Le nuove tasse di Renzi attaccano pensioni, risparmi e TFR

Le tasse sono sexy, giuste e e eque e solidali. Poco importa se in Costituzione c’è scritto che chi non ha soldi o è in difficoltà economiche ha diritto di non pagare le tasse ma deve essere aiutato. Ma I difensori della Costituzione se ne “dimenticano” godono ad ogni aumento di prelievo fiscal. Chissà perché

Di Paolo Bramante | 16.10.2014 16:52 CEST

Altro che 18 miliardi di tasse in meno come dice Renzi, qui le tasse aumentano. Nella legge di stabilità sono infatti previste entrate per 3,6 miliardi di euro da “rendite”: con questo termine la mitologia parolaia vuole far credere di colpire i grandi patrimoni, mentre invece ad essere colpiti saranno risparmi (ma non i titoli di Stato, anche se milionari) e pensioni integrative. Infatti in questi 3,6 miliardi sono inclusi i 2,4 miliardi già previsti dal decreto Irpef di aprile, che ha aumentato l’aliquota dal 20% al 26% su conti correnti, depositi postali e altri prodotti di investimento. Un brutto colpo per i risparmiatori (anche i più piccoli) che hanno visto erosa una parte del proprio reddito. I restanti 1,2 miliardi di euro arriveranno aumentando la tassazione dall’11,5% al 20% dei fondi pensione e dal 20% al 26% delle Casse dei professionisti. Anche le polizze vita, ora esenti IRPEF per gli eredi, probabilmente saranno tassate al 26%.

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Un vero e proprio salasso che non colpirà evasori, corruttori e mafiosi, ma i cittadini onesti che pagano le tasse, risparmiano qualcosa e sperano di arrivare ad avere una pensione. Un atteggiamento molto miope, che guarda la necessità di fare cassa subito e non pensa al futuro. I risparmi, infatti, non rimangono inutilizzati nel calduccio dei caveau delle banche, bensì vengono utilizzati per prestiti e investimenti che fanno girare l’economia. Adesso, invece, lo Stato si approprierà di un’altra fetta di quattrini prelevandoli dai conti correnti, e inoltre rendendo sempre più favorevole ai titoli di Stato: ma Renzi non diceva che le banche dovevano tornare a prestare? Con quali soldi, se glieli toglie?

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Altra tassazione, più occulta di quelle sopra, riguarda il TFR. L’idea di inserire il TFR in busta paga a partire dal 2015 dovrebbe diventare realtà e riguarderà i lavoratori dipendenti del settore privato: l’obiettivo è quello di dare più liquidità ai lavoratori e rilanciare i consumi, ma anche aumentare le entrate. Ma ovviamente c’è il trucco: chi deciderà di ricevere la liquidazione in busta pagherà più tasse, perché la liquidazione gode di una tassazione agevolata, che non sarebbe mantenuta per la parte di liquidazione in busta paga. Il lavoratore, insomma, pagherebbe sul proprio TFR l’aliquota marginale (quella più alta, ovvero come minimo il 23%), invece dell’attuale 11%.

In poche parole, lo Stato ti permette di prendere possesso dei tuoi soldi a patto di pagare più tasse. Non solo: l’aumento dell’imponibile significa anche rischiare di dire addio ad agevolazioni come asili nido e tasse universitarie, nonché detrazioni come quelle sulla TASI, ma soprattutto c’è il rischio di finire sopra la soglia di 24 mila euro di reddito, perdendo il famoso bonus di 80 euro. Danni e beffe a non finire. Morale della favola, salvo essere letteralmente alla canna del gas, meglio lasciare i soldi dove sono: sono sicuri (almeno finché non esplode l’INPS), hanno un rendimento sicuro e sono tassati meno.

Dal 2015, insomma, chi vorrà mettere qualcosa da parte per il futuro dovrà stare molto attento: la missione di Renzi, stando alla bozza di stabilità, rischia di essere la distruzione della previdenza a favore dei consumi. L’Italia si salverà trasformando gli italiani da formiche a cicale? La favola di Esopo sembra dirci di no: la favola di Renzi resta tutta da vedere.

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Le nuove tasse di Renzi attaccano pensioni, risparmi e TFRultima modifica: 2015-01-15T21:30:26+01:00da davi-luciano
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