2015, IL FUTURO DELL’ITALIA E’ IN GRECIA

http://www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=News&file=article&sid=14438

Postato il Giovedì, 01 gennaio @ 08:45:00 GMT 

vacanzagreciaEuropa

DI GIULIO SAPELLI

ilsussidiario.net

Non è difficile comprendere ciò che accadrà in Grecia il 25 gennaio, allorché si voterà per eleggere il nuovo Parlamento dopo i tre scrutini non conclusivi in merito all’elezione del Presidente della Repubblica, che si sono consumati in un lampo per la pervicace volontà del leader di Nuova Democrazia, Antonis Samaras, di portare il Paese alle elezioni anticipate e vincerle dopo aver imposto alla nazione un funzionario dell’Ue come Presidente, rassicurando così non tanto i fantomatici mercati, ma la Germania e la tecnocrazia europea sul fatto che nulla sarebbe mutato nel progetto di distruzione pressoché completa della società greca.

Essa dovrebbe e potrebbe essere in tal modo consegnata (in ciò che di essa rimane) nelle mani del capitale finanziario internazionale che ne farebbe un’isola (sì!, il paradosso dell’isola delle tremila isole) per ricchi turisti e un’area di transito per le merci che dall’heartland passano per i Dardanelli e l’Egeo, pieno di petrolio e di gas.

Mario Draghi in questi mesi ha ricevuto più e più volte Samaras, come ha più e più volte ricevuto il principale protagonista dell’opposizione a questo progetto: il leader di Syriza, ossia il buon Alexis Tsipras, che propone un programma in generale assai moderato e tutto “nazionale”, ossia fondato non sul rifiuto dell’euro (così come dicono coloro che vogliono speculare sui ribassi da quasi panico e lucrare poi guadagni nei rialzi che ne seguono inevitabilmente nelle borse), ma su una schedulazione del debito, ossia una sua gestione condivisa che certamente non può provocare contagio alcuno per la sua piccolezza: 300 miliardi circa di euro sono una bazzecola rispetto alla potenza di fuoco dell’oligopolio finanziario mondiale e dei bilanci degli attori del citato oligopolio, oltreché dell’indimenticabile dispensatrice di sogni mediatici, ossia la Bce con il suo Presidente, fascinoso come un attor giovane settecentesco.

Ciò che è interessante, tuttavia, non è discettare sull’esito delle elezioni; infatti due cose sono certe: la vittoria di Syriza e l’impossibilità che essa avrà di formare un nuovo governo. Il che costringerà a una rinegoziazione del debito sub specie democratica in regime di emergenza. Questo se la Germania non si deciderà a scambiare condivisione di sovranità, e quindi di debito, con esistenza dell’euro. Nessuno vuole uscire dall’euro, ma l’unico modo per rimanervi è trattare e schedulare il debito.

L’alternativa sarebbe l’occupazione militare del suolo greco, ma essa è impossibile. La soluzione sarà il congelamento della Grecia in un regime speciale di sorveglianza fiscale e finanziaria, com’è successo già diverse volte alla nazione greca, si ricorra o meno alle elezioni. Questo sarà possibile per ciò ch’io chiamo il paradigma greco. Paradigma analitico di cui mi sono convinto rileggendo il mio vecchio libro edito da Longam nel 1994 (“Southern Europe Since 1945: Tradition and Modernity in Portugal, Spain, Italy, Greece and Turkey”). Occorre riflettere sulla storia greca e sulla dinamica della macchina partitica che già il mio vecchio amico Keith R. Legg, in “Politics in Modern Greece”, aveva magistralmente descritto ben prima di me, per comprendere ciò che succederà.

Esiste tuttavia anche un’altra nazione greca, attiva sin dalle guerre civili che segnarono il decennio che va dal 1821 al 1830 e su cui Lord Byron scrisse pagine memorabili. È la nazione dell’altra diaspora, ossia dei milioni di poveri greci emigrati in tutto il mondo e quella che, invece, non emigra e che fonda la tradizione democratica e socialista e comunista greca che attraverserà una tribolata esistenza anch’essa plurisecolare. Alcune famiglie (i Papandreou ne sono l’esempio più eclatante e preclaro) anche in questo caso ne rappresentano il gruppo dirigente, sino a condividere con la diaspora plutocratica usi e costumi, mantenendo tuttavia nella nazione le fonti essenziali della costruzione del potere, a differenza dell’altra nazione diasporico-plutocratica.

Dalla dittatura di Metaxas negli anni Trenta del Novecento a quella dei colonnelli nel decennio Sessanta è tutto un sgranarsi di conflitti in cui la Grecia è eterodiretta oppure fa immensi sforzi per liberarsi dall’eterodirezione. Come? Con politiche di ogni sorta, anche clientelari e assistenziali. Ma fa ciò anche il gruppo plutocratico estero, come ha dimostrato negli anni Novanta Nuova Democrazia, dominata allora dall’altra famiglia simbolo, i Karamanlis, con i brillanti risultati raggiunti truccando i conti e falsificando i bilanci dello Stato pur di entrare nell’euro.

L’euro e la tecnocrazia antinazionale, del resto, è il regime più idoneo per l’ala plutocratica greca che si trova in tal modo a governare nel modo più consono alla sua storia che, come ho cercato di dimostrare, non è l’intera storia greca. Per questo le elezioni del gennaio 2015 sono così importanti nella storia europea. Perché lo sono in forma culturalmente cogente per l’intera storia greca e per i rapporti tra nazione e internazionalizzazione che sovradeterminano anche la storia di questa dimidiata “patria byroniana”.

Una vicenda del resto non dissimile in molti punti dalla storia italiana e che quindi noi dovremmo seguire con grande partecipazione intellettuale.

Il paradigma è quello di una nazione a precocissima parlamentarizzazione e ad altrettanto precoce larghissimo suffragio che si crea dal basso con forti radici popolari e un’immensa eco culturale in tutto il mondo civilizzato dell’epoca Il popolo greco, contadini e intellettuali déraciné in primis, insorge contro i turchi nel 1821 e nel 1829 raggiunge l’autonomia dall’Impero ottomano per ottenere, dopo intestine lotte civili, l’indipendenza nel 1830. Certo, Francia, Regno Unito (a Londra si firmò la dichiarazione d’indipendenza, del resto) e Russia appoggiano questa lotta in funzione anti-ottomana, ma immediatamente il prezzo che la nazione paga è l’imposizione di un re bavarese, Ottone I. La lotta tra le opposte fazioni facilita questa sottomissione. Ottone rappresenta quel settore cosmopolita della società e della cultura greca: la sua plutocrazia oligarchica e diasporica. Ancora oggi gli armatori greci godono dalla clausola costituzionale – costituzionale si badi bene! – per cui essi non pagano tasse e possono legalmente battere bandiere straniere pur considerandosi cittadini greci.

Ecco il mio paradigma. Il paradigma greco è quello di una nazione spaccata in due. L’oligarchia dominante che da più di due secoli esercita il potere di fatto è diasporica: ossia in Grecia, paradossalmente, laddove (se si appartiene alle classi alte) si studia, ci si forma e si domina la nazione è l’estero e non ciò che in altri contesti culturali è “la Patria”. Si governa da più di due secoli la nazione, in primis, dai centri del capitale finanziario internazionale, non da Atene o da Salonicco. Un tempo solo da Londra, oggi anche da New York.

Giova ricordare che la più interessante, libera e colta rivista greca, indispensabile per studiare conoscere la Grecia, è edita a New York e il suo titolo è tutto un programma e un destino insieme: “Journal of Hellenic Diaspora”, una rivista di cui non si può far a meno non solo per conoscere e seguire i problemi della Grecia, ma anche della regione turco-balcanica.

Non ci sono problemi reali di default europeo e se ce ne fossero per i greci sarebbe meglio di questa lenta agonia somministrata come brevi permanenze nei lager. Anche se l’arroganza di persone come il povero Wolfgang Schaeuble, le quali avvertono i greci che qualsivoglia sia la loro decisione di voto nulla cambierà rispetto ai dettati europei, ossia della Troika, è veramente da commiserare ed esprime in forma plastica e icastica che ciò che l’ordoliberalismus invera è la fine della democrazia e la sua trasformazione in un’oligarchia dei ricchi e dei potenti, ovvero una plutocrazia: quella forma di governo, insomma, tanto osteggiata dal grande Tocqueville, il quale, guarda caso, è uno dei pensatori meno citati di questi tempi. Con Schaeuble è quasi impossibile prendersela, ma con l’ordoliberalismus sì, e verrà il giorno in cui la miseria dei dioscuri della distruzione della società salterà agli occhi di tutti.

Giulio Sapelli

Fonte: www.ilsussidiario.net

Link: http://www.ilsussidiario.net/News/Economia-e-Finanza/2015/1/1/FINANZA-E-POLITICA-Sapelli-2015-il-futuro-dell-Italia-e-in-Grecia/3/568615/

1.01.2015

 

Imam: “Per donne cristiane un grande onore essere stuprate da islamici”

Se è un islamico a fare tali affermazioni, è vietato stupirsi o esigere rispetto per le donne. Sarebbe razzismo e mancanza di rispetto per le altre culture dalle quali una donna raccomandò vivamente di prendere esempio

gennaio 2, 2015

  Questa ennesima dichiarazione di un rappresentate islamico non ha bisogno di molti commenti.

Per lui, la ‘schiavitù islamica è il più grande onore per le donne non musulmane‘. La schiavitù islamica comprende, oltre ad ‘accudire’ il padrone, anche soddisfare le voglie sessuali sue e di chi lui vuole: stupro

L’uomo – se così possiamo definirlo – è un ‘australiano’ dello Stato Islamico che è apparso in un video di propaganda di ISIS.Ha sostenuto che le donne non musulmane sono “usate e abusate” e che diventare schiave di un islamico è “il più grande onore che si può rendere loro”.

Abu Khalid, soprannominato ‘imam di Melbourne’, è il perfetto rappresentante di quella che gli antirazzisti definiscono ‘nuova umanità’, figura mitologica di ‘migrante integrato’.

Viveva a Melbourne ed è di razza mista cambogiana-fijana. Frequentava la moschea. Ieri ha utilizzato i social media dal Medio Oriente, dove decapita cristiani e violenta cristiane, per esprimere le sue rivendicazioni ideali.“Essere una Sabaya (schiava sessuale degli islamici) è il più grande onore per le cristiane”, ha scritto.

http://voxnews.info/2015/01/02/imam-per-donne-cristiane-un-grande-onore-essere-stuprate-da-islamici/

LUC MICHEL SUR … ‘VETERANS TODAY’ (USA)

KH pour lucmichel.net/ 2015 01 04 / Avec Veterans Today – PCN-SPO/

LM.NET - LM sur Veterans Today (2015 01 04) FR 1

Luc MICHEL est décidément partout en ce moment …

Le voici en Une de VETERANS TODAY (USA, 2014 12 31), pris en photo à Damas lors de la “Conférence internationale Terrorisme et extrémisme religieux”, au premier rang, en compagnie d’une délégation d’anciens Congressmen (députés) et sénateurs américains !

LM.NET - LM sur Veterans Today (2015 01 04) FR 2

“Je combat les états, les idéologies et les forces politiques et financières, pas les peuples et les hommes. Et surtout pas des hommes de bonne volonté comme ceux là. Nous avons toujours eu des camarades au sein des métropoles impérialistes nord-américaines. Même à Babylone ou à Sodome et Gomorre il y avait des justes” dit Luc MICHEL …

 # L’article original :

http://www.veteranstoday.com/2014/12/31/shock-waves-part-ii/

 KH/ PCN-SPO

______________________

http://www.scoop.it/t/pcn-spo

https://www.facebook.com/PCN.NCP.press.office

BACHAR EL ASSAD A JOBAR POUR LE NOUVEL AN

Syria Committees – Comités Syrie/

avec PCN-TV et Syrian Presidence/ 2014 12 31/ 

الأسد في جوبر

 Bachar Al Assad visite sur la ligne de front les soldats de l’Armée Arabe Syrienne à JOBAR, dans la banlieue de Damas. Zone stratégique critique où les djihadistes ont pénétré (pas loin de la Place des Abassides au cœur du vieux Damas).

SYRIA - Bachar nouvel an a Jobar (2014 12 31)  FR (2)

Vidéo sur : https://vimeo.com/115888720

 SYRIE: LE PRESIDENT ASSAD INSPECTE UNE ZONE DE COMBATS AU NOUVEL AN

Le président syrien Bachar al-Assad a inspecté ce mercredi à l’occasion du Nouvel An un quartier de Damas théâtre de violents combats entre forces du régime et djihadistes, espérant la “victoire” en 2015, selon la présidence. La page Facebook et le compte Twitter de la présidence ont posté des photos et une video mercredi soir montrant Bachar al Assad souriant, portant une doudoune noire en train de parler avec deux militaires près d’un char et une autre photo sur laquelle il serre la main d’un soldat en treillis. Des images diffusées par la télévision officielle le montrent par ailleurs en train de manger avec des soldats et parler avec eux, alors que des tirs peuvent être entendus. 

SYRIA - Bachar nouvel an a Jobar (2014 12 31)  FR (3)

“Avec l’avènement de la nouvelle année, le président Assad se trouve à Jobar, avec les soldats et les officiers de l’armée”, a indiqué la présidence, en référence à ce quartier stratégique soumis à de violents combats. “S’il existe encore un peu de joie en Syrie, c’est grâce aux victoires que vous remportez face au terrorisme”, a affirmé aux soldats le président, qui se déplace rarement depuis le début du conflit en mars 2011. “L’avènement d’une nouvelle année est un espoir pour tout le monde, mais l’espérance la plus grande est la victoire de nos forces armées et de tous ceux qui ont combattu à leurs côtés”, a-t-il encore dit, selon des propos publiés par la présidence. 

SYRIA - Bachar nouvel an a Jobar (2014 12 31)  FR (4)

Le jour même, dans ce quartier de Jobar, dans l’est de la capitale, au moins 25 soldats syriens et miliciens populaires ont été tués dans de violents combats contre les insurgés islamistes et la branche d’Al-Qaïda en Syrie, le Front Al-Nosra.

 Depuis septembre, le gouvernement syrien, appuyé par des miliciens municipaux et le Hezbollah chiite libanais, mène sa plus grande offensive visant Jobar, depuis sa prise par les rebelles à l’été 2013, pour éloigner toute menace rebelle sur Damas. Jobar est en effet un verrou stratégique car si les rebelles franchissent la place des Abbassides adjacente, ils peuvent atteindre le coeur de la capitale. En outre, ce secteur ouvre du côté est sur la région de la Ghouta orientale, dernier bastion terroriste dans la province de Damas.

 PCN-TV / SYRIA COMMITTEES

 Photos : Le président Bachar al-Assad parle avec ses troupes dans le quartier Jobar le 31 décembre 2014.

__________________________

http://www.syria-committees.org/

https://www.facebook.com/syria.committees

LE DEBAT PANAFRICAIN de ce dimanche en direct

# SUR AFRIQUE MEDIA TV/

Ce dimanche 4 janvier 2015 à partir de 14h30 (Yaounde/Bruxelles/Paris/Berlin)

LE MERITE PANAFRICAIN

 Logo EODE + AMTV

Présenté par Bachir Mohamed Ladan

Avec Luc MICHEL, tous les panelistes et les correspondants internationaux

En direct sur streaming sur http://lb.streamakaci.com/afm

 Retrouvez-nous sur le GROUPE OFFICIEL AFRIQUE MEDIA TV

En accueil, Luc MICHEL parlera

* des « révolutions de couleur » en Afrique, au Gabon (particulièrement) et à Hong Kong,

* de la déstabilisation du Régime Orban en Hongrie (qualifié de pro-russe par les Américains),

* du Procès de l’opposant Navalny (pour escroquerie) et de la volonté des USA d’organiser un changement de régime en Russie.

  # SUJETS DEBAT PANAFRICAIN CE DIMANCHE 04 JAN 2015

 SUJETS D’ACCEUIL :

COTE D’IVOIRE: rejet de la candidature de Gbagbo par la justice ivoirinne, à quoi s’attendre désormai ? (Parfait Ndom, François BEYO, SIMO)

CPI : pourquoi insister sur lecas SIMONE GBAGBO et SAADI KADHAFI? (Me YAMBI ROBERT, Jean de Dieu AYISSI, MOUTHE AMBASSA)

OPERATION BARKHANE: Que vous inspire la visite de Jean-Yves LE DRIAN ? (David EBOUTOU, Dr BASSILEKIN, BANDA KANI)

RCA : Pourquoi les autorités de la transition n’ont pas été convoquées au pourparlers de Nairobi ? (Henriette EKWE, DALVARICE NGOUDJOU, Jules NJAWE)

DISPARITION DE L’AIRBUS AIR ASIA : que sait-on? (Eric YOMBI)

RDC : une nouvelle crise du Katanga en RDC ? (Lisaliko Wenda MBELO depuis LONDRES)

UKRAINE/ défilé néofasciste à la gloire de Bendera à Kiev ce 1er janvier. Encore des néonazis que BHL ne verra pas ? Qui est Bendera ? Quel place occupe-t-il dans l’idéologie de la Junte de Kiev ? (Fabrice BEAUR depuis MOSCOU)

RUSSIE : le procès de l’opposant Navalny : prétexte à une nouvelle tentative de révolution de couleur en Russie ? (Luc MICHEL depuis BRUXELLES)

 SUJETS A DEBATTRE :

BANQUE DE DEVELOPPEMENT DES BRICS: Quel impact sur la finance internationale?

CAMEROUN/ BOKO HARAM : Quand l’aviation entre en scène.

GAMBIE : Coup d’état manqué contre Yaya JAMMEH, à qui profite les crimes ?

ICONE DE LA SEMAINE: UM NYOBE (CAMEROUN)