Incontri pubblici con il docufilm “L’ITALIA AL TEMPO DELLA PESTE” – incontri su Sblocca Italia, TTIP e schiforma costituzionale:

Due appuntamenti con FULVIO GRIMALDI e il suo docufilm sui delitti civili e militari contro l’Italia – L’ITALIA AL TEMPO DELLA PESTE, GRANDI OPERE, GRANDI BASI, GRANDI CRIMINI – e sulla fine definitiva dell’Italia paese sovrano se passa il TTIP, trattato di libero scambio USA-UE. Inevitabilmente ci inseriremo anche nella mobilitazione contro la Schiforma costituzionale del regime Renzi-Verdini.

VENERDI’ 3 GIUGNO, CASCINA ORTO-PASTURANA, vicino Novi Ligure,  (AL), ORE 19.30 Buffet di autofinanziamento, ore 21.00 proiezione del film e dibattito sul TTIP, trattato di libero scambio UE-USA.

SABATO 4 GIUGNO, GENOVA-PONTEDECIMO, Sala dela Beata Chiara, Via Bonaventura 4,  ORE 19.30, apericena di autofinanziamento, ore 21 proiezione del film e dibattito sul TTIP.

Organizza Movimento NO Tav Terzo Valico
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Rom occupa case alle anziane: “Muoiano o vadano all’ospizio”

per chi non ci crede, in fondo, al link il video con le parole pronunciate dallo stesso. Ovviamente godono di complicità notevoli, istituzionali, in nome del politically correct. Perché non introdurre l’eutanasia per chi ha più di 60 anni? Civile no?
 
Un rom che occupa abusivamente una casa a Milano nel quartiere Lorenteggio ha giustificato così la sua azione criminale: “Le anziane cui occupiamo le case o muoiono o vanno all’ospizio
Claudio Cartaldo – Mar, 24/05/2016 – 13:40
Sprezzante. Tranquillo di non pagare per l’occupazione abusiva che ha realizzato. Sereno, troppo, quando dice ai microfoni di Tgcom24 che è “giusto togliere la casa ad una anziana che ne ha diritto”.
 
Siamo a Milano, nel quartiere Lorenteggio. Una zona della città meneghina che conta più di 500 case occupate. Occupate dagli stranieri e dai rom, che controllano gli sposatamenti degli inquilini per occuparle non appena le lasciano libere. Magari solo per qualche ora. Per andare a fare la spesa.
 
Il servizio realizzato da Enrico Fedocci di Tgcom24 disegna una situazione irrazionale. Irreale, se non fosse documentata dalle immagini. Gli occupanti sono defesi dai centri sociali e dagli antagonisti, che aiutano nei blitz per prendersi le case e difendono gli inquilini abusivi dagli sgomberi della polizia.
 
E così il rom intervistato si può permettere di dire al microfono che è “Giusto togliere la casa ad una anziana che ne ha diritto. Magari lei ha 80 o 90 anni, dopo due o tre anni muore. La famiglia di abusivi, invece, ha 4 o 5 figli”. E se l’anziana non ha parenti che la possano ospitare? “Vada all’ospizio”, risponde il rom senza vergogna.

TAV: “…Adesso la pressione è diminuita, non solo per l’azione dei processi, ma soprattutto grazie al dialogo con le comunità….”

22 maggio 16 Stampa :

“TORINO MI HA CONQUISTATA, LASCIO UNA CITTÀ SICURA”

Basilone: «Lo sgombero di Lungo Stura un esempio unico in Italia»

Massimiliano Peggio

«Non immaginavo di vivere quest’ultimo giorno da prefetto di Torino con tanto dolore, come se fosse una ferita profonda. Quando sono arrivata qui, tre anni fa, mi era sembrata una città dura, troppo rigorosa, anche su questioni trascurabili. Poi a poco a poco sono entrata in sintonia, ricevendo in cambio affetto e riconoscenza che altrove, nelle mie esperienze precedenti, francamente non ho provato»….

Qual è il risultato più gratificante raggiunto a Torino?  

«Senza dubbio lo sgombero del campo nomadi di Lungo Stura Lazio, un’operazione di straordinaria portata che non ha ricevuto il giusto riconoscimento, benché quell’accampamento fosse continuamente oggetto di proteste, anche con lettere a Specchio dei Tempi. I

o ci sono stata, a rendermi conto di persona delle condizioni agghiaccianti in cui vivevano centinaia di persone, per altro in una zona alluvionabile.

Ecco, in due anni e mezzo è stato gradualmente smantellato, adottando politiche di inserimento e social housing. Era il più grande campo abusivo d’Europa, ed è stato chiuso senza fare riscorso alla forza. Un’operazione mai sperimentata prima in Italia. Certo, ci sono ampie aree ancora da bonificare, ma credo sia stato un grande risultato».  

La sicurezza attorno al cantiere Tav resta ancora una priorità, anche se le contestazioni si sono gradualmente attenuate?  

«Il quadro è mutato rispetto al passato: io sono arrivata in coda ad una stagione difficile, di dure contestazioni. Adesso la pressione è diminuita, non solo per l’azione dei processi, ma soprattutto grazie al dialogo con le comunità e l’opera di mediazione dell’Osservatorio. Ma la guardia non va abbassata»….”  

http://www.lastampa.it/2016/05/22/cronaca/torino-mi-ha-conquistata-lascio-una-citt-sicura-gkR67g9OrpztZK0SmQSULO/pagina.html

APPELLO PER LA LIBERTÀ DI DISSENSO, CONTRO IL CARCERE PREVENTIVO

“Siamo le mamme delle ragazze e dei ragazzi di Torino sottoposti da diversi mesi a pesanti misure cautelari per aver partecipato a manifestazioni e iniziative antirazziste, antifasciste e in difesa del territorio.

Ci siamo riunite in gruppo «MAMME IN PIAZZA PER IL DISSENSO» per sostenere i nostri figli e le nostre figlie e denunciare la situazione di evidente ingiustizia che stanno vivendo. Vi preghiamo di leggere, diffondere e firmare il nostro appello (VEDI IN FONDO).

Nella città di Torino, 28 ragazzi e ragazze sono, da molti mesi, sottoposti a misure cautelari preventive molto dure.

Non hanno rubato soldi pubblici, non hanno corrotto e non sono stati corrotti, non hanno cercato di trarre illeciti profitti personali, non hanno avvelenato l’aria con la polvere di amianto.

Hanno manifestato contro quel treno ad alta velocità Torino-Lione che saccheggia le risorse pubbliche per costruire un’opera utile solo ai suoi costruttori; hanno difeso le aule dell’università che frequentano dalla lugubre e incostituzionale presenza di fascisti torinesi, estranei – tra l’altro – a quelle aule; hanno tentato di sfilare in corteo per ricordare che una città medaglia d’oro alla Resistenza non può assistere in silenzio alla presenza arrogante di un partito xenofobo e razzista; hanno tentato di difendere il diritto all’abitare di famiglie travolte dalla crisi….”

http://www.osservatoriorepressione.info/carcere-preventivo-torino-un-appello/

LA RISPOSTA DI LIVIO PEPINO

Dal Manifesto del 21 maggio 16:

“CARCERE PREVENTIVO A TORINO, UN APPELLO, MAMME IN PIAZZA PER IL DISSENSO

 “Care madri, il vostro non è solo un appello accorato di chi vede figli e figlie privati di alcuni diritti fondamentali.

È, anche, la denuncia forte di una deriva pericolosa della giurisdizione di fronte a manifestazioni tipiche del conflitto sociale.

Accade, infatti, in maniera sempre più diffusa, nel paese e a Torino in particolare, che pubblici ministeri e giudici della cautela si accollino un ruolo improprio di diretta tutela dell’ordine pubblico, accantonando la funzione di garanzia che è loro propria….”

http://ilmanifesto.info/carcere-preventivo-a-torino-un-appello/

FIRMA LA PETIZIONE :

https://www.change.org/p/per-la-libert%C3%A0-di-dissenso?recruiter=56592377&utm_source=petitions_show_components_action_panel_wrapper&utm_medium=copylink)

Yara, il vero omicidio, Bossetti capro espiatorio

tanto alla gente mica importa se in galera ci finisce un innocente, se la stampa decreta chi è il colpevole, caso chiuso. Una simile ingiustizia però, potrà colpire chiunque di noi, se queste sono le “linee guida”
 
maggio 20, 2016
 
Bisogna essere sempre vigili e consapevoli, perchè finire nel mirino di magist-ratti, giudici e inquirenti corrotti e collusi, può riguardare tutti, soprattutto in Italia:
 
 
Yara: Cani molecolari e arresto di un innocente per proteggere i potenti
 
 
Yara è morta in palestra ecco il video
 
 

Messina, nuova tegola sul PD: arrestato consigliere per corruzione e voto di scambio

ma loro sono tanto tanto accoglienti, antirazzisti ed antifascisti. SE RUBANO, pazienza
 
messina
Voto di scambio e corruzione elettorale. Tutto in un biennio (2012-2013). L’inchiesta «Matassa», che ha portato all’arresto a Messina di 35 persone, tra cui un consigliere comunale, decapitando i clan cittadini e facendo luce su prassi di condizionamento del voto, ha accertato, secondo gli inquirenti, «l’esistenza di un’associazione per delinquere finalizzata al voto di scambio e alla corruzione elettorale, operante nell’arco temporale in cui si sono svolte in città le consultazioni elettorali regionali, politiche e comunali che vanno dall’ottobre 2012 al giugno 2013».
 
L’ultima delle quali, quella per il rinnovo del consiglio comunale e per la scelta del sindaco, ha rappresentato un vero coup de theatre, visto che a uscire vincente dalle urne è stato sì il Pd e il centrosinistra, ma non il suo sindaco. Renato Accorinti, infatti (alla testa di una lista civica) ha soffiato la poltrona a Felice Calabrò, che ha sfiorato il successo al primo turno con il 49,9% dei voti. «Messina è ancora un verminaio» si sfoga Accorinti parlando coi giornalisti e assicurando che se la sua giunta «è isolata dalla politica, ma non dai messinesi».
 
L’organizzazione, secondo quanto ricostruito dai magistrati, raccoglieva un cospicuo numero di voti, avvalendosi di un gruppo di persone gravitanti negli ambienti della criminalità organizzata che promettendo denaro, aiuto nel disbrigo di pratiche amministrative, posti di lavoro e persino appalti agiva come «struttura di aggressiva propaganda elettorale». In particolare, alcuni degli arrestati, spiegano gli inquirenti, «mediante un diffuso e capillare sistema clientelare» ostacolavano «il libero esercizio del diritto degli elettori», «procurando voti a Franco Rinaldi», presidente del collegio dei deputati questori all’Ars, eletto nelle file del Pd ma poi confluito in Forza Italia, «e a Francantonio Genovese», parlamentare nazionale, ex leader democratico siciliano, poi passato tra gli azzurri, sotto processo per i «corsi d’oro» della formazione professionale. I due non sono indagati e, sentiti dagli investigatori, hanno detto che non erano consapevoli della provenienza dei consensi.
 
È finito in carcere, invece, Paolo David, consigliere comunale, fedelissimo dei due deputati di cui ha seguito l’itinerario politico. David è indicato nell’inchiesta come il «promotore e organizzatore». Altri arrestati avevano il compito di procacciare i voti e di fungere da collegamento tra i soggetti politici e gli ambienti della criminalità organizzata legati ai clan Ventura e Spartà. Giuseppe Picarella, titolare e gestore di strutture sanitarie, garantiva assunzioni ai soggetti che promettevano il loro sostegno elettorale ai candidati.

SAN CARLO CANAVESE: 38ENNE DISOCCUPATO SI SPARA NEL GARAGE, NON RIUSCIVA A PAGARE LE BOLLETTE (Era solo un italiano…)

san carlo
11 Maggio 2016, ore 09:27
San Carlo. È andato in garage, ha chiuso la serranda, ha estratto una pistola e si è sparato un colpo alla tempia. Uno sparo che nessuno ha sentito, tanto che il suo corpo è stato ritrovato solo il giorno dopo dalla moglie, che nel frattempo ne aveva denunciato la scomparsa ai carabinieri. A decidere di farla finita così è stato un uomo di 38 anni, padre di famiglia, da qualche tempo disoccupato. Nessun dubbio sul fatto che sia stato un gesto volontario, anche perché lui stesso ha lasciato una lettera d’addio. Poche righe per chiedere scusa per il gesto che stava per compiere. Senza però spiegare il perché, anche se proprio le difficoltà economiche potrebbero aver avuto un ruolo decisivo nella tragica decisione.
 
L’uomo, padre di due adolescenti, era una persona molto riservata, anche se alcuni amici da tempo avevano il sentore che qualcosa non andasse, dato che non riusciva a trovare un posto di lavoro. In passato impiegato come autista,qualche tempo fa aveva aperto una macelleria a Druento con la moglie ma anche questa avventura non aveva portato ai risultati sperati, tant’è che il negozio era stato chiuso nel dicembre scorso.
 
Ma potrebbe non essere l’unico motivo che lo ha spinto al gesto estremo, anche perché soffriva da tempo di depressione. Anche se nessuno ha confermato, pare che l’uomo nell’ultimo periodo avesse chiesto aiuto alla parrocchia per il pagamento delle bollette e per ricevere dalla Caritas qualche busta alimentare. E questo nonostante la moglie continuasse a lavorare presso la mensa di una casa di riposo. Un lavoro che le aveva procurato il diacono della parrocchia di San Carlo e che le aveva permesso dare un po’ di respiro a tutta la famiglia.
 
Lunedì nella casa di famiglia sono arrivati i carabinieri e gli uomini della Procura di Ivrea, a cui spetterà il compito di fare chiarezza sulla vicenda. «Un atto dovuto», fanno sapere dalla Procura, che ha già dato il via libera per le esequie, che si dovrebbero tenere giovedì pomeriggio nella chiesa cittadina.
 
Sgomento l’intero paese, così come è visibilmente scosso il primo cittadino di San Carlo, Ugo Papurello: «Una tragedia che non è facile commentare spiega -. In passato abbiamo cercato di dargli una mano, trovandogli una casa consona per la sua situazione economica. Ma era una famiglia molto riservata e schiva, che per orgoglio, credo, ha sempre cercato di andare avanti con le proprie gambe, senza attendere gli aiuti altrui. Ma in questo momento bisogna lasciare lo spazio al silenzio e al ricordo di quest’uomo».