Intervista al neosindaco di Venaria, Roberto Falcone: “Cercherò gli assessori anche in Rete. In venti giorni la giunta sarà operativa”
di VERA SCHIAVAZZI
“E’ stato una specie di plebiscito. Gli elettori, qui, non ne potevano più, volevano farla finita con un vecchio modo di fare politica e con le facce che lo rappresentavano. Volevano un’amministrazione più credibile e più attenta, ed ora tocca a noi fare in modo che vada proprio così”.Voi non avete fatto alcun apparentamento ma avete accettato di discutere sui programmi, o meglio sul vostro programma. Quanto pensa che vi abbiano aiutato le varie dichiarazioni di appoggio di Sel e delle liste civiche?
“Che ci abbiano aiutato lo dicono i numeri, anche se più forte di ogni altra cosa era il desiderio di andare contro la politica venariese. Comunque sì, per noi è il programma la cosa che conta. Faremo la giunta pescando le persone che si sono presentate in rete, e se non basterà cercheremo ancora. In venti giorni il governo della città sarà pienamente operativo”.
Veniamo allora al programma. Come lo avete costruito?
“Ascoltando i cittadini. In molti qui a Venaria hanno sofferto la crisi e credono che il Comune possa aiutarli a ritrovate i redditi che hanno perduto. Purtroppo non è così, ma ci siamo comunque impegnati a fare tutto quanto è possibile, come facilitare al massimo l’apertura delle attivitò commerciali e migliorare i servizi come i trasporti”.
Pensa che gli elettori abbiano più fiducia in voi sul piano nazionale?
“Se ce l’hanno fanno bene, perché è anche attraverso le decisioni nazionali che si può cambiare la situazione. Noi intanto cominceremo anche dal Comune a dire un no forte e chiaro alle grandi opere inutili. Un metro di Tav costa 650.000 euro, e non abbiamo nessuna prova che si tratti di un’opera necessaria. Preferiamo non spendere quei soldi, far viaggiare le merci un po’ più lentamente e intanto dare ai venariesi autobus e treni che li portino rapidamente al lavoro”.
Lei adesso entrerà nell’Osservatorio sull’alta velocità Torino-Lione. Che cosa pensa di dire?
“Per me è un po’ come scoperchiare una pentola. Sono il primo di M5S a entrarci, voglio capire bene cosa è stato fatto finora, quanti soldi sono stati spesi in inutili consulenze. E, casomai, decidere di andarmene. la nostra posizione sulla Tav è una sola, respingere l’opera, come molte altre in Italia. Non è detto che stare nell’Osservatorio abbia un senso”.
La Reggia è il principale motivo per cui Venaria è ormai conosciuta in Italia e nel mondo. Che cosa pensa che il Comune dovrebbe fare per facilitare il turismo?
“Agli inizi non avevano fatto neppure un posto nel cda per l’amministrazione locale, e mi sembra che questo la dica lunga sul modo di gestire un bene comune. Adesso un posto c’è, e noi intendiamo occuparlo e farci sentire”.
Che cos’altro farà tra le prime cose?
“Mi unirò in tutti i modi possibili alla protesta contro la chiusura di un ospedale, il nostro, su cui gravitano 150.000 persone che arrivano anche da Cirié e dalle valli. Che senso ha fare la Tav e chiudere i luoghi pubblici dove la gente si cura? Noi siamo contro, e lo diremo alla Regione, e non solo”.
Come farà a conciliare il lavoro e la vita da sindaco?
“Ci sto pensando in queste ore. Ma fare il sindaco è la mia priorità”.