Manifestazioni e scioperi contro il Jobs Act: la Francia rischia la paralisi, caos a Parigi

i cosiddetti antagonisti italioti invece preferiscono mandare all’ospedale gli antagonisti del governo Renzi. I nostri antagonisti non protestano contro il governo amico, vedi filosofia cacciari sull’abolizione del senato, la ritiene una porcata ma voterà sì. Agli ordini, compagni.
I sindacati francesi hanno indetto UNA SETTIMANA DI sciopero. Quante ne son state indette in italia contro il job act?
 
Molti video su come si protesta VERAMENTE al di là di proclami e passerelle
 
Il governo Valls sta forzando la mano per far approvare la riforma del lavoro. Hollande: su questa legge non cederò. Tensione nella capitale
 
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AP
Un momento degli scontri a Parigi
17/05/2016
 
leonardo martinelli
parigi
 
Sono giorni da incubo che attendono da oggi il governo di Manuel Valls, che sta forzando la mano in Parlamento per far approvare la legge di riforma del mercato del lavoro, il Jobs Act in salsa francese: manifestazioni generali e scioperi in diverse categorie sono previsti a partire da martedì. E la situazione è già degenerata: i primi scontri fra polizia e manifestanti ci sono stati a Nantes, dove sono stati fermati otto giovani. Problemi anche a Rennes, già teatro di scontri violenti nei giorni scorsi. A Parigi giovani mascherati, si sono confusi tra i manifestanti per creare disordine. In piazza c’erano 12.000 persone secondo le autorità, 55.000 per i sindacati. La polizia ha lanciato gas lacrimogeni e ha fermato almeno 49 dimostranti in una giornata di guerriglia durante una nuova manifestazione di protesta organizzata da sindacati e studenti. Bernard Cazeneuve, ministro degli Interni, ha annunciato che dopo le manifestazioni di oggi, 53 persone hanno ricevuto il divieto ufficiale del ministero di partecipare a qualsiasi manifestazione futura (per ora a tempo indeterminato).
 
La protesta a Parigi contro la riforma sul lavoro si trasforma in guerriglia
 
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LA POSIZIONE DEI SINDACATI
In strada contro la “El Khomri” – la legge prende il nome da Myriam El Khomri, ministra del Lavoro, e introduce maggiore flessibilità: soprattutto rende più facile il ricorso al licenziamento economico, in particolare nelle imprese più piccole. Al momento attuale solo la Cfdt, uno dei due più grandi sindacati francesi, tradizionalmente più moderato, è favorevole alla riforma. Assolutamente contraria, invece, l’altra grande forza sindacale, la Cgt (equivalente della Cgil italiana) e altri sei sindacati nazionali (Fo-Force Ouvrière, Fsu, Solidaires, Unef, Unl e Fidl). Martedì e giovedì queste sette organizzazioni hanno indetto due giornate di proteste e manifestazioni.
 
Scontri in piazza a Parigi tra i giovani contro la riforma del lavoro e polizia
 
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SCIOPERI PER CATEGORIA
Hanno iniziato nella notte tra lunedì e martedì gli autotrasportatori, che sono tra i più accaniti contro la legge (soprattutto sulla possibilità di ridurre il pagamento degli straordinari, prevista dalla El Khomri). Martedì mattina in 3mila erano già riusciti a bloccare la zona portuale di Le Havre. Problemi anche per il trasporto urbano a Parigi, man mano che i lavoratori abbandonano il posto di lavoro per partecipare alla manifestazione. Per le ferrovie (Sncf), invece, la giornata clou sarà mercoledì: forti perturbazioni sono attese, in particolare per le linee Rer, che collegano Parigi alla sua periferia (tre treni su quattro dovrebbero essere soppressi). Altro settore di punta in questa ondata di proteste è quello petrolchimico: i sindacati prevedono «una riduzione progressiva della produzione da martedì» e uno sciopero generale venerdì.
 
HOLLANDE (STRANAMENTE) DURO
Il presidente, in genere criticato per la sua debolezza, si è invece mostrato deciso stamani a dare battaglia. «Non cederò: la legge passerà», ha detto, ricordando che il provvedimento è «il frutto di un compromesso». In effetti la El Khomri è già stata ampiamente rivista, cedendo alle richieste del sindacato (e per gli imprenditori è stata svuotata delle sue misure più importanti). Ma la scorsa settimana, non potendo contare sulla maggioranza assoluta dei consensi all’Assemblea nazionale, Valls e Hollande hanno deciso di ricorrere a una procedura d’emergenza (articolo 49.3 della Costituzione), che consente l’approvazione di una legge senza il voto in aula. Lo stesso faranno nel Senato, dove il provvedimento sarà esaminato in giugno, e quando ritornerà ai deputati per la seconda lettura. La legge dovrebbe essere approvata definitivamente entro la fine di luglio.
 
UNA PARTITA GIA’ PERSA?
Secondo alcuni osservatori, questa battaglia dei sindacati contro il Governo sarebbe già persa in partenza, proprio perché contro la procedura del 49.3 c’è poco da fare. E perché, nell’ultima giornata di manifestazioni, il 12 maggio, erano scesi in piazza in 55mila, contro i 390mila dello scorso 31 marzo. Ma un sondaggio dell’istituto Bva, reso noto stamani, indica comunque che il 54% dei francesi è favorevole alle proteste contro Valls e Hollande sulla legge. Proprio la partecipazione alle manifestazioni di oggi sarà un elemento importante per valutare il futuro di questo braccio di ferro fra i lavoratori e il governo.
 
 
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AFP
 
03/05/2016
leonardo martinelli
 
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REUTERS
 
12/05/2016
Leonardo Martinelli
 
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AFP
 
11/05/2016
Paolo levi
 
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CLAMOROSA RIFORMA FISCALE DI ORBAN: IRPEF AL 15% PER TUTTI, RIMBORSI ASILO A FAMIGLIE CON FIGLI, BENEFIT AI CONTRIBUENTI

brutto cattivo razzista euroscettico e cattivo populista,  da soldi alla gente e non le ammazza di tasse come fa il bravo servo della Lagarde (FMI) il ribelle Tsipras, tanto europeista e quindi dalla parte giusta della storia….
 
04/03/2016
 
BUDAPEST – Che il governo Orban faccia prima di tutto gli interessi del popolo ungherese è chiaro da tempo: taglio dei costi di luce gas e riscaldamento, aumento del 20% delle pensioni, taglio delle tasse sugli immobili, insomma, un insieme di decisioni che hanno portato l’Ungheria grazie a Orban a livelli di benessere diffuso e vero e proprio boom economico, tanto che il Pil è atteso in crescita per il 2016 ad oltre il 3%.
 
Dato questo quadro, probabilmente ci si poteva aspettare che Orban si fermasse, con le riforme veramente a favore dei cittadini, ed invece no.
 
E’ di questi giorni la notizia delle nuove regole per le tasse: la tariffa forfettaria dell’imposta sul reddito delle persone fisiche è stata ridotta dal 16% al 15%. Ciò si traduce per le persone fisiche in un risparmio di 1.000 HUF per ogni HUF 100 000 del reddito imponibile ottenuto solo con il cambio del tasso di imposta. Tutti soldi che così restano in tasca ai contribuenti!
 
Il risparmio è maggiore ancora per le aziende, in quanto non vi è un calcolo speciale della passività di pagamento dell’imposta nei casi in cui il debitore (il datore di lavoro) sia tenuto a pagare l’imposta personale sul reddito in proporzione a determinate prestazioni.
 
In primo luogo, il valore di benefit deve essere moltiplicato per un fattore di correzione ai fini fiscali (che è 119% nel 2015), Tale base imponibile rettificata deve poi essere moltiplicata per il tasso di imposta sul reddito personale.
 
Sembra complicato, ma non lo è: per effetto di quanto descritto sopra, la responsabilità di pagamento dell’imposta nel caso di tali benefit sarà ridotta più del tasso d’imposta stesso. Nel caso di fringe benefits (buoni Erzsébet , mensile, abbonamenti ai trasporti locali etc.) la responsabilità effettiva del pagamento sarà ridotta del 1,19% (dal 35,7% al 34,51%). In conclusione la riduzione del tasso di imposta sul reddito personale avrà un effetto positivo sia sugli individui, sia sulle imprese che forniscono reddito ai dipendenti sul quale il datore di lavoro deve pagare le tasse.
 
E non basta:  per effetto del decreto governativo in vigore in questo caso dal 1° agosto 2015 vi sono importanti cambiamenti per quanto riguarda i rimborsi spese per recarsi al lavoro, riguardanti sia i dipendenti che i datori di lavoro.
 
Leggete con attenzione, poi pensate a cosa invece tocca vivere in Italia: i genitori i cui figli sono in fase pre-scolare o all’asilo nido e che utilizzano l’auto invece dei trasporti pubblici, hanno diritto a ricevere un rimborso di HUF 9 / km tra la loro abitazione e il loro posto di lavoro, nel caso che siano pendolari provenienti da fuori i confini amministrativi del loro posto di lavoro.
 
L’importo del rimborso non è influenzato dalla posizione della scuola materna o dell’asilo nido (che i genitori quindi possono scegliere liberamente)  ed entrambi i genitori hanno diritto a ricevere tale rimborso.
 
Il datore di lavoro degli aventi diritto al rimborso in questione è dunque tenuto a fornire tale rimborso. Un altro cambiamento nella legislazione stabilisce che il datore di lavoro – in base alla propria decisione – può rimborsare i genitori i cui figli sono in fase pre-scolare e / o all’asilo nido per il tragitto che compiono per recarsi a lavoro, anche se i genitori sono pendolari entro il confine amministrativo del posto di lavoro. Il rimborso non è obbligatorio in questi casi, ma i 9 HUF / km possono essere rimborsati esentasse.
 
E’ finita qui? No!
 
Dal 1° gennaio 2016 sono state introdotte – col decreto firmato dal presidente Orban – due categorie di contribuenti speciali con diverse conseguenze legali. I contribuenti affidabili riceveranno benefit, mentre ai contribuenti a rischio sono riservate regole più rigide.
 
Parliamo quindi dei contribuenti affidabili e dei vantaggi che tali soggetti fiscali ricevono in Ungheria (in Italia invece i contribuenti se li possono solo sognare).
 
L’Agenzia delle Entrate classificherà come affidabile un contribuente che soddisfi tutti i criteri dati tra cui: almeno tre anni di operatività ininterrotta (o di registrazione della partita IVA), non più di 500.000 fiorini di debito fiscale netto e il non essere classificato come un contribuente rischioso.
 
Ulteriori condizioni sono che nell’anno in questione e nei cinque anni precedenti:
 
• la differenza di imposta sulle spese dei contribuenti non superi il 3% del rendimento fiscale dell’anno in questione
 
• il contribuente non sia sotto procedura di esclusione
 
• il contribuente non sia in fallimento o in procedura di liquidazione, di cancellazione forzata o di supervisione da parte dell’autorità fiscale
 
• il codice fiscale del contribuente non sia sospeso o sotto procedura di annullamento
 
Inoltre, il contribuente non può essere classificato come affidabile se la somma delle penalità predefinita nei due anni precedenti l’anno in questione eccede l’1% della performance fiscale dell’anno in questione.
 
I contribuenti affidabili riceveranno i seguenti vantaggi:
 
• in determinate condizioni la verifica fiscale del contribuente non può eccedere i 180 giorni di durata; se il contribuente non riesce a compilare – o compila in modo non esatto – la sua nota fiscale, i suoi obblighi di presentazione e di rendicontazione, l’Agenzia delle Entrate lo inviterà ad adempire al proprio obbligo o correggere le informazioni presentate senza imporre alcuna sanzione predefinita. La sanzione predefinita può essere applicata solo se il contribuente non risponde alla nota.
 
• la quantità massima predefinita – e le sanzioni fiscali predefinite – per i contribuenti affidabili saranno inferiori del 50% rispetto alle regole generali  (a condizione che il contribuente non perda la classificazione di affidabile a causa della sanzione emessa);
 
• nel caso di un debito fiscale massimo di HUF 500 000, l’autorità fiscale consentirà agevolazioni di pagamento gratuito per 12 mesi in base alla richiesta del contribuente o in modo automatico, se il contribuente accetterà la nota.
 
Ecco, questa è l’Ungheria di Orban e queste sono le regole fiscali volute e messe in atto da Orban.
 
Adesso pensate a quelle dell’Italia e del signor Renzi.
 

Artigiano si uccide, il fratello: “Gli hanno spostato la pensione al 2025”

nessuno in piazza contro la legge fornero, anzi sono stati lanciati strali contro il partito che ne chiede l’abolizione, con tanto di squadristi al seguito.
 
In provincia di Padova un elettricista si toglie la vita: alla base del suicidio ci sarebbe lo choc dopo aver scoperto di dover attendere dieci anni per la pensione. Il fratello: “Lavorava da quando era giovanissimo”
Ivan Francese – Mer, 24/02/2016 – 17:57
Un altro suicidio di Stato? Sarebbe l’ennesimo.
 
La tragedia stavolta è andata in scena a Vigonza, in provincia di Padova: lunedì sera un elettricista di 57 anni, Guglielmo Pantano, si è tolto la vita nel garage di casa.
 
artigiano
Ancora ignote le cause del decesso, anche se si sospetta che l’uomo avrebbe potuto essere depresso.
 
Tuttavia, come riporta il Mattino di Padova, tra i motivi dell’insano gesto potrebbero esserci gli effetti della legge Fornero, che avrebbe indotto l’uomo a rimandare il momento della pensione al 2025.
 
“Guglielmo non aveva problemi economici – assicura il fratello Silvano Pantano – Anche se le cose non andavano come negli anni passati, quando avevamo grosse commesse, qualche lavoretto lo avevamo sempre. Il nostro mestiere oggi è come il Pronto soccorso, interventi flash. Ma le prospettive erano più che buone perché avevamo in vista dei lavori importanti.”
 
“Mio fratello aveva i requisiti per andare in pensione – spiega -l’età ce l’aveva da un po’ perché aveva cominciato a lavorare giovanissimo. Aveva fatto 13 anni da dipendente e si era licenziato, con la liquidazione si è pagato i versamenti per avere i 20 anni garantiti. Ma quando un anno e mezzo fa era andato a verificare, gli hanno detto che i contributi da lavoratore autonomo e i versamenti non vengono considerati. E gli hanno mandato una lettera in cui scrivevano che sarebbe andato in pensione nel 2025. Non l’aveva presa bene, per lui è stata una batosta. Aveva raggiunto il minimo, ma non gliel’hanno conteggiato”.

Liguria: Disastro Fornero, in 10mila con 40 anni di lavoro. Ma senza pensione

ma non si può dire male della legge Fornero, altrimenti si è come Salvini, disse il piddino
 
La commissione regionale Attività produttive l’altro giorno ha ascoltato il comitato ligure dei “lavoratori precoci”. Una stima prudente fa ritenere che siano almeno 10.000 i casi in Liguria.
«Rete a Sinistra si è impegnata per favorire questa audizione, perché il problema rischia di passare sotto silenzio – ha dichiarato il consigliere regionale Gianni Pastorino – stiamo parlando di persone che hanno iniziato a lavorare molto presto, intorno ai 14-18 anni, e che oggi, alle soglie della pensione, sono fra i più penalizzati dalla riforma Fornero. Persone che hanno già lavorato almeno 40 anni, e che ora rischiano di andare in pensione non prima dei 43 e, in prospettiva, dei 45 anni».
Il comitato dei lavoratori ha sottoposto alla commissione una serie di proposte molto articolate, dimostrando che i dati su cui è basata la riforma sono del tutto fallaci: «Prima di tutto l’aspettativa di vita, che è calcolata sulla media della popolazione vivente. Quindi oggi, con un calo drastico delle nascite, l’aspettativa di vita risulta più alta. Un’assurdità, questo dato non è realistico».(…)
 
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Mag 14th, 2016

Chiama due imbianchini immigrati: la picchiano e le occupano casa

la vittima è una donna, ma è stata aggredita e derubata dalla RISORSE quindi CENSURA E NIENTE AIUTO
Una donna malata di Thiene è stata caccitata dalla sua casa da due immigrati cui aveva chiesto di imbiancare le pareti. E la polizia non può cacciarli
Claudio CartaldoLun, 16/05/2016 – 12:35
 
Televisore, cucina, camere da letto. Tutto compreso e gratis, anzi: abusivo. Due immigrati nordafricani hanno occupato la casa di una donna malata, dopo aver ricevuto l’incarico di imbiancarle la casa.
 
imbianchino
Una occupazione a tutti gli effetti, che nessuno può bloccare. Non la donna, che è anche stata picchiata quando ha provato a rientrare nella sua dimora. Né la polizia, che non può intervenire.
 
Questa, assurda, vicenda viene da Thiene. La giovane donna, Tiziana, ha ereditato la casa e, sperando di poterla rinnovare con una imbiancata, ha chimato due uomini per stendere la vernice. Peccato che, una volta entrati in casa, non ne sono più usciti. Hanno occupato l’appartamento, senza più lasciarlo da oltre un anno.
 
I due, peraltro, sono pregiudicati per detenzione e spaccio di droga. Conosciuti alle forze dell’ordine che non possono nemmeno intervenire. La cosa ancora più assurda, è che Tiziana è anche costretta a pagare le utenze di luce e gas, per paura di ritorsioni e minacce. “Mi ha aperto un tizio che ha detto di chiamarsi Adil o qualcosa di simile – racconta davanti al picchetto radunato di fronte alla sua casa – sul divano c’era un altro tipo di colore di nome Mohamed. Ho chiesto loro di lasciarmi entrare in casa, ma mi hanno spintonata e scaraventata per terra. Sono finita al pronto soccorso. Ho chiamato i carabinieri. Sono venuti, ma mi hanno detto che non possono fare niente, che la legge impedisce loro di entrare e buttarli fuori. Mi hanno detto che non posso nemmeno cambiare la serratura. Sono due pregiudicati, sono sottoposti all’obbligo di dimora in casa mia. E’ pazzesco”.
E così ieri il “comitato Prima Noi” è andato in aiuto di Tiziana “per capire chi abita la casa occupata della signora che ci ha segnalato l’abuso”. “Questa casa va liberata al più presto – commenta Alex Cioni, responsabile del comitato – e riconsegnata alla legittima proprietaria. Diamo una settimana di tempo alle Autorità competenti per fare il loro lavoro, altrimenti chiameremo a raccolta le persone per bene al fine di ripristinare la legalità. L’ultimatum scade sabato prossimo”.

Ruba un Pocket Coffee: multato per 7500 euro

A Sondrio un uomo è stato condannato a pagare una multa di valore cinquemila volte superiore a quello del cioccolatino che aveva sgraffignato al supermercato
Ivan FranceseLun, 16/05/2016 – 10:59
Settemilacinquecento euro di multa per aver rubato un cioccolatino del valore di appena un euro e cinquanta centesimi.
 
poket
Sembra paradossale ma è realtà: la vicenda arriva da Sondrio, dove il tribunale ha stangato un trentatrenne reo di aver rubato dallo scaffale di un supermercato un cioccolatino “Pocket Coffee” del costo di 1,59 euro. Il classico dolcetto al cioccolato ripieno di caffè liquido è costato carissimo all’improvvido ladruncolo, che per una serie di cavilli giudiziari si è ritrovato a pagarlo una cifra esorbitante.
 
L’accusa di furto è stata aggravata dall’ “aver commesso il fatto su cosa esposta alla pubblica fede” e dal fatto che il responsabile non si trovava in stato di necessità. Inoltre pare che l’uomo responsabile del furto avesse già una recidiva per reati contro il patrimonio.
Al netto di molte attenuanti, la pena finale sarebbe stata di trenta giorni di reclusione e cinquantanove euro di multa: convertibile (e convertita) in pena pecuniaria al tasso di 250 euro per ogni giorno di detenzione. Tutto calcolato, oltre settemilacinquecento euro.

I morti per suicidio non esistono

le donne tanto care alla società civile per bene, sono oggetto di interesse a seconda di come muoiono. Un pò come l’assicurazione sulla vita, i parenti incassano a seconda di come muore chi ha stipulato la polizza.
Articolo pubblicato il 01-05-2016 alle ore 22:19:54.
suicidio
I morti per suicidio non esistono
 
Da un paio di anni a questa parte è arrivato nel Biellese, non sappiamo da chi, forse da qualche magistrato, l’ordine di non dare più notizia dei suicidi. I morti per suicidio non esistono, tranne quando creano code sulla tangenziale. Chi ha dato quell’ordine sappia che oggi ha contribuito alla morte di una mamma di 42 anni.
 
I suicidi non sono notizie, dicono certi pseudo giornalisti, velinari del potere, sepolcri imbiancati. Viene da vomitare pensando a questa “informazione” così finta  e così bigotta.
 
Di suicidio, invece, non si parla mai abbastanza. Come non si parla abbastanza di quegli psichiatri della mutua, nel senso di servizio sanitario pubblico, che pretendono di curare moltitudini di pazienti sfornando ricette con la fotocopiatrice. Un po’ di Tavor.. un po’ di Entact…
 
Bisognerebbe anche avere il coraggio di mostrare i corpi spiaccicati sul greto del torrente Cervo. Con la speranza che possano  avere lo stesso effetto del corpo senza vita di quella bimba siriana trovata su una spiaggia turca.
 
Un tempo, per fortuna lontano, il cancro non era cancro, ma un “male incurabile”. Speriamo arrivi presto il momento in cui anche il suicidio possa essere semplicemente un suicidio.
 
La donna che si è uccisa oggi ha lasciato due bambini piccoli. Questi bambini hanno perso la mamma per una malattia. Morire di cancro, leucemia o depressione non fa differenza. L’unica differenza è che di suicidio non si può parlare.

Si butta dal ponte della tangenziale: ennesimo suicidio a Biella

tre in una settimana, di cui non avete sentito parlare. Le autorità che fanno? Pensano alle barriere, come se chi in difficoltà economica che vede il suicidio come unica via di uscita non trovasse un altro modo.
Sarà colpa di cani e gatti anche dei suicidi per “papa” Francesco?
  
Si pensa a barriere protettive
Articolo pubblicato il 16-05-2016 alle ore 14:04:09
tangenziale
Foto d’archivio
 
Ha scelto la domenica notte per farla finita. Il suo corpo senza vita è stato trovato quesa mattina sotto il ponte della tangenziale di Biella, sul greto del torrente Cervo. Si tratta di un uomo di 50 anni, e il suo cadavere è stato scoperto da alcuni operai che lavorano nel cantiere allestito nell’area sottostante il ponte. Si tratta dell’ennesimo epiodio di questo genere che accade nel viadotto alla periferia di Biella: a beve dovrebbero essere installate delle barriere di protezione abbastanza alte da rendere molto difficoltoso il superamento.