COUNTERPUNCH: LA SCACCHIERA SPEZZATA

 – BRZEZINSKI RINUNCIA ALL’IMPERO AMERICANO
Counterpunch commenta un recente articolo di Zbigniew Brzezinski, noto politologo e geostratega americano, consigliere sotto diverse amministrazioni, famoso per aver teorizzato nel 1997 la strategia (successivamente adottata) per consolidare la supremazia “imperiale” degli USA nella prima metà del XXI secolo – strategia di cui la Clinton è una delle principali promotrici. 
 
In questo articolo, Brzezinski fa un’inversione a U: gli USA non sono più una superpotenza, sostiene, si sta formando una vasta coalizione anti-americana e perseguire il progetto originale nelle mutate condizioni potrebbe portare caos e guerra in tutto il globo. Meglio collaborare con Russia e Cina e cercare di preservare la leadership americana. Una svolta letteralmente storica nell’indirizzo geostrategico di una parte dell’establishment americano, che prospetticamente lascia Hillary Clinton sola ad inseguire un progetto imperiale sconfessato dal suo stesso ideatore.
 
di Mike Whitney, 25 agosto 2016
L’architetto principale del piano di Washington per governare il mondo ha abbandonato il progetto e ha richiesto la creazione di legami con la Russia e la Cina. Anche se l’articolo di Zbigniew Brzezinski su The American Interest dal titolo “Towards a Global Realignment” [“Verso un riallineamento globale”, ndT] è stato ampiamente ignorato dai media, esso dimostra che membri potenti dell’establishment decisionale non credono più che Washington prevarrà nel suo tentativo di estendere l’egemonia degli Stati Uniti in tutto il Medio Oriente e in Asia. Brzezinski, che è stato il principale fautore di questa idea e che ha redatto il progetto per l’espansione imperiale nel suo libro del 1997 “La Grande Scacchiera: il primato americano e i suoi imperativi geostrategici“, ha fatto dietro-front e ha richiesto una incredibile revisione strategica. Ecco un estratto dal l’articolo del AI:
 
“Mentre finisce la loro epoca di dominio globale, gli Stati Uniti devono prendere l’iniziativa per riallineare l’architettura del potere globale.
Cinque verità fondamentali per quanto riguarda l’emergente ridistribuzione del potere globale e il violento risveglio politico in Medio Oriente stanno segnalando l’arrivo di un nuovo riallineamento globale.
 
Zbigniew Brzezinnski
Zbigniew Brzezinnski
 
La prima di queste verità è che gli Stati Uniti sono ancora l’entità politicamente, economicamente e militarmente più potente del mondo, ma, dati i complessi cambiamenti geopolitici negli equilibri regionali, non sono più la potenza imperiale globale.” (Towards a Global Realignment, Zbigniew Brzezinski, The American Interest)
Ripetete: gli Stati Uniti “non sono più la potenza imperiale globale”. Confrontate questo giudizio con quello che Brzezinski ha dato anni prima, ne La Grande Scacchiera, quando affermava che gli Stati Uniti erano “il massimo potere a livello mondiale.”
“… L’ultimo decennio del ventesimo secolo è stato testimone di uno spostamento tettonico nelle relazioni internazionali. Per la prima volta in assoluto, una potenza non eurasiatica è emersa non solo come giudice chiave delle relazioni di potere eurasiatiche, ma anche come il massimo potere a livello mondiale. La sconfitta e il crollo dell’Unione Sovietica sono state il passo finale nella rapida ascesa di una potenza dell’emisfero occidentale, gli Stati Uniti, come l’unica e, in effetti, la prima potenza veramente globale” (“La Grande Scacchiera: il primato americano e i suoi imperativi geostrategici”, Zbigniew Brzezinski, Il Saggiatore, 1997, p. xiii)
Qui altro ancora dall’articolo del AI:
“Il fatto è che non c’è mai stata una vera e propria potenza “dominante” globale fino alla comparsa dell’America sulla scena mondiale… La nuova, determinante realtà globale è stata la comparsa sulla scena mondiale dell’America come giocatore allo stesso tempo più ricco e militarmente più potente. Durante l’ultima parte del 20° secolo nessuna altra potenza gli si è nemmeno avvicinata. Quell’epoca sta ormai per finire.” (AI)
Ma perché “quell’epoca sta ormai per finire”? Che cosa è cambiato dal 1997, quando Brzezinski si riferiva agli Stati Uniti come il “massimo potere a livello mondiale”?
Brzezinski indica l’ascesa della Russia e della Cina, la debolezza dell’Europa e il “violento risveglio politico tra i musulmani post-coloniali”, come le cause approssimative di questa improvvisa inversione. I suoi commenti sull’Islam sono particolarmente istruttivi in quanto egli fornisce una spiegazione razionale per il terrorismo, invece dell’aria fritta governativa sull’”odiare le nostre libertà”. A suo merito, Brzezinski vede lo scoppio del terrore come lo “sgorgare di lamentele storiche” (da un “senso di ingiustizia profondamente sentito”), non come la violenza cieca di psicopatici fanatici.
Naturalmente, in un breve articolo di 1.500 parole, Brzezniski non può coprire tutte le sfide (o minacce) che gli Stati Uniti potrebbero affrontare in futuro. Ma è chiaro che quello che più lo preoccupa è il rafforzamento dei legami economici, politici e militari tra la Russia, la Cina, l’Iran, la Turchia e gli altri Stati dell’Asia centrale. Questa è la sua principale area di preoccupazione; infatti, ha anche anticipato questo problema nel 1997, quando scrisse La Grande Scacchiera. Ecco cosa disse:
“D’ora in poi, gli Stati Uniti potrebbero dover stabilire come far fronte a coalizioni regionali che cercano di spingere l’America fuori dall’Eurasia, minacciando in tal modo lo status degli Stati Uniti come potenza mondiale” (P.55)
“… Per dirla in una terminologia che richiama l’età più brutale degli antichi imperi, i tre grandi imperativi della geostrategia imperiale sono di prevenire la collusione e mantenere la dipendenza sulla difesa tra i vassalli, tenere i tributari docili e protetti, e impedire che i barbari si uniscano”(p.40)
“… prevenire la collusione… tra i vassalli”. Questo dice tutto, non è vero?
La politica estera sconsiderata dell’amministrazione Obama, in particolare il rovesciamento dei governi in Libia e in Ucraina, ha notevolmente accelerato la velocità con cui si sono formate queste coalizioni anti-americane. In altre parole, i nemici di Washington sono apparsi in risposta al comportamento di Washington. Obama può biasimare solo se stesso.
Il presidente della Federazione Russa Vladimir Putin ha risposto alla crescente minaccia di instabilità regionale e al posizionamento delle forze NATO ai confini della Russia, rafforzando le alleanze con i paesi perimetrali della Russia e in tutto il Medio Oriente. Allo stesso tempo, Putin e i suoi colleghi dei BRICS (Brasile, Russia, India, Cina e Sud Africa) hanno istituito un sistema bancario alternativo (BRICS Bank e AIIB) che finirà per sfidare il sistema dominato dal dollaro, che è la fonte del potere globale degli Stati Uniti. 
 
È per questo che Brzezinski ha fatto una rapida svolta a U e ha abbandonato il piano egemonico degli Stati Uniti; è perché egli è preoccupato per i pericoli di un sistema non basato sul dollaro che sta nascendo tra i paesi emergenti e i non allineati, che dovrebbe sostituire l’oligopolio della Banca Centrale occidentale. Se ciò accadrà, allora gli Stati Uniti perderanno la loro morsa sull’economia globale e il sistema di estorsione nel quale biglietti verdi buoni per incartare il pesce vengono scambiati per beni e servizi di valore sarà giunto al termine.
Purtroppo, è improbabile che l’approccio più cauto di Brzezinski sarà seguito dal candidato presidenziale favorito Hillary Clinton, che è una convinta sostenitrice dell’espansione imperiale attraverso la forza delle armi. E’ stata la Clinton che per prima ha introdotto la parola “pivot” [perno, ndT] nel lessico strategico in un discorso che ha tenuto nel 2010 dal titolo “America’s Pacific Century” [Il secolo pacifico dell’America, ndT]. Ecco un estratto dal discorso che è apparso sulla rivista Foreign Policy:
“Mentre la guerra in Iraq si esaurisce e l’America comincia a ritirare le sue forze dall’Afghanistan, gli Stati Uniti si trovano ad un punto di svolta. Negli ultimi 10 anni, abbiamo stanziato risorse immense in questi due teatri. Nei prossimi 10 anni, dobbiamo essere intelligenti e sistematici su dove investiremo tempo ed energia, in modo da metterci nella posizione migliore per sostenere la nostra leadership, garantire i nostri interessi, e far avanzare i nostri valori. Uno dei compiti più importanti della politica americana nel prossimo decennio sarà quello di tenere al sicuro gli investimenti – diplomatici, economici, strategici, e di altro tipo – sostanzialmente aumentati nella regione Asia-Pacifico …
Sfruttare la crescita e il dinamismo dell’Asia è centrale per gli interessi economici e strategici americani ed è una delle principali priorità per il presidente Obama. L’apertura dei mercati in Asia fornisce agli Stati Uniti opportunità senza precedenti per gli investimenti, il commercio, e l’accesso alla tecnologia d’avanguardia… le aziende americane (devono) sfruttare la vasta e crescente base di consumatori dell’Asia…
La regione genera già oltre la metà della produzione mondiale e quasi la metà del commercio mondiale. Mentre ci sforziamo di soddisfare l’obiettivo del presidente Obama di raddoppiare le esportazioni entro il 2015, siamo alla ricerca di opportunità per fare ancora più affari in Asia … e delle nostre opportunità di investimento nei dinamici mercati dell’Asia. ”
(“America’s Pacific Century”, il segretario di Stato Hillary Clinton, Foreign Policy Magazine, 2011)
Confrontate il discorso della Clinton coi commenti fatti da Brzezinski ne “La Grande Scacchiera” 14 anni prima:
“Per l’America, il premio geopolitico principale è l’Eurasia … (p.30) … l’Eurasia è il più grande continente del globo ed è l’asse geopolitico. Una potenza che domini l’Eurasia controllerebbe due delle tre regioni più avanzate ed economicamente produttive del mondo. … Circa il 75 per cento della popolazione mondiale vive nell’Eurasia, e la maggior parte della ricchezza fisica del mondo sta lì, sia nelle sue imprese che sotto il suolo. L’Eurasia conta per il 60 per cento del PIL mondiale e circa tre quarti delle risorse energetiche conosciute al mondo”. (p.31)
Gli obiettivi strategici sono identici, l’unica differenza è che Brzezinski ha fatto una correzione di rotta sulla base di circostanze mutevoli e della crescente resistenza al bullismo, al dominio e alle sanzioni statunitensi. Non abbiamo ancora raggiunto il punto di svolta per il primato degli Stati Uniti, ma quel giorno si sta avvicinando velocemente e Brzezinski lo sa.
Al contrario, la Clinton è ancora completamente impegnata ad ampliare l’egemonia degli Stati Uniti in tutta l’Asia. Non capisce i rischi che ciò comporta per il paese o per il mondo. E’ intenzionata a continuare con gli interventi fino a quando il titano combattente Stati Uniti si immobilizzerà di colpo, cosa che, a giudicare dalla sua retorica iperbolica, accadrà probabilmente dopo un po’ di tempo durante il suo primo mandato.
Brzezinski presenta un piano razionale ma opportunista per fare marcia indietro, ridurre al minimo i conflitti futuri, evitare una conflagrazione nucleare e mantenere l’ordine globale (cioè il “sistema del dollaro”). Ma la sanguinaria Hillary seguirà il suo consiglio?
Nemmeno per sogno.
Tratto da Voci dall’Estero

TAV- Appendino – Articolo de “La Stampa”

“Appuntamento l’8 settembre

Francia e vertici Ue a Torino per incontrare Appendino

Faccia a faccia con la sindaca sul caso dell’uscita dall’Osservatorio”

la stampa 01-09-16 vogliono incontrare Appendino per uscita osservatorio

…da notare che il giornale da una data nel titolo e poi all’interno dell’articolo scrive “hanno chiesto un incontro”…

GABON : « UN DEBUT DE REVOLUTION GLOBALE DANS LE BASSIN DU CONGO »

 

(DIXIT LE PROFESSEUR MABANCKOU – UCLA ET COLLEGE DE FRANCE)

Luc MICHEL/ 2016 09 01/

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Le professeur Alain Mabanckou (*) (UCLA et Collège de France) écrit sur Twitter :

« Ce qui se passe au Gabon n’est pas une petite querelle de lézards mais un début de révolution globale dans le Bassin du Congo … ».

Il ne précise pas que c’est d’une « révolution de couleur » globale en Afrique qu’il s’agit, de ce « printemps arabe » qui dévastera le Continent comme son inspiration, le soi-disant « Printemps arabe », avec les mêmes scénaristes (à Washington) et les mêmes maîtres financiers (« vitrines légales de la CIA, Sorös, Mo Ibrahim et cie).

Pour ceux qui doutent écoutez aussi ces intellectuels au service de l’Occident et de l’Empire amércain !

Luc MICHEL

(*) Alain Mabanckou est écrivain. Man Booker International Prize finalist. Prix Renaudot. Professor à l’UCLA de Californie, vit à Santa Monica, Californie. Auteur d’une dizaine de romans. Il enseigne la littérature francophone à l’Université de Californie-Los Angeles (UCLA). Mabanckou  a été nommé professeur à la chaire annuelle de création artistique 2016 au Collège de France.

PRESIDENTIELLE AU GABON : BONGO REELU.

LMALGRE LES MANOEUVRES HONTEUSES DE PING ET DU PS FRANCAIS …
 
PANAFRICOM/ 2016 08 31/
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Gabon: le président Ali Bongo Ondimba réélu pour un deuxième septennat (officiel) !
 
Le président gabonais Ali Bongo Ondimba a été réélu pour un deuxième septennat avec 49,80% des suffrages devant l’opposant et ex cacique du régime d’Omar Bongo, Jean Ping, (48,23%) lors du scrutin à un tour tenu samedi, selon les résultats officiels provisoires proclamés mercredi à Libreville par le ministre de l’Intérieur, Pacôme Moubelet-Boubeya.
 
Dans ce scrutin très serré, dont M. Ping rejette les résultats et dont il s’était auparavant proclamé vainqueur, immédiatement appuyé par le lobby pro-américain du PS français (Françafrique pas morte, au secours de son candidat perdant) faisant craindre des troubles post-électoraux, le président sortant devance son rival de 5.594 voix, sur un total de 627.805 inscrits.
 
PANAFRICOM / AVEC AFP

JOURNEE SANS FRANCAIS AU BURUNDI : QUI SEME LE NEOCOLONIALISME RECOLTE LE BOYCOTT !

Luc MICHEL pour PANAFRICOM/L
2016 08 31/
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En réaction au déploiement de 228 policiers dans le pays, un envoi décidé par les autorités françaises et validé par l’ONU, des organisations patriotiques, les organisations PISC Burundi et ONELOP, ont appelé les citoyens, services publics et privés à une journée sans français tous les 29 du mois. La langue de Molière est dans le viseur des autorités burundaises, « suite à l’immixtion de la France dans la gestion de la vie politique au Burundi » (selon Le Figaro).
 
LA FRANCE SE CROIT TOUJOURS AU « BON VIEUX TEMPS DES COLONIES » !
 
La France, qui se croit toujours au « bon vieux temps des colonies », y compris hors du « pré carré français moribond » , a voulu s’ingérer au Burundi en proposant l’envoi de plus deux cents policiers dans l’état de Pierre Nkurunziza. Etat soumis à une guerre terroriste précisément importéecde l’occident ! Une initiative malveillante adoptée le 29 juillet dernier par le Conseil de Sécurité des Organisation des Nations des États Unies qui est évidemment « loin d’avoir fait l’unanimité auprès des autorités burundaises ». « Cet envoi a été fait sans la consultation du gouvernement concerné, comme si le gouvernement du Burundi démocratique n’existait pas. Cette confusion au niveau du Conseil de Sécurité est inacceptable. Il est obligatoire d’avoir l’aval du gouvernement du Burundi avant de prendre n’importe quelle décision le concernant », a expliqué un porte-parole du CNDD-FDD, Conseil national pour la défense de la démocratie-Forces de défense de la démocratie, le parti du président.
 
QUAND PARIS SAPE LA FRANCOPHONIE EN AFRIQUE …
 
Un représentant de la société civile proche du gouvernement a d’ailleurs invité « tous les Burundais, services publics et privés à une journée sans français pour soutenir la souveraineté nationale. Nous demandons à ce que tous les services publics et privés, tous les médias, les réseaux sociaux et autres observent une journée sans français tous les 29e jours du mois.»
 
Le français est la seule langue officielle. Mais les Barundi parlent aussi le Kirundi, la langue nationale africaine, et le Swahili. La RTNB diffusant dans les trois langues.
 
Paris a besoin de leçons comme celle-ci !
En se faisant la porteuse des valises américaines dans ce « printemps africain », qui n’est rien d’autre que la recolonisation de l’Afrique au profit de Washington, les politiciens français au service de Washington, doivent comprendre que c’est le recul de la France et la haine de Paris en Afrique qu’ils assurent. Alors que c’est l’Afrique qui fait exister la Francophonie par sa masse …
 
LUC MICHEL / PANAFRICOM

COMME JADIS A BELGRADE, TBILISSI OU KIEV, LE PARLEMENT GABONAIS BRULE !

# LUCMICHEL. NET/
 
C’EST CA LA PHASE INSURRECTIONNELLE DES REVOLUTIONS DE COULEUR !
 
LM/ 2016 08 31/
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Et il y a même des politiciens africains pour appeler à l’émeute pro-occidentale comme Elimbi Lobet ce soir sur Afrique Media TV. Là on n’est plus dans un “débat”. Ces opposants “institutionnels” au Président Biya (qu’ont-ils fait en 30 ans comme opposition autre que verbale ?) qui encombrent les plateaux des médias camerounais, et parfois ceux de notre TV panafricaine, n’ont aucune limite dans la démagogie !
 
Vous êtes nombreux à m’écrire à ce sujet sur l’actualité du Gabon et leurs positions ubuesques. Comme cet ami sur ma Page officielle hier (exemple parmi des centaines) : “Luc Michel, faites quelque chose à Afrique Media . Savez -vous que depuis deux semaines notre chaine perd de l’audience? En effet,depuis que l’emission speciale consacree au Gabon a commencé,les telespectateurs que nous sommes ne sont pas comtents,nous sommes même furieux (…) Vous nous avez dit que lorsqu’un chef d’etat africain se convertit au Panafricanisme il faut le soutenir, mais pourquoi ce lynchage du President Bongo ? Pourquoi est ce que le modérateur ignore completement de parler de son bilan ? Je vous en prie, faites quelque chose”.
 
Rappelez vous que AFRIQUE MEDIA ouvre des débats et que même les “panafricanistes de margarine” y parlent. Vous êtes tous assez matures pour juger.
Et faire le choix du Néopanafricanisme radical, la seule voie vers la liberté, la dignité, l’unité du continent.
Laissez ces politiciens au passé d’où ils sont englués …
Le Néopanafricanisme c’est une idée en marche, c’est le futur !
 
LM
 
* VOIR SUR PANAFRICOM-TV/
LUC MICHEL: PRESIDENTIELLE GABON IV. JEAN PING LANCE LA PHASE 2 DE LA REVOLUTION DE COULEUR (SUR AFRIQUE MEDIA)
* ET SUR EODE-TV & AFRIQUE MEDIA/
LUC MICHEL : INTERVIEW SPECIALE ‘LE GABON AU VENT MAUVAIS DU SOI-DISANT PRINTEMPS AFRICAIN’

Terremoto in Italia: ecco una soluzione innovativa, chiesta ad alta voce dai cittadini e dagli esperti.

Di fronte alle necessità inderogabili dell’Italia – Paese gravemente afflitto da terremoti, inondazioni, frane – di mettere in sicurezza il suo territorio e gli edifici, crediamo sia indispensabile che l’Unione Europea prenda atto che il terremoto è una questione ambientale e che per l’Italia, la Grecia, la Bulgaria, la Romania è una priorità ambientale. http://www.cngeologi.it/wp-content/uploads/2014/04/ingenio-Mappatura-rischio-sismico-in-Europa.pdf

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www.cngeologi.it
La mappatura del rischio sismico in Europa: Balcani e Paesi del Mediterraneo i più a rischio 18/04/2014 In base alla mappatura sismica prodotta dai ricercatori … 

Se contrastare l’aumento della temperatura a livello planetario è un’urgenza internazionale, per l’Italia (e gli altri SM sopra elencati) l’urgenza è anche come sopravvivere ai terremoti.

L’Unione Europea potrebbe dare un’immediata risposta a questa emergenza modificando in questo senso il MFF UE 2014-2020, approfittando della procedura di “Revisione di mezzo termine” che è in corso tra Commissione europea e Parlamento e la cui prima fase dovrebbe essere terminata entro il 31.12.2016. http://www.europarl.europa.eu/RegData/etudes/BRIE/2016/572679/IPOL_BRI(2016)572679_EN.pdf

Per quanto riguarda l’italia, nelle modifiche dovrebbe:

– essere inserita da subito la “sospensione” da parte dell’UE (e poi l’abbandono) del progetto Torino-Lione (cancellandolo dall’allegato del Regolamento CEF),

– il trasferimento dalle prossime settimane dei fondi già allocati a questo progetto (€ 813.781.900) https://ec.europa.eu/inea/sites/inea/files/fiche_2014-eu-tm-0401-m_final.pdf ai progetti di messa in sicurezza degli edifici, a partire da quelli immediatamente cantierabili, nelle zone a rischio sismico in Italia.

Vi invitiamo a riflettere su questa affermazione e a pensare ad una vostra iniziativa politica.

Rimaniamo all’ascolto dei vostri commenti e vi ringraziamo.

Cordiali saluti,

PresidioEuropa No TAV   

TORINO. I tempi della Torino-Lione

http://12alle12.it/torino-tempi-della-torino-lione-227572

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Tunnel a Chiomonte
Tunnel a Chiomonte

L’incontro in programma il prossimo 8 settembre fra la sindaca di Torino, Chiara Appendino, con i vertici di Francia e Unione Europea, preceduto da quello della sindaca con il Commissario per il TAV Torino-Lione, Paolo Foietta sta originando la diffusione di informazioni non del tutto corrette. Precisiamo per punti. Tunnel geognostico della Maddalena di Chiomonte. Sono stati scavati circa 5750 metri e si devono scavare ancora 1800 metri. Nel cronoprogramma originario lo scavo doveva essere terminato nell’anno 2013, in realtà il lavoro con la “talpa” TBM è cominciato solo all’inizio di gennaio 2013 e l’allora Commissario factotum, Virano, si era impegnato solennemente a garantire che i lavori sarebbero stati terminati entro il 31 dicembre 2015. Se tutto va bene ci vorrà ancora un anno di scavi, con un tempo finale quasi doppio del previsto. Da notare che non si tratta di un tunnel rifinito, ma di una galleria grezza, praticamente solo uno scavo nella roccia. Galleria di St. Martin La Porte. Qui la storia dei ritardi è ancora più grottesca. Lo scavo è iniziato al principio del 2015 e nell’anno sono stati festeggiati i primi canonici 200 metri; a gennaio 2016 altri festeggiamenti per l’arrivo della “talpa” con intervento di giornalisti e autorità per diffondere la notizia; a fine giugno 2016 altra festa con giornalisti e autorità per annunciare che era terminato il montaggio della “talpa”, che a oggi non ha cominciato a scavare. Esaurite queste premesse ricordiamo che la Torino-Lione fra Italia e Francia prevede 150 km di gallerie doppie, cioè 300 km complessivi. Se il buon giorno si vede dal mattino… Le gallerie de La Maddalena e di St. Martin La Porte non sono opere riutilizzabili per la galleria di base. Un tunnel di quel tipo va costruito man mano con determinate caratteristiche di strutture. Sul fronte delle procedure resta in sospeso il famoso finanziamento dell’Unione Europea 2014- 2020 annunciato lo scorso anno. Per intanto circa metà finanziamento è andato perso, perchè quanto era in programma per il 2014/2015/2016 è da considerare perso. Soprattutto resta in sospeso la ratifica dell’accordo tra Italia e Francia sull’inizio dei lavori effettivi. Il trattato del 31 gennaio 2012 poneva all’art. 1 la condizione di fondo di un protocollo addizionale che doveva determinare il definitivo contributo dell’Unione Europea sull’intera opera. Questa attestazione serve a metterla in bilancio perchè non si possono fare preventivi se non si sa quali saranno i costi che graveranno sulle casse dello Stato. Ma si tratta di una attestazione che nessuno può fare, perchè il futuro economico e politico dell’Unione Europea non si può predeterminare con 15 anni di anticipo. Questa clausola resta valida perchè non è mai stata modificata, ma proprio perchè resta valida impedisce la ratifica degli accordi del 2015 e del 2016 per quanto riguarda l’avvio di lavori in qualche modo collegati all’opera definitiva.

Il Presidente

(Mario Cavargna)