LE RIVOLUZIONI COLORATE: UN NUOVO MODO PER FARE LA GUERRA

By admin  /   21 ottobre, 2014  /

DI ANDREW KORYBKO

E’ attualmente in corso negli Stati Uniti un colossale cambio di strategia, con l’America che si sta trasformando da “gendarme” a “guida occulta” del mondo (Lead From Behind Strategy). Questo fondamentale cambiamento comporta che gli Stati Uniti debbano passare da operazioni militari condotte in prima persona, ad operazioni del tipo stay-behind.

Parte di questa trasformazione consiste nella riduzione delle forze militari convenzionali sostituite da forze speciali ed agenti dell’Intelligence. Anche le Compagnie Militari Private hanno un ruolo maggiore nella nuova grande strategia.

Questo non significa, naturalmente, che gli Stati Uniti non abbiano più la capacità o la volontà di agire in prima persona (niente affatto!) ma che, per proiettare la propria immagine di “potenza globale”, preferiscono metodi più indiretti e sottilmente nefasti, piuttosto che ricorrere ad invasioni di massa e bombardamenti.

Gli Stati Uniti intendono seguire la massima di Sun Tzu: “la suprema eccellenza consiste nel rompere la resistenza del nemico senza combattere”. Il risultato è un mix di Rivoluzioni Colorate, guerre non convenzionali ed operazioni dei mercenari – basate in ogni caso sul coinvolgimento per procura degli alleati regionali – per evitare l’uso diretto delle truppe statunitensi.

Tutto ciò si traduce nella promozione della politica americana attraverso l’uso di metodi obliqui, e quindi nella negazione (relativamente credibile) del proprio coinvolgimento. È importante sottolineare, inoltre, che l’assenza di forze convenzionali è stato pensato anche per ridurre il rischio di un confronto diretto tra gli Stati Uniti e la Russia, la Cina e l’Iran – gli obiettivi primari di queste guerre per procura.

Il piano per la destabilizzazione strategica e lo smembramento degli Stati eurasiatici deve la sua genesi a Zbigniew Brzezinski ed alla teoria che egli ha chiamato “Eurasian Balcans” (http://en.wikipedia.org/wiki/Greater_Middle_East, ndt).

Gli Stati Uniti sono comunque notevolmente flessibili nel mettere in pratica queste idee, e non si infilano in un vicolo cieco se la destabilizzazione incontra degli ostacoli e non può essere portata avanti. In questo caso (come ad esempio in Ucraina, Siria, Iraq e presto, forse, nel Mar Cinese Meridionale) lo stratagemma si evolve in un fortissimo caos provocato all’interno degli stati-cuscinetto, posizionati sulla soglia delle potenze eurasiatiche.

L’idea è quella di creare dei “buchi neri” di assoluto disordine in cui Mosca, Pechino e Teheran saranno in ogni caso condannati, sia se intervengono, sia se non lo fanno. Gli Stati Uniti preferiscono, idealmente, che gli obiettivi che hanno nel mirino vengano risucchiati in un pantano che li insanguini e li destabilizzi a casa propria, come ad esempio la guerra sovietico-afghana che Brzezinski ha concepito oltre 30 anni fa.

Allontanarsi dall’espansionismo dell’“Eurasian Balcans” per tornare alle radici dell’”anarchia afghana” è l’essenza del piano “Reverse Brzezinski” (http://orientalreview.org/2014/06/22/the-reverse-brzezinski-the-ultimate-eurasian-dilemma-i/, ndt), che pone il dilemma di cui sopra (intervenire-non intervenire, ndt) come trappola per le potenze eurasiatiche.

L’esperienza degli Stati Uniti nel formare ed armare i mujaheddin utilizzati nella guerra sovietico-afgana, può essere vista come la prima incursione all’interno della strategia “Lead From Behind”.

Gli Stati Uniti hanno lavorato mano nella mano con il Pakistan e con gli altri Stati Islamici per spargere in Afghanistan i semi del caos (fra i quali la creazione dell’organizzazione mercenaria internazionale Al Qaeda), creando in quel paese una destabilizzazione strategica così grave, che l’Unione Sovietica non fu in grado di resistere alle sollecitazioni, e decise di intervenire.

Era questo l’obiettivo … e per gli Stati Uniti fu un successo clamoroso. Fu anche l’apice delle guerre-per-procura nel periodo della Guerra Fredda, che in quel momento si mescolava perfettamente con l’equilibrio internazionale del potere. Si trattò di un successo tale da essere accreditato come uno dei fattori che contribuirono alla dissoluzione dell’Unione Sovietica nel 1991.

D’altro canto tutto ciò alterò l’equilibrio globale del potere, portando al “momento unipolare” degli Stati Uniti. In questo periodo il prototipo afgano della strategia “Lead From Behind” non è più stato visto come un qualcosa di necessario, perché gli Stati Uniti avevano in quel momento la forza, la volontà, e la possibilità di proiettare in modo diretto il loro potere su tutto il mondo.

IL MOMENTO UNIPOLARE DELLA STRATEGIA “SHOCK AND AWE”

Ubriachi di potere per essere emersi dalla Guerra Fredda come potenza vincitrice, gli Stati Uniti diedero il via ad un’ondata di interventi militari, che ebbero inizio con la 1a Guerra del Golfo. Anche se “venduta” come operazione multilaterale, gli Stati Uniti erano il paese primario di quella coalizione di guerra.

Nel giro di pochi anni gli Stati Uniti bombardarono anche le posizioni serbe in Bosnia, prima di dar inizio ad una guerra unilaterale nel Kosovo (tramite la NATO), che era una Provincia della Serbia.

Fu proprio il bombardamento della Serbia a rendere consapevoli i leaders russi della necessità di difendere il proprio paese dalle minacce future, dando il via alla modernizzazione della sua industria della difesa, per dissuadere un eventuale attacco diretto degli  americani (e della NATO) agli interessi russi. Tutto ciò non porterà, tuttavia, ad un cambiamento immediato … il potere degli Stati Uniti continuava ad essere al suo apice.

Dopo gli attacchi terroristici dell’11 Settembre gli Stati Uniti intrapresero nuove operazioni militari, fra le quali l’occupazione dell’Afghanistan – un paese situato a metà strada di tutto il mondo, e nei pressi della “Heartland” dell’Eurasia (è il nome che venne dato alla zona centrale dell’Eurasia dal geografo inglese Sir Halford Mackinder, corrispondente grosso modo alla Russia ed alle province limitrofe, ndt).<%

LE RIVOLUZIONI COLORATE: UN NUOVO MODO PER FARE LA GUERRAultima modifica: 2014-10-23T20:23:01+02:00da davi-luciano
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