Se l’intensità della tempesta è tale da alterare fortemente il campo magnetico terrestre, “azzerandolo” sia pur temporaneamente, si potrebbero avere enormi picchi di correnti elettriche nel terreno e nelle linee di trasmissione aeree, con un effetto devastante non solo sui sistemi di comunicazione ma anche sugli impianti di generazione e distribuzione dell’energia elettrica, paralizzando servizi essenziali come i trasporti e la sanità.
“Senza energia, la gente avrebbe problemi anche a rifornire la propria auto nelle stazioni di servizio, a prelevare denaro dal bancomat e pagare on-line. Anche i sistemi idrici e fognari sarebbero colpiti, e questo significa che nelle aree urbanizzate si presenterebbero rapidamente emergenze sanitarie”, scrive Dale.
La più grande super-tempesta solare registrata è avvenuta nel 1859 ed è conosciuta come “evento Carrington”, dal nome dell’astronomo britannico Richard Carrington che aveva rilevato il massiccio brillamento solare che l’aveva preceduta. In quell’occasione fu liberata una quantità di energia equivalente a quella che sarebbe stata liberata da 10 miliardi di bombe di Hiroshima esplose contemporaneamente, ma senza che ciò provocasse seri problemi dato che al tempo l’unica infrastruttura sensibile era rappresentata dai meno di 200.000 chilometri di linee telegrafiche. Ma oggi le cose oggi potrebbero andare molto diversamente.
Considerato che si stima che in media si verifichi un evento Carrington ogni 150 anni, la probabilità che avvenga nel corso del prossimo decennio è pari al 12 per cento. Per questo, avverte Dale, sarebbe bene che le autorità nazionali e internazionali adottassero serie misure per attenuare l’impatto di un simile evento.
Alcuni ricercatori hanno proposto la messa in orbita di una serie di satelliti per un più attento monitoraggio dell’attività solare, che potrebbe rilevare segnali premonitori di un evento Carrington con una settimana di anticipo, un tempo sufficiente per disattivare temporaneamente in modo programmato le infrastrutture più sensibili, riorientare i satelliti per cercare di proteggerli ed evitare il caos aereo. Secondo Dale, sarebbe comunque più sicuro riprogettare e sostituire i satelliti attualmente in uso, così da renderli meno sensibili agli improvvisi sbalzi di radiazioni dovuto alle tempeste solari.