
“Siamo tutti colpevoli di resistere, libertà per i No Tav”: è lo striscione che ha aperto il corteo No Tav, partito oggi pomeriggio dal centro di Torino e conclusosi a Borgo Dora, nella zona di Porta Palazzo. Circa mille i partecipanti. La protesta era per denunciare le “bugie del governo” sui costi dell’opera. E per chiedere la liberazione dei quattro attivisti in carcere per terrorismo per l’assalto di un anno e mezzo fa al cantiere di Chiomonte..Ma i manifestanti hanno anche attaccato la sentenza Eternit: “Contro di noi si chiede il carcere, la prescrizione per chi ha fatto morire 3.500 persone”
“I ragazzi hanno detto che quella notte al cantiere c’erano e la valle ha risposto che c’eravamo tutti”, ha detto Alberto Perino, storico leader No Tav, alla partenza del corteo. “Se vogliono condannare loro – ha aggiunto – devono condannare anche noi. Se loro fanno del terrorismo anche noi lo facciamo, da 25 anni. Adesso ripetiamolo e manifestiamolo anche a Torino”. Il coreto si è concluso con l’incendio di un finto compressore
Realizzato con del cartone, sul finto compressore bruciato c’erano i nomi di alcuni imprenditori valsusini che lavorano per la Tav.
Un’analoga manifestazione si è svolta in Valle di Susa, in contemporanea a quella di Torino. Alcuni attivisti, un centinaio in tutto, del movimento che si oppone alla realizzazione della Torino-Lione sono stati bloccati dalle forze dell’ordine a Giaglione, sul sentiero che porta al cantiere dell’Alta Velocità. Tra loro anche il senatore del Movimento 5 Stelle Marco Scibona, valsusino, l’unico autorizzato a oltrepassare il blocco.