Grillini No Tav, prove di separazione dal movimento se arriva il sì all’opera

28 dic 18 Repubblica 

Jacopo Ricca

Una bomba a orologeria che ticchetta sui destini del Movimento 5stelle, in Piemonte.

Così è stata definita, nei colloqui di questi giorni con i vertici nazionali dai grillini locali, la decisione sulla Torino-Lione che dovrebbe arrivare dopo la pubblicazione dell’analisi costi-benefici voluta dal governo giallo-verde.

L’ipotesi che, anche se i dati dovessero confermare le valutazioni critiche da sempre sostenute dai 5stelle, alla fine arrivi un sì, magari condizionato, alla grande opera è vissuta dai leader in Città e Regione con grande apprensione, oltre che con patimenti personali.

Il rischio infatti è che ben prima delle regionali e delle europee la questione Tav provochi una diaspora non solo tra attivisti ed elettori, ma anche tra i consiglieri eletti in Sala Rossa e Palazzo Lascaris.

Il sì, ma anche il nì al Tav, avrebbe conseguenze nefaste sulla stessa tenuta della maggioranza della sindaca Chiara Appendino.

Lei ha più volte ribadito di essere convinta dell’inutilità dell’opera e chiesto di fare in fretta e, in privato, ha già fatto sapere che una giravolta simile a quella che si è già avuta su Tap e Terzo Valico non sarebbe facile da gestire per lei. «Con un sì alla Tav credo nessuno a Torino resterebbe nel movimento» azzarda la consigliera, Maura Paoli.

Diventata nota come dissidente sulle Olimpiadi del 2026, in questa battaglia Paoli non sarebbe sola.

Sono molti i consiglieri che sono sulle sue stesse posizioni: «Dovrei fare una riflessione molto attenta, ma io propendo per non restare nel Movimento – dice un altro esponente della maggioranza – Continuo a sperare che questa sia un’ipotesi di fantasia. Quella contro la Torino-Lione è una battaglia fondante per noi».

Ipotesi di fantasia o no tra i grillini c’è chi si sta preparando a gestire la diaspora: «Non possiamo farci trovare impreparati – ragiona uno degli storici leader del M5s in Piemonte – Finora anche da Roma sono arrivati segnali confortanti, come la presa di posizione del presidente della Camera Fico e le dichiarazioni degli esponenti del governo, però in caso di sì alla Tav sarà necessario affrontare una situazione deflagrante senza disperdere le energie politiche e i consensi costruiti in tutti questi anni».

Francesca Frediani, consigliera regionale 5stelle, ma prima di tutto militante No Tav è ancora più netta: «Non so se sarebbe una diaspora, ma sicuramente toccherebbe un “nervo molto vivo” – racconta – La mia è l’impressione che ho io qui, con vista dalla valle diciamo, ma la mia reazione in caso di sì è scontata».

Lei nega di essere già al lavoro per organizzare un eventuale movimento 5stelle di No Tav piemontesi: «Nessuna organizzazione, ma solo singole sensibilità».

Anche i grillini del Comune hanno affrontato il tema: «Non è stata presa una decisione condivisa con la sindaca su come gestire questo scenario – confessa un altro 5stelle – Un sì alla Tav però renderebbe difficile la permanenza nel Movimento allo stesso Beppe Grillo».

Marco Chessa, consigliere pro olimpiadi, e da sempre uno tra i più attenti alle posizioni del mondo produttivo tra i grillini della Sala Rossa è più cauto: «Prima di prendere una decisione dovremmo valutare le motivazioni che hanno portato il governo a questa scelta».

Questa potrebbe anche essere la posizione di Appendino che però rischierebbe di essere messa di nuovo in minoranza dai suoi.

Il conflitto interno resta sotterraneo, ma la posizione trattativista della sottosegretaria all’Economia, Laura Castelli, un tempo sempre presente alle manifestazioni No Tav, così come il silenzio della maggioranza dei parlamentari 5stelle piemontesi, se si esclude Alberto Airola, preoccupano non poco i grillini.

«Non possiamo restare isolati – lamenta un altro grillino – Dobbiamo trovare una sponda a Roma e scongiurare questo scenario».

Anche un tentativo di allungare i tempi però potrebbe avere conseguenze negative e a Torino c’è già chi lavora per approvare a gennaio un documento che obblighi il governo a chiarire le sue intenzioni, magari la richiesta di iniziare a smantellare il cantiere di Chiomonte.

Grillini No Tav, prove di separazione dal movimento se arriva il sì all’operaultima modifica: 2019-01-08T19:03:35+01:00da davi-luciano
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