabo, venerdì scorso, da diversi aerei israelianiun aggressione a cui Damasco ha risposto abbattendone uno e colpendone un altro, secondo le informazioni ufficiali diffuse da fonti militari siriane. Israele nega l’abbattimento di qualsiasi aeromobile.
L’attacco, sferrato nella parte orientale della provincia di Homs, presumibilmente per distruggere armamenti destinati al movimento di resistenza libanese Hezbollah, è stato definito dalle autorità siriane un’ “aggressione” e un “tentativo disperato”, da parte di Tel Aviv, di “sollevare il morale” di Daesh, “distogliendo l’attenzione dalle vittorie che l’Esercito Arabo Siriano sta ottenendo contro le organizzazioni terroristiche”, si legge in un comunicato ripreso da Press TV.
 
Nelle dichiarazioni rilasciate sabato, Qassemi ha anche detto che si è trattato di “un’aggressione del regime sionista contro la Siria”, sottolineando che essa avviene “nel momento in cui l’Esercito e il fronte antiterrorista sono in vantaggio nella loro lotta contro i terroristi”.
L’aggressione mette in evidenza “gli interessi comuni e i comportamenti simili” che continuano ad esistere tra “l’usurpatore israeliano e i terroristi”, ha sostenuto il portavoce della diplomazia iraniana, che ha chiesto all’ONU una presa di posizione allo scopo di impedire la ripetizione di queste azioni, che “violano la pace e la sicurezza regionali”, informa Prensa Latina.
Preoccupazione a Mosca
 
In dichiarazioni a una radio israeliana, il ministro della Difesa sionista, Avigdor Lieberman, ha affermato che, la prossima volta che i siriani useranno il loro sistema di difesa antiaereo contro l’aviazione israeliana, “noi lo distruggeremo senza esitazioni”, sottolineando il diritto di Israele di invadere lo spazio aereo della Siria. Queste minacce sono state profferite il giorno dopo che il leader del suo governo, Benjamin Netanyahu, aveva detto che Israele continuerà a promuovere azioni militari contro Hezbollah in territorio siriano.
Il 20 marzo, il viceministro degli Affari Esteri della Russia, Mikhail Bogdanov, ha confermato all’agenzia di stampa Interfax che l’ambasciatore israeliano a Mosca è stato chiamato a fornire chiarimenti sull’attacco aereo di venerdì nei pressi di Palmira, nel centro della Siria. Secondo l’agenzia, citata da Press TV, il diplomatico russo ha espresso “la sua preoccupazione” per l’incidente.
da abrilabril.pt | Traduzione di Marx21.it

La Turchia taglia l’acqua alla Siria dopo l’incontro tra McCain ed Erdogan

Fonti-dacqua-Siria
nessun pennivendolo e dirittoumanista, attorucolo o cantantucolo si è INDIGNATO o ha alzato la voce. Ah si è colpa di Assad ovviamente. Gli unici paesi che ammazzano i propri popolo sono quelli che obbediscono alla TROIKA

Fonti d’acqua in Siria
Solo alcuni giorni dopo l’“insolito” viaggio di John McCain in Siria e Turchia, il governo turco ha tagliato le forniture di acqua dal fiume Eufrate nel nord della Siria, violando le convenzioni internazionali sul diritto all’accesso all’acqua.
Anche se è tornato un certo grado di stabilità in parte della Siria settentrionale in seguito alla recente liberazione da Al-Qaida di Aleppo e altre zone ad opera dell’esercito siriano, le forze esterne sembrano determinate a mantenere la regione instabile, a prescindere dalle conseguenze.
 
Nell’ultimo esempio di aggressione straniera in Siria, la Turchia, che a lungo ha svolto un ruolo da antagonista nel conflitto siriano che dura da quasi sei anni, ha interrotto il corso del Fiume Eufrate in Siria, privando il paese di una delle suoi fonti primarie di acqua.
Secondo la curda Hawar News Agency [in Inglese], la Turchia ha interrotto l’approvvigionamento idrico in Siria intorno al 23 febbraio, cosa che ha successivamente costretto alla chiusura un impianto idroelettrico della Diga di Tichrienne, ma anche a ridurre in modo significativo il livello dell’acqua della riserva ad essa associata. La diga fornisce sia l’acqua che l’elettricità a parti chiave della Siria settentrionale, come ad esempio la città di Manbij e altre parti del Cantone di Kobanê a maggioranza curda.
Diga sull’Eufrate e postazione combattenti curdi
 
La diga è una delle numerosi grandi dighe lungo il fiume Eufrate. Proprio a valle di Tichrienne si trovano la Diga di Tabqa e il suo bacino, il Lago Assad, che forniscono ad Aleppo la maggior parte dell’elettricità e dell’acqua potabile, così come l’acqua per irrigare oltre 640.000 ettari [link ad un file word in Inglese] di terreno agricolo. Un funzionario della città di Manbij ha detto all’Hawar News Agency che la città fornirà ai civili generatori a benzina per affrontare il black-out causato dall’interruzione del fiume. Lo stesso funzionario ha aggiunto che la Turchia “interrompendo il corso dell’Eufrate ha violato le convenzioni internazionali sull’energia idroelettrica, tagliando l’acqua dell’Eufrate”.
 
Questa non è la prima volta che la Turchia ha privato i Siriani dell’acqua per promuovere i propri obiettivi politici nella regione. La Turchia ha precedentemente interrotto il corso del fiume [in Inglese] nel maggio del 2014, facendo diminuire il livello dell’acqua del Lago Assad di oltre 20 piedi e creando il potenziale per un genocidio per mezzo della disidratazione. Bloccando il fiume, la Turchia minaccia anche i civili iracheni. I principali centri urbani come Mossul, le cui forniture d’acqua dipendono in gran parte dagli invasi [in Inglese] alimentati dall’Eufrate, potrebbero subire gravi conseguenze se il fiume continuerà ad essere bloccato.
L’atto di interrompere il corso del fiume non è senza precedenti, ma la sua tempistica è peculiare. Solo pochi giorni prima dell’atto della Turchia, il senatore americano John McCain ha visitato “in segreto” [in Inglese] il Cantone di Kobanê, la stessa regione che ora si trova senz’acqua, prima di dirigersi verso la Turchia, dove ha incontrato il presidente turco Recep Tayyip Erdogan. Secondo l’ufficio del senatore [in Inglese], “La visita del senatore McCain è stata una preziosa opportunità per valutare sul terreno l’andamento della situazione in Siria e Iraq”, e aggiunge che McCain si auspica di lavorare con l’amministrazione Trump e i capi militari “per ottimizzare il nostro approccio” nella lotta allo Stato Islamico.
 
Anche se gli Stati Uniti hanno sostenuto i Curdi nella loro lotta perché mantenessero i loro territori lungo il confine Turco-Siriano liberi dall’influenza terrorista, lo hanno fatto al costo di complicare notevolmente le relazioni diplomatiche tra gli Stati Uniti e la Turchia.
 
Ad esempio, nei primi mesi del 2016 Erdogan ha chiesto in modo teatrale [in Inglese] agli Stati Uniti di scegliere tra un’alleanza con la Turchia o con i Curdi siriani. Lo scontro diplomatico da allora ha raggiunto nuove vette di tensione, con la Turchia che meno di due settimane fa ha minacciato di invadere la città di Manbij tenuta dai Curdi [in Inglese]. Manbij è la città che soffre di più dal blocco dell’Eufrate operato dalla Turchia, il che suggerisce che la mossa potrebbe essere destinata a destabilizzare i Curdi prima che avvenga qualcosa di più drastico.
Vale anche la pena ricordare che, nonostante le affermazioni di Erdogan e di McCain di essere desiderosi di “sconfiggere” lo Stato Islamico e le altre fazioni terroristiche, entrambi hanno stretto legami con quegli stessi gruppi. Questo, naturalmente, suggerisce che la visita di McCain, così come le recenti mosse da parte della Turchia, abbiano secondi fini, che devono ancora essere espressi pubblicamente.
 
Ad esempio, McCain è stato così solerte nello sforzo di rimuovere Assad dal potere che ha favorito i rapporti con i ribelli “moderati” siriani e le forze d’opposizione più note, come lo Stato Islamico. A confermare ciò ci sono prove fotografiche, con una famigerata foto [in Inglese] che mostra McCain in posa con Khalid al-Hamad – un ribelle “moderato”. McCain ha ammesso l’incontro con ISIS anche sulla televisione nazionale, arrivando a riconoscere che egli è ancora in contatto col famigerato gruppo terroristico.
 
Erdogan, da parte sua, si è rivelato essere un giocatore importante nel contrabbando di petrolio dello Stato Islamico [in Inglese] dalla Siria per la vendita sul mercato globale. Sono state queste vendite di petrolio che hanno consentito allo Stato Islamico di crescere fino a quello che è oggi e di diventare uno dei gruppi terroristici meglio finanziati al mondo [in Inglese].
Sen. John McCain visited rebels in Syria on Monday, his communications director confirmed to CNN, making the Arizona Republican the highest ranking elected official from the United States to visit the war-torn country since its civil war began over two years ago.

Sen. John McCain visited rebels in Syria on Monday, his communications director confirmed to CNN, making the Arizona Republican the highest ranking elected official from the United States to visit the war-torn country since its civil war began over two years ago.

Senatore McCain con i terroriti protetti dagli USA

 
Con tali collegamenti ormai ben documentati, sembra improbabile che McCain ed Erdogan abbiano discusso di come sconfiggere lo Stato islamico. Sulla base delle prove, sembra molto più probabile che entrambi rimangono ansiosi di destabilizzare la regione per il loro comune obiettivo di deporre Assad. Con la Turchia già al lavoro per destabilizzare la Siria settentrionale col taglio delle risorse chiave, vedremo presto quali altre misure potrebbero essere state discusse nel corso di questo incontro “segreto”.
*****
Articolo di Whitney Webb pubblicato su Mint Press News il 3 marzo 2017.
Traduzione in Italiano a cura di Raffaele Ucci Per SakerItalia.

Ennesimo attacco di droni USA uccide bambini yemeniti

Yemeni children stand #UpForSchoolper loro non si indigna nessuno, mica è Razzi. I ricchi wahabiti sauditi non si contestano, possono uccidere chi vogliono che le anime belle hanno un prezzo e tacciono come tacciono i benpensanti contro l’islamofobia a corrente alternata.

Almeno due minori yemeniti sono stati uccisi lo scorso Lunedì  da un attacco aereo realizzato mediate un drone senza pilota diretto nella zona centrale dello Yemen.
I fratellini Ahmad e Mohamad Al-Jozba hanno perso la vita nel corso di un bombardamento attuato mediante un drone statunitense mentre camminavano per una via nella località dui Al-Yakla, nella provincia di Al -Bayda.
 
Questo percorso è da tempo oggetto di attacchi da parte degli USA per la presunta presenza di terroristi di Al-Qaeda, come hanno informato questo Martedì da media locali.
 
Inoltre, in un altro attacco simile attuato nella località di Qifa, situata nella stessa provincia, hanno perso la vita tre persone sospettate di appartenere alla rete terroristica di Al-Qaeda nella Penisola Arabica (AQPA), secondo le fonti locali.
In aggiunta a questi, la casa di un presunto componente di Al-Qaeda è stata bombardata da un drone teldiretto degli USA nella località di Nouyfan, nella stessa provincia, mentre nella stessa giornata un altro missile è esploso contro una zona montagnosa dove presumibilmente vi era un accampamento di addestramento dell’ AQPA, nell’ Al-Said, che fa parte  della provincia di Al.Shabwa (sud della penisola).
Anche altre persone, nella stessa giornata sono state eliminate per mezzo di un drone, nel sud del paese. L’apparato ha lanciato un missile contro un veicolo che si stava spostando, nel pomeriggio del Lunedì, nel distretto di Wadi Yashbum. Il veicolo è rimasto totalmente distrutto e bruciato e fra i resti sono  stati ritrovati i corpi calcinati di due uomini che presumibilmente erano membri di Al-Qaeda. Lo stato dei cadaveri ha impedito qualsiasi tipo di identificazione.
 
La strategia di Washington nello Yemen è quella di bombardare quelli che considera terroristi , la AQPA – una strategia che è stata oggetto di critica nella comunità internazionale per causa della morte procurata di centinaia di civili innocenti durante questi attacchi. Lo scorso mese di Gennaio l’operazione realizzata dalle forze militari degli Stati Uniti nella provincia di Al-Bayda ha causato la morte di 16 civili e 41 presunti integranti di Al Qaeda.
In conformità a quanto pubblicato da un rapporto del Think Tank ,”International Crisis” (IGC) , con sede a Bruxelles, gli attacchi statunitensi nello Yemen, oltre a produrre molte vittime civili, hanno contribuito a fortificare i gruppi di Al-Qaeda nel paese.
Nota: Gli attacchi mediante i droni sono attuati dalle forze statunitensi, partendo da basi militari USA in Sicilia (Sigonella), oltre che da Gibuti in Africa Orientale, e coinvolgono vari paesi fra cui lo Yemen, la Somalia, la Libia, la Siria e l’Iraq. Questi attacchi, che dovrebbero essere mirati, hanno prodotti alcune centinaia di morti fra i civili innocenti, colpendo in alcuni casi persone raggruppatesi per un funerale o per una festa di matrimonio e facendone strage. “Danni collaterali”, hanno dichiarato a Washington.
Si sono verificate molte proteste da parte delle popolazioni coinvolte ma questo non ha smosso alcun organismo sovranazionale, neppure quelle ONG come “Amnesty International” o “Human Right Watch” ed altre che erano molto solerti nel denunciare i bombardamenti ad Aleppo.
Le vittime dei droni per le ONG internazionali e per i media occidentali sono solo dei “fantasmi” che non hanno rilievo nelle periodiche sagre della commozione pilotata dai media, visto che non sono vittime di Assad o di Putin.
Fonte: Hispan Tv Traduzione e nota: Luciano Lago Mar 08, 2017

Che cosa accadrebbe se Washington rinunciasse al jihad?

ISIS-Jihad-Terror-Training-CampLa volontà del presidente Trump di combattere Daesh e porre fine al terrorismo internazionale è estremamente difficile da attuare. Infatti, danneggia gli Stati che l’hanno organizzato e comporta un riorientamento della politica internazionale. Il nuovo presidente statunitense non sembra in grado di dare ordini di passare all’attacco alle sue truppe fino a quando non avrà trovato e sigillato delle nuove alleanze.

DAMASCO (Siria) – L’opposizione che incontra il presidente Donald Trump è così forte che il piano di lotta contro Daesh, che sarà presentato il 22 marzo al vertice della Coalizione a Washington, non è ancora pronto. La sua linea politica è ancora sfocata. Solo l’obiettivo dell’eradicazione del jihadismo è stato messo agli atti, ma nessuna delle sue implicazioni è stata risolta.
Il generale Joseph Votel, capo del CentCom, non ha ancora presentato le opzioni sul campo. Dovrebbe farlo solo ai primi di aprile.
 
Sul terreno, si è quindi limitati alla condivisione delle informazioni tra gli statunitensi da un lato, i russi e gli iraniani dall’altro. Per mantenere le cose come sono, le tre potenze hanno convenuto di prevenire uno scontro tra turchi e curdi. E dei bombardamenti intensi sono condotti contro al-Qa’ida in Yemen e contro Daesh in Iraq. Ma nulla di decisivo. L’attesa è d’obbligo.
In nome e per conto di Londra e Washington, l’arma del terrorismo internazionale è gestita dalla Lega islamica mondiale fin dal 1962. Essa comprende sia la Confraternita dei Fratelli Musulmani (composta da arabi) sia l’Ordine della Naqshbandiyya (composto principalmente da turco-mongoli e caucasici).
Fino alla guerra dello Yemen, il bilancio militare della Lega era più importante di quello dell’esercito saudita, di modo che la Lega risulta essere il primo esercito privato del mondo, distaccando di gran lunga persino Academi/Blackwater.
Benché si tratti solo di un esercito di terra, è tanto più efficace in quanto la sua logistica dipende direttamente dal Pentagono e dispone di numerosi combattenti suicidi.
Questa è la Lega – vale a dire i Saud – che fornì a Londra e Washington il personale che organizzò la seconda “Grande Rivolta Araba” nel 2011, sul modello di quella del 1916, ma sotto il nome di “Primavera araba”. In entrambi i casi, si è trattato di fare affidamento sui wahhabiti per ridefinire i confini regionali a beneficio degli anglosassoni.
Non si tratta quindi semplicemente di abbandonare l’arma del terrorismo, ma anche:
– Di rompere l’alleanza tra Londra e Washington per il controllo del Medio Oriente allargato;
– privare l’Arabia Saudita e la Turchia dell’arma che sviluppano per conto di Londra e Washington da mezzo secolo in qua;
– determinare il futuro del Sudan, della Tunisia e della Libia.
Inoltre, occorre anche trovare un accordo con la Germania e la Francia che hanno ospitato i dirigenti della Fratellanza dal 1978 e hanno finanziato il jihad.
Già ora, vediamo che il Regno Unito non ci sente da quest’orecchio.
Si scopre che è stato il GCHQ (servizio di intercettazione satellitare britannico) ad aver sottoposto la Trump Tower a intercettazioni durante la campagna elettorale e il periodo di transizione. Mentre, secondo l’agenzia giordana Petra, l’Arabia Saudita ha finanziato segretamente un terzo della campagna elettorale di Hillary Clinton contro Donald Trump.
Questo è il motivo per cui il presidente Trump sembra cercare nuovi alleati per permettergli di imporre un tale cambiamento.
Sta ora organizzando un incontro con il presidente Xi Jinping, durante il quale potrebbe pianificare l’adesione del suo paese alla Banca per gli investimenti cinese. Metterebbe allora i suoi alleati davanti a un fatto compiuto: se gli Stati Uniti partecipassero alla costruzione delle Via della Seta, diventerebbe impossibile nel Regno Unito, in Arabia Saudita e in Turchia, in Germania e in Francia, continuare il jihad in Iraq, in Siria e in Ucraina.
Fonte: Al-Watan (Siria)  di Thierry Meyssan – 20/03/2017  Fonte: Megachip

Russia: gli USA hanno utilizzato il Daesh e Al Nusra per rovesciare Al Assad

AL-Nura-terroristasTerroristi di Al Nusra
Gli USA volevano utilizzare i gruppi terroristi del Daesh e del Fronte Al Nusra per rovesciare il Governo siriano, come ha denunciato il cancelliere russo, Serguei Lavrov.
Ci sono molti esempi che dimostrano che gli statunitensi ed i loro alleati, furtivamente, cercavano di utilizzare il Fronte Al -Nusra e l’ISIS per debilitare e alla fine rovesciare il Governo del presidente Bashar Al-Assad “, lo ha dichiarato questo Martedì Lavrov, nella sua tradizionale conferenza stampa con cui apre il nuovo anno.
Allo stesso modo ha assicurato che, con modalità similari a quando sorse la rete terorristica di Al Qaeda – sorta quando gli statunitensi appoggiarono i combattenti estremisti nel 1980 contro l’antica Unione Sovietica (URSS)-, il gruppo terrorista dell’ISIS (Daesh in arabo) ha iniziato ad esistere dopo l’aggressione statunitense contro l’Iraq nel 2003.
Esattamente nello stesso modo, ha affermato Lavrov, il gruppo del Fronte Al Nusra (autodenominatosi Fronte Fath al-Sham ), che è uno dei rami di Al Qaeda, “adesso è diventato una delle bande terroriste più crudeli, spietate ed autori di atrocità contro la popolazione civile, cresciuto nel corso della crisi siriana grazie alle tonnellate di armi ricevute da USA ed Arabia Saudita.
Alla fine, il titolare della cancelleria russa ha concluso che dall’intervento, nel settembre del 2015, delle forze aereospaziali russe nel conflitto armato siriano- al contrario delle operazioni della denominata coalizione internazionale, diretta dagli USA-, Damasco non ha cessato di recuperare territorio e sconfiggere i gruppi armati appoggiati dall’estero, e la prova di quello è stata il recupero della città nordoccidentale di Aleppo dalle forze del Governo siriano.
Dal 2011 la Siria attraversa una turbolenta fase di conflitto segnata dalla presenza di gruppi terroristi appoggiati dall’estero con il fine di far cadere il Governo di Damasco. Il conflitto è stato tanto brutale e longevo che ha lasciato circa 400.000 morti ed il maggior esodo di rifugiati dalla fine della Seconda Guerra Mondiale.
Fonte: Hispan Tv – Gen 17, 2017
Fonte: Juan Manuel De Silva