LE BOURRAGE DE CRANE PRO-DAECH OU PRO-CHARLIE REND BETE. MAIS LA REPRESSION CONTRE LES ANTI-CHARLIE REND FOU …

LM avec PCN-SPO et RT/ 2015 01 29/

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 … France: Ahmed, 8 ans, entendu par la police pour “apologie du terrorisme” !

Une école primaire a porté plainte contre un petit garçon (belle mentalité du corps enseignant), qui avait indiqué en classe se sentir “du côté des terroristes”. Son avocat, Me Sefen Guez, a dénoncé avec raison et bon sens sur BFMTV “l’état d’hystérie collective” aujourd’hui en France, qui “amène un gamin de 8 ans à être auditionné par la police” !

 Au départ de cette histoire, il y a un tweet, rédigé par Me Sefen Guez Guez, un avocat du sud de la France. Le mercredi 28 janvier dernier, un enfant de 8 ans scolarisé en CE2 (troisième primaire) à Nice a été entendu par la police. Motif: au lendemain de l’attentat contre Charlie Hebdo, lors d’une discussion en classe, il aurait tenu des propos de “solidarité” avec les terroristes. “Je suis du côté des terroristes, car je suis contre les caricaturistes du prophète”, aurait-il déclaré en réponse à la question du professeur “êtes-vous Charlie?”.

C’est l’instituteur de l’enfant qui a rapporté les faits, ensuite signalés à la police par le directeur de l’école. “On a convoqué l’enfant et son père pour essayer de comprendre comment un garçon de 8 ans peut être amené à tenir des propos aussi radicaux”, a expliqué sans rire et sans honte à l’AFP le directeur départemental de la sécurité publique, Marcel Authier. Instituteur délateur contre un enfant et flics : tout çà existait sous un précédent régime disparu en 1945, le IIIe Reich nazi …

Après avoir été entendu 30 minutes, l’enfant a “joué avec des jouets pendant l’audition de son père civilement responsable”, rapporte l’AFP. Si les représentants de l’école primaire ne se sont pas encore exprimés sur l’affaire, du côté de la police on précise: “On peut regretter que ça ait pris la forme d’une audition formelle, mais compte tenu de l’importance de ces déclarations et du contexte, il nous a semblé qu’on pouvait aller un petit peu plus loin.”

La nouvelle s’est rapidement répandue sur les réseaux sociaux. Entre consternation et amusement.

L'”apologie d’acte de terrorisme” est punie par la loi en France. La peine encourue peut aller jusqu’à sept ans de prison et 100.000 euros d’amende. Dans le cas présent, concernant un mineur de moins de 10 ans, il n’est bien sûr pas question de sanctions aussi lourdes. Selon le site officiel de l’administration française (lire ici), la sanction pénale imposée à un enfant de moins de 10 ans et doté de discernement consiste “seulement [en] des mesures éducatives”.

Précision : les parents de sont pas de dangereux salafistes. D’après Me Sefen Guez Guez, les parents ont bien expliqué à leur enfant que “le terrorisme, c’est mal”.

 Commentant les projets de « patriot act européen », j’écrivais que « 1984 c’était demain ». Je me trompais. 1984  c ‘est déjà maintenant. Et le grand visionnaire Orwell s’est simplement trompé d’année : 1984 c’est 2015 …

 LM

Lo strano caso del senatore Ciampi: percepisce tutta la diaria con il 100% di assenze

È un tecnico responsabile, moralmente superiore ed imparziale quanto estraneo alla logica di agio dei politici…..

Di Eugenio Cipolla, il 26 gennaio 2015

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Ci sono un paio di domande che sin dal 1948 turbano i sogni dell’italiano medio: quanto servono i senatori a vita? Sono davvero utili per il paese? Dare la risposta corretta ovviamente non è facile. Questo perché spesse volte la verità altro non è che un mero punto di vista. E questo è uno di quei casi. Quando nel nostro paese si apre la polemica sul ruolo dei senatori a vita, di solito si sfidano due fazioni: quelli contrari (destra) e quelli favorevoli (sinistra). I primi sostengono che i senatori a vita non hanno nessuna funzione, se non quella di appoggiare i governi di sinistra in difficoltà con i numeri, mentre i secondi asseriscono che non si può svilire con mere illazioni i meriti di coloro che, secondo quanto sancito dall’articolo 59 della nostra Costituzione, «hanno illustrato la Patria per altissimi meriti nel campo sociale, scientifico, artistico e letterario».

Ora, pur di evitare ulteriori sterili polemiche, si potrebbe bollare il tutto come una questione di opinioni. Si potrebbe, ma i numeri della loro attività in Senato forniti da Openpolis, associazione che da anni si occupa di monitorare l’attività dei Parlamentari italiani, invitano a fare il contrario. Vediamo perché. Attualmente in Senato ci sono sei senatori a vita, quattro di nomina presidenziale e due di diritto (ossia ex presidenti della Repubblica cessati dal mandato): Elena Cattaneo, Mario Monti, Renzo Piano, Carlo Rubbia, Carlo Azeglio Ciampi e il fresco dimissionario Giorgio Napolitano. E, a giudicare dai numeri della loro attività, non si danno proprio un gran da fare.

Prima di entrare nel dettaglio, è bene precisare che anche i senatori a vita, così come tutti i senatori ordinari, ricevono un trattamento economico composto da indennità, spese per l’esercizio del mandato, rimborsi e soprattutto diaria. Quest’ultima si quantifica in 3.500 euro al mese, ma varia a seconda di alcune condizioni. Scrive il sito del Senato: «Sono previste decurtazioni per ogni giornata di assenza dai lavori parlamentari. In particolare è penalizzata l’assenza dalle sedute delle Commissioni e delle Giunte in cui si svolgano votazioni; per quel che riguarda i lavori dell’Assemblea, la decurtazione della diaria si applica se il Senatore non partecipa almeno al 30 per cento delle votazioni effettuate nell’arco della giornata». Tuttavia, se un senatore risulta in missione per conto del gruppo di appartenenza o di una Commissione che presiede, è come fosse presente ai fini del calcolo della diaria. E questo è un particolare non da poco.

Ciò significa che se Mario Monti non partecipa al 100% delle votazioni, non percepirà tutti i 3.500 euro, ma solo una parte. Ed effettivamente è così, perché l’ex presidente del Consiglio, nominato senatore a vita in pompa magna da Giorgio Napolitano qualche giorno prima di prendere il posto di Silvio Berlusconi a Palazzo Chigi, in Senato, nel corso della XVII° Legislatura, ha partecipato solo al 15,18% delle votazioni (contro una media del 75,50%), risultando assente 21,41% delle volte (contro una media del 17,66%) e in missione il 63,40% (contro una media del 6,84%). Queste percentuali pongono due problemi piuttosto seri: la scarsa presenza di Monti in Aula e il fatto che l’ex premier percepisca la gran parte della diaria per essere perennemente in missione (6 volte su 10). Cos’abbia di così importante da fare, non è lecito saperlo, ma a guardare i dati relativi ai suoi colleghi senatori a vita, sembra che il problema sia piuttosto comune.

Elena Cattaneo, ad esempio, si mantiene pressappoco sui livelli di Mario Monti: 17,27% di presenze, 45,71% di assenze, 37,02% di missioni. Mentre Renzo Piano, uno dei più grandi architetti di fama mondiale, sbaraglia tutti, avendo partecipato solo allo 0,12% delle votazioni (8 su 6515), risultando assente nel 9,27% dei casi e in missione il 90,61% delle volte. Solo Carlo Rubbia, almeno sotto il profilo diaria, è l’unico che ha usufruito pochissimo dello strumento delle missioni: solo il 3,98% delle volte, anche se ha una percentuale di assenze dell’83,85% e un tasso di presenze di appena 12,17%.

E i senatori a vita di diritto, ossia gli ex presidenti della Repubblica? Su Napolitano, essendosi dimesso da qualche giorno, c’è poco da dire, perché l’ex capo dello Stato si starà godendo sicuramente un periodo di “meritato” riposo, anche se in molti assicurano che continuerà a partecipare alla vita democratica del paese. Diverso, invece, il discorso per Carlo Azeglio Ciampi. Dallo scorso anno l’ex presidente della Repubblica è afflitto da diversi problemi di salute che gli rendono impossibile partecipare alle sedute in Senato. Eppure, spulciando i dati relativi alle sue presenze, si nota un’anomalia: in questa Legislatura Ciampi risulta sempre in missione, con una percentuale record del 100%. Su 7719 votazioni elettroniche, l’ex governatore della Banca d’Italia è stato 7719 volte in missione.

Un dubbio assale chiunque si trovi a consultare questi dati: come è possibile essere sempre in missione? Come è possibile nel caso specifico di Ciampi, convalescente da lungo tempo? Tra l’altro il regolamento del Senato, così come quello della Camera, non prevede la registrazione del motivo dell’assenza al voto del parlamentare. Non si può distinguere, pertanto, l’assenza ingiustificata da quella, ad esempio, per ragioni di salute. Tanto più se il senatore è in missione. A questo punto delle cose, onde evitare anche facili illazioni, è sicuramente d’obbligo fare una riflessione: che uno come Ciampi a 94 anni possa aver architettato direttamente tutto questo, dopo essere stato premier, ministro del Tesoro, governatore di Bankitalia e Presidente della Repubblica, è piuttosto difficile. Anzi, forse è addirittura impossibile. Ma che dietro ci sia la mano di qualcuno che nel gruppo Misto (quello al quale è iscritto Ciampi) intende compiacere l’ex Presidente della Repubblica, magari anche a sua insaputa, è piuttosto probabile. Sta di fatto che, almeno nella Legislatura in corso, gli italiani hanno già pagato a Ciampi ben 73.500 euro che si potevano benissimo risparmiare.

http://www.qelsi.it/2015/lo-strano-caso-del-senatore-ciampi-percepisce-tutta-la-diaria-con-il-100-di-assenze/