FIAT: finalmente ve ne andate

Potrà cer­ta­mente riem­pire di ama­rezza, spe­cial­mente per un tori­nese “veij Pie­mònt” come il sot­to­scritto, venire a sapere che — come ampia­mente pre­vi­sto da tutti coloro che non ave­vano le fette di salame svi­lup­pi­ste sugli occhi — la ex-FIAT in mano a Mar­chionne si tra­sfe­ri­sce oltreo­ceano e abban­dona l’Italia e Torino.

In fondo, nel bene e nel male, la FIAT ha segnato un’epoca della Sto­ria d’Italia e di Torino. Io — che ho mezzo secolo di vita — la vera Torino della FIAT me la ricordo ancora. Ricordo i giorni da “bol­lino rosso” per le strade e sui treni, quando chiu­deva e ria­priva la FIAT. E le imman­ca­bili inter­vi­ste ai can­celli, a fine ago­sto, primo turno ore sei.

Tutto que­sto è finito da anni. Ora uno degli ultimi atti. Il 29 gen­naio Mar­chionne proporrà/imporrà al con­si­glio di ammi­ni­stra­zione di FIAT il listing (la quo­ta­zione) della nuova società a New York, fis­sando però la resi­denza fiscale in Gran Bretagna.Così come nel 2012 FIAT Indu­strial si tra­sferì fiscal­mente in Olanda per negare allo Stato Ita­liano le tasse: si chia­mano pie­to­sa­mente “bene­fici fiscali”.…

La pic­cola farsa di non voler abban­do­nare il paese che per decenni ha inon­dato la FIAT di aiuti di Stato, pagan­dola circa tre volte il suo valore in aiuti, con­ti­nua sem­pre più stan­ca­mente: verrà lasciata a Milano la quo­ta­zione di una parte del gruppo (Fab­brica Ita­lia, pro­ba­bil­mente); ovvero una fra­zione molto mino­ri­ta­ria del tutto

Gli uffici ammi­ni­stra­tivi abban­do­ne­ranno Torino, così come l’ultima parte della pro­get­ta­zione (il “core” del set­tore ha già preso la strada di Detroit).

La FIAT non esi­ste più: non è cer­ta­mente quella del SUV Free­mont, oppure di Fer­rari e Mase­rati, straor­di­na­rie ma non deci­sive. Diceva Henry Ford: l’innovazione tec­no­lo­gica non ha signi­fi­cato se non diviene dispo­ni­bile per tutti. Ma que­sto lin­guag­gio il signor Mar­chionne e i suoi dipen­denti non lo capi­scono più.

A pro­po­sito di dipen­denza, a que­sto punto psi­co­lo­gica e che meri­te­rebbe atten­zione per­ché desta, sin­ce­ra­mente, pietà e pre­oc­cu­pa­zione: Piero Fas­sino, sin­daco di Torino “sedotta e abban­do­nata”, dice: Non importa se il cuore di FIAT lascia l’Italia e Torino, quello che conta è la pro­du­zione. Come com­men­tare? L’atteggiamento roman­tico otto­cen­te­sco (“mi ha lasciato, ma mi vuole ancora bene…”) è quasi com­mo­vente, così come l’attenzione otto­cen­te­sca alla pro­du­zione, resi­duo vetero-operaista che diverte: potremmo ribat­ter­gli che quel che conta sono l’innovazione, la ricerca, il pen­siero, il know-how: dove vanno que­sti vanno le risorse, non dove va la pro­du­zione. Ma anche qui, mi par­rebbe di par­lare al deserto.

Non è dif­fi­cle, visto que­sto andazzo, imma­gi­nare comun­que il destino di Melfi, Cas­sino, Pomigliano.

I gover­nanti ita­liani tac­ciono. La migra­zione di un’azienda che — tra l’altro — ha model­lato anche il sistema dei tra­sporti in Ita­lia a suo pia­ci­mento non ha impor­tanza alcuna, pare.

Appare anche inu­tile dire che — con quanto lo Stato, cioè noi, ha pagato alla FIAT in que­sti anni — l’Italia avrebbe ogni diritto a pro­ce­dere alla nazio­na­liz­za­zione anche domani mat­tina. E’ un par­lare da comu­ni­sti d’altri tempi.

Ed allora dimo­striamo un po’ di con­ten­tezza. Meno male che ve ne andate, signor Mar­chionne e “uomini FIAT”. Non se ne poteva più delle vostre facce, della vostra men­ta­lità pic­cola, di come avete deser­ti­fi­cato cul­tu­ral­mente una città per decenni. Non se ne poteva più di vedere le casse dello stato dre­nate dalle vostre casse inte­gra­zioni e dalle vostre per­dite col­let­ti­viz­zate, men­tre ovvia­mente avete pri­va­tiz­zato i gua­da­gni in tempi di vac­che grasse. E non se ne poteva più di vedere i posti, micro– e macro-, di potere a Torino occu­pati dai vostri amici.

L’Italia sta affon­dando e i topi abban­do­nano la nave. Per­so­nal­mente, pre­fe­ri­sco non avere certe cat­tive com­pa­gnie. Che se ne vadano: ma che non si parino più davanti: spe­roma ca sia la vira bon-a c’as gavo dale bale.

Marchionne, Napolitano, e John Elkann

Mar­chionne, Napo­li­tano, e John Elkann

FIAT: finalmente ve ne andateultima modifica: 2014-01-28T20:49:33+01:00da davi-luciano
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