Francia, Putin finanzia l’ascesa di Marine Le Pen

e cavolo, solo gli Usa han diritto a “comprare” i partiti. E poi Putin, è il nuovo Hitler, a detta della santa donna Clinton, quindi un demone (come la Lepen ovviamente…..).Ammesso che sta notizia sia fondata….

In arrivo al Front National 9 milioni da una banca vicina al leader del Cremlino.
24 Novembre 2014

Un sodalizio ormai ufficiale a cavallo tra Francia e Russia.
L’amicizia di lunga data tra Marine Le Pen e Vladimir Putin ha infatti trovato ora un riscontro concreto, visto che secondo quanto riporta Il Corriere della Sera le casse vuote del Front National hanno appena ricevuto una prima tranche di due milioni di euro sul totale dei nove ottenuti in prestito dalla First Czech Russian Bank, un piccolo istituto russo di proprietà di Roman Yakubovich Popov, uomo vicino al premier Medvedev e al presidente Putin.
AMMIRAZIONE RECIPROCA. L’identità di vedute tra Le Pen e Putin viene da lontano, visto la leader del partito di destra ama ricordare che «con grande lucidità già nel 1995 Putin disse che in dieci anni la Francia sarebbe diventata una colonia delle sue ex colonie».
Di Putin Marine Le Pen ammira «la forza di difendere la civiltà cristiana contro la barbarie dell’immigrazione».
Nello scontro tra Ue e Russia a proposito dell’Ucraina, Marine Le Pen sta con Mosca, non con Bruxelles.
«OPERAZIONE REGOLARE». Il tesoriere del Front National, Wallerand de Saint-Just, ha confermato così la notizia: «Il prestito è frutto di un lavoro tecnico che ho compiuto negli ultimi quattro mesi, perché si tratta di persone molto minuziose. È un’operazione perfettamente normale e regolare».
In Francia la situazione è nerissima per i partiti, visto che le banche francesi sembrano non siano più disposte a finanziare campagne elettorali dopo il caso di Nicolas Sarkozy, che ha visto i suoi conti del 2012 bocciati dal Consiglio costituzionale e ha dovuto rinunciare a 11 milioni di rimborsi pubblici.
VIGILIA CONGRESSO. Insomma linfa importante per un partito alla vigilia del congresso del partito che si apre sabato 29 ottobre a Lione.
«Da adesso alle presidenziali del 2017 abbiamo bisogno di una cifra tra i 30 e 40 milioni di euro», ha detto il tesoriere.
In realtà la politica ufficiale di Parigi è critica nei confronti di Putin.
Il presidente François Hollande si è rifiutato di onorare il contratto siglato nel 2011 dal predecessore Sarkozy, e non ha consegnat alla Russia le due navi da guerra Mistral prodotte nei cantieri francesi di Saint-Nazaire.
LE PEN IN TESTA AI SONDAGGI. Ma intanto il Front National è proteso verso la Russia soprattutto grazie ai sondaggi, che danno Marine Le Pen in testa per le presidenziali del 2017.
Per la Francia si apre ora la delicata questione democratica di una formazione politica anti-sistema finanziata da una potenza straniera, Pronta la replica del partito: «Meglio un prestito da una banca russa che prendere i soldi da Gheddafi come ha fatto Sarkozy».
http://www.lettera43.it/politica/francia-putin-finanzia-l-ascesa-di-marine-le-pen_43675148703.htm

Anche la Germania vuole cambiare i trattati. Eurozona da rifondare.

al di là delle false sceneggiate e teatrini in cui da galoppini vari in piazza a “prezzolati e stimati” economisti dei banchieri che urlano BASTA AUSTERITA’ ma che non OSANO dire la cosa più ovvia: PER TERMINARE L’AUSTERITA’ SI DEVE RESCINDERE O MODIFICARE IL TRATTATO DI MAACHSTRICHT
I parametri sono fissati LI’ DENTRO. L’italia e le altre nazioni firmarono di propria spontanea volontà qualcosa che sapevano che avrebbe avvantaggiato solo la finanza.Ora che è evidente a tutti, SI CERCA IL CAPRO ESPIATORIO
La Germania ovviamente. PECCATO CHE SOLO LA GERMANIA ABBIA AVUTO LE PALLE DI DIRE CHE SI DEVONO CAMBIARE I TRATTATI
Gli altri, tutti zitti, finché si finge di scandalizzarsi per l’austerità per mantere la faccia di chi sta dalla parte del popolo è un conto, ma quando si deve fare sul serio, RITIRATA……
“Anche?” E chi altri lo ha chiesto? Intendo sul serio, non al talk show…….
(che sia anche per questo nel mirino dei media, quelli che eseguono “killeraggi” su commissione dei poteri forti?)

Scritto il 24 novembre 2014 alle 15:00 da Danilo DT
nuova-eurozona-da-rifondare
Mi fa piacere quando certi miei pensieri vengono condivisi da quelli “che contano”. Ma tempo ormai vado dicendo che questo Euro è finito, morto e sepolto. Un progetto nato male, assemblato peggio, proseguito in modo catastrofico e che oggi deve essere totalmente ricostruito.
E quando queste cose le dice un italico come il sottoscritto, può ovviamente sembrare un parere “di parte”. Ed effettivamente mica posso negarvi che devo anche cercare di tutelare il MIO interesse, e che diamine. Ma anche cercando il massimo dell’oggettività, diventa veramente difficile poter difendere il progetto “Unione Europea” così costruito, tanto che addirittura arriva la voce forse più autorevole ed critica oggi presente dell’unione stessa. Parlo di Wolfgang Schaeuble, il ministro delle finanze tedesco il quale afferma è giunto il momento di cambiare URGENTEMENTE i trattati.
 
L’Europa deve «urgentemente cambiare i trattati» almeno per l’Eurozona, e, come già proposto in altre occasioni, serve un rafforzamento della governance economica con un ministro delle Finanze per i Diciotto. Lo ha detto il ministro delle Finanze tedesco, Wolfgang Schaeuble intervenendo al congresso europea dei banchieri, a Francoforte, dove questa mattina ha parlato anche il presidente della Bce, Mario Draghi . «Non voglio dover difendere l’euro per i prossimi cinque o dieci anni con l’attuale governance», ha detto l’alleato di Angela Merkel. (Source)
 
Signori, se lo dice addirittura il primo ministro tedesco, vuol dire che molto probabilmente questa Europa non va più bene nemmeno alla Germania (che forse sta perdendo quel trend irrefrenabile di crescite e dominio). Figuratevi gli altri!
E tra le cose che dice Schaeuble degne di nota c’è anche la richiesta di un Ministro delle Finanze Europeo e magari anche di un bilancio autonomo per l’Eurozona.
 
Dopo l’esperimento decisamente rivedibile strutturato sul “bail-in” dell’Unione Bancaria, ecco quello che effettivamente sarebbe un serio passo in avanti. Personaggi politici con potere reale e non solo figurativo, magari dando anche al Parlamento Europeo non solo quel ruolo (quasi) coreografico ma decisamente un qualcosa di più.
Un primo passo verso un’Unione Europea più vera, perché c’è bisogno di integrazione.
Ma non temete, la strada da fare non è solo lunga, è lunghissima. Ma come dice Schaeuble, tutto passa da una revisione dei Trattati.
 
Ma facciamo MOLTA attenzione. Se si arriverà a ricostruire le fondamenta del progetto, ci vorrà la massima attenzione da parte di tutti, alla ricerca di quell’equità, quegli equilibri e quei diritti che finora sono stati calpestati.
E questo gli italiani lo sanno bene. E non è certo un caso che il sentiment italico nei confronti della moneta unica è ai minimi, sopra solo a marzo 2013.
 
Sentiment su probabilità uscita da Eurozona dell’Italia
 
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STAY TUNED!
 

122 Tonnes of Gold Secretly Repatriated to Netherlands

l’Olanda rimpatria un pò del suo oro dagli Usa…..(sta andando sicuramente verso una deriva autoritaria….) che non si fida più delle banche dei liberatori e di quella santa istituzione detta FMI?

Submitted by GoldCore on 11/24/2014
The Dutch central bank said Friday it is repatriating some of its gold reserves from the U.S., making it the latest central bank in Europe to address public concerns about the safety of its gold in the wake of the eurozone debt crisis.
 
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As the debate regarding whether or not Switzerland should keep the bulk of its gold reserves at home on Swiss soil reaches it’s climax – the referendum takes place on Sunday – it is telling that the Dutch announced on Friday that they have just secretly repatriated 122 tonnes of their sovereign gold reserves from New York back to Amsterdam.
 
The gold, worth $5 billion at today’s prices, represents 20% of the Netherlands total reserves. It now keeps 31% of its reserves in Amsterdam. Another 31% is believed to be in New York, with the remainder spread between Ottawa and London – the same locations where the bulk of Swiss gold is purported to be stored.
 
The trend towards gold repatriation began with Hugo Chavez bringing Venezuelan gold back to Caracas in 2011.  It has been followed by similar moves  by other large gold owning nations and central banks, most notably, Germany.
 
The repatriation movement has been driven by suspicion that the Federal Reserve and other central banks may have leased or sold gold it was holding on behalf of other countries to bullion banks and that this gold may have been used in order to suppress the price of gold in recent years.
 
Bizarrely, the Federal Reserve’s gold holdings have not been audited in over 50 years.
 
The last audit, and the last public visit, was in 1953, just after U.S. President Dwight Eisenhower took office. No outside experts were allowed during that audit, and the audit team tested only about 5% of gold there. So, there hasn’t been a comprehensive audit of Fort Knox in over 60 years.
 
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Demands for gold repatriation also accelerated after the Lehman collapse and during the global financial crisis due to concerns that if the U.S. and world suffered a systemic collapse or a dollar crisis , nations may find it hard to secure their gold reserves.
 
The concern was that a desperate Fed could nationalise international gold reserves in order to prevent a dollar collapse or to rebuild confidence in the dollar after a currency crisis.
 
It is interesting to note that while some western economists, such as Paul Krugman, continue to denigrate gold, western central banks, do not appear to view gold as a “barbarous relic.” Nor do their eastern counterparts and their Chinese counterparts many of whom have been quietly reducing their dollar, euro and pound foreign exchange reserves and adding to their gold reserves in recent years.
 
The Dutch Central Bank went so far as to state that the action was designed to install public confidence in the ability of the central bank to manage crises. The prospect of further shipments from the U.S. remains open as they are keeping the logistical details secret.
 
Questions are already being asked about how the Dutch were able to repatriate such a sizeable volume of gold when Germany’s request was brushed aside. It may be that by taking a discreet approach the Dutch allowed the Federal Reserve room to manoeuvre – allowing them to harvest the metal from the open market. Skeptical analysts have suggested that the fall in the ETF gold holdings may have come in handy for the New York Federal Reserve.
 
Questions are also being asked about the faith of the Ukrainian gold reserves after the gold disappeared from the Ukraine’s central bank soon after the U.S. sponsored coup brought the new government to power.
 
The Dutch clearly view gold favourably as an important monetary asset and they also have demonstrated their belief that owning gold in a secure manner is of utmost importance.
 
Although the German Central Bank has stated that it trusts the Americans as custodians of it’s gold reserves – despite being denied access to vaults in New York to view their own gold – the campaign for repatriation of Germany’s gold remains strong.
 
Whether the Swiss gold initiative passes or fails this weekend it is still worth noting that a very large minority of Swiss are very conscious of the role that gold plays particularly in times of crisis.
 
During the reformation in Europe it was in these three countries – Germany, Switzerland and the Netherlands – that independent thought flourished. Populations globally have been “dumbed down” in recent years but these nations still have a high level of public discourse and debate and the importance of prudence, saving, thrift and gold remains understood by many.
 
We believe that other central banks may have already quietly sought or indeed will seek repatriation of their gold from  New York, Ottawa and London. This has the potential to create a short squeeze as central banks may be forced to enter the market to acquire the physical bullion that they thought they already owned.
 
If these custodians are not in possession of the gold they claim to hold they, too, will be forced to buy gold on the open market where supply is now extremely tight as seen in gold remaining in backwardation.
 
We believe, like the Dutch, that only gold bullion in your possession or allocated gold stored in secure locations such as Singapore, Hong Kong and Zurich can be viewed as a safe-haven asset.
 
Get Breaking News and Updates On Gold Markets Here
 
MARKET UPDATE
Today’s AM fix was USD 1,196.00, EUR 964.67 and GBP 764.51 per ounce.
Friday’s AM fix was USD 1,193.25, EUR 958.59 and GBP 761.54  per ounce.
 
Gold prices were 1% higher last week. Gold and silver rose to three week highs Friday after China cut benchmark interest rates to support economic growth, leading to demand for precious metals as a store of value.
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Gold in USD – 5 Days (Thomson Reuters)
 
China’s rate cut on Friday aligns them with the European Central Bank and Bank of Japan in deploying fresh stimulus and QE as ultra loose monetary policies continue globally.
Russia added to gold reserves in October, bringing holdings to the highest in at least two decades, IMF data showed last week and as announced by the Russian central bank governor (see here).
 
Gold has climbed 6% after touching a four-year low on November 7 amid increased demand for coins and jewelry, combined with signs that nations are boosting reserves. Central banks may raise purchases by as much as 22 percent in 2014, the World Gold Council estimates.
 
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Gold in USD – 2 Years (Thomson Reuters)
 
The net-long position in gold rose by 21,634 contracts to 60,307 futures and options in the week ended November 18, according to U.S. Commodity Futures Trading Commission (CFTC) data published three days later. Short wagers fell to 65,405 contracts, the least since September 9.
 
Gold rose 70% from December 2008 to June 2011 as central banks increased quantitative easing on a massive scale and currencies internationally were debased. The precious metal fell 28% in 2013, the most in three decades, after sharp and severe selling in the futures market, often during less liquid markets overnight in Asia, led to price falls.
 
Switzerland holds its referendum on the Swiss Gold Initiative this Sunday (Nov. 30). If passed it would  to require the Swiss National Bank to hold at least 20% of its assets in gold, up from about 8%.
 
Opinion polls suggest the no side will win but many opinion polls have been badly wrong in recent years. Voter discontent with the political establishment is likely to make the referendum tighter than is expected. A yes vote would surprise the market and lead to fireworks in the gold market Sunday night, Monday and next week.
 
See Essential Guide to  Storing Gold and Silver In Switzerland Here
 

Canone Rai nella bolletta elettrica, ecco come e quanto pagheremo

venerdì, 21, novembre, 2014
 
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21 nov – Ci siamo. Ancora poche settimane e poi la riforma del Canone Rai vedrà la luce. E non è un gioco di parole visto che una delle tasse più odiate dagli italiani sarà inserita all’interno della bolletta per l’elettricità. O, comunque, sarà legata a una qualsiasi utenza domestica. La riforma è pronta per essere inserita nella legge di Stabilità e, promettono dal ministero dell’Economia, il canone “sarà modulato in base al reddito”.
 
Ma come funzionerà, praticamente, il tutto? Stando a quanto spiegato dal viceministro dell’Economia, Enrico Morando, l’intenzione è quella di trasferire direttamente in bolletta il pagamento del canone. Una stretta, quindi, per risolvere alla radice il problema dell’evasione. Pagheremo tutti, quindi, ma – si spera – pagheremo tutti meno. La cifra che circola è sempre quella: 80 euro. In meno, stavolta.
 
Meno soldi, quindi, ma sicuri e che garantirebbero un gettito maggiore che servirebbe – secondo le intenzioni – a finanziare le emittenti locali. “Le tv locali” ha spiegato il viceministro Morandi in Commissione – sono in una situazione tale per cui hanno dovuto mettere in cassa integrazione una parte enorme dei dipendenti, sono in una situazione di disagio drammatico”.
 
L’idea di base, quindi, è una riforma strutturale che metterebbe fine alle polemiche che, ogni anno, si susseguono sul fronte canone. Il problema, però, ora si fa giuridico e lo ha spiegato perfettamente l’Istituto Bruno Leoni che, con un intervento molto polemico su Italia Oggi, ha bollato l’inserimento della tassa Rai in bolletta come “una forma di prestazione patrimoniale nascosta”.
 
Se il ‘vecchio’ canone era bollato come “un’imposta anacronistica e ingiustificabile rispetto all’evoluzione delle telecomunicazioni”, quello ‘nuovo’ sarebbe addirittura un “mostro giuridico”. Ecco perché:
 
Da tariffa per la fruizione di un servizio pubblico in regime di monopoli il canone Rai è diventato una vera e propria imposta pagata sulla base della presuzione di un televisore“.
 
In pratica, oggi il canone si paga indipendentemente dal fatto che il televisore venga usato o meno per guardare i programmi di viale Mazzini. Ma con la riforma, agganciando il canone all’utenza elettrica, si trasformerebbe il tutto in “un’imposta nascosta all’interno di una tariffa che è il corrispettivo di un servizio che con la programmazione della Rai non c’entra nulla“. Da qui la definizione di una “forma di prestazione patrimoniale nascosta”. Altro problema: “nascondendo” il canone in bolletta sarebbe praticamente impossibile, per il contribuente, “capire quale sia la somma pagata a titolo di canone Rai e quale pagata per il consumo di elettricità”.
 
today.it  – Daniele Nalbone

Che ne Dite di 68.35 Miliardi di Euro in Più di Tasse? Ve lo Dice il Governo (renzi shhhhhhh)

sarà per darci più servizi e migliorare gli esistenti no???

24 novembre 2014

 Di FunnyKing
 
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Qui sopra vedete il simpatico e sobrio studio sintetico di Unimpresa basato sui dati forniti da MEF (cioè proprio dati ufficiali)
 
Con buona pace della spending review e dei tagli alle tasse:
 
 
Spesa pubblica fuori controllo e tasse senza freni. Nei prossimi quattro anni, dalle casse dello Stato usciranno oltre 35 miliardi di euro in più mentre il gettito fiscale crescerà di 68 miliardi. Nel 2018, sulle finanze pubbliche peseranno uscite per 810,8 miliardi in aumento di 35,6 miliardi (+4,60%) rispetto ai 775,1 miliardi con cui si chiuderà il 2014; in aumento costante anche il gettito fiscale che fra quattro anni arriverà a quota 847, 8 miliardi, in crescita di 68,3 miliardi (+8,76%) rispetto ai 779,4 miliardi che lo Stato incasserà quest’anno. Resterà stabilmente sopra il 43% la pressione fiscale che si attesterà al 43,2% nel 2018 sostanzialmente invariata rispetto al 43,3% del 2014. Questi i dati più rilevanti di una analisi del Centro studi di Unimpresa.
Le elaborazioni di Unimpresa, basate su dati del ministero dell’Economia e delle Finanze, rivelano anzitutto che la spesa statale è destinata a crescere continuamente…
 
p.s. ma non disperate, credo che il melting point sia arrivato, gli Italiani non possono sopportare più tecnicamente un aumento di balzelli e tasse di questo genere. La conseguenza è ovvia e speriamo sia gestita bene.
 

La RAI spietata, pretende che anche i ciechi paghino il canone

è una notizia datata. Ma tanto per ricordare lo stato di estorsione raggiunto

sabato, 5, luglio, 2014

  
5 luglio – Sembrerebbe una sfida, un’offesa. Qualcosa alla quale si fa quasi fatica a credere. Ma è tutto, tristemente, vero. La Rai, dopo aver messo nel mirino tablet e pc, ci prova anche con i ciechi. Nulla di licenzioso, per carità. Ma è di certo molto triste che la televisione di Stato abbia dimenticato per l’ennesima volta di depennare dalla lista dei contribuenti con “canone speciale” l’Associazione ciechi cristiani di Parma. Per quanto possa sembrare impossibile, infatti, la onlus – che si occupa dell’assistenza degli ipovedenti – si è vista recapitare per il quarto anno consecutivo il bollettino per il canone.
Racconta Il Giornale:
“Abbiamo scritto per ben tre volte che non abbiamo né televisione né radio”, spiegò il presidente Salvatore Malta. Niente da fare. Puntuale ogni anno arriva presso la sede del centro sociale la richiesta dell’Ufficio Abbonamenti di versare il “contributo”. A Parma il mese scorso è stata richiesto il canone speciale per la “Categoria E” – che comprende alberghi, motel e villaggi con una sola tv, circoli, sedi di partito e, per l’appunto, associazioni.
La stangata, magra consolazione, è la metà di quella rivolta a chi ha un ufficio: 203,7 euro anziché 407,35. Ma, evidentemente, l’associazione è esente dal pagamento del canone. “Non ci hanno mai risposto”, si è lamentato Malta che, ormai dal 2010, ogni anno riceve sempre la stessa richiesta con importi che, però, aumentano di volta in volta.
Il caso è approdato anche a Palazzo Chigi con la Lega Nord che ha presentato un’interrogazione al governo contro lo “stalkeraggio del canone”. I firmatari, il deputato Davide Caprini e il senatore Gian Marco centinaio, entrambi in commissione di Vigilanza Rai, hanno tuonato: “Che sia compilato una volta per tutte un registro per tenere traccia di chi non deve pagare, la Rai la smetta di provocare inutili disagi”.
 
Una richiesta di buon senso che – sottolinea il giornale di Sallusti – risparmierebbe la solita trafila burocratica e una modalità che offende un ente che organizza corsi di Braille e che viene trattato come evasore.
 
Conclude Il Giornale, con un’evidente vena polemica:
 
Rovesciando la prospettiva, si può comprendere (ma non giustificare) l’utilizzo di questi espedienti. Nell’ultimo bilancio Rai pubblicato – quello del 2012 -l’unica voce di ricavo con una crescita consistente è stata quella dei canoni speciali, +13,6% a 72,9 milioni. Mettere il piede sull’acceleratore significherebbe recuperare, ancorché parzialmente, quei tagli che la spending review ha imposto. Anche a costo di vessare gli svantaggiati.
 
.today.it

Nuovo canone Rai: lo pagherà anche chi non ha la TV

la “redistrubuzione” secondo la sinistra. Tasse per pagare le show girl e presentatori e telebugie rai (non che su mediaset i tiggi dicano la verità, ma almeno si accontentano degli introiti pubblicitari, la RAI no)
Un contributo??????? ESTORSIONE

domenica, 19, ottobre, 2014

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Una notizia bella e una brutta. Una che farà felici tutti e una che farà arrabbiare tanti. Da dicembre 2014, al più tardi gennaio 2015, il canone Rai sarà molto meno costoso. Ma, e la rivoluzione è tutta qui, sarà obbligatorio anche per chi non ha una Tv.
Scrive “Il Giornale“, che anticipa l’imminente mossa del governo:
 
Un “contributo”, nemmeno più un “canone Rai”, più basso per tutti ma dovuto da tutte le famiglie, anche da chi in casa non ha tv, né radio, né internet, e usa solo carta, penna e telefono.
I calcoli e le nuove fasce – il contributo sarà da 35 a 80 euro, in base al reddito delle famiglie – sono già pronte. Si attende solo il via libera del premier Renzi e la decisione se farlo passare come decreto legge, sempre che il Quirinale ne riconosca il carattere di urgenza, per cercare l’approvazione entro dicembre 2014, quindi prima del pagamento del vecchio canone.
Cosa cambierà? E’ sempre Il Giornale a fare il punto
Molto, se non tutto. Intanto le cifre. Il nuovo canone sarà molto più basso. Si pensa ad una forbice tra i 35 e gli 80 euro, a seconda delle capacità di spesa dei nuclei famigliari, quindi – in alcuni casi – fino ad un terzo rispetto agli attuali 113,50 euro del canone Rai. Fin qui tutte notizie positive.
Ma la rivoluzione Rai non finisce qui. Perché il nuovo canone dovrà essere pagato, almeno nelle intenzioni, dal 100% degli italiani. Da oggi, insomma, potrebbe non bastare più giurare di non avere una tv.
.today.it

CANONE RAI IN BOLLETTA O NEL 730? UNA DOPPIA RAPINA DI STATO! PER IL CANONE L’UNICA RIFORMA POSSIBILE E’ LA TOTALE CANCELLAZIONE

lunedì, 24, novembre, 2014
 
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“Il Parlamento Ue convochi la Vigilanza Rai e proceda velocemente con l’indagine sul Canone”
 
Far pagare il Canone Rai nella bolletta della luce o nella dichiarazione dei redditi sarebbe una doppia rapina di Stato! L’unica riforma possibile per il Canone Rai è la sua cancellazione definitiva. Di fronte all’ennesima porcheria del Governo Renzi, siamo pronti ad una guerra ad ogni livello per cancellare la tassa più odiata dagli italiani. E in Europa abbiamo già preparato l’artiglieria pesante”.
 
Lo dichiara l’europarlamentare leghista Mara Bizzotto, vice segretaria veneta della Lega Nord, che da anni ha intrapreso in sede UE una feroce battaglia per l’abolizione del Canone Rai.
 
Al Parlamento Europeo, infatti, è ancora aperto il dossier per la cancellazione del Canone Rai promosso dall’eurodeputata Bizzotto. Negli ultimi mesi della scorsa legislatura, sulla scorta dell’iniziativa dell’on. Bizzotto, la Commissione Petizioni del Parlamento Europeo aveva deciso, all’unanimità e in due distinte sedute, di procedere all’apertura ufficiale di un’indagine sul Canone Rai, denunciando le irregolarità del sistema italiano e bocciando il parere pro-canone della Commissione UE.
 
“Il Canone Rai è una tassa iniqua sotto ogni punto di vista e, se nascosta dentro la bolletta della luce o nel 730, diventerà doppiamente ingiusta e ingiustificata – spiega l’eurodeputata Bizzotto – Il Canone va abolito totalmente: e su questo non ci possono essere dubbi, perché la televisione di Stato italiana rappresenta, in negativo, qualcosa di unico in Europa e nel mondo. Senza parlare degli scandali, dei disservizi e delle macroscopiche violazioni delle normative comunitarie che caratterizzano la Rai e il Canone”.
 
“Alla luce di quanto stanno architettando a Roma, ho già chiesto a Bruxelles di procedere il più velocemente possibile con l’iter dell’indagine sul Canone che, a questo punto, va urgentemente aggiornata con le novità ipotizzate dal Governo Renzi – continua l’on. Bizzotto – La mia richiesta è inoltre quella di convocare quanto prima al Parlamento Europeo la Commissione di Vigilanza Rai che a marzo 2014, nonostante il formale invito di Bruxelles, non si presentò a discutere il dossier per l’abolizione del Canone Rai”.
 
“Il caos che sta montando in questi giorni sul Canone Rai, dimostra che l’unica cosa giusta da fare è la sua definitiva abolizione” conclude l’europarlamentare Mara Bizzotto.

Regionali, Renzi: “Ha vinto il Pd. L’astensione è un fatto secondario”

lunedì, 24, novembre, 2014
 
L’astensionismo alle regionali? “E’ un elemento che deve far riflettere, preoccupare, ma e’ un elemento secondario. Oggi non e’ che tutti hanno perso. Hanno vinto i due candidati del Pd“. Lo ha detto Matteo Renzi a Vienna, commentando l’esito delle elezioni di ieri. Le forze politiche che hanno contestato le riforme” – sottolinea il premier – faranno un bilancio, ma “noi siamo molto soddisfatti”. Dopo aver espresso soddisfazione per l’esito delle regionali il premier sottolinea che l’interesse del presidente del Consiglio “non e’ mettere le bandierine, ma risolvere i problemi degli italiani”.
 
Landini boccia l’analisi di Renzi su voto regionale: e’ sbagliata
 
“Un ragionamento di quel genere, mi permetto di dire, e’ sbagliato”. Cosi’ il segretario della Fiom Maurizio Landini, a Firenze per partecipare all’assemblea per il rinnovo della Rsu della Nuovo Pignone, commenta con i giornalisti le parole del premier e e segretario del Pd, Matteo Renzi, sulle elezioni regionali.
 
“E’ proprio un errore fondamentale, secondo me, perche’ ha vinto che cosa – si chiede Landini – il Pd, nel 2010, in Emilia aveva preso quasi 1 milione e 200mila voti, adesso meno di 600mila. Come fa uno a governare una regione, e piu’ in generale un Paese, quando rappresenta un’assoluta minoranza? Se questa politica sta allontanando le persone, quelli che fanno politica dovrebbero rendersi conto che avanti cosi’ non si va. E’ come se noi proclamassimo degli scioperi – ha concluso il segretario della Fiom – e non scioperasse nessuno”
 
Chi canta vittoria, a ben ragione, e’ Matteo Salvini. La Lega ha ottenuto quasi il 20% in Emilia Romagna doppiando Forza Italia e diventando di gran lunga il primo partito del centrodestra. “Da oggi ci sentiamo parte di un progetto che non guarda solo al Nord ma a tutta Italia”. Cosi’ Matteo Salvini in conferenza stampa in via Bellerio a Milano. “E’ una bella sfida, quando Renzi e’ pronto, noi siamo pronti”, ha assicurato il segretario federale della Lega Nord. “Non mi appassiona il derby in casa con Forza Italia o di aver superato Grillo”.

Guardia costiera, prelevati 248 clandestini in acque libiche

più che operazioni di soccorso, servizio traghetti gratuito per i passeggeri. O moderna tratta degli schiavi per il dumping sociale per raggiungere il quale serve una copiosa manodopera di riserva( come diceva Marx)?

lunedì, 24, novembre, 2014
 
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Arrivera’ questo pomeriggio nel porto di Pozzallo, la nave Peluso (CP 905) della Guardia costiera, con a bordo 248 migranti, prelevati in 3 diverse operazioni condotte  e coordinate dalla Centrale operativa di Roma. L’ultimo intervento e’ stato effettuato nel corso della notte, quando nave Peluso ha tratto in salvo 107 persone stipate su un gommone alla deriva, segnalato dall’elicottero di Nave San Giorgio della Marina Militare.
 
Nella giornata di ieri, l’unita’ della Guardia costiera aveva soccorso in acque libiche altri 2 gommoni in difficolta’, rispettivamente con 35 e 106 migranti a bordo, che avevano richiesto aiuto tramite telefono satellitare. La maggior parte dei migranti soccorsi, risulterebbe di origine sub sahariana.
 
La Centrale operativa di Roma ha ricevuto una prima richiesta di aiuto tramite utenza satellitare localizzata a 40 miglia da Zuara, in acque libiche. E’ quindi intervenuta la nave Peluso che ha recuperato 35 migranti subsahariani su un gommone in difficoltà. Un secondo gommone, con 106 migranti, è stato tratto in salvo successivamente.