L’euro e la nuova povertà #fuoridalleuro

Quella del governo è una Legge di Stabilità tragica per l’Italia. Lo era già nel testo approvato da Napolitano, lo sarà di più dopo che Renzi ha ceduto senza fiatare al compromesso con la Commissione europea. I pochi benefici fiscali della stabilità saranno ancora di meno. I tagli alle tasse sono infatti più che compensati da tagli indiretti ai servizi locali. Non vi è alcuna traccia di investimenti produttivi nei settori ad alta occupazione e sostenibilità ambientale, come le rinnovabili o la manutenzione del territorio. Così il Paese non può ripartire e un altro anno di recessione significa perdere ulteriore benessere.
Esiste un legame tra l’euro e questa Legge di Stabilità inutile e dannosa
L’euro è il centro del problema. Ormai non lo sostengono soltanto i cosiddetti economisti critici, o qualche premio Nobel, ma anche gli economisti più vicini alla politica e alle sue regalìe, che temono un’implosione dell’euro a favore delle forze antisistema.
L’euro è una “non-moneta”, perché non è stampato da governi democratici, ma da una Banca Centrale Europea che risponde a interessi privati
Questo ha due conseguenze:
1) Il governo non può stampare la sua moneta per finanziare investimenti produttivi, occupazione, ricerca e innovazione. In poche parole: la fine di ogni politica industriale, perché ogni euro speso deve essere restituito con gli interessi, controllati dai mercati internazionali.
2) In un sistema di cambi rigidi (come l’euro) un Paese non può svalutare la sua moneta per aumentare la competitività nei confronti di altri Paesi, rilanciare la domanda estera ed equilibrare la sua bilancia commerciale (importazioni – esportazioni). L’unico modo per abbassare i prezzi e vendere di più all’estero è attaccare i salari dei cittadini, e per questa vi abbassare i prezzi dei propri prodotti. Le armi per farlo sono il ricatto della disoccupazione e il lavoro precario (vedi Jobs Act). Come ha ripetuto Beppe Grillo a Palermo “se non puoi svalutare la moneta svaluti i salari!”.
Svalutando i salari, però, distruggi la domanda interna e i consumi. Cosa ne deriva? I cittadini, minacciati da redditi sempre più bassi e lavori sempre più precari risparmieranno i pochi soldi guadagnati invece di spenderli. Le aziende italiane non venderanno più i loro prodotti. Distruzione dell’occupazione e del tessuto industriale italiano. Esattamente ciò che sta avvenendo dentro l’euro. L’impresa muore o viene svenduta a compratori esteri, i quali poi si riportano in patria i profitti.

In questa gabbia di ferro il Governo abdica dalle sue funzioni di ordine e sviluppo e si consegna nelle mani di Paesi più forti e di istituzioni private di natura finanziaria. Tutto ciò che può fare, se non si ribella, è restituire ogni euro preso a prestito con l’aggiunta di mostruosi interessi. Un circolo vizioso iniziato e concluso dall’euro. L’euro è impoverimento Non è possibile mantenere l’euro e avviare lo sviluppo..
Lo dimostra proprio la Legge di Stabilità di Renzi. Tutto ciò che c’è di nuovo (tagli alle tasse per pochi miliardi) è recuperato dal taglio indiretto e lineare di servizi locali, aumentando il peso fiscale per le Regioni già piegate dalla crisi. Non vi è poi alcun margine per investimenti produttivi. Una finta manovra, di nuovo recessiva, che renderà ulteriormente insostenibile il debito pubblico italiano.
Il M5S propone di uscire dall’euro, riprendersi la sovranità monetaria, la possibilità di stampare moneta, gestire i tassi di interesse e progettare una politica industriale.. Fuori dall’euro per tornare a decidere del nostro futuro! O fuori dall’euro o default. Non c’è più tempo!
http://www.beppegrillo.it/2014/11/leuro_e_la_nuova_poverta_fuoridalleuro.html?utm_source=pulsenews&utm_medium=referral&utm_campaign=Feed%3A+beppegrillo%2Fatom+%28Blog+di+Beppe+Grillo%29

L’euro e la nuova povertà #fuoridalleuroultima modifica: 2014-11-02T20:32:00+01:00da davi-luciano
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