Chiuso il rubinetto, la Lombardia è fallita: record di libri in tribunale

è colpa dei choosy. Ma per fortuna ogni giorno arrivano rifornimenti di manodopera importata che faranno riaprire le attività e sosterranno la ripresa perché sono risorse.

C’è da considerare quelle chiuse, quelle delocalizzate e quelle in concordato straordinario/amministrazione controllata.

 20 Jan 2015

di REDAZIONE

Fallito, bollito. L’imprenditore porta i libri in tribunale e non se ne parla più. Tanto, anche a combattere contro la tassazione da olocausto non porta a nulla. Gli ultimi dati dicono che sono stati 15.605 i fallimenti delle imprese italiane nel 2014: in media, hanno portato i libri in Tribunale 62 aziende ogni giorno, oltre due ogni ora. Il rapporto Cribis D&B, società del Gruppo Crif specializzata nelle informazioni commerciali, spiega che lo scorso anno i fallimenti sono cresciuti del 9% sui 14.269 del 2013 e del 66% sui 9.393 del 2009. In sei anni sono state complessivamente 75.175 imprese chiuse. Nel solo quarto trimestre del 2014 i fallimenti sono stati 4.502, il numero più alto nelle rilevazioni trimestrali dal 2009, anno in cui la crisi economica ha iniziato a colpire con maggiore virulenza il tessuto industriale nazionale.

Stando ad altre cifre, anche se ferma al 2012, gli immigrati resistono alla crisi economica. Nel 2012 le imprese individuali con titolari extracomunitari sono cresciute di 13mila unità, mentre le altre sono scese di 24.500, secondo uno studio di Confesercenti. Che botto.

Lombardia, chiude più di tutti

A livello geografico, la Lombardia è la regione in cui, lo scorso anno, si è registrato il maggior numero di fallimenti, con 3.379 casi, pari al 22,1% del totale. Dietro alla Lombardia, il Lazio (con 1.721 imprese chiuse), la Campania (1.315), il Veneto (1.313), Toscana (1.205), Piemonte (1.175), Emilia-Romagna (1.124), Sicilia (894), Puglia (762) e Marche (580). In testa commercio ed edilizia, entrambi con oltre 4.000 casi: in questi due soli settori si concentra oltre metà del crac. Chiudono le imprese di costruzioni  (1.899), gli ‘installatori’ (1.309), il commercio all’ingrosso dei beni durevoli (1.197), i servizi commerciali (957) e il commercio all’ingrosso dei beni non durevoli (868); i manufatti in metallo (660 fallimenti), macchinari industriali e computer (330),  tessile – abbigliamento (241), del mobile – arredo (233). Fine del manifatturiero. Fine delle trasmissioni.

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Chiuso il rubinetto, la Lombardia è fallita: record di libri in tribunaleultima modifica: 2015-01-20T19:59:12+01:00da davi-luciano
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