Isis fa esplodere le mura di Ninive, la furia cieca devasta il patrimonio artistico

giovedì, 29, gennaio, 2015

Le mura assire della città di Mosul, il sito storico più importante della regione di Ninive, risalenti all’ottavo secolo avanti Cristo, sono solo l’ultimo monumento iracheno a scomparire per sempre, sotto la furia cieca dei jihadisti dello Stato islamico (Is). La loro interpretazione estremista del Corano li spinge a considerare inammissibili edifici risalenti all’epoca pre-islamica, ma anche quelli riconducibili ad altre fedi o ad altre sette dell’Islam o quelli in cui si onorano leader religiosi defunti.

Il sito Shafaq News ha riferito che nei giorni scorsi l’Is ha minato con grossi quantitativi di esplosivo le mura che sorgevano nel quartiere Tahrir, distruggendole quasi completamente. La scorsa estate la stessa sorte era toccata alla moschea intitolata al profeta Giona, sempre a Mosul, considerata uno dei più importanti monumenti storici e religiosi dell’Iraq e luogo di pellegrinaggio di musulmani sia sunniti sia sciiti.

Per dare maggiore enfasi al loro gesto, i miliziani jihadisti hanno costretto la popolazione locale ad assistere alla distruzione della moschea, compiuta con bulldozer e picconi. Poco prima, lo stesso sedicente califfato si vantava di aver distrutto decine di moschee e santuari nella provincia di Ninive, dove si trova Mosul. Sui social media, pubblicava un bilancio di almeno quattro santuari sunniti o statue sufi demolite, oltre a sei moschee sciite.

Bulldozer ed esplosivo dei jihadisti non hanno risparmiato, ovviamente, i luoghi di culto cristiani. Nella migliore delle ipotesi, croci e altri simboli del cristianesimo sono stati asportati dalla chiese. In altri casi, come in quello di un’antica statua della Madonna a Mosul, si è trattato di interventi distruttivi.

Lo scorso dicembre, militanti dell’Is hanno danneggiato l’antica cittadella di Tal Afar. Gli estremisti hanno fatto esplodere alcune bombe nelle zone nord e ovest della cittadella, che sorge 70 chilometri a ovest di Mosul ed è di epoca assira. Gli ordigni hanno distrutto una parte dei muri antichi della fortezza.

I militanti hanno poi effettuato scavi, in cerca di oggetti antichi da rivendere, prima di far esplodere, pochi giorni dopo, i santuari dell’imam Muhsin e del sultano Waiys a Mosul.

La stessa sorte è toccata a molti edifici storici e religiosi nelle regioni della Siria controllate dall’Is. Dopo l’assalto alla città cristiana di Maalula, dove si parla ancora l’aramaico, e ai villaggi alawiti intorno a Latakia, lo scorso ottobre i jihadisti hanno distrutto un santuario sufi nella città di Busaira, nell’est della Siria, vicino a Deir Ezzor. Un altro era stato distrutto a settembre nella stessa zona.

Da quando nel 2011 è cominciata la rivolta contro il presidente Bashar al-Assad, i danni prodotti all’immenso patrimonio archeologico della Siria non si contano. I responsabili di questa distruzione non sono solo i jihadisti dell’Is, ma anche altri gruppi ribelli e lo stesso regime.

Un minareto della moschea della dinastia Omayyade di Aleppo è stato distrutto e la locale cittadella, patrimonio dell’Unesco, è stata gravemente danneggiata. Nell’oasi di Palmyra, di epoca pre-romana, molti reperti sono stati trafugati, mentre a Damasco il mosaico che riveste la moschea Omayyade è stato danneggiato da un razzo. Il Krak dei Cavalieri, fortezza crociata tra le meglio conservate al mondo, nella provincia di Homs, si è trasformata in un campo di battaglia ed è ora usata dai ribelli come deposito di armi. Adnkronos

Israele bombarda il Libano e uccide soldato Onu

Postato il  gen 29 2015 – 11:03am  di Alberto Palladino

Beirut, 29 gen – Ha raggiunto il livello di massima allerta la tensione tra Israele e gli Hezbollah libanesi. La crisi è stata scatenata qualche giorno fa dall’uccisione, da parte israeliana, di numerosi ufficiali libanesi, tra cui il ventunenne Jihad Mughniyeh e il generale dei Guardiani della Rivoluzione Mohammad Allahdadi, un ex comandante della brigata Sarollah dei Pasdaran iraniani. L’attacco era stato compiuto dall’aviazione di Tel Aviv ben oltre il confine israeliano a soli sessanta chilometri da Damasco.Da parte sua Hezbollah aveva immediatamente dichiarato che avrebbe attivato i suoi commando dislocati a difesa del confine sud del paese dei cedri.

La risposta dei miliziani non si è fatta attendere, l’emittente araba Al Jazeera ha riferito che in una “operazione d’attacco” degli Hezbollah una pattuglia israeliena è stata centrata da un missile anti-carro libanese nella zona delle Fattorie di Shebaa, settore est della “Blue Line” la linea a controllo Onu tra Libano e Israele.

Questa zona, 25 km quadrati circa, situata ai piedi del monte Hermon è un’ area di intersezione tra Siria, Libano e Israele che però ne occupa larga parte.

Considerata l’escalation i comandi militari israeliani hanno proclamato “zona militare chiusa” l’area al confine e lanciato una pesante rappresaglia aerea sulle cittadine di Kafr Shuba e Al Majidia mentre l’artiglieria pesante ha bombardato i villaggi direttamente in territorio libanese.

Tutto questo sotto gli occhi del contingente Unifil dispiegato nella zona come forza d’interposizione tra le parti in lotta che in oltre registra una tragica perdita.

Un colpo di mortaio israeliano avrebbe, infatti, colpito una postazione presidiata dai caschi blu spagnoli uccidendone uno.

Un’atto gravissimo che ha suscitato le vivaci proteste della diplomazia spagnola e la condanna della stessa Onu che ha anche lanciato una indagine per appurare cause e responsabilità.

missione Unifil è presente sulla Blue Line dal 1978 e ha ricevuto nuovo slancio dopo la guerra tra Israele e Hezbollah del 2006. Oggi conta diecimila soldati di trentasei diversi paesi di cui piu di mille italiani e seicento spagnoli come il caporale di 36 anni originario di Malaga Francisco Javier Soria Toledo rimasto ucciso. Intanto il premier Netanyahu getta benzina sul fuoco e dichiara di essere pronto a reagire “con forza, su tutti i fronti” ricordando a “quelli che vogliono sfidarci al nord a guardare cosa è successo nella Striscia di Gaza”.

Un macabro avvertimento e una chiara minaccia a Hezbollah ma anche alle milizie patriottiche di Hamas che hanno espresso la loro vicinanza ai Libanesi del Partito di Dio :” Affermiamo il diritto di Hezbollah a rispondere all’occupazione israeliana, soprattutto dopo il suo ultimo attacco a Quneitra“, ha dichiarato il portavoce Sami Abu Zuhri.

Ma da Israele si alzano toni di minaccia che investono anche la Siria e l’Iran accusati di spalleggiare i patrioti libanesi e palestinesi.Il ministro Gentiloni ha espresso in una nota la sua preoccupazione per l’escalation e le sue condoglianze per il soldato Onu ucciso.

Tuttavia, ad oggi, con la Siria dilaniata dalla guerriglia terroristica di Isis e dai ribelli “moderati” supportati dalla coalizione di Obama e con un Libano instabile che fronteggia nemici interni ed esterni la situazione della sponda est del mediterraneo appare quanto mai disperata.

Alberto Palladino

http://www.ilprimatonazionale.it/esteri/israele-bombarda-il-libano-e-uccide-soldato-onu-15337/

Tsipras, Kammenos e il rischio di una Grecia putiniana

Non appena Tsipras ne dice una giusta, cioè che le sanzioni alla Russia sono da togliere, ecco che chi lo ha sostenuto comincia ad attaccarlo.

Proprio adesso che Marino presiede ad un film in onore delle grandi ribelli Pussy riot, quelle che per protestare contro Putin si infilano polli nella vagina, sì, gli è stato dedicato un film. Proprio ora che hanno riattivato Navalny, il galoppino del dip Usa per una primavera russa…..

Le Pussy riot che piacciono tanto a la sinistra al caviale….come anche l’Internazionale che non perde occasione per tirar fuori altre cosucce…vedi art a parte….

Pubblicato:  28/01/2015 11:50 CET    Aggiornato:  28/01/2015 11:51 CET  

A pochi giorni dalla vittoria elettorale di Syriza, la Grecia ha già un nuovo governo, formato a tempo di record dal partito di Tsipras in alleanza con la destra radicale greca.

Comunque la si pensi sul debito greco, ogni cambiamento politico radicale porta con sé la comprensibile speranza di un nuovo inizio.

Pure “Il Sole 24 Ore” si lascia andare a commenti elegiaci su Syriza e su Tsipras, vagheggiando con un po’ troppo ottimismo che la Grecia “rifondi” l’Europa. Barbara Spinelli da parte sua, attenta alle vicende europee, scrive che con Tsipras si riuscirà a fare ciò che finora manca: l’Europa politica.

Se così fosse sarebbe una cosa magnifica, ma siamo sicuri che creare l’Europa unita sia nei desideri del governo rosso-nero di Atene? O che Tsipras abbia la stoffa del leader continentale e non segua solo mere preoccupazioni nazionali? Perché qui quelli del nuovo governo Tsipras li stiamo immaginando come moderne versioni di Pericle, capaci di insegnare la democrazia all’Europa e al mondo.

Ma qualche preoccupazione è salutare averla. Due cose accomunano Syriza alla destra radicale di ANEL con cui ha formato il nuovo governo: la prima è l’opposizione alle politiche di austerità richieste dai creditori internazionali. Se ne sta scrivendo molto in questi giorni; forse pure troppo perché fa passare sotto silenzio il secondo punto di comunanza; ossia, una forte e manifesta amicizia con il Presidente russo Putin e un sostegno alle sue politiche imperiali in Europa orientale.

 I legami fra Tsipras e Russia putiniana non sono improvvisati. E’ durante la crisi fra Ucraina e Russia nel 2014 che Tsipras si reca in visita a Mosca dove incontra esponenti del governo russo; l’incontro, definito fruttuoso per quello che riguarda le nuove possibilità’ di cooperazione fra i due paesi, è di inizio maggio: la Crimea è stata annessa alla Russia manu militari da poche settimane e la comunità internazionale non ne riconosce l’annessione. Non una sola parola di censura verso la conquista russa della Crimea – il più grande attacco all’ordine europeo dalla fine della Seconda Guerra Mondiale – compare fra le dichiarazioni di Tsipras di quei giorni.

Tsipras aveva già blandito il regime putiniano prestandosi a veicolare la propaganda politica putiniana sul “golpe nazista” di Kiev, quando aveva dichiarato, subito dopo la Rivoluzione di Maidan che “uno degli errori principali della politica estera condotta dall’Unione Europea è stato quello di aver espresso sostegno al nuovo governo ucraino, che ha al suo interno forze neofasciste” (certo, non si può fare una colpa a Tsipras di eccesso di attenzione a sintomi di fascismo; il problema e’ piuttosto che il leader di Syriza nelle sue frequentazioni russe non ha mai avuto modo di accorgersi del carattere autoritario dell’ordine politico russo, della compressione delle libertà civili e di espressione, degli assassini politici degli oppositori del potere, delle intimidazioni e violenze verso i pochi media indipendenti, della intolleranza verso le minoranze…).

Poi, a settembre, i deputati di Syriza nel Parlamento europeo avevano votato contro l’Accordo di Associazione fra Ucraina e Unione Europea, di fatto esprimendo un voto che va nella direzione di ciò che Putin cerca di ottenere con la sua destabilizzazione dell’Ucraina orientale: ossia mantenere il popolo ucraino nella sfera imperiale russa.

L’accelerazione è di questi ultimi giorni. Lunedì 26, il giorno dopo le elezioni greche, l’ambasciatore russo ad Atene Andrei Maslov è il primo diplomatico straniero a rendere visita alla sede di Syriza. Non e’ forse una coincidenza che martedì 27, quando i capi di governo dei paesi membri della Ue discutono nuove sanzioni contro il Cremlino in risposta all’aumento delle attività terroristiche russe nel Donbass, portavoci del governo greco facciano sapere che Atene è contraria, così di fatto bloccando l’azione Ue, dato che l’unanimità di tutti i governi dei paesi membri è necessaria.

Dichiarazione formale, dovuta alla spavalderia infusa dalla vittoria elettorale di domenica? Forse non solo. Panos Kammenos è il leader della destra radicale dei “Greci Indipendenti”, che grazie a Tsipras è ora al governo: è convinto che la Grecia dovrebbe lasciare la Ue ed entrare nell’Unione eurasiatica di Putin; amico di Dugin, l’ideologo nazional-socialista del Cremlino, Kammenos (che si è fatto ritrarre con il cosiddetto emblema di San Giorgio, simbolo adottato dagli imperialisti russi del Donbass) è un aperto sostenitore dell’alleanza del governo greco con Putin e reclama l’eliminazione delle sanzioni verso la Russia. In virtù dell’alleanza con Syriza, avrà modo di far sentire la sua voce in Europa: Kammenos è stato nominato Ministro della Difesa.

Quello che sta succedendo in Grecia è, politicamente, un azzardo. Il popolo greco ha scelto democraticamente, una scelta con le spalle al muro, e che non sappiamo come evolverà. Non è necessario fare una difesa d’ufficio dello status quo, anzi, ben vengano elementi di rottura del “consenso” europeo se servono ad andare avanti verso una Europa unita, politica, democratica. Ma siamo sicuri che la vittoria di Tsipras sia questo o stiamo solo scambiando desideri per realtà?

Gli entusiasti di Tsipras dicono che ha respiro europeo e darà nuova vita all’Europa; ma quale può essere il respiro europeo di un leader politico che sceglie come suo amico politico il regime putiniano. Un regime che in meno di un anno ha aperto due ferite laceranti sul continente europeo, ricreando in Europa un nuovo Tibet (l’occupazione e annessione militare della Crimea e il conseguente dramma del popolo tartaro) e riproducendo in Europa un conflitto simil-mediorientale – ossia il conflitto congelato del Donbass, dove il terrorismo è banalizzato a eventualità di ogni giorno.

Speriamo che abbiano ragione quelli che dicono che il nuovo governo greco può, come i Greci antichi, (ri)fondare l’Europa. Perché, altrimenti, c’è un altro noto momento della storia greca che verrebbe in mente: il declino delle città-stato greche, incapaci di unirsi per fronteggiare l’offensiva diplomatica e militare di Filippo II di Macedonia, da cui tutta l’Ellade finì per essere sottomessa.

Huffington post

http://www.huffingtonpost.it/marco-ferraro/tsipras-kammenos-e-il-ris_b_6559260.html

Ancona: Falliscono due imprese al giorno. Quasi 2 mila dipendenti senza lavoro

Tanto anche agli italiani viene garantito vitto e alloggio gratis vero?

 29 gennaio 2015

Quasi due imprese al giorno fallite; 580 in tutto in un anno. È il quadro dei danni fatti nel 2014 dalla crisi, secondo Cna e Cgia Marche. Un fisco sempre più esoso, l’accesso al credito difficile, i consumi interni che continuano a calare, l’export che stenta a decollare sono le cause dei fallimenti, in aumento sul 2012 e il 2013 (quando furono 14.269). Confartigianato e Cna Marche hanno elaborato dati Cribis sui fallimenti in Italia. Negli ultimi 12 mesi ci sono stati 81 fallimenti in più rispetto all’anno precedente, con conseguenze pesanti per gli oltre 1.500 dipendenti rimasti senza lavoro ma anche per i clienti e i fornitori delle imprese fallite, che a volte, di fronte alla perdita dei crediti, rischiano di fare la stessa fine delle aziende insolventi. La maggior parte dei fallimenti ha coinvolto piccole aziende artigiane e commerciali, con i titolari che, non potendo contare sugli ammortizzatori sociali, sono andati a ingrossare i numeri dei disoccupati, portandosi dietro i loro dipendenti ed un futuro tutto da inventare. I settori maggiormente coinvolti dai fallimenti aziendali sono stati l’edilizia, il commercio, i ristoranti e bar, l’autotrasporto, l’abbigliamento e le calzature. Secondo Cgia e Cna «è fondamentale intervenire prima che le imprese siano costrette a portare i libri in tribunale, favorendone l’accesso al credito attraverso l’operato dei Confidi, che vanno rafforzati patrimonialmente dalla Regione, perchè solo attraverso le garanzie che loro forniscono alle banche, le imprese possono accedere ai finanziamenti indispensabile ad evitare crisi di liquidità e superare la fase di difficoltà finanziaria». Ci sono settori nevralgici per l’economia delle Marche e tradizionalmente anticiclici, come l’edilizia, che per ripartire avrebbero bisogno di un supporto finanziario e di risorse pubbliche che però «continuano a restare bloccate e che non consentono la ripartenza di migliaia di imprese di questo comparto che darebbe ossigeno a tutto il tessuto economico regionale».

 Fonte corriereadriatico

http://www.crisitaly.org/notizie/ancona-falliscono-due-imprese-al-giorno-quasi-2-mila-dipendenti-senza-lavoro/

IL PRESIDENTE? SARA’ ELETTO DI NOTTE, COME I LADRI!

ECCO L’ULTIMA TROVATA DI RENZI PER PROVARE A NON FARSI BECCARE CON LA MANI NELLA MARMELLATA

Quirinale, l’ipotesi: il presidente verrà eletto nella notte tra venerdì e sabato

A poche ore dall’apertura dei seggi sta prende corpo l’ipotesi che la quarta votazione per l’elezione del Capo dello Stato si svolga nella notte tra domani e sabato. La quarta votazione, tenendo conto quella di oggi, è la prima in cui basta la maggioranza assoluta e non più quella qualificata dei due terzi. Le operazioni di voto prenderebbero il via a mezzanotte per concludersi a notte fonda. Una proclamazione all’alba sarebbe un inedito ovviamente. Sarà la capigruppo congiunta di Camera e Senato, convocata oggi alle 12, a valutare quest’ipotesi.

La scelta di votare di notte non è ben chiara. Di certo ricorda quei governi fatti d’agosto, quando gli italiani sono in tutt’altre faccende affaccendati. Di certo ricorda i ladri che agiscono di notte, nell’oscurità, per non farsi beccare con le mani nella marmellata.

 

Convocazione – Il primo appuntamento è comunque alle 15. Il Parlamento si riunirà in seduta comune per l’elezione del Presidente della Repubblica che andrà a sostituire il dimissionario Giorgio Napolitano. E sarà proprio il presidente emerito tra i primi a votare visto che la chiama a scrutinio segreto avrà inizio dai senatori a vita. A seguire i senatori, quindi la chiama dei deputati e, infine, quella dei delegati regionali. I grandi elettori sono in tutto 1009 e sono così suddivisi: 630 deputati, 321 senatori (compresi i 6 senatori a vita: oltre a Napolitano, ci sono Carlo Azeglio Ciampi, Mario Monti, Elena Cattaneo, Renzo Piano e Carlo Rubia) e 58 designati dai consigli regionali. I grandi elettori sono così ripartiti in Parlamento: Partito democratico 415, M5S 137, Forza Italia 130, Area popolare (Ncd-Udc) 70, Misto 52, Lega Nord e autonomie 35, Scelta Civica per l’Italia 32, Sinistra ecologia libertà 26, Per le autonomie 16, Autonomie e libertà 15, Per l’Italia 13, Fratelli d’Italia 9. Nelle prime tre votazioni per l’elezione del capo dello Stato serve la maggioranza qualificata dei due terzi del Parlamento, quindi 672 voti, mentre a partire dalla quarta il quorum si abbassa a 505, espressione della maggioranza assoluta. Il calendario delle votazioni dovrebbe prevedere due sedute al giorno, una alle 10 e una alle 16, ma forse quella delle 10 verrà anticipata a subito dopo la mezzanotte.

 

Le spese per i giornalisti – Per garantire alla stampa la possibilità di seguire al meglio ogni fase delle votazioni, dello spoglio, e della cerimonia del giuramento sono stati allestiti, nel cortile d’onore di Montecitorio, 5 gazebo a disposizione delle emittenti televisive nazionali; nella galleria dei Presidenti 2 box che possono ospitare fino a 4 postazioni di riprese; nelle tribune stampa spazi per 24 troupe televisive, di cui 6 riservate a telecamere di redazioni locali e 3 per le emittenti straniere; la Sala del Mappamondo è stata allestita con maxi-schermi che consentono di seguire i lavori in Aula; durante il giuramento del neo Presidente della Repubblica, le troupe televisive possono seguire la cerimonia anche nella Sala della Regina, dove sono collocati maxi schermi. Sono 450 i giornalisti accreditati, 40 i fotografi, 140 gli operatori in rappresentanza di 31 testate italiane, alle quali si aggiungono 10 testate estere e 27 operatori, per una cifra record di 657 addetti all’informazione. La spesa totale che la Camera sostiene per consentire una copertura giornalistica adeguata all’evento, ammonta a 25mila euro. Sono state rafforzate le misure di vigilanza esterna ed interna al Palazzo.

Il grande cocomero

http://www.grandecocomero.com/presidente-seduta-elezione-quinta-notte-venerdi/

Roma, Marino: 630mila euro per migliorare la vita di Rom, Sinti e Caminanti

Eguaglianza politically correct, mentre gli sfratti vanno avanti

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lunedì, 26, gennaio, 2015

Migliorare la qualità di vita delle popolazioni Rom, Sinti e Caminanti presenti nel territorio cittadino, ripristinando e salvaguardando le normali condizioni igienico-sanitarie nei Villaggi.

Questo l’obiettivo dei 3 (tre) Avvisi di gara banditi dal Dipartimento Politiche Sociali, Sussidiarietà e Salute – Ufficio Rom, Sinti e Caminanti, per la manutenzione e la bonifica dei villaggi di Via di Salone, Via dei Gordiani, Via C. Lombroso, Via L. Candoni e La Barbuta.

L’esecuzione dei lavori potrà essere occasione di formazione professionale e di occupazione per gli ospiti dei villaggi, che potranno essere coinvolti dagli organismi aggiudicatari nella realizzazione delle opere previste.

Tre le tipologie di interventi previsti, per un importo totale di 600.000 euro, oltre ai 30.000 euro relativi agli oneri per la sicurezza.

La prima categoria di interventi si rivolge alla bonifica delle zone citate precedentemente, nello specifico riguarderà la rimozione, il trasporto ed eventuale smaltimento di unità abitative o roulotte, con la conseguente messa a norma degli impianti ad esse inerenti.

La seconda e la terza puntano alla manutenzione delle aree con particolare attenzione alla riqualificazione delle stesse, nonché alla manutenzione degli impianti antincendio in esse presenti.

 Mafia Roma Capitale

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Imolaoggi.it

M5S e Prodi: è strategia?!?!?!!?? mah

Sarà anche una mossa strategica, ma suona tanto fuori luogo. La gente continua ad impoverirsi, suicidarsi morire di fame e loro, a parte le proposte che come ovvio vengono sempre respinte, che fanno? I giochetti da fine strategia?!?!!?!?!?? Ottima la scelta di Imposimato, ma quel 20% a favore di Prodi è preoccupante. Al di là di destra e sinistra? O fine assist?!?

Valter Bannato‎GRILLINI DIALETTICI

Grillini di tutta Italia:

Ma veramente pensate che se viene eletto il democristiano Prodi, noto europeista e pupillo di Goldma Sachs, il patto del Nazareno salta?

Mi spiegate cosa dovrebbe saltare e cosa sarebbe questo patto che tutti temono, visto che nessuno sa cosa sia perchè segreto?

Pensate che Prodi sia meglio di Amato e che farebbe la differenza?

 Nelle Quirinarie giudici e compagni: sembra la lista del PCI, ma è quella del M5S

giovedì, 29, gennaio, 2015

Sono iniziate alle 9 le votazioni online degli iscritti al M5S per il candidato alla Presidenza della Repubblica. Dieci i nomi su cui sono chiamati a esprimersi. Lo annuncia su Twitter il leader del M5S Beppe Grillo.

Ecco l’elenco pubblicato sul blog di Grillo, in ordine alfabetico: Pierluigi Bersani, Raffaele Cantone, Lorenza Carlassare, Nino Di Matteo, Ferdinando Imposimato, Elio Lannutti, Paolo Maddalena, Romano Prodi, Salvatore Settis, Gustavo Zagrebelsky.

Il blog di Grillo spiega: “Dall’assemblea del gruppo parlamentare e’ uscita una rosa di nomi che, con l’aggiunta di Romano Prodi, verra’ messa in votazione sul blog oggi. Questo perche’ riteniamo di dover onorare l’impegno preso con i parlamentari del PD attraverso l’email inviatagli”. “Gli iscritti – spiega ancora il post – potranno esprimere una preferenza tra la rosa di nomi proposta.

Il candidato che otterra’ piu’ voti sara’ votato dal gruppo parlamentare sin dal primo scrutinio. Informiamo gli iscritti che, in ogni caso, se dal quarto scrutinio i cambi di maggioranza dovessero portare ad un nome condiviso tra piu’ forze politiche in Parlamento si decidera’ come meglio muoverci con una votazione lampo sul blog”.

Un post scriptum spiega infine che “sono pervenute altre due mail da altrettanti parlamentari del Partito Democratico, ma fuori tempo e non e’ stato possibile pubblicarle”.

Imolaoggi.it

VI PREGO, SE POTETE…AIUTATE, AIUTATE, AIUTATE CICCIO E WILLIAM…

Antea Onlus – Delegazioni Salerno, Avellino,Roma e San Giorgio a Cremano

1 gennaio alle ore 1.35

ABBIAMO ANCORA UN DEBITO DI CIRCA 8000 EURO CON LA CLINICA. CHI PUÒ CI AIUTASSE CON PAGAMENTO DIRETTO ALLA CLINICA.

STANNO PER PROCEDERE AL RECUPERO DEL CREDITO.

 HELP

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Intestato a: VETERINARIA ROMA SUD S.r.l.

CON LA CAUSALE: – “Acconto fattura ANTEA x Ciccio” e facoltativamente chi dona può anche specificare sempre nella causale anche il suo Nome e Cognome.

mandateci poi una mail con la ricevuta di versamento e relativo CRO dell’operazione per poter scalare dal conto quello che arriverà e tenerne traccia e ringraziarvi, alla mail carolnets4@gmail.com

 Onlus – Delegazioni Salerno, Avellino,Roma e San Giorgio a Cremano

. AGGIORNAMENTO AL 30/10/14:

 CICCIO È IN STALLO DA WILLIAM CESSELLI CHE E’ PROVATISSIMO, URGE AIUTO SIA ECONOMICO CHE FISICO.

 Per spedire materiale o donare per le cure odierne di Ciccio questi i dati:

 WILLIAM CESSELLI Tel.: 349-7755099

Via Muro Lucano, 28 00178 Roma

1) IBAN: IT37D0310401625000000103609;

2) Postepay: 4023600902809245

C.F.: CSSWLM72T20H501Z;

3) PayPal: william.cesselli@gmail.com

 URGONO SEMPRE:

-scatolette da 300 gr di Solo Quaglia della ditta DNR;

-traversine 60×90

 -salviette umidificate;

-rotoloni di carta;

-donazioni per i medicinali e per le sedute dal veterinario (Ciccio ne effettua tre a settimana, il costo è di € 25 a seduta);

-disponibilità ad accompagnare Ciccio dal veterinario

https://www.facebook.com/events/1466701666877913/?pnref=lhc

JAN VANZEEBROECK (EODE): GRECE VERSUS GRANDE-ALLEMAGNE / SUR AFRIQUE MEDIA TV (11 JANV. 2015)

Les experts internationaux de EODE sur les médias …

EODE-TV & AFRIQUE MEDIA TV/

Avec EODE Press Office/ 2015 01 11/

EODE-TV - EXPERTS jan vz GRECE VERSUS GRDE-ALLEMAGNE (2015 01 11) FR

Intervention de Jan VANZEEBROECK,

Rédacteur en chef de EODE Press Office :

 Video sur le Website d’EODE-TV https://vimeo.com/118036018

 L’introduction  de Bachir Mohamed LADAN :

Déclaration menaçante de Merkel sur les intentions de votes des grecs pour  Syriza et leurs conséquences ?

Brefs historiques des plan d’austérité et de leurs causes, volonté de l’allemagne a conquérir l’est de l’Europe, le « drang nach osten » nouvelle version …

 Diffusé sur AFRIQUE MEDIA TV

dimanche 11 janvier 2015 dans l’émission ‘Le Débat Panafricain’

présenté par Bachir Mohamed Ladan.

 EODE-TV / EODE Press Office /

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EODE-TV sur Vimeo: https://vimeo.com/eodetv

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CHARLIE, L’OPINION RUSSE ET LA REPRISE DELA GUERRE AU DONBASS/ SUR AFRIQUE MEDIA TV (25 JANV. 2015)

Les experts internationaux de EODE sur les médias …

EODE-TV & AFRIQUE MEDIA TV/

Avec EODE Press Office/ 2015 01 25/

EODE-TV - EXPERTS beaur CHARLIE, RUSSIE, DONBASS (2015 01 25) FR

Intervention de Fabrice BEAUR,

Administrateur de EODE Zone Russia-Caucasus :

 Video sur le Website d’EODE-TV https://vimeo.com/118050110

 L’introduction de Bachir Mohamed LADAN :

Maintenant, nous allons partir à Moscou pour écouter ce que notre correspondant en Russie Fabrice BEAUR a à nous dire au sujet de l’attentat contre l’hebdomadaire satirique Charlie Hebdo vu de Moscou. Fabrice, c’est à vous, on vous écoute ?

Justement, Fabrice, vous avez parlé de Poroshenko. Rien n’est encore réglé en Ukraine.

Pourriez-vous nous faire un point de situation sur ce qui se passe là-bas. Car les grands medias occidentaux semblent avoir délaisser cette actualité ?

Alors, Fabrice sommes-nous face à une reprise de l’offensive de Kiev contre les capitales des républiques populaires du Donbass ?

 Diffusé sur AFRIQUE MEDIA TV

dimanche 25 janvier 2015 dans l’émission ‘Le Débat Panafricain’

présenté par Bachir Mohamed Ladan.

 EODE-TV / EODE Press Office /

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