30 gennaio @ 19.12
SARA FAROLFI
Lo scontro sulla rappresentanza finisce ai probiviri. Camusso avrebbe aperto il procedimento disciplinare verso il leader della Fiom, per le sue parole contro l’accordo del 10 gennaio
La segretaria generale della Cgil, Susanna Camusso, avrebbe dato il via libera al deferimento di Maurizio Landini, leader dei metalmeccanici della Fiom, agli organismi competenti della confederazione per valutare se ci sia stata, da parte del segretario Fiom, una violazione delle norme statutarie. L’oggetto dello scontro è l’accordo sulla rappresentanza firmato il 10 gennaio scorso da Cgil, Cisl, Uil e Confindustria.
Landini, che contesta metodo e merito di quell’accordo, ha dichiarato “illegittima” l’intesa e ha chiesto di sospendere il congresso del sindacato per metterla al voto dei lavoratori. Camusso, nell’ultimo direttivo della confederazione che ha dato il via libera all’accordo, aveva lasciato intendere una verifica in questo senso, con la conseguente richiesta di un parere alla Commissione statuto, circa l’esistenza dei requisiti per l’avvio di un procedimento disciplinare. Parere positivo, a quanto risulta a pagina99, in seguito al quale Landini sarebbe ora “imputato” in un procedimento che può concludersi con un provvedimento disciplinare.
Il presidente della Commissione statuto, l’organismo garante del rispetto dello statuto della confederazione, interpellato sul punto, rifiuta di rispondere. Lo statuto della Cgil dice chiaramente che gli accordi interconfederali (come quello sulla rappresentanza) non possono essere oggetto di discussione, e tantomeno di non applicazione da parte delle categorie. Landini, nel suo intervento al direttivo, pubblicato integralmente in questi giorni dalla rivista della Fiom e accompagnato da un titolo che non sembra affatto casuale – “Dei diritti e delle pene” – lo ha detto chiaramente: “Se qualcuno pensa che decide il direttivo e questo vincola tutti, vi sbagliate, vi è chiaro cosa sto dicendo? Se si pensa che qui decidiamo tutto, a me e alla Fiom non mi avete vincolato e discuterò con la Fiom e con i delegati su quello che c’è da fare”.
L’accordo siglato da sindacati e imprese scrive le regole in base alle quali i sindacati saranno o meno legittimati a trattare la sottoscrizione di contratti. La Fiom ne contesta diversi punti. A partire dal fatto che i diritti sindacali di ogni organizzazione saranno condizionati anche dalla partecipazione o meno alla trattativa. Nel caso della Fiat, per fare un esempio, la Fiom che non ha siglato l’ultimo contratto ed è perciò esclusa dalla trattativa, potrebbe non godere dei diritti sindacali. Fino alle sanzioni, che potrebbero applicarsi ai delegati sindacali che contestino un accordo, e all’arbitrato, che prevede l’intervento delle confederazioni qualora le categorie non riescano a mettersi d’accordo. La Cgil rigetta tutte le accuse e sostiene che il “testo unico” firmato rispecchia il contenuto di altri accordi in precedenza avallati anche dalla Fiom. E il congresso, che si concluderà a Rimini a inizio maggio, non è che alle sue battute di inizio.
http://www.pagina99.it/news/lavoro/3438/Fiom-Cgil–Landini-verso-il.html