Italia: la disoccupazione dilania intere generazioni

Redazione il 17 luglio 2014
di Redazione
 
È una litania senza fine quella che ci certifica l’inferno in cui ci hanno cacciati politiche restrittive assurde e l’incapacità d’una classe dirigente indegna.
Una ricerca della Uil dal titolo “No Pil? No job” ci dice che, nei sei anni fra il 2008 e il 2013, la disoccupazione è salita dal 6,7% al 12,2%, e quella giovanile addirittura dal 21,3% al 40%. Ma non basta: nel 2013, una persona su tre ha conosciuto forme d’occupazione instabile, che hanno generato riduzione dell’orario di lavoro o la perdita dello stesso, e si tratta di 13 milioni di persone, con uno spaventoso +42,6% sul 2008.
 
Questo quadro è aggravato da altri dati: nel 2013, 4,2 ml di persone hanno conosciuto l’angoscia degli ammortizzatori sociali (+57% dal 2008); 3,1 ml erano alla ricerca attiva d’un lavoro (+83,8%) e 1,8 ml non provavano neanche più a cercarlo. Ma anche la tipologia del lavoro di chi ce l’aveva ancora è terribilmente peggiorato: +70% di soggetti costretti al part-time involontario (e si tratta di mezzo milione); 2,2 ml di lavoratori a termine, almeno 1 ml di lavoratori subordinati mascherati (collaborazioni, tirocini, etc.) e circa 400mila partite iva fasulle.
 
In questo contesto, in cui avere un lavoro dignitoso è tutt’altro che un diritto, ma piuttosto una chimera, anche le retribuzioni di chi un lavoro fisso ce l’ha ancora si sono praticamente fermate, crescendo molto al di sotto dell’indice dei prezzi al consumo (che di suo è andato a rilento per la crisi).
Questa valanga di dati sciagurati ci urla chiaro che la disoccupazione effettiva è assai più alta di quella ufficiale, già enorme, perché mascherata dai vari ammortizzatori anticamera della perdita secca del lavoro. E ancora, che questo Stato, capace solo di riempirsi la bocca d’ipocrisie e di vigilare sui privilegi di caste potenti, nei confronti di chi ha bisogno d’essere tutelato è semplicemente assente.
 
È cinico, miope e fallimentare scaricare le disfunzioni del Sistema Italia, dovute a decenni di malgoverno, ruberie e mancanza d’investimenti strutturali, unicamente sul costo del lavoro. È l’ennesima riprova dell’inettitudine d’una classe dirigente e dell’inconcludenza colpevole di chi racconta di farle l’opposizione, perdendosi dietro ridicole “battaglie” di facciata lontane anni luce dagli interessi veri della gente.

Il 777 malese abbattuto sull’Ucraina

luglio 18, 2014
 
Gordon Duff e Jim W. Dean Veterans Today
  
Da Global Travel Industry News: ETN ha informazioni da un controllore del traffico aereo a Kiev sul volo MH17 delle Malaysia Airlines. Il controllore del traffico aereo di Kiev è cittadino spagnolo  e lavorava in Ucraina. È stato dimissionato da controllore del traffico aereo civile, insieme ad altri stranieri, subito dopo che l’aereo passeggeri delle Malaysia Airlines è stato abbattuto sull’Ucraina orientale uccidendo 295 passeggeri e membri dell’equipaggio a bordo. Il controllore ha suggerito,  privatamente e basandosi su fonti militari di Kiev, che l’esercito ucraino sia dietro tale faccenda. Le registrazioni radar furono immediatamente sequestrate dopo che apparve chiaro che l’aereo passeggeri è stato abbattuto. I controllori del traffico aereo militari, nelle comunicazioni interne, riconoscono di esservi coinvolti, ed alcune chiacchiere tra militari dicono che non sanno da dove provenisse l’ordine di abbattere l’aereo. Ovviamente è successo dopo una serie di errori, dato che lo stesso aereo era scortato da due caccia ucraini fino a tre minuti prima che sparisse dai radar. Schermate radar mostrano anche un cambio inspiegabile del Boeing malese. Il cambio di rotta dell’aereo direttamente sulla regione in conflitto dell’Ucraina orientale. Alcuni tweet suggeriscono che potrebbe trattarsi di una rivolta militare segreta contro l’attuale presidente ucraino, guidata dall’ex-premier Timoshenko. Secondo altre indiscrezioni, la scatola nera del volo delle Malaysian Airlines schiantatosi è stata presa dai separatisti del Donetsk. Un portavoce dei ribelli ha detto che la scatola nera sarà inviata all’Interstate Aviation Committee di Mosca.
  
La polemica su Putin continua: l’aereo delle Malaysian Airlines MH17 seguiva quasi la stessa rotta del jet del presidente russo Vladimir Putin, poco prima dell’incidente che ha ucciso 298 persone, afferma Interfax citando fonti. “Posso dire che l’aereo di Putin e il Boeing malese s’intersecano nello stesso punto e nello stesso scaglione. Presso Varsavia, lo scaglione 330-m e alla quota di 10100 metri. Il jet presidenziale era lì alle 16:21 ora di Mosca e l’aereo malese alle 15:44 ora di Mosca”, ha detto una fonte anonima all’agenzia. “Le sagome degli aeromobili sono simili, come le dimensioni, molto simili, e la colorazione che a distanza abbastanza alta, è quasi identica“, aggiunge la fonte. Allo stesso tempo, ci sono segnalazioni contraddittorie da Intefax, prima e unica fonte mediatica a pubblicare la notizia secondo cui l’aereo presidenziale non sorvolava l’Ucraina nello stesso momento. Come ha detto una fonte a Gazeta.ru, l’aereo di Putin decolla da Vnukovo-3 (il terminale per i business jet), ma il presidente non vola sul Paese limitrofo preda del conflitto. “Putin ha un solo jet, Ufficio Uno, che non vola come gli altri aerei. Questo aereo decolla sempre da Vnukovo-3, ma l’aereo presidenziale non sorvola l’Ucraina da tempo“, ha detto la fonte di Vnukovo-3. Il presidente Putin era in viaggio dal Brasile, dove ha partecipato al vertice BRICS, a Mosca.
  
‘La tragedia non ci sarebbe stata se ci fosse la pace in Ucraina’
L’Ucraina dovrebbe assumersi la responsabilità della tragedia dell’aereo di linea malese, ha detto il capo dello Stato russo in una riunione su questioni economiche, che ha proposto d’iniziare con un minuto di silenzio in memoria delle vittime del disastro.
  
Dito puntato contro Israele: il primo ministro australiano Tony Abbott, ex-gesuita e noto “mattoide”,  che i suoi gestori israeliani usano, come altri loro “mattoidi”, per lanciare l’allarme anche questa volta. “Loro” hanno scelto il più squilibrato capo occidentale per spacciare una storia bizzarra che riconduce a Tel Aviv, sempre più riconosciuta come burattinaia della giunta a Kiev. Il premier australiano: “I ribelli filo-russi sarebbero dietro l’incidente dell’aereo malese”. Il primo ministro australiano Tony Abbott ha detto che “ribelli filo-russi” sarebbero responsabili dell’abbattimento dell’aereo di linea delle Malaysia Airlines sull’Ucraina orientale. Voci non confermate sull’aereo malese scambiato per il jet di Putin che aveva sorvolato la zona pochi istanti prima, indicano Israele e la giunta di Kiev quali principali sospettati. Potrebbe essere stato un tentativo di assassinare Putin. Persone sulla scena hanno trovato un sacchetto con passaporti e attrezzature mediche.
Con l’avvio dell’attacco terrestre israeliano a Gaza, potrebbero sostenere che l’aereo fosse:
1: una “chiatta per cavalli egiziana”, abbattuta per errore
2: che spiava i movimenti delle truppe israeliane (come le scuse israeliane sull’USS Liberty)
 
 
Mike Harris: la Malesia ha ospitato il tribunale sui crimini di guerra che accusa George W. Bush e compagnia, come Israele, di crimini di guerra. Forse è per questo che è presa di mira. Si sostiene che un missile Buk è stato sparato contro l’aereo di Putin. La versione dell’Air Force One del Presidente Putin dispone di ampi moduli ECM che possono ingannare i missili in arrivo. Se un missile gli venisse puntato e sparato contro, l’ECM, come con l’”Air Force One“, l’ingannerebbe. E’ anche probabile che la Russia abbia una “backdoor” nei sistemi che costruiscono, come quelli che gli ucraini hanno schierato presso Donetsk. Non abbiamo alcuna conferma che l’aereo di Putin fosse scortato da caccia, ma si presume di no. Se un missile avesse colpito l’aereo malese, la prova sarà facilmente individuabile e i relitti del missili dovrebbero già esser stati trovati. Quanto alla questione se un missile aria-aria o terra-aria ne sia responsabile, dovremmo saperlo tra ore, a meno che sia soppresso. In entrambi i casi, le minacce infantili di John McCain, di colpire solo se i responsabili dovessero essere i nemici dei suoi “controllori”, è una dichiarazione imprudente.
  
Storie riconducibili all’intelligence israeliana, secondo cui un jet russo è responsabile dell’incidente del 777 delle Malaysian Airlines vengno diffuse presso chiunque sia abbastanza stupido da ascoltarle. Mostrare il fianco subito è un errore monumentale. Ecco ciò che sappiamo finora, sebbene non confermato. Un caccia F-15 di costruzione statunitense è decollato da un aeroporto in Azerbaigian. Già nel 2010, l’Azerbaigian affermò che questa e un altra base dell’aviazione furono state occupate da militanti armeni. Tuttavia, queste due strutture ospitano aerei israeliani trasferitisi durante le esercitazioni con l’aeronautica militare turca. La Turchia ha permesso ad Israele di addestrare i piloti nei bombardamenti strategici su aree selezionate, perché molto simili ai potenziali bersagli in Iran. Israele avrebbe inviato 8 aeromobili per addestrarsi con i turchi, 6 sarebbero tornati in Israele, 2 andarono in Azerbaijan in vista di un attacco aereo pianificato sull’Iran. Per facilitare la manovra, l’Arabia Saudita diffuse storie fasulle affermando che aveva negato le richieste israeliane di attraversarne il territorio per attaccare l’Iran. Queste basi sono rifornite dal porto georgiano di Poti. Le armi per l’”attacco mai accaduto” furono scaricate a Poti dall’USS Grapple, nel 2010, e spedite con gli aiuti agli estremisti ceceni che lavorano per Fondazione Jamestown e Rand Corporation. Tali organizzazioni sono state recentemente scoperte collaborare in Turchia con i gruppi che sostengono le operazioni del SIIL in Iraq, come riportato da Jeffrey Silverman, capo dell’ufficio di Tbilisi di Veterans Today. La ragione per l’attacco aereo non è chiara e può essere solo ipotizzata. È un episodio estremamente grave. I separatisti filo-russi in Ucraina non hanno sistemi di difesa aerea in grado di operare così in alto, e  la necessità di usarli contro aerei da attacco al suolo, loro principale preoccupazione. La sorveglianza degli Stati Uniti comprende AWACS, droni e satelliti, e può rilevare il lancio di qualsiasi missile della difesa aerea a terra e in grado di raggiungere la quota di 32000 piedi. Una tale arma sarebbe stata avvistata in pochi secondi e, essendo tutti i sistemi della regione sotto costante sorveglianza per via della natura sensibile del conflitto e le affermazioni fatte, facendo sì da aspettarsi dichiarazioni stravaganti.
Alcune domande. Perché due aerei delle Malaysian Airlines? Se qualcuno o qualcosa di così minaccioso come questo atto viene attuato e viene ritenuto “ragionevole e giustificato”, anche per gli israeliani, non sapremo mai la verità. Come minimo, agenti biologici o chimici capaci di un olocausto globale, avrebbero dovuto essere a bordo.
Dopo la scomparsa del volo 370, Chris Bollyn pubblicò le foto di un aereo identico al volo 370 affermando che l’aereo era in Israele e poteva essere utilizzato da quella nazione in un attacco terroristico. La storia affascinante che puzzava di teoria del complotto, dominò i media alternativo per qualche tempo. Vi sono ora seri motivi per rivalutarla e perché sia stata scritta e quali furono le fonti: se era semplicemente una bufala o legata a qualcosa di molto più serio. L’unica altra possibilità è la destabilizzazione della regione per suscitare la guerra mondiale. E’ ragionevole pensare che un aereo israeliano sia coinvolto perché sappiamo che sono gli unici ad agire in clandestina nella regione. Sul motivo, accusare semplicemente Israele non è possibile, come incolpare Hamas per averne ucciso 3 figli poche settimane fa.
Quindi, assumiamo ciò come altamente probabili:
Un aereo è stato utilizzato, molto probabilmente un F-15 di costruzione statunitense, per via del raggio d’azione e delle capacità.
L’Azerbaijan è coinvolto perché sappiamo che vi sono basi clandestine, confermate da ufficiali che disertarono in Iran nel 2013.
Sappiamo che Israele ha un qualche ruolo, ancora da definire, perché diffonde storie che accusano la Russia.
Poiché è un secondo aereo delle Malaysian Airlines a cadere, ricerchiamo false storie riguardanti Israele e gli aerei malesi, e rivalutiamone il significato.
Come sempre, a chi giova?
 
 
Chi ha abbattuto il jet malese sull’Ucraina?
Oriental Review 18 luglio 2014
 
Il 17 luglio 2014 la follia di tre mesi di conflitto militare nell’oriente ucraino ha prodotto la prima scioccante conseguenza internazionale. Alle 15:20 GMT il jet Boeing 777-200 del volo MH-17 delle Malaysian Airlines, da Amsterdam a Kuala Lumpur, scompare nello spazio aereo ucraino proprio sopra l’area degli intensi combattimenti nella regione di Donetsk, schiantandosi vicino al villaggio di Grabovo, a circa 60 km af est da Donetsk. Tutti i 285 passeggeri e 15 membri dell’equipaggio sono morti. Secondo i dati disponibili l’aereo di linea “volava alla quota di 10600 metri sul 350° livello di volo“. Tale quota di volo era aperto ai voli internazionali nonostante dall’8 luglio 2014 le autorità aeronautiche ucraine “non raccomandassero” voli internazionali sulla zona al di sotto del 302° livello, cioè 9600 metri, per via dell0″operazione antiterrorismo” scatenata nella zona che coinvolge operazioni dell’aviazione ucraina e difesa aerea attiva. Quindi formalmente la compagnia malese ha rispettato i limiti dell’autorità dell’aviazione civile ucraina, anche se il rischio per la sicurezza del volo era evidente.
La zona della catastrofe è infatti l’epicentro di aspri combattimenti tra unità regolari dell’esercito ucraino e milizie armate ribelli della Novorossia contrarie al golpe anticostituzionale di febbraio a Kiev. Una fonte informata che monitora la situazione operativa nella zona, aveva già rivelato che una batteria di sistemi missilistici antiaerei Buk, delle forze armate ucraine, era stata schierata nei pressi di Donetsk. Allo stato attuale, un’altra batteria di stessi sistemi missilistici è attiva a Kharkov. L’aereo che volava a una quota di oltre 10 mila metri può essere colpito solo con armi come S-300 o Buk. Le milizie non hanno tali armi, e non possono permettersi, come è stato riconosciuto anche dal ministro della Difesa ucraino Valerij Galetej in una dichiarazione su un’altra questione, due giorni prima della tragedia del volo MH-17: “… Una “potente arma” deve essere stato utilizzata per abbattere l’aereo in volo a 6.500 metri di quota che i missili a spalla utilizzati dai separatisti non possono raggiungere“. L’esperto militare russo Igor Korochenko sostiene che la catastrofe a Donetsk è stata probabilmente causato da incompetenza degli operatori ucraini dei sistemi Buk, nei test dopo che la batteria è stata schierata nella nuova posizione. Ha detto che l’unità contraerea ucraina non ha avuto alcun tipo di formazione adeguata negli ultimi 23 anni, dal crollo dell’Unione Sovietica.
Quello che è successo oggi non è certo il primo caso di “fuoco sbagliato” dei militari ucraini su bersagli aerei civili. Il 4 ottobre 2001, il volo 1812 Tel-Aviv-Novosibirsk della Siberia Airline russa con 66 passeggeri e 12 membri d’equipaggio venne erroneamente colpito da un missile ucraino sul Mar Nero, durante le esercitazioni militari, cosa infine ammessa dagli ucraini. Nessuno a bordo  sopravvisse. Quindi, indipendentemente se l’incidente MH-17 è stato causato da negligenza criminale e incompetenza dei militari ucraini, o deliberata provocazione (sconsiderata) di Kiev per incolpare la Russia, un forte impegno internazionale a fermare Kiev immediatamente le sue azioni punitive in Novorossia, fino quando le circostanze della tragedia saranno accuratamente studiati, è urgente.
 
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Traduzione di Alessandro Lattanzio – SitoAurora

A PROPOSITO DELL’ASSOLUZIONE IN APPELLO DI BERLUSCONI PER LA VICENDA RUBY

     Montenero, 18 luglio 2014 –

 Le sentenze si rispettano sempre, sia quando piacciono che quando non piacciono e a me francamente non piace né la sentenza di appello di oggi che ha assolto Silvio Berlusconi per la vicenda Ruby, né la sentenza di primo grado che invece, per gli stessi fatti, lo aveva condannato a 7 anni di carcere.

Ripeto, le sentenze vanno sempre rispettate ed io anche stavolta mi atterrò a questo sacro principio. Le sentenze però possono anche essere serenamente commentate (pur rispettando i giudici, gli accusati e gli accusatori).

Ciò premesso, a me pare che – nel caso di specie – ci siano state due forzature di troppo: in primo grado aver condannato Berlusconi anche per”concussione per costrizione” ed in appello averlo assolto anche per il reato di “prostituzione minorile”.

Ma andiamo con ordine ed innanzitutto riassumiamo la vicenda.

La Procura della Repubblica di Milano, in relazione alla vicenda Ruby, aveva accusato Berlusconi di due specifici reati: quello di aver avuto rapporti sessuali con la minorenne Karima-Ruby El Marhouh (Ruby Rubacuori,appunto) punito dall’art. 600 bis del codice penale con la pena da uno a sei anni di reclusione e quello di concussione per costrizione punito dall’art. 317 del codice penale con la pena da sei a dodici anni di reclusone, per avere egli– nella sua qualità, all’epoca dei fatti, di Presidente del Consiglio in carica- abusato di tale sua qualità per “costringere” il Capo di Gabinetto della Questura di Milano Pietro Ostuni a far rilasciare la predetta Ruby (che, nel frattempo era stata portata in Questura dagli agenti di Polizia ed ivi trattenuta per accertamenti) sostenendo che, altrimenti, sarebbe successa una diatriba internazionale in quanto la predetta era imparentata con l’ex Presidente egiziano Hosni Mubarak (mentre invece, nella realtà era ed è una cittadina marocchina che nulla aveva a che vedere con l’Egitto).

Ebbene, i giudici di primo grado hanno riconosciuto Berlusconi colpevole di entrambi i reati, ritenendo provato sia che Berlusconi fosse perfettamente al corrente che la signorina Ruby fosse minorenne (e quindi aveva il dovere di non avere rapporti sessuali con lei perché appunto la legge vieta ai maggiorenni di avere rapporti sessuali con minorenni) sia che il funzionario della Questura Ostuni fosse stato costretto ad assecondare le richieste del Presidente del Consiglio di far uscire dalla Questura la signorina Ruby.

I giudici di Appello, invece, hanno assolto Berlusconi da entrambi i reati, sebbene con motivazioni diverse. Egli infatti è stato assolto dall’accusa di concussione “perché il fatto non sussiste” e dall’accusa di prostituzione minorile “perché il fatto non costituisce reato”.

Assoluzione che ho così tradotto “in dipietrese” a mia sorella Concetta che – qui a Montenero dove mi trovo – me ne ha appena chiesto spiegazione: i giudici di appello hanno assolto Berlusconi dall’accusa di concussione perché il dr. Ostuni della Questura di Milano non era e non può essere considerato alla stregua di un “povero cristo” che – siccome gli telefona il Presidente del Consiglio – si impaurisce a tal punto da non potergli “resistere” e quindi da non potergli dire che Ruby non era e non poteva essere affatto parente di Mubarak e soprattutto che non poteva essere rilasciata nell’immediatezza in quanto, anche nei suoi confronti, dovevano essere effettuati gli accertamenti di rito che ogni Ufficio Stranieri di ogni Questura d’Italia ha l’obbligo di svolgere in casi del genere.

Insomma, ai giudici di Appello potrebbe essere sembrato più plausibile che il dr. Ostuni si sia volontariamente adeguato alle richieste di Berlusconi, pur essendo le stesse improprie e fuori luogo. Attenzione però: per capire meglio le ragioni per cui i giudici di Appello si sono determinati ad assolvere Berlusconi dobbiamo attendere la pubblicazione delle motivazioni perché non dobbiamo dimenticarci che, nel frattempo, è intervenuta le legge n.190 del 6 novembre 2012 con cui è stato di fatto abolito il reato di “concussione per induzione”, reato tipico di chi vuole convincere spintaneamente – si ho detto “spintaneamente” e non spontaneamente – un pubblico ufficiale a favorirlo, abolizione che è comunque intervenuta a fagiolo per risolvere anche questo caso (come anche il “caso Penati”, in verità).

Quindi, ed in conclusione, per la Corte di Appello di Milano -mancando un elemento essenziale per la commissione del reato (ovvero la”costrizione”) – il fatto-reato “non sussiste”, vale a dire che è come se non si fosse mai verificato

Berlusconi, però, è stato assolto anche dall’accusa di prostituzione minorile ma in questo caso non perché “il fatto non sussiste”bensì perché “il fatto non costituisce reato”, vale a dire che – sempre secondo i giudici di Appello- il “fatto” c’è o ci potrebbe essere stato ma non è reato in quanto Berlusconi non aveva avuto la percezione di avere a che fare con una minorenne (anche in questo caso, comunque è bene attendere la pubblicazione della sentenza per capire meglio su quali elementi di fatto i giudici sono arrivati a tale conclusione).

Così stando le cose, e tornando all’inizio del mio discorso,ribadisco che a me – pur dovendo rispettare, come rispetto, entrambe le sentenze – nessuna delle due mi convince.

Già non mi aveva convinto la sentenza di primo grado e cioè quella che aveva condannato Berlusconi per “concussione per costrizione” ai danni del dr. Ostuni e ciò in quanto a me è sembrato sin da primo momento più plausibile che tale funzionario della Questura di Milano possa aver deciso di sua sponte di assecondare Berlusconi o quanto meno possa esservi stato “indotto” dal fatto che stava parlando con il Presidente del Consiglio in persona ma in tal caso -come abbiamo sopra precisato – tale tipo di reato era stato nel frattempo abolito dalle legge n. 190 del 2012 (che fortunata coincidenza, eh!!!).

Comunque per me – per come sono fatto io e per come mi sono sempre comportato –  avrei preferito che il funzionario della Questura avesse reagito come dovrebbe reagire sempre un Pubblico Ufficiale “con le palle”(scusate il termine), resistendo a qualsiasi pressione esterna, fosse pure del Presidente del Consiglio!!!

Bene quindi hanno fatto i giudici di Appello a rivedere questo passaggio della sentenza di primo grado, anche se, forse poteva essere meglio esplorata la figura processuale del nuovo reato pure introdotto dalla legge n.190/12 (istigazione alla corruzione) e, comunque, attendiamo di leggere come si esprimeranno in relazione all’abolito reato di “concussione per induzione”.

Non mi convince, invece,  neanche l’assoluzione che in Appello i giudici hanno riconosciuto a Berlusconi per il reato di prostituzione minorile e ciò perché non vedo la ragione per cui costui si sia dato tanto da fare quella notte per far uscire dalla Questura la ragazzina Ruby Rubacuori e farla affidare addirittura alle cure della nota consigliere regionale ma,soprattutto, igienista dentale Nicole Minetti se non perché poteva sapere chela ragazza era minorenne e quindi poteva metterlo nei guai.

Ma comunque, ripeto, le sentenze si rispettano ed io ho voluto esprimere le mie riserve, solo per far sapere come la penso e non già per pretendere di giudicare gli altri.

Per il resto chi vivrà vedrà!!!

Antonio Di Pietro – già magistrato ed ora contadino

Ruby, cambiare la legge con il Pd e farsi assolvere. Il delitto perfetto di Berlusconi

Il Fatto Quotidiano

Peter Gomez

Direttore de ilfattoquotidiano.it e scrittore

 L’avevano votata per questo e alla fine per questo è servita. Silvio Berlusconi strappa un’assoluzione in secondo grado per il caso Ruby grazie alla legge Severino: il sedicente articolato anti-corruzione approvato nel 2012 da Pd e Pdl che, dopo aver permesso alle Coop di uscire per prescrizione dall’inchiesta sulla Tangentopoli di Sesto San Giovanni e a Filippo Penati di veder eliminate parte delle sue accuse, svolge ora egregiamente la sua funzione anche nei confronti dell’ex Cavaliere e neo Padre della Patria.

Spacchettare, mentre il processo Ruby era già in corso, il reato di concussione in due, stabilendo pene e fattispecie diverse per la concussione per costrizione e quella perinduzione, ha significato spalancare la strada che ha portato il leader di Forza Italia al verdetto di secondo grado.

Niente di sorprendente, a dire il vero. Nel 2012, durante la discussione della legge, votata in nome delle larghe intese, più osservatori, compreso chi scrive, avevano fatto notare gli effetti deleteri delle nuove norme. E l’anno successivo, dopo aver visto finire nel caos decine di processi, anche l’ex procuratore antimafia e attuale presidente del Senato, Piero Grasso, aveva lanciato l’allarme. La nuova legge, secondo lui, andava subito modificata.

Stavano saltando dibattimenti su dibattimenti e, per Grasso, anche il processo Ruby sarebbe finito in niente. “Mi pare”, aveva detto Grasso, “ che con questo nuovo reato non sia più punibile l’induzione in errore o per frode (la telefonata in questura in cui Berlusconi sosteneva che Ruby fosse la nipote di Mubarak ndr). Il comportamento prevaricatore potrebbe essere punito come truffa, ma nel caso di Berlusconi non c’è nessun aspetto patrimoniale”.

Traduzione: con la vecchia norma l’ex Cavaliere sarebbe stato condannato di sicuro. Con la nuova no.Anche perché, come non ha mancato di far notare l’abile difensore di Berlusconi, l’avvocato Franco Coppi, le sezioni unite della Cassazione hanno alla fine stabilito che la nuova concussione per costrizione scatta quando non si può resistere in alcun modo alle pressioni. E che quella per induzione può invece essere punita solo quando chi riceve “pressioni non irresistibili” (in questo caso il funzionario della questura, Pietro Ostuni) gode anche di “un indebito vantaggio”.

Tutto insomma si tiene. Bisogna prendere atto che secondo la corte di appello non è possibile dimostrare oltre ogni ragionevole dubbio che Berlusconi conoscesse la minore età di Ruby (andare a prostitute maggiorenni non è reato). E che secondo la nuova legge fare pressioni in questura senza far balenare nulla in cambio lo è ancor meno.

Il sistema regge, si evolve e vince. Di nuovo Berlusconi la fa franca perché le regole del gioco sono mutate durante partita. Era accaduto nel 2001 quando grazie l’abolizione, di fatto, del falso in bilancio era finito in niente il processo All Iberian sui fondi neri della Fininvest. Era successo di nuovo con il caso della corruzione dell’avvocato David Mills, quando tutto si era prescritto a causa dell’approvazione della legge ex Cirielli che aveva dimezzato i termini oltre i quali i reati vengono eliminati dal colpo di spugna del tempo.

E avviene adesso, grazie a una norma su misura che, a differenza del passato più recente, è stata approvata pure con i voti del centro-sinistra. Segno che l’interesse non era ad personam, ma un po’ più generale. Quasi ad Castam così come era accaduto nel 1997 quando la riforma dell’abuso di ufficio, votata dal Polo e dall’Ulivo, aveva provocato assoluzioni a raffica tra politici di tutti gli schieramenti.

Così in questo clima che sa di antico si aspetta solo la chiusura stagione delle controriforme istituzionali: più firme per i referendum, più firme per le leggi di iniziativa popolare, parlamentari sempre nominati e consiglieri regionali e sindaci coperti da immunità solo perché scelti per sedere al Senato. Poi il presidente di turno, questo o il prossimo, concederà al leader di Forza Italia la grazia. Come negare un atto di clemenza a un Padre della Patria? In quel momento, e solo in quel momento, il delitto sarà davvero perfetto.

Protesta no Tav al festival Teatro a Corte

http://torino.repubblica.it/cronaca/2014/07/17/news/protesta_no_tav_al_festival_teatro_a_corte-91827756/

Un  manifestante ha sventolato la bandiera contro l’alta velocità in Valsusa a conclusione della performance itinerante da Porta Susa al Teatro Astra. 

Protesta no Tav al festival Teatro a Corte

Questo pomeriggio, in occasione dell’inaugurazione del festival Teatro a Corte, durante la performance itinerante Viaggiare coprodotta da Fondazione TPE e dal Théâtre des Célestins di Lione, che partendo dalla Stazione di Porta Susa si è conclusa al Teatro Astra, un manifestante no Tav ha interrotto la conclusione dello spettacolo sventolando la bandiera del movimento. 

La console di Francia M.me Edith Ravaux gli ha contestato il diritto di intervenire. La performance è stata conclusa dai saluti alla stampa italiana e internazionale presente di Beppe Navello, Frédéric Bouilleux, direttore dell’Alliance Française di Torino e di Marc Lesage, condirettore del Théâtre des Célestins di Lione.

Prelievo forzoso, c’è il sì dei tedeschi. Dalla Germania a tutta l’Europa?

http://www.quifinanza.it/8713/soldi/prelievo-forzoso-c-il-si-dei-tedeschi-dalla-germania-a-tutta-europa.html

Pubblicato il 17/07/2014 

Il Parlamento di Berlino segue le indicazioni del Fmi: saranno azionisti e correntisti a salvare le banche

In principio fu Cipro con la sua crisi bancaria, che portò per la prima volta a parlare di prelievo forzoso di una percentuale dai conti correnti; di lì in poi l’argomento è rimasto d’attualità grazie all’unione bancaria europea, che prevede meccanismi simili, e soprattutto alle indicazioni del Fondo Monetario Internazionale, che periodicamente torna ad indicarlo come l’unico modo non solo per salvare gli istituti di credito in difficoltà, ma anche gli Stati a rischio default sul debito sovrano.

BERLINO – Il parlamento tedesco ha approvato un disegno di legge – inserito proprio nel progetto di unione bancaria europea – che prevede l’applicazione di un prelievo fisso sui depositi bancari superiori ai 100mila euro a partire dal 2015, in soccorso di eventuali default di gruppi bancari nazionali. Il tutto secondo la vulgata per cui mettere al sicuro il settore finanziario evita possibili crisi di panico.

CRISI BANCARIE E DEBITI SOVRANI – Lo schema per la messa in sicurezza degli istituti finanziari, secondo il FMI, dovrebbe essere applicato anche agli Stati a rischio default (in questo caso con un prelievo forzoso del 10% sui conti correnti di 15 paesi dell’Eurozona). Tanto che l’organizzazione di Whashington lo ha suggerito direttamente alle autorità europee con un rapporto monitor: “Se uno Stato è a rischio default sul proprio debito sovrano – si legge nel rapporto – non dovrebbe ricorrere ai soldi dei contribuenti europei, nè attendere un salvataggio da parte della Bce, ma piuttosto imporre una patrimoniale sulle ricchezze private dei propri cittadini. Una patrimoniale una tantum risponde al principio della responsabilità nazionale, secondo la quale i contribuenti sono responsabili degli obblighi assunti dai propri governi prima di poter reclamare solidarietà da altri paesi”. L’argomentazione del Fmi è certamente fondata, d’altro canto in Germania c’è chi si sta chiedendo se sia giusto che i correntisti tedeschi debbano pagare le spese di una eventuale cattiva gestione di un istituto di credito.

DALLA GERMANIA A TUTTA EUROPA? – Inevitabile pensare che il modello di autogestione delle crisi bancarie interne messo in campo dai tedeschi possa essere destinato, viste le pressioni internazionali, ad estendersi al resto dell’Europa. E non solo per la gestione degli istituti di credito. All’inizio di luglio anche il governo spagnolo ha approvato un decreto urgente su competitività e crescita che prevede l’introduzione di un prelievo alla fonte su tutti i depositi bancari dello 0,03%, con effetto retroattivo al 1 gennaio 2014: il tutto per recuperare subito circa 400 milioni da destinare al sostegno dell’occupazione giovanile.

Torna lo spettro del prelievo forzoso sui conti: “In Europa è inevitabile”

http://www.quifinanza.it/6831/soldi/torna-spettro-prelievo-forzoso-in-europa-inevitabile.html

Depositi non più garantiti da default, rischiano i correntisti sopra i 100 mila euro

Segnali sempre più precisi e inquetanti danno per probabile l’adozione del cosiddetto “modello Cipro” all’interno dell’intera Eurozona, ossia il coinvolgimento nelle perdite degli istituti bancari in crisi di azionisti, obbligazionisti e depositi sopra i 100 mila euro. La Commissione europea sta infatti per varare una direttiva sui salvataggi bancari che va esattamente nella direzione di intaccare i conti correnti.

 IL CASO CIPRO – Il modello sarebbe dunque quello del recente intervento a Cipro, risalente alla scorsa primavera. Inizialmente la Troika (UE, BCE e FMI) aveva concesso aiuti per 17 miliardi di euro a Nicosia dietro totale ristrutturazione del suo sistema bancario, coinvolgendo nelle perdite tutti gli “stakeholders” inclusi i depositi più bassi. Dopo la bocciatura da parte del parlamento cipriota, si è optato per un’intervento più “light”, non più un prelievo forzoso su tutti i c/c (come avvenne in Italia nel 1992 col governo Amato) bensì un intervento solo sui depositi sopra i 100mila euro.
IL ‘BAIL IN’ – Il cosidetto “bail-in”, ossia la ristrutturazione degli istituti a carico degli stessi soggetti che vi hanno a che fare, è considerata la misura più efficiente per arginare le sofferenze bancarie. Di fatto, si evita di imporre oneri a carico del contribuente e si spinge il risparmiatore ad evitare comportamenti di azzardo morale, perché sapendo di poter essere chiamato a “salvare” la propria banca, questi sceglierà certamente quella più affidabile e con la probabilità minore di fallire, premiando gli istituti più virtuosi e punendo quelli più a rischio.
IL RISCHIO – Se la direttiva punta a responsabilizzare banche e correntisti e ad evitare che a pagare alcune sofferenze debba essere l’interca comunità, i rischi non mancano nemmeno per i titolari di depositi al di sotto dei 100mila euro. Se è vero infatti che il Fondo interbancario di garanzia sui depositi dovrebbe coprire integralmente eventuali perdite, è altresì noto che le risorse stanziate per questa fattispecie sono meno del 2% della cifra potenzialmente da tutelare. In sostanza una tutela puramente teorica, soprattutto se a fallire fosse una banca medio-grande.

Prelievo forzoso su conti e fondi? Ecco i rischi per i risparmiatori

http://www.quifinanza.it/8679/soldi/il-fmi-insiste-prelievo-forzoso-conti-correnti-fondi-pensione-in-pericolo.html

Pubblicato il 14/07/2014 

A essere colpiti in primo luogo saranno i detentori di assicurazioni sulla vita e i fondi pensione

Se n’è già parlato in più occasioni negli scorsi mesi, ora l’ipotesi torna ad essere ventilata da chi più spinge per questa ipotesi nel tentativo di arginare il debito dei Paesi più a rischio: il Fondo Monetario Internazionale.

DIE WELT – “Il FMI prepara una nuova tornata di espropri per i risparmiatori” – titolava Die Welt sabato 28 giugno:
“Un piano del Fondo monetario internazionale prevede che in futuro la riorganizzazione dei debiti sarà più rapida e applicata in maniera più radicale. A essere colpiti in primo luogo saranno i detentori di assicurazioni sulla vita e i fondi pensione. Il punto fondamentale è che sarà applicata una manovra più flessibile. Questo potrebbe sembrare una buona cosa, ma la conseguenza sarà che in futuro i creditori dovranno collaborare. In Europa questi creditori sono essenzialmente detentori di polizze di assicurazione sulla vita e altre forme di fondi pensione”.

MEGLIO SPOSTARE I SOLDI? – Il giornale ed i suoi esperti economico-finanziari consigliano di investire direttamente in imprese e società e non in fondi pensione e piani di assicurazione sulla vita, in quanto non sarà possibile impedire al FMI di attuare i suoi prelievi forzosi. In altre parole, per investire i propri soldi sono finiti il risparmio e la previdenza. E’ più sicura – sempre secondi Die Welt – la speculazione in Borsa.

I RISCHI – Anche perchè, prelievo forzoso da parte governativa o meno, i soldi in banca saranno in ogni caso sempre meno sicuri. Se l’ipotesi ventilata dal FMI è infatti ancora lontana (è ipotizzabile che qualunque governo faccia tutto il possibile prima di ricorrere ad una manovra tanto impopolare), l’accordo recentemente raggiunto in sede europea sullunione bancaria espone già i correntisti a qualche rischio: seguendo lo schema europeo (cosiddetto “bail-in”), si ha che una banca dovrà prima cercare di fare leva sulle risorse private (aumento di capitale, ristrutturazione dei bond emessi, attingendo ai conti correnti e depositi sopra i 100 mila euro, etc.) per almeno l’8% delle sue passività e solo se ciò dovesse risultare insufficiente potrà chiedere aiuto allo stato. Se anche questo intervento risultasse insufficiente o impossibile, allora potrà adire il fondo apposito costituito a livello europeo, dopo l’ok del Consiglio europeo, ossia dei capi di stato e di governo della UE.