«Noi, i ragazzi in piazza per il clima»

https://www.corriere.it/cronache/19_gennaio_30/noi-ragazzi-piazza-il-clima-si-mobilita-anche-italia-movimento-fridaysforfuture-cee1d0e6-24a6-11e9-a99c-48a2f60b960f.shtml?fbclid=IwAR16j4ER49f1pH574biXM8qg427gH5T4CjwBbthlaQtyzkELpabbwzJOyjg

Ogni venerdì anche in Italia il movimento dei #FridaysForFuture

L’obiettivo la marcia internazionale per il 15 marzo. Da Milano a Torino, Pisa, Genova e Roma, gli studenti seguono l’esempio della ragazza svedese per manifestare contro il cambiamento climatico.

«Noi, i ragazzi in piazza per il clima» Ogni venerdì anche in Italia il movimento dei #FridaysForFuture

G li scioperi confermati domani sono quelli di Milano, Torino, Pisa, Genova e Roma. Ma manifestazioni analoghe si annunciano in tutta Italia: dalla Puglia al Friuli Venezia Giulia, è un fiorire di iniziative che nascono in modo spontaneo. «Ci sarebbero anche questi tre ragazzi di Modena di 12 anni: l’appuntamento è alle 13,15 nel Parco della Repubblica», informa su Whatsapp Bruno, girando un link al loro profilo Instagram. «E forse venerdì saremo pronti anche a Brescia e Taranto», scrivono via Facebook.

I giovani si mobilitano per il clima
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Greta tra i potenti di Davos
L’uso dei social

E sì, perché il movimento dei #FridaysForFuture, che nelle ultime settimane è partito da gruppi di studenti decisi a seguire l’esempio di Greta Thunberg — la sedicenne che dallo scorso agosto manifesta tutti i venerdì davanti al Parlamento svedese contro il cambiamento climatico — corre innanzitutto sui social. «Ogni città ha il suo gruppo WhatsApp per comunicare», racconta Ivan: «Quando vogliamo vederci in faccia teniamo delle conferenze su Skype, anche con i gruppi stranieri. Altrimenti ci incontriamo il venerdì».

Gli esempi stranieri

È dai loro coetanei tedeschi, che venerdì scorso hanno scioperato in 30 mila, ma anche da quelli svizzeri, belgi e francesi, che ugualmente si sono mobilitati per dire la loro sul futuro del pianeta, che David a Torino, Bruno a Pisa, Ivan a Milano e tutti gli altri studenti del coordinamento italiano dei #FridaysForFuture stanno imparando a fare rete. Con l’obiettivo di arrivare a essere tanti il 15 marzo, giorno in cui è stata indetta una marcia internazionale per il clima.

Altro che rassegnati

Perché quello che si sta delineando dall’Australia al Nord Europa è un movimento globale. Di adolescenti che dalla storia di Greta hanno tratto l’energia per scrollarsi di dosso la rassegnazione che di solito viene imputata loro. Lo spiega bene Marianna, 17 anni, al quarto anno di uno scientifico di Pavia: «Stavo passando un periodo triste, mi ero convinta che il mondo fosse uno schifo. Quando ho saputo che c’era questa ragazza che stava facendo tutto da sola, ho deciso: lo faccio anch’io». E così ogni venerdì Marianna viene a Milano per unirsi ai sit-in davanti a Palazzo Marino. Non senza qualche problema in famiglia: «Il mio papà all’inizio mi firmava le giustifiche e mi comprava i biglietti, ma secondo me lo faceva solo perché si sente in colpa. Ultimamente si è stancato, e devo andarci a spese mie. Mia mamma però è contentissima, è lei che mi ha trasmesso la passione per l’ambiente, portandomi a fare passeggiate nel bosco».

Un’app per coordinarsi

Per David la scoperta è passata invece da LinkedIn. «Ho letto un post che negava il cambiamento climatico e ho risposto linkando un articolo del New York Times», ricorda questo quattordicenne al primo anno di uno scientifico in provincia di Torino: «Mi hanno subito contattato per chiedermi di far parte del coordinamento». Con un papà americano, David è il genio informatico del gruppo: «Sto programmando un’app usata dai gamer, Discord, in modo che tutte le nostre chat sparse tra WhatsApp, social e Skype, convergano su un’unica piattaforma», dice. «Sono sempre stato interessato all’ambiente, ma non sapevo che fare. Questo movimento mi piace perché è pacifico e non è legato a partiti. E tutto quello che devo fare è venire alle manifestazioni, con dei cartelli per sensibilizzare la gente».

Catastrofisti a chi?

«I miei genitori dicono che mi sosterranno fin quando la media a scuola resterà sopra il 9,2», continua. Anche gli insegnanti lo incoraggiano: «La prof di Scienze mi ha chiesto di fare una presentazione in classe del climate change». «La scuola non è per niente sensibile all’argomento», obietta però Marianna: «Ho imparato più in 4 giorni di scioperi che in 4 anni di liceo, improvvisando dei discorsi col megafono e documentandomi su Internet». Come i suoi coetanei anche lei ha ingaggiato un braccio di ferro a casa per adottare uno stile di vita sostenibile, non mangiando più carne e convincendo il padre a fare un allaccio con un fornitore da rinnovabili. «Mi danno della catastrofista! Ma catastrofisti saranno piuttosto quelli che non fanno nulla e si lamentano solo del genere umano…».

Per informazioni sui gruppi locali e le loro attività, cercare gli hashtag: #fridaysforfutureitaly o italia e #fridaysforfuture+nome delle città #climatestrikeitaly o italia e #climatestrike+nome delle città

«Noi, i ragazzi in piazza per il clima»ultima modifica: 2019-01-31T22:18:50+01:00da davi-luciano
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