DALLA PARTE DEI DISPERATI. DAVVERO?—— ERRI DE LUCA: ORGOGLIO E PREGIUDIZIO

http://fulviogrimaldi.blogspot.com/2019/01/dalla-parte-dei-disperati-davvero-erri.html

MONDOCANE

MARTEDÌ 1 GENNAIO 2019

Metto in campo uno scambio tra la Fondazione Erri De Luca, la risposta pubblica del condottiero No Tav Alberto Perino e me. Non è un grande augurio per l’anno nuovo. Ma forse un contributo alla chiarezza.

Con auguri pieni di stima e affetto ad Alberto Perino e a tutti come lui, combattenti No Tav e oltre, non condivido però l’apprezzamento per lo scritto pateticamente pietistico, ammantato di improprio virgilismo, di Erri De Luca.

Non apprezzo aver navigato con Medici Senza Frontiere, fondata dal guerrafondaio francese Kouchner. MSF che, in tutte le mie guerre e in tutti gli strangolamenti inflitti a popoli amici dall’imperialismo, ho sistematicamente trovato nel campo del carnefice e, propedeutico all’aggressione e ai genocidi, nel ruolo di diffamatore razzista e colonialisticamente occidentecentrico dei paesi da obliterare.

Non apprezzo aver navigato con Ong al servizio dello sradicamento delle popolazioni giovani africane, al fine di lasciare il posto a eserciti e multinazionali colonialisti, Ong promosse e finanziate dal gangster della speculazione finanziaria e dei colpi di Stato striscianti mirati  alla distruzione di Stati e alla globalizzazione dell’élite, George Soros. Ora promosso “Personaggio dell’anno”. Da chi? Che domanda: dall’organo ufficiale del finanzcapitalismo di guerra e globalizzazione, Financial Times.

Soros e Juncker

 Non apprezzo che si definisca salvataggio o naufragio quello che in 9 casi su 10 non è che un mero traghettamento da un’imbarcazione all’altra su previo appuntamento, come dimostrato, documentato, filmato, rivelato da intercettazioni telefoniche e inchieste giudiziarie.

Non apprezzo il lacrimoso e abusivo riferimento a una “nave che scippava vite condannate a morte”. La stragrande maggioranza dei migranti non rischia nessuna condanna a morte, neanche nei campi libici, quasi tutti sotto controllo ONU o OIM, ma è forzata a lasciare il primario diritto umano, quello di restare a casa, perché qualcuno gli suggerisce che, pagando dai 10mila ai 20mila euro per il trasferimento, si poteva sostituire quella casa con una agiata residenza in Europa. Mentre quella residenza era poi una baracca di plastica tra campi di pomodori, o con altri 10 in una stanza in vista dei magazzini Amazon. Mentre i soldi lasciati nei tragitti o all’affittacamere in patria sarebbero serviti a costruirsi vita e famiglia. A casa.

Non apprezzo che si faccia pseudopoesia sulla “spinta della disperazione”, quando quella disperazione è invece solo l’imbroglio di chi sulle deportazioni di popoli ci guadagna in soldi, falsa morale e frantumazione sociale e culturale. O quando di disperazione vera si tratta, la si veda solo all’arrivo in barca e mai alla partenza dalle macerie di un paese squartato come la Jugoslavia, raso al suolo come la Libia, insanguinato come l’Afghanistan, seviziato come l’Iraq, inondato dalle bombe della superiore civiltà giudaicocristiana e da turbe di cannibali mercenari, come la Siria.

O alla partenza da un’Africa, dove il tuo villaggio ora si trova sotto il bacino della diga costruita da noi, dove il tuo campo è diventato il frammento di un’estensione agroindustriale su cui imperversa, per questa e le generazioni future, la Monsanto con i suoi strumenti di profitto e morte. O alla fuga dalla Palestina, Erri De Luca, nel caso che il disperato sia scampato ai 180 palestinesi inermi uccisi e ai 6000 feriti e mutilati durante una semplice marcia  per il Ritorno a casa (300 ammazzati e 29.000 feriti in tutta la Palestina nel 2018); o alla brutale persecuzione e apartheid di uno Stato per soli membri della stessa “etnia”, religione e lingua (accanto a Stati arabi distrutti, che ospitavano tutte le etnie, religioni e lingue).

Madri disperate. A Gaza e a Gerusalemme

Apprezzo avere ricordato il politicamente corretto ghetto di Varsavia e non apprezzo la sistematica, tribale, dimenticanza di De Luca delle Aleppo, Tripoli, Baghdad, Gaza, Ramallah, Nablus, Hebron, Fallujah, Belgrado assediate e maciullate con il pretesto che erano e sono governate da personaggi che disturbano la criminalità politico-economica organizzata globale.

Ricordo il mio ex-compagno a LC De Luca, in uno spettacolo pubblico anti-guerra,  a cui chiesi come mai ai tempi di Lotta Continua guidasse cortei al grido di “fe-fe-fedayin” e oggi i resistenti li chiamasse “terroristi” estesse sempre e comunque con Israele e come mai, nel parlare contro le guerre, non si ricordasse quelle di Israele contro i palestinesi e arabi tutti a forza di stermini bombaroli, fosforo bianco, torture, distruzioni, assassinii mirati, devastazione e rapine di terre a mano armata. Ribattè De Luca: “A questo non rispondo”, si alzò e fuggì. Poi fui affrontato duramente da alcuni suoi sodali.

Il pietismo unilaterale è ipocrisia e complicità, ma, nel caso di De Luca, protagonismo nell’ingiustizia. Fatto salvo il suo appoggio alla lotta No Tav. A me non basta.

Tanto dovevo, al volgere dell’ennesimo anno in cui Occidente e Israele proseguiranno nei loro genocidi, alle persone, ai popoli che accanto a me ho visto soffrire, mutilare, morire. E anche all’amico Alberto Perino.

Fulvio Grimaldi, con auguri:

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From: A.P.pp.tt.

Sent: Monday, December 31, 2018 11:17 AM

To: comitati@notav.eu ; presidionotaveuropa@googlegroups.com ; no-tav-scambio@googlegroups.com

Subject: [no-tav-scambio] Buon 2019

Penso che per chiudere quest’anno il post pubblicato oggi da Erri De Luca sia magnifico.
E penso che, senza fare paragoni fra quella drammaticità di chi affronta il mare, la neve, le prigioni ecc., possa essere utile anche a chi si batte per la propria terra contro governi che non hanno a cuore il BENE COMUNE ma gli interessi del grande capitale e delle banche.
Penso ai compagni di Taranto, al TAP, al terzo valico e penso che potrebbe capitare anche a noi. 
Quando la speranza è zero, spuntano forze e istinti che tentano l’impossibile scrive Erri e questa è stata anche la nostra forza: Batterci contro tutto e tutti, tentare l’impossibile, lottare sempre, arrendersi MAI.

E con questa riflessione, che qualcuno ascriverà al mio pessimismo cosmico, auguro a tutti un BUON 2019 di vittoria e di lotta.

Alberto

fondazionerrideluca.com

Oltre l’istinto materno – Fondazione Erri De Luca

31 dicembre 2018

Durante i giorni in mare con Medici Senza Frontiere mi ero portato da leggere l’Eneide. Come per l’Odissea la parte attraente per me erano le navigazioni, più delle vicende in terraferma. Sono i venti contrari, più dei favorevoli, a decidere i loro viaggi.
È la tempesta a spiaggiare Enea sulla costa Libica, accolto da eroe da Didone, regina del luogo. 
Richiesto da lei, Enea racconta il crollo di Troia, l’ultima resistenza, la sua messa in salvo, l’imbarco e la deriva. 
Virgilio gli fa dire un verso estremo fino al paradosso: ”Una salus victis, nullam sperare salutem“, unica salvezza per i vinti, nessuna salvezza sperare. 
Come può la perdita di ogni speranza essere l’unica salvezza?
Penso all’insurrezione del ghetto di Varsavia del 1943. Quei resistenti male armati erano vinti in partenza, ma non rinunciarono a battersi. Quando la speranza è zero, spuntano forze e istinti che tentano l’impossibile. Avevo questa spiegazione del verso di Virgilio. Mi dovette colpire anche allora, perché è l’unico verso del poema che ricordo ancora. 
A chi sta in terraferma oggi è incomprensibile che in Mediterraneo avvengano naufragi a mare calmo. Il mare stesso, in persona, è sgomento della più micidiale quota di annegati della sua storia. 
A bordo di quella nave che scippava vite condannate a morte, ho visto salire madri con bambini in braccio. Come potevi, madre snaturata, esporre la tua creatura alla più alta probabilità di morte? Cosa spinge una madre allo sbaraglio con forza superiore all’istinto  materno? 
La disperazione. Lo ha saputo un poeta e lo ha fatto dire al suo personaggio. Servono a niente speranze e speranzelle per chi è passato per le prigioni libiche. Solo la disperazione è forza motrice per affrontare a freddo qualunque via di fuga. La disperazione fa saltare dal decimo piano di una casa in fiamme. 
L’ho saputo a bordo di un battello salvagente, il senso di un verso rimasto in memoria. 
Quando madri di bambini in braccio si buttano alla cieca in mezzo al mare, niente di niente le potrà distogliere, fermare. I porti chiusi di un ministrello sono la patetica impotenza a misurarsi con la disperazione. 
Auguro all’anno nuovo un poco del coraggio sovrumano di quelle madri, le sommerse e le salvate.

Pubblicato da Fulvio Grimaldi alle ore 18:32

Foietta replica alla Notav Appendino che chiede la chiusura dell’Osservatorio per la Torino-Lione: “In democrazia i luoghi di confronto non si chiudono”.

Appendino fa gli scongiuri: “Non cadrò certo sulla Tav”

http://www.lospiffero.com/ls_article.php?id=43400&fbclid=IwAR1cpuQL_yvxikjQ8-8PzDY82dL-kc88aIIg6l_piJC5N0w1V_ek_RvSr8U%20

Sulla Torino-Lione la sindaca sposa la linea del Governo (“Sta rispettando gli impegni”) e assicura che qualsiasi decisione verrà presa non avrà effetti sulla tenuta della sua maggioranza. Ma una fronda interna ai Cinquestelle si sta organizzando

“Porterò a termine il mio mandato, ve lo assicuro. Sono due anni e mezzo che, ogni mese, qualcuno mi chiede se cade il sindaco o se cade la maggioranza”. Chiara Appendinoincrocia le dita e sebbene ostenti ottimismo non riesce a celare del tutto la preoccupazione che un’eventuale via libera alla Tav da parte del governo gialloverde possa mettere a repentaglio la sua amministrazione. E ha ragione, visto che più di un segnale di nervosismo si sta manifestando in queste ore nella compagine pentastellata della Sala rossa. Degli attuali 23 grillini che compongono la maggioranza, sarebbero almeno una decina i consiglieri pronti a dar seguito al proprio dissenso fino alle estreme conseguenze, l’uscita dal gruppo M5s e la conseguente crisi politica. Uno spettro che la sindaca oggi, nella tradizionale conferenza stampa di fine anno, ha tentato di esorcizzare scaricando la patata bollente nelle mani dell’esecutivo nazionale.

Sulla Torino-Lione il governo sta “rispettando gli impegni presi”, ha affermato ripetendo come una mantra la solita tiritera: “Il premier Conte ha detto che una decisione sarà presa prima delle elezioni europee – ma anche che l’analisi costi benefici arriverà a giorni e poi partirà dialogo con territorio, come credo sia corretto. Quindi ha ribadito – si sta rispettando quanto detto”. Per Appendino, comunque, “la priorità è rendere pubblica l’analisi dei costi e benefici sia dell’opera che degli aspetti giuridici sulla quale si aprirà un dibattito, alla luce di dati oggettivi, che auspico in tempi celeri”. Quanto all’eventualità’ che il cantiere di Chiomonte venga subito chiuso, qualora l’esame dia esito negativo, Appendino se ne lava le mani, osservando che la scelta “spetterà al governo nei limiti dei poteri che può attuare. L’importante – ha concluso – che l’analisi venga pubblicata e che ci sia un dibattito sul territorio che coinvolga tutte le componenti e ci permetta di uscire dallo stallo degli ultimi mesi, in cui le posizioni si sono ormai arroccate. Quindi ci vorrà qualche mese poi verrà fatta la scelta definitiva”.

Nel frattempo, la sindaca ritiene “assolutamente coerente che venga chiuso” l’Osservatorio. “La città di Torino – ha ricordato Appendino – è uscita due anni fa perché non lo ritenevamo utile, molto prima di queste dinamiche politiche”. Parole che hanno scatenato l’immediata reazione di Corrado Alberto, presidente di Api Torino e portavoce del cartello di associazioni datoriali che hanno dato vita alle manifestazioni Sì Tav: “Come due anni fa siamo sbalorditi di fronte a chi non vuole capire l’utilità dell’Osservatorio che è stato, è oggi e deve rimanere domani il luogo di confronto sulla Torino-Lione”, scrive in una nota il leader della piccola e media impresa. “Se l’attuale Giunta della Città di Torino ha ritenuto due anni fa di uscire dall’Osservatorio, che ne resti ancora fuori invece di chiederne la chiusura. Ribadiamo un fatto: in democrazia ci si confronta anche duramente, ma si dialoga: voler abolire i luoghi del dialogo, è un atteggiamento antidemocratico che non fa onore a nessuno, tantomeno a chi governa una città come Torino”. Quanto alla volontà espressa dal premier Giuseppe Conte di visitare il cantiere, il presidente di Api sottolinea: “Le 33 associazioni che rappresentano il sistema della produzione e del lavoro a Torino e in Piemonte, hanno invitato da tempo il premier: aspettiamo di sapere quando accoglierà il nostro invito. Credo però sia opportuno che anche la sindaca visiti il cantiere per rendersi conto dell’impegno e della professionalità di chi vi lavora”.

Appendino ha poi tracciato un bilancio dell’anno guardando alle cose fatte e a quelle da fare “per una città partecipata, vivibile, dinamica e solidale” Per la sindaca “siamo di fronte a importanti miglioramenti che interesseranno tutta Torino e sui quali non smetteremo di spenderci”. E si è soffermata citando il caso dell’ex Moi che, ha evidenziato, “ha tutti gli ingredienti di cosa significa essere solidali. Dal 2013 al 2016 – ha aggiunto – non era stato fatto nulla, noi avevamo preso un impegno e lo stiamo rispettando con interventi che mettono al centro le persone che ci vivono ma garantiscono anche i diritti dei residenti”. Fra i temi affrontati nell’incontro con i giornalisti le infrastrutture, come la linea 2 della Metro, “sulla quale stiamo andando veloce e riusciremo a inserirci nella finestra di settembre per i finanziamenti”, ma anche l’ambiente e la raccolta rifiuti, “con un aumento del 2,47% della differenziata per la quale confermiamo l’obiettivo di mandato di arrivare al 65%”. Appendino ha poi ricordato che il 2019 “sarà l’anno in cui arriveranno i nuovi mezzi Gtt” mentre sul fronte della cultura ha osservato che “abbiamo passato i primi due anni a mettere le fondamenta per non far crollare le case. Ora, grazie al lavoro congiunto con le altre istituzioni, siamo riusciti a ridisegnare il modello della Fondazione Torino Musei e finalmente si potrà parlare di cultura e non di finanze. Il 2019 sarà l’anno del Regio a cui daremo una prospettiva nuova per poter tornare a parlare, anche qui, non solo di bilanci ma di produzione”. Infine, i festeggiamenti e gli auguri. “Questo è un Capodanno magico e l’idea è di regalare una magia in modo tale che ciascun torinese possa vedere un suo sogno realizzato”, ha concluso la sindaca. “Che il 2019 – è stato il suo augurio ai torinesi – sia un anno pieno di speranza e ottimismo”.

QUI IL BILANCIO DI FINE ANNO

LA GEOPOLITIQUE DU TCHAD (II). VUE DE PARIS

 

LUC MICHEL (ЛЮК МИШЕЛЬ) & EODE/

Luc MICHEL pour EODE/

Quotidien géopolitique – Geopolitical Daily/

2018 12 29/
wtchadGEOPOLITIQUETCHAD II

Dans cette Partie II (tirée d’une expertise sur la Télévision panafricaine AFRIQUE MEDIA), j’analyse cette fois la Géopolitique du Tchad vue de Paris, l’ ex puissance coloniale, toujours présente dans cette partie de l’Afrique avec sa « Françafrique » …

Sources :

Le géopoliticien Luc MICHEL dans le DEBAT PANAFRICAIN du 23 déc. 2018

sur AFRIQUE MEDIA …

* Voir la Video sur WEBTV TCHAD/

LUC MICHEL: GEOPOLITIQUE DU TCHAD (II).

VU DE PARIS

(SUR LE ‘DEBAT PANAFRICAIN’ DE AFRIQUE MEDIA, 23 DEC. 2018)

sur https://vimeo.com/308317305

* Thème du débat :

CRISE CENTRAFRICAINE / VISITE D’EMMANUEL MACRON AU TCHAD.

COMPRENDRE LE BRAS DE FER ENTRE LA RUSSIE ET LA FRANCE …

Le visite du président Emmanuel Macron au Tchad ce 22 décembre 2018 aurait pour principal enjeu (disent les médias français) « la situation sécuritaire en Centrafrique et la montée en puissance de la Russie ».

* Le géopoliticien Luc MICHEL analyse la GEOPOLITIQUE DU TCHAD (IIe partie) :

Après son analyse remarquée ce 21 déc. sur le ZOOM AFRIQUE de PRESS TV (la télévision d’Etat iranienne francophone), ou il analysait cette géopolitique « Vue de Ndjaména » (1), il développe dans cette seconde analyse sur AFRIQUE MEDIA le même thème, mais « Vu de Paris ».

PARMI LES THÈMES ABORDÉS PAR LUC MICHEL DANS CETTE PARTIE II :

La propagande de Paris pour tenter d’opposer le Tchad et la Russie en Centrafrique ;

Le Tchad devenu l’Etat central géopolitique de l’Afrique saharienne et sub-saharienne et du Golfe de Guinée ;

La géopolitique de Ndjaména et ses interactions dans la région (Libye, Sahel, Centrafrique, Mali, Soudan) face aux interventions françaises ;

Au cœur de la visite de Macron, les enjeux budgétaires ;

Ce qui est en jeu fondamentalement : la confrontation franco-russe en Centrafrique, mais surtout la relation France-USA en Afrique ;

La grande peur de Paris : perdre la main en RCA, perdre la confiance de Washington (qui présente la France « comme le nouveau shérif de l’Afrique ») et surtout ses appuis financiers et logistiques …

# LES ANALYSES DE REFERENCE SUR

LUC MICHEL’S GEOPOLITICAL DAILY

LA VISITE DE MACRON AU TCHAD ET SES OBJECTIFS (II) :

LES VÉRIABLES ENJEUX AU-DELA DES RIDEAUX DE FUMEE DE LA GUERRE MÉDIATIQUE ?

sur http://www.lucmichel.net/2018/12/23/luc-michels-geopolitical-daily-la-visite-de-macron-au-tchad-et-ses-objectifs-ii-les-veriables-enjeux-au-dela-des-rideaux-de-fumee-de-la-guerre-mediatique/

REVUE DE PRESSE :

‘TCHAD : LA VISITE DE MACRON, LES OBJECTIFS ?’

(SUR ‘PRESS TV’)

sur http://www.lucmichel.net/2018/12/23/luc-michels-geopolitical-daily-revue-de-presse-tchad-la-visite-de-macron-les-objectifs-sur-press-tv/

FLASH VIDEO/ LE TCHAD DU PRESIDENT IDRISS DEBY ITNO ENTRE PANAFRICANISME ET REALITES PRAGMATIQUES GEOPOLITIQUES

sur http://www.lucmichel.net/2018/08/14/luc-michels-geopolitical-daily-flash-video-le-tchad-du-president-idriss-deby-itno-entre-panafricanisme-et-realites-pragmatiques-geopolitiques/

LUC MICHEL (ЛЮК МИШЕЛЬ) & EODE

* Avec le Géopoliticien de l’Axe Eurasie-Afrique :

Géopolitique – Géoéconomie – Géoidéologie – Géohistoire –

Géopolitismes – Néoeurasisme – Néopanafricanisme

(Vu de Moscou et Malabo) :

PAGE SPECIALE Luc MICHEL’s Geopolitical Daily

https://www.facebook.com/LucMICHELgeopoliticalDaily/

________________

* Luc MICHEL (Люк МИШЕЛЬ) :

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PAGE OFFICIELLE III – GEOPOLITIQUE

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* EODE :

EODE-TV https://vimeo.com/eodetv

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LA GEOPOLITIQUE DU TCHAD (I). VUE DE NDJAMENA

 

LUC MICHEL (ЛЮК МИШЕЛЬ) & EODE/

Luc MICHEL pour EODE/

Quotidien géopolitique – Geopolitical Daily/

2018 12 28/
wtchadGEOPOLITIQUETCHAD I

La Géopolitique telle que je la conçois est une science, avec ses outils scientifiques et intellectuels. En ce sens, la Géopolitique est universelle et est la même à Washington, Paris, Moscou ou encore en Afrique. Mais la Géopolitique est aussi celles de visions, de façons divergentes de concevoir et d’appréhender le monde (la philosophie allemande parle de Weltansschauung »). Le même dossier géopolitique ne sera pas envisagé, vu de la même façon selon le centre de force d’où il est examiné.

La Géopolitique du Tchad a été bien oubliée lors de la récente visite de Macron à Ndjaména (occasion d’une vaste campagne de déstabilisation du président tchadien). Elle est pourtant fondamentale ; Come toujours ! Mais ici aussi, il y a deux façons de l’appréhender : vue de Ndjaména (que j’expose dans cette Partie I, tirée d’une interview sur la Télévision d’Etat iranienne francophone) et vue de Paris (que j’examinerai demain) …

Sources :

Le géopoliticien Luc MICHEL dans le ZOOM AFRIQUE du 21 déc. 2018 sur PRESS TV (Iran) …

* Voir la Video sur WEBTV TCHAD/

LUC MICHEL: GEOPOLITIQUE DU TCHAD (I).

VU DE NDJAMENA

(SUR LE ‘ZOOM AFRIQUE’ DE PRESS TV, IRAN, 21 DEC. 2018)

sur https://vimeo.com/308291929

* Thème de l’interview :

TCHAD : LA VISITE DE MACRON, LES OBJECTIFS ?

Analyse avec Luc Michel, géopoliticien

* Le géopoliticien Luc MICHEL analyse les enjeux géopolitiques de « la visite de Macron au Tchad et ses objectifs ».

Interview dans l’hebdo quotidien « ZOOM AFRIQUE » de PRESS TV …

PARMI LES THÈMES ABORDÉS PAR LUC MICHEL DANS CETTE PARTIE I :

Comprendre la GEOPOLITIQUE DU TCHAD du Président Idriss Deby Itno et la politique étrangère et de voisinage que mène Ndjaména depuis 2011 ;

Comment depuis la destruction de la Jamahiriya en 2011, le Tchad a hérité du rôle géopolitique de la Libye de Kadhafi et est devenu l’ »Etat pivot » de la région ;

Les trois axes de la Géopolitique tchadienne : Sahel et Golfe de Guinée (dont la lutte implacable contre Boko-Haram et le ‘G5 Sahel’), Libye et Sahara (triangle stratégique Déby-Haftar-Al Sissi), Axe Tchad-Centrafrique-Soudan (avec la ‘Force mixte’) ;

Au cœur de la visite de Macron : la rivalité franco-russe en RCA, les enjeux budgétaire, la relation Paris-Washington en Afrique …

# LES ANALYSES DE REFERENCE SUR

LUC MICHEL’S GEOPOLITICAL DAILY

LA VISITE DE MACRON AU TCHAD ET SES OBJECTIFS (II) :

LES VÉRIABLES ENJEUX AU-DELA DES RIDEAUX DE FUMEE DE LA GUERRE MÉDIATIQUE ?

sur http://www.lucmichel.net/2018/12/23/luc-michels-geopolitical-daily-la-visite-de-macron-au-tchad-et-ses-objectifs-ii-les-veriables-enjeux-au-dela-des-rideaux-de-fumee-de-la-guerre-mediatique/

REVUE DE PRESSE :

‘TCHAD : LA VISITE DE MACRON, LES OBJECTIFS ?’

(SUR ‘PRESS TV’)

sur http://www.lucmichel.net/2018/12/23/luc-michels-geopolitical-daily-revue-de-presse-tchad-la-visite-de-macron-les-objectifs-sur-press-tv/

FLASH VIDEO/ LE TCHAD DU PRESIDENT IDRISS DEBY ITNO ENTRE PANAFRICANISME ET REALITES PRAGMATIQUES GEOPOLITIQUES

sur http://www.lucmichel.net/2018/08/14/luc-michels-geopolitical-daily-flash-video-le-tchad-du-president-idriss-deby-itno-entre-panafricanisme-et-realites-pragmatiques-geopolitiques/

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* Avec le Géopoliticien de l’Axe Eurasie-Afrique :

Géopolitique – Géoéconomie – Géoidéologie – Géohistoire –

Géopolitismes – Néoeurasisme – Néopanafricanisme

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LE MILITARISME YANKEE, LA VISITE DE TRUMP EN IRAK ET LA BOURSE DE NEW-YORK

PCN-TV/ LUC MICHEL:

LE MILITARISME YANKEE, LA VISITE DE TRUMP EN IRAK ET LA BOURSE DE NEW-YORK

(‘REPORTAGE’ SUR PRESS TV, IRAN, 28 DEC. 2018)

https://vimeo.com/308685046

vignetteTRUMPMILITARISME

* L’actu :

Donald Trump s’est rendu mercredi en Irak pour une visite surprise de quelques heures à la rencontre de soldats américains, et a profité de ce premier déplacement en zone de conflit depuis son élection il y a deux ans.

* Thème de l’interview :

« L’objectif de la visite de Trump en Irak était d’influer sur les Bourses en Amérique.

Alors que la Maison-Blanche a annoncé la visite secrète et surprise du président américain en Irak, Trump a admis qu’il était « assez triste » d’être contraint à autant de confidentialité pour que rien de mal ne se passe.

Mais pourquoi s’est-il donné tant de mal ? Et comment analysez-vous ce comportement particulier de Donald Trump ?

Luc Michel, géopoliticien, intervient sur ce sujet. »

* Que dit Luc MICHEL :

« Il suffit à Trump d’aller visiter les troupes d’occupation US en Irak pour que la bourse s’affole. Et oublie le « shutdown » de l’Administration Trump. Le militarisme, porté par le Lobby militaro-industriel des marchands d’arme et les généraux et amiraux du Pentagone (les deux vivant en parfaite osmose et en symbiose, avec une classe militariste qui va de l’un à l’autre), est le pilier central du Système planétaire yankee. Alors que les guerres appauvrissent les peuples, elles enrichissent l’oligarchie US dans les deux guerres mondiales et avec la course aux armements de la Guerre froide et de la « nouvelle Guerre froide 2.0 » …

Voilà donc Donald Trump qui “affole Wall Street” selon ‘Le Temps’ (Genève). « L’imprévisible président américain alimente la volatilité sur les places financières. Après un début de semaine chaotique, les bourses américaines ont certes ouvert la séance de mercredi en hausse » … »

* Lire sur LUCMICHEL. NET/

TOUJOURS ET ENCORE LE MILITARISME EST LE PILIER CENTRAL DU SYSTEME AMERICAIN (QUI SE NOURRIT DE LA GUERRE)

Sur http://www.lucmichel.net/2018/12/27/lucmichel-net-toujours-et-encore-le-militarisme-est-le-pilier-central-du-systeme-americain-qui-se-nourrit-de-la-guerre/

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# PCN-TV

https://vimeo.com/pcntv

# PCN-TV sur les Réseaux sociaux :

* FaceBook : Allez ‘liker’ la Page officielle de PCN-TV !

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* PCN-TV YouTube (Archives 2009-2016) :

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# GROUPE OFFICIEL ‘PCN-NCP-НОП –

LA CAUSE DES PEUPLES – THE PEOPLES’ CAUSE’

https://www.facebook.com/groups/LCDP.TPC.PCN.NCP/

“Se l’analisi dei costi boccia la Tav il governo smantelli subito il cantiere di Chiomonte”

https://torino.repubblica.it/cronaca/2018/12/29/news/_se_l_analisi_dei_costi_boccia_la_tav_il_governo_smantelli_subito_il_cantiere_di_chiomonte_-215402621/

La richiesta della capogruppo M5S in Comune a Torino, ma se arriva il sì rischio diaspora

di JACOPO RICCA

29 dicembre 2018

 

“Se l’analisi costi-benefici dirà che l’alta velocità Torino-Lione è inutile chiederemo al governo di iniziare subito lo smantellamento dei cantieri come Chiomonte”. La capogruppo del Movimento 5stelle, Valentina Sganga, interviene sulle voci sul rischio diaspora in caso di cambio di rotta da parte del governo sulla Tav: “Noi abbiamo fatto tutto il possibile per portare avanti le ragioni della contrarietà all’opera – spiega – La direzione che abbiamo sull’alta velocità Torino Lione è chiara. La manifestazione dell’8 dicembre ci ha unito maggiormente e come maggioranza a Torino seguiremo compattamente questa via”. 
 
Se il governo dovesse dire sì alla Tav la maggioranza di Appendino è a rischio?
“No perché abbiamo intrapreso una via già chiara e come maggioranza in consiglio comunale lavoreremo in questa direzione. La sindaca è la prima a ribadire che è necessario affrettarsi a dare risposte”.

 Cosa vi aspettate dal Governo?
 “Ci aspettiamo che faccia prevalere l’interesse comune, fondato su un’analisi scientifica da cui far scaturire una decisione politica. Le conclusioni politiche si traggono a fronte di certezze che ad ora non ci sono”.

"Se l'analisi dei costi boccia la Tav il governo smantelli subito il cantiere di Chiomonte"

Operai al cantiere di Chiomonte

Cosa chiederete in caso l’analisi costi benefici dica che il tav è inutile, ma non arriva subito lo stop?

 “Il Governo deve fare una scelta politica e come tale mi auguro che da chi la recepirà, che sia per il sì o per il no, si mostri sempre e comunque senso dello Stato. Ma la scelta deve esserci e deve essere chiara. Se, come mi auguro, arriverà lo stop i cantieri andranno smobilitati subito”.
 
Sganga, può escludere che ci sia la diaspora dal Movimento 5stelle piemontese?
 “Non posso escludere nulla. Non abbiamo ancora gli elementi per dare una risposta inequivocabile, penso e spero che questo sì al Tav non arrivi mai. Dentro o fuori è un alternativa manichea e le visioni manichee non sono state, e mai saranno, nostre. In ogni caso non ci si dà mai per vinti. Il M5s è da sempre No Tav e non vedo perché si dovrebbe uscire da un movimento che ha la nostra stessa posizione”.

Grillini No Tav, prove di separazione dal movimento se arriva il sì all’opera

28 dic 18 Repubblica 

Jacopo Ricca

Una bomba a orologeria che ticchetta sui destini del Movimento 5stelle, in Piemonte.

Così è stata definita, nei colloqui di questi giorni con i vertici nazionali dai grillini locali, la decisione sulla Torino-Lione che dovrebbe arrivare dopo la pubblicazione dell’analisi costi-benefici voluta dal governo giallo-verde.

L’ipotesi che, anche se i dati dovessero confermare le valutazioni critiche da sempre sostenute dai 5stelle, alla fine arrivi un sì, magari condizionato, alla grande opera è vissuta dai leader in Città e Regione con grande apprensione, oltre che con patimenti personali.

Il rischio infatti è che ben prima delle regionali e delle europee la questione Tav provochi una diaspora non solo tra attivisti ed elettori, ma anche tra i consiglieri eletti in Sala Rossa e Palazzo Lascaris.

Il sì, ma anche il nì al Tav, avrebbe conseguenze nefaste sulla stessa tenuta della maggioranza della sindaca Chiara Appendino.

Lei ha più volte ribadito di essere convinta dell’inutilità dell’opera e chiesto di fare in fretta e, in privato, ha già fatto sapere che una giravolta simile a quella che si è già avuta su Tap e Terzo Valico non sarebbe facile da gestire per lei. «Con un sì alla Tav credo nessuno a Torino resterebbe nel movimento» azzarda la consigliera, Maura Paoli.

Diventata nota come dissidente sulle Olimpiadi del 2026, in questa battaglia Paoli non sarebbe sola.

Sono molti i consiglieri che sono sulle sue stesse posizioni: «Dovrei fare una riflessione molto attenta, ma io propendo per non restare nel Movimento – dice un altro esponente della maggioranza – Continuo a sperare che questa sia un’ipotesi di fantasia. Quella contro la Torino-Lione è una battaglia fondante per noi».

Ipotesi di fantasia o no tra i grillini c’è chi si sta preparando a gestire la diaspora: «Non possiamo farci trovare impreparati – ragiona uno degli storici leader del M5s in Piemonte – Finora anche da Roma sono arrivati segnali confortanti, come la presa di posizione del presidente della Camera Fico e le dichiarazioni degli esponenti del governo, però in caso di sì alla Tav sarà necessario affrontare una situazione deflagrante senza disperdere le energie politiche e i consensi costruiti in tutti questi anni».

Francesca Frediani, consigliera regionale 5stelle, ma prima di tutto militante No Tav è ancora più netta: «Non so se sarebbe una diaspora, ma sicuramente toccherebbe un “nervo molto vivo” – racconta – La mia è l’impressione che ho io qui, con vista dalla valle diciamo, ma la mia reazione in caso di sì è scontata».

Lei nega di essere già al lavoro per organizzare un eventuale movimento 5stelle di No Tav piemontesi: «Nessuna organizzazione, ma solo singole sensibilità».

Anche i grillini del Comune hanno affrontato il tema: «Non è stata presa una decisione condivisa con la sindaca su come gestire questo scenario – confessa un altro 5stelle – Un sì alla Tav però renderebbe difficile la permanenza nel Movimento allo stesso Beppe Grillo».

Marco Chessa, consigliere pro olimpiadi, e da sempre uno tra i più attenti alle posizioni del mondo produttivo tra i grillini della Sala Rossa è più cauto: «Prima di prendere una decisione dovremmo valutare le motivazioni che hanno portato il governo a questa scelta».

Questa potrebbe anche essere la posizione di Appendino che però rischierebbe di essere messa di nuovo in minoranza dai suoi.

Il conflitto interno resta sotterraneo, ma la posizione trattativista della sottosegretaria all’Economia, Laura Castelli, un tempo sempre presente alle manifestazioni No Tav, così come il silenzio della maggioranza dei parlamentari 5stelle piemontesi, se si esclude Alberto Airola, preoccupano non poco i grillini.

«Non possiamo restare isolati – lamenta un altro grillino – Dobbiamo trovare una sponda a Roma e scongiurare questo scenario».

Anche un tentativo di allungare i tempi però potrebbe avere conseguenze negative e a Torino c’è già chi lavora per approvare a gennaio un documento che obblighi il governo a chiarire le sue intenzioni, magari la richiesta di iniziare a smantellare il cantiere di Chiomonte.