Continua la raccolta firme contro la zooerastia

Appuntamento alla Fiera dello sport di Agnano
 
La sezione locale sarà presente alla Fiera dello sport, che si terrà questo week dal 27 al 29 giugno alle terme di Agnano, in via Agnano 24.
I volontari saranno disponibili per fornire informazioni sulle attività dell’associazione, raccogliere firme contro la zooerastia e fondi sia per Stop Vivisection, che per le altre iniziative come le adozioni a distanza e la Croce a Quattrozampe. Oltre ovviamente ad illustrare la nuova borsa di studio finanziata da Leal, incentrata sullo studio della potenziale tossicità di una sostanza chimica nei confronti del tessuto nervoso in formazione (embrio e feto-tossicità).
Infine, ospiti della sede campana in questi tre giorni saranno anche un team di educatori cinofili, a cui chiedere notizie ed approfondimenti per migliorare il rapporto con il proprio cane, e Cristina Federici, allenatore/personal trainer certificato FIPE (la federazione sportiva nazionale riconosciuta dal C.O.N.I. che si occupa di pesistica a livello olimpico), che ha scelto un percorso di vita vegan, contribuendo a sfatare il mito secondo cui, per ottenere risultati evidenti con l’allenamento, è necessario nutrirsi di carne e derivati animali.
Domenica, infine, si affiancheranno attivisti di VEG IN CAMPANIA per informare su tematiche animaliste e sull’importanza della scelta VEGAN.
Troverete i nostri volontari venerdì dalle 16.00 a fine manifestazione, e sabato e domenica dalle 09.00, sempre fino a fine manifestazione.
volantino-festa-dello-sport
26 giugno 2014

Le imprese italiane pagano ogni anno oltre 110 miliardi di tasse

sabato, 28, giugno, 2014

Le imprese italiane pagano la bellezza di 110,4 miliardi di tasse all’anno. In Europa solo le aziende tedesche pagano in termini assoluti piu’ delle nostre, anche se va ricordato che la Germania conta oltre 80 milioni di abitanti: 20 piu’ dell’Italia.
Il calcolo e’ della Cgia di Mestre, secondo cui la pressione fiscale e’ destinata ad aumentare toccando nel 2014 il record del 44%. Se calcoliamo la percentuale delle tasse pagate dalle imprese sul gettito fiscale totale, spiega la Cgia, a guidare la classifica europea e’ il Lussemburgo, con il 17 per cento. Sul secondo gradino del podio si posiziona il nostro Paese, con il 16 per cento, mentre al terzo troviamo l’Irlanda, con il 12,3 per cento. Tra i nostri principali competitor la Germania fa segnare l’11,6 per cento, il Regno Unito l’11,2 per cento, la Francia il 10,3 per cento, mentre la media dell’Ue dei 15 e’ pari all’11,3 per cento.
”Alle nostre imprese – segnala Giuseppe Bortolussi segretario della Cgia – viene richiesto lo sforzo fiscale piu’ pesante. Nonostante la giustizia sia poco efficiente, il credito sia concesso con il contagocce, la burocrazia abbia raggiunto livelli ormai insopportabili, la Pubblica amministrazione sia la peggiore pagatrice d’Europa e il sistema logistico-infrastrutturale registri dei ritardi spaventosi, la fedelta’ fiscale delle nostre imprese e’ al top”.
http://www.imolaoggi.it/2014/06/28/le-imprese-italiane-pagano-ogni-anno-oltre-110-mld-tasse/

Attraverso il ricatto del debito gli Usa puntano al petrolio argentino

Il ministro dell’Economia argentino Axel Kicillof, di fronte al gruppo dei 77 più la Cina, ha ribadito l’intenzione di Buenos Aires di voler pagare il suo debito ristrutturato, sottolineando, tuttavia, come le recenti decisioni giudiziarie degli Stati Uniti cerchino di impedirglielo. Le Nazioni Unite, supportando la posizione dell’Argentina, hanno lanciato l’allarme sui fondi speculativi, i quali potrebbero scuotere dalle fondamenta l’intero sistema finanziario globale.
L’economista Andrew Asiain, in un’intervista rilasciata al network Russian Tv, ha ricordato che l’atteggiamento statunitense  può compromettere paesi come l’Argentina, infiammando artificialmente il loro debito estero: ” qualsiasi Paese che abbia posto quote del suo debito sotto la legislazione del diritto statunitense corre seriamente il rischio di trovarsi a che fare con giudici corrotti, i quali d’accordo con alcuni gruppi di speculatori  e attraverso interpretazioni piuttosto stravaganti di alcune clausole, aumentano artificialmente il debito dei Paesi “.
Inoltre, Asiain assicura che questo apparentemente circoscritto ambito dei cosiddetti  fondi avvoltoio rappresenta, al contrario, i grandi interessi geopolitici delle imprese statunitensi le quali, gonfiando artificialmente il  debito dell’Argentina, intendono appropriarsi  di alcuni asset strategici come le riserve di gas del Paese. Da molti anni  anni il caso del debito argentino è  nelle mani dei tribunali statunitensi. Il 16 giugno, la Corte Suprema ha respinto l’ultimo ricorso presentato dal Paese latino-americano, e ora all’Argentina tocca di sborsare 1.330 miliardi di dollari entro il 30 giugno. Questa situazione sta mettendo alle corde il governo di Cristina Fernandez Kirchner e il processo di ripresa economica del Paese.
http://www.signoraggio.it/attraverso-il-ricatto-del-debito-gli-usa-puntano-al-petrolio-argentino/?utm_medium=referral&utm_source=pulsenews

#RENZITAX .UN’ALTRA SORPRESA SULL’AUTOMOBILE PER IL 2015 SCRITTO DA AGAINST CASTE. POSTATO IN ECONOMIA & SOCIETÀ

Una bella sorpresina per gli automobilisti, come riporta oggi Il Giornale, il bollo auto aumenterà a partire dal prossimo 2015. E’ uno dei provvedimenti contenuti nei 26 articoli che compongono la bozza sulla riforma della Pubblica amministrazione voluto dal Governo Renzi e promossa dal ministro Marianna Madia. L’aumento del bollo sarà sensibile.

Leggiamo nei dettagli:

Il decreto sulla riforma della Pubblica Amministrazione contiene anche una sgradita sorpresa per gli automobilisti. Nel 2015 il bollo potrà aumentare del 12%. Lo prevede l’articolo 15 della bozza di dewcreto presentata dal ministro Marianna Madia. Viene indicata l’istituzione dell’archivio unico per la gestione di un documento unico (riassume di dati di libretto di circolazione e certificato di proprietà) dell’auto.  In dettaglio, il Pra è destinato a passare dall’Aci sotto la vigilanza del ministero delle Infrastrutture. Lo stesso articolo specifica che gli importi annuali delle tasse automobilistiche potranno aumentare, per il solo 2015, fino ad un massimo del 12%.  ( Fonte )
#RENZITAX .UN’ALTRA SORPRESA SULL’AUTOMOBILE PER IL 2015
SCRITTO DA AGAINST CASTE. POSTATO IN ECONOMIA & SOCIETÀ

Una bella sorpresina per gli automobilisti, come riporta oggi Il Giornale, il bollo auto aumenterà a partire dal prossimo 2015. E’ uno dei provvedimenti contenuti nei 26 articoli che compongono la bozza sulla riforma della Pubblica amministrazione voluto dal Governo Renzi e promossa dal ministro Marianna Madia. L’aumento del bollo sarà sensibile.

Leggiamo nei dettagli:

Il decreto sulla riforma della Pubblica Amministrazione contiene anche una sgradita sorpresa per gli automobilisti. Nel 2015 il bollo potrà aumentare del 12%. Lo prevede l’articolo 15 della bozza di dewcreto presentata dal ministro Marianna Madia. Viene indicata l’istituzione dell’archivio unico per la gestione di un documento unico (riassume di dati di libretto di circolazione e certificato di proprietà) dell’auto. In dettaglio, il Pra è destinato a passare dall’Aci sotto la vigilanza del ministero delle Infrastrutture. Lo stesso articolo specifica che gli importi annuali delle tasse automobilistiche potranno aumentare, per il solo 2015, fino ad un massimo del 12%. ( Fonte )

http://www.pubblicaweb.com/economia-societa/1200-renzitax-un-altra-sorpresa-sull-automobile-per-il-2015

Ma quale flessibilità? La UE avverte l’Italia: pareggio di bilancio entro il 2015, non 2016

sabato, 28, giugno, 2014
untitled2222
C’è un negoziato parallelo  a Bruxelles in queste settimane, cui i soliti media non stanno dando alcun risalto (Fondo straordinario per l’editoria, Renzi stanzia 120 milioni di euro). In effetti non si tratta di vacue chiacchiere come quelle su vincoli e flessibilità sì o no, ma di fatti molto piu’ seri basati su precisi dettagli tecnici, piuttosto che su plateali incroci di dichiarazioni tra premier.
 
Ma per l’Italia e per le dimensioni della manovra finanziaria in arrivo a ottobre, fa un’enorme differenza. E per il momento non sta andando come il governo avrebbe voluto: i documenti ufficiali dicono che sul proprio specifico piano di finanza pubblica il governo non ha ottenuto la “flessibilità” che chiedeva
La verità che pochi hanno avuto il coraggio di sbattere in prima pagina è che, nel vertice appena concluso, la proposta del governo di rinviare il pareggio di bilancio per ora è stata respinta. Addirittura i leader, incluso il premier Matteo Renzi, hanno dato il loro “endorsement” (appoggio, approvazione) a un documento ufficiale che raccomanda all’Italia di fare l’opposto di ciò che aveva chiesto: il pareggio già l’anno prossimo, non nel 2016
 
da Repubblica
 
Con lo slittamento degli obiettivi, la correzione da imporre con la Legge di bilancio in arrivo a ottobre poteva essere meno pesante. Senza la manovra d’autunno rischi di profilarsi invece come un’operazione da 25 miliardi…
 
Quella raccomandazione contiene una sorpresa importante, perché è più intransigente persino di quanto suggerito dalla Commissione europea. Quest’ultima aveva chiesto all’Italia il due giugno: “Nel 2015 (bisogna, ndr) rafforzare in modo significativo la strategia di bilancio per garantire le esigenze di riduzione del debito”. Quel testo ora è stato inasprito e ieri i capi di Stato e di governo hanno dato il loro “endorsement” al più alto livello politico-legale in Europa.

Pensionati tartassati dalle tasse, perdono 118 euro al mese

le tasse servono per dare servizi ed aiutare i meno abbienti, dicono i moralmente superiori

sabato, 28, giugno, 2014

 
Il Presidente di Confesercenti, Marco Venturi, in occasione dell’annuale incontro estivo dei pensionati della Fipac-Confesercenti, tenutosi a Brindisi rende noti alcuni dati economici. “Nel 2014 un pensionato ‘medio’ perdera’ 1.419 euro di potere d’acquisto rispetto al 2008. Sono oltre 118 euro in meno al mese, sottratti ai consumi e ai bilanci delle famiglie. Che sempre piu’ spesso sono sostenuti proprio dai pensionati, diventati durante la crisi pilastri del welfare familiare”.
 
“Siamo l’unico Paese – spiega Venturi – dove i pensionati pagano, in proporzione, piu’ tasse di quando erano attivi. Accade cosi’ che il pensionato subisca un maggior prelievo rispetto al dipendente e che tale extra-imposta sia piu’ forte tanto piu’ la pensione e’ bassa: 72 euro per una pensione pari a tre volte il minimo e 131 rispetto alle pensioni d’importo inferiore. Nel resto d’Europa non e’ cosi’; anzi, avviene il contrario. In tutti i Paesi, a parita’ di reddito, un pensionato paga in misura inferiore del dipendente”.
 
“In generale – continua Venturi – i nostri pensionati sono i piu’ tartassati d’Europa. Lo possiamo verificare confrontando innanzitutto quanto paga il pensionato italiano rispetto ai suoi ‘colleghi’ europei: su una pensione corrispondente a 1,5 volte il trattamento minimo Inps, un italiano paga in tasse il 9,17% dell’assegno previdenziale, mentre i suoi colleghi di Germania, Francia e Spagna e Regno Unito nulla.
 
Ma non meno dirompente e’ il risultato che emerge nel caso di un trattamento pensionistico pari a tre volte il minimo: il pensionato italiano e’ soggetto ad un prelievo doppio rispetto a quello spagnolo, triplo rispetto a quello inglese, quadruplo rispetto a quello francese e, infine, incommensurabilmente superiore a quello tedesco: si va dagli oltre 4 mila euro sopportati dal pensionato italiano ai 39 a carico del pensionato tedesco”. E’ ora, conclude Venturi, “di dare una svolta definitiva a questa ingiustizia, ripensando il sistema fiscale. Soprattutto si deve tener conto dell’erosione del potere d’acquisto dei pensionati, estendendo anche a loro, come primo passo, il bonus fiscale, in modo tale da ridurre almeno la perdita su base mensile. Essere anziani non puo’ essere considerato un peso sociale: dobbiamo reagire rivendicando rispetto, dignita’ sociale ed economica per i nostri pensionati”.  agi

M5S Ragusa: TASI non si paga

mammamia che brutto esempio….le tasse sono sacre e se non hai i soldi per pagare suicidati. A che servi altrimenti? Lo stato di diritto va “tutelato”…..

Sulla decisione della Giunta municipale di Ragusa di azzerare le aliquote Tasi per il 2014, ecco il commento del gruppo consiliare del Movimento 5 Stelle:

A Ragusa per il 2014 la Tasi non si pagherà. È questa la proposta da noi condivisa, attualmente all’esame della Giunta municipale contestualmente al bilancio di previsione, che nei giorni scorsi abbiamo sottoposto all’attenzione dei rappresentanti delle associazioni di categoria della città, nel corso di un apposito incontro convocato a Palazzo dell’Aquila.
Mentre nel resto d’Italia legittimamente cresce la preoccupazione dei cittadini per questo nuovo balzello che solo in parte andrà a sostituire l’Imu, limitatamente alle prime case, pur configurandosi nella forma di una tassa sui servizi, noi abbiamo spinto l’amministrazione comunale affinché in fase di predisposizione del bilancio si trovassero le coperture necessarie ad abbattere e possibilmente ad azzerare la pressione fiscale su questo fronte.
L’occasione, del resto, ci viene data dalla proroga al 16 ottobre per il pagamento della prima rata della Tasi e dalla libertà per i Comuni di applicare le aliquote che vorranno.
Mantenendo quasi invariati i saldi delle previsioni di entrata e ferma restando la necessità di definire quanto prima l’Imu per le seconde case limitatamente alle agevolazioni (dato che le aliquote resteranno invariate), oltre alle modalità della nuova Tari che sostituirà la tassa sui rifiuti, confidiamo nel fatto che nel contesto della nuova “Iuc” (Imposta Unica Comunale), che riunirà tutti i tributi locali, sarà possibile mantenere a quota “zero” la Tasi per il 2014.
Proficuo è stato il confronto su questo tema con le associazioni di categoria, a cui abbiamo ribadito l’impegno, come maggioranza consiliare, di definire il quadro complessivo dei tributi tenendo in debito conto le esigenze dei cittadini e quelle legate allo sviluppo economico.

http://www.ragusah24.it/2014/06/27/m5s-ragusa-tasi-azzeriamo-per-aiutare-cittadini-imprese/

N.B.: non ho capito se si azzera la TASI o l’addizionale comunale.

Piccola ribellione Argentina verso USA e alta finanza

Di Salvatore Santoru

Come riportato da un articolo di Repubblica, l’Argentina è entrata nuovamente in rotta di collisione con gli USA decidendo di scegliere prima di rimborsare i “tango bond” a chi ha accettato l’accordo sulla ristrutturazione del debito tra il 2005 e il 2010 e solo dopo agli hedge funds, mentre per la Corte di Giustizia statunitense i fondi speculativi devono avere la priorità.
Come ho già spiegato in un recente articolo, l’alta finanza internazionale intende mettere nuovamente le mani sul paese, per imporre i propri diktat.

Inoltre questi fondi speculativi intendono ottenere l’intero valore dei titoli di Stato argentini che acquistarono negli anni 90, ovvero durante la presidenza Menem, che com’è noto adottò delle politiche fortemente impopolari per volere del Fondo Monetario Internazionale e della stessa finanza internazionale, politiche che portarono l’Argentina sull’orlo del baratro e da cui con l’avvento dei Kirchner, piano piano il paese è uscito.
Il Ministro dell’Economia,Axel Kicillof, ha detto chiaramente che il pagamento del debito: “probabilmente ci spingerà al default tecnico, ma in qualunque caso questa sentenza spinge l’Argentina al rischio di una crisi economica. Spinge il nostro popolo a una situazione già vissuta e ditemi se un debito che sia il doppio di quello attuale non significa di nuovo un 2001 per la Repubblica Argentina”.
L’insistenza da parte della finanza internazionale e dell’imperialismo USA, sul voler far pagare un debito accumulato da un loro “burattino” risulta senz’altro cinica e opportunista, e chiaramente ha lo scopo di portare nuovamente al disastro l’Argentina.

Argentina che storicamente ha assai brutte esperienze con gli “avvoltoi” dell’alta finanza mondiale e dell’imperialismo USA.
Difatti non bisogna dimenticare il ruolo che gli USA hanno avuto nel foraggiamento delle dittature militari che per tanto tempo hanno insanguinato il paese, o nella lotta contro i Peron e il peronismo, che tutto sommato tra alti e bassi hanno rappresentato una forte rottura contro i dittatori “burattini” degli USA e dell’alta finanza, lotta che oggi intraprendono in modo più indiretto contro i Kirchner, anch’essi punto di rottura rispetto ai corrotti governi succedutisi negli anni novanta e sostanzialmente alla mercè del Fondo Monetario Internazionale e degli altri organismi dell’alta finanza mondiale.

Fonte: http://informazioneconsapevole.blogspot.it/2014/06/largentina-si-ribella-ai-diktat-della.html

Hong Kong: Big Finanza Contro Democrazia

(ANSA) – PECHINO, 28 GIU –

Gli uffici di Hong Kong delle “4 grandi” multinazionali che forniscono alle imprese servizi di consulenza fiscale e revisione dei bilanci – la PricewaterhouseCoopers, la Deloitte, la Ernst&Young e la Kpmg – hanno pubblicato un annuncio sui giornali per denunciare il pericolo rappresentato dalle manifestazioni per la democrazia. L’iniziativa è alla vigilia del corteo del 1mo luglio, data del ritorno della sovranita’ cinese sull’ex-colonia britannica, indetta dai gruppi democratici locali.

La Presidentessa argentina ammonisce: non ci sottometteremo all’estorsione da parte degli avvoltoi

Il 16 giugno, la Corte Suprema degli Stati Uniti si è rifiutata di ascoltare l’appello presentato dall’Argentina contro la sentenza di un tribunale Americano che impone a Buenos Aires di pagare 1,3 miliardi di dollari agli hedge fund NML Capital ed Aurelius Capital, anche se il pagamento potrebbe condurre al default del debito sovrano argentino. I due fondi speculativi erano tra i tanti che nel 2003 acquistarono il debito argentino in mora per pochi centesimi al dollaro e continuarono a farci spudorati profitti. Ma contrariamente al 93% dei creditori, si rifiutarono di partecipare ai piani di ristrutturazione del debito stilati dal governo nel 2005 e nel 2010, esigendo invece il pagamento dell’intero valore nominale dei titoli in default. E ora chiedono ai tribunali americani di emettere ordinanze per confiscare le proprietà argentine all’estero in risarcimento. Se ci riusciranno, altri creditori esigeranno lo stesso trattamento.

La Presidentessa argentina Cristina Fernandez de Kirchner ha reagito immediatamente con un discorso alla TV nazionale, ammonendo che “nessun presidente di una nazione sovrana può sottomettere la propria nazione ed il proprio popolo all’estorsione”.

Ha anche aggiunto di non essere sorpresa dalla sentenza: “Me l’aspettavo… perchè questo non è un problema economico o finanziario, e nemmeno un problema legale”. La Corte Suprema USA ha difeso “una forma di dominio globale dei derivati finanziari che mira a mettere in ginocchio le nazioni”. Se questo modello economico globale continuerà indisturbato, “produrrà tragedie inimmaginabili” come “il sangue, la fame e l’esclusione di milioni di giovani in tutto il mondo che non hanno un posto di lavoro e nessun accesso all’istruzione”.

Il suo governo ha negoziato responsabilmente pagando i creditori e continuerà a farlo, ha detto, ma non cederà ai fondi speculativi che si nascondono nei paradisi fiscali, dove non pagano nemmeno le tasse.

Il giorno dopo, il ministro delle Finanze argentine Axel Kicilloff ha annunciato che il governo intende trasferire la disputa con gli obbligazionisti che hanno partecipato alla ristrutturazione del debito nel 2005 e 2010, da New York a Buenos Aires, agli stessi termini concordati, per le stesse cifre e la stessa valuta, ma retti dal diritto argentino e non da quello americano.

“Se una sentenza ci chiede di suicidarci, non ci suicideremo” ha detto ai giornalisti.

Nel frattempo, il governo sta preparando altre due opzioni in sua difesa. In tutti questi anni, la Fernandez ha promosso rapporti economici, scientifici e commerciali sia con la Russia che con la Cina e le altre nazioni del BRICS, che si sono rivelate partner più affidabili degli Stati Uniti o dei paesi europei. E su invito personale di Vladimir Putin, la Fernandez parteciperà al vertice del BRICS che si terrà il 15 luglio a Fortaleza, in Brasile, a cui seguirà una visita di stato del Presidente cinese in Argentina.

Fonte: www.movisol.org
27.06.2014

Fondi avvoltoio: posizione ufficiale di Cuba

Dichiarazione del MINREX

Il Ministero delle Relazioni Estere della Repubblica di Cuba ha conosciuto la denuncia realizzata dalla Presidentessa della Repubblica Argentina, Cristina Fernández de Kirchner, sulle sentenze della Corte Suprema degli Stati Uniti e di una Corte d’Appello in questo paese,contrarie non solo agli interessi della fraterna nazione sudamericana, ma anche al 92 per cento dei creditori che hanno acconsentito a ristrutturare il debito.

L’Argentina è stata posta oggi al bordo di un’inedita crisi di debito sovrano, superiore a quella del 2001 che lasciò la metà degli argentini nella povertà e una quarta parte disoccupata, hanno denunciato il Governo e il Congresso Nazionale.

Non è la prima volta che Corti di paesi industrializzati emettono sentenze a favore dei padroni dei “fondi avvoltoio”.

Questo fenomeno è stato descritto e denunciata nel 1986 dal leader storico della Rivoluzione, Fidel Castro Ruz, durante la sua battaglia contro il debito esterno del Terzo Mondo.

Premi Nobel d’economia, come Joseph Stiglitz y Paul Krugman, economisti come Anne Kruger, Thomas Palley e Nouriel Rubini, organismi internazionali e governi di differente segno hanno denunciato la condotta speculativa e corrotta dei padroni dei “fondi avvoltoio” e dei giudici statunitensi, che collocano i tribunali degli Stati Uniti al di sopra del Diritto Internazionale e delle leggi nazionali degli Stati.

Il Ministero delle Relazioni Estere denuncia che siamo in presenza di una nuova forza d’aggressione contro le nazioni del sud, che si alimenta delle condizioni economiche generate dal debito esterno e dalla crisi del capitalismo.

Venti paesi sono stati vittime di questo tipo d’azione indirizzata soprattutto contro governi progressisti che difendono la loro sovranità, com’è stato rivelato nel recente Vertice del Gruppo dei 77 più la Cina, realizzato in Bolivia.

Questa aggressione contro l’Argentina s’indirizza anche contro tutta Nuestra America e soprattutto contro i processi d’integrazione latinoamericani e caraibici.

Difendendo l’Argentina difendiamo il diritto delle nazioni del sud allo sviluppo sostenibile e ad un ordine economico internazionale giusto.

L’Avana, 26 giugno del 2014.

http://www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=Forums&file=viewtopic&t=72334