RAVENNA: METALMECCANICA, LA CRISI NON SI FERMA, PERSI 1500 POSTI DI LAVORO

26 agosto 2014

La crisi nel paese e nella provincia stenta ad allentare la morsa ed è sempre più forte la richiesta che arriva dalle imprese, di terminare l’uso degli ammortizzatori sociali, avviando processi di riorganizzazione aziendale con i conseguenti licenziamenti dei lavoratori considerati in esubero. Una posizione che preoccupa e che vede il netto contrasto della Fiom-Cgil provinciale, che senza mezzi termini dice che di questo passo si avvierà un autunno difficile. Attraverso il suo segretario Milco Cassani, la Fiom chiama in causa le imprese chiedendo a loro di non rinunciare al ruolo di responsabilità sociale. “I dati dell’osservatorio provinciale della Cgil – commenta Cassani – ci dicono che dal 2008 ad oggi ben 677 imprese del settore a livello provinciale, hanno fatto uso di ammortizzatori sociali e che le stesse a distanza di anni dichiarano di avere ridotto gli organici di 1500 persone circa. Una riduzione occupazionale pesante che evidentemente non è bastata, se ancora oggi circa 1000 dipendenti del settore, sono coinvolti da procedure di ammortizzatori sociali. A questi si aggiugano i tanti contratti in somministrazione che una volta arrivati a scadenza non sono piu stati rinnovati. “In queste condizioni siamo comunque riusciti a rinnovare diversi contratti aziendali in realtà significative della nostra provincia, ma in altri casi la scadenza naturale dei contratti si è trasformata per l’impresa, in un’opportunità da cogliere per peggiorare le condizioni dei lavoratori – prosegue il sindacalista -. Altre importanti vertenze ci attendono nei prossimi mesi. Oggi è sempre più frequente la richiesta di sottoscrivere accordi che non sono altro che la rinuncia dei diritti contrattati negli anni. Un modo sbagliato di rispondere ad un problema vero che riguarda la competitività delle imprese, che andrebbe invece ricercata attraverso nuovi investimenti, altrimenti anche i sacrifici dei lavoratori potrebbero essere come si è dimostrato in molti casi, assolutamente inutili”. “Su questo punto la nostra posizione è chiara, ma sarebbe ancora più forte se fosse perseguita da tutte le organizzazioni sindacali – aggiunge Cassani -. Sottoscrivere accordi che anziché unire dividono i lavoratori, non aiuta le imprese e fa un danno al sindacato e alle stesse persone che dovremmo rappresentare. Una maggiore determinazione in questo da parte sindacale, dovrebbe spingere le imprese a ripensare profondamente l’organizzazione e la distribuzione dell’orario di lavoro. Oggi per un lavoratore, uscire dalla propria azienda significa avere buone probabilità di restare disoccupato a lungo, assistito inizialmente dagli ammortizzatori sociali ma poi privo di ogni tutela e messo ai margini della società”.(…)

Leggi tutto su ravennatoday

http://www.crisitaly.org/notizie/ravenna-metalmeccanica-la-crisi-non-si-ferma-persi-1500-posti-di-lavoro/

RAVENNA: METALMECCANICA, LA CRISI NON SI FERMA, PERSI 1500 POSTI DI LAVOROultima modifica: 2014-08-28T10:30:11+02:00da davi-luciano
Reposta per primo quest’articolo