Tav, i conti separati dalle opinioni

https://www.ilfattoquotidiano.it/premium/articoli/tav-i-conti-separati-dalle-opinioni/?utm_source=newsletter&utm_medium=email&utm_campaign=inedicola-2018-12-27

di Marco Ponti* | 28 dicembre 2018

In un intervento sull’Huffington Post, l’ex procuratore di Torino Gian Carlo Caselli ha contestato la commissione tecnica del ministero dei Trasporti incaricata dell’analisi costi-benefici sul Tav Torino-Lione, perché non avrebbe “i requisiti di terzietà e obiettività che per definizione devono caratterizzare ogni analisi che voglia esprimere valutazioni corrette e affidabili”. Tra le accuse dirette all’economista Marco Ponti, che di quella commissione è presidente, c’è la seguente: “Senza neppure l’ombra di una procedura concorsuale, è stato il capo a designare personalmente ben 5 su 6 componenti della commissione, tutti soggetti che già avevano manifestato opinioni contrarie all’opera. Oltre a essere parte, a vario titolo, di un network riconducibile al ‘capo’ e a interessi ben poco conciliabili con quelli del Tav”.

Spiace molto che Gian Carlo Caselli, figura per tutta la sua vita di magistrato così attento alla verità, anche assumendosi rischi personali estremi, abbia improvvisamente preso per buone le notizie di una serrata campagna di stampa contro l’attuale operazione di valutazione socioeconomica di progetti pubblici molto costosi e molto controversi.

Iniziamo dalla formazione del gruppo dei valutatori: non sono affatto stati scelti direttamente dal responsabile, che certo ne ha suggerito alcuni nomi in base a curricula controllabili. Non tutti i nomi suggeriti sono stati accettati dal ministero dei Trasporti e uno degli esperti non era tra i suggeriti.

È poi falso che la maggior parte abbiano cointeressenze economiche con la società di consulenza di cui lo scrivente è socio di minoranza e presidente (Bridges Research), ma senza alcuna delega: soltanto uno è un suo diretto collaboratore in tale società e un altro è addirittura un concorrente.

Certo che sarebbe stato meglio fare un concorso internazionale per selezionare i valutatori, chi scrive lo ha sempre sostenuto. Ma questo avrebbe richiesto verosimilmente tempi molto lunghi tra gara e svolgimento delle analisi, e costi molto maggiori (le retribuzioni del ministero sono assai modesta per gli standard internazionali, e il responsabile non è retribuito).

La politica ha i suoi tempi, e tra l’altro alcune opere sono state inspiegabilmente accelerate dal governo uscente, quello guidato da Paolo Gentiloni, senza alcuna valutazione. Una fretta certo non opportuna, che sembra molto orientata a rendere irreversibili decisioni di spesa molto controverse. Ogni mese che passa queste opere saranno meno reversibili, e, nel caso risultassero uno spreco di denari pubblici, genererebbero un danno rilevante al benessere collettivo, dati gli enormi costi in gioco.

La cosa più straordinaria è l’asimmetria tra quanta neutralità si pretenda oggi e quanta se ne sia pretesa dai governi precedenti: in particolare il ministro dei Trasporti precedente, Graziano Delrio, ha deciso opere per 132 miliardi di euro con pochissime analisi economico-finanziarie (e quelle pochissime esistenti risultano molto datate, e alcune eseguite dai costruttori stessi, senza che gli organi di stampa oggi così attenti sollevassero obiezioni), facendosi certo supportare da tecnici di grande valore, ma non in alcun modo rappresentativi di tendenze opposte.

E veniamo alle posizioni preconcette attribuite alla squadra dei valutatori. Gian Carlo Caselli, inspiegabilmente, trova inaccettabile che un tecnico (lo scrivente in una intervista aveva usato l’esempio di un medico) giudichi dai dati come negativa (o eventualmente positiva) una situazione di propria competenza e, da studioso, renda pubblica tale valutazione in ogni sede. Rispondiamo a Caselli che stiamo lavorando solo ed esclusivamente sulla scorta di dati e numeri, perché i numeri, come i fatti, hanno la testa dura. E che, nel rifare i conti, stiamo approcciando il dossier Tav Torino-Lione come sempre col massimo rigore, la dovuta “neutralità” scientifica e quel senso di responsabilità che la situazione finanziaria del nostro Stato e i bisogni sociali del Paese richiedono.

Lo abbiamo sempre detto: l’analisi costi-benefici non è certo la Bibbia e non deresponsabilizza la politica, ma conferisce trasparenza alla decisione della politica stessa, rende più avveduto il dibattito pubblico e toglie spazio all’“arbitrio del Principe”.

di Marco Ponti* | 28 dicembre 2018

LA DIPLOMATIE SECRETE DES AGENTS AMERICAINS A EREVAN AU SEIN DE LA FRANCOPHONIE (L’AXE MACRON-KAGAME)

 

LUC MICHEL (ЛЮК МИШЕЛЬ) & EODE/

Flash Vidéo Géopolitique/ Geopolitical Flash Video/

2018 10 25/
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Le Flash Vidéo du jour …

Le géopoliticien Luc MICHEL interviewé (en Duplex audio depuis Bruxelles) dans ‘REPORTAGE’ du 20 octobre 2018

sur PRESS TV (Iran)

# I – MA DERNIERE ANALYSE VIDEO

Comment comprendre le Sommet de l’OIF à Erevan qui a vu la Francophonie livrée à deux ennemis jurés de la France, agents des USA dans la région des grands Lacs depuis 25 ans ?

J’ai traité cette question importante et pour l’Afrique et pour l’Eurasie – Kagamé mène une politique anti-africaine au service des USA, tout comme Macron (ex « young leader » de la ‘French American Foundation’) (1) – pour la Télévision d’Etat iranienne francophone.

Derrière les événements de Erevan, il y a l’alliance scellée entre Macron et Kagamé (2) et la Diplomatie secrète Paris-Kigali …

Sources :

* Thème de l’interview :

« Depuis l’annonce de l’adoubement de Louise Mushikiwabo à Erevan, nul ne sait vraiment pourquoi le président français a pris cette décision : offrir le siège de la francophonie à un petit État, devenu anglophone, en insultant le plus grand pays francophone au monde (la RDC qui compte 80 millions d’habitants).

Pour expliquer le pourquoi du comment, nous avons contacté Luc Michel, géopoliticien. Écoutons-le. »

* La Video sur PCN-TV/

PRESS TV (IRAN) INTERROGE LUC MICHEL :

LA DIPLOMATIE SECRETE DES AGENTS AMERICAINS A EREVAN AU SEIN DE LA FRANCOPHONIE

(20 OCTOBRE 2018)

https://vimeo.com/296910840

* L’article sur :

« La diplomatie secrète des agents américains à Erevan au sein de la francophonie »

https://www.presstv.com/DetailFr/2018/10/20/577597/La-diplomatie-secrte-des-agents-amricains–Erevan

NOTES :

(1) Cfr. sur LUC MICHEL’S GEOPOLITICAL DAILY/

FRANCE 2008-2018 (II) : COMMENT LE ‘SOFT POWER’ AMERICAIN S’EST EMPARE DE LA FRANCE AVEC LA ‘FRENCH-AMERICAN FOUNDATION’

sur http://www.lucmichel.net/2018/04/23/luc-michels-geopolitical-daily-france-2008-2018-ii-comment-le-soft-power-americain-sest-empare-de-la-france-avec-la-french-american-foundation/

(2) Cfr. sur PANAFRICOM-TV & RDCONGO/

LAMBERT MENDE REPOND A PARIS-KIGALI-LUANDA.

AVEC LUC MICHEL SUR LA DESTABILISATION DE LA RDC

sur https://vimeo.com/288056580

# II – ALLER PLUS LOIN/

LE DOSSIER DU RAPPROCHEMENT GEOPOLITIQUE MACRON-KAGAME :

PARIS-KIGALI-EREVAN-FRANCOPHONIE. DIPLOMATIE SECRETE ENTRE PARIS ET KIGALI

Sur AFRIQUE MEDIA (émission ‘Ligne Rouge’), j’ai répondu aux questions centrales de ce dossier :

1- Que se passe-t-il entre Macron et Kagamé, à la grande désillusion des africains ?

Sommet de la Francophonie à Erevan, qui voit Macon soutenir la candidate du Rwanda à la tête de l’OIF, et maintenant cette « manipulation » du Parquet de Paris : j’évoque

une « diplomatie secrète » entre Paris et Kigali ?

* Voir Paris et Kigali diplomatie secrète 1

PARIS-KIGALI-EREVAN-FRANCOPHONIE. DIPLOMATIE SECRETE ENTRE PARIS ET KIGALI

sur https://www.youtube.com/watch?v=XN5YwrsrOMM

2- Au cœur de la crise passée entre Kigali et Paris, il y avait des accusations réciproques sur les responsabilités dans le génocide rwandais de 1994.

Livres et contre-livres s’opposent à ce sujet (notamment les deux derniers : contre l’Armée française « Rwanda, la fin du silence. Témoignage d’un officier français » de G. Ancel, et contre le FPR « In Praise of Blood. The Crimes of the Rwandan Patriotic Front » de Judi Revers).

Que faut-il en savoir et en penser ?

* Voir Paris et Kigali diplomatie secrète 2

QUELLES SONT LES RESPONSABILITES DANS LE GENOCIDE RWANDAIS DE 1994?

sur https://www.youtube.com/watch?v=qLqIPnyKf_U

3- Derrière ce rapprochement entre Macron et Kagamé, et derrière le dernier Sommet de la Francophonie, il y a des enjeux géopolitiques majeurs pour l’Afrique et des agendas occidentaux cachés.

Ce rapprochement se fait contre l’Afrique », pourquoi ?

* Voir Paris et Kigali diplomatie secrète 3

RECOLONISATION AMERICAINE DES GRANDS-LACS ET ‘NOUVELLE FRANCAFRIQUE 2.0’. QUEL EST L’AGENDA GÉOPOLITIQUE CACHE DERRIERE CE DOSSIER ?

sur https://www.youtube.com/watch?time_continue=1&v=PZzzG8RzxM4

# III – LES EMISSIONS DE REFERENCE :

QUE S’EST-IL PASSE A PARIS ?

LE RAPPROCHEMENT ENTRE PARIS ET KIGALI SE CONFIRME A NOUVEAU ET LE PARQUET DE PARIS ABANDONNE LA PROCEDURE OUVERTE CONTRE LE FPR

« Noël en avance pour Paul Kagamé qui décroche presque son non-lieu… et gagne la Francophonie », commentait ironiquement l’AFP !

* Sur PANAFRICOM WEBTV :

http://www.panafricom-tv.com/2018/10/17/ce-jeudi-matin-18-octobre-2018-sur-afrique-media-dans-ligne-rouge-le-geopoliticien-luc-michel-analyse-le-dessous-des-cartes-de-la-diplomatie-secrete-derriere-le-rapprochement-ent/

QUE S’EST-IL PASSE A EREVAN ?

DIPLOMATIE SECRETE AU SOMMET DE LA FRANCOPHONIE EN ARMENIE

* Lire sur LUC MICHEL’S GEOPOLITICAL DAILY/

XVIIe SOMMET DE L’OIF A IEREVAN :

QUE REPRESENTE LA FRANCOPHONIE ET SES ENJEUX GEOPOLITIQUES ?

Sur http://www.lucmichel.net/2018/10/11/luc-michels-geopolitical-daily-xviie-sommet-de-loif-a-ierevan-que-represente-la-francophonie-et-ses-enjeux-geopolitiques/

* Voir sur PANAFRICOM-TV/

LUC MICHEL: 17e SOMMET DE LA FRANCOPHONIE.

LA DIPLOMATIE SECRETE DE MACRON ET KAGAME CONTRE L’AFRIQUE (PRESS TV)

Sur https://vimeo.com/295038849

(Sources : Panafricom-YV – Press TV – Afrique Media – AFP – EODE Think Tank)

LUC MICHEL (ЛЮК МИШЕЛЬ) & EODE

(Flash Vidéo Géopolitique/

Complément aux analyses quotidiennes de Luc Michel)

* Avec le Géopoliticien de l’Axe Eurasie-Afrique :

Géopolitique – Géoéconomie – Géoidéologie – Géohistoire –

Géopolitismes – Néoeurasisme – Néopanafricanisme

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* EODE :

EODE-TV https://vimeo.com/eodetv

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ABANDON DU PROCES DU GENOCIDE RWANDAIS DE 1994 EN FRANCE : LA JUSTICE FRANCAISE AUX ORDRES DE LA DIPLOMATIE SECRETE PARIS-KIGALI !

 

LUC MICHEL (ЛЮК МИШЕЛЬ) & EODE/

Luc MICHEL pour EODE/

Quotidien géopolitique – Geopolitical Daily/

2018 12 27/
vignetteJUSTICEFR-RWANDA

« Un non-lieu pourrait donner l’impression que la justice cède purement et simplement sous la pression de l’État »

– Me Patrick Baudouin, avocat et président d’honneur de la FIDH.

« Vingt-quatre ans après le génocide des Tutsi au Rwanda, les juges d’instruction français ont terminé leurs investigations sur de possibles responsabilités de l’armée française lors du massacre de Bisesero sans avoir prononcé de mise en examen, au grand dam des parties civiles qui redoutent un “déni de justice”. »

– Jeune Afrique (28 sept. 2018).

COMMENT L’ELYSEE A MIS LA JUSTICE FRANCAISE AUX ORDRES DE LA DIPLOMATIE SECRETE PARIS-KIGALI ?

Revoici les relations Paris-Kigali, longtemps antagonistes, devenues après un tournant géopolitique, une alliance Macron-Kagamé pro-occidentale, au cœur de l’actualité. Paris abandonne, sans surprise, le procès mené en France contre des militaires français de l’Opreération turquoise, au Rwanda en 1994. Ceci étant rendu possible avec l’assentiment du Régime Kagamé.

Dans une interview pour la Télévision d’Etat iranienne francophone, dans leur quotidienne ‘ZOOM AFRIQUE’, j’explique le dessous des cartes de cette affaire et comment la diplomatie secrète entre Macron et Kagamé, qui se sont alliés, a mis la justice française aux ordres. J’expose aussi les deux thèses sur la responsabilité du Génocide rwandais de 1994 – celle qui charge Paris de complicité et de co-responsabilité, et celle qui accuse le FPR tutsi de Kagamé – et j’esquisse les culpabilités des deux parties …

* Voir sur PANAFRICOM-TV/

LA JUSTICE FRANCAISE AUX ORDRES DE LA DIPLOMATIE SECRETE PARIS-KIGALI

(LUC MICHEL, ‘ZOOM AFRIQUE’ DE PRESS TV, 27 DEC. 2018)

https://vimeo.com/308455900

* Thème de l’émission :

« Génocide rwandais. ordonnance de non-lieu, les réelles raisons ?

Réponse avec Luc Michel, géopoliticien. »

L’ACTU/

NON-LIEU EN FRANCE SUR L’ATTENTAT QUI A DÉCLENCHÉ LE GÉNOCIDE RWANDAIS …

Les juges d’instruction chargés de l’enquête sur l’attentat qui a coûté la vie au président rwandais, Juvénal Habyarimana, le 6 avril 1994 ont rendu une ordonnance de non-lieu. Il n’y aura pas de procès faute de “charges suffisantes”. Les juges d’instruction français ont rendu une ordonnance de non-lieu dans l’enquête sur l’attentat contre le président rwandais, Juvénal Habyarimana, épisode déclencheur du génocide de 1994, a-t-on appris mercredi 26 décembre de source judiciaire. Les juges ont suivi les réquisitions du parquet de Paris, réclamant en octobre l’abandon des poursuites contre des proches de l’actuel président rwandais, Paul Kagame, qui risquaient d’être renvoyés devant une cour d’assises. Dans cette ordonnance rendue le 21 décembre, les magistrats expliquent prendre cette décision “en l’absence de charges suffisantes”, a précisé la source judiciaire.

L’information judiciaire avait initialement été ouverte pour “assassinat et complicité d’assassinat en relation avec une entreprise terroriste”, ainsi que pour “association de malfaiteurs en vue de préparer des actes de terrorisme”. “Il faut interpréter cette décision des juges français comme une forme de résignation face à un contexte politique contre lequel le ministère public n’a pas su lutter. Les autorités rwandaises n’ont jamais cherché à apporter leur concours à la manifestation de la vérité”, a réagi auprès de l’AFP Me Philippe Meilhac, avocat de la veuve de l’ex-président, Agathe Habyarimana. Ce dernier a également annoncé que les parties civiles allaient faire appel de cette ordonnance.

Un dossier qui empoisonne les relations entre Paris et Kigali depuis vingt ans

Depuis plus de vingt ans, ce dossier empoisonne les relations entre Paris et Kigali, sur fond de débat sur les responsabilités françaises à l’époque du génocide. Le 6 avril 1994, l’avion de Juvénal Habyarimana, un Hutu, avait été abattu en phase d’atterrissage à Kigali par au moins un missile. Cet attentat est considéré comme l’événement déclencheur du génocide qui fit 800 000 morts selon l’ONU, principalement dans la minorité tutsi. La recherche des auteurs de cette attaque a été au coeur de la quête judiciaire française, particulièrement complexe. En France, une information judiciaire avait été ouverte en 1998 après la plainte des familles de l’équipage, composé de Français. Le premier juge saisi, Jean-Louis Bruguière, avait privilégié l’hypothèse d’un attentat commis par des soldats de l’ex-rébellion tutsi du Front patriotique rwandais (FPR), dirigé par Paul Kagame, devenu président en 2000.

Les relations diplomatiques entre les deux pays avaient été rompues quand le juge avait émis en 2006 neuf mandats d’arrêts contre des proches de Kagame. Elles s’étaient renouées trois ans plus tard.

COMMENT LES JUGES FRANÇAIS ONT ENTERRE SUR ORDRES DE MACRON LE PROCES DU MASSACRE DE BISESERO (AU CŒUR DU GENOCIDE RWANDAIS DE 1994) ?

« Pas d’inculpation après l’abandon de Tutsis aux génocidaires hutus de 1994 » disait l’AFP le 29 novembre dernier : « Les juges d’instruction chargés des investigations sur de possibles responsabilités de l’armée française lors du massacre de Bisesero, l’un des épisodes du génocide au Rwanda, ont rejeté les demandes des parties civiles pour poursuivre l’enquête, a-t-on appris mercredi de source proche du dossier ».

Dans une ordonnance rendue le 22 novembre, les trois juges du pôle “crimes contre l’humanité et crimes de guerre” ont rejeté l’intégralité des demandes d’actes présentées par les parties civiles pour relancer cette enquête entamée il y a treize ans et clôturée cet été. Depuis 2005, six rescapés du massacre, la Fédération internationale des droits de l’homme (FIDH), Survie et d’autres parties civiles accusent la force militaire française Turquoise d’avoir sciemment abandonné des centaines de Tutsis des collines de Bisesero (Ouest), du 27 au 30 juin 1994, aux génocidaires alliés du pouvoir gouvernemental hutu, qui bénéficiait d’un soutien ancien de Paris. Les rescapés affirment que les militaires français leur ont promis le 27 juin 1994 de les secourir, pour ne le faire finalement que le 30. Pendant cet intervalle de trois jours, des centaines de Tutsis ont été massacrés à Bisesero.

Le 27 juillet, les magistrats avaient annoncé aux parties civiles la clôture de l’instruction, sans avoir prononcé de mise en examen, ce qui ouvrait logiquement la voie à un non-lieu. Fin octobre, les avocats des parties civiles ont déposé de nouvelles demandes d’actes, comme la loi les y autorise, dans l’espoir de relancer les investigations. Mais les juges ont estimé que ces demandes n’apparaissaient “ni utiles à la manifestation de la vérité, ni raisonnables au regard de la durée de la procédure”, selon l’ordonnance. Me Patrick Baudouin, avocat et président d’honneur de la FIDH, a indiqué que les parties civiles avaient l’intention de faire appel, estimant qu’un non-lieu pourrait “donner l’impression que la justice cède purement et simplement sous la pression de l’État”, a-t-il déclaré.

LA DIPLOMATIE SECRETE PARIS-KIGALI EN ACTION !

Près d’un quart de siècle après le génocide rwandais, le rôle joué par la France au Rwanda reste encore un sujet hautement polémique, objet de tensions entre Paris et Kigali. Le président Kagame, dirigeant le Front patriotique rwandais (FPR) qui avait pris le pouvoir à Kigali quelques jours avant la fin du génocide, accusait les autorités françaises « d’avoir soutenu le pouvoir hutu et d’avoir été un acteur des tueries », ce que Paris a toujours fermement démenti. Les massacres avaient fait, à partir d’avril 1994 en à peine 100 jours, environ 800.000 morts, essentiellement parmi la minorité tutsi. En novembre 2016, le parquet rwandais a lancé de son côté une procédure contre 22 officiers français qu’il accusait d’implication dans le génocide, dont l’amiral Lanxade et le général Lafourcade …

… Tout ceci jusqu’à ce que Macron et Kagamé secellent à Paris en mai dernier une alliance opportuniste, véritable tournant géopolitique !

Et il faudra voir encore comment Paris va étouffer l’autre instruction sur la génocide rwandais. Il s’agit de l’instruction sur l’attentat du 6 avril 1994, qui a coûté la vie au président rwandais Habyarimana et donné le signal du génocide des Tutsi ; Où jusqu’en février de cette année, l’instruction accusait Kagamé lui-même et ses proches, des dirigeants du FPR et des militaires de l’Armée patriotique rwandaise …

# LES EMISSIONS DE REFERENCE :

* Sur PANAFRICOM WEBTV :

LE RAPPROCHEMENT ENTRE PARIS ET KIGALI SE CONFIRME

http://www.panafricom-tv.com/2018/10/17/ce-jeudi-matin-18-octobre-2018-sur-afrique-media-dans-ligne-rouge-le-geopoliticien-luc-michel-analyse-le-dessous-des-cartes-de-la-diplomatie-secrete-derriere-le-rapprochement-ent/

* Lire sur LUC MICHEL’S GEOPOLITICAL DAILY/

XVIIe SOMMET DE L’OIF A IEREVAN :

QUE REPRESENTE LA FRANCOPHONIE ET SES ENJEUX GEOPOLITIQUES ?

Sur http://www.lucmichel.net/2018/10/11/luc-michels-geopolitical-daily-xviie-sommet-de-loif-a-ierevan-que-represente-la-francophonie-et-ses-enjeux-geopolitiques/

* Voir sur PANAFRICOM-TV/

LUC MICHEL: 17e SOMMET DE LA FRANCOPHONIE.

LA DIPLOMATIE SECRETE DE MACRON ET KAGAME CONTRE L’AFRIQUE (PRESS TV)

Sur https://vimeo.com/295038849

* Voir sur LUC MICHEL’S GEOPOLITICAL DAILY/

FLASH VIDEO/ LA DIPLOMATIE SECRETE DES AGENTS AMERICAINS A EREVAN AU SEIN DE LA FRANCOPHONIE (L’AXE MACRON-KAGAME)

http://www.lucmichel.net/2018/10/25/luc-michels-geopolitical-daily-flash-video-la-diplomatie-secrete-des-agents-americains-a-erevan-au-sein-de-la-francophonie-laxe-macron-kagame/

(Sources : Press TV – Panafricom-TV – Panafricom-News – AFP – EODE Think Tank)

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* Avec le Géopoliticien de l’Axe Eurasie-Afrique :

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GEOPOLITIQUE AFRICAINE/ OU VA LA CORNE DE L’AFRIQUE ?

 

LUC MICHEL (ЛЮК МИШЕЛЬ) & EODE/

Flash Vidéo Géopolitique/ Geopolitical Flash Video/

2018 12 25/
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Le Flash Vidéo du jour …

Le géopoliticien Luc MICHEL dans le ZOOM AFRIQUE du 8 déc. 2018

sur PRESS TV (Iran)

J’ai traité pour la Télévision d’Etat iranienne francophone les derniers développements du dossier de la Corne de l’Afrique, où se développe quatre décennies après la confrontation URSS-USA de la Guerre Froide, sous “Brejnev l’Africain”, un nouveau “Grand jeu est-africain”.

Jadis province de l’Ethiopie, l’Erythrée a fait sécession en 1993 après une trentaine d’années de guerre. Un conflit territorial sur la frontière a suivi la déclaration d’indépendance, débouchant sur un conflit qui fit quelque 80.000 morts et a été prolongé par une longue période d’hostilité qui vient tout juste de s’achever. En juin dernier, le nouveau Premier ministre éthiopien, le réformateur Abiy Ahmed, avait créé la surprise en déclarant accepter un règlement du conflit frontalier datant de 2002. Il s’est alors rendu en visite officielle à Asmara où il a signé avec le président érythréen Issaias Afeworki une déclaration mettant officiellement fin à vingt ans d’état de guerre. Le président Afeworki lui a rendu sa visite, rouvrant l’ambassade d’Erythrée à Addis Abeba. Le processus devrait aussi se traduire par une dynamique économique pour les deux nations, rouvrant notamment à l’Ethiopie un accès à la mer via les ports érythréens. L’Ethiopie, un pays qui connaît une forte croissance, doit aujourd’hui faire transiter son commerce par les ports de Djibouti. La guerre de sécession de l’Erythrée, qui aboutit à son indépendance, puis à un « conflit gelé africain » de 18 ans pour le tracé des frontières, avait eu pour conséquence principale l’enclavement de l’Ethiopie et la perte de son accès à la mer …

Mais le processus aura des conséquences, notamment pour Djibouti et pour les plans stratégiques de l’AFRICOM américain !

Sources :

* La Video sur PANAFRICOM-TV :

GEOPOLITIQUE AFRICAINE/

LUC MICHEL: OU VA LA CORNE DE L’AFRIQUE ?

LE TRIANGLE ETHIOPIE-ERYTHREE-DJIBOUTI ET LA DIAGONALE STRATEGIQUE DJIBOUTI-DAKAR

(SUR LE ‘ZOOM AFRIQUE’ DE PRESS TV, IRAN , 8 DEC. 2018)

https://vimeo.com/305246749

* Le commentaire de PRESS TV :

 « Corne de l’Afrique: Isaias Afwerki, le chef de l’État érythréen assis à la même table qu’un haut responsable américain, à Asmara, capitale d’un pays jusqu’alors isolé par la communauté internationale… Cela n’était plus arrivé depuis bien longtemps. Ce mardi, cependant, les relations entre les États-Unis et le pays d’Afrique de l’Est semblent avoir pris un nouveau départ.

Mais que se passe-t-il dans la Corne de l’Afrique, analyse du géopoliticien Luc Michel. »

* Les thémes développés par Luc MICHEL :

La révolution géopolitique amorcée par le nouveau leader éthiopien Abiy Ahmed, notamment la paix conclue avec l’Erythrée ;

A qui profite cette révolution ?

La diagonale stratégique Djibouti-Dakar, construite par l’Africom ;

Comment après la pacification géopolitique Asmara-Addis Abeba, on s’oriente vers une confrontation géoéconomique Ethiopie-Erythrée vs Djibouti (analyse prospective) ?

Djibouti, grande perdante des évolutions géopolitiques dans la Corne de l’Afrique …

# LES ANALYSES DE REFERENCE SUR

LUC MICHEL’S GEOPOLITICAL DAILY :

* GEOPOLITIQUE AFRICAINE :

ESQUISSE DE LA GEOPOLITIQUE DE L’AFRIQUE DE L’EST ET DE LA CORNE DE L’AFRIQUE

sur http://www.lucmichel.net/2018/07/11/luc-michels-geopolitical-daily-geopolitique-africaine-esquisse-de-la-geopolitique-de-lafrique-de-lest-et-de-la-corne-de-lafrique/

* LA PACIFICATION ENTRE L’ETHIOPIE ET L’ERYTHREE

(GEOPOLITIQUE DE L’AFRIQUE DE L’EST II)

sur http://www.lucmichel.net/2018/07/18/luc-michels-geopolitical-daily-la-pacification-entre-lethiopie-et-lerythree-geopolitique-de-lafrique-de-lest-ii/

* FLASH INFO/ GEOPOLITIQUE AFRICAINE :

L’EQUILIBRE DES FORCES EST-IL EN TRAIN DE CHANGER EN AFRIQUE DE L’EST ?

sur http://www.lucmichel.net/2018/07/06/luc-michels-geopolitical-daily-flash-info-geopolitique-africaine-lequilibre-des-forces-est-il-en-train-de-changer-en-afrique-de-lest/

(Sources : Press TV – Panafricom-TV – Geopolitical Futures – EODE Tk Tank)

LUC MICHEL (ЛЮК МИШЕЛЬ) & EODE

(Flash Vidéo Géopolitique/

Complément aux analyses quotidiennes de Luc Michel)

* Avec le Géopoliticien de l’Axe Eurasie-Afrique :

Géopolitique – Géoéconomie – Géoidéologie – Géohistoire –

Géopolitismes – Néoeurasisme – Néopanafricanisme

(Vu de Moscou et Malabo) :

PAGE SPECIALE Luc MICHEL’s Geopolitical Daily

https://www.facebook.com/LucMICHELgeopoliticalDaily/

________________

* Luc MICHEL (Люк МИШЕЛЬ) :

WEBSITE http://www.lucmichel.net/

PAGE OFFICIELLE III – GEOPOLITIQUE

https://www.facebook.com/Pcn.luc.Michel.3.Geopolitique/

TWITTER https://twitter.com/LucMichelPCN

* EODE :

EODE-TV https://vimeo.com/eodetv

WEBSITE http://www.eode.org/

LA RUSSIE SE PROFILE COMME LA FUTURE PROTECTRICE DU LIBAN AU GRAND DESARROI D’ISRAEL

 

LUC MICHEL (ЛЮК МИШЕЛЬ) & EODE/

Flash Vidéo Géopolitique/ Geopolitical Flash Video/

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Le Flash Vidéo du jour …

Le géopoliticien Luc MICHEL dans le REPORTAGE du 25 déc. 2018

sur PRESS TV (Iran)

« Alors que la Russie a proposé une aide militaire à l’armée libanaise, celle-ci s’est vu obliger de refuser cette offre suite aux pressions américaines. Tel-Aviv regarde attentivement les évolutions des relations Russie/Liban. Une présence russe au Liban, après de longues années de guerre Résistance/Russie en Syrie, ne serait pas forcément une bonne nouvelle pour Tel-Aviv »

– ‘Al Manar’ (site du Hezbollah, Beyrouth, ce 25 déc. 2018).

Interrogé par la Télévision d’Etat iranienne francophone, j’ai esquissé une analyse prospective sur le proche avenir de la présence russe au Liban.

J’y analyse comment avec sa victoire en Syrie, aux côtés de Damas et de Téhéran, Poutine a réalisé deux grands objectifs de la Géopolitique traditionnelle de Moscou :

– tout d’abord la présence en puissance de la Flotte russe en Méditerranée orientale (un objectif recherché depuis Catherine la Grande) sur un Axe Sébastopol (Crimée)- Tartous (Syrie),

– ensuite le rôle d’arbitre ou de protecteur de Moscou au Proche-Orient (un objectif recherché lors du « Grand Jeu » oriental du XIXe siècle, « Poutine arbitre du Levant » – dixit la presse israélienne – ou « Poutine tsar de l’Orient » – dixit les médias russes -).

Tout cela, avec la victoire en Syrie, conduit Moscou à étendre son influence vers le Liban …

Sources :

* La Video sur PCN-TV/

PRESS TV (IRAN) INTERVIEWE LUC MICHEL:

LA RUSSIE SE PROFILE COMME LA FUTURE PROTECTRICE DU LIBAN AU GRAND DESARROI D’ISRAEL

https://vimeo.com/308271626

* L’article sur :

« Poutine crée une assise solide au Liban »

https://www.presstv.com/DetailFr/2018/12/25/583956/Poutine-cre-une-assise-solide-au-Liban

* Le commentaire de Press TV :

« Les Israéliens observent attentivement les évolutions des relations Russie/Liban.

Le Liban les inquiète : et si Poutine parvenait à créer une assise solide au Liban, propre à y reproduire le modèle de coopération Moscou-Hezbollah en Syrie ?

Qu’en pensez-vous ?

Luc Michel, géopoliticien, intervient sur ce sujet. »

ALLER PLUS LOIN :

LA REACTION DES MEDIAS ISRAELIENS …

* ‘Breaking Israel News’ :

« Israël craint que le Liban ne soit inclus dans la sphère russe »

(ce 25 décembre 2018)

Le site israélien ‘Breaking Israel News’ voit même dans l’intérêt russe pour le Liban « une menace pour Israël ». En effet, la crise liée à la destruction de l’Il-20 au large de Lattaquié a durablement marqué les liens entre Tel-Aviv et Moscou, de sorte que les Israéliens semblent avoir perdu tout espoir d’une reprise de la coopération en Syrie. Maintenant, c’est le Liban qui les inquiète: « et si Poutine parvenait à créer une assisse solide au Liban, propre à y reproduire le modèle de coopération Moscou-Hezbollah en Syrie ? » Il y a quelques jours le PM israélien prétendait « vouloir transformer Israël en une artère gazière propre à assurer la fourniture du gaz dont a besoin l’Europe ». Les analystes y ont vu « un défi à l’adresse de la Russie ».

Et bien ‘Breaking Israel News’ reflète l’inquiétude israélienne de voir la Russie aider le Liban à recouvrir ses droits gaziers en Méditerranée : « La situation a commencé à changer lorsque la société russe Novatek a rejoint le consortium pour la production de gaz libanais. Dans la foulée,  le président libanais Michel Aoun et le commandant des forces armées, le général Joseph Aoun sont devenus des partisans d’une coopération militaire avec la Russie. Novatek a certes investi des sommes relativement modestes dans le projet, il n’en reste pas moins que le secteur gazier est un domaine où il existe un litige territorial entre Israël et le Liban (et qui touche la plate-forme n° 9 en mer Méditerranée, occupée par Israël et exploitée à outrance, NDLR). Israël craint que Poutine ne s’en mêle et qu’il s’empare de ces richesses gazières, fût-ce au prix d’un déploiement armé »

Et l’article d’ajouter :  » Parmi les acteurs politiques libanais qui se réjouirait de l’arrivée de la Russie, il faut nommer entre autre le Hezbollah. Les coopérations entre les deux parties en Syrie ont été bien bénéfiques aussi bien au Hezbollah qu’à la Russie et le modèle pourrait se reproduire au Liban au grand dam d’Israël.

Dès lors plusieurs constats s’imposent :

Premièrement, en Syrie, la Russie dépense de l’argent, alors qu’au Liban, elle veut en gagner, ce qui attiserait sa convoitise et jouerait plus au désavantage d’Israël.

Deuxièmement, en Syrie, la Russie se tient aux côtés de l’Iran et s’oppose aux États arabes du golfe Persique contrairement au Liban où elle tend à coopérer avec ces mêmes pays arabes et là, Israël ne peut plus profiter de la complicité de ces derniers.

Troisièmement, en Syrie, il n’y a pas de courants religieux liés à la Russie, mais au Liban, Moscou se pose en défenseur des chrétiens et sans doute bientôt des chiites.

En ce sens, l’implication de la Russie au Liban est-elle dangereuse pour Israël ? Oui, dans la situation actuelle. »

L’article poursuit :  « Et pour cause, grâce à son opération en Syrie, l’armée russe a renforcé sa position sur la scène politique régionale. Après l’incident Il-20, c’est le ministère russe de la Défense qui a analysé pour la première fois les faits et accusé Israël avant l’annonce officielle du Kremlin ou du ministère des Affaires étrangères. La décision d’envoyer en Syrie des systèmes de défense antiaérienne S300 a également été annoncée par l’armée russe. Toute porte à croire que la Russie commence à mettre la main sur le Liban en y envoyant des armes. Et pourquoi pas les S-300 dont le président Aoun est client? Au fur et à mesure que les ambitions russes prennent de l’ampleur, l’armée russe se montre plus hostile à l’égard d’Israël. Et  l’incident de IL-20 lui a servi de manière récurrente de prétexte. À l’heure actuelle, même une partie des experts civils russes les plus modérés appuie l’opinion de l’armée russe. C’est  le cas du président du Présidium du Conseil de la politique étrangère et de défense, Fyodor Lukyanov, qui a déclaré : « Il est important de convaincre la partie israélienne que les règles de conduite sont définies par la Russie et par personne d’autre ».

Selon le site, « la situation s’est encore aggravée à la mi-novembre suite aux actes de provocations israéliens contre l’axe de la Résistance en territoire occupé. Durant cette période, trois sujets faisaient la une des médias russes. Viens en premier lieu, les systèmes de défense S-300 russes mis en service en Syrie et qui se sont avérés plus puissant que le « dôme de fer » israélien.

En deuxième lieu, Israël a perdu sa supériorité technico-militaire sur ses voisins.

Vient en troisième lieu, le système de guerre électronique russe Krasukha, déployé en Syrie, qui aurait été utilisé avec succès pour brouiller le « Dôme de fer ». Dans ces conditions, l’important n’est pas de savoir si ces affirmations sont vraies, mais bien le ton anti-israélien de la plupart des publications. Il est évident que la Russie a entamé un processus d’examen profond de sa politique israélienne – du concept de « gagnant-gagnant » qu’elle veut transformer en un jeu mutuel de somme nulle. Dans ce contexte, la perspective de l’inclusion du Liban dans la sphère d’influence de Moscou est alarmante. Si cette tendance se maintient, la tactique israélienne qui consiste à éviter l’escalade en Syrie ne fonctionne plus car Moscou y verra un signe de faiblesse  »

Et l’article de conclure :

« Il semble maintenant que le président Aoun ait demandé à Moscou de prendre le Liban sous son parapluie de défense aérienne. Le bureau du Premier ministre Hariri envoie, de son côté, des messages contradictoires. On comprend alors pourquoi Poutine est lent. Tout d’abord, il souhaite recevoir de la part du Liban une demande sous une forme officielle ne laissant aucune possibilité à Beyrouth de revenir sur ses paroles. Une telle demande signifierait une victoire sur les États-Unis. Et puis l’arrivée de la Russie au Liban fera d’elle un acteur clé du Moyen-Orient. Un parapluie comprenant la Syrie et le Liban lui donnerait encore plus d’occasions de mener le jeu sur les frontières nord d’Israël. Que faire?

L’Occident peut offrir au Liban une assistance militaire à des conditions financières plus favorables que la Russie. Cependant, la Russie ne fixera pas de conditions politiques concernant l’Iran et le Hezbollah. Le Hezbollah est là pour impliquer la Russie dans le jeu. Au Liban, Poutine attend son heure.  Ce qui permettrait à Israël de gagner du temps. Ceci dit la logique de la confrontation entre la Russie et l’Occident, ainsi que les tensions dans les relations russo-israéliennes, augmentent la possibilité pour que le Liban se connecte à  C-3 russe »

# LES ANALYSES DE REFERENCE SUR

LUC MICHEL’S GEOPOLITICAL DAILY :

* FLASH INFO/

LA RUSSIE HEGEMON DU PROCHE-ORIENT ?

sur http://www.eode.org/luc-michels-geopolitical-daily-flash-info-la-russie-hegemon-du-proche-orient/

* GRAND JEU AU PROCHE-ORIENT:

POUTINE ‘NOUVEAU TSAR’ DE L’ORIENT (I).

LE MAITRE DU JEU SYRIEN

sur http://www.elac-committees.org/2017/12/18/luc-michels-geopolitical-daily-grand-jeu-au-proche-orient-poutine-nouveau-tsar-de-lorient-i-le-maitre-du-jeu-syrien/

* GRAND JEU AU PROCHE-ORIENT:

POUTINE ‘NOUVEAU TSAR’ DE L’ORIENT (III).

LA FIN DE LA NEUTRALITE BIENVEILLANTE AVEC ISRAEL

sur http://www.lucmichel.net/2017/12/20/luc-michels-geopolitical-daily-grand-jeu-au-proche-orient-poutine-nouveau-tsar-de-lorient-iii-la-fin-de-la-neutralite-bienveillante-avec-israel/

(Sources : Press Tv – PCN-TV – Al Manar – Breaking Israel News – EODE Think Tank)

LUC MICHEL (ЛЮК МИШЕЛЬ) & EODE

(Flash Vidéo Géopolitique/

Complément aux analyses quotidiennes de Luc Michel)

* Avec le Géopoliticien de l’Axe Eurasie-Afrique :

Géopolitique – Géoéconomie – Géoidéologie – Géohistoire –

Géopolitismes – Néoeurasisme – Néopanafricanisme

(Vu de Moscou et Malabo) :

PAGE SPECIALE Luc MICHEL’s Geopolitical Daily

https://www.facebook.com/LucMICHELgeopoliticalDaily/

________________

* Luc MICHEL (Люк МИШЕЛЬ) :

WEBSITE http://www.lucmichel.net/

PAGE OFFICIELLE III – GEOPOLITIQUE

https://www.facebook.com/Pcn.luc.Michel.3.Geopolitique/

TWITTER https://twitter.com/LucMichelPCN

* EODE :

EODE-TV https://vimeo.com/eodetv

WEBSITE http://www.eode.org/

Val Susa. «Tav, progetto non sostenibile»

https://www.avvenire.it/attualita/pagine/tav-progetto-non-sostenibile

Paolo Lambruschi Inviato ad Almese sabato 22 dicembre 2018

Tra i cattolici della Val Susa, storicamente contrari alla Torino-Lione: il riferimento è la ‘Laudato Si’’ Ambiente e traffico merci, troppa ideologia e disinformazione
Don Silvio Bertolo e l’ingegner Tartaglia del Politecnico di Torino animano da decenni la riflessione delle comunità cristiane sull’utilità del collegamento ferroviario: bisogna saper leggere i segni dei tempi

Don Silvio Bertolo e l’ingegner Tartaglia del Politecnico di Torino animano da decenni la riflessione delle comunità cristiane sull’utilità del collegamento ferroviario: bisogna saper leggere i segni dei tempi

Da anni si oppongono pacificamente alla realizzazione dell’alta velocità in Val di Susa. Sono donne e uomini impegnati nelle parrocchie riuniti nel Gruppo Cattolici per la Vita della Valle. Alcuni si riconoscono in Pax Christi, tutti rappresentano le posizioni no Tav espresse nel tempo anche da diversi comuni e hanno aperto un dialogo con i vescovi piemontesi. Quattro anni fa hanno scritto al Papa, la cui enciclica ‘Laudato Sì’ ritengono un riferimento per dire no all’opera in nome della cura del Creato.

Alla vigilia dell’analisi costi benefici della apposita commissione di esperti che, nonostante le indiscrezioni, è attesa ufficialmente entro il 31 dicembre, hanno chiesto ad Avvenire di ribadire le loro tesi in un incontro, avvenuto nella parrocchia della Natività di Maria ad Almese con il parroco don Silvio Bertolo, cui ha partecipato l’ingegner Angelo Tartaglia, docente di Fisica al Politecnico di Torino e membro della Commissione tecnica che supporta l’Unione montana Valsusa e il Comune di Torino per il progetto. Partiamo dalle ragioni generali della contrarietà.

«Chi sostiene quest’opera – rispondono – non lo fa dal punto di vista dei trasporti e dell’economia. La motivazione è ideologica, quasi un assunto ‘ottocentesco’ secondo cui il progresso è costituito dalle grandi manipolazioni del mondo. E le dichiarazioni trasversali dei politici esprimono indignazione verso chi è contro il progresso. Nel merito si dice ben poco. Si dava per scontato, inizialmente, che ci fosse tantissimo traffico pronto a passare su questa linea.

Questi traffici non c’erano in passato, non ci sono oggi e il quaderno 10 dell’Osservatorio ha preso atto che erano previsioni inattendibili e basate su ipotesi palesemente assurde e su parametri manipolati. Il problema non è spostare la linea di qua o di là, ma rivedere il progetto. Questa grande opera è stata infatti calata dall’alto, imposta all’opinione pubblica con la disinformazione. Per esempio, ribadiscono che nel 2018 l’Osservatorio Tecnico ha pubblicato un documento in cui afferma che ‘molte previsioni fatte 10 anni fa anche appoggiandosi a previsioni ufficiali del- l’Ue, sono state smentite dai fatti». Prendiamo il traffico merci. Quello su rotaia in 20 anni sostengono sia calato del 72% tra Italia e Francia, quello con la Svizzera aumentato del 54%. Secondo i dati diffusi lo scorso novembre dall’Osservatorio sulla Tav, al confine tra Italia e Francia sono transitati 44,1 milioni di tonnellate di merci. Nello stesso periodo sono passate circa 38,8 milioni di tonnellate di merci tra Italia e Svizzera e 79,6 milioni tra Italia e Austria attraverso il Brennero.Insomma, in questo momento è l’Europa centrale il polo di attrazione. I no Tav cattolici avanzano quindi forti dubbi sulla sostenibilità della linea. Senza contare che i francesi hanno posposto al 2038 le decisioni sul proseguimento della tratta di loro competenza e gli italiani hanno lasciato cadere la realizzazione del tunnel dell’Orsiera. Quanto al traffico passeggeri, nel 2030 si arriverebbe alla circolazione di 22 convogli e 162 treni merci.

Ma i no Tav notano che le partenze quotidiane verso la Francia di tre Tgv hanno flussi di persone tali da non rendere necessaria la nuova linea. Riguardo alla questione ambientale, sottolineano l’impatto sulla valle con 5 fattori possibili di inquinamento: quello atmosferico e la produzione delle polveri sottili nei cantieri, la presenza di amianto, uranio e radon nelle aree interessate dalla realizzazione del tunnel di base del Moncenisio, l’impatto acustico del rumore prodotto dai macchinari in fase di costruzione e dai nuovi treni nel passaggio vicino ai centri abitati, la perdita e la compromissione delle risorse idriche, con il danneggiamento delle sorgenti montane e l’inquinamento delle falde acquifere, lo stoccaggio dei minerali pericolosi estratti con gli scavi delle gallerie geognostiche e di servizio. Senza contare che il tunnel di base avrà temperature elevate e andrà raffreddato costantemente. Insomma sarà un’opera energivora con ulteriori costi a carico dello Stato.

Quanto ai costi della realizzazione, il Cipe nell’agosto scorso li ha attualizzati a 9,6 miliardi, dei quali il 57,9% a carico dell’Italia e il 42,1% della Francia. A fine 2017 ne erano stati spesi circa 1,84. Infine le penali, che qualcuno stima in due miliardi. Nulla andrebbe pagato all’Europa (si restituirebbero i fondi vincolati) né alla Francia nel caso in cui l’Italia decida di non fare più la Tav. Non sono stati infatti nemmeno indetti gli appalti per far iniziare i lavori. Chiedono infine di «leggere i segni dei tempi ».

«La Val di Susa si distingue per mettere a confronto due opzioni esistenziali: il culto economico della ‘crescita infinita’, di cui le ‘Grandi Opere’ sono paradigma; e un approccio filosofico in cui l’uomo vuole uscire dalla condanna di una visione esclusivamente economicistica della vita».

DECRYPTAGE DE LA PRESENCE FRANCAISE EN AFRIQUE

 

Vers 7h00 (Douala-Ndjaména-Malabo)

et (Bruxelles-Paris-Berlin)

Présentation Vanessa Ngadi Kwa

Avec les panelistes invités ce matin

Luc MICHEL en Duplex EODE-TV depuis Bruxelles
AMTV - LIGNE ROUGE LM speciale francafrique (2018 12 24)

* Thèmes de l’émission :

APE, BASES MILITAIRES, SITUATION SÉCURITAIRE EN RCA :

Retour sur les enjeux de la présence française en Afrique.

* Le géopoliticien Luc MICHEL décrypte la Françafrique :

I- ANALYSE STRUCTURELLE DE LA FRANCAFRIQUE :

Comment est née la Françafrique et s’est-elle structurée ?

Comment a-t-elle évolué de 1958 sous de Gaulle et Focart jusqu’à la « Françafrique 2.0 » de Macron-Sinsou-Le Drian ?

Sur quoi repose-t-elle fondamentalement et comment fonctionne-t-elle ?

 II- GEOPOLITIQUE DE LA FRANCAFRIQUE :

Sur quoi repose la Géopolitique de la Françafrique ?

Quels cycles géopolitiques l’ont-elle structurée ?

Comment la « géopolitique africaine » de Focart et des généraux français des guerres d’Algérie et du Cameroun s’est elle imposée comme grille de lecture de l’Afrique. Et comment elle a été reprise par les généraux américains de l’AFRICOM ?

Comment l’Armée française est-elle devenue la « nouvelle infanterie coloniale » du Pentagone US ?

Sur quel projet géopolitique repose la « nouvelle Françafrique 2.0 des Macron-Sinsou-Le Drian ?

# ALLER PLUS LOIN …

* Voir sur PCN-TV / RADIO SPUTNIK :

LUC MICHEL. FRANCAFRIQUE. 55 ANS DE NEOCOLONIALISME FRANÇAIS

(GROS PLAN SUR L’AFRIQUE)

Podcast audio sur https://vimeo.com/130363315

Luc MICHEL dissèque 55 ans de FRANCAFRIQUE et ses mécanismes officiels (la Cellule des Affaires africaines et malgaches de Foccart) et officieux (les réseaux Foccart, « La fabrique des Barbouzes » dit le nouveau livre de l’Historien Bat). Il explique comment « la France a volé la décolonisation à ses colonies » et pourquoi « les colonies du Pré carré français ont elles un retard de développement sur les anciennes colonies britanniques ou portugaises » …

* Voir aussi sur :

LUC MICHEL’S GEOPOLITICAL DAILY/

LUC MICHEL DECRYPTE LA NOUVELLE FRANCAFRIQUE 2.0 :

MACRON, LA FRANCAFRIQUE ET LA NOUVELLE ARMEE FRANCAISE

sur http://www.lucmichel.net/2018/09/13/luc-michels-geopolitical-daily-luc-michel-decrypte-la-nouvelle-francafrique-2-0-macron-la-francafrique-et-la-nouvelle-armee-francaise/

_____________________________

AFRIQUE MEDIA

* WebTV sur http://www.afriquemedia-webtv.org/

* AFRIQUEMEDIA.pageofficielle

sur https://www.facebook.com/AFRIQUE.MEDIA.TV

* GROUPE OFFICIEL AFRIQUE MEDIA TV

(Près de 126.000 membres ! Administré par

les COMITES AFRIQUE MEDIA et Luc Michel)

sur https://www.facebook.com/groups/afrique.media.groupe.officiel/

LA VISITE DE MACRON AU TCHAD ET SES OBJECTIFS (II) : LES VÉRIABLES ENJEUX AU-DELA DES RIDEAUX DE FUMEE DE LA GUERRE MÉDIATIQUE ?

LUC MICHEL (ЛЮК МИШЕЛЬ) & EODE/

Luc MICHEL pour EODE/

Quotidien géopolitique – Geopolitical Daily/

2018 12 23/

z2

I- L’ACTU – CE DIMANCHE 23 DEC. 2018 SUR AFRIQUE MEDIA DANS ‘LE DEBAT PANAFRICAIN’/

LE GEOPOLITICIEN LUC MICHEL : QUELS SONT LES VÉRIABLES ENJEUX DE LA VISITE DE MACRON A NDJAMENA AU-DELA DES RIDEAUX DE FUMEE DE LA GUERRE MÉDIATIQUE ?

* Thème de l’émission :

CRISE CENTRAFRICAINE / VISITE D’EMMANUEL MACRON AU TCHAD.

COMPRENDRE LE BRAS DE FER ENTRE LA RUSSIE ET LA FRANCE …

Le visite du président Emmanuel Macron au Tchad ce 22 décembre 2018 aurait pour principal enjeu (disent les médias français) « la situation sécuritaire en Centrafrique et la montée en puissance de la Russie ».

Le géopoliticien Luc MICHEL analyse la GEOPOLITIQUE DU TCHAD :

Après son analyse remarquée ce 21 déc. sur le ZOOM AFRIQUE de PRESS TV (la télévision d’Etat iranienne francophone), ou il analysait cette géopolitique « Vue de Ndjaména » (voir ci-dessous), il développe dans cette seconde analyse sur AFRIQUE MEDIA le même thème, mais « Vu de Paris ».

* Parmi les thèmes abordés par Luc MICHEL :

La propagande de Paris pour tenter d’opposer le Tchad et la Russie en Centrafrique ;

Le Tchad devenu l’Etat central géopolitique de l’Afrique saharienne et sub-saharienne et du Golfe de Guinée ;

La géopolitique de Ndjaména et ses interactions dans la région (Libye, Sahel, Centrafrique, Mali, Soudan) face aux interventions françaises ;

Au cœur de la visite de Macron, les enjeux budgétaires ;

Ce qui est en jeu fondamentalement : la confrontation franco-russe en Centrafrique, mais surtout la relation France-USA en Afrique ;

La grande peur de Paris : perdre la main en RCA, perdre la confiance de Washington (qui présente la France « comme le nouveau shérif de l’Afrique ») et surtout ses appuis financiers et logistiques …
* AFRIQUE MEDIA

Rediffusion prochaine sur la WebTV AFRIQUE MEDIA

sur http://www.afriquemedia-webtv.org/

II- COMMENT NDJAMENA EST DEJA ENGAGEE MILITAIREMENT EN CENTRAFRIQUE AUX COTES DE LA RCA ET DU SOUDAN : LA « FORCE MIXTE TCHAD-SOUDAN »
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Comment Idriss Déby Itno a fusionné les forces mixtes avec le Soudan et la RCA (RFI) ?

Dans un décret signé ce 17 juillet 2018 à Ndjamena, le chef de l’Etat tchadien, Idriss Déby Itno a décidé de fusionner les forces bipartites Tchad-Soudan et tripartites Tchad-Soudan-République centrafricaine. Désormais reconnue sous l’unique appellation de Force mixte Tchad-Soudan, elles seront dirigées par le général Bahr Mahamat Itno. Exit les forces bipartites Tchad-Soudan et les forces tripartites Tchad-Soudan-République centrafricaine, place désormais à la Force mixte Tchad-Soudan! C’est ce qu’on retient de la décision prise ce 17 juillet par le président tchadien, Idriss Déby Itno. Dans un décret, le chef de l’Etat a annoncé qu’il fusionnait les deux premières forces en une seule.

En ce qui concerne sa composition, le président Déby Itno explique que « la FMTS comprendra un commandement avec des services techniques de soutien et trois groupements opérationnels. Un commandant et son adjoint, un officier chargé des opérations, un officier chargé des renseignements et un officier en charge de l’administration et la logistique entre autres, seront aux commandes de la FMTS sur le terrain pour ses opération », ajoute le décret du chef de l’Etat.

Cette nouvelle force qui voit le jour porte en elle une particularité. Dans ses rangs, elle aura 100 officiers de police judiciaire, composés de gendarmes et de policiers. Avec les autres groupements, ceux-ci seront opérationnels le long des frontières dans les localités de Tissi, Farchana et Mourdi Djona, à l’Est du Tchad. A ce propos, voulant rassurer le voisin soudanais, Idriss Deby Itno a indiqué dans son décret que les nouvelles structures du commandement de la FMTS, ses services techniques et ses groupements opérationnels « n’affectent en rien » les différents protocoles d’accord relatifs à la sécurisation de la frontière de deux pays.

III- VOIR LES ANALYSES DE REFERENCE SUR

LUC MICHEL’S GEOPOLITICAL DAILY :

* REVUE DE PRESSE :

‘TCHAD : LA VISITE DE MACRON, LES OBJECTIFS ?’

(SUR ‘PRESS TV’) sur https://www.facebook.com/Pcn.luc.Michel/photos/a.322051284595963/1463427227125024

* Voir la video sur ‘PRESS TV – CHAINE YOUTUBE’ :

Tchad : la visite de Macron, les objectifs ? + analyse avec Luc Michel, géopoliticien

sur https://www.youtube.com/watch?v=Aflw68jV9NA&t=33s

Photos :

# Avec le Géopoliticien de l’Axe Eurasie-Afrique :

Géopolitique – Géoéconomie – Géoidéologie – Géohistoire –

Géopolitismes – Néoeurasisme – Néopanafricanisme

(Vu de Moscou et Malabo) :

PAGE SPECIALE Luc MICHEL’s Geopolitical Daily

https://www.facebook.com/LucMICHELgeopoliticalDaily/

________________

* Luc MICHEL (Люк МИШЕЛЬ) :

WEBSITE http://www.lucmichel.net/

PAGE OFFICIELLE III – GEOPOLITIQUE

https://www.facebook.com/Pcn.luc.Michel.3.Geopolitique/

TWITTER https://twitter.com/LucMichelPCN

* EODE :

EODE-TV https://vimeo.com/eodetv

WEBSITE http://www.eode.org/

REVUE DE PRESSE : ‘TCHAD : LA VISITE DE MACRON, LES OBJECTIFS ?’ (SUR ‘PRESS TV’)

 

LUC MICHEL (ЛЮК МИШЕЛЬ) & EODE/

Luc MICHEL pour EODE/

Complément pour le Quotidien géopolitique – Geopolitical Daily/

2018 12 22/
RP LM.GEOPOL - press tv macron a ndj lm (2018 12 21) FR

Mes analyses géopolitiques quotidiennes sont de plus en plus reprise sur des sites alternatifs, certains sur une base régulières : SITA à Beyrouth, PALESTINE-SOLIDARITE à Paris, GENERAL RUSSO, les ‘7 DU QUEBEC’. Et bien entendu nos excellents confrères du Groupe d’Etat iranien ‘PRESS TV-PARS TODAY ».

Précisément PRESS TV vient de publier ce 21 décembre mon analyse sur les enjeux géopolitiques « la visite de Macron au Tchad et ses objectifs ». Interview video dans l’hebdo quotidien « ZOOM AFRIQUE » …

* Voir la video sur ‘PRESS TV – CHAINE YOUTUBE’ :

Tchad : la visite de Macron, les objectifs ? + analyse avec Luc Michel, géopoliticien

sur https://www.youtube.com/watch?v=Aflw68jV9NA&t=33s

* Voir l’article sur :

Zoom Afrique du 21 décembre 2018

https://www.presstv.com/DetailFr/2018/12/21/583557/Des-satellites-espions-dans-le-ciel-ivoirien-

* Thèmes de mon analyse :

Comprendre la GEOPOLITIQUE DU TCHAD du Président Idriss Deby Itno et la politique étrangère et de voisinage que mène Ndjaména depuis 2011 ;

Comment depuis la destruction de la Jamahiriya en 2011, le Tchad a hérité du rôle géopolitique de la Libye de Kadhafi et est devenu l’ »Etat pivot » de la région ;

Les trois axes de la Géopolitique tchadienne : Sahel et Golfe de Guinée (dont la lutte implacable contre Boko-Haram et le ‘G5 Sahel’), Libye et Sahara (triangle stratégique Déby-Haftar-Al Sissi), Axe Tchad-Centrafrique-Soudan (avec la ‘Force mixte’) ;

Au cœur de la visite de Macron : la rivalité franco-russe en RCA, les enjeux budgétaire, la relation Paris-Washington en Afrique …

LA VISITE DE MACRON A NDJAMENA.

CE QU’EN DISENT LES MEDIA FRANÇAIS ?

* Emmanuel Macron en visite au Tchad pour discuter de l’avenir du G5 Sahel (RFI) :

Emmanuel Macron est attendu ce 22 décembre au Tchad pour une visite de 48 heures au cours de laquelle il doit rencontrer le millier de militaires français déployés à N’Djamena dans le cadre de l’opération Barkhane. Le président français doit également avoir des entretiens avec son homologue Idriss Déby. La visite d’Emmanuel Macron au Tchad ce 22 décembre intervient dans un contexte de menaces persistantes des groupes jihadistes dans la région et alors que la force conjointe du G5 Sahel, à laquelle participe le Tchad, la Mauritanie, le Mali, le Burkina Faso et le Niger, est toujours en butte à des problèmes de financements.

A noter que un an après sa création, le G5 Sahel n’est toujours pas opérationnel …

* Financement de Barkhane (RFI) :

Dès son arrivée au camp Kossei, qui abrite le quartier général de Barkhane, Emmanuel Macron visitera le PCIAT, le Poste de commandement interarmées de théâtre, le centre névralgique de cette opération anti-terroriste lancée en 2014.

Cette opération est appelée à évoluer dans un contexte budgétaire resserré. A ce titre, les interrogations sont nombreuses. Nul doute que le sujet sera au menu ce 23 décembre du déjeuner de travail qu’Emmanuel Macron aura avec son hôte Idriss Déby.

* La crise en Centrafrique au coeur de la discussion avec Idriss Déby (France24) :

Emmanuel Macron se rend ce week-end au Tchad, où il abordera notamment avec son homologue Idriss Déby la crise centrafricaine, a annoncé l’Élysée (…) À l’occasion de sa première visite au Tchad, le président doit s’entretenir avec son homologue au sujet des différentes crises auxquelles fait face ce pays du Sahel. Emmanuel Macron vient également chercher l’appui d’Idriss Déby pour contrer l’influence russe grandissante en République centrafricaine. Depuis décembre 2017, Moscou fournit des armes aux Forces armées de la Centrafrique (Faca). Près de 175 instructeurs russes, dont cinq militaires principalement employés par des entités privées, ont été envoyés dans le pays pour former deux bataillons de Faca. Le Kremlin s’est également assuré une bonne position grâce à Valerii Zakharov, nommé conseiller à la présidence centrafricaine en matière de sécurité nationale. Moscou a aussi lancé des négociations avec les troupes rebelles ex-Séléka et a (…) organiser en juillet dernier une rencontre entre le gouvernement centrafricain et des groupes armés dans la capitale soudanaise, Khartoum.

* “La France craint d’être supplantée par la Russie” (France24) :

La France voit d’un très mauvais œil ces activités russes dans ce qu’elle considère encore être sa chasse gardée. “La France craint d’être supplantée par la Russie auprès du gouvernement centrafricain”, affirme Thierry Vircoulon, chercheur associé au centre Afrique de l’Ifri, interrogé par France 24. Pour le chercheur, la stratégie russe en Centrafrique est à comparer – “toute proportion gardée” – à celle déployée en Syrie. “[La Russie] y déploie des appuis militaires en faveur du gouvernement en place, essaye de faire de la médiation en faveur de la paix et donc devient une solution au conflit”, explique-t-il.

Face à cela, la France cherche à regagner en influence dans le pays …

(Sources : Press TV – RFI – France24 – EODE Think Tank)

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Progetto Torino-Lione: La guerra de La Repubblica

Progetto Torino-Lione: La guerra de La Repubblica

 La guerra de La Repubblica per la difesa della Torino-Lione, Grande Opera Inutile e Imposta

L’unica ACB finora prodotta contiene dati palesemente inattendibili

Le ricadute positive del progetto Torino-Lione

Il giornale La Repubblica conduce da anni un’aspra guerra contro chi si oppone allo scavo del tunnel di base di 57,5 km sull’esistente linea ferroviaria tra Torino e Lione.

L’ultima cannonata dal titolo “Una partita truccata in cui l’arbitro non nasconde di essere da anni tifoso sfegatato di una delle due squadre” è stata sparata il 15 dicembre scorso.

Per chi non ha seguito nei dettagli, questo quotidiano afferma che i tecnici nominati dal MIT ai quali è stata commissionata un’Analisi Costi Benefici (ACB) sulla Torino-Lione stanno lavorando con un solo obiettivo: produrre un risultato negativo e trascurare tutte le positività che i proponenti l’opera affermano sussistere. Il ministro e i consulenti hanno già risposto a queste insinuazioni.

Il quotidiano La Repubblica dovrebbe tuttavia ricordare ai suoi lettori la storia della prima e finora unica ACB completata, che risultò positiva contro ogni ragionevolezza. Questa è una delle ragioni per farne un’altra.

Nel 2011 Mario Virano, allora Commissario governativo alla Torino-Lione, Presidente della Commissione Inter-Governativa italo-francese e Presidente dell’Osservatorio Tecnico della Torino-Lione, in vista dell’atteso Accordo con la Francia, fece realizzare dal promotore LTF un’ACB per rassicurare i decisori politici e l’opinione pubblica.

Il coordinamento di questo studio fu affidato da Mario Virano a Oliviero Baccelli, professore a contratto della Bocconi, all’epoca rappresentante dei Comuni di Condove, Meana e Borgone di Torino all’interno dell’Osservatorio, e a Fabio Pasquali, Segretario generale della Delegazione italiana della CIG.

I risultati dell’ACB disponibili dal 14 settembre 2011 furono nascosti all’opinione pubblica e ai decisori politici italiani e francesi che si sarebbero riuniti il 30 gennaio 2012 per firmare l’Accordo di Roma. Questo atteggiamento si configura come una grave infrazione all’obbligo contenuto nella Convenzione di Arhus, legge dello Stato, di dare pubblicità a questi dati.[1]

Ma per quale motivo il risultato dell’ACB fu tenuto nascosto? Crediamo perché le critiche alla conduzione dello studio, contenute nella stessa Analisi Costi Benefici, erano imbarazzanti.[2]

Nemmeno durante la Conferenza Stampa di Presentazione del Progetto e dell’ACB organizzata dall’Osservatorio della Torino-Lione a Roma presso il MIT il 26 aprile 2012 l’Analisi Costi Benefici – ACB fu consegnata ai media.

Mario Virano, per giustificare l’assenza di comunicazione da parte dell’Osservatorio sull’ACB, sconfessò pubblicamente l’utilità di questo strumento l’11 maggio 2012 durante la seduta del Consiglio Comunale aperto del Comune di Rivoli, affermando: “Normalmente queste analisi (ACB) servono per il decisore politico per scegliere, ma nel nostro caso hanno già scelto”.

Dato che l’ACB continuava ad essere secretata dall’Osservatorio, fu pubblicata il 6 giugno 2012 per iniziativa del Movimento No TAV al quale fu recapitata una copia da mani ignote.

Fu quindi possibile constatare che il risultato dell’ACB presentava un VAN consistente solo nello “scenario ottimistico” (cfr. pag. 71), di fatto una debolezza che l’Osservatorio non avrebbe potuto rivelare pubblicamente alla vigilia della firma dell’Accordo di Roma.

La Comunità montana della Valsusa diede l’11 giugno 2012 un duro giudizio sull’ACB: “La motivazione della nuova linea si fonda effettivamente su aspettative di crescita dei traffici del tutto infondate e sull’uso di parametri giustificati solo dal risultato che si vuole ottenere”. Tra questi parametri, inseriti nei conteggi con valori palesemente inattendibili che decisero in senso positivo il risultato dell’ACB, possiamo citare i tassi di incidentalità dei TIR e il costo/ton della CO2 evitata.[3]

Il 24 febbraio 2015 Mario Virano fa carriera divenendo Direttore Generale di TELT. Lo stesso giorno al docente Oliviero Baccelli vengono riconosciuti pubblicamente i suoi servizi con la nomina a Consigliere di TELT.

Pochi mesi dopo TELT rilancia il progetto con una presentazione della Torino-Lione prima a Torino (8 aprile 2015) e quindi al Parlamento Europeo utilizzando i dati preparati nel 2014 da Olivero Baccelli per fare un maquillage dell’Analisi Costi Benefici del 2011. Il novello consigliere di TELT dichiara a Torino: “La modifica del progetto (“fasaggio degli interventi”) ha migliorato l’impatto socio-economico del 53% in termini di valore attuale netto”.

Il quotidiano Le Dauphiné Libéré scrive il 19 aprile 2015, commentando la presentazione del progetto alla Commissione Trasporti del Parlamento europeo: “Secondo uno studio presentato da Oliviero Baccelli, professore all’Università Bocconi di Milano, il nuovo collegamento ferroviario tra Lione e Torino mostrerebbe una redditività di poco più del 5% “quando sarà in servizio al 100%”.

Le ricadute positive del Progetto Torino-Lione per alcuni servitori dello Stato

Mario Virano, dal 15 dicembre 2009 Legionario d’onore, ha ricoperto l’incarico di Commissario straordinario del Governo per la sezione transfrontaliera dell’asse ferroviario Torino-Lione e Presidente dell’Osservatorio Tecnico Torino-Lione dal 16 agosto 2006 al 23 febbraio 2015.

Dal 24 febbraio 2015 è stato assunto da TELT con l’incarico di Direttore Generale  http://www.agcm.it/dotcmsdoc/conflitto-di-interessi/P25765.pdfe.

Oliviero Baccelli, professore a contratto dell’Università Bocconi, ha rappresentato i Comuni di Condove, Meana e Borgone di Torino nell’Osservatorio della Torino-Lione presieduto da Mario Virano.

Il  24  febbraio 2015 è stato nominato Consigliere di Amministrazione di TELT.

[1] Convenzione di Arhus : Art. 3 Disposizioni generali 2. Ciascuna Parte si adopera affinché i funzionari e le autorità forniscano assistenza e orientamento al pubblico, agevolandone l’accesso alle informazioni, la partecipazione ai processi decisionali e l’accesso alla giustizia in materia ambientale. Art. 6 Partecipazione del pubblico alle decisioni – 4. Ciascuna Parte provvede affinché la partecipazione del pubblico avvenga in una fase iniziale, quando tutte le alternative sono ancora praticabili e tale partecipazione può avere un’influenza effettiva.

[2] Cfr. pag. 111 dell’ACB: “La valutazione condotta da LTF lascia spazio ad ampi dubbi sulla solidità delle assunzioni oltre a non risultare convincente sul piano metodologico. …  In particolare appaiono deboli le assunzioni sulla domanda attratta dal progetto, le stime dei costi sembrano escludere componenti essenziali del progetto …. Per l’esattezza si evidenziano una sottostima dei costi del 44,7% e una sovrastima dei benefici del 51,4%” Nota Critica sull’ACB della Nuova Linea Torino-Lione

[3] Per la CO2  il costo è stato indicato nell’ACB tra €/ 6000/ton  e  € 8000/ton, quando l’oscillazione del costo/ton tra il 14 settembre 2011 e il 20 dicembre 2018 varia tra €12,25/ton e €23,40/ton, cfr. il sito                        https://markets.businessinsider.com/commodities/historical-prices/co2-emissionsrechte/euro/14.9.2011_20.12.2018

La Repubblica Torino 16 Dicembre 2018

La partita truccata della TAV nella commissione Toninelli: 5 membri su 6 erano per il no

Paolo Griseri

Le dichiarazioni pubbliche di chi sta valutando costi e benefici dell’opera Svelati anche i legami con Ponti, presidente del comitato ministeriale

Una partita truccata. In cui l’arbitro non nasconde di essere da anni tifoso sfegatato di una delle due squadre. Quando la sindaca di Torino, Chiara Appendino, dice di conoscere già l’esito della valutazione costi- benefici sulla Torino-Lione non ha «doti divinatorie». Basta studiare la composizione della commissione nominata da Danilo Toninelli per capire che la sentenza è già scritta da tempo. L’hanno pronunciata negli anni, scrivendo articoli e partecipando a dibattiti pubblici, cinque membri su sei del consesso che a giorni dovrà dare il responso sul tunnel in val di Susa. Perché la commissione di valutazione è stata, di fatto, appaltata al professore No Tav Marco Ponti e ai suoi soci e consulenti nella « Trt — Trasporti e Territorio » , la società fondata da Ponti e dal suo socio Roberto Parolin. Tra i fondatori della Trt figurava anche Alberto Dufruca, poi fondatore di una seconda società, la Polinomia, che collabora con Ponti e la Trt. Tra i collaboratori di Trt c’è anche Paolo Beria, successore di Ponti alla cattedra del Politecnico di Milano e alla guida del laboratorio Transpol. Infine, tra i collaboratori di Beria, incaricati da lui di consulenze a Milano c’è il professor Francesco Ramella Pezza. Inutile dire, a questo punto, che Ponti, Parolin, Dufruca, Beria e Ramella sono 5 dei sei componenti della commissione di valutazione dei costi- benefici sulla Torino Lione. Una commissione finalmente « super partes » ha sempre garantito il ministro delle Infrastrutture, « in grado di produrre un’analisi tecnica puntuale e non ideologizzata ».

Il dato emerge da un dossier del gruppo del Pd alla Camera. La ricerca, condotta dal capogruppo Graziano Delrio e dal deputato piemontese Davide Gariglio, elenca gli atteggiamenti « super partes » dei cinque professori del gruppo Ponti. Il sesto membro, il professor Pierluigi Coppola, è l’unico sopravvissuto tra i componenti della vecchia struttura del ministero dei trasporti. Ma è sugli altri, quelli che tra poco ci dovranno dire se è utile o no la Torino- Lione, che vale la pena soffermarsi. Ponti e Ramella, ad esempio, esposero le loro tesi in un libro del 2007 intitolato: «Tav, le ragioni liberali del No». «Gli autori — è scritto nella quarta di copertina — ritengono che i benefici dell’opera, sia economici sia ambientali, siano inferiori ai costi » . E questo perché « l’autostrada esistente è largamente sottoutilizzata». «Ogni giorno — sostiene ancora Ramella — transitano in media 4.000 tir tra Italia e Francia, camion per lo più euro 6 che impattano poco a livello ambientale » . Dunque, se si possono utilizzare i tir, perché ammodernare la linea ferroviaria? Passaggio interessante se si pensa che la Sitaf, la società che gestisce la galleria autostradale del Frejus, ha potuto raddoppiare in questi anni la galleria stradale senza proteste di sorta e nel silenzio degli ambientalisti.

Fa parte della commissione anche l’erede della cattedra di Marco Ponti al Politecnico di Milano, Paolo Beria. È stato anche consulente, dieci anni fa, della Trt- Trasporti e Territorio. « La linea Torino- Lione è una linea su cui non si dovrebbe investire», dichiarava già nel 2012. Riccardo Parolin è socio fondatore con Ponti della Trt di cui detiene il 18,43 per cento. Sostiene che « per la Torino-Lione le previsioni di domanda si sono dimostrate sovrastimate » . Infine Alfredo Dufruca, già membro del cda della Trt di Ponti, oggi amministratore di Polinomia. La sua tesi è esposta nell’appello di Legambiente che ha sottoscritto nel marzo 2012: « La Torino- Lione non è una priorità né per le merci né per i passeggeri».

Con queste premesse sarebbe davvero clamoroso se la commissione sostenesse che la Torino-Lione è conveniente. In ogni caso vale la pena di sottolineare il criterio indicato a suo tempo dal professor Beria: «C’è la necessità di analisi costi-benefici indipendenti. L’affidamento di tali analisi dovrebbe avvenire con gara internazionale».