Libertà di parola, ragazze rapite, Dieudonné arrestato: il mondo alla rovescia

http://fulviogrimaldi.blogspot.it/2015/01/liberta-di-parola-ragazze-rapite.html MONDOCANE

VENERDÌ 16 GENNAIO 2015

Quelli cui le ragazze Greta e Vanessa hanno portato sostegno e 12 milioni
Sulle nuove  operazioni Cia-Mossad-DGSE  in Francia (caccia al terrorista-dissidente, arresto di Dieudonné), Belgio (dove, come Obama insegna con la sua killing list, si infligge la pena di morte extragiudiziale alle cattive intenzioni, immaginate da polizia e media)), Italia (le donzelle anti-Assad liberate), mondo (panico seminato con proclami di sfracelli jihadisti, perquisizioni, arresti), si realizza la medesima union sacrée sinistronzi-fasciodestre, dal “manifesto” a Giuliano Ferrara, sull’inconfutabilità della matrice islamista di ogni nefandezza. 
E’ l’apoteosi del matrimonio stupidità-complicità, per ognuno dei quali termini si distribuisca la responsabilità a piacere. Ne è espressione conclamata Giuliana Sgrena, tsiprasiana, ex-ostaggio emerito e martire in servizio permanente effettivo. La lacrimosa penna del giornale della blanda e compatibile socialdemocrazia tsiprasiana, esulta per la liberazione delle due lombarde alla loro prima crociata su tutta la prima pagina con il titolo “La diplomazia paga”. Sorvola sulla circostanza che a pagare 12 milioni per la liberazione delle due ancelle del terrorismo anti-siriano siamo noi  con quanto ci resta delle depredazioni renzusconiane (come siamo noi a pagare con la libertà e la verità per i terrorismi globali dell’imperialismo e del totalitarismo domestico)  e che, dunque, la diplomazia se ne stropiccia. E’ riuscito a dire una cosa non cavernicola Salvini quando ha preteso che il costo del riscatto di chi, dissennatamente o colpevolmente, si è messo in condizione di essere rapito, venga pagato dallo stesso.
 
Rannicchiandosi accanto all’ affettuosa foto delle due cooperanti collaborazioniste fasciate nella bandiera della gang terrorista in Siria, Sgrena titola “Perché siamo felici”, estendendo, con l’abusiva prima persona plurale, all’universo mondo un peana alle due “cooperanti”  di “Horryaty” (Ong-fantasma di tre marpioni pro-stermini in Medioriente) che è interamente suo e della camarilla della disinformazione, buonista o imperialsionista che sia. Ciancia di “cooperanti”, di “azione umanitaria”, di “generosità” e “altruismo”, di “accuse infamanti”  e spara esecrazione contro noi che siamo nauseati dall’ipocrisia di chi glorifica due dichiarate sodali dei mercenari Al Nusra, oggi rinominato “moderato”, quindi meritevole destinatario di armi, istruttori, fondi, dalle democrazie libertarie israelo-atlantico-satrapesca del Golfo. A ulteriore riscatto di questi tagliagole, raccattati tra i terroristi sguinzagliati dai servizi occidentali nei vari paesi della destabilizzazione islamista, la poveretta ci rassicura sulle qualità umanitarie di Al Nusra, che mai avrebbe “fatto dei video di ostaggi sgozzati”. Si vada a vedere il mio docufilm girato in Siria e vedrà un’abbondanza, ma anche solo un minimo, di quanto da quattro anni questi umanitari hanno combinato in Siria tra decapitazioni, impiccagioni, crocefissioni, stupri, esecuzione di prigionieri, massacri col gas.
 
La Sgrena, da quando si fece apprezzare a Parigi per le scomuniche al governo algerino per aver bloccato la prima destabilizzazione dell’Algeria ad opera della Francia, tramite le quinte colonne Fronte Islamico e berberi, non ha mai abdicato alla sua missione di bigotta antislamica. Anche se, con notevole incuria per la contraddizione, si è ora messa a far piovere attenuanti sui briganti di Al Nusra. La celebrazione delle due attiviste fiancheggiatrici in prima pagina, poi dilagata nelle pagine interne, è corredata dalla solita vignetta di Biani, anodina, lunare  e quasi sempre ambigua, che raffigura le due con i capelli ad arcobaleno della pace. Nientemeno. Ovviamente i 12 milioni potenziano il terrorismo “moderato” del rimpannucciato Nusra, che ne renderà riconoscenza a Greta e Vanessa. Del resto, i nostri governanti sono pratici di intese, su modi, scopi e profitti, con la criminalità organizzata. Le foto delle ragazze, immaginiamo, saranno ora appesa nella cabina di comando della portaerei “Charles De Gaulle” (l’intestatario si rivolta nella tomba), spedita nel Golfo dal bischero riverniciato padre della patria, accanto a quella dei, tragicamente uccisi da fuoco amico, trucidoni di “Charlie Hebdo”. Lo sguinzagliamento propagandistico per tutta Italia delle due “sprovvedute”, tra comitati d’accoglienza, bande, allori, tripudi istituzionali, si affiancherà all’uragano anti-islamico fatto rigurgitare dal 7 gennaio parigino, mentre le fanciulle liberate vi aggiungeranno l’irrinunciabile primato di Assad, nemico pubblico n. 1, quello contro cui, ascoltando l’accorato appello di Rossanda a sostegno dei “combattenti contro la dittatura”, si sono mosse fin dall’inizio.
 
Resta schiacciata in un angolo interno, l’eccellente smascheramento, per la penna del resistente Dinucci, dei cosiddetti oppositori “moderati”, lisa foglia di fico per farci passare le armi di Obama e dei suoi  alleati democratici in Europa e nel Golfo in direzione del mercenariato terrorista IS e, appunto, Al Nusra, che del primo si è dichiarato sodale. Smascheramento che rade al suolo le giaculatorie di Sgrena e l’intera impostazione collateralista del “quotidiano comunista”.
 
Je suis Dido
 
“Io sono Dieudonné” è il motto indossato da alcuni temerari controcorrente che, però, hanno contribuito a strappare dalle grinfie degli psicoterroristi del Ministero degli Interni francese il grande umorista, arrestato per aver dichiarato “io sono Charlie Coulibaly”, intendendo correttamente e umanamente che, sia i sacrificati alla causa islamofoba della “guerra al terrorismo”, sia lo scombicchierato della banlieu , sono in prima istanza vittime. Capri espiatori vuoi di scellerati complotti False Flag, vuoi del sociocidio compiuto ai danni dei periferici della comunità umana. A suo tempo avevo dedicato alla persecuzione di Dieudonné queste righe, che confermo, per quante sbandate abbia potuto compiere il comico, sempre comunque in direzione opposta e contraria rispetto alle provocazioni razziste di “Charlie Hebdo” e dei suoi corifei. Incitare alla guerra santa contro l’Islam è bene. Sfottere gli ebrei, i musulmani, i cristiani, e gli altri che la fanno da padroni, è satanico. I due pesi e due misure gridano al cielo. L’hanno dovuto liberare.
Tempo fa scrissi in un post a proposito della persecuzione di Diodonné:
 
“Antisemiti” di convenienza
Il perfettamente legittimo e ampiamente giustificato antisionismo di Dieudonnè viene utilizzato per completare il progetto, da sempre covato dallo Stato Canaglia e dai suoi corifei, dell’identificazione di antisionismo con “antisemitismo” (che, più propriamente, dovrebbe chiamarsi anti-ebraismo, visto che pochissimi ebrei sono semiti, mentre  lo sono tutti gli arabi). Il che aprirebbe la strada alla prigione a tutti coloro che, oltre a permettersi rivisitazioni storiche della Shoah, compiono questo delitto di “incitazione all’odio razziale”. Delitto denunciato proprio da coloro che ne fanno pratica accanita e recidiva da più di 66 anni. Golìa che tira sassi a Davide. Una versione Dieudonnè del vaffanculo, detta “quenelle”, espressa con un braccio steso trasversalmente sull’altro braccio diretto in giù (pari al nostro gesto dell’ombrello), diventata tormentone tra milioni di giovani tartassati dello Stato, viene deformata in “saluto nazista a rovescio”. La sua collaborazione con ebrei e i suoi scontri con il Fronte Nazionale dei Le Pen, il suo radicale rifiuto di criticare gli ebrei, se non nei termini in cui lui e tutti gli umoristi sbeffeggiano anche i lapponi, gli inglesi, i tedeschi, gli americani, gli idraulici, le suocere, i banchieri, vengono stravolti nel loro opposto. Arma di distrazione di massa cui la sinistra auto-evirata si presta e alla cui pseudo-autorevolezza contribuisce  moltiplicandola. Ciambella di salvataggio per il bombarolo Hollande, il cui gradimento sceso all’8% si riflette nei milioni di cittadini che corrono ai botteghini degli spettacoli di Dieudonnè.
 
Da Saviano in De Luca
Erri De Luca che, come Saviano con il libro sulla camorra, si è costruito a sinistra un’aura di credibilità per aver difeso i sabotaggi alla linea TAV in Valsusa, e quindi averne ricavato un processo con possibile condanna (e qui gli stiamo tutti a fianco, pur senza calore), si inserisce (“Il Fatto Quotidiano” del 16/1/15) a manetta nella demonizzazione di Dieudonné. e nella santificazione di “Charlie Hebdo”. Pensate che giocoliere con le palline della coerenza: “Charlie non si opponeva a qualcosa, era un’irriverenza verso tutte le forme di autorità”. Dieudonné, invece, “sta al fianco di uno che ha fatto una strage, che sottoscrive una strage di ebrei (la poliziotta francese è svaporata), è uno sfregiatore”. La strage, ovviamente, è quella del mercato ebraico, mica quella della criminalizzazione di 1,7 miliardi di musulmani. Non è la strage di verità, convivenza, rispetto e amicizia tra popoli e culture, addebitabile alla rivistaccia islamofobica (che la forma di autorità dello “Stato degli ebrei”, come si esercita sul popolo da esso depredato, non l’ha mai sfiorata). Per De Luca, Charlie è irriverente, Dieudonnè, con la colpa gravissima di avere, lui sì, sbertucciato “tutte le forme di autorità”, è “incandescente”. E dove sta questa “incandescenza”? “E’ tutta interna al mondo islamico”. Netaniahu e i cannibali del globalismo bellico-neoliberista si rallegrano.
 
Copre poi ogni sospetto che le guerre imperialiste e israeliane siano funzionali al Nuovo Ordine Mondiale dell’1% , la teoria deluchiana secondo cui tutto è ormai “guerra di religione”. Che, guarda un po’, prima che gli Usa si avventassero su Medioriente e Asia non esistevano e poi, quando la “guerra infinita” è partita, sono state condotte all’insegna della religione, sì, ma quella cristiana (in quelle “guerre di religione” sentiamo l’eco del progetto israeliano, formulato da Oded Yinon nel 1982, di “frantumare gli Stati arabi lungo linee confessionali ed etniche”). Da quando l’ex-responsabile del Servizio d’Ordine di Lotta Continua ha smesso di guidare manifestazioni a sostegno dei Fedayin palestinesi, ha sposato la figlia della presidente della Comunità ebraica e si è convertito a apologeta della Bibbia e di tutto ciò che è ebraico, la parola d’ordine “trattasi di guerre di religione” (e non di classe e imperialiste) l’ha ripetuta ogni due per tre. Ricordo ancora una volta un episodio significativo, quando, durante un suo spettacolo, gli contestai la formula secondo cui il cataclisma palestinese e arabo nascerebbe dalla fortuita circostanza che Gerusalemme è la capitale di tre… religioni, che sfiga!  Gli chiesi ragione del suo silenzio sul genocidio in atto in Palestina e lui…. “A queste domande non rispondo”, tagliò corto, si alzò e pose fine alla performance.
  
Come nella discrasia tra la malafede dei governanti in testa e la dabbenaggine dei milioni al seguito, nella marcia di Parigi, o tra ciò per cui hanno votato gli elettori del PD e ciò che il PD ha poi fatto, o tra De Luca No Tav e De Luca No Palestina, o in quella monumentale tra il dire e il fare della Triade Napolitano-Renzi-Berlusconi, si apre una voragine tra i propagandisti destri e sinistri dell’inganno cosmico su terrorismo, e la gente comune, non tutta e non per sempre popolo bue. E’ l’ascolto di tante opinioni di strada, basate sulla crescente molteplicità di esperienze, che ci fanno sperare nella sineddoche per cui il particolare rappresenta il generale. Gente che magari nemmeno si informa alle sempre più numerose fonti della deprecata “dietrologia”, cioè del giornalismo investigativo e delle analisi non dettate dall’OdG del padrone. Ma gente che incomincia ad alzare  lo sguardo dai giornali o dallo schermo, scuote la testa al fetore delle mostruose balle della narrazione di trono e corte. Ha poche decine di referenti nelle istituzioni, ma con questa crescente estrospezione nel groviglio di contraddizioni e supercazzole del sistema, spero che li faranno crescere e si moltiplicheranno essi stessi.
  
E’ autolesionista la ripetitività monotona degli episodi di megaterrorismo, incominciano ad aprirsi sempre più voragini nelle ricostruzioni ufficiali degli attentati e nel tessuto della propaganda, risultano sempre più chiari i motivi e gli obiettivi, si constatano nella luce dell’evidenza i vantaggi conseguiti da una parte e i disastri inflitti all’altra. Che si tratti di popolazioni sulle cui vite e case piovono bombe, o di noi cui ne è addossato il costo in termini di condizioni di vita, sempre più di sopravvivenza, si impone e diffonde la  presa d’atto di chi vince e chi perde. E si impara a capire chi sta nella “stessa barca”. La faccia stolto-infingarda dell’”omino di burro”, che ci guida al paese dei balocchi e dei somari, passando per quello dei citrulli, dove vengono incarcerati Pinocchio e mandati liberi il gatto e la volpe (pubblicità: ne narrerò nel docufilm “L’Italia al tempo della peste”),l’ottusa protervia delle maschere Grand Guignol che si affacciano dai palazzi del potere occidentale, stanno registrando contraccolpi. Si può sperare che si trasformino in colpi sociali veri? Di massa, per carità.
 
Vauro che depreca le guerre e prende le distanze dal razzismo di Charlie Hebdo?
******************************************************************************************************
Giorni fa, prima del gran trambusto, avevo scritto questa chiosa, poi accantonata per le prodezze dei servizi segreti, sulla vicenda dei vigili urbani. Vicenda minore, ma inerente.
 
Per quanto non simpatizzi con gli sbirri, Io NON sto con i bastonavigili
I vigili urbani di Roma e di qualunque altro posto non mi sono mai stati simpatici. Figurati! Basterebbe il tono imperiosamente intimidatorio con cui spesso affrontano il cittadino individuato in contravvenzione.  Ma questa operazione montata a dimensioni di torta nuziale serve a distogliere lo sguardo sgomento da molti “successi” dell’Italia renziana. Dai disastri della carretta Norman Atlantic disastrata nei sistemi di sicurezza e relativi “interventi di soccorso”, da Mafia Capitale, dai viadotti degli amici di Lupi e Renzi, antesignani dello Sblocca Italia, che crollano in 8 giorni (e sono fatti dalla supercoop CMC di Ravenna, la stessa che va sfigurando la Valsusa!), dalla figuraccia di merda dello stesso Renzi che si è dovuto addebitare l’oscena norma pro-evasori e pro-guitto mannaro dettagli dal Patto interdelinquenziale del Nazareno, e anche dalla marachella di un premier incapiente che si fa portare a sciare dall’aeronautica militare, al costo di 9000 euro l’ora nostri. Con l’obiettivo finale di far calare sul collo degli Statali la mannaia Jobs Act che ha già decapitato i lavoratori del privato.
 
Episodio emblematico di un corpo infestato da prenditori di stecca, arroganti, ignoranti, è quello che mi è capitato anni fa. All’uscita di bambini dalle Elementari Trento e Trieste di Roma, una macchina di vigili percorreva a velocità e in senso proibito il vicolo, rischiando di mettere sotto i ragazzini. Al mio invito di fermarsi, mi sbattevano addosso con violenza la portiera e, tra urla e improperi, mi trascinarono alla vicina stazione dei carabinieri. Che, vista la condizione esaltata del vigile e le ragioni in ballo, mi  mandarono via in pochi minuti.
Ciò non offusca il carattere strumentale degli ululati di governanti e media di servizio a denuncia di un abuso che, all’esame dei dati, risultava poi di dimensioni contenute, da 835 a 90 “presunti” lavativi. Latrati di indignazione da parte di una cosca di politici infinitamente più corrotta e assenteista di coloro che andava innaffiando di vituperio. Campagna estesa poi a mezza Italia, dai netturbini di Napoli (poi risultati in malattia assolutamente fisiologica), agli autisti di Bari e agli Statali tutti, anche qui falsando i dati numerici, con l’evidente fine di schiavizzarli socialmente ed economicamente alla stessa stregua dei lavoratori privati (Jobs Act). E’, si parva licet…, lo stesso schema che vede i mercenari islamisti dell’Impero demonizzati a copertura della propria paternità e delle proprie nefandezze e, insieme, a strumento psicoterrorista per la repressione interna e il rafforzamento dello Stato di Guerra e di Polizia.
 
Si sarebbe apprezzato se la muta degli ululanti avesse posto accanto all’immagine turpe di dipendenti carogne e profittatori, anche quella di un vigile, oltre tutto sottorganico, che si ammala in media 16 giorni all’anno, che è segno di bella tempra se lo si pensa immerso per ore e ore, senza la minima protezione, nelle camere a gas allestitagli dai reggitori delle metropoli e dai loro sodali inquinatori. Se avesse ricordato che ai vigili era stato imposto unilateralmente una riduzione di stipendio su un contratto fermo da 8 anni. Se avesse precisato che le assenze erano perlopiù per rifiuto del lavoro “volontario” richiesto per capodanno, ma legittimamente negato alla luce della vertenza sindacale. Magari si sarebbe potuto anche precisare che la maggior parte delle assenze erano dovute a ferie, riposi, maternità, stabilite per legge. Infine al naso fine non sfugge il fetore di un disegno che, col duce-clown, punta a esautorare, integrare e sottomettere ogni autonomia costituzionale, ogni autorità intermedia – regioni, province, comuni, polizie municipali – al potere esclusivo dell’Esecutivo.
 
Analogamente ci si propone di  eliminare l’indipendenza dei due Corpi più vicini ai bisogni di cittadini e ambiente, Vigili del Fuoco e Corpo Forestale delle Stato, militarizzandosi con l’inserzione nella più fidata Polizia di Stato. Così, a sfasciare teste di dimostranti, avremo ora, insieme ai corpi di polizia più molteplici del mondo (PS, CC, GDF, Polfer, Esercito), anche forestali e pompieri. Restiamo in attesa della Croce Rossa e delle ronde di cittadini perbene. Processo questo, di nuovo si parva licet…, parallelo al nipotino – “Si fa come dico io e i gufi alla colonna infame” – dell’Obama che ci insegna democrazia governando a forza di decreti presidenziali, alla faccia del parlamento. 
Libertà di parola, ragazze rapite, Dieudonné arrestato: il mondo alla rovesciaultima modifica: 2015-01-17T13:38:57+01:00da davi-luciano
Reposta per primo quest’articolo