VERONA: NEI PRIMI 6 MESI DELL’ANNO 95 IMPRESE DICHIARATE FALLITE. IN ITALIA 63 AZIENDE AL GIORNO

3 agosto 2014

Altri sei mesi dal respiro molto corto hanno arrestato la corsa di un centinaio di aziende scaligere. Il bilancio delle realtà produttive dichiarate fallite dal tribunale di Verona al 30 giugno di quest’anno sale infatti a 95, pari a un incremento del 7,95% sullo stesso semestre 2013 (88 pronunce). Uno stacco di quasi dieci realtà, che in cifre assolute può fare poco rumore, ma in una prospettiva di più lungo termine disattende ogni previsione ottimistica di ripresa. Il trend di aumento delle chiusure per fallimento nel Veronese, appena sotto la media nazionale (+10% le sentenze emesse dai tribunali italiani rispetto allo stesso semestre 2013), conferma l’onda lunga della crisi, che nel 2013 ha toccato il suo picco massimo con 203 sentenze di fallimento in un anno.

I numeri sono numeri, insomma, «anche per un territorio considerato un’isola felice, come quello scaligero», commenta il presidente dell’Ordine dei dottori commercialisti e degli esperti contabili di Verona Alberto Mion. Se fino a qualche tempo fa, le statistiche di fine anno andavano lette con più prudenza, come indicative, cioè, dello stadio finale di crisi aziendali con origini anche molto remote, «ora che possiamo esaminare tutto l’ultimo quinquennio, possiamo dire che, anche a Verona, le difficoltà sono aumentate anno dopo anno», dice Mion. «E non v’è cenno di immediata ripresa».

Ci sono cause storiche, come «l’esposizione debitoria che, colpendo le aziende di un certo comparto, si ripercuote indirettamente sulle altre della filiera, o comunque legate ad esse da un rapporto di fornitura/clientela». Ovvero «la diffidenza delle banche a concedere credito a chi non ha sufficientemente patrimonializzato o non può offrire garanzie personali dei soci».

E poi, c’è la pressione fiscale che, sotto varie sembianze, si tramanda di governo in governo. «I debiti verso il Fisco sono aumenti e le imprese, anche di grande dimensione, si trovano sempre più spesso di fronte al bivio se pagare gli stipendi e le forniture, o pagare le imposte». Così, spesso, per seguire la scelta più “umanistica”, «a fine mese si ritrovano arretrati di versamenti Iva, o ritenute d’acconto non versate». È la classica coperta corta: «da qualsiasi parte la tiri buona parte dei debiti resta scoperta». Questo, il presente. «Ma all’assemblea di Confindustria abbiamo colto qualche speranza di cambiamento e fiducia nelle misure prospettate dall’attuale governo. Ancorchè non sufficienti», precisa Mion.

Dal canto loro, «i professionisti di oggi sono in grado di andare ben oltre il ruolo di meri fiscalisti», spiega il presidente dei commercialisti veronesi, «e suggerire all’azienda come prevenire crisi irreversibili. Ma spesso l’imprenditore non percepisce in tempo le difficoltà e ci troviamo a intervenire in una fase già patologica». Oppure, nell’illusione che la situazione rientri, «continua a rimandare decisioni concrete, compromettendo anche la sorte dei dipendenti».

I COMPARTI. La crisi miete vittime in tutti i settori. Con l’edile (13 ditte fallite) e i connessi comparti dell’elettromeccanica e impiantistica elettrica (nel complesso 6 chiusure) intesta. Nei trasporti, in generale, nel primo semestre Verona ha subìto 5 perdite, come pure nella grafica-litografia; 4 le chiusure sia nel mobilearredo che nel commercio all’ingrosso di ortofrutta. «L’autotrasporto risente in gran parte delle sorti delle produzioni cui è legato», spiega Mion. Mentre «sulla grafica gravano i costi di produzione e la concorrenza di chi ha saputo innovare nel settore».

La classifica regionale dei fallimenti al secondo trimestre dell’anno assegna al Veneto un quarto posto, con 661 fallimenti (pari all’8,2% del totale nazionale). Capofila la Lombardia, con ben 1.772 casi (22% circa del totale Italia), seguita da Lazio (871 chiusure pari al 10,8% di incidenza sul totale Italia) e Campania (692 casi e relativa incidenza dell’8,5%). È quanto risulta dal rapporto sui fallimenti di Cribis D&B, che sul piano nazionale rileva un incremento di fallimenti del 10%. A portare i libri in tribunale nel primo semestre sono state, precisamente, 8.101 imprese, 736 in più rispetto a giugno 2013, per una media di 63 chiusure al giorno.

 Fonte larena

http://www.crisitaly.org/notizie/verona-nei-primi-6-mesi-dellanno-95-imprese-dichiarate-fallite-in-italia-63-aziende-al-giorno/

VERONA: NEI PRIMI 6 MESI DELL’ANNO 95 IMPRESE DICHIARATE FALLITE. IN ITALIA 63 AZIENDE AL GIORNOultima modifica: 2014-08-04T20:52:48+02:00da davi-luciano
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