Dall’assemblea popolare: 7 e 8 dicembre scarponi e bandiere pronte!

editorialepost — 27 novembre 2014 at 11:30

IMG_3210 Vecchi scarponiIeri sera al Palanotav di Bussoleno si è svolta l’assemblea popolare del movimento per decidere sulle prossime date di mobilitazione. Numerosa la presenza dei No Tav che hanno condiviso la valutazione, e la sensazione,  che molte cose stanno procedendo per il meglio poiché sempre più chiaro appare alla popolazione quale truffa colossale sia il Tav.

Se i numeri e i dati parlano chiaro,  pensiamo alla campagna #creditoesaurito, dall’ altro sappiamo bene che presto potrebbe essere di nuovo  tempo di indossare gli scarponi e proteggere il territorio da ulteriori devastazioni. Nell’ indefinitezza dei tempi che verranno,  ciò che dà forza a tutti oggi è come lo slogan “si parte e si torna insieme” non sia rimasto tale e abbia saputo, nell’ ultimo anno e mezzo di attacchi da parte della Procura e dello Stato, trasformarsi in solidarietà concreta, per Chiara, Claudio,  Niccolò e Mattia e per oltre i mille attivisti indagati dai solerti pm torinesi.

Se in proporzione, quindi, la Valle di Susa risulta la popolazione più indagata sul territorio italiano, dall’ altro possiamo anche affermare quanto essa sia attiva e pronta a rilanciare una due giorni di lotte nelle date del 7 e dell’ 8 dicembre.

Per il 7 dicembre l’assemblea ha deciso per una fiaccolata di valle che partirà da Susa alle ore 21, mentre per l’8 l’appuntamento sarà pomeridiano, verso le 14, in Clarea.

Si è fatto altresì un punto sul processo a Chiara, Claudio, Niccolò e Mattia confermando come in caso di condanne il movimento darà prontamente una risposta.

Una parte ampia dell’ assemblea è stata invece dedicata ai tagli che Chiamparino e la giunta stanno preventivando su sanità,  scuole e trasporti, a fronte di un debito di bilancio che supera gli 11mld di euro, questi tagli andranno ad impattare fortemente sui territori, un esempio ne è la chiusura del punto nascite di Susa. Dopo la mobilitazione dei giorni scorsi si rilancia l’iniziativa sul territorio nella consapevolezza che se non siamo noi a difendere la nostra salute e i nostri territori,  il Tav insegna,  nessuno lo farà per noi.

Quindi scarponi e bandiere pronte, è tempo di lotta!

Stanno bruciando le api in Italia! Rischio estinzione

In questo articolo farò un breve riassunto della situazione su quello che sta succedendo in Italia, precisamente nel settore dell’apicoltura, questo per coinvolgere molte più persone, non solo apicoltori ma anche agricoltori, naturalisti, animalisti, biologi, ricercatori, entomologi
e semplici civili. Questo perché ci serve aiuto da tutti e tutti devono essere informati. Stanno cercando di distruggere pure le api, per portare alla paralisi e all’estinzione la produzione agricola Italiana. Oltre ai metalli pesanti per intossicare la popolazione, stanno immettendo nell’ecosistema parassiti e insetti che stanno distruggendo tutto. Olive, Castagne, Noci, Aranceti, Meleti, ed adesso pure gli alveari, fonte primaria della Vita per le piante. Senza le Api l’uomo si estinguerà, e siamo arrivati quasi alla fine. [Vedi ONU denuncia le scie degli aerei] Dal 12 Settembre si è scoperto di aver importato un nuovo parassita delle api, originario dell’Africa, chiamato Aethina Tumida o Piccolo Coleottero degli Alveari (da ora in poi per abbreviare chiamato AT) trovato in alveari nei pressi del porto navale di Gioia Tauro in provincia di Reggio Calabria. Il parassita si nutre di polline e miele e ne causa la fermentazione, invalidandone la vendita. La Regione Calabria è intervenuta emanando un decreto in cui ordina la bruciatura dell’intero apiario, cioè se in un’arnia viene riscontrata la presenza di AT anche tutte le altre nello stesso luogo, quindi nello stesso apiario, devono essere distrutte. Una sola arnia di api può contenere dalle 50 alle 100 mila api. Il ciclo biologico del coleottero consiste nell’entrare nell’alveare dove tramite una particolare comunicazione riesce a farsi nutrire dalle api, dopo depone le sue uova dalle quali dopo pochi giorni nascono le larve che escono dall’arnia e cadono nel terreno circostante dove si trasformano insetto adulto completando il ciclo. Ma si dice che possa completare il ciclo biologico anche all’interno di frutta e verdura in decomposizione. L’AT ha colonizzato molti apiari e si sposta volando anche a 15-20 km di distanza attirato dall’odore di altre arnie. La procedura di eradicazione sta nel sigillare gli alveari, accatastarli e bruciarli, dopodiché viene arato il terreno e cosparso di pesticidi anti-larvali. Ad oggi la zona rossa si allarga coinvolgendo anche la Sicilia dove i roghi continuano, anche se l’eradicazione è risultata inefficace. Gli alveari distrutti ammontano ad oltre 2500, e le istituzioni promettono di risarcire gli apicoltori, ma alle promesse si ha poca fede. Noi apicoltori ci aspettavamo da anni che prima o poi questo parassita sarebbe arrivato, ma le autorità sanitarie non hanno preso provvedimenti di prevenzione e inoltre a molti di questi veterinari manca la competenza di base nel settore apistico. Non si è studiato se il coleottero porti o no al collasso gli alveare, negli Stati Uniti, in Canada e Australia ci convivono, noi stiamo sterminando senza capirci nulla. Stiamo portando all’estinzione l’ape italiana (Apis Mellifera Ligustica Spinola) e questo si rifletterà sulle produzioni agrarie. Le api sono importanti per l’impollinazione quindi per la frutta, per la verdura e per l’erba medica di cui si nutrono gli allevamenti di bestiame. Siamo tutti coinvolti! Concludendo bisogna creare un punto della situazione, perché cominciano anche a sorgere i primi pensieri di nascondere il coleottero a causa dell’incompetenza delle autorità sanitarie che continuano a bruciare gli alveari. Gira voce che sono stati gli apicoltori ad autodenunciarsi, ma sappiamo anche di molti altri che sono stati costretti a bruciare perché sono intervenuti i militari. Dobbiamo fermare questa strage! Oltre AT quest’anno è entrata e si sta espandendo anche la Vespa Velutina che sta creando disagi in Liguria e Piemonte perché si nutre di api e sta spopolando migliaia di alveari e questo è un’altro segno di mancanza di prevenzione in Italia. Vi prego di condividere questa notizia, in pubblico, nei gruppi e anche al di fuori di Facebook. Grazie anche da parte delle api. vedi anche le pagine dell’IZS: Aethina tumida. Situazione epidemiologica ; Scheda informativa e protocollo diagnostico Grazie ad Apicoltura Sostenibile per queste informazioni!

http://www.dionidream.com/stanno-bruciando-le-api-italia-rischio-estinzione/
– See more at: http://terrarealtime.blogspot.it/2014/11/stanno-bruciando-le-api-in-italia.html#more

Ecco come si muore in Italia di razzismo

era troppo indigeno per aver diritto a solidarietà??????
Era disoccupato e la nostra amata costituzione dice che il lavoro nobilita l’uomo, se sei senza devi crepare è il sottotitolo??????

Era troppo italiano per aver diritto ad una casa???? E non è un caso isolato, ma queste morti sono continue E CENSURATE.
Alla faccia dell’eguaglianza, poteva essere vostro padro o vostro nonno.

SOCIETA’ CIVILE EH????

Verona, muore di stenti nell’auto che era diventata casa sua: 60enne ritrovato da un passante
Viveva nella macchina abbandonata sotto al condominio in cui abitava un tempo: Luigi, detto Toni, aveva perso il suo lavoro di idraulico e poi la casa. Era molto conosciuto e in tanti lo aiutavano. Raccolta fondi per garantirgli un funerale

La Redazione 27 Novembre 2014

Si è spento a 60 anni, in quell’auto che ormai era diventata casa sua. Risale alle 13 di mercoledì l’ultimo decesso provocato dall’estrema povertà. Un senzatetto veronese, Luigi detto “Toni”, se n’è andato sul sedile davanti della macchina posteggiata in via Scuderlando, tra la Zai e Borgo Roma. A rendersi conto dell’uomo, che pareva addormentato, è stato un passante che quando si è avvicinato al mezzo e ha provato a bussare non ha notato alcuna reazione. Ha composto così il 113 e il 118. Ma per l’uomo non c’era già più nulla da fare.

Era conosciuto, “Toni”: una prima vita passata a fare l’idraulico e una seconda passata a vagare per le strade, cercando un po’ di conforto in quei veronesi che lo salutavano e gli parlavano. Tanti lo rincuoravano e gli offrivano aiuto. Qualche spicciolo per mettere insieme il pranzo al sacco. Aveva preso possesso di un’auto abbandonata proprio sotto alla sua ex abitazione. Il 60enne aveva perso prima il lavoro e poi la casa, un appartamento al primo piano in un condominio di via Scuderlando. Non sono serviti molti rilievi, da parte degli agenti delle Volanti che poi hanno chiamato la Scientifica, nel scoprire che l’ultimo periodo di stenti gli era stato fatale. Hanno ritrovato il suo “letto”, composto da un telo di nylon che serviva a riparare parzialmente dal freddo l’auto. Su disposizione del pm di turno la salma è stata trasferita nelle celle mortuarie del Policlinico di Borgo Roma per accertare con sicurezza le cause del decesso. Una signora, come spiega L’Arena, avrebbe già fatto partire una piccola raccolta fondi per trovare i soldi e garantire a Toni un funerale.

http://www.veronasera.it/cronaca/verona-muore-stenti-auto-era-diventata-casa-sua-sessantenne-ritrovato-passante-27-novembre-2014.html

La Russia introduce la castrazione chimica per i pedofili

la Russia di Putin è proprio un regime totalitario, ha la fissa della famiglia e di tutelare i bambini.
Come disse Vendola, i bambini non possono sapere cosa non piace loro, se non lo provano (riferito al sesso) e Vendola è un politically correct per cui ha ragione a prescindere

Il parlamento russo ha approvato una legge sulla pedofilia in prima lettura. Da ora chiunque sia trovato colpevole di crimini sessuali contro i bambini sotto i 14 anni sarà sottoposto alla castrazione chimica, mentre i molestatori recidivi subiranno l’ergastolo.
 
In base alla nuova legge, la decisione d’effettuare una castrazione chimica obbligatorio sarà presa in seguito ad un esame di uno psichiatra forense su richiesta del tribunale, che può anche provvedere ad altre misure mediche, ha spiegato all’Itar-TASS il deputato Dmitry Vyatkin.
 
“Non sarebbe saggio limitare le misure mediche alla sola castrazione, dato che in alcuni casi potrebbe non bastare”, ha detto.
 
Allo stesso tempo, alcuni dei colpevoli possono fare domanda per una castrazione chimica volontaria, anche se la vittima è sopra i 14 anni. Questo può aiutarli ad ottenere degli sconti di pena se stanno già affrontando una detenzione, o ad ottenere una sentenza più mite se sono ancora sotto processo. Comunque, in quest’ultimo caso la decisione finale verrà rimessa al tribunale.
 
La legge cancella anche le sentenze sospese o rimandate per quanti sono stati riconosciuti come colpevoli di crimini sessuali contro minori di anni 14. Da questo momento essi possono chiedere uno sconto di pena solo dopo aver scontato almeno l’80% della loro detenzione.
 
La nuova legge risponde alle crescenti preoccupazioni della popolazione riguardo le violenze sessuali contro i minori nella società russa.
 
Almeno 1300 bambini russi hanno sofferto di abusi sessuali con violenze nel 2008 ed altri 5233 hanno sofferto di atti sessuali non violenti, secondo Anton Belyakov, deputato del partito “Una Sola Russia”. Belyakov era tra quanti esigevano pene più severe per i pedofili, dal momento che il 97% ripetono le loro violenze dopo essere stati liberati.
 
Il deputato di “Russia Unita” Tatyana Yakovleva sostiene che il numero di crimini sessuali contro i minori è cresciuto di venti volte dal 2005.
 
“I pedofili sono persone malate e pericoloso che non saranno mai pieni membri della società, ed è per questo che il nostro obiettivo è di proteggere le persone sane, i nostri bambini, che hanno la propria vita davanti a sè”, ha detto a RIA Novosti.
 
Le precedenti leggi sui crimini sessuali contro i giovani erano più lievi, con le pene più dure fra gli 8 e i 15 anni di detenzione.
 
E, come dimostrato dalla prassi legali, molti pedofili hanno ricevuto sentenze di 3 o 4 anni nella maggior parte dei casi.
 
Ormoni al salvataggio
 
La procedura di castrazione chimica è ottenuta usando il farmaco Depo-Provera, che contiene progesterone sintetico.
 
L’ormone femminile progesterone abbassa i livelli della sua controparte maschile, il testosterone, l’ormone responsabile del desiderio sessuale, riducendolo effettivamente ai minimi termini.
 
La comunità scientifica non si trova d’accordo sulla capacità del farmaco di bloccare il desiderio di abusare di un bambino da parte di un pedofilo, mentre ha effetti collaterali che includono la depressione, la fatica, il diabete, e i coaguli di sangue che, di certo, non sono parte della pena.
 
Traduzione da RussiaToday a cura di Filippo Bovo
 
 
 

ABHKAZIE VS GEORGIE. POUTINE S’ATTAQUE A NOUVEAU AU NOUVEL ORDRE MONDIAL !

Luc MICHEL pour PCN-INFO/

Avec Abkhazia News – PCN-SPO – Lucmichel.net/ 2014 11 27/

http://www.scoop.it/t/pcn-spo

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PIH - LM accords russo abkhazes (2014 11 27) FR

Après la Crimée, le président russe Poutine s’attaque à nouveau au Nouvel Ordre Mondial.  Le nouvel Accord russo-abkhaz est « une menace pour la sécurité régionale » dit la diplomatie sous contrôle atlantiste de l’UE …

 C’est tout l’Ordre post-soviétique en Eurasie depuis l’implosion de l’URSS – la « plus grande catastrophe géopolitique du XXe siècle » a dit Poutine – et la destruction de la Yougoslavie par les Occidentaux qui est remis en question depuis le référendum d’autodétermination de la Crimée et de Sébastopol, suivi de leur retour à la Russie. Depuis cette défaite immense de la « Russie géopolitique » – ce qu’était aussi l’URSS – la Russie a sans cesse reculé. « C’est terminé. La Russie est de retour ! » écrivais-je en mars dernier. Le nouvel Accord russo-abkhaz s’inscrit dans cette révolution géopolitique !

 # Sur le précédent de la Crimée, première remise en cause du Nouvel Ordre Mondial :

 * REVOLUTION GEOPOLITIQUE. LES ONZE JOURS QUI ONT CHANGE L’ORDRE POST-SOVIETIQUE : LA CRIMEE EST RUSSE !

Sur http://www.lucmichel.net/2014/03/18/lucmichel-net-revolution-geopolitique-les-onze-jours-qui-ont-change-lordre-post-sovietique-la-crimee-est-russe/

 * EODE-TV SIMFEROPOL/ LUC MICHEL: REVOLUTION GEOPOLITIQUE EN CRIMEE

Sur http://www.lucmichel.net/2014/03/23/eode-tv-simferopol-luc-michel-revolution-geopolitique-en-crimee/

 LA RUSSIE CONSACRE L’INDEPENDANCE ABKHAZE

 « La signature de l’accord de partenariat stratégique entre la Russie et l’Abkhazie risque d’entraver les efforts visant à stabiliser la situation dans la région », estime la chef de la diplomatie de l’UE Federica Mogherini. « La signature du soi-disant “accord d’alliance et de partenariat stratégique” entre la Fédération de Russie et la région séparatiste géorgienne d’Abkhazie nuit aux efforts déployés actuellement en vue de stabiliser la situation sécuritaire dans la région », a indiqué Mme Mogerini dans un communiqué de presse. Selon elle, la signature de ce document est contraire aux principes du droit international.

 Mogherini oublie que l’Abkhazie a déclaré son indépendance de la Géorgie dès l’aube des Années 90 et l’implosion de l’URSS. Etant un état de facto depuis. Et qu’en 2008, cette indépendance a été reconnue par la Russie, suivie de plusieurs états latino-américains. Le Droit international consacre, comme la Charte de l’ONU, le droit des peuples à l’autodétermination. Et un état existe internationalement lorsqu’il a été reconnu par au moins trois membres des Nations Unies …

La Russie a reconnu l’indépendance de l’Abkhazie et de l’Ossétie du Sud, deux républiques autoproclamées sur le territoire géorgien, en août 2008, suite à l’agression de l’armée géorgienne contre la capitale sud-ossète Tskhinvali. La Géorgie atlantiste a pour sa part décrété les deux républiques “territoires occupés”.

 L’accord en question a été signé lundi 24 novembre par le président russe Vladimir Poutine et son homologue abkhaz Raoul Khajimbasur à Sotchi, sur le littoral russe de la mer Noire. Le document prévoit notamment la création d’un espace de défense et de sécurité commun et la mise en place d’un groupement militaire conjoint des deux pays.

 L’accord garantit en outre l’amélioration des normes sociales en Abkhazie et prévoit l’augmentation progressive des salaires des médecins et scientifiques abkhaz, afin de les porter au niveau moyen de Russie. Pour atteindre ces objectifs, les deux pays signeront des accords supplémentaires.

 Luc MICHEL

 # Ce dimanche 30 novembre 2014, vers 14h30/15h, suivez sur AFRIQUE MEDIA TV l’intervention de Fabrice BEAUR, SG du PCN, correspondant de AMTV à Sotchi et Moscou,

sur le thème « RUSSIE-GEORGIE. les nouveaux accords Russie-Abkhazie, Poutine dynamite à nouveau la Nouvel Ordre Mondial ? »

sur streaming sur http://lb.streamakaci.com/afm

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XVe SOMMET DE LA FRANCOPHONIE À DAKAR

KH pour EODE Press Office/ 2014 11 27 / Avec EODE-TV – EODE Zone Africa/

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EODE PO - 15e sommet Francophonie Dakar (2014 11 27) FR 1

 Le XVe Sommet de la Francophonie se tient à Dakar (Sénégal) du 25 au 30 novembre 2014.

 La Conférence des chefs d’Etat et de gouvernement des pays ayant le français en partage, communément appelée “Sommet de la Francophonie”, est l’instance suprême de la Francophonie. Elle fait partie des trois instances consacrées par la Charte de la Francophonie (article 2) avec la Conférence ministérielle de la Francophonie (CMF) et le Conseil permanent de la Francophonie (CPF).

 Le Sommet se réunit tous les deux ans. Il est présidé par le chef d’Etat ou de gouvernement du pays hôte du Sommet jusqu’au Sommet suivant. Il statue sur l’admission de nouveaux membres de plein droit, de membres associés et de membres observateurs à l’OIF. Le Sommet définit les orientations de la Francophonie de manière à assurer son rayonnement dans le monde, dans un Cadre stratégique décennal. Il adopte toute résolution qu’il juge nécessaire au bon fonctionnement de la Francophonie et à la réalisation de ses objectifs. Il élit le Secrétaire général de la Francophonie.

EODE PO - 15e sommet Francophonie Dakar (2014 11 27) FR 2

 # TOUT SAVOIR SUR LA FRANCOPHONIE, SES ENJEUX GEOPOLITIQUES ET LE SOMMET DE DAKAR …

 Voir et revoir l’émission LE GRAND JEU. AU COEUR DE LA GEOPOLITIQUE MONDIALE de Luc MICHEL, coproduite par EODE-TV et AFRIQUE MEDIA TV :

 LE GRAND JEU (2) :

FRANCOPHONIE/GUINEE EQUATORIALE, UN ENJEU GEOPOLITIQUE.

EODE PO - 15e sommet Francophonie Dakar (2014 11 27) FR 3

Video complète à voir ou télécharger sur https://vimeo.com/110538089

 La Francophonie comme enjeu géopolitique, au prisme des ambitions de la Guinée Equatoriale du Président Obiang Gnema Mbassogo …

Avant le Sommet de la Francophonie à DAKAR en novembre.

 Sujet qui concerne aussi l’Eurasie :

résistance du Français à l’impérialisme culturel anglo-américain, intérêts (bien compris) de la France, présence de la Roumanie et de la Moldavie dans la Francophonie, etc …

L’émission aborde aussi ces enjeux là.

 Album photos :

https://www.facebook.com/media/set/?set=a.549468928520863.1073741845.321184994682592&type=1

KH / EODE Press Office

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LE SOMMET TURQUIE-AFRIQUE A MALABO

Luc MICHEL pour EODE Think Tank/ 2014 11 24/

Avec EODE Zone Africa –  EODE Zone Turkey/

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EODE TT - 2e Sommet Turquie Afrique (2014 11 24) FR

Il y a un Erdogan autocrate et nouveau Sultan. Celui des émeutes du Parc Gazi et du soutien au renversement du Président Assad en Syrie. Mais il y a  aussi un autre Erdogan  leader d’une économie turque en pleine expansion, en Afrique notamment.

 ENCORE UN SOMMET REUSSI A MALABO POUR LE PRESIDENT EQUATO-GUINEEN OBIANG GNEMA MBASSOGO

 Le SOMMET DE PARTENARIAT TURQUIE-AFRIQUE s’est tenu du 19 au 21 novembre 2014 à Malabo, capitale de la Guinée équatoriale. La première édition s’était déroulée à Istanbul … ‘La politique d’ouverture africaine’ de la Turquie y a laissé place à la politique de partenariat avec l’Afrique. Le sommet viseait à « développer davantage le partenariat stratégique entre la Turquie et les pays d’Afrique qui représentent un tiers des pays du monde ».

Représentant tous les pays du continent africain, la Mauritanie, l’Ethiopie, l’Algérie, le Nigéria, l’Afrique du Sud, le Sénégal, la Libye, le Zimbabwe, le Kenya, le Ghana, le Tchad, la République Démocratique du Congo et l’Egypte ont été invités au sommet. Le président mauritanien, Mohamed Ould Abdel Aziz, président en exercice de l’Union Africaine (UA), a pris part à cette importante rencontre. Le Président de l’Union Africaine a promis de relancer le plan africain pour la sécurité et la paix et a renouvelé l’engagement de l’Afrique à renforcer son partenariat avec la Turquie. L’Algérie, membre fondateur du Nouveau partenariat pour le développement de l’Afrique (Nepad), était représentée par le Premier ministre, Abdelmalek Sellal, accompagné du ministre délégué chargé des Affaires maghrébines et africaines, Abdelkader Messahel.

Plusieurs Chefs d’Etat africains tels que Robert Mugabe (Zimbabwe), Mahamadou Issoufou (Niger) ou Mohamed Ould Abdel Aziz (Mauritanie) ; le Premier ministre du Gabon, Daniel Ondo ; des délégations africaines représentant 45 pays ; des représentants l’Union africaine (UA) et des Communautés économiques régionales du continent assistaient au Sommet.

Le sommet avait pour thème un “modèle de nouveau partenariat pour le développement durable et le renforcement de l’intégration en Afrique”, qui prévoit d’assurer la participation au niveau des chefs d’Etat et de gouvernement de ces pays d’Afrique. Le président de la République turque Recep Tayyip Erdoğan et une délégation de 200 personnes ont pris part au sommet pour représenter la Turquie.

D’autre part le niveau actuel du partenariat, la détermination d’un cadre relatif à a période à venir et au plan d’application 2014-2018 ainsi que l’approbation d’une déclaration ont été traités lors du sommet.

 LA POLITIQUE TURQUE DE PARTENARIAT AVEC L’AFRIQUE…

La politique d’ouverture africaine de la Turquie a assuré une avancée rapide dans un grand nombre de domaines allant du volume commercial qui se développe sur la base des principes ‘de partenariat équitable et bénéfice commun’, au mécanisme de dialogue politique, ainsi que des activités scolaires aux investissements économiques.

En 2013, la Turquie a haussé à 30 son nombre d’ambassades et de bureaux de conseiller commercial en Afrique alors qu’elle n’avait que sept ambassades et un bureau de conseiller commercial en 2003.

Une hausse considérable et visible a été enregistrée dans les vols, le nombre de touristes et les données d’exportation et d’importation entre la Turquie et l’Afrique durant ces 10 dernières années.

Selon les données du ministère turc de l’Economie, le taux d’exportation de la Turquie avec l’Afrique atteint les 9,3 %, celui de l’importation les 3,7 %, celui des investissements à l’étranger les 3,6 % et enfin celui des services de construction à l’étranger les 18,1 %.

Au cours des assises, l’Afrique et la Turquie ont « tracé un cadre de coopération à travers une nouvelle politique de partenariat et dégagé un plan conjoint dont la mise en œuvre s’étalera sur la période 2014/2018 ». Au plan politique, « la diplomatie turque entend adopter des positions harmonisées avec le continent et contribuer au règlement pacifique des conflits, déclarait récemment un ambassadeur dans la presse continentale ». Pour le volet coopération économique, africains et turcs vont s’engagent dans un processus d’établissement « d’échanges économiques et commerciaux donnant un élan décisif à l’investissement ».

 UN « PARTENARIAT GAGNANT-GAGNANT »

A la veille du sommet, lors de la réunion ministérielle, les intervenants avaient insisté sur la volonté des pays africains de réussir un partenariat multisectoriel avec la Turquie dont la présence ne cesse de s’intensifier à travers le continent. « Le partenariat gagnant-gagnant a connu une évolution traduite par la croissance des investissements turcs à travers le continent », se sont félicités des ministres africains et des responsables de l’UA.

Du côté turc, le ministre des Affaires étrangères, Mevlut Cavucuglu, a déclaré que le sommet va contribuer au « renforcement des liens économiques, politiques et sociaux entre l’Afrique et la Turquie », soulignant que l’amélioration du partenariat témoigne de « la volonté d’aller ensemble » au bénéfice des peuples d’Afrique et de Turquie qui doivent, a-t-il dit, « explorer toutes les pistes pour mieux partager l’avenir ».

L’Union africaine (UA) avait déclaré la Turquie partenaire officiel, en 2008, l’année de la tenue, à Istanbul, du premier sommet Afrique-Turquie qui avait adopté deux documents de base, en l’occurrence, « la déclaration d’Istanbul » et « le cadre de la coopération ».

Il y est notamment précisé les domaines de coopération entre les deux parties. Une mise en œuvre Plan 2010-2014 a été conjointement élaborée sur la base des relations bilatérales entre les pays d’Afrique et la Turquie, en prenant compte les potentialités économiques en vue de hisser, au plus haut, une coopération multisectorielle au bénéfice de l’Afrique et de la Turquie.

 ERDOGAN N’A PU S’EMPECHER D’ABORDER LA POLITIQUE TURQUE AU SOMMET

Au Palais des Conférences de Sipopo, dans le cadre du IIème Sommet Afrique-Turquie, le président turc Recep Tayyip Erdoğan a prononcé un discours dans lequel il a appelé les Chefs d’État africains à se méfier des « dangereuses organisations qui opèrent dans leurs pays »  faisant une référence claire au mouvement Service de Fethullah Gülen. « Nous voyons que certaines structures dangereuses tentent d’influencer la Turquie et certains pays africains sous couvert d’organisations non gouvernementales ou de travailleurs volontaires de l’éducation. Nous surveillons cela attentivement. Nous attendons de nos amis en Afrique d’être conscients de cette menace, et je tiens à souligner que nous sommes prêts à échanger des renseignements pour lutter contre ces organisations », a-t-il déclaré.

Le mouvement Gülen est actif dans le secteur de l’éducation, avec plus de 1 000 écoles dans plus de 140 pays, y compris en Afrique. Ancien allié islamiste de l’AKP d’Erdogan, Fethullah Gülen est devenu son ennemi radical.

 LA LUTTE CONTRE EBOLA PAS OUBLIEE

Erdoğan a également annoncé une aide supplémentaire de 5 millions de dollars de la Turquie pour aider à la lutte contre l’épidémie d’Ebola en Afrique. La maladie a tué au moins 4.877 personnes depuis le début de février 20144. Le Liberia, la Sierra Leone et la Guinée ont été les plus durement touchés. L’Organisation mondiale de la santé (OMS) a qualifié Ebola comme « l’un des virus les plus virulents » au monde.

Le président mauritanien a exprimé sa compassion aux parents des victimes souhaitant la guérison rapide des malades. Il a appelé l’assistance à observer une minute de silence aux mémoires des victimes d’Ebola.

 LE SOMMET AFRIQUE-TURQUIE DÉMONTRE L’IMPORTANCE DE L’AFRIQUE EN TERMES POLITIQUE, ÉCONOMIQUE ET STRATÉGIQUE » (OBIANG GNEMA MBASSOGO)

Teodoro Obiang Nguema, président de la Guinée équatoriale et hôte de ce Sommet, a prononcé un discours de clôture en affirmant que des événements internationaux « comme le Sommet Afrique-Turquie démontrent l’importance de l’Afrique en termes politique, économique et stratégique. »

Par ailleurs, les président Obiang et Erdoğan  se sont également rencontrés afin d’analyser comment ils pourraient renforcer la coopération bilatérale entre leurs pays. Puis, ils ont visité le centre commercial qui est construit par l’entreprise turque de BTP, Summa, à Sipopo.

Parmi les accords signés entre les deux pays par les ministres des Affaires étrangères Agapito Mba Mokuy et Mevlut Çavusoglu, figure un accord sur l’exemption réciproque des visas pour les titulaires de passeports diplomatiques entre la Turquie et la Guinée équatoriale, ainsi que plusieurs accords dans le domaine culturel, sur le commerce et la coopération économique et technique.

Dans le pavillon d’honneur de l’aéroport de Malabo, Erdoğan a invité son homologue équato-guinéen à se rendre bientôt en visite officielle en Turquie. Selon le site gouvernemental, les deux hommes ont redit publiquement « leur adhésion continue à la démocratie pour le développement, les droits de l’homme et la bonne gouvernance ».

Luc MICHEL

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THE ROADS OF DAMASCUS’: HOW THE ELYSEE MANIPULATED CHEMICAL WEAPONS REPORTS

KH for Syria Committees Website / with al Manar/ 2014 11 20/

http://www.syria-committees.org/

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http://www.scoop.it/t/pcn-spo SYRIA - LIVRE chemins de damas (2014 11 20) ENGL

Scandals mentioned in the French book LES CHEMINS DE DAMAS (The Roads of Damascus) published a few days ago have begun to unfold, revealing secret events and details about how the French presidency forced the French diplomatic corps and intelligence services to comply with the politically motivated decision to remove Assad, manipulating reports about chemical weapons and the actual strength of the Syrian regime.

 A book published in Paris in october, entitled LES CHEMINS DE DAMAS, LE DOSSIER NOIR DE LA RELATION FRANCO-SYRIENNE (The Roads of Damascus, the black dossier of Franco-Syrian relations) by French journalists Georges Malbrunot and Christian Chesnot, has revealed a treasure trove of information regarding the secret background of the relationship between Paris and Damascus for the past 40 years. The investigative book contains information and interviews with figures closely involved in the Syrian dossier, from the 1980s to the present day.

 A “QUASI-SCHIZOPHRENIC” RELATION BETWEEN PARIS AND DAMASCUS

 From presidential summits, to political and bloody confrontations, and diplomatic tensions as well as honeymoon periods and secret security coordination between the two capitals, the book tackles the “black files” and other covert events that characterized the relationship described as “quasi-schizophrenic” between the two countries.

 According to a synopsis offered by the book’s publisher Robert Laffont, The Roads of Damascus shows how successive French presidents dealt with Syria, “often emotionally, precipitately, or with improvisation, which led to the impasse that we now observe (in the relations) today.”

 The authors recount an incident immediately following the assassination of former Prime Minister Rafik Hariri, saying, “At the very moment Jacques Chirac, after the assassination of his friend Rafik Hariri, wanted to ‘disgorge’ Bashar al-Assad, France delivered to Assad in utmost secrecy two Dauphin helicopters and provided his entourage with a system for secure communications.”

 For their part, presidents Nicolas Sarkozy and Francois Hollande “in turn committed the same mistakes by ignoring the ability of the Syrian regime to survive,” the two authors conclude.

 The French press has published some excerpts from the book, including in Le Point on October 9. The magazine said the book was “exceptional,” and published parts from the book containing important details about the Syrian crisis as they were discussed in the corridors of the Foreign Ministry and the Elysee, and the French intelligence and security services.

 A BRAWL AT THE FOREIGN MINISTRY

 A section titled “A Brawl at the Quay d’Orsay” in the book recounts a violent quarrel that took place over Syria at one of the offices of the Foreign Ministry in Paris in Spring 2011. At the time, Alain Juppe was the foreign minister of France.

 The brawl took place at the office of the Chief of Staff to the Minister for Foreign Affairs Herve Ladsous, between the French Ambassador to Damascus Eric Chevallier and Advisor to the President (Nicolas Sarkozy at the time) for Middle Eastern Affairs Nicolas Galey. Also present were the then-Director of the Middle East and North Africa Department and current French ambassador to Lebanon Patrice Paoli, and Director of the Prospective of the Ministry Joseph Maila, in addition to diplomats assigned to the Syrian issue.

 “The Assad regime will not fall and Assad is strong” and will stay in office, was the conviction of Ambassador Chevallier at the time. This is what he had written in his diplomatic dispatches from Damascus, for which he was summoned back to Paris. Chevallier reiterated to those present at the meeting that he was “close to the field,” and had “visited various regions in Syria but did not feel that the existing regime is crumbling.”

 “Stop talking nonsense!” Galey, Sarkozy’s envoy, interrupted. “We should not stick to the facts, but must look farther than our noses,” he added. Galey’s interjection was “unprecedentedly hostile,” according to one of those who were present. Even Ladsous “was shocked by Galey’s forcefulness,” as it turned out that Galey “had not come to the meeting to take part in the deliberations, but to fulfill a specific mission: to impose the view that says Assad’s fall is inevitable,” and make everyone understand that any dissenting opinion in this regard would not be tolerated in the French diplomatic corps.

 One diplomat who was in contact with the two agencies explained that both were convinced that Assad would not fall quickly, but that internal intelligence noticed rapidly the role of salafis and jihadis in the rebellion, while the foreign intelligence continued to send reports demonizing the Assad regime.

 But Chevallier defended his position, which was at odds with what the Elysee wanted to force through. He said that he had met with the Syrian opposition repeatedly, “but still felt that the regime has what it takes to survive as well as dependable foreign support.” “We do not care about your information,” Galey retorted again, prompting the ambassador to respond, “You want me to write something different, but my job as ambassador is to continue saying what I have written, that is, what has actually happened.” “Your information does not interest us. Bashar al-Assad must fall and he will fall,” Galey added in a sharp tone. The quarrel then grew sharper forcing Ladsous to intervene several times to end the “verbal battle.”

 A STRANGE REPORT ON CHEMICAL WEAPONS ATTACKS IN SYRIA

 Another section of the book dealt with the actions of President Francois Hollande in August 2013, when he ordered the declassification of the summary of external security and military intelligence reports on the chemical weapons attacks in the Ghouta region near Damascus, at a time when he was mobilizing international support for a military strike to punish those “who poisoned innocents.” The book reveals that the conclusion of the joint report underwent some “trimming” by the Special Adviser to the Minister of Defense Jean-Yves Le Drian, in a way that harmed informants.

 The informants had raised some question marks in their reports regarding events they could not verify, such as the use of sarin gas. One of the assumptions made ​​by informants in their reports held that “it is possible gas had leaked following classical bombardment by the Syrian army that hit a secret rebel laboratory.” But this conclusion was “simply and completely redacted” from the final text of the report.

 FRANCE MADE MISTAKE WITH THE RUSSIANS

 Former French Interior Minister and Secretary of the Presidency under Sarkozy Claude Gueant says that the way Juppe had dealt with Russia was a grave mistake, stressing that Russia should not have been marginalized, but rather benefited from. He added, “If we had set aside selfishness, prestige, and fondness of power, and told the Russians you were the most capable party to help find a solution in Syria, they would have welcomed it and participated positively. They alone were able to do something.”

 The book also tackles the fragile relationship between French diplomats and intelligence services, and the conflict between internal intelligence and foreign intelligence over Syria. The antipathy between the two agencies emerged with the beginning of the Syrian crisis, and continued even after the two agencies moved to Amman.

 The reports coming from the two sides appeared contradictory in 2011. One diplomat who was in contact with the two agencies explained that both were convinced that Assad would not fall quickly, but that internal intelligence noticed rapidly the role of salafis and jihadis in the rebellion, while the foreign intelligence continued to send reports demonizing the Assad regime.

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Peru’: 500 leoni marini trovati morti lungo le coste. E’ mistero!

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La polizia ecologica peruviana sta indagando sulla morte di 500 leoni marini, trovati in massa senza vita lungo una spiaggia della costa nord del Perù. Il Governatore di Samanco, dove sono stati ritrovati gli animali, ha denunciato il fatto alla polizia
accusando i maricoltori, allevatori e pescatori di capesante, di aver avvelenato i mammiferi.I leoni marini si avvicinano alla costa per cibarsi di frutti di mare e molluschi, specialmente capesante, costituendo quindi dei rivali naturali per i pescatori. La polizia, riporta l’agenzia peruviana Andina, sta indagando su anche su altre possibili cause di morte, tra cui malattie o l’ingestione di rifiuti in plastica. I corpi degli animali, rimossi per timore del diffondersi di possibili infezioni, appartenevano ad esemplari sia giovani che vecchi. Queste morti si sommano a quelle avvenute nella prima settimana di novembre, quando erano stati ritrovati 187 corpi di leoni marini, quattro delfini, quattro tartarughe e oltre cinquanta pellicani. Le autorità del Servizio nazionale per la fauna hanno dichiarato che sono in corso indagini minuziose, ma per il momento non hanno raggiunto alcun risultato.
 
Tgcom

Derivati, a giudizio per truffa a Trani gli ex vertici di Intesa Bazoli e Passera

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Gli imputati sono accusati dalla Procura di Trani di aver indotto i dipendenti a far sottoscrivere contratti dannosi per il cliente e favorevoli solo per l’istituto di credito. Citato anche Giovanni Gorno Tempini, oggi amministratore delegato di Cassa depositi e prestiti
 
Per due episodi di concorso in truffa pluriaggravata e continuata la procura di Trani ha citato in giudizio gli ex vertici di Banca Intesa e Banca Caboto, ora Banca Imi, parte del gruppo Intesa Sanpaolo. Ai quindici imputati è contestata la negoziazione di prodotti derivati di tipo swap ritenuti “truffaldini“, ovvero dannosi per il cliente e favorevoli solo per la banca. Tra gli imputati Giovanni Bazoli, presidente del consiglio di sorveglianza di Banca Intesa SanPaolo ed ex presidente del cda, e Corrado Passera, ex ministro per lo Sviluppo economico e amministratore delegato dell’istituto fino al 2011. Nella lista delle 15 persone citate in giudizio figura anche Giovanni Gorno Tempini, ex amministratore delegato di Banca Caboto e oggi amministratore delegato della Cassa depositi e prestiti.
 
Gli ex vertici dei due istituti di credito sono accusati di aver seguito, tra ottobre 2004 e settembre 2011, lo stesso “disegno criminoso“, che consisteva nell’avvantaggiare la banca e “farle conseguire, in violazione dei principi normativi della buona fede contrattuale e di quelli regolari della condotta degli intermediari finanziari, un crescente profitto in danno della clientela più inesperta”. Inoltre, secondo il pm Michele Ruggiero, i due imprenditori parti offese del reato di truffa sono stati descritti nei contratti come “operatore qualificato”, pur “senza avere ricevuto alcuna informazione sul tipo di derivati, sulla nozione di ‘operatore qualificato’ e sulle conseguenze scaturenti dalla sottoscrizione di quella dichiarazione”. La citazione in giudizio riguarda anche Enrico Salza, ex presidente del consiglio di gestione di Intesa, Giampio Bracchi, ex vicepresidente e componente del comitato esecutivo di Banca Intesa, e Andrea Munari, ex ad di Banca Caboto. Le contestazioni agli ex vertici delle banche fanno riferimento al comportamento da loro tenuto nel “predeterminare le condizioni per la negoziazione di contratti derivati di natura truffaldina” nella filiale di Barletta.
 
Secondo gli inquirenti i derivati furono fatti sottoscrivere da dipendenti di quella filiale al legale rappresentante della società Vingi Shoes snc. I prodotti – secondo quanto la banca assicurò al cliente – avrebbero dovuto coprire l’impresa dal rischio di variazione del tasso di interesse (relativo a finanziamenti ottenuti in precedenza) ma in realtà – secondo l’accusa – “erano strumentalmente inefficaci ed inadeguati per la loro peculiare natura speculativa (cioè di vere e proprie scommesse sui tassi), sempre sbilanciata in favore della banca”. Stando all’accusa, dalla sottoscrizione dei derivati l’azienda subì, con una transazione firmata nel 2011, un danno patrimoniale quantificato in oltre 154mila euro. L’altra contestazione di truffa (per reati che si prescriveranno nel 2015) fa riferimento alla sottoscrizione di titoli derivati swap da parte del legale rappresentante della pugliese Euro alluminio, Ruggiero Di Vece, che sarebbero dovuti servire a coprire l’impresa dall’oscillazione dei tassi di interesse per un mutuo quindicennale da 700mila euro sottoscritto nel 2004. In questo caso il danno patrimoniale che la banca avrebbe provocato all’imprenditore è stimato in circa 106mila euro. A tre dipendenti della filiale di Barletta di Banca Intesa viene infine contestato il reato di abusivismo finanziario.