Al cantiere TAV di Chiomonte 80 super telecamere, a Mazara del Vallo solo 32 installate a settembre 2014

Tyco_Cmc

80 telecamere in arrivo ad alta velocità per videosorvegliare i NO TAV, 32 a Mazara del Vallo (installate con molta, molta calma, a fine 2014), città cuore della mafia siciliana.

Sembra essere un comunicato stampa per il Nucleo Pintoni Attivi, considerando che l’unico portale che l’ha lanciato in forma più completa si occupa, apparentemente, di vini e sapori, tuttavia anche altre agenzie riportano la stessa notizia, al punto che potrebbe quasi essere vera. Mentre crollano i viadotti, ma è una roto-traslazione, la CMC aumenta ulteriormente il sistema di videosorveglianza e anti intrusione integrato a “protezione del cantiere della Maddalena – in località Chiomonte – relativo al cunicolo esplorativo propedeutico alla realizzazione della futura linea Torino-Lione”. Nell’area destinata al cantiere, stando al comunicato, la Tyco ha realizzato un sistema di protezione perimetrale contro intrusioni, scavalcamento, sfondamento delle recinzioni e azioni terroristiche (accidenti, avesse avuto anche la protezione da INFILTRAZIONI MAFIOSE sarebbe quasi stato simpatico, ma non sarebbe stato acquistato).
Azioni terroristiche, cioè quelle che da tempo sembrano essere il chiodo fisso di quella procura che, tuttavia, è stata SMENTITA per ben tre volte: Cassazione, maggio 2014, sentenza in Assise il 17 dicembre e, in ultimo, il riesame per le misure cautelari per Lucio, Graziano e Francesco che respinge i primi due capi d’imputazione (terrorismo, appunto) e rinvia a giudizio immediato i tre NO TAV, con prima udienza il 19 marzo, per danneggiamento, resistenza e detenzione “armi da guerra” (bottiglie molotov).

Il sistema installato consisterebbe in una “rete avanzata di videosorveglianza digitale, con architettura ad anello in fibra ottica, che consente la visualizzazione, la registrazione e la trasmissione locale e remota delle immagini in alta definizione provenienti da oltre 80 telecamere IP HDmodello Illustra 625 PTZ a marchio Tyco American Dynamics.”

Ora, 80 telecamere in un’area come quella del cantiere sono tante o poche? Un numero, se non inserito in un contesto che possa permettere dei confronti, è solo un dato, ma se aggiungiamo altri parametri allora diventa informazione. Ad esempio proviamo a chiederci quante telecamere siano state installate in una città siciliana come Mazara del Vallo, città del cuore dei fratelli Riina, non disdegnata neanche da Messina Denaro. Anzitutto è utile sapere che l’iter per la gara d’appalto per installare il sistema di videosorveglianza a Mazara del Vallo sembra essere stato uno dei più lunghi della storia…e si è concluso solo nell’agosto del 2014, ed è iniziata a settembre l’installazione delle  32 telecamere oggetto dell’appalto. Dunque 80 telecamere con la migliore tecnologia, per contrastare eventuali azioni dei NO TAV, ma nella città “cuore” della mafia solo 32. Se la matematica non è un’opinione…

Ma cerchiamo di capire anche il livello tecnologico di questa installazione.

Le telecamere si attivano automaticamente a fronte di preset e tour programmati sugli allarmi perimetrali, e si spostano per posizionarsi sull’evento specifico alla velocità di 512° al secondo.  Insomma, il povero Giacu non ha scampo… e non solo per la velocità delle telecamere, ma anche per il “potente software dianalisi del contesto che è in grado di classificare gli eventi ripresi dalle telecamere e creare indici di accesso rapido all’interno del database delle immagini registrate, in modo da rivelare non solo gli allarmi di intrusione, scavalcamento e sfondamento, ma anche eventi che a posteriori potrebbero diventare significativi.

Se siete nei paraggi attenti ai vostri gesti, anche tirare fuori un fazzoletto per soffiarvi il naso domani potrebbe diventare un imprevisto “evento significativo”. A posteriori, certo. Ma intanto siete nel data base.

Il business della sicurezza, non la nostra, altrimenti non crollerebbero i viadotti e non ci sarebbero infiltrazioni mafiose nelle grandi opere, è in fortissima crescita: secondo dati forniti da BCC Research nel primo semestre del 2014 si stimava che il mercato globale delle tecnologie biometriche sarebbe arrivato a quasi 11,2 miliardi di dollari, con un tasso di crescita del 19%, fino a circa 30 miliardi di dollari previsti nel 2019. Ma i tragici eventi di Parigi e gli scenari che ne seguiranno faranno sicuramente aumentare queste cifre.
Uno sviluppo interessante, oltre al sempre più diffuso utilizzo del software per il riconoscimento facciale, ad oggi in fase di sperimentazione, è una nuova tecnologia biometrica chiamata analisi dell’andatura, che presenterebbe molti vantaggi utili come parametri di identificazione perché può essere misurata a distanza, è difficile da imitare  e può essere identificata anche in immagini a bassa risoluzione.
Ora immaginate che quelle 80 telecamere siano in grado di filmarci e, come ben sapete, siamo tutti “identificabili” perché su quei sentieri, bene o male, ci siamo sempre stati tutti e a volto scoperto. Poi pensate che le nostre passeggiate verranno archiviate in un data base non si sa per quanto tempo. Ora valutate la velocità con la quale i software passano dalla sperimentazione all’uso soprattutto nell’ambito della “sicurezza pubblica” e capirete che le nostre andature, più che le nostre impronte, saranno presto riconoscibili come una sorta di firma. Tra l’altro sarebbe interessante capire se le telecamere verranno inserite anche all’interno del cosiddetto “sito strategico”….
Certo, direte voi, nessun problema, non facciamo nulla di male. Ma se nessuno controlla i controllori, chi vi assicura che quelle informazioni verranno utilizzate nel modo corretto?
Dopo l’11 settembre 2001 abbiamo rinunciato totalmente alla privacy chiedendo a gran voce più sicurezza, con una clamorosa ingenuità teleguidata dalle ossessive immagini dell’attacco alle due torri che è tornato spesso alla memoria negli ultimi tre giorni per il tragico attentato a Charlie Hebdo, a Parigi.

Il Grande Fratello è realtà, la svolta autoritaria sempre più vicina, gli strumenti per il controllo totale crescono a dismisura (non a vista d’occhio perché sempre più spesso non siamo in grado di individuarli), l’esempio di Mazara del Vallo la dice lunga sulla volontà di stroncare certe organizzazioni criminali… e la costante e quasi ossessiva produzione di notizie che enfatizzano eventi la cui dimensione mediatica è sempre più drammatica di quella reale ma, di fatto, la sostituisce creando una profonda insicurezza fino quasi ad un costante terrore, è il terreno perfetto nel quale aumentare gli strumenti per il controllo (e la repressione) ed una normativa che cancella anche l’ultima illusione di privacy.
Ci stiamo abituando a tutto questo troppo ingenuamente e troppo velocemente.
E, come diceva Albert Einstein, “Il mondo è un posto pericoloso, non a causa di quelli che compiono azioni malvagie ma per quelli che osservano senza dire nulla”. I NO TAV continueranno ad essere accusati di tutto, ma almeno non potremo essere accusati di avere osservato senza dire e senza fare nulla.

Simonetta Zandiri – TGMaddalena.it

Al cantiere TAV di Chiomonte 80 super telecamere, a Mazara del Vallo solo 32 installate a settembre 2014ultima modifica: 2015-01-10T13:07:36+01:00da davi-luciano
Reposta per primo quest’articolo