I complici dell`Isis

di: Giuliano Augusto

 I complici dell’Isis hanno sfilato a Parigi in difesa della libertà di stampa e dei valori dell’Occidente. I vari Cameron e Hollande sono infatti i principali responsabili, unitamente a Barack Obama, loro complice e sodale, di avere armato i miliziani islamici (sul significato del loro ultra-integralismo ci sarebbe molto da discutere) con il fine di rovesciare il governo laico (e socialista!) di Assad. I soldi, unitamente ad un notevole supporto logistico, li hanno messi i governi di Arabia Saudita e Qatar che sicuramente non brillano per il loro spessore democratico, per il pluralismo politico (figurati!) e per la difesa dei diritti della donna che, in questo caso, vengono bellamente ignorati, nonostante che gli alfieri occidentali del politicamente corretto siano soliti farne un uso estensivo. Il fine di Gran Bretagna, Francia e Stati Uniti è quello conosciuto. Rovesciare un governo laico come quello siriano e sostituirlo con un altro indicato semplicisticamente come “islamico”. Il motivo è presto detto. Un governo religioso ha come prima preoccupazione quella di irregimentare i comportamenti dei cittadini. Niente alcolici, donne più o meno velate e via delirando. Al contrario, un governo laico (e socialista) si preoccupa di più del prestigio nazionale e di modernizzare il proprio Paese. Più progresso tecnologico e maggiore attenzione al rafforzamento dell’apparato militare. E qui casca l’asino, perché il primo reale avversario della Siria nella regione è e resta Israele. Il disegno di Parigi e Londra, e ovviamente di Washington, è allora quello di indebolire o meglio spazzare via Assad ed il suo governo, espressione della minoranza alauita, e sostituirlo con un altro che potrà pure fare la voce grossa e strillare alla guerra santa ma che più in là di tanto non potrà andare perché non ne avrà la forza. E non si sognerà di attaccare l’entità sionista. Questo il quadro generale dentro cui bisogna collocare le vicende siriane. Poi succede l’imponderabile. In primo luogo perché il governo siriano ha resistito agli attacchi militari degli “islamici” e a quelli politici e diplomatici degli “atlantici” filo-sionisti che pretendevano di dichiararlo illegittimo e di accreditare come rappresentante del popolo siriano una cricca creata e sostenuta da loro stessi. In secondo luogo, perché quegli stessi islamici, sostenuti ed armati dagli “atlantici” filo-sionisti, hanno finito per crescere troppo e i militanti hanno finito per scavalcare i propri capi e per rivolgere la propria attenzione altrove. Ammesso che i veri autori dell’assalto a Charlie Hebdo siano stati addestrati in Siria, nelle aree occupate dall’Isis. Quello stesso Isis che nel frattempo sta massacrando i cristiani presenti nell’area oltre ai membri dell’antichissima comunità zoroastraiana. Una strage che avviene, guarda caso, nel più completo silenzio dei criminali Hollande e Cameron che ne sono i primi complici, avendo fornito le armi ai killer. C’è poi un altro aspetto da considerare. Ossia la volontà di Londra e Parigi di rientrare in gioco in un’area che fino alla seconda guerra mondiale era sotto il loro controllo. La canaglia accorsa a Parigi per sfilare, alla testa del corteo, in nome della libertà di parola e di pensiero, ha dimostrato di essere cieca e criminale. Il povero Renzi, schierato accanto ai suoi loschi colleghi, ha dimostrato ancora una volta di non avere ben chiara la situazione, le forze in campo e l’interesse nazionale. E’ da tre anni che l’Italia ha effettuato una svolta radicale in politica estera annacquando la tradizionale linea filo-russa, forte dei legami in campo energetico (gas e petrolio) che sono “fisiologici” perché la Russia è europea ma che proprio per questo danno fastidio agli “atlantici” anglo-americani e francesi. Non è un caso che la caduta di Berlusconi nel 2011 abbia le sue vere motivazioni nell’accordo in campo energetico tra Russia, Italia e Libia grazie al quale Mosca aveva rimesso piede nell’area mediterranea. In Libia il copione è stato molto simile a quello siriano. Gli inglesi che hanno riempito di armi i “ribelli” islamici di Bengasi e che hanno appoggiato militarmente gli oppositori del “laico” (e socialista!) Gheddafi, facendo precipitare la Libia nelle mani delle milizie “islamiche”, che sono animate dallo stesso spirito di quelle siriane. In tale ottica è patetico e ridicolo da parte dei vari pennivendoli e politici liberal-liberista l’avere sostenuto che non era tollerabile che Gheddafi restasse al potere. E chi sono loro per decidere chi deve governare o meno? Oltretutto Francia, Gran Bretagna e Usa hanno sempre sostenuto i peggiori dittatori e i governi più sanguinari soltanto per difendere i propri sporchi interessi. E’ quindi intollerabile che in tali occasioni sostengano la necessità i instaurare la democrazia parlamentare (perché di questo si tratta) in Paesi che non l’hanno mai conosciuta e dove i rapporti politici sono frutto di una appartenenza tribale. Resta la realtà dell’attacco a Charlie Hebdo e delle numerose vittime. Un obiettivo “sensibile” che è stato lasciato senza protezione nonostante i precedenti facessero temere qualcosa di simile a quello che poi è successo. Una operazione “sotto falsa bandiera” che richiama alla memoria quella dell’11 settembre e che analogamente sembra presentarsi come l’occasione di una nuova invasione. Come in Afghanistan. Questa volta in Siria per stanare l’Isis e poi da lì, con truppe in loco, per rovesciare Assad. Avete capito il trucco?

 13 Gennaio 2015

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I complici dell`Isisultima modifica: 2015-01-18T17:37:04+01:00da davi-luciano
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