Pioggia radioattiva sulla valle di Susa

Domenica 04 Settembre 2016 /

Luna Nuova

Per l’Arpa è un fenomeno normale che si presenta dopo lunghi periodi di siccità

L’Arpa comunica che anche dopo l’incidente alla centrale nucleare francese di Fessenheim, nessuna anomalia è stata registrata dalla rete di rilevamento della radioattività. Ma la prima pioggia di questi giorni è stata radioattiva. E con livelli mica da ridere. Roberto Chirio, vende su internet apparecchi per la misurazione delle radiazioni e, a Caprie, per hobby, registra sempre i valori radioattività.«Lunedì 3 settembre sul tombino davanti a casa mia si leggevano valori da 800cpm e sul tampone eravamo a 2400cpm, quando i valori di fondo naturale non vanno oltre i 40-60cpm» ci ha fatto sapere. (nella foto, i livelli rilevati lunedì a Caprie da un amatore)

(di Massimiliano Borgia)

Su Luna Nuova di venerdì 7 settembre

Spunta un foreign fighter di Torino in un video dell’esercito curdo

http://torino.repubblica.it/cronaca/2016/09/03/news/spunta_un_foreign_fighter_di_torino_in_un_video_dell_esercito_curdo-147111340/
Spunta un foreign fighter di Torino in un video dell'esercito curdo

Il combattente torinese nei pressi di Kobane 

Nel filmato di 21 minuti si vedono scene di battaglia e di addestramento. Il combattente italiano, in Siria per combattere l’Isis, lancia accuse contro la Turchia e la politica italiana e rende omaggio a Valeria Solesin, uccisa dai terroristi al Bataclan di Parigi

di JACOPO RICCA

03 settembre 2016

 
C’è anche un piemontese tra i combattenti che in Siria militano nell’esercito curdo Ypg. Un foreign fighter italiano che per lungo tempo ha vissuto a Torino, dov’è anche nato. La notizia rimbalza dal web, dove è stato pubblicato un lungo video di oltre venti minuti in cui il ragazzo, poco più che trentenne, racconta la situazione a nord della Siria, dove anni le truppe curde combattono contro lo Stato Islamico.All’inizio del video si vedono soldati curdi che si muovono in colonna, poi scene di morti e violenze e l’italiano lancia un duro attacco contro la Turchia, che nelle ultime settimane ha invaso Jarablus e iniziato una serie di bombardamenti a Menbij.

Spunta un foreign fighter di Torino in un video dell’esercito curdo

 

Il video continua con il combattente che si rivolge in italiano al presidente del consiglio, Matteo Renzi, al commissario europeo per gli Affari esteri, Federica Mogherini, e anche al negoziatore delle Nazioni

 Unite per la pace in Siria, Staffan de Mistura, accusandoli di esser responsabili di una politica ipocrita in Medio Oriente e in Siria in particolare. Il filmato contiene anche un duro attacco contro il leader della Lega Nord Matteo Salvini.

La testimonianza del foreign fighters italiano tra i curdi si conclude con un saluto suo e commilitoni che rendono omaggio a Valeria Solesin, la giovane ricercatrice italiana uccisa dall’ISIS durante gli attacchi di Parigi del 13 novembre.

Come i Clintoniani si stanno preparando per la guerra in Siria

Leggi tutto l’articolo su: http://www.ariannaeditrice.it/articolo.php?id_articolo=55078 di Rick Sterling – 31/08/2016 clintoniani guerra

Fonte: SakerItalia

I neo-conservatori e i clintoniani hanno lanciato un’importante campagna di comunicazione allo scopo di promuovere l’intervento diretto e l’aggressione della Siria da parte delle forze armate USA, cosa che potrebbe potenzialmente condurre ad una guerra con Iran e Russia, come si può evincere da un indizio emerso non appena è stato chiaro che Hillary Clinton sarebbe stata la candidata del Partito Democratico alle presidenziali. A seguito delle primarie in California, il New York Times ha reso noto [in inglese] che diplomatici del Dipartimento di Stato avrebbero rilasciato un memorandum per uso interno “che esorta gli Stati Uniti a condurre operazione militari contro il governo del Presidente Bashar al Assad.”

Agli inizi di agosto, Dennis Ross e Andrew Tabler hanno pubblicato un editoriale sul New York Times intitolato “The Case for (Finally) Bombing Assad” [Gli argomenti per (alla fine) bombardare Assad, in inglese]. Dennis Ross è uno dei preferiti dei clintoniani: nel suo libro “Scelte Difficili”, la Clinton descrive come abbia chiesto a Dennis Ross di raggiungerla al Dipartimento di Stato per “lavorare sull’Iran e su altri problemi nella regione”.

Un altro frequente editorialista del NY Times Nicholas Kristof ha perorato [in inglese] la causa della guerra contro la Siria. Secondo il sedicente esperto di diritti umani, ci servono “zone sicure” come proposto dai clintoniani Madeline Albright e James Cartwright, un generale in pensione; è rischioso ma “è ancora più rischioso non fare nulla in Siria”.

La PBS ha trasmesso un servizio intitolato “Repeatedly targeted by airstrikes, Syrian doctors feel abandoned.” [I medici siriani, ripetutamente bombardati da attacchi aerei, si sentono abbandonati, in inglese]. Il servizio è stato montato usando video dei “Caschi Bianchi” e foto del bombardamento ad aprile dell’ospedale di Al Quds.

Al momento è in corso una enorme campagna mediatica riguardante la situazione ad Aleppo. Il medico siro-americano Zaher Sahloul, della Syrian American Medical Society, è stato intervistato varie volte nei media mainstream, inDemocracyNow, ed ha avuto ampio spazio su Truthout e su altri siti.

Si è fatto un gran parlare di una lettera [in inglese] al Presidente Obama che sarebbe stata scritta dai 15 medici di Aleppo Est, che finisce con “abbiamo bisogno che lei agisca”. Lo stile e la terminologia della lettera fanno pensare che possa essere stata preparata da un’agenzia di marketing e non è stata fatta nessuna verifica riguardo ai medici che l’avrebbero firmata.

Una petizione [in inglese] sul sito web Change.org, richiede alla Cancelliera Merkel e al Presidente Obama di “salvare la gente di Aleppo”.

L’Holocaust Memorial Museum, finanziato dallo stato, ha diffuso [in inglese] il video #SaveSyria. Uno dei soggetti produttori del video è la Syria Campaign, cioè l’agenzia di marketing creatrice del pervasivo marchio dei “Caschi Bianchi” come documentato in  “Seven Steps of Highly Effective Manipulators” [I Sette Passi dei Manipolatori Molto Efficaci, in inglese].

In parallelo a questa campagna mediatica, lo House Foreign Affairs Committee ha emanato la risoluzione HR5732 [in inglese], il “Caesar Syrian Civilian Protection Act del 2016”. Questa risoluzione richiede l’aumento delle pressioni economico/finanziarie sulla Siria e la “Verifica dell’efficacia potenziale e dei requisiti per l’istituzione di zone sicure e zone di non sorvolo in Siria”.

Il Dott. Sahloul, portavoce della Syrian American Medical Society, afferma che il lascito di Obama sarà definito sulla base della scelta che farà riguardo all’attacco e all’imposizione di una “zona di non-volo” in Siria. Sembra poco probabile che Obama, alla fine del proprio mandato, prenda una simile decisione; l’obiettivo in realtà è quello di preparare il pubblico alla nuova guerra che inizierà non appena Hillary Clinton diverrà presidente.

Falsità e omissioni

Nel suo recente articolo “I media stanno ingannando il pubblico sulla Siria”, l’autore Stephen Kinzer ha scritto:

La copertura della guerra in Siria sarà ricordata come uno degli episodi più vergognosi nella storia della stampa americana, e le cronache sulla carneficina nell’antica città di Aleppo sono solo l’ultimo motivo.

Ecco alcuni fatti su Aleppo che contraddicono la narrazione fatta dai media ufficiali:

  • Almeno l’85% della popolazione di Aleppo si trova nell’area controllata dal governo.
  • La stima di 300.000 civili nell’Aleppo orientale controllata dai ribelli/terroristi è probabilmente una grossolana esagerazione, perché nella primavera del 2015 Martin Chulov del Guardian visitò l’area e stimò [in inglese] che ce ne fossero 40.000.
  • Anche se ci sono pochissimi dottori che operano nella Aleppo controllata dall’opposizione, ci sono migliaia di dottori che lavorano nell’area controllata dal governo.
  • Il gruppo ribelle terrorista più diffuso ad Aleppo è la versione siriana di Al-Qaeda.
  • I gruppo armati che hanno invaso Aleppo sono stati impopolari fin dal principio. Nell’autunno del 2012 James Foley scrisse [in inglese]:

    Aleppo, una città di circa 3 milioni di persone, era una volta il cuore finanziario della Siria. Mentre continua a degradarsi, molti civili stanno perdendo la pazienza con la sempre più violenta e irriconoscibile opposizione — opposizione che è gravata da conflitti interni e mancanza di struttura, e infiltrata in profondità sia da combattenti stranieri che da gruppi terroristici.

  • I ribelli terroristi lanciano dozzine e a volte centinaia di colpi di mortaio al giorno nelle aree controllate dal governo causando gravi danni, e i media occidentali ignorano questa distruzione e perdita di vite umane.
  • Il racconto del tanto pubblicizzato bombardamento dell’Ospedale al-Quds di Aleppo in aprile, in teoria gestito da MSF, era pieno di contraddizioni e discrepanze, che sono state evidenziate in una lettera aperta a MSF [in inglese]. Fino ad ora, MSF non ha ancora fornito alcuna informazione.
  • La maggior parte dei video che pretendono di mostrare gli effetti dei bombardamenti ad Aleppo hanno il logo dei “Caschi Bianchi”, i quali sono una creazione di USA e Regno Unito, e sono principalmente uno strumento di propaganda [in inglese]. Le affermazioni che siano Siriani, indipendenti e apartitici sono tutte false.
  • La maggior parte delle informazioni sulla Siria viene da “attivisti” addestrati e pagati dagli USA. Nel suo libro “Scelte Difficili”, il Segretario di Stato Clinton dice che gli USA hanno “addestrato più di un migliaio di attivisti, studenti e giornalisti indipendenti (siriani)” (pag. 464 della versione con copertina rigida). Ovviamente non sono indipendenti e i loro reportage dovrebbero essere attentamente controllati.
  • Per fare un paragone con l’ambigua situazione dell’Ospedale al-Quds, considerate cos’è successo all’Ospedale al-Kindi di Aleppo. Prendetevi tre minuti per guardare l’attentato suicida [audio in arabo] all’Ospedale al-Kindi, e poi prendetevi due minuti per guardare cosa hanno fatto i “ribelli” [audio in arabo, contenuto esplicito] ai soldati siriani che erano a guardia dell’ospedale.
  • Come il falso rapimento di Richard Engels e gli artificiosi reportage della CNN da parte di “Siria Danny”, anche l’attacco chimico a Ghūṭa del 21 agosto si è effettivamente dimostrato essere un evento costruito, organizzato per spingere gli USA ad attaccare a causa della teoricamente oltrepassata linea rossa.
  •  La lettera al Presidente Obama è stata probabilmente scritta da un propagandista prezzolato della Guerra in Siria o da una lobby di Washington. Leggete la lettera qui [in inglese] e giudicate voi stessi; poi, per contrasto, guardate questa intervista [audio in francese, sottotitoli in inglese] con un vero dottore siriano che non declama la propaganda proveniente dalla K Street di Washington DC.
  • L’ultimo strumento di propaganda utilizzato per promuovere l’aggressione americana contro la Siria è la fotografia del piccolo Omran sul seggiolino arancione dell’ambulanza, fotogramma di un video che proviene dall’Aleppo Media Center “AMC”. Come i Caschi Bianchi, AMC è una creazione americana [in inglese]. La foto di Omran è stata ampiamente accettata senza un esame minuzioso, ma lo scrupoloso Moon of Alabama [in inglese], ha sollevato seri interrogativi riguardo a questa sensazione mediatica. Brad Hoff ha documentato [in inglese] che il fotografo principale, Mahmoud Raslan, è un alleato dei terroristi ribelli Harakat Nour al-Din al-Zenki  che hanno decapitato un giovane palestinese siriano alcune settimane fa. Questo viene confermato passo per passo in questo breve video (audio in arabo e in inglese, scritte in sovrimpressione in inglese, contenuto esplicito). Un altro ottimo breve video che fa venire alla luce la propaganda attorno al bambino siriano è questo (audio in inglese e arabo, sottotitoli in inglese).

Perché c’è un improvviso aumento della propaganda e di richieste di un attacco americano?

La crisi siriana è in un punto critico, e c’è la prospettiva del crollo dei ribelli terroristi. Se vengono distrutti o espulsi, questo permetterà a centinaia di migliaia di aleppini sfollati di tornare a casa appena verranno ripristinati i servizi basilari, e permetterà anche all’esercito siriano e ai suoi alleati di concentrarsi nell’attaccare l’ISIS ad est e i gruppi terroristici rimasti ad Idlib, a Hama, nei dintorni di Damasco e a sud.

La corrente sta cambiando contro le fazioni ribelli terroriste e coloro che le appoggiano. Fino all’anno scorso, fanatici e mercenari stavano affluendo da tutte le parti del mondo in Siria e Turchia, e decine di migliaia [in inglese] erano arrivati in Siria dal Sud-Est asiatico, dalla Cina, dalla Russia, dal Nord Africa, dall’Europa e dal Nord America.

Gli era stata data carta bianca per partire dai loro paesi di provenienza, arrivare in Turchia ed essere condotti in Siria. Per esempio, giovani Canadesi come Damien Clairmont [in inglese] partirono per la Siria e lì morirono. Sua madre rese coraggiosamente pubblico [in inglese] il fatto che i Canadian Security Intelligence Services (CSIS) sapevano dei suoi piani ma non fecero niente per fermarlo. I leader musulmani progressisti [in inglese] chiesero che il governo identificasse e cominciasse ad affrontare i reclutatori radicali. Evidentemente “guardare dall’altra parte” mentre i loro concittadini subivano il lavaggio del cervello e poi venivano reclutati per diventare terroristi che attaccavano la Siria, era la politica dei cinicamente chiamati “Amici della Siria”.

Ora, con la ritirata dei terroristi, questi stessi “Amici” stanno subendo alcune delle conseguenze delle loro politiche: gli attacchi terroristici in Inghilterra, Francia, Belgio e USA hanno posto fine alla politica di collusione con i terroristi Wahhabiti; lo scorso anno i servizi di sicurezza hanno iniziato ad arrestare reclutatori e nuove reclute; in Inghilterra, un sostenitore di lunga data dell’ISIS è stato condannato [in inglese]; in Belgio, il tribunale ha approvato l’estradizione [in inglese] di un sospetto terrorista francese. In precedenza il Belgio era il paese occidentale col più alto numero di cittadini pro capite unitisi ai terroristi in Siria, e  ora la Turchia ha iniziato ad arrestare [in inglese] le persone in viaggio per unirsi all’ISIS in Siria.

Da quando i terroristi ribelli hanno invaso Aleppo nel 2012, hanno ricevuto un costante afflusso di armi, combattenti e rifornimenti verso la città, ma nei mesi passati l’Esercito siriano è stato sul punto di accerchiare e bloccare le vie d’accesso alle sezioni orientali di Aleppo in mano ai terroristi. I media e i governi occidentali che sostengono i terroristi ribelli stanno facendo tutto quello che possono per ritardare o impedire questo accerchiamento, infatti stanno cercando di mandare in stallo o impedire una vittoria siriana fino a quando alla Casa Bianca non arriverà qualcuno che sostenga una linea più dura di quella di Barack Obama.

Chi sta conducendo il conflitto?

Le forze regionali che sostengono la guerra alla Siria includono Israele, Arabia Saudita, Qatar e Turchia. Israele è sempre stata profondamente coinvolta, contrariamente alle fallaci analisi di alcuni osservatori, considerato che ha fornito supporto medico e militare [in inglese] al Fronte Al-Nusra/Al-Qaida e ad altri gruppi terroristici che operano nei pressi delle Alture del Golan. L’ex Ambasciatore israeliano Michel Oren è stato esplicito [in inglese]: “Israele voleva soppiantare Assad fin da quando è cominciata la guerra in Siria ”.

Anche gli USA e le potenze occidentali sono profondamente coinvolte: lavorando con l’Arabia Saudita e attraverso la Turchia, gli USA hanno fornito grandi quantità di armi ai terroristi ribelli. Lo scorso inverno sono stati consegnati sofisticati armamentari per un totale di 994 tonnellate, come documentato qui [in inglese].

Invece l’Iran e Hezbollah si sono impegnati a difendere il governo siriano legittimo, perché sanno che se il governo siriano cade, loro saranno i prossimi ad essere attaccati. Anche la Russia vede questo come un conflitto cruciale, dato che gli USA hanno fatto espandere la NATO fino al confine orientale della Russia, promosso il colpo di Stato in Ucraina del 2014, e posto sanzioni economiche contro la Russia. La Siria è l’unico alleato arabo della Russia, e ospita l’unica base navale all’estero della Russia. Probabilmente la Russia vede questo conflitto come cruciale per il proprio futuro e inoltre, come altro segno di resistenza all’egemonia globale americana, la Cina ha fatto intendere [in inglese] di voler espandere la cooperazione militare con la Siria.

Seguendo le direttive americane, Canada, Australia e i paesi dell’Europa occidentale hanno sostenuto gli sforzi per il cambio di regime nonostante fossero una chiara violazione dello Statuto delle Nazioni Unite e del Diritto Internazionale.

Cosa c’è in gioco?

Nonostante cinque anni di tragedie e distruzione, gli USA continuano a cercare di rovesciare o distruggere il governo siriano. Questo non è un nuovo obiettivo americano, infatti, nel 2005, Christiane Amanpour della CNN intervistò il Presidente siriano Assad e gli chiese [in inglese]:

Signor Presidente, lei sa che dagli Stati Uniti viene diretta verso di lei la retorica del cambio di regime… Parlano di isolarla diplomaticamente e, forse, di un colpo di Stato o del crollo del suo regime, cosa ne pensa al riguardo?

La Amanpour non è solo una presentatrice della CNN, è anche la moglie del neo-conservatore clintoniano James Rubin[in inglese].

Nel 2010 il Segretario di Stato Hillary Clinton ha fatto pressioni sulla Siria [in inglese] affinché smettesse di sostenere il movimento di resistenza libanese Hezbollah, “allentasse” la sua alleanza con l’Iran e firmasse un trattato con Israele. Cosa importante, queste richieste sono di Israele e sono molto più importanti per lo stato sionista che per gli USA.

La guerra in Siria sta facendo emergere diversi conflitti: Wahhabismo settario contro Islam laico; il “nuovo secolo americano” con un’unica superpotenza contro un mondo multilaterale; il dominio e l’occupazione sionista contro la resistenza libanese e palestinese.

Hillary Clinton è stata registrata nell’autunno 2013 mentre criticava la decisione di non bombardare la Siria. Ha continuato a promuovere l’idea di una “zona interdetta al volo”, ed è una sionista dichiarata che ha detto di voler far passare le relazioni Israelo-Americane al “livello successivo”.

L’Israele sionista è profondamente preoccupato dalla prospettiva di una rinforzata resistenza siriana e libanese, e inoltre ci sono molti rifugiati palestinesi e discendenti di essi in Siria e Libano, che mantengono il loro desiderio di tornare a casa in accordo col Diritto Internazionale. Proprio come gli interessi sionisti israeliani sono stati un fattore importante nell’invasione dell’Iraq, così lo sono adesso nella continuazione del conflitto in Siria; inoltre i neo-conservatori non hanno abbandonato il loro obiettivo di un “nuovo secolo americano”.

Qual’è stato il ruolo della sinistra occidentale?

La sinistra è stata debole nel rispondere e nell’opporsi alla aggressione contro la Siria e, fra le principali ragioni di ciò, possiamo includere:

  • I Sauditi e il Dipartimento di Stato hanno finanziato i gruppi musulmani, come il recentemente famoso Dott. Zaher Sahloul e la Syrian American Medical Society, che sostengono l’aggressione contro la Siria. Sia la SAMS che Zahloul sono allineati [in inglese] con l’Arabia Saudita e ricevono fondi sostanziali dal Dipartimento di Stato.
  • l’illusione nei gruppi di sinistra che sostengono una “rivoluzione” di fantasia in Siria proprio come fecero in Libia.
  • l’inondazione di internet e dei social media da parte dei gruppi degli “attivisti” e della “società civile” siriana, in realtà, agenti pagati e istruiti dall’Occidente, come ha confermato la stessa Clinton nel suo libro “Scelte Difficili”.
  • accettazione acritica delle principali ONG, finanziate sopratutto da miliardari, quando queste andrebbero considerate con un po’ di scetticismo. Per esempio, nel 1990, Amnesty International confermò [in inglese] erroneamente le false affermazioni sui soldati iracheni che rubavano incubatrici dal Kuwait e lasciavano i neonati a morire sui pavimenti freddi. Nella rincorsa all’invasione dell’Iraq del 2003, Human Right Watch non si oppose all’invasione, ma l’accettò implicitamente criticandone solo la mancanza di preparazione. Physicians for Human Rights, un altro progetto di Soros, ha rilasciato [in inglese] rapporti grossolanamente fuorvianti sulla Siria.
  • i media alternativi, progressisti su molti argomenti ma allineati ai media ufficiali sulle questioni di politica estera incluso il conflitto siriano.

Alcuni gruppi hanno sfidato attivamente la disinformazione, ma i loro budget e la loro influenza sono piccoli a confronto delle grandi organizzazioni pesantemente finanziate che spingono per il cambio di regime. Fra essi, gli Arab Americans for Syria, il Syrian American Forum, il Black Agenda Report, il Syria Solidarity Movement, la Answer e il Workers World Party.

I Veterans for Peace, una delle più rispettate e influenti organizzazioni pacifiste, ha affinato recentemente la sua comprensione e la sua posizione. A seguito di una sua recente visita in Siria Jerry Condon, il Vice Presidente di Veterans for Peace, ha detto [in inglese]:

Tutto quello che leggiamo nei media sulla Siria è sbagliato. La realtà è che il governo degli Stati Uniti sta sostenendo gruppi armati estremistici, i quali stanno terrorizzando la popolazione della Siria e stanno cercando di distruggerne lo stato laico. Allo scopo di nascondere questa spiacevole realtà e di spingere per un cambio di regime violento, gli Stati Uniti stanno conducendo una campagna di guerra psicologica per demonizzare il Presidente della Siria Bashar Assad. Questa è una tattica che i veterani hanno visto più volte all’opera, ma è scioccante rendersi conto della buona volontà con cui i media ripetono questa propaganda e di quanta gente ci creda.

Cosa c’è bisogno che accada.

I neo-conservatori, clintoniani inclusi, stanno spingendo con decisione per un attacco diretto alla Siria onde impedire il collasso del loro progetto per un cambio di regime. Affermare che USA e NATO possono creare una “zona sicura” e “proteggere i civili” è una falsità grottesca, perché, se gli USA provano ad imporre una “zona interdetta al volo”, ciò porterà a molte più morti e ad un rischio di escalation, fino ad arrivare a un conflitto diretto tra Siria, Russia, Iran e Israele.

L’ex Direttore della CIA ad interim Mike Morell ha suggerito

l’uccisione di russi e iraniani in Siria per “fargliela pagare” [in inglese], e ha dato il suo appoggio a Hillary Clinton come Presidente. Ecco quanto è diventata pericolosa, ignorante ed arrogante Washington.

C’è una soluzione chiara alla tragedia siriana: i paesi che stanno fornendo tonnellate di armi e pagando decine di migliaia di terroristi mercenari dovrebbero fermarsi: il conflitto così si arresterebbe presto, gli stranieri se ne andrebbero con molto meno fanatismo di quanto avevano all’inizio, e molti terroristi ribelli siriani accetterebbero la riconciliazione.

Ci sarebbe bisogno di una campagna globale, ma gli USA hanno molta più responsabilità degli altri, dato che il nostro governo è la più grande minaccia per la pace. Qui di seguito sono elencate alcune idee realistiche che potrebbero aiutare in modo significativo.

  1. Bernie Sanders ha creato delle aspettative quando ha parlato della necessità del fermare la politica estera dei “cambi di regime”, ma ora deve essere chiaro ed inequivocabile: l’aggressione militare americana contro la Siria non migliorerà le cose, le peggiorerà, e non deve avvenire. Sanders ha dimostrato che una politica progressista è popolare, perciò se Sanders abbandona la sua posizione cruciale sulla politica estera, e non parla con forza contro la corsa verso l’aggressione, sarà una grossa delusione e un fallimento. Non gli deve essere permesso di tradire il proprio messaggio e finire per diventare un servo di Hillary Clinton e della macchina bellica.
  2. Democracy Now! e gli altri principali media alternativi devono cominciare ad includere analisi diverse. Triste dirlo, ma la loro copertura mediatica della Siria sta ricalcando quella della National Public Radio e della CNN. Se Democracy Now! è davvero una “Eccezione ai Governanti”, deve iniziare ad includere analisi più critiche: i produttori diDemocracy Now! dovrebbero studiare pubblicazioni come ConsortiumNews, Global Research, Antiwar, Moon of Alabama, Al-Masdar News, Al Mayadeen, Counterpunch, The Duran, Dissident Voice, American Herald Tribune, 21st Century Wire, Black Agenda Report, The Canary, Russia Today, PressTV e TruePublica (non la corporativa ProPublica), dovrebbero ospitare le analisi e le osservazioni di giornalisti come Sharmine Narwani, il Dott. Tim Anderson, Edward Dark, Eva Bartlett, Brad Hoff, Vanessa Beeley, Stephen Sahiounie e Ken Stone, solo per nominarne alcuni, e dovrebbero poter essere intervistati accademici siriani come Issa Chaer (dal Regno Unito) e Nour al Kadri (dal Canada). Quelli che seguono Democracy Now! hanno sentito il Segretario di Stato Hillary Clinton e altri politici americani parlare della Siria un numero infinito di volte: perché Amy e Juan non hanno intervistato l’Ambasciatore siriano presso le Nazioni Unite?
  3. Questa è un’opportunità e una sfida per Jill Stein e Ajamu Baraka del Partito Verde. Loro sono chiari su questo argomento, se riuscissero a fare in modo che un pubblico di massa senta il loro messaggio, sarebbe cruciale per ottenere sostegno e per stimolare il dibattito nazionale. Al momento non c’è quasi alcun dibattito sull’importantissima questione della guerra in Medio Oriente. Al contrario, i media sono pieni di propaganda che usa la foto di un bambino per promuovere altra guerra. Il Partito Verde potrebbe giocare un ruolo importantissimo facendo venire alla luce la doppiezza della Clinton e di Trump, e potrebbe avere un ruolo chiave nel bloccare la marcia dei clintoniani verso una nuova guerra.
  4. Si spera che Veterans for Peace abbia un ruolo guida nel far cambiare la percezione e nel porre fine alla smobilitazione del movimento pacifista americano. La posta in gioco è alta.

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Articolo di Rick Sterling apparso su The Duran il 23 agosto 2016
Traduzione in italiano di Fabio_San, Raffaele Ucci, Mario B. per SakerItalia

Crescita, l’Italia si ferma. Nel secondo trimestre pil al palo: +0% dopo il +0,3% dei primi tre mesi

http://www.ilfattoquotidiano.it/2016/08/12/crescita-nel-secondo-trimestre-pil-al-palo-0-dopo-il-03-dei-primi-tre-mesi/2970912/

Crescita, l’Italia si ferma. Nel secondo trimestre pil al palo: +0% dopo il +0,3% dei primi tre mesi

E’ la stima preliminare dell’Istat sul periodo aprile-giugno. Il ministro dell’Economia Padoan aveva detto di attendersi un progresso dello “0,1/0,2%”. A settembre il governo dovrà rivedere al ribasso le previsioni per l’intero 2016. Il viceministro Morando: “Staremo decisamente sotto l’1%”. Nomisma: “Così si riduce lo spazio per una manovra espansiva in autunno”
di  | 12 agosto 2016

La crescita italiana non si è limitata a rallentare, come gli ultimi dati Istat su produzione industriale e esportazioni facevano presagire, ma si è del tutto fermata. Nel secondo trimestre, stando alla stima preliminare diffusa venerdì mattina dall’istituto di statistica, il pil corretto per gli effetti del calendario è infatti rimastoal palo: +0%. Peggio di quanto temeva il ministro dell’EconomiaPier Carlo Padoan, che il 27 luglio aveva ammesso la frenata ma aveva detto di attendersi un “+0,1/+0,2%”. Preoccupa soprattutto il fatto che dietro la variazione nulla c’è un calo del valore aggiunto dell’industria, mentre agricoltura e servizi hanno tenuto. La battuta d’arresto, dopo il risicato +0,3% dei primi tre mesi, arriva peraltro mentre il resto della Ue rallenta ma non inchioda, mettendo a segno un +0,4% contro il +0,5% del primo trimestre, e l’Eurozona vede il pil progredire dello 0,3% a fronte del +0,6% dei primi mesi dell’anno. Bene la Germania, che ha registrato un +0,4%, sopra le attese degli analisti che si aspettavano un +0,2%, e il Regno Unito a +0,6 per cento. Ferma come Roma, invece, Parigi.

Di fronte al brusco stop, il governo Renzi dovrà necessariamentetagliare le stime di crescita sull’intero 2016 contenute nel Def, che erano di un +1,2%. Ora “siamo per quanto concerne la dimensione annuale decisamente sotto l’1%“, ha anticipato il viceministro Enrico Morando. Per ora comunque il Tesoro si è limitato a diffondere una nota di commento che getta acqua sul fuoco spiegando che “il dato di oggi non costituisce una sorpresa” e dipende dai “fattori di rischio geopolitico che hanno un impatto negativo sulla crescita italiana, tra cui minaccia del terrorismo, crisi dei migranti, Brexit”, oltre che dalla “propensione al protezionismo che sembra riemergere in alcuni contesti”.

“In calo il valore aggiunto dell’industria” – La variazione acquisita per quest’anno, ovvero la crescita che si registrerebbe se nei prossimi mesi ci fosse una variazione congiunturale nulla, è secondo l’Istat dello 0,6%. Nel 2015, come è noto, l’Italia è cresciuta dello 0,6% (dato corretto per gli effetti del calendario), risultato di performance decrescenti di mese in mese: +0,4% nel primo trimestre, +0,3 nel secondo, +0,2 nel terzo e +0,1 nel quarto. Tornando al dato del secondo trimestre 2016, quel +0% è “la sintesi di un aumento del valore aggiunto nei comparti dell’agricoltura e dei servizi e di una diminuzione in quello dell’industria. Dal lato della domanda, vi è un lieve contributo negativo della componente nazionale (al lordo delle scorte), compensato da un apporto positivo della componente esteranetta”. Il progresso rispetto allo stesso periodo del 2015 è stato dello 0,7%.

pil

L’analisi di Nomisma: “Confermate le difficoltà di lungo periodo dell’Italia. Si riduce lo spazio per una manovra espansiva” – “In un panorama economico internazionale che si è fatto più complicato, l’Italia conferma le sue difficoltà di lungo periodo”, commenta Andrea Goldstein, managing director di Nomisma, facendo notare che preoccupa sopratutto il calo del valore aggiunto dell’industria, mentre dal lato della domanda il contributo della componente nazionale è lievemente negativo. Per l’ennesima volta, insomma, a tenere è solo la componente estera netta, favorita però soprattutto dal prezzo ancora debole dell’energia. In questo quadro, secondo il centro studi bolognese, si riduce ulteriormente lo spazio per varare una manovra espansiva in autunno e “non c’è alternativa a una politica economica nel segno delle misure strutturali e del recupero della competitività erosa da troppi anni di timidezza”.

La Germania meglio delle attese. Parigi ferma come Roma– Sempre venerdì sono stati resi noti anche i numeri sulla crescita tedesca, francese, inglese e statunitense. La performance dellaGermania tra aprile è giugno è stata del +0,4%, superiore alle attese anche se in netto calo rispetto al +0,7% del trimestre precedente. Su base annua il dato corretto rispetto all’inflazione è aumentato del 3,1%, il miglior risultato degli ultimi 5 anni. A spingere l’economia, spiega l’istituto di statistica nazionale tedesco Destatis, sono stati il saldo tra importazioni ed esportazioni, iconsumi delle famiglie e la spesa pubblica. Per contro, la debolezza degli investimenti ha influito negativamente sul dato finale.

Il Regno Unito mette a segno un +0,6% nel trimestre culminato con la Brexit – Nel trimestre che si è concluso con il referendum sulla Brexit ha fatto meglio il Regno Unito, con un +0,6%. Crescita zero, come per l’Italia, in Francia, duramente colpita dalle conseguenze degli attentati terroristici. Gli Stati Uniti hanno invece registrato un +0,3%. In termini tendenziali, cioè rispetto allo stesso periodo del 2015, si è registrato un aumento del 2,2% nel Regno Unito, dell’1,4% in Francia e dell’1,2% negli Stati Uniti.

Eurozona più lenta dell’intera Ue – Nel complesso, il pil dei Paesi Ue nel secondo trimestre è aumentato dello 0,4% contro il +0,5% dei primi tre mesi, mentre quello dell’Eurozona dello 0,3% rispetto al trimestre precedente quando il progresso era stato dello 0,6%. Rispetto allo stesso periodo del 2015, la crescita è stata dell’1,6% nell’area euro e dell’1,8% per l’Unione a 28.

Parte il No Tav Tour per dire No al Referendum e mandare via Renzi!

post — 2 settembre 2016 at 19:30

tav03A breve verrà fissata la data per il referendum costituzionale che si terrà nei prossimi mesi.

Renzi ed il suo entourage hanno lanciato da tempo una sfida a tutti coloro che chiedono dei veri cambiamenti e per un governo particolarmente allergico alle elezioni, questo momento diventerà cruciale.

Come tutti e tutte sappiamo si voterà per diverse modifiche al funzionamento delle Istituzioni e del documento fondamentale del nostro ordinamento giuridico, ovvero la Costituzione.

Dietro ad una fantomatica riforma utile allo snellimento delle istituzioni, nella realtà, Renzi intende dare un colpo decisivo alla democrazia (già molto malmessa) del nostro Paese, eliminando diritti e garanzie rappresentati dalla Costituzione, per assicurarsi più potere decisionale e levare il maggiore intralcio al suo operato: la volontà del popolo e delle comunità locali.

Non servono parole per narrare il disastro che in pochi anni questa classe politica è riuscita a fare.

La vita che ogni giorno viviamo con le sue difficoltà sempre maggiori ne è la conferma.
 Fermarli è necessario, e sebbene lo strumento del voto non sia l’unico ed esaustivo, intendiamo organizzarci con quanti hanno a cuore il futuro di tutti e tutte, mobilitandoci contro questo governo che non ci rappresenta e mai rappresenterà tutti coloro che hanno a cuore i propri territori e la vita di chi li vive.

La nostra lotta su un NO al Tav chiaro ed esplicito si è resa riconoscibile a tanti, un NO forte ed includente, ed anche questa volta crediamo che dire NO alle riforme di Renzi significhi dire che non vogliamo le grandi opere inutili come la Torino-Lione e che vogliamo delle piccole opere utili.
Un NO che sposti gli investimenti sulla messa in sicurezza dei territori e che non ci faccia piangere ad ogni terremoto o evento naturale come una pioggia di troppo.
Un NO alle decisioni di pochi che vogliono salvare le banche e che allo stesso tempo girano le spalle ai piccoli risparmiatori truffati da queste con investimenti pericolosi e inutili.
Un NO che non si limita al voto, ma che deve essere capace di vivere nelle lotte e nei conflitti di questo Paese malandato, ma che in momenti importanti ha saputo rialzare la testa con estrema dignità. La dignità di chi non si rassegna e lotta per il proprio futuro.
Un NO “sociale” e dal basso, detto con forza non solo da chi non vive bene e soffre, senza lavoro, futuro e prospettive ma anche da chi, pur riuscendo ancora ad arrivare dignitosamente alla fine del mese, non accetta questo massacro della scuola, della sanità, delle pensioni e della ricerca.
Un NO per i partigiani che con il loro sudore e il loro sangue si sono ribellati e sono morti per scriverla questa Costituzione, dove i diritti e le persone sono la stessa cosa, presa di mira dai vari aspiranti padrini di stato fin dalla sua emanazione.

Ci sentiamo quindi di dirlo in modo chiaro, dalla nostra Valle e con il nostro movimento No Tav, un NO per tutti, contro le grandi opere inutili e imposte, contro le banche e i banchieri internazionali, contro Renzi e il suo governo.
Per questo partiremo con un tour per il Paese, sperando d’incontrare sulla nostra strada uomini e donne pronti a prendere in mano il proprio presente, per garantire un futuro dignitoso alle future generazioni, per tutti e tutte.

Invitiamo tutte e tutti ad un momento di assemblea nazionale, dopo la due giorni svoltasi a luglio in Valsusa, pressol’Università Sapienza di Roma che si terrà il 1 ottobre e decidere così insieme le prossime tappe di questo percorso.

Il Movimento NO Tav

GABON. LA DESTABILISATION (II) / ROBERT BOURGI MENACE LE GABON

# PANAFRICOM/ 

RP / AVEC CAMEROUN LIBERTY :

GABON II

« Avril 2016, Robert Bourgi, un des dernier caciques de la France Afrique écarté du pouvoir au Gabon par le président Ali Bongo dans un entretien à France24  affirme pour la première fois que les élections présidentielles de 2009 au Gabon n’ont pas été transparentes, tout en avouant avoir été au cœur des manoeuvres souterraines pour imposer le candidat Ali Bongo rejette par la classe politique gabonaise faite d’anciens caciques du régime de Bongo père. Ce jeudi premier septembre 2016, Bourgi était invité une fois de plus dans France24, il exposera sa haine au monde entier : « Ali Bongo est un monstre, quelqu’un de très dangereux que j’ai pris la peine d’élever », a affirmé Robert Bourgi. Selon lui, Ali Bongo est « une grosse déception » … »une si mauvaise personne », il ira jusqu’à promettre de se venger contre Ali et le Gabon. « La bataille n’est pas terminée, tout se fera pour que la victoire volée de Jean Ping lui soit restituée ». »

* Lire/

Robert Bourgi menace le Gabon et dévoile le vrai visage de Jean Ping

http://www.camerounliberty.com/robert-bourgi-menace-gabon-devoile-vrai-visage-de-jean-ping/

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GABON. LA DESTABILISATION (I) / LE PLAN DE PING ET BOURGI

# PANAFRICOM/

 RP/ AVEC AFRIC TELEGRAPH :

GABON I

« A l’heure où le continent africain se bat pour devenir libre après des années « d’esclavage » et de « pillages » de ses ressources, car la question essentielle qui reste sans réponse est « Pourquoi le continent le plus riche de la planète est-il toujours le plus pauvre ? », Le Foccard à la petite semelle a, via des manœuvres, remis en place le Club Zimbabwe afin de faire main basse sur le Gabon. Prenant en otage une population, une élection, un pays et sans nul doute l’un des seuls présidents d’Afrique ayant tenté de donner une nouvelle image de son pays, et du continent. »

* Lire /

Gabon : Voici point par point le plan de déstabilisation préparé par Jean Ping et Bourgi

http://www.africtelegraph.com/gabon-voici-point-par-point-le-plan-de-destabilisation-prepare-par-jean-ping-et-bourgi/

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