Coronavirus, assalto dei turisti verso le valli Olimpiche. I sindaci scrivono al prefetto: “Ci aiuti”

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Nella lettera gli amministratori chiedono il rispetto del decreto che vieta gli spostamenti: “Rischiamo di compromettere i servizi base in caso di emergenza”

TORINO. Non sono bastate le misure restrittive imposte ai cittadini dal governo con l’ultimo decreto. E anche i numerosi appelli lanciati dai sindaci delle località sciistiche dell’Alta Val di Susa sono rimasti pressoché inascoltati.

Negli ultimi giorni si è infatti registrato un considerevole aumento dei flussi di turisti nei Comuni delle montagne olimpiche, meta di villeggianti e proprietari di seconde case nonostante le limitazioni agli spostamenti previste per contenere la diffusione del coronavirus.

Una movimentazione eccessiva, che ha messo in allarme residenti ed esercenti, i cui sforzi rischiano ora di essere vanificati. Tanto più che a Sauze d’Oulx proprio ieri, giovedì 12 marzo, si è registrato il primo caso di contagio.

Da qui la scelta di Maurizio Beria d’Argentina, Presidente dell’Unione Montana Comuni Olimpici via Lattea, di rivolgersi al Prefetto di Torino per chiedere una regolamentazione del fenomeno a nome di tutti i sindaci.

«Il decreto dice che gli spostamenti sono consentiti solo per comprovati motivi di lavoro o di necessità, ovvero per motivi di salute, e che è consentito il rientro presso il proprio domicilio, abitazione o residenza. Non serve alcuna ulteriore interpretazione per capire che gli spostamenti da e per luoghi di villeggiatura durante i fine settimana non sono consentiti in quanto non strettamente legati ai motivi sopraccitati – si legge nel documento inviato ieri -. Per questo semplice motivo noi sindaci ci aspettiamo che nei prossimi giorni le forze dell’ordine vigilino per impedire che ciò accada. Anche per eventuali ricongiungimenti famigliari “divisi” opportunamente in due domicili, ci risulta essere un artificio per aggirare la normativa. Riteniamo che il ricongiungimento famigliare debba essere definitivo. Qualora, invece, venga data una interpretazione diversa, visti i numerosi arrivi di villeggianti dell’ultima ora a causa delle maggiori restrizioni, sarebbe opportuno fornire una spiegazione nel merito».

Un intervento, quello di Beria d’Argentina, reso necessario anche dall’esigenza di scongiurare sovraffollamenti tali da compromettere i “servizi di base richiesti in caso di emergenza” e da “aggravare la situazione sanitaria territoriale qualora con la diffusione del virus dovessero essere poste in essere misure di contenimento per una popolazione eccessiva rispetto a quella residente”, la cui età media risulta inoltre alta.

Un quadro complesso, a cui si aggiunge la preoccupazione dei sindaci per gli spostamenti quotidiani dei lavoratori transfrontalieri in arrivo dal Monginevro, dove si «registra una forte presenza turistica e non risulta attivo alcun servizio di controllo e di prevenzione».

Univoca, quindi, la richiesta di effettuare «alla frontiera, sin da subito, una verifica sistematica delle condizioni di salute di tali soggetti, in attesa che anche oltralpe vengano assunte misure adeguate al contenimento del virus».

Coronavirus, assalto dei turisti verso le valli Olimpiche. I sindaci scrivono al prefetto: “Ci aiuti”ultima modifica: 2020-03-15T21:05:06+01:00da davi-luciano
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