Le armi della strage di Parigi provenivano dalla CIA

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DICEMBRE 13, 2015 

RussiaToday

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Un’arma legata agli attentati di Parigi che fecero 130 morti e 368 feriti risale a un trafficante d’armi della Florida. E’ lo stesso che vendette armi ai Contras del Nicaragua, nello scandalo Iran-Contras degli anni ’80. La rivelazione è data dal dirigente di una fabbrica di armi serba, che afferma che il numero di serie della pistola semiautomatica M92 è lo stesso di quella che la sua azienda ha consegnato a un trafficante d’armi statunitense, Century International Arms, nel maggio 2013. “E’ un’arma semi-automatica, da caccia e sportiva… non può sparare a raffica, solo colpi singoli… legale negli USA“, afferma Milojko Brzakovic, a capo della fabbrica di armi Zastava. Secondo lui la pistola fu consegnata semi-automatica, ma non sa se qualcuno l’abbia trasformata in automatica dopo la consegna. Brzakovic ha detto che la sua fabbrica esporta 25000 armi da caccia e fucili sportivi ogni anno, tutte legalmente. La pistola in questione fu esportata alla Century International Arms in Florida, ma non è chiaro come la pistola sia tornata in Europa. Brzakovic ha detto che tutte le esportazioni di armi della Serbia sono sotto lo stretto controllo governativo. “Sottomettiamo la richiesta al nostro governo per il consenso e autorizzare l’esportazione. Finché non la riceviamo, non ci mettiamo in contatto. Una volta che abbiamo il permesso di esportare, entriamo in contatto e organizziamo la vendita“, ha detto all’AP. Vi sono regole severe sull’importazione e l’esportazione legale di armi come le pistole semiautomatiche. Negli Stati Uniti, un individuo o un’azienda deve essere registrato presso il dipartimento di Stato. Almeno sette delle armi usate o scoperte dopo gli attentati del 13 novembre a Parigi furono prodotte dalla fabbrica serba. La maggior parte prima che la Jugoslavia si sciogliesse con la guerra civile degli anni ’90, e la maggior parte sono versioni o modifiche dell’AK-47 Kalashnikov sovietico. Il Palm Beach Post ha contattato il titolare della Century Michael Sucher, ma non ha risposto e la sede della società a Delray Beach è chiusa. La società ha anche filiali in Georgia e Vermont. Il Post ha riferito che Centuryè un acquirente e rivenditore di armi militari in eccedenza ed è uno dei più grandi trafficanti di armi degli Stati Uniti. La sua specialità è l’acquisto di armi da oltreoceano e rivenderle ai concessionari.
Non è la prima volta che la Century International Arms finisce sui giornali. Il Palm Beach Post ha riferito che lo stesso rivenditore contrabbandava armi come pistole, fucili da cecchino e armi d’assalto con l’aiuto di “mediatori non autorizzati”, come un trafficante d’armi israeliano. Alla Century fu ceduto un deposito di armi dal governo del Guatemala nel 2007, per 130 milioni di dollari. Ciò si scoprì dalle informazioni fornite dall’archivio WikiLeaks dei dispacci diplomatici segreti, gli stessi cablo del governo degli Stati Uniti furono consegnati dall’ex-analista dell’intelligence dell’esercito statunitense Bradley Manning, che sconta una condanna a 35 anni di carcere per la rivelazione. Un dipendente del commerciante di armi fu coinvolto nella fornitura di armi, tra cui razzi e granate, aiContras del Nicaragua negli anni ’80, nello scandalo Iran-Contras sotto il presidente Ronald Reagan. Ci sono altre implicazioni, come il fucile WASR-10 di produzione rumena della Arms Century, favorito dai cartelli della droga messicani. Centinaia furono collegati a crimini in Messico, secondo il Center for Public Integrity.
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Brzakovic ha detto all’AP che sarebbe sbagliato accusareZastava di vendere armi ai terroristi, ma conveniva che un accordo illecito sulle armi fosse stato possibile dopo che le armi furono consegnate legalmente. “Dovunque ci siano guerre, c’è la possibilità dei peggiori abusi e di nascondere la provenienza delle armi. Finiscono dove non dovrebbero“, ha detto aggiungendo: “Abbiamo l’archivio della fabbrica degli ultimi 50 anni, sappiamo dove è stata consegnata ogni arma“.

Traduzione di Alessandro Lattanzio – SitoAurora

Per ANALISTA MILITARE USA “lanciamissili antiaerei della Russia S-400 sono invulnerabili”

Il sistema missilistico antiaereo russo S-400 “Triumf” è così buono che non può di fatto essere distrutto da nessuna unità di combattimento dell’Aviazione, ritiene l’esperto di sicurezza statunitense Tyler Rogoway.

I sistemi missilistici antiaerei russi S-400 “Triumf” hanno capacità di combattimento uniche e sono quasi invulnerabili, è convinto l’esperto di sicurezza statunitense Tyler Rogoway.

L’analista ritiene che il sistema di difesa aerea russo sia così buono che non può essere distrutto dal bombardiere americano EA-18 “Growler” o da qualsiasi altra unità di combattimento dell’Aviazione senza supporto. Il sistema missilistico è soprattutto pericoloso quando è parte di un sistema integrato di difesa aerea.

Rogoway osserva che solo lo sviluppo di un sistema complesso che includa sofisticati mezzi radioelettronici, sistemi di sorveglianza, nonché sia capace di esaminare tutti i possibili piani d’attacco, possa essere efficace nel contrastare il lanciamissili S-400.

Il sistema missilistico antiaereo S-400 “Triumf” è progettato per distruggere aerei nemici, aerei di ricognizione e droni, bombardieri strategici, missili balistici, caccia ipersonici ed altre minacce aeree.

Firenze, impiegato comunale: “Renzi e Boschi si incontravano in via Alfani”

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Torna all’attacco Alessandro Maiorano, storico accusatore del premier e impiegato del comune di Firenze.

L’impiegato più anziano del comune (in termini di servizio) torna ad accusare Matteo Renzi e ci mette in mezzo questa volta anche il ministro Maria Elena Boschi.  Un post rilasciato sulla sua pagina facebook, farebbe intendere ad incontri “per parlare di politica” tra la ministra e il premier, che sempre secondo lo scritto si sarebbero svolti in Via degli Alfani 8 a Firenze. Via Degli Alfani 8, per la cronaca è l’indirizzo dell’appartamento fiorentino balzato recentemente alle cronache per lo “scandalo affitto”, che l’imprenditore Marco Carraipagava all’allora sindaco della sua città Matteo Renzi.

Apparentemente nulla di così scandaloso nel favore di un amico che si presta a pagarti l’affitto di casa, ciò non fosse per il fatto che al tempo del generoso regalo, Renzi era il sindaco della città dove Carrai imprenditore correva per diversi appalti e nomine pubbliche.

Tornando ai fatti di oggi e alla frase che lo stesso Maiorano ha scritto sul suo profilo facebook: “Renzi e la boschi? Lo sa’ tutta Firenze che si incontravano in via alfani 8 a firenze ultimo piano vista tetti per parlare di politica, sarebbe l ora che alfonso signorini tirasse fuori dal cassetto quelle 4 fotografie no? Così tanto per fare“, si legge in aggiunta dell’esistenza di “4 fotografie”, che sempre secondo quanto affermato dal dipendente comunale sarebbero in possesso del giornalista di gossip Alfonso Signorini.

Insomma per il momento potrebbe trattarsi solo dell’ennesima provocazione da parte dell’impiegato fiorentino più inc….to della storia; rimaniamo comunque disponibili per qualsiasi ulteriore chiarimento o precisazione in merito alla questione.

Vasto: Cotir, da 22 mesi senza stipendio, operai salgono su tetti

che problema c’è? Lo stato della società civile moralmente superiore garantirà vitto e alloggio NO?!?!?!??!
Published On: gio, Dic 10th, 2015
Da oggi tornano a protestare i lavoratori, tra tecnici e ricercatori, senza stipendio da 22 mesi ed occupano la sede del Cotir (Consorzio per la divulgazione e la sperimentazione delle tecniche irrigue) in località Zimarino. Due lavoratori hanno deciso di digiunare, mentre tutti gli altri, una trentina, si danno il cambio all’interno della struttura e sul tetto dove hanno installato uno striscione che recita: ”Oggi senza stipendio, domani senza lavoro”. Una vicenda che si trascina da anni nonostante il cambio dei governi regionali e l’impegno preso per risolvere questa vicenda.(…)
 
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Perde 150 mila euro, risparmiatrice Carife sul lastrico tenta il suicidio

GUAI parlarne, è strumentalizzazione. Anche se donna, non conta. Se non è vittima del marito, la società civile se ne frega.
 
Published On: sab, Dic 12th, 2015
 
Dopo il suicidio del pensionato che aveva perso 100mila euro in Banca Etruria, un simile gesto disperato è stato tentato da una risparmiatrice Carife che aveva investito 150mila euro in obbligazioni subordinate presso la Carife di Modena. La donna, C. C., residente a Modena, è stata per fortuna salvata in extremis da un’amica che si trovava per caso a casa sua e che aveva notato da qualche tempo il particolare stato depressivo della 40enne.
Aiutata psicologicamente ed economicamente dall’amica, la donna ha ora deciso di agire legalmente non solo contro la Carife, ma anche contro Bankitalia e il Ministero dell’Economia ritenendoli responsabili in solido per “fallimento” dei fondi obbligazionari dell’istituto bancario. C.C. si è rivolta infatti all’associazione Agitalia, della quale era già associata, raccontando di avere acquistato qualche anno fa, con i risparmi di una vita di lavoro (per lo più precario e in nero), alcune obbligazioni presso la Carife di Modena, investendo 150mila euro.
Dopo la nota crisi economica che ha colpito l’Istituto bancario e i provvedimenti governativi “salva banche”, la donna si è sentita dire che i suoi investimenti erano per ora “congelati”, in attesa di non meglio precisate risoluzioni di politica economica. Circa una settimana fa il disperato gesto di togliersi la vita, evitato per il provvidenziale intervento dell’amica.
L’ufficio legale di Agitalia ha quindi predisposto una richiesta risarcitoria di 500mila euro nei confronti dei tre enti citati (Carife, Bankitalia e Ministero dell’Economia) con udienza fissata davanti al Tribunale Civile di Roma per il giorno 23 marzo 2016.
“I risparmiatori che avessero subìto perdite economiche per investimenti operati con Carife o con gli altri tre istituti bancari coinvolti nella “crisi” – è l’appello dell’associazione – possono inviare una email ad agitalia@virgilio.it allegando copia delle obbligazioni o delle azioni sottoscritte”.
 

Lodi: Casa all’asta, imprenditore 54enne si suicida impiccandosi

E’ un guaio chiedere che la casa dove si risiede e che si è pagata fior di quattrini e sulla quale gravano gabelle di ogni genere venga resa IMPIGNORABILE. SACRILEGIO
Published On: ven, Dic 11th, 2015
Avrebbe perso anche la casa per colpa delle gravi difficoltà economiche nelle quali si trovava. Per questo un piccolo imprenditore del Lodigiano ha deciso di togliersi la vita. Il suo corpo è stato trovato impiccato nell’abitazione di Valera Fratta (Lodi) che stava per riconsegnare all’ufficiale giudiziario per essere messa all’asta.
L’uomo, 54 anni, con moglie e figli, negli ultimi tempi aveva avuto difficoltà economiche fino a perdere l’abitazione nella quale aveva investito gran parte dei suoi risparmi. Il procuratore di Lodi, Vincenzo Russo, che ha confermato l’accaduto, ha sottolineato che “si tratta di un fatto gravissimo, di un effetto della grave crisi in cui ci troviamo”. Prima di impiccarsi, il 54enne ha avvertito con un sms il delegato della vendita giudiziaria dicendo che, come concordato, lo avrebbe atteso per consegnargli le chiavi, dato che aveva terminato di togliere le sue cose dall’abitazione. All’arrivo, il delegato ha trovato la porta aperta e l’uomo già morto. Non gli è rimasto altro che avvertire le forze dell’ordine.
 

Nuoro: Senza lavoro nè casa, vive in una tenda sotto piazza Veneto

società civile, solidarietà. NON RENDE sistemare gli autoctoni, CHE SI ARRANGINO. Per fortuna che ci sono tanti paladini della democrazia a difendere questa ITALIA MORALMENTE SUPERIORE che sbatte la gente in strada e lascia che si suicidi nell’indifferenza delle istituzioni LAUTAMENTE PAGATE con anche i soldi delle tasse di chi NON SE LE PUO’ PERMETTERE. 
 
Published On: sab, Nov 28th, 2015
Dorme in una tenda, anche in queste gelide notti nuoresi.
Alessandro Fadda, 56 anni, vive in una piazzola riservata ai camper sotto piazza Veneto a Nuoro.
Non ha un lavoro, nè una casa. “Dobbiamo aiutarlo, non si può vivere in queste condizioni”, è l’appello di alcuni residenti della zona che ieri sono andate a fargli visita.(…)
 
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Brindisi: Imprenditore in difficoltà si suicida sparandosi in una cava di pietra

Published On: ven, Dic 11th, 2015
 
Tragica scoperta, questa mattina, in una cava di pietra nelle campagne di Ceglie Messapica. Un agricoltore, infatti, ha rivenuto, riverso per terra, il corpo ormai senza vita di un imprenditore del settore auto, molto noto in città. Secondo le prime ricostruzioni, suffragate dalle ferite rilevate sul corpo, l’uomo si sarebbe tolto la vita sparandosi. Alla base del tragico gesto, forse, la crisi del settore della vendita di automobili, che in questi anni è crollato drasticamente, come del resto quasi tutti i consumi. I carabinieri, che dopo la segnalazione sono intervenuti immediatamente sul porto, sono al lavoro per fare chiarezza sull’accaduto. La famiglia dell’uomo ne aveva denunciato la scomparsa da ieri.

Mantova: Tabaccaio 49enne si suicida impiccandosi all’interno della propria attività

sssh non si parla di suicidi, Renzi dice che si strumentalizza altrimenti
 
Published On: gio, Dic 10th, 2015
 
I motivi che hanno spinto al gesto estremo il tabaccaio di quarantanove anni, di Castel Goffredo, sono al momento ancora sconosciuti. L’allarme è stato lanciato alle 10,40 circa di questa mattina e sul posto si sono recati subito i soccorritori assieme ai Carabinieri. Purtroppo per l’uomo non c’era più nulla da fare. Si è tolto la vita all’interno della propria attività.

Pesaro: Disoccupata 47enne con problemi economici si suicida

donna, straniera. SE VITTIMA DELLA POVERTA’ NON INTERESSA ALLA SOCIETA’ MORALMENTE SUPERIORE
Published On: sab, Dic 5th, 2015
Il cadavere semicarbonizzato di una donna ungherese di 47 anni, da tempo residente in Italia, è stato rinvenuto a Tavoleto (Pesaro Urbino) lungo un tratto di una strada provinciale chiusa al traffico per una frana. Secondo i carabinieri si tratterebbe di un suicidio: la donna, sposata con un italiano, madre di una ragazza e attualmente disoccupata, avrebbe ingerito dei barbiturici e poi si sarebbe data fuoco. La sua auto, una Clio, era parcheggiata a poca distanza dal cadavere: i Cc hanno trovato alcuni farmaci e altre tracce che fanno propendere per l’ipotesi di un gesto volontario. Il corpo non presenta segni di violenza o di colluttazione, e sul terreno non sono state individuate orme umane o tracce di pneumatici diverse da quelle della Clio. Non si esclude che la quarantasettenne si sia tolta la vita per forti preoccupazioni economiche. Sul posto sono intervenuti i Cc del Nucleo investigativo di Pesaro e militari della compagnia di Urbino, la Scientifica, il 118, e i vigili del fuoco. L’indagine è coordinata dal pm di Urbino Simonetta Catani.
Fonte Ansa